UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE - OpenstarTs - Università ...
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tipi di risposta tendono evidentemente a stabilizzarsi ed entrano a far parte dello<br />
stile individuale e delle “caratteristiche di personalità del paziente epilettico”.<br />
Tuttavia non è una condizione sufficiente a costituire un disturbo la sola presenza<br />
di un determinato aspetto personologico; sono infatti necessarie anche alcune<br />
qualità, ad esempio il fatto che esso non sia adattabile e causi sofferenza sociale o<br />
del singolo indiviudo. Inoltre, l’esistenza di una condizione cronica di malattia,<br />
con le caratterisitche particolari dell’epilessia, tende a modificare l’insieme delle<br />
aspettative e delle modalità interattive del soggetto.<br />
Riveste molta importanza anche il modo in cui il soggetto gestisce a livello<br />
cognitivo ed intrapsichico la situazione “di inferiorità” prodotta dalla malattia.<br />
L’epilessia, infatti, nonostante sia una malattia accessuale ed episodica, influenza<br />
indirettamente tutta l’esistenza del soggetto che ne è portatore. Questo<br />
condizionamento deriva sia dai vissuti propri del paziente ma anche, e<br />
specialmente, da situazioni che lo possono condurre a sentirsi “cronicamente”<br />
malato. Anche in caso di risoluzione farmacologica delle crisi, la persona può non<br />
sentirsi “guarita” ed insistere nel richiedere una riduzione, o una sospensione della<br />
terapia, poiché fino a quando quest’ultima sussisterà, la società la considererà<br />
“ammalata”; oppure può rifiutare qualsiasi “ritocco” alla terapia, perché ancorata<br />
al fantasma “crisi” sempre presente, anche dopo anni di assenza di recidive.<br />
Purtroppo, durante le varie epoche storiche è sempre stato dato enorme risalto agli<br />
aspetti negativi legati al disturbo. È fondamentale quindi intensificare le<br />
campagne di informazione, onde minare le basi dell’ostinata persistenza di<br />
pregiudizi relativi all’epilessia e creare cordoni sempre più forti per supportare<br />
pazienti e famigliari. Emerge inoltre la necessità di un approccio terapeutico<br />
“centrato sul paziente”, che tenga conto delle sue risorse, dei suoi punti deboli e<br />
dello stile di vita. In questo senso, quindi, si può ben comprendere come il ruolo<br />
del medico curante debba spesso spingersi oltre la sola risoluzione delle crisi e<br />
come, pertanto, sia estremamente utile stabilire un approccio multidisciplinare in<br />
cui vengano interpellate in modo sistematico e continuativo altre figure<br />
professionali tra cui lo psichiatra e lo psicologo clinico.<br />
Si sottolinea inoltre come un servizio attivo di Liaison psichiatrica sia, per<br />
l’ospedale generale, non solo utile dal punto di vista clinico, ma fonte di risparmio<br />
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