ambito storico-politico argomento: la figura di giustiniano documenti
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AMBITO STORICO-POLITICO<br />
ARGOMENTO: LA FIGURA DI GIUSTINIANO<br />
DOCUMENTI<br />
Giustiniano, non essendo affatto inferiore a Traiano, decise <strong>di</strong> conservare integra per Roma <strong>la</strong> regione<br />
settentrionale, già altra volta mostratasi riottosa. E non c’è proprio da meravigliarsi se tutto procedette<br />
secondo i suoi voti, poiché egli non solo emulò Traiano in campo bellico, ma superò Augusto stesso nel<strong>la</strong><br />
pietà verso Dio e nell’equilibrio <strong>di</strong> condotta, Tito in probità e Marco Aurelio in intelligenza.<br />
Giovanni Lido 1 , De magistribus, II, 28-29<br />
n questi nostri tempi regna l’imperatore Giustiniano. Egli assunse <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione de uno Stato incurabilmente<br />
<strong>di</strong>sgregato e lo rese più grande per estensione e molto più splen<strong>di</strong>do, scacciandone dai confini i barbari,<br />
antichi tormentatori, così come ho già narrato dettagliatamente nel<strong>la</strong> mia opera sulle guerre. […] Giustiniano<br />
possiede l’abilità <strong>di</strong> conquistare altri Stati. Molti paesi, infatti, che all’epoca non appartenevano all’impero<br />
romano, li ha incorporati ad esso ed ha creato innumerevoli città che prima non esistevano. Avendo trovato<br />
che l’insegnamento religioso prima <strong>di</strong> lui si era spesso trovato invischiato in errori ed era stato costretto a<br />
peregrinare in svariate <strong>di</strong>rezioni, annientò tutte le vie che conducono all’errore e riuscì a tenerlo saldo nel<strong>la</strong><br />
certezza del<strong>la</strong> fede su un unico fondamento.<br />
Procopio <strong>di</strong> Cesarea 2 , Sugli E<strong>di</strong>fici, 1<br />
Di statura non era né alto né troppo basso, ma giusto, non magro ma un po’ in carne, tondo <strong>di</strong> viso e non<br />
brutto; anche se <strong>di</strong>giuno da due giorni, era colorito. Ma per riassumere in breve i suoi connotati era<br />
somigliantissimo a Domiziano figlio <strong>di</strong> Vespasiano [...]. Il suo aspetto era dunque così; del carattere non<br />
sono in grado <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re con esattezza. [...] Quest’Imperatore era dunque falso, imbroglione, artefatto,<br />
tenebroso nell’ira, doppio, un uomo tremendo, perfetto nel <strong>di</strong>ssimu<strong>la</strong>re un’opinione, capace <strong>di</strong> piangere non<br />
<strong>di</strong> piacere o <strong>di</strong> dolore, ma bugiardo sempre ma non a vanvera, bensì dopo [...] giuramenti solenni su quanto<br />
concordato. [...] era oltremodo aperto alle calunnie e pronto nelle vendette. Non giu<strong>di</strong>cava mai dopo attento<br />
esame, ma appena u<strong>di</strong>va l’accusa tirava fuori il verdetto. Re<strong>di</strong>geva senza esitare decreti <strong>di</strong> conquista <strong>di</strong> paesi,<br />
[...] <strong>di</strong> popoli interi senza ragione alcuna. Di guisa che, se si pesassero tutti i <strong>di</strong>sastri patiti dai Romani e<br />
sull’altro piatto del<strong>la</strong> bi<strong>la</strong>ncia si mettessero questi eventi, credo che il sangue versato da quest’uomo<br />
apparirebbe più copioso <strong>di</strong> tutte le stragi <strong>di</strong> ogni tempo. Quanto alle ricchezze altrui, era prontissimo a<br />
impadronirsene sfacciatamente [...] e a dar<strong>la</strong> magari ai Barbari, senza criterio. [...] Pertanto, avendo alienato<br />
<strong>la</strong> ricchezza dal territorio dell’Impero, <strong>di</strong>venne artefice <strong>di</strong> miseria per tutti.<br />
Procopio <strong>di</strong> Cesarea, Storia Segreta, 7-9<br />
Ch’egli non fosse un uomo, ma una sorta <strong>di</strong> demone, come s’è detto, in forma umana, lo può provare chi<br />
valuti <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione del danno da lui inflitto all’umanità; è dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>smisura dei fatti che si chiarisce <strong>la</strong><br />
potenza del loro responsabile. Nessuno, mi pare, se non Dio, potrebbe riferire con esattezza l’ammontare<br />
delle vittime sue: si conterebbe prima quanti granelli ha <strong>la</strong> sabbia, che non le vittime <strong>di</strong> questo imperatore. A<br />
una considerazione sommaria del<strong>la</strong> terra ch’egli <strong>la</strong>sciò deserta d’abitanti, <strong>di</strong>rei che siano morti milioni e<br />
milioni <strong>di</strong> persone. La sconfinata Libia si era svuotata a tal punto, che anche affrontando un lungo cammino<br />
era arduo imbattersi in anima viva – un fatto memorabile. Eppure erano ottantami<strong>la</strong> i Vandali che non molto<br />
prima avevano costì prese le armi; e chi potrebbe avanzare un numero per le loro donne, i bambini, i servi?<br />
Ed è rimasto sul<strong>la</strong> terra qualcuno che sappia valutare quanti erano in Libia un tempo residenti in città, quanti<br />
coltivavano <strong>la</strong> terra, quanti attendevano ai commerci marittimi? Eppure io potei vederli, con questi miei<br />
occhi. E <strong>di</strong> gran lunga superiore era il numero dei Mauritani <strong>la</strong>ggiù residenti, spariti tutti, con le loro donne e<br />
<strong>la</strong> figlio<strong>la</strong>nza. E proprio quel<strong>la</strong> terra occultò in sé molti soldati romani e quanti da Bisanzio li avevano<br />
seguiti. Insomma, a stimar cinque milioni i morti in Libia, non si sarebbe ancora al livello dei fatti. E il<br />
motivo è che dopo <strong>la</strong> repentina sconfitta dei Vandali, Giustiniano trascurò <strong>di</strong> rafforzare il controllo sul<br />
territorio, né si premurò che <strong>la</strong> salvaguar<strong>di</strong>a dei beni fosse assicurata dal<strong>la</strong> buona <strong>di</strong>sposizione dei sud<strong>di</strong>ti; al<br />
1 Giovanni Laurenzio Lido, è stato un monaco, stu<strong>di</strong>oso e burocrate bizantino dell'età <strong>di</strong> Giustiniano.<br />
2 Procopio <strong>di</strong> Cesarea (Cesarea, ca. 490 – Costantinopoli, ca. 565) è stato uno <strong>storico</strong> bizantino.
contrario, non ebbe indugi a richiamare in<strong>di</strong>etro Belisario, accusandolo <strong>di</strong> comportamenti <strong>di</strong>spotici a lui<br />
affatto alieni: così avrebbe potuto governare <strong>la</strong> Libia a suo piacimento, depredar<strong>la</strong>, fagocitando<strong>la</strong> in un solo<br />
boccone. Subito inviò ispettori territoriali e impose nuove, pesantissime, tasse; requisì <strong>la</strong> parte migliore dei<br />
terreni; vietò agli ariani <strong>di</strong> celebrare i loro riti. Ritardava i pagamenti ai militari, rendendosi loro<br />
insopportabile per questa e altre ragioni, che <strong>di</strong>edero luogo a torbi<strong>di</strong>, forieri <strong>di</strong> gran danni. Incapace <strong>di</strong><br />
<strong>la</strong>sciare le cose come stavano, era nato per rovesciare tutto nel caos. L’Italia, che è almeno tre volte <strong>la</strong> Libia,<br />
<strong>di</strong>venne ovunque un deserto – ancor peggio dell’altra. Può pertanto valutarsi con una certa esattezza il<br />
numero delle persone morte <strong>la</strong>ggiù. La ragione degli avvenimenti d’Italia già è stata da me precedentemente<br />
chiarita: anche là si ripeterono tutti gli errori commessi in Libia.<br />
Procopio <strong>di</strong> Cesarea, Storia Segreta, 18<br />
In Giustiniano fu tanto insaziabile <strong>la</strong> bramosia del denaro, e tanto turpe ed assurdo l’appetito delle robe<br />
altrui, che per avere oro vendé tutte le sostanze de’ sud<strong>di</strong>ti a quelli che esercitavano magistrature, o<br />
raccoglievano tributi, o desideravano senza averne alcuna ragione <strong>di</strong> ruinar gli uomini. Parecchi, e <strong>di</strong>rò<br />
meglio, innumerabili, che assai beni possedevano, con falsi ed artifiziosi pretesti spogliò <strong>di</strong> tutte le loro<br />
fortune. Se alcuna meretrice adocchiando i beni <strong>di</strong> uno fingesse avere qualche pratica, o intimità con lui,<br />
imme<strong>di</strong>atemente, purché del turpe lucro chiamasse a parte Giustiniano, tutte le più sacre leggi venivano<br />
sovvertite a riguardo <strong>di</strong> lei; e tutte le facoltà del<strong>la</strong> persona processata <strong>di</strong> delitto che non avea commesso,<br />
erano trasportate a casa <strong>di</strong> quel<strong>la</strong>. Era poi Giustiniano sì <strong>la</strong>rgo in erogare il denaro, che molti e magnifici<br />
templi in <strong>di</strong>versi luoghi innalzava. . . : cose al certo pie, e che sarebbero a Dio accette, se od egli , od altri,<br />
che cosi faccia, impiegassero beni proprii; e a Dio offerissero le opere del<strong>la</strong> loro vita esenti dalle macchie del<br />
delitto.<br />
Evagrio Sco<strong>la</strong>stico 3 , Storia ecclesiastica, IV, 29<br />
Salito Giustiniano al trono, non uno solo ebbe in mano il potere, ma furon due: perciocché sua moglie non<br />
meno <strong>di</strong> lui, anzi più <strong>di</strong> lui assolutamente poté. Fu questo Imperadore <strong>di</strong> facile accesso, pronto del pari a<br />
punire, e a credere veri quanti delitti gli venissero denunciati. Il denaro inconsideratamente profuse, e per<br />
ogni via e lecita ed illecita ne accumolò, spendendolo poi parte in e<strong>di</strong>fizii, parte in mandare ad effetto i suoi<br />
<strong>di</strong>segni , parte nel<strong>la</strong> guerra, e in perseguitar quelli, che al<strong>la</strong> sua volontà erano avversi. Per tal modo avendo<br />
sempre bisogno <strong>di</strong> denaro, se lo procacciava con ragioni poco oneste; e molto grati avea coloro, i quali gli<br />
ad<strong>di</strong>tassero le strade <strong>di</strong> metterne insieme. Né egli solo era fatto cosi; ma l’imperadrice ancora, <strong>la</strong> quale punto<br />
non cedeva a lui né in licenza, né in <strong>di</strong>ligenza, onde in ogni maniera far denaro. Ed anzi <strong>di</strong> gran lunga<br />
superava il marito in prepotenza; e con sottilissimo ingegno sapea trovar nuovi e varii mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> averne. Perciò<br />
i sud<strong>di</strong>ti erano oppressi da doppio peso; ed accrescevansi i tributi annui, e se ne escogitavano de’ nuovi.<br />
Venivano multati alcuni per cattive opinioni religiose; altri privavansi delle loro ricchezze perché viveano<br />
senza moderazione, e con petu<strong>la</strong>nza; altri per contese che avessero fra loro; altri finalmente per altre cagioni,<br />
che tutte non si possono brevemente riferire.<br />
Giovanni Zonara 4 , L’epitome delle storie, XIII, 7<br />
Il termine caesaro-papia comparve per <strong>la</strong> prima volta nel manuale <strong>di</strong> teologia protestante <strong>di</strong> Justus Henning<br />
Böhmer (1674-1749), per caratterizzare l’atteggiamento <strong>di</strong> un sovrano <strong>la</strong>ico come Giustiniano il Grande, il<br />
quale, “non avendo più fiducia nel clero”, intervenne <strong>di</strong>rettamente negli affari religiosi “sotto il pretesto <strong>di</strong><br />
assicurare <strong>la</strong> salvezza del<strong>la</strong> Chiesa”. Nel medesimo contesto era associato a un termine esattamente inverso<br />
ma destinato a ottenere minor successo, papo-caesaria, per descrivere un capo del<strong>la</strong> Chiesa che subor<strong>di</strong>na il<br />
potere temporale o se ne appropria e tenta <strong>di</strong> stabilire una teocrazia o una ierocrazia. Questo doppio<br />
neologismo, che rimandava del pari all’imperatore <strong>di</strong> Costantinopoli e al papa <strong>di</strong> Roma con l’intento <strong>di</strong><br />
definire una <strong>di</strong>visione più rigorosa fra <strong>ambito</strong> religioso e <strong>politico</strong>, dev’essere quin<strong>di</strong> interpretato nello spirito<br />
del<strong>la</strong> Riforma; si applica però abbastanza bene, in chiave retrospettiva, anche al conflitto che contrappose<br />
Federico II ai pontefici del suo tempo. La caesaropapia dell’imperatore era connessa all’ideologia <strong>di</strong> cui egli<br />
era l’erede tar<strong>di</strong>vo, ma anche a una reazione contro <strong>la</strong> papocaesaria dei pontefici che, ra<strong>di</strong>calizzando il<br />
grande movimento <strong>la</strong>nciato da Gregorio VII, sconfinava <strong>la</strong>rgamente nelle prerogative imperiali. Di qui <strong>la</strong><br />
violenza dello scontro, meno rigoroso nel suo approccio teorico in Occidente rispetto all’Oriente, ma con una<br />
3 Evagrio lo Sco<strong>la</strong>stico (Epifania, Siria, 536 – dopo il 594) è stato uno <strong>storico</strong> bizantino, questore e prefetto onorario.<br />
4 Giovanni Zonara fu un cronista bizantino ed un teologo, attivo a Costantinopoli nel XII secolo.
posta in gioco più importante, in quanto metteva in <strong>di</strong>scussione il modello <strong>di</strong> governo del mondo cristiano<br />
pre<strong>figura</strong>ndo così, almeno in senso negativo, <strong>la</strong> modernità.<br />
Gilbert Dagron, Cesaropapismo, in “Enciclope<strong>di</strong>a Federiciana”, Istituto dell’Enciclope<strong>di</strong>a Italiana<br />
Treccani