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esercito e città dall'unità agli anni trenta. tomo i - Sistema ...

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34 GIORGIO ROCHAT<br />

t<strong>agli</strong>oni di un reggimento si alternassero con un ritmo annuale, mentre gli<br />

avvicendamenti delle compagnie isolate avevano luogo ogni pochi mesi. Ne<br />

risultava che, salvo eccezioni fortunate e comunque limitate nel tempo, i<br />

batt<strong>agli</strong>oni non stavano mai più di uno-due <strong>anni</strong> nella stessa sede. Se si tiene<br />

conto dei distaccamenti di compagnie e plotoni e di quelli straordinari già<br />

accennati, si ha un quadro generale caratterizzato da trasferimenti, rotazioni<br />

e movimenti, in cui la stabilità dei reparti era l'eccezione e non la regola.<br />

Sulle conseguenze torneremo nel paragrafo dedicato ai quadri permanenti.<br />

b) il decennio 1899-1908<br />

La rotazione dei reggimenti tra le varie sedi continuò a caratterizzare<br />

la vita dell'<strong>esercito</strong> anche nel decennio 1899-1908, ma con un ritmo più lento.<br />

Circa un terzo dei reggimenti di fanteria e bers<strong>agli</strong>eri (38 su 108) ebbe un<br />

solo trasferimento nel decennio (compresi i granatieri, che presero stanza<br />

fissa a Roma nel 1903); tutti gli altri due, salvo il caso particolare di due reggimenti<br />

con tre trasferimenti 17. In totale 180 trasferimenti nel decennio,<br />

con una media annua di 20 per 108 reggimenti e una permanenza media nella<br />

stessa sede di cinque <strong>anni</strong> 18. La tabella V mette in luce anche una certa razionalizzazione,<br />

ossia una diminuzione dei trasferimenti su brevi distanze,<br />

che scendono al 19 per cento (tre soli all'interno della stessa regione) contro<br />

il 34 per cento di quelli su medie distanze e il 47 per cento su lunghe<br />

distanze.<br />

In questi 180 trasferimenti non siamo riusciti a trovare anche questa volta<br />

una qualche pianificazione 19, ma soltanto esigenze empiriche. I reggimenti<br />

si spostavano a coppie, perché erano organizzati in brigate fisse (il 1 o col<br />

2 o, il 3 o col 4 o e via dicendo; facevano eccezione i bers<strong>agli</strong>eri), con itinerari<br />

17 Ai due trasferimenti " normali » il 2 o e il 75 o reggimento ne aggiungono un terzo<br />

di poche diecine di km, da Ravenna a Cesena e da Fossano a Bra. Anche in questo<br />

caso si può parlare di assestamenti tra guarnigioni contigue.<br />

18 Sui limiti di questi calcoli vale quanto già detto nella nota 16.<br />

19 In BAVA BECCARIS, L '<strong>esercito</strong> italiano, cit., p. 71, è detto che nel 1896 il ministro<br />

Pelloux studiò una particolare rotazione dei reggimenti per attenuare gli inconvenienti<br />

del reclutamento nazionale, rimasta in vigore fino al l905. Dichiarazioni dello stesso genere<br />

trovammo nelle nostre ricerche negli atti parlamentari dell'età giolittiana: un reggimento<br />

stanziato in Calabria (ad es.) doveva ricevere metà delle sue reclute dal distretto<br />

di Padova e poi dopo quattro <strong>anni</strong> spostarsi a Padova, dove avrebbe ricevuto le sue reclute<br />

da altre regioni, ma, in caso di mobilitazione, si sarebbe parzialmente completato<br />

con riservisti padovani che avevano prestato servizio nelle sue file. Nulla abbiamo trovato<br />

nelle nostre ricerche che possa dare conferma a questi programmi: come appare dalla<br />

tabella VII, nel decennio in esame i reggimenti continuarono a ricevere reclute da un numero<br />

variabile e comunque alto di distretti, senza legami evidenti con le loro destinazioni.<br />

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