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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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xx CRONACA<br />

Io vi ringrazio. Apro una breve parentesi per gli elogi che avete fatto<br />

alle FF.AA.; li trasmetterò alle nostre FF.AA., ai loro vertici, questo apprezzamento<br />

profondo evidentemente non solo di questa occasione, per il rapporto<br />

tra le istituzioni e le nostre FF.AA., alle quali bisogna augurare una<br />

grande modernizzazione. Noi abbiamo la più grande frontiera di ricerca<br />

scientifica e tecnologica che è oggi l '<strong>esercito</strong> italiano nel quadro delle nostre<br />

alleanze internazionali, nella prospettiva oggi del nuovo Governo che<br />

pona a base del proprio impegno due fatti: l 'approdo europeo al Mercato<br />

comune e l 'approdo istituzionale per quanto riguarda la riforma delle autonomie<br />

locali (con il sindaco Conti lavorammo insieme nella Commissione<br />

affari costituzionali della Camera dei deputati, per cercare di far funzionare<br />

meglio i Comuni).<br />

Tornando, dunque, a questo radicamento nelle <strong>città</strong>: Roma è segnata<br />

dal quartiere nato il 20 settembre, con le sue grandi caserme e tante <strong>città</strong><br />

d'Italia hanno vissuto in passato intorno ai centri della vita civile nei quali<br />

evidentemente anche i militari erano parte integrante, come hanno vissuto<br />

dal! 'altro lato intorno alla Chiesa. Questa è una ricerca nuova e mi auguro<br />

che ne vengano anche indicazioni attuali di coordinamento. Viene<br />

in mente quel gustoso episodio che racconta Andreotti nella ''Sciar ada di<br />

Papa Mastai' ', narrando che il 20 settembre 1870 non funzionavano le<br />

telecomunicazioni tra la capitale che era a Firenze e Roma, cosicché solo<br />

due giorni dopo l 'ingresso dei bers<strong>agli</strong>eri da Porta Pia, il Governo italiano<br />

seppe che era stata compiuta in quella pacifica e consensuale occupazione<br />

l'Unità d'Italia.<br />

Non credo di dover aggiungere altro, oltre questi piccoli ricordi storici<br />

che mi venivano in mente; voglio assicurare i rappresentanti delle istituzioni<br />

dell 'Umbria, la Regione, la Provincia, il Comune, voglio assicurare<br />

la Deputazione di storia patria del grande apprezzamento che il Governo<br />

in genere ed il Ministero della Difesa, che ho l'onore di rappresentare,<br />

(mi associo al saluto deferente e amicale verso il sen. Cappuzzo per il lungo<br />

servizio del Paese e per la dignità con cui occupa oggi un seggio del<br />

Senato della Repubblica), voglio assicurare la nostra grande attenzione perché<br />

di fronte a momenti di transizione, come quello grande che si accinge<br />

ad attraversare il nostro Paese per adeguare le istituzioni alla domanda<br />

generale e per evitare che l 'Europa sia qualcosa che altri fanno e alla quale<br />

noi non partecipiamo, per far funzionare quello che la Costituzione quarant'<strong>anni</strong><br />

fa previde, è indispensabile un grande entroterra culturale. Anche<br />

questo aspetto, limitato e contenuto nel tempo e nel! 'oggetto, credo concorra<br />

ad arricchire il nostro patrimonio culturale e la nostra conoscenza.<br />

E di questo, credo tutti, anche il Governo, debbono essere grati alla<br />

Deputazione di storia patria per l' Umbria.<br />

CRONACA<br />

Vi auguro un buon lavoro; mi auguro che le relazioni siano pubblicate<br />

e che da questo tutti insieme traiamo un 'utile riflessione.<br />

Concludo con un saluto particolarissimo all'antica, gloriosa e splen­<br />

dida <strong>città</strong> di Spoleto.<br />

Al termine dei discorsi, il dr. Antonelli si è scusato con i presenti per<br />

la non perfetta agibilità del complesso di S. Nicolò, a causa dei lavori in corso<br />

per il ripristino dell'edificio, ed ha annunciato che la presidenza della seduta<br />

inaugurale, in luogo del col. Daniel Reichel, trattenuto in Svizzera da<br />

motivi di salute, verrà assunta del prof. Pierre Carles, che ha ringraziato. Ha<br />

quindi dichiarato aperto il Convegno.<br />

La seduta ha quindi avuto corso secondo il programma prestabilito. Nell'intervallo<br />

è stata inaugurata, nella sala di S. Nicolò, una mostra di cartoline<br />

reggimentali e foto, allestita dal locale Circolo Filatelico e Numismatico "Gabriele<br />

Romoli", con materiale fornito dal sig. Pier luigi Felici di Spoleto, dal<br />

Museo del Risorgimento di Roma e dal Consorzio per i Beni Culturali di<br />

Spoleto.<br />

Nel pomeriggio e nei giorni seguenti, le sedute hanno avuto luogo secondo<br />

il programma fissato.<br />

La sera dell' 11 maggio, nella chiesa di S. Filippo, il gruppo musicale spoletino<br />

"Sin Musiké" ha eseguito un concerto di musiche barocche, in onore<br />

dei convegnisti.<br />

Nel pomeriggio del 12 maggio i partecipanti hanno compiuto una breve<br />

visita alla Rocca, limitata ai soli cortili, a causa degli importanti lavori in<br />

corso per il restauro dell'edificio. Succesivamente hanno visitato i locali della<br />

ex caserma Minervio, illustrati dall'arch. Augusta Desideria Serafini Pozzi.<br />

Al termine della visita il Comandante del 130° Btg. mot., ten. col. Renato<br />

Capuano, ha offerto un signorile rinfresco nella ex chiesa della Stella.<br />

Al termine dei lavori dell'ultima seduta, il presidente della Deputazione,<br />

dr. Antonelli, ha comunicato che non era previsto un discorso di chiusura.<br />

Egli si è quindi limitato a rinnovare il ringraziamento della Deputazione<br />

ai relatori, ai presidenti delle sedute, ai partecipanti, <strong>agli</strong> enti finanziatori,<br />

a quanti hanno collaborato alla organizzazione del Convegno ed alla <strong>città</strong><br />

di Spoleto per la quale ha auspicato la creazione di un locale museo di storia<br />

militare, per concentrare e valorizzare l'abbondante materiale che certamente<br />

esiste e che andrebbe raccolto anche per evitarne la dispersione.<br />

Ha quindi invitato i relatori e gli autori di interventi nelle discussioni<br />

ad inviare con ogni possibile celerità i loro testi definitivi, perché si profilava<br />

la concreta possibilità di finanziamenti per la rapida stampa degli atti. Ha<br />

XXI

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