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UDA: Josè Saramago, "Cecità" - Untitled Page

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Il romanzo<br />

José <strong>Saramago</strong><br />

Cecità<br />

Titolo originale: Ensaio sobre a Cegueira<br />

Traduzione di Rita Desti.<br />

Copyright 1995 José <strong>Saramago</strong> Editorial Caminho, SARL, Lisboa.<br />

Copyright 1996 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino.<br />

In una città qualunque, di un paese qualunque, un guidatore sta fermo al<br />

semaforo in attesa del verde quando si accorge di perdere la vista. All'inizio pensa<br />

si tratti di un disturbo passeggero, ma non è così. Gli viene diagnosticata una<br />

cecità dovuta a una malattia sconosciuta: un "mal bianco" che avvolge la sua<br />

vittima in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso<br />

isolato: è l'inizio di un'epidemia che colpisce progressivamente tutta la città, e<br />

l'intero paese.<br />

I ciechi vengono rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel più<br />

totale abbrutimento da chi non è stato ancora contagiato. Scoppia la violenza tra i<br />

disperati, violenza per sopraffare o soltanto per sopravvivere, in un'oscurità che<br />

sembra coprire ogni regola morale e ogni progetto di vita.<br />

Ma una donna che è miracolosamente rimasta immune dalla malattia si<br />

finge cieca per farsi internare e poter stare vicina al marito. Un gesto d'amore<br />

individuale diventa la possibilità di restituire agli uomini una speranza collettiva.<br />

Toccherà a lei inventare un itinerario di salvazione, recuperare le ragioni di una<br />

solidale pietà.<br />

<strong>Saramago</strong> ha scelto la via dell'affresco apocalittico per denunciare con<br />

intensità di immagini e durezza di accenti la notte dell'etica in cui siamo<br />

sprofondati. Paradossalmente, è proprio il mondo delle ombre a rivelare molte<br />

cose sul mondo di chi credeva di vedere. E quell'esperienza estrema è anche<br />

l'ultima occasione per confrontarsi con le domande ultime sul destino dell'uomo,<br />

malato di egoismo e di violenza, e sulle vie di un possibile riscatto.<br />

2


L’Autore<br />

José <strong>Saramago</strong> (1922), narratore, poeta e drammaturgo, vive oggi a<br />

Lanzarote, nelle isole Canarie, ed è lo scrittore portoghese più letto e tradotto nel<br />

mondo. I suoi libri più noti sono Memoriale del convento (1984), L'anno della<br />

morte di Ricardo Reis (1985, ora nei Tascabili Einaudi), Storia dell'assedio di<br />

Lisbona (1990), Il vangelo secondo Gesù (1993).<br />

3


Cecità<br />

A Pilar<br />

A mia figlia Violante<br />

Se puoi vedere, guarda.<br />

Se puoi guardare, osserva.<br />

Libro dei Consigli<br />

Il disco giallo si illuminò. Due delle automobili in testa accelerarono prima<br />

che apparisse il rosso. Nel segnale pedonale comparve la sagoma dell'omino<br />

verde. La gente in attesa cominciò ad attraversare la strada camminando sulle<br />

strisce bianche dipinte sul nero dell'asfalto, non c'è niente che assomigli meno a<br />

una zebra, eppure le chiamano così. Gli automobilisti, impazienti, con il piede sul<br />

pedale della frizione, tenevano le macchine in tensione, avanzando,<br />

indietreggiando, come cavalli nervosi che sentissero arrivare nell'aria la frustata.<br />

Ormai i pedoni sono passati, ma il segnale di via libera per le macchine tarderà<br />

ancora alcuni secondi, c'è chi dice che questo indugio, in apparenza tanto<br />

insignificante, se moltiplicato per le migliaia di semafori esistenti nella città e per i<br />

successivi cambiamenti dei tre colori di ciascuno, è una delle più significative<br />

cause degli ingorghi, o imbottigliamenti, se vogliamo usare il termine corrente,<br />

della circolazione automobilistica.<br />

Finalmente si accese il verde, le macchine partirono bruscamente, ma si<br />

notò subito che non erano partite tutte quante. La prima della fila di mezzo è<br />

ferma, dev'esserci un problema meccanico, l'acceleratore rotto, la leva del<br />

cambio che si è bloccata, o un'avaria nell'impianto idraulico, blocco dei freni,<br />

interruzione del circuito elettrico, a meno che non le sia semplicemente finita la<br />

benzina, non sarebbe la prima volta. Il nuovo raggruppamento di pedoni che si sta<br />

formando sui marciapiedi vede il conducente dell'automobile immobilizzata<br />

sbracciarsi dietro il parabrezza, mentre le macchine appresso a lui suonano il<br />

clacson freneticamente. Alcuni conducenti sono già balzati fuori, disposti a<br />

spingere l'automobile in panne fin là dove non blocchi il traffico, picchiano<br />

furiosamente sui finestrini chiusi, l'uomo che sta dentro volta la testa verso di<br />

loro, da un lato, dall'altro, si vede che urla qualche cosa, dai movimenti della<br />

bocca si capisce che ripete una parola, non una, due, infatti è così, come si viene a<br />

sapere quando qualcuno, finalmente, riesce ad aprire uno sportello, Sono cieco.<br />

Non lo si direbbe. Considerati com'è possibile in questo momento, appena<br />

di sfuggita, gli occhi dell'uomo sembrano sani, l'iride si presenta nitida, luminosa,<br />

la sclera bianca, compatta come porcellana. Ma le palpebre spalancate, la pelle<br />

raggrinzita del viso, le sopracciglia improvvisamente ribelli, il tutto, chiunque può<br />

verificarlo, è sconvolto dall'angoscia. Da un momento all'altro, quel che era<br />

4


visibile è scomparso dietro i suoi pugni chiusi, come se l'uomo volesse trattenere<br />

all'interno del cervello l'ultima immagine colta, una luce rossa, rotonda, a un<br />

semaforo. Sono cieco, sono cieco, ripeteva disperato mentre lo aiutavano a uscire<br />

dalla macchina, e le lacrime, sgorgando, resero più brillanti quegli occhi che lui<br />

diceva morti. Passerà, vedrà che passerà, a volte sono i nervi, disse una donna. Il<br />

semaforo aveva già cambiato colore, alcuni passanti curiosi si avvicinavano al<br />

gruppo, e i conducenti che, dietro, non sapevano cosa stesse succedendo,<br />

protestavano contro quello che ritenevano un normale incidente di traffico, un<br />

faro rotto, un parafango ammaccato, niente che giustificasse quella confusione,<br />

Chiamate la polizia, gridavano, togliete da lì quel bidone. Il cieco implorava, Per<br />

favore, qualcuno mi porti a casa. La donna che aveva parlato di nervi fu<br />

dell'opinione che si dovesse chiamare un'ambulanza, trasportare quel poveretto<br />

all'ospedale, ma il cieco disse che no, non così tanto, chiedeva solo di essere<br />

accompagnato a piedi fino alla porta del palazzo dove abitava, è qui vicino, mi<br />

fareste un grande favore. E la macchina, domandò una voce. Un'altra voce<br />

rispose, La chiave è inserita, mettiamola sul marciapiede. Non c'è bisogno,<br />

intervenne una terza voce, mi occupo io della macchina e accompagno questo<br />

signore a casa. Si udirono mormorii di approvazione. Il cieco si sentì prendere per<br />

il braccio, Venga, venga con me, gli diceva la stessa voce. Lo aiutarono a sedersi<br />

sul sedile accanto al conducente, gli misero la cintura di sicurezza, Non vedo, non<br />

vedo, mormorava fra il pianto, Mi dica dove abita, chiese l'altro. Dai finestrini<br />

della macchina spiavano facce voraci, avide di novità. Il cieco si portò le mani agli<br />

occhi, le agitò, Niente, è come se stessi in mezzo a una nebbia, è come se fossi<br />

caduto in un mare di latte, Ma la cecità non è così, disse l'altro, la cecità dicono<br />

sia nera, Invece io vedo tutto bianco, Magari aveva ragione quella donna,<br />

potrebbero essere i nervi, i nervi sono diabolici, Lo so io che cos'è, è una disgrazia,<br />

sì, una disgrazia, Mi dica dove abita, per favore, in quell'istante si sentì<br />

l'avviamento del motore. Balbettando, come se la mancanza della vista gli avesse<br />

indebolito la memoria, il cieco diede un indirizzo, poi disse, Non so come<br />

ringraziarla, e l'altro rispose, Via, non ha importanza, oggi a lei, domani a me,<br />

chissà cosa ci aspetta, Ha ragione, chi me l'avrebbe detto, quando sono uscito da<br />

casa stamattina, che stava per capitarmi una iattura del genere. Si stupì che<br />

fossero ancora fermi, Perché non ci muoviamo, domandò, è rosso, rispose l'altro,<br />

Ah, fece il cieco, e ricominciò a piangere. Da quel momento in poi non avrebbe<br />

potuto più sapere quando il semaforo era rosso.<br />

Proprio come aveva detto il cieco, la casa era lì vicino. Ma i marciapiedi<br />

erano tutti occupati da automobili, non trovarono dove mettere la macchina,<br />

perciò furono costretti ad andare a cercar posto in una delle traverse. Lì, per via<br />

del marciapiede troppo stretto lo sportello del sedile accanto al conducente<br />

sarebbe stato a poco più di un palmo dal muro, e quindi il cieco, per non dover<br />

sottostare all'angoscia di trascinarsi da un sedile all'altro, con la leva del cambio e<br />

il volante a ostacolarlo, dovette uscire prima. Abbandonato lì in mezzo alla strada,<br />

5


sentendo il terreno sfuggirgli sotto i piedi, tentò di contenere il dolore che gli<br />

saliva in gola. Agitava le mani davanti alla faccia, nervosamente, come se<br />

nuotasse in quel che aveva definito un mare di latte, e la bocca gli si stava già<br />

aprendo per lanciare un grido di aiuto quando, all'ultimo momento, la mano<br />

dell'altro gli sfiorò leggermente il braccio, Si calmi, la conduco io. Cominciarono a<br />

camminare molto lentamente, per paura di cadere il cieco trascinava i piedi, ma<br />

così inciampava sulle irregolarità del marciapiede, Abbia pazienza, stiamo quasi<br />

per arrivare, mormorava l'altro, e un po' più avanti domandò, C'è qualcuno a casa<br />

che possa prendersi cura di lei, e il cieco rispose, Non so, mia moglie non sarà<br />

ancora tornata dal lavoro, oggi mi è capitato di uscire prima, e guarda cosa mi<br />

succede, Vedrà, non sarà niente, non ho mai sentito di qualcuno che si sia<br />

ritrovato cieco così all'improvviso, E io che mi vantavo addirittura di non usare gli<br />

occhiali, non ne ho mai avuto bisogno, E allora, lo vede. Erano arrivati davanti alla<br />

porta del palazzo, due donne del vicinato guardarono curiose la scena, quel vicino<br />

condotto per il braccio, ma nessuna delle due ebbe idea di domandare, Le è<br />

entrato qualcosa negli occhi, non gli venne in mente, e tantomeno lui avrebbe<br />

potuto rispondere, Sì, mi è entrato un mare di latte. Una volta dentro il palazzo, il<br />

cieco disse, Grazie mille, scusi per il disturbo che le ho causato, adesso me la cavo<br />

da solo. Per carità, salgo con lei, non starei tranquillo se la lasciassi qui. Entrarono<br />

con difficoltà nell'ascensore stretto, A che piano abita, Al terzo, non immagina<br />

quanto le sia grato. Non mi ringrazi, oggi a lei, Sì, ha ragione, domani a lei.<br />

L'ascensore si fermò, uscirono sul pianerottolo, Vuole che l'aiuti ad aprire la<br />

porta, Grazie, questo credo di poterlo fare. Tirò fuori dalla tasca un piccolo mazzo<br />

di chiavi, le tastò, una per una, lungo il dentellato, disse, Dev'essere questa, e,<br />

toccando la serratura con la punta delle dita, tentò di aprire la porta, Non è<br />

questa, Mi faccia vedere, l'aiuto io. La porta si aprì al terzo tentativo. Allora il<br />

cieco domandò, rivolto verso l'interno, Ci sei. Non rispose nessuno, e lui, Lo<br />

dicevo io, non è ancora arrivata. Con le mani alzate davanti a sé, brancolando,<br />

percorse il corridoio, poi si voltò con cautela, orientando la faccia nella direzione<br />

in cui calcolava si trovasse l'altro, Come potrò mai ringraziarla, disse, Non ho fatto<br />

altro che il mio dovere, si giustificò il buon samaritano, non mi ringrazi, e<br />

aggiunse, Vuole che l'aiuti a sistemarsi, che le faccia compagnia finché non arriva<br />

sua moglie. All'improvviso tutto quello zelo insospettì il cieco, ovviamente non<br />

avrebbe fatto entrare in casa uno sconosciuto che, in fin dei conti, poteva star<br />

benissimo escogitando, in quel preciso momento, come sottomettere, legare e<br />

tramortire lo sventurato cieco indifeso, per poi impossessarsi di quanto avesse<br />

trovato di valore. Non è necessario, non si disturbi, disse, sono a posto, e mentre<br />

chiudeva la porta lentamente ripeté, Non è necessario, non è necessario.<br />

Tirò un sospiro di sollievo sentendo il rumore dell'ascensore che scendeva.<br />

Con un gesto meccanico, senza ricordarsi dello stato in cui si trovava, scostò il<br />

coperchietto dello spioncino e sbirciò fuori. Era come se ci fosse un muro bianco<br />

dall'altro lato. Sentiva il contatto della ghiera metallica sull'arcata sopracciliare,<br />

6


sfiorava con le ciglia la minuscola lente, ma non riusciva a vederle, l'insondabile<br />

biancore copriva tutto. Sapeva di essere a casa sua, la riconosceva dall'odore,<br />

dall'atmosfera, dal silenzio, distingueva i mobili e gli oggetti al solo toccarli,<br />

passandovi sopra le dita, leggermente, ma era già come se tutto si stesse<br />

stemperando in una specie di strana dimensione, senza direzioni né riferimenti,<br />

senza nord né sud, senza basso né alto. Come probabilmente hanno fatto tutti, a<br />

volte aveva giocato con se stesso, nell'adolescenza, al gioco del E se fossi cieco, ed<br />

era arrivato alla conclusione, dopo cinque minuti a occhi chiusi, che la cecità,<br />

senza alcun dubbio una terribile disgrazia, avrebbe comunque potuto essere<br />

relativamente sopportabile se la vittima di una simile sventura avesse mantenuto<br />

un ricordo sufficiente, non solo dei colori, ma anche delle forme e dei piani, delle<br />

superfici e dei contorni, supponendo, è chiaro, che la suddetta cecità non fosse di<br />

nascita. Era arrivato persino al punto di pensare che il buio in cui i ciechi vivevano<br />

fosse in definitiva soltanto la semplice assenza di luce, che ciò che chiamiamo<br />

cecità fosse qualcosa che si limitava a coprire l'apparenza degli esseri e delle cose,<br />

lasciandoli intatti al di là di quel velo nero. Adesso, però, si ritrovava immerso in<br />

un biancore talmente luminoso, talmente totale da divorare, più che assorbire,<br />

non solo i colori, ma le stesse cose e gli esseri, rendendoli in questo modo<br />

doppiamente invisibili.<br />

Nel muoversi in direzione del soggiorno, e malgrado la prudente lentezza<br />

con cui avanzava, facendo scivolare la mano esitante lungo la parete, fece cadere<br />

per terra un vaso di fiori che non si aspettava. Se n'era dimenticato, o forse lo<br />

aveva lasciato lì sua moglie uscendo, con l'intenzione di trovargli poi un posto<br />

adatto. Si chinò per valutare la gravità del disastro. L'acqua si era sparsa sul<br />

pavimento incerato. Fece per raccogliere i fiori, ma non pensò ai pezzi di vetro,<br />

una scheggia lunga, sottilissima, gli s'infilò in un dito, e lui riprese a lacrimare di<br />

dolore, di abbandono, come un bambino, accecato dal biancore in una casa che,<br />

nel tardo pomeriggio, cominciava già a scurirsi. Senza mollare i fiori, sentendo il<br />

sangue scorrere, si contorse per tirar fuori di tasca il fazzoletto e, alla meglio si<br />

avvolse il dito. Poi, brancolando, inciampando, aggirando i mobili, camminando<br />

con cautela per non infilare i piedi sotto i tappeti, raggiunse il divano dove lui e la<br />

moglie guardavano la televisione. Si sedette, si mise i fiori sulle ginocchia e, con<br />

molta cura, srotolò il fazzoletto. Il sangue, appiccicoso al tatto, lo turbò, forse<br />

perché non lo poteva vedere, pensò, il suo sangue si era trasformato in una<br />

viscosità incolore, in qualcosa in un certo qual modo estraneo che tuttavia gli<br />

apparteneva, ma come una minaccia di sé contro se stesso. Piano piano,<br />

palpeggiando lievemente con la mano sana, cercò la sottile scheggia di vetro,<br />

aguzza come una minuscola spada, e con le unghie del pollice e dell'indice a mo'<br />

di pinza riuscì a estrarla intera. Riavvolse nel fazzoletto il dito ferito, ben stretto<br />

per bloccare il sangue, e vinto, esausto, si abbandonò sul divano. Un minuto<br />

dopo, per uno di quei non rari cedimenti del corpo che, per rinunciare, sceglie<br />

certi momenti di angoscia o di disperazione, mentre, se si basasse esclusivamente<br />

7


sulla logica, tutti i suoi nervi dovrebbero esser desti e tesi, avvertì una sorta di<br />

spossatezza, una sonnolenza più che un vero e proprio sonno, ma altrettanto<br />

pesante. Immediatamente sognò di giocare al gioco del E se fossi cieco, sognava<br />

di chiudere e aprire gli occhi diverse volte, e ogni volta, come di ritorno da un<br />

viaggio, di ritrovare ad attenderlo, salde e inalterate, tutte le forme e i colori, il<br />

mondo a lui noto. Al di sotto di questa certezza tranquillizzante avvertiva,<br />

tuttavia, il rodere sordo di un dubbio, forse si trattava di un sogno ingannevole,<br />

un sogno da cui prima o poi si sarebbe dovuto svegliare, ma senza poi sapere<br />

quale realtà ci sarebbe stata ad attenderlo. In seguito, ammesso che l'espressione<br />

abbia un significato applicata a quel senso di spossamento che non durò più di<br />

alcuni istanti, e già in quello stato di semiveglia che prelude al risveglio, considerò<br />

seriamente che non era bene mantenersi in una tale indecisione, mi sveglio, non<br />

mi sveglio, mi sveglio, non mi sveglio, arriva sempre un momento in cui non c'è<br />

altro da fare che rischiare, Cosa ci faccio qui, con questi fiori sulle ginocchia e gli<br />

occhi chiusi, quasi avessi paura di aprirli, Cosa ci fai lì a dormire, con quei fiori<br />

sulle ginocchia, gli stava domandando la moglie.<br />

Non aveva atteso la risposta. Ostentatamente si era messa a raccogliere i<br />

cocci del vaso e ad asciugare il pavimento, mentre brontolava, con una irritazione<br />

che non cercava di dissimulare, Avresti potuto farlo tu, invece di sdraiarti lì a<br />

dormire, come se non c'entrassi per niente. Lui non parlò, si proteggeva gli occhi<br />

stringendo le palpebre, improvvisamente agitato da un pensiero, E se aprissi gli<br />

occhi e la vedessi, si domandava, in preda a un'ansiosa speranza. La moglie si<br />

avvicinò, notò il fazzoletto macchiato di sangue, la sua irritazione si spense in un<br />

istante, Poverino, com'è che ti è successo, domandava compassionevole, mentre<br />

svolgeva l'improvvisata fasciatura. Allora lui, con tutte le sue forze, desiderò di<br />

vedere la moglie inginocchiata ai suoi piedi, lì, dove sapeva che era, e poi, con la<br />

certezza di non vederla, aprì gli occhi, Finalmente ti sei svegliato, dormiglione,<br />

disse lei sorridendo. Si fece silenzio, e lui disse, Sono cieco, non ti vedo. La moglie<br />

lo rimproverò, Piantala con gli scherzi stupidi, su certe cose non ci si scherza,<br />

Magari fosse uno scherzo, la verità è che sono cieco sul serio, non vedo niente,<br />

Per favore, non mi spaventare, guardami, qui, sono qui, la luce è accesa, Lo so che<br />

ci sei, ti sento, ti tocco, immagino che tu abbia acceso la luce, ma io sono cieco.<br />

Lei cominciò a piangere, gli si aggrappò, Non è vero, dimmi che non è vero. I fiori<br />

erano scivolati per terra, sul fazzoletto macchiato, il sangue aveva ripreso a<br />

gocciolare dal dito ferito, e lui, come se in altre parole volesse dire Tra due mali il<br />

minore, mormorò, Vedo tutto bianco, e si lasciò andare a un triste sorriso. La<br />

moglie gli si sedette accanto, lo abbracciò forte, lo baciò sulla fronte, sulle guance,<br />

dolcemente sugli occhi, Vedrai che passerà, non eri mica malato, nessuno si<br />

ritrova cieco così, da un momento all'altro, Forse, Raccontami com'è andata, cosa<br />

hai sentito, quando, dove, no, non ancora, aspetta, la prima cosa da fare è parlare<br />

con uno specialista, ne conosci qualcuno, No, né tu né io usiamo gli occhiali, E se<br />

ti portassi all'ospedale, Per occhi che non vedono non devono esserci servizi di<br />

8


pronto soccorso, Hai ragione, la cosa migliore è andare direttamente da un<br />

medico, vado a cercare sull'elenco telefonico, uno che abbia uno studio qui vicino.<br />

Si alzò, domandò ancora, Noti qualche differenza, Nessuna, disse lui, Attenzione,<br />

adesso spengo la luce, dimmi, adesso, Niente, Niente cosa, Niente, vedo sempre<br />

lo stesso bianco, per me è come se la notte non ci fosse.<br />

Sentiva la moglie sfogliare rapidamente l'elenco telefonico, tirare su col<br />

naso per trattenere le lacrime, sospirando, dicendo infine, Questo qui, speriamo<br />

ci possa ricevere. Fece un numero, domandò se era quello dello studio, se il<br />

dottore c'era, se poteva parlargli, no, no, il dottore non mi conosce, è per un caso<br />

molto urgente, sì, per favore, capisco, allora lo dico a lei, ma la prego di<br />

trasmetterlo al dottore, il fatto è che mio marito è diventato cieco all'improvviso,<br />

sì, sì, come le dico, all'improvviso, no, non è un paziente del dottore, mio marito<br />

non usa gli occhiali, non li ha mai usati, sì, aveva un'ottima vista, come me,<br />

anch'io vedo bene, ah, grazie mille, aspetto, aspetto, sì, dottore, sì, all'improvviso,<br />

dice di vedere tutto bianco, non so come sia successo, non ho avuto neanche il<br />

tempo di domandarglielo, sono arrivata poco fa e l'ho trovato in questo stato,<br />

vuole che glielo domandi, ah, la ringrazio moltissimo, dottore, veniamo<br />

immediatamente, immediatamente. Il cieco si alzò, Aspetta, disse la moglie,<br />

fammi medicare prima questo dito, scomparve per alcuni momenti, ritornò con<br />

una boccetta di acqua ossigenata, un'altra di mercurocromo, cotone, una<br />

scatoletta di cerotti. Mentre lo medicava gli domandò, Dove hai lasciato la<br />

macchina, e d'un tratto, Ma tu, così come stai, non potevi guidare, o eri già a casa<br />

quando, No, è stato per strada, mentre ero fermo a un semaforo, una persona mi<br />

ha fatto il favore di accompagnarmi, la macchina è lì, nella strada accanto, Bene,<br />

allora scendiamo, aspettami davanti alla porta che vado a prenderla io, dove hai<br />

messo le chiavi, Non lo so, lui non me le ha restituite, Lui, chi, L'uomo che mi ha<br />

portato a casa, era un uomo, Te le avrà lasciate lì, vado a vedere, Non vale la pena<br />

che le cerchi, non è entrato, Ma le chiavi devono pur essere da qualche parte,<br />

Sicuramente se n'è dimenticato, se l'è portate via senza rendersene conto, Ci<br />

mancava anche questo, Usa le tue, poi vedremo, Bene, andiamo, dammi la mano.<br />

Il cieco disse, Se mi tocca restare così, la faccio finita, Per favore, non dire<br />

fesserie, ci basta già quanto ci è successo, A essere cieco sono io, non tu, tu non<br />

puoi sapere che cosa mi è successo, Il medico ti rimetterà a posto, vedrai.<br />

Uscirono. Giù da basso, nell'atrio del portone, la moglie accese la luce e gli<br />

sussurrò all'orecchio, Aspettami qui, se spunta qualche vicino parlagli con<br />

naturalezza, di' che mi stai aspettando, guardandoti nessuno penserà che non<br />

vedi, evitiamo di star lì a parlare dei fatti nostri, Sì, ma non tardare. La moglie uscì<br />

di corsa. Non entrò né uscì nessun vicino. Per esperienza, il cieco sapeva che le<br />

scale erano illuminate solo finché si sentiva il meccanismo del contatore<br />

automatico, perciò continuava a premere il pulsante ogni qualvolta si faceva<br />

silenzio. La luce, questa luce, per lui si era trasformata in rumore. Non capiva<br />

9


perché la moglie tardasse tanto, la strada era lì accanto, ottanta, cento metri, Se<br />

ritardiamo il medico se ne va via, pensò. Non poté evitare un gesto meccanico,<br />

alzare il polso sinistro e abbassare gli occhi per vedere l'ora. Strinse le labbra<br />

come se fosse stato colpito da un improvviso dolore, e ringraziò la sorte che in<br />

quel momento non fosse spuntato un vicino, perché all'istante, alla prima parola<br />

che gli avessero rivolto, sarebbe scoppiato in lacrime. Una macchina si fermò in<br />

strada, Finalmente, pensò, ma subito dopo fu colpito dal rumore del motore,<br />

Questo è un diesel, è un tassì, disse, e spinse di nuovo l'interruttore della luce.<br />

Stava entrando la moglie, nervosa, frastornata, Il tuo santo protettore, l'anima<br />

buona, ci ha portato via la macchina, Non può essere, non avrai visto bene, Chiaro<br />

che ho visto bene, io ci vedo bene, le ultime parole le uscirono involontariamente,<br />

Mi avevi detto che la macchina era nella strada accanto, si corresse, e non c'è,<br />

oppure l'hanno lasciata in un'altra, No, no, era quella, ne sono certo, E allora è<br />

sparita, In tal caso, le chiavi, Ha approfittato del tuo disorientamento, del<br />

frangente in cui ti trovavi, e ci ha derubati, E io che, per paura, non l'ho neanche<br />

fatto entrare in casa, se fosse rimasto a farmi compagnia fino al tuo arrivo non<br />

avrebbe potuto rubarci la macchina, Andiamo, c'è il tassì che aspetta, ti giuro che<br />

darei persino un anno di vita perché quel furfante diventasse cieco pure lui, Non<br />

parlare così forte, E gli rubassero tutto quanto possiede, Può darsi che si faccia<br />

vedere, Eccome, domani ci bussa alla porta dicendo che è stata una distrazione,<br />

chiedendo scusa, e informandosi se stai un po' meglio.<br />

Rimasero in silenzio fino all'ambulatorio del medico. Lei cercava di scacciare<br />

dal pensiero il furto della macchina, stringeva affettuosamente le mani del<br />

marito, mentre lui, a capo chino perché l'autista non potesse vedergli gli occhi dal<br />

retrovisore, non cessava di domandarsi com'era possibile che una disgrazia così<br />

grande gli stesse capitando, proprio a lui, A me, perché. Gli giungevano alle<br />

orecchie i rumori del traffico, qualche voce più alta quando il tassì si fermava, a<br />

volte succede, stiamo ancora dormendo e i suoni esterni attraversano già il velo<br />

dell'incoscienza in cui siamo ancora avvolti, come in un lenzuolo bianco. Come in<br />

un lenzuolo bianco. Scosse il capo sospirando, la moglie gli sfiorò lievemente il<br />

viso, come a dire Tranquillo, sono qui, e lui abbandonò il capo sulla spalla di lei,<br />

senza badare a cosa avrebbe pensato l'autista, Se fossi tu nelle mie condizioni,<br />

non potresti star lì a guidare, pensò puerilmente, e, senza notare l'assurdità<br />

dell'enunciato, si congratulò per essere stato ancora capace, nella disperazione, di<br />

formulare un ragionamento logico. Scendendo dal tassì, aiutato discretamente<br />

dalla moglie, sembrava calmo, ma, davanti alla porta dell'ambulatorio dove<br />

avrebbe conosciuto la propria sorte, le domandò con un mormorio tremante,<br />

Come starò quando ne uscirò, e scosse il capo come chi non ha più speranza.<br />

La moglie informò la segretaria di essere quella persona che aveva<br />

telefonato mezz'ora prima per il marito, e lei li fece passare in una saletta dove<br />

aspettavano altri malati. C'era un vecchio con una benda nera su un occhio, un<br />

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agazzino che sembrava strabico accompagnato da una donna che doveva essere<br />

sua madre, una giovane dagli occhiali scuri, altre due persone senza alcun segno<br />

visibile, ma nessun cieco, i ciechi non vanno dall'oculista. La moglie guidò il marito<br />

verso una sedia libera e, visto che non ce n'erano altre, rimase in piedi accanto a<br />

lui, Dovremo aspettare, gli mormorò all'orecchio. Lui capì il perché, aveva sentito<br />

le voci dei presenti, adesso era afflitto da una diversa preoccupazione, pensava<br />

che quanto più tardi il medico lo avesse esaminato, tanto più profonda la cecità<br />

sarebbe diventata, e quindi incurabile, senza rimedio. Si agitò sulla sedia,<br />

inquieto, stava per comunicare quelle sue apprensioni alla moglie, ma in quel<br />

momento la porta si aprì e la segretaria disse loro, Signori, prego, accomodatevi, e<br />

rivolgendosi agli altri malati, L'ha ordinato il dottore, il caso di questo signore è<br />

urgente. La madre del ragazzo strabico protestò che il diritto è il diritto, e che<br />

c'era prima lei, e aspettava da più di un'ora. Gli altri malati la sostennero a voce<br />

bassa, ma nessuno, e neanche lei, ritenne prudente insistere nel reclamo, non sia<br />

mai che il medico se ne risentisse e si vendicasse dell'impertinenza facendoli<br />

aspettare ancora di più, non si sa mai. Il vecchio dall'occhio bendato fu<br />

magnanimo, Lasciatelo stare, poveraccio, quello lì sta peggio di noi. Il cieco non lo<br />

udì, stavano già entrando nello studio del medico, e la moglie diceva, Mille grazie<br />

per la sua bontà, dottore, il fatto è che mio marito, e poi si interruppe, in realtà lei<br />

non sapeva cosa realmente fosse successo, sapeva solo che il marito era cieco e<br />

gli avevano rubato la macchina. Il medico disse, Sedetevi, prego, andò<br />

personalmente ad aiutare il paziente ad accomodarsi e poi, sfiorandogli la mano,<br />

gli si rivolse direttamente, Allora, mi racconti cosa le è successo. Il cieco spiegò<br />

che, mentre era in macchina, in attesa che il rosso cambiasse, improvvisamente si<br />

era ritrovato incapace di vedere, che erano accorse delle persone ad aiutarlo, che<br />

una signora anziana, dalla voce doveva esserlo, aveva detto che magari erano i<br />

nervi, e che poi un uomo lo aveva accompagnato a casa perché lui, da solo, non<br />

poteva farcela, Vedo tutto bianco, dottore. Non parlò del furto dell'automobile.<br />

Il medico gli domandò, Non le era mai accaduto prima, voglio dire, la stessa<br />

cosa di adesso, o qualcosa di simile, Mai, dottore, io non porto neanche gli<br />

occhiali, E mi dice che è avvenuto all'improvviso, Sì, dottore, Come una luce che si<br />

spegne, Più come una luce che si accende, In questi ultimi giorni ha sentito<br />

qualche differenza nella vista, No, dottore, C'è, o c'è stato, qualche caso di cecità<br />

nella sua famiglia, Fra i parenti che ho conosciuto o di cui ho sentito parlare,<br />

nessuno, è malato di diabete, No, dottore, Di sifilide, No, dottore, Di ipertensione<br />

arteriosa o intracranica, Di quella intracranica non lo so, del resto sono sicuro di<br />

no, in ditta ci fanno gli esami, Ha preso qualche colpo violento in testa, oggi o ieri,<br />

No, dottore, Quanti anni ha, Trentotto, Bene, allora andiamo a esaminare questi<br />

occhi. Il cieco li spalancò, come per facilitare l'esame, ma il medico lo prese per un<br />

braccio e lo fece sedere dietro un apparecchio che con un po' di immaginazione si<br />

sarebbe potuto vedere come un nuovo modello di confessionale, dove gli occhi<br />

avessero preso il posto delle parole, con il confessore che scruta discretamente<br />

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nell'anima del peccatore, Appoggi il mento qui, raccomandò, tenga gli occhi<br />

aperti, non si muova. La moglie si avvicinò al marito, gli posò la mano sulla spalla,<br />

disse, Vedrai, tutto si risolverà. Il medico alzò e abbassò il sistema binoculare dal<br />

suo lato, fece girare delle viti sottilissime, e cominciò l'esame. Non trovò niente<br />

nella cornea, niente nella sclera, niente nell'iride, niente nella retina, niente nel<br />

cristallino, niente nella macula lutea, niente nel nervo ottico, niente da nessuna<br />

parte. Si scostò dall'apparecchio, si strofinò gli occhi, poi ricominciò l'esame da<br />

capo, senza parlare, e quando di nuovo lo terminò aveva sul viso un'espressione<br />

perplessa, Non le riscontro alcuna lesione, i suoi occhi sono perfetti. La moglie<br />

congiunse le mani in un gesto di gioia ed esclamò, Te l'avevo detto io, te l'avevo<br />

detto io, tutto si risolverà. Senza prestarle attenzione, il cieco domandò, Ora<br />

posso tirar fuori il mento, dottore, Sì, sì, scusi, Se i miei occhi sono perfetti, come<br />

dice, allora perché sono cieco, Per il momento non glielo so dire, dovremo fare<br />

degli esami più approfonditi, analisi del sangue, ecografia, encefalogramma,<br />

Pensa ci sia qualcosa a che vedere con il cervello, è una possibilità, ma non credo,<br />

Eppure, dottore, dice di non riscontrare niente nei miei occhi, Infatti, Non capisco,<br />

Quello che voglio dire è che se lei è di fatto cieco, la sua cecità, in questo<br />

momento, è inspiegabile, Dubita che io sia cieco, Che idea, il problema sta nella<br />

rarità del caso, personalmente, in tutta la mia vita professionale, non mi si è mai<br />

presentato niente di simile, e oserei dire in tutta la storia dell'oculistica, Pensa che<br />

potrei guarire, Teoricamente, giacché non le riscontro lesioni di alcun tipo né<br />

malformazioni congenite, la mia risposta dovrebbe essere affermativa, Ma a<br />

quanto pare non lo è, Solo per prudenza, solo perché non voglio darle speranze<br />

che potrebbero dimostrarsi prive di fondamento, Capisco, Infatti, E dovrò seguire<br />

qualche terapia, prendere qualche medicina, Per il momento non le prescriverò<br />

niente, sarebbe come prescrivere alla cieca, Ecco un'espressione appropriata,<br />

osservò il cieco. Il medico fece finta di non aver sentito, si alzò dallo sgabello<br />

girevole su cui si era seduto per l'osservazione e lì stesso, in piedi, scrisse su un<br />

foglio del ricettario gli esami e le analisi che considerava necessari. Consegnò il<br />

foglio alla moglie, Ecco, signora, torni con suo marito quando avrà i risultati, se<br />

nel frattempo ci sarà qualche cambiamento nello stato di suo marito, mi telefoni,<br />

Per la visita, dottore, Paghi alla segretaria. Li accompagnò alla porta, farfugliò una<br />

frase di incoraggiamento, sul tipo Vedremo, vedremo, non bisogna disperare, e<br />

quando si ritrovò di nuovo da solo entrò nel piccolo bagnetto annesso e rimase lì<br />

a guardarsi allo specchio per un lungo minuto, Che cosa sarà, mormorò. Poi<br />

rientrò nello studio, chiamò la segretaria, Faccia entrare il prossimo.<br />

Quella notte il cieco sognò di essere cieco.<br />

Nell'offrirsi di aiutare il cieco, l'uomo che avrebbe poi rubato la macchina<br />

non aveva, in quel momento preciso, alcuna intenzione malevola, anzi, al<br />

contrario, non fece altro che obbedire a quei sentimenti di generosità e altruismo<br />

che, come tutti sanno, sono due delle migliori caratteristiche del genere umano e<br />

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che si possono riscontrare persino in criminali ben più incalliti di questo, un<br />

semplice ladruncolo di automobili senza speranza di carriera, sfruttato dai veri e<br />

propri padroni dell'affare, i quali invece si approfittano dei bisogni della povera<br />

gente. In fin dei conti, questi o gli altri, non è poi così grande la differenza tra<br />

l'aiutare un cieco per poi derubarlo e preoccuparsi per una vecchiaia caduca e<br />

balbettante pensando solo all'eredità. Fu soltanto quando era ormai vicino alla<br />

casa del cieco che l'idea gli si presentò con la massima naturalezza, proprio come,<br />

si può dire, se avesse deciso di comprare un biglietto della lotteria solo per aver<br />

visto il venditore, senza provare alcuna emozione, comprandolo per vedere cosa<br />

ne venisse fuori, rassegnato in anticipo a quanto la volubile fortuna gli avrebbe<br />

portato, qualcosa o niente, c'è chi direbbe che agì secondo un riflesso<br />

condizionato della propria personalità. Gli scettici sulla natura umana, che sono<br />

molti e ostinati, sostengono che se è vero che l'occasione non sempre fa l'uomo<br />

ladro, è anche vero che lo aiuta molto. Quanto a noi, ci permetteremo di pensare<br />

che se il cieco avesse accettato la seconda offerta del buon samaritano, in<br />

definitiva falso, in quell'istante estremo in cui la bontà avrebbe potuto ancora<br />

prevalere, e cioè l'offerta di restare a fargli compagnia fino all'arrivo della moglie,<br />

chissà se l'effetto della responsabilità morale derivante dalla fiducia così<br />

accordata non avrebbe inibito la tentazione criminale e fatto venire a galla quanto<br />

di luminoso e nobile sarà sempre possibile ritrovare persino nelle anime più<br />

perdute. Per concludere banalmente, come non si stanca di insegnarci l'antico<br />

proverbio, il cieco, credendo di farsi il segno della croce, si ruppe il naso.<br />

La coscienza morale, che tanti dissennati hanno offeso e molti di più<br />

rinnegato, esiste ed è esistita sempre, non è una invenzione dei filosofi del<br />

Quaternario, quando l'anima non era ancora che un progetto confuso. Con<br />

l'andar del tempo, più le attività di convivenza e gli scambi genetici, abbiamo<br />

finito col ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime, e,<br />

come se non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti<br />

all'interno, con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo<br />

cercando di negare con la bocca. A questo, in generale, si aggiunga la circostanza<br />

particolare che, negli animi semplici, il rimorso provocato da una cattiva azione si<br />

confonde frequentemente con paure ancestrali di ogni tipo, dal che risulta come il<br />

castigo del prevaricatore finisca per essere, né più né meno, due volte meritato.<br />

Non sarà quindi possibile, in questo caso, svelare quale parte di paure e quale<br />

parte di coscienza tormentata cominciarono ad affliggere il ladro appena questi<br />

mise in moto la macchina. Indubbiamente non poteva certo essere<br />

tranquillizzante il fatto di star lì seduto nel posto di qualcuno che teneva le mani<br />

proprio su quel volante nel momento in cui era diventato cieco, qualcuno che<br />

aveva guardato attraverso questo parabrezza e all'improvviso si era ritrovato<br />

incapace di vedere, non è necessario esser dotati di molta immaginazione perché<br />

simili pensieri facciano risvegliare l'immonda e strisciante bestia del terrore,<br />

eccola lì, sta già alzando la testa. Ma era anche il rimorso, espressione esasperata<br />

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di una coscienza, come si è detto prima, o, se vogliamo descriverlo in termini<br />

suggestivi, una coscienza con denti per mordere, che gli stava prospettando<br />

l'immagine derelitta del cieco mentre chiudeva la porta, Non è necessario, non è<br />

necessario, aveva detto il pover'uomo, e da quel momento in poi non sarebbe<br />

stato capace di fare un passo senza un aiuto.<br />

Il ladro si concentrò sul traffico per impedire che pensieri tanto spaventosi<br />

s'impossessassero totalmente del suo animo, sapeva bene di non potersi<br />

permettere il minimo errore, la minima distrazione. C'era in giro la polizia,<br />

bastava che uno di loro lo fermasse, Prego, patente e libretto, di nuovo la galera,<br />

la vita dura. Ce la metteva tutta per rispettare i semafori, in nessun caso passare<br />

con il rosso, rispettare il giallo, attendere pazientemente il verde. A un certo<br />

punto si accorse di aver cominciato a guardare le luci in un modo che stava<br />

diventando ossessivo. Regolò allora la velocità della macchina in maniera da aver<br />

sempre davanti un semaforo verde, anche se per riuscirci dovette aumentare la<br />

velocità o, al contrario, ridurla al punto di irritare i conducenti che procedevano<br />

dietro. Infine, disorientato, teso che più non poteva, finì per infilare la macchina<br />

in una traversa secondaria dove sapeva che semafori non ce n'erano, e la<br />

posteggiò quasi senza guardare, in questo ci sapeva proprio fare. Si sentiva<br />

sull'orlo di una crisi di nervi, lo aveva pensato con queste precise parole, Mi sa<br />

che mi sta venendo una crisi di nervi. Dentro l'automobile gli mancava il respiro.<br />

Abbassò i vetri dai due lati, ma l'aria esterna, se si muoveva, non rinfrescò<br />

l'atmosfera interna. Cosa faccio, domandò. Il capannone dove avrebbe dovuto<br />

portare la macchina era lontano, in una località fuori città, nello stato d'animo in<br />

cui si ritrovava non sarebbe mai riuscito ad arrivarci, Mi becca un poliziotto, o mi<br />

procuro un incidente, ed è ancora peggio, mormorò. Pensò allora che sarebbe<br />

stato meglio uscire per un po' dall'automobile, rinfrescarsi le idee, Forse mi<br />

toglierò le ragnatele dalla testa, via, se quel tizio è diventato cieco non vuol dire<br />

che a me succeda lo stesso, non è mica un'influenza che si attacca, ora faccio un<br />

giro del palazzo e mi passa. Uscì, non valeva neanche la pena di chiudere la<br />

macchina, in un attimo sarebbe stato di ritorno, e si allontanò. Ancora non aveva<br />

fatto trenta passi che si ritrovò cieco.<br />

Nell'ambulatorio, l'ultimo paziente a essere ricevuto fu il vecchio dal buon<br />

carattere, quello che aveva pronunciato parole tanto gentili su quel povero<br />

diavolo che era diventato cieco all'improvviso. Era lì solo per concordare la data<br />

dell'operazione a una cataratta che gli era scesa nell'unico occhio rimastogli, la<br />

benda nera tappava un'assenza, non aveva niente a che vedere con il caso<br />

attuale, Sono magagne che vengono con l'età, gli aveva detto il medico tempo<br />

addietro, quando sarà matura la togliamo, e dopo non ri-conoscerà neanche il<br />

mondo in cui viveva. Quando il vecchio dalla benda nera se ne andò e l'infermiera<br />

disse che non c'erano altri pazienti in sala d'attesa, il medico prese la scheda<br />

dell'uomo che si era ritrovato cieco, la lesse una volta, due volte, rifletté per<br />

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alcuni minuti e infine chiamò al telefono un collega con il quale ebbe la seguente<br />

conversazione, Vuoi saperne una, oggi mi è capitato un caso stranissimo, un<br />

uomo che ha perso completamente la vista da un istante all'altro, l'esame non ha<br />

mostrato alcuna lesione apprezzabile né indizi di malformazioni congenite, dice di<br />

vedere tutto bianco, una specie di biancore latteo, spesso, che gli si attacca agli<br />

occhi, sto tentando di esprimere nel miglior modo possibile la descrizione che ha<br />

fatto, sì, chiaro, è soggettivo, no, è giovane, trentotto anni, hai notizia di qualche<br />

caso simile, hai letto qualcosa, ne hai sentito parlare, me l'immaginavo, per<br />

adesso non vedo soluzione, per prendere tempo gli ho fatto fare alcune analisi, sì,<br />

potremmo visitarlo insieme uno di questi giorni, dopo cena darò uno sguardo ai<br />

libri, rivedrò la letteratura in merito, chi sa che non trovi una pista, sì, lo so,<br />

l'agnosia, la cecità psichica, potrebbe essere, ma allora si tratterebbe del primo<br />

caso con queste caratteristiche, perché non c'è dubbio che l'uomo è cieco,<br />

l'agnosia, lo sappiamo, è l'incapacità di riconoscere quel che si vede, infatti, ho<br />

pensato anche a questo, alla possibilità che si tratti di un caso di amaurosi, ma<br />

ricordati cosa ti ho detto all'inizio, questa cecità è bianca, esattamente al<br />

contrario dell'amaurosi, che è tenebra totale, a meno che non esista un'amaurosi<br />

bianca, una tenebra bianca per così dire, sì, lo so, non s'è mai vista, d'accordo,<br />

domani gli telefono, gli dico che vogliamo vederlo tutti e due. Terminata la<br />

conversazione, si riappoggiò sulla sedia, se ne rimase lì alcuni minuti, poi si alzò, si<br />

tolse il camice con movimenti stanchi, lenti. Andò nella stanza da bagno a lavarsi<br />

le mani, ma questa volta non domandò allo specchio, metafisicamente, Che cosa<br />

sarà, aveva recuperato lo spirito scientifico, il fatto che l'agnosia e l'amaurosi si<br />

riscontrassero identificate e definite con precisione nei libri e nella pratica non<br />

significava che non potessero sorgere delle varianti, delle mutazioni, ammesso<br />

che il termine sia adeguato, e quel giorno sembrava arrivato. Ci sono mille ragioni<br />

perché il cervello si chiuda, solo questo, nient'altro, come una visita ritardataria<br />

che trovasse sprangata la sua stessa porta. L'oculista aveva gusti letterari e sapeva<br />

citare a proposito.<br />

La sera, dopo cena, disse alla moglie, Mi si è presentato in ambulatorio uno<br />

strano caso, potrebbe trattarsi di una variante della cecità psichica o<br />

dell'amaurosi, ma non risulta si sia mai verificata una cosa del genere, Che<br />

malattie sono, l'amaurosi, e l'altra, domandò la moglie. Il medico fornì una<br />

spiegazione accessibile a un intendimento normale, che appagò la curiosità di lei,<br />

poi andò a prendere dalla scaffalatura i libri specialistici, alcuni vecchi, dei tempi<br />

dell'università, altri recenti, qualcuno di recentissima pubblicazione, che non<br />

aveva ancora avuto il tempo di studiare. Cercò negli indici, uno dopo l'altro,<br />

metodicamente, si mise a leggere tutto quello che trovava sull'agnosia e<br />

l'amaurosi, con la scomoda impressione di sapersi un intruso in un campo che non<br />

era il suo, il misterioso territorio della neurochirurgia, sul quale non possedeva<br />

più che alcuni scarsi lumi. Nel cuore della notte, allontanò i libri che stava<br />

consultando, si stropicciò gli occhi stanchi e si abbandonò sulla sedia. In quel<br />

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momento l'alternativa gli si presentava con la massima chiarezza. Se fosse un caso<br />

di agnosia, adesso il paziente vedrebbe quello che aveva sempre visto, cioè non<br />

gli si sarebbe verificata alcuna diminuzione dell'acutezza visiva, è che il cervello,<br />

semplicemente, sarebbe diventato incapace di riconoscere una sedia là dove ci<br />

fosse una sedia, in altre parole avrebbe continuato a reagire correttamente agli<br />

stimoli luminosi trasmessi dal nervo ottico, ma, per usare termini comuni, alla<br />

portata di gente poco informata, avrebbe perso la capacità di sapere che sapeva,<br />

e, tanto più, di esprimerlo. Quanto all'amaurosi, nessun dubbio. Perché<br />

effettivamente si trattasse di amaurosi, il paziente avrebbe dovuto vedere tutto<br />

nero, fatto salvo, è chiaro, l'uso del verbo, vedere, trattandosi di tenebre<br />

assolute. Il cieco aveva affermato categoricamente di vedere, sempre facendo<br />

salvo il verbo, un colore bianco uniforme, denso, come se si trovasse immerso a<br />

occhi aperti in un mare di latte. Un'amaurosi bianca, oltre a essere<br />

etimologicamente una contraddizione, sarebbe anche una condizione impossibile<br />

dal punto di vista neurologico, dato che il cervello non solo non avrebbe potuto<br />

percepire le immagini, le forme e i colori della realtà, ma non avrebbe neanche<br />

potuto, per dirla così, coprire di bianco, di un bianco continuo, come una pittura<br />

bianca senza tonalità, i colori, le forme e le immagini che quella stessa realtà<br />

avrebbe presentato a una visione normale, per quanto sia sempre problematico<br />

parlare, con effettiva proprietà, di una visione normale. Con la chiarissima<br />

consapevolezza di ritrovarsi in un vicolo apparentemente privo di uscita, il medico<br />

scosse il capo avvilito e si guardò intorno. La moglie si era già coricata, lui<br />

ricordava vagamente che gli si era avvicinata un momento e gli aveva dato un<br />

bacio sui capelli, Me ne vado a dormire, doveva aver detto, adesso la casa era<br />

silenziosa, sul tavolo il libri sparpagliati, Che cosa sarà, pensò, e all'improvviso<br />

ebbe paura, come se anche lui fosse sul punto di diventare cieco un attimo dopo<br />

e già lo sapesse. Trattenne il respiro e aspettò. Non successe niente. Successe un<br />

minuto dopo, mentre radunava i libri per riporli nella scaffalatura. Prima capì di<br />

non vedere più le mani, poi seppe di essere cieco.<br />

Il disturbo della ragazza dagli occhiali scuri non era grave, aveva appena<br />

una congiuntivite tra le più semplici, che il topico prescritto tanto per prescrivere<br />

dal medico avrebbe risolto in pochi giorni, Mi raccomando, durante questo<br />

periodo si tolga gli occhiali solo per dormire, le aveva detto. La battuta era in uso<br />

da molti anni, c'è addirittura da supporre che venisse tramandata di generazione<br />

in generazione di oculisti, ma l'effetto si ripeteva puntualmente il medico<br />

sorrideva nel dirla, sorrideva il paziente nell'udirla, e in questo caso ne valeva la<br />

pena, perché la ragazza aveva una bella dentatura e sapeva come mostrarla. Per<br />

naturale misantropia o troppe delusioni nella vita, uno scettico, al corrente dei<br />

particolari della vita di questa donna, insinuerebbe che il sorriso aggraziato non<br />

era altro che un trucco del mestiere, affermazione malevola e gratuita perché<br />

quello, il sorriso, era già così ai tempi non molto lontani in cui la donna era una<br />

giovincella, parola in disuso, quando il futuro era una carta coperta e la curiosità<br />

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di scoprirla doveva ancora nascere. Insomma, per semplificare si potrebbe<br />

includere questa donna nella categoria delle cosiddette prostitute, ma la<br />

complessità della trama dei rapporti sociali, sia diurni che notturni, sia verticali<br />

che orizzontali, del periodo qui descritto, consiglia di moderare qualsiasi tendenza<br />

a giudizi perentori, definitivi, pecca da cui, per eccessiva sufficienza nostra, forse<br />

non riusciamo mai a liberarci. Ancorché sia evidente la grande quantità di nuvole<br />

che c'è in Giunone, non è assolutamente lecito ostinarsi a confondere con una<br />

dea greca ciò che non è altro se non una normale massa di gocce d'acqua sospese<br />

nell'atmosfera. Indubbiamente questa donna va a letto per denaro, il che<br />

consentirebbe probabilmente, senza ulteriori considerazioni, di classificarla come<br />

prostituta di fatto, ma, siccome ci va solo quando vuole e con chi vuole, non è da<br />

disdegnare la probabilità che proprio questa differenza di diritto debba<br />

determinarne cautelativamente l'esclusione dalla cerchia, intesa come un tutto.<br />

Lei, come la gente normale, ha un mestiere, e, sempre come la gente normale,<br />

approfitta delle ore che le restano per concedere qualche gioia al corpo e<br />

sufficienti soddisfazioni alle necessità, quelle specifiche e quelle generali. Senza<br />

pretendere di ridurla a una definizione basilare, ciò che infine si dovrà dire di lei,<br />

in senso lato, è che vive come meglio le aggrada e che, per giunta, ne trae tutto il<br />

piacere che può.<br />

Era ormai buio quando uscì dall'ambulatorio. Non si tolse gli occhiali,<br />

l'illuminazione stradale le dava fastidio, specialmente quella delle pubblicità.<br />

Entrò in una farmacia per comprare il medicinale prescritto dal medico, decise di<br />

fare la finta tonta quando il commesso che la serviva parlò dell'ingiustizia che<br />

certi occhi girassero coperti da vetri scuri, osservazione che, oltre a essere<br />

impertinente in se stessa, un commesso di farmacia, pensa un po', contrastava<br />

con la sua personale convinzione che gli occhiali scuri le conferissero un'aria di<br />

inebriante mistero, capace di suscitare l'interesse degli uomini che passano, ed<br />

eventualmente ricambiarlo, senonché, proprio oggi, c'è qualcuno ad attenderla,<br />

un incontro dal quale aveva motivo di aspettarsi qualcosa di buono, sia per<br />

quanto riguardava la soddisfazione materiale sia le altre soddisfazioni. L'uomo<br />

con cui si sarebbe trovata era già suo conoscente, non gliene era importato<br />

granché quando lei lo aveva avvisato che non avrebbe potuto togliersi gli occhiali,<br />

un ordine che il medico peraltro non aveva ancora dato, anzi, lo aveva trovato<br />

divertente, era una novità. All'uscita dalla farmacia, la ragazza chiamò un tassì,<br />

diede il nome di un albergo. Appoggiata allo schienale, già assaporava, se il<br />

termine è adatto, le distinte e molteplici sensazioni del piacere sensuale, dal<br />

primo e sapiente sfiorare delle labbra, dalla prima carezza intima, fino alle<br />

successive esplosioni di un orgasmo che l'avrebbe lasciata esausta e felice, come<br />

se fosse lì crocifissa, non sia mai, in una girandola offuscante e vertiginosa. Motivi<br />

quindi ne abbiamo per concludere che la ragazza dagli occhiali scuri, se il partner<br />

ha saputo compiere esaurientemente, in tempo e tecnica, il proprio dovere, paga<br />

sempre in anticipo e raddoppiato ciò che incassa dopo. Immersa in questi<br />

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pensieri, indubbiamente perché aveva appena pagato una visita, si domandò se<br />

non fosse giunto il momento di alzare, fin da oggi, quello che, con spiritoso<br />

eufemismo, soleva designare come suo giusto livello di compenso.<br />

Fece fermare il tassì un isolato prima, si confuse tra le persone che<br />

procedevano nella stessa direzione, come lasciandosene trasportare, anonima e<br />

senza alcuna colpa notoria. Entrò nell'albergo con naturalezza, attraversò l'atrio<br />

dirigendosi al bar. Era arrivata con alcuni minuti di anticipo, quindi doveva<br />

aspettare, l'ora dell'appuntamento era stata combinata con precisione. Chiese<br />

una bibita, che sorbì tranquillamente, senza adocchiare nessuno, non voleva esser<br />

confusa con una banale cacciatrice di uomini. Poco più tardi, come una turista che<br />

sale in camera a riposare dopo aver trascorso il pomeriggio nei musei, si diresse<br />

all'ascensore. La virtù, possibile che ancora lo si ignori, trova sempre degli scogli<br />

nel durissimo cammino della perfezione, ma il peccato e il vizio sono talmente<br />

favoriti della fortuna che appena arrivò lei si aprirono le porte dell'ascensore. Ne<br />

uscirono due ospiti, un'anziana coppia, lei entrò, premette il pulsante del terzo<br />

piano, trecentododici era il numero che l'aspettava, è qui, bussò discretamente<br />

alla porta, dieci minuti dopo era nuda, al quindicesimo gemeva, al diciottesimo<br />

sussurrava parole d'amore che non aveva più necessità di fingere, al ventesimo<br />

cominciava a perdere la testa, al ventunesimo sentì il corpo dilaniato dal piacere,<br />

a ventiduesimo gridò, Ora, ora, e quando ritornò in se disse, esausta e felice,<br />

Vedo ancora tutto bianco.<br />

Il ladro dell'automobile fu portato a casa da un poliziotto. Non poteva il<br />

circospetto e compassionevole agente di sicurezza immaginare di star lì a<br />

condurre per il braccio un incallito delinquente, non per impedirgli di scappare,<br />

come in altra occasione sarebbe avvenuto, ma semplicemente perché il<br />

pover'uomo non inciampasse e cadesse. In compenso, ormai ci è alquanto facile<br />

immaginare lo spavento che si prese la moglie del ladro quando, aprendo la<br />

porta, si ritrovò davanti un poliziotto in uniforme che le portava acciuffato, così le<br />

parve, un misero prigioniero a cui, a giudicare dall'espressione triste, doveva<br />

esser capitato qualcosa di peggio dell'essere arrestato. Per un istante, la prima<br />

cosa che pensò la donna fu che il suo uomo fosse stato colto in flagrante delitto e<br />

che il poliziotto fosse lì per perquisire la casa, un'idea, per altro verso, e per<br />

quanto paradossale possa sembrare, alquanto tranquillizzante, considerando che<br />

il marito rubava solo automobili, oggetti che, per dimensione, non si possono<br />

nascondere sotto il letto. Non durò molto il dubbio, il poliziotto disse, Questo<br />

signore è cieco, se ne occupi lei, e la moglie, che avrebbe dovuto sentirsi sollevata<br />

perché l'agente in definitiva era lì solo come accompagnatore, capì la dimensione<br />

della iattura che le entrava in casa quando un marito in lacrime le cadde fra le<br />

braccia dicendo quel che già sappiamo.<br />

Anche la ragazza dagli occhiali scuri fu portata a casa dei genitori da un<br />

poliziotto, ma il piccante delle circostanze in cui la cecità, nel suo caso, si era<br />

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manifestata, una donna nuda e urlante in un albergo, che allarmava gli ospiti,<br />

mentre l'uomo che stava con lei tentava di svignarsela infilandosi<br />

maldestramente i pantaloni, moderava, in un certo senso, l'ovvia drammaticità<br />

della situazione. La cieca, prostrata dalla vergogna, un sentimento del tutto<br />

compatibile, per quanto brontolino i finti accorti e i falsi virtuosi, con i mercenari<br />

esercizi amatori cui si dedicava, dopo le urla lancinanti che aveva cominciato a<br />

lanciare nel rendersi conto che la perdita della visione non era una nuova e<br />

imprevista conseguenza del piacere, a stento osava piangere e lamentarsi<br />

quando, con modi bruschi, vestita alla bell'e meglio, quasi a spintoni, la portarono<br />

fuori dall'albergo. Il poliziotto, con tono che sarebbe stato sarcastico se non fosse<br />

stato semplicemente villano, volle sapere, dopo averle domandato dove abitava,<br />

se avesse soldi per il tassì, In questi casi lo Stato non paga, l'avvertì, procedimento<br />

a cui, si noti a margine, non si potrà negare una certa logica, in quanto queste<br />

persone appartengono al numero di coloro che non pagano tasse sui propri<br />

immorali redditi. Lei fece un cenno affermativo, ma, essendo cieca, s'immagini,<br />

pensò che il poliziotto potesse non aver visto il gesto e mormorò, Sì, ne ho, e<br />

aggiunse fra sé e sé, Magari non ne avessi, parole che ci dovranno sembrare fuori<br />

luogo, ma che, se consideriamo le circonvoluzioni dello spirito umano, dove non<br />

esistono cammini brevi e retti finiscono, queste parole, per essere assolutamente<br />

limpide, in sostanza lei voleva dire che era stata castigata per la sua cattiva<br />

condotta, per la sua immoralità, ecco tutto. Aveva detto alla madre che non<br />

avrebbe cenato a casa, e invece sarebbe rientrata molto per tempo, anche prima<br />

del padre.<br />

Diversamente andò per l'oculista, non solo perché si trovava in casa<br />

quando lo colpì la cecità, ma perché, essendo medico, alla disperazione non si<br />

sarebbe certo consegnato con le mani legate, come fanno quelli che del corpo si<br />

accorgono solo quando gli duole. Pure in una situazione come questa, angosciato,<br />

con una notte d'ansia davanti, fu ancora capace di rammentare ciò che scrisse<br />

Omero nell'Iliade, poema della morte e della sofferenza, più di qualunque altro,<br />

Un medico, da solo, vale più di un uomo, parole che non dovremo intendere<br />

come espressione direttamente quantitativa, bensì principalmente qualitativa,<br />

come non si tarderà ad appurare. Ebbe il coraggio di coricarsi senza svegliare la<br />

moglie, neanche quando lei, mormorando mezza addormentata, si mosse nel<br />

letto per sentirlo più vicino. Ore e ore sveglio, quel poco che riuscì a dormire fu<br />

per esaurimento. Desiderava che la notte non finisse per non dover annunciare,<br />

proprio lui, il cui mestiere era curare le ferite degli occhi altrui, Sono cieco, ma<br />

contemporaneamente voleva che giungesse rapidamente la luce del giorno, lo<br />

pensò con queste precise parole, La luce del giorno, sapendo che non l'avrebbe<br />

vista. In verità, un oculista cieco non poteva servire a molto, ma spettava a lui<br />

informare le autorità sanitarie, avvisarle di quello che si sarebbe potuto<br />

trasformare in una catastrofe nazionale, né più né meno che un tipo di cecità<br />

finora sconosciuto, con tutta l'apparenza di essere altamente contagioso e che, a<br />

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quanto pare, si manifestava senza la previa esistenza di attività patologiche<br />

precedenti di carattere infiammatorio, infettivo o degenerativo, come aveva<br />

potuto verificare nel cieco che era andato da lui in ambulatorio, o come nel suo<br />

stesso caso si sarebbe confermato, una miopia lieve, un lieve astigmatismo, tutto<br />

talmente leggero che aveva deciso, per il momento, di non usare lenti correttive.<br />

Occhi che avevano cessato di vedere, occhi che erano totalmente ciechi, eppure<br />

erano in perfetto stato, senza alcuna lesione, recente o antica, acquisita o<br />

primitiva. Rammentò l'esame minuzioso che aveva fatto al cieco, come le diverse<br />

parti dell'occhio accessibili all'oftalmoscopio si presentassero sane, senza alcun<br />

segnale di alterazioni morbose, una situazione molto rara all'età di trentotto anni<br />

che l'uomo aveva dichiarato di avere, e anche in età più giovane. Quell'uomo non<br />

dovrebbe essere cieco, pensò, dimentico per alcuni momenti di esserlo anche lui,<br />

a tal punto può giungere l'abnegazione, e non è cosa di adesso, ricordiamoci di<br />

quel che disse Omero, ancorché con parole apparentemente diverse.<br />

Finse di dormire ancora quando la moglie si alzò. Sentì il bacio che lei gli<br />

diede sulla fronte, molto dolce, come se non volesse svegliarlo da quello che<br />

credeva un sonno profondo, forse aveva pensato, Poverino, si è coricato tardi,<br />

studiando lo straordinario caso di quel povero cieco. Rimasto solo, come se<br />

lentamente venisse garrotato da una densa nuvola che gli premeva sul petto e gli<br />

entrava nelle narici rendendolo cieco dall'interno, il medico emise un breve<br />

gemito, lasciò che due lacrime, Saranno bianche, pensò, gli inondassero gli occhi e<br />

gli scivolassero sulle tempie, da un lato e dall'altro della faccia, adesso<br />

comprendeva la paura dei suoi pazienti quando gli dicevano, Dottore, mi pare che<br />

sto perdendo la vista. In camera giungevano i piccoli rumori domestici, la moglie<br />

sarebbe tornata presto per vedere se stesse ancora dormendo, si avvicinava l'ora<br />

di andare in ospedale. Si alzò con prudenza, a tentoni cercò e si infilò la vestaglia,<br />

entrò nella stanza da bagno, urinò. Poi si voltò verso dove sapeva che c'era lo<br />

specchio, stavolta non domandò, Che cosa sarà, non disse, Ci sono mille ragioni<br />

per cui il cervello umano si chiuda, si limitò ad allungare le mani fino a toccare il<br />

vetro, sapeva che la sua immagine era lì a guardarlo, l'immagine vedeva lui, lui<br />

non vedeva l'immagine. Udì la moglie entrare in camera, Ah, sei già alzato, disse<br />

lei, e lui rispose, Sì. Subito dopo la sentì accanto a sé, Buongiorno, amore mio, si<br />

rivolgevano ancora parole affettuose dopo tanti anni di matrimonio, e allora lui<br />

disse, come se stessero rappresentando un'opera e questa fosse la sua battuta,<br />

Non credo sarà molto buono, ho qualcosa alla vista. Lei prestò attenzione solo<br />

all'ultima parte della frase, Lasciami vedere, chiese, gli esaminò gli occhi con<br />

attenzione, Non vedo niente, la frase era evidentemente scambiata, non faceva<br />

parte del ruolo di lei, avrebbe dovuto pronunciarla lui, che però la pronunciò più<br />

semplicemente, così, Non vedo, e aggiunse, Credo di essere stato contagiato dal<br />

malato di ieri.<br />

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Con il tempo e l'intimità, le mogli dei medici finiscono anch'esse per capirne<br />

qualcosa di medicina, e questa, così vicina al marito in tutto, aveva imparato<br />

abbastanza per sapere che la cecità non si diffonde per contagio, come una<br />

epidemia, la cecità non si prende solo perché qualcuno che non lo è guarda un<br />

cieco, la cecità è una questione privata fra un individuo e gli occhi con cui è nato.<br />

In tutti i casi, un medico ha l'obbligo di sapere ciò che dice, l'università è lì per<br />

quello, e se, oltre all'essersi dichiarato cieco, ammette apertamente di essere<br />

stato contagiato, chi è la moglie, sia pure la moglie di un medico, per dubitarne. è<br />

comprensibile, quindi, come la povera signora, davanti all'irrefutabile evidenza,<br />

finisse per reagire come una qualsiasi moglie normale, ne conosciamo già due,<br />

abbracciando il marito, offrendo le naturali dimostrazioni di dolore, E adesso,<br />

cosa facciamo, domandava fra le lacrime, Avvisare le autorità sanitarie, il<br />

ministero, è la cosa più urgente, se si tratta realmente di una epidemia è<br />

necessario prendere provvedimenti, Ma una epidemia di cecità non si è mai vista,<br />

dichiarò la moglie, nel desiderio di aggrapparsi a quest'ultima speranza, Neanche<br />

si è mai visto un cieco senza motivi apparenti per esserlo, e in questo momento<br />

ce ne sono già almeno due. Aveva appena pronunciato l'ultima parola che il viso<br />

gli si trasformò. Spinse via la moglie quasi con violenza, lui stesso indietreggiò,<br />

Allontanati, non ti avvicinare, potrei contagiarti, e subito dopo, picchiandosi il<br />

capo con i pugni chiusi, Stupido, stupido, medico idiota, com'è che non ci ho<br />

pensato, un'intera notte insieme, dovevo rimanere nello studio, con la porta<br />

chiusa, e anche così, Per favore, non parlare in questo modo, ciò che dovrà essere<br />

sarà, avanti, vieni, ti preparo la colazione, Lasciami, lasciami, No, urlò la moglie,<br />

cosa vuoi fare, andare a ruzzoloni, urtando contro i mobili, in cerca del telefono,<br />

senza occhi per trovare nell'elenco i numeri di cui hai bisogno, mentre io assisto<br />

tranquillamente allo spettacolo, sotto una campana di cristallo a prova di<br />

contaminazione. Lo afferrò per il braccio con fermezza e disse, Andiamo, amore.<br />

Era ancora presto quando il medico finì di prendere, immaginiamo con che<br />

gusto, la tazza di tè e la fetta di pane tostato che la moglie si era ostinata a<br />

preparargli, troppo presto per trovare nei rispettivi posti di lavoro le persone che<br />

avrebbe dovuto informare. La logica e l'efficacia dettavano che la comunicazione<br />

di quanto stava accadendo fosse fatta direttamente e il più presto possibile a un<br />

alto funzionario responsabile del Ministero della Sanità, ma non tardò a cambiare<br />

idea quando si rese conto che il presentarsi come semplice medico con<br />

un'informazione importante e urgente da comunicare non era sufficiente a<br />

convincere l'impiegato di medio livello con cui alla fine, dopo molte suppliche, la<br />

centralinista aveva acconsentito a metterlo in contatto. L'uomo volle sapere di<br />

cosa si trattasse prima di passargli il diretto superiore, ed era chiaro che<br />

qualunque medico con senso di responsabilità non si sarebbe messo ad<br />

annunciare il sorgere di una epidemia di cecità al primo subalterno che gli fosse<br />

comparso davanti, il panico sarebbe stato immediato. Gli rispondeva l'impiegato,<br />

Lei afferma di essere un medico, se vuole che le dica che ci credo, ebbene sì, ci<br />

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credo, ma ho degli ordini, o mi dice di cosa si tratta, o non procedo, è una<br />

questione confidenziale, Le questioni confidenziali non si trattano per telefono,<br />

sarà meglio che venga personalmente, Non posso uscire da casa, Vuole dire che è<br />

malato, Sì, sono malato, disse il cieco dopo un attimo di esitazione, In questo caso<br />

dovrà chiamare un medico, un medico vero, ribatté l'impiegato e, affascinato dal<br />

proprio spirito, riagganciò il telefono.<br />

L'insolenza lo colpì come uno schiaffo. Solo dopo alcuni minuti riacquistò la<br />

serenità sufficiente per raccontare alla moglie la villania con cui era stato trattato.<br />

Dopo, come se avesse appena scoperto qualcosa che fosse obbligato a sapere da<br />

lungo tempo, mormorò, triste, è di questa pasta che siamo fatti, metà di<br />

indifferenza e metà di cattiveria. Stava per domandare, dubbioso, E adesso,<br />

quando capì di aver perso tempo, l'unico modo di far arrivare l'informazione<br />

dov'era opportuno, per via sicura, sarebbe stato parlare con il direttore sanitario<br />

del proprio ente ospedaliero, da medico a medico, senza burocrati in mezzo, poi<br />

questi si sarebbe incaricato di mettere in funzione il maledetto ingranaggio<br />

ufficiale. La moglie fece la chiamata, sapeva a memoria il numero di telefono<br />

dell'ospedale. Quando risposero, il medico si identificò e poi disse<br />

frettolosamente, Bene, grazie mille, senza dubbio la centralinista aveva<br />

domandato, Come sta, dottore, è ciò che diciamo quando non vogliamo fare la<br />

parte del debole, abbiamo detto, Bene, e stavamo morendo, ciò che<br />

normalmente si suole definire come prendere il coraggio a quattro mani, un<br />

fenomeno che solo nella specie umana è stato osservato. Quando il direttore<br />

rispose, Allora, cosa c'è, il medico gli domandò se era solo, se non ci fosse intorno<br />

qualcuno che poteva sentire, della centralinista non c'era da temere, aveva altro<br />

da fare che ascoltare conversazioni di oculistica, a lei soltanto la ginecologia le<br />

interessava. Il resoconto del medico fu breve ma completo, senza perifrasi, senza<br />

parole in più, senza ridondanze, e fatto con una secchezza clinica che, tenendo<br />

conto della situazione, finì per sorprendere anche il direttore, Ma lei è davvero<br />

cieco, domandò, Totalmente, In tutti i casi, potrebbe trattarsi di una coincidenza,<br />

potrebbe non esserci stato realmente, in senso stretto, un contagio, D'accordo, il<br />

contagio non è dimostrato, ma qui non è che è diventato cieco lui e sono<br />

diventato cieco io, ciascuno a casa propria, senza esserci visti, l'uomo mi si è<br />

presentato cieco per una visita e io sono diventato cieco poche ore dopo, Come<br />

faremo a ritrovarlo, Ho il nome e l'indirizzo all'ambulatorio, Manderò qualcuno<br />

immediatamente, Un medico, Sì, un collega, chiaro, Non le sembra che<br />

dovremmo comunicare al ministero cosa sta capitando, Per il momento lo trovo<br />

prematuro, pensi all'allarme che causerebbe una notizia del genere, per Dio, la<br />

cecità mica si attacca, Neanche la morte si attacca, e ciò nonostante moriamo<br />

tutti, Beh, se ne stia a casa mentre mi occupo della faccenda, poi la manderò a<br />

prendere, voglio vederla, Si ricordi che se sono cieco è per avere visitato un cieco,<br />

La certezza non c'è, Ma c'è, quanto meno, una buona supposizione di causa ed<br />

effetto, Senza dubbio, tuttavia è ancora troppo presto per trarre conclusioni, due<br />

22


casi isolati non hanno alcun significato statistico, A meno che a questo punto non<br />

siamo già più di due, Capisco il suo stato d'animo, ma dobbiamo pur difenderci da<br />

pessimismi che possono rivelarsi infondati, Grazie, Ci risentiamo, A presto.<br />

Mezz'ora dopo il medico, malamente, con l'aiuto della moglie, aveva finito<br />

di farsi la barba, squillò il telefono. Era di nuovo il direttore sanitario, ma la sua<br />

voce, adesso, era diversa, Abbiamo qui un ragazzo che è diventato cieco anche lui<br />

all'improvviso, vede tutto bianco, la madre dice di essere stata ieri con il figlio nel<br />

suo ambulatorio, Suppongo che il piccolo abbia uno strabismo divergente<br />

all'occhio sinistro, Sì, Non c'è dubbio, è lui, Comincio a esser preoccupato, la<br />

situazione è davvero seria, Il ministero, Sì, chiaro, vado immediatamente a parlare<br />

con la direzione dell'ospedale. Dopo circa tre ore, mentre il medico e la moglie<br />

pranzavano in silenzio, lui cercando con la forchetta i pezzettini di carne che lei gli<br />

aveva tagliato, il telefono squillò di nuovo. La moglie andò a rispondere, tornando<br />

indietro immediatamente, Devi venire tu, è dal ministero. Lo aiutò ad alzarsi, lo<br />

guidò fino allo studio e gli porse il telefono. Fu una conversazione rapida. Il<br />

ministero voleva sapere l'identità dei pazienti che erano stati il giorno precedente<br />

nell'ambulatorio, il medico rispose che le relative cartelle cliniche contenevano<br />

tutti gli elementi di identificazione, il nome, l'età, lo stato civile, la professione,<br />

l'indirizzo, e concluse dichiarandosi a disposizione per accompagnare colui o<br />

coloro che sarebbero andati a ritirarle. All'altro capo il tono fu tagliente, Non ne<br />

abbiamo bisogno. Il telefono passò di mano e si sentì una voce diversa,<br />

Buonasera, sono il ministro, a nome del Governo la ringrazio per il suo zelo, sono<br />

certo che data la prontezza con cui ha agito potremo circoscrivere e controllare la<br />

situazione, intanto la preghiamo di rimanere in casa. Le parole conclusive furono<br />

pronunciate con tono formalmente cortese, però non lasciavano alcun dubbio sul<br />

fatto che fossero un ordine. Il medico rispose, Sì signor ministro, ma la telefonata<br />

era già stata interrotta.<br />

Pochi minuti dopo, di nuovo il telefono. Era il direttore sanitario, nervoso,<br />

incespicando nelle parole, Ho saputo or ora che la polizia ha notizia di due casi di<br />

cecità improvvisa, Poliziotti, No, un uomo e una donna, lui lo hanno trovato per la<br />

strada che gridava di essere cieco, e lei si trovava in un albergo quando lo è<br />

diventata, una storia di letto, pare, è necessario appurare se anche in questo caso<br />

si tratti di miei pazienti, sa come si chiamano, Non me lo hanno detto, Dal<br />

ministero mi hanno già parlato, andranno a ritirare le cartelle in ambulatorio, Che<br />

situazione complicata, Non lo dica a me. Il medicò posò il telefono, si portò le<br />

mani agli occhi, tenendole così, quasi volesse difenderli da mali peggiori, infine<br />

esclamò sordamente, Sono tanto stanco, Dormi un po', ti accompagno a letto,<br />

disse la moglie, Non vale la pena, non sarei capace di dormire, inoltre la giornata<br />

non è finita, dovrà succedere qualcos'altro.<br />

Erano quasi le sei quando il telefono squillò per l'ultima volta. Il medico era<br />

seduto lì accanto, alzò il ricevitore, Sì, sono io, disse, ascoltò con attenzione<br />

23


quanto gli veniva comunicato e solo prima di riagganciare fece un piccolo cenno<br />

con il capo. Chi era, domandò la moglie, Il ministero, viene un'ambulanza a<br />

prendermi fra mezz'ora, Era questo che ti aspettavi succedesse, Sì, più o meno,<br />

Dove ti portano, Non lo so, in un ospedale, suppongo, Vado a prepararti la valigia,<br />

a scegliere la biancheria, al solito, Non è un viaggio, Non lo sappiamo che cos'è. Lo<br />

condusse con attenzione in camera, lo fece sedere sul letto, Stai lì tranquillo,<br />

faccio tutto io. La udì muoversi da un lato all'altro, aprire e chiudere cassetti e<br />

armadi, prendere vestiti e sistemarli poi nella valigia messa lì per terra, ma quel<br />

che non poteva vedere fu che, oltre ai propri vestiti, erano state messe nella<br />

valigia un po' di gonne e camicette, un paio di pantaloni, un vestito, delle scarpe<br />

che potevano essere solo da donna. Pensò vagamente che non avrebbe avuto<br />

bisogno di tanta roba, ma tacque perché non era il momento di discutere di cose<br />

insignificanti. Udì il rumore delle chiusure, poi la moglie disse, Fatto, l'ambulanza<br />

può anche arrivare. Portò la valigia vicino alla porta d'ingresso, rifiutando l'aiuto<br />

del marito che diceva, Lascia che ti aiuti, ce la faccio, non sono poi così invalido. Si<br />

tenevano per mano, e lui disse, Non so quanto tempo staremo separati, e lei<br />

rispose, Non ti preoccupare.<br />

Aspettarono quasi un'ora. Quando il campanello della porta suonò, lei si<br />

alzò e andò ad aprire, ma sul pianerottolo non c'era nessuno. Rispose al citofono,<br />

Bene, scende subito, rispose. Tornò dal marito e gli disse, Ti aspettano giù, hanno<br />

ordine di non salire, A quanto pare il ministero è davvero spaventato, Andiamo.<br />

Scesero in ascensore, lei aiutò il marito a superare gli ultimi gradini, poi a entrare<br />

nell'ambulanza, tornò indietro per prendere la valigia, la issò da sola e la spinse<br />

dentro. Infine salì e si sedette accanto al marito. Il conducente dell'ambulanza<br />

protestò dal sedile anteriore, Posso portare solo lui, sono gli ordini che ho, lei,<br />

signora, scenda. La donna, tranquillamente, rispose, Deve portar via anche me,<br />

sono diventata cieca in questo momento.<br />

L'idea era uscita dalla testa del ministro in persona. Era, da qualsiasi lato la<br />

si esaminasse, un'idea felice, se non perfetta, sia per quanto riguardava gli aspetti<br />

meramente sanitari del caso sia per le implicazioni sociali e le conseguenze<br />

politiche. Finché non si fossero appurate le cause o, per usare un linguaggio<br />

adeguato, l'eziologia del mal bianco, come, grazie all'ispirazione di un assessore<br />

fantasioso, l'indecorosa cecità aveva cominciato a essere designata, finché non si<br />

fossero trovate la terapia e la cura e, chissà, magari un vaccino per prevenire<br />

l'insorgenza di casi futuri, tutte le persone che erano diventate cieche, nonché<br />

quelle che vi fossero state in contatto fisico o in vicinanza diretta, sarebbero state<br />

radunate e isolate, in modo da evitare ulteriori contagi, i quali, nel verificarsi, si<br />

sarebbero moltiplicati più o meno secondo ciò che matematicamente si suole<br />

denominare come progressione geometrica. Quod erat demonstrandum,<br />

concluse il ministro. In parole alla portata di tutti, si trattava in sostanza di<br />

mettere in quarantena tutta quella gente, secondo l'antica prassi ereditata dai<br />

24


tempi del colera e della febbre gialla, quando le imbarcazioni contaminate o solo<br />

sospette di infezione dovevano rimanere al largo per quaranta giorni, vediamo<br />

come va. Queste medesime parole, Vediamo come va, intenzionali dal tono, ma<br />

sibilline in mancanza di altre, furono pronunciate dal ministro, che in seguito<br />

precisò il proprio pensiero, Volevo dire che potrebbero essere quaranta giorni,<br />

ma anche quaranta settimane, o quaranta mesi, o quarant'anni, bisogna però che<br />

non escano. Adesso rimane da decidere dove li metteremo, signor ministro, disse<br />

il presidente della commissione logistica di sicurezza, rapidamente nominata<br />

all'uopo, che avrebbe dovuto incaricarsi del trasporto, isolamento e rifornimento<br />

dei pazienti, Di che possibilità immediate disponiamo, volle sapere il ministro,<br />

Abbiamo un manicomio vuoto, sfitto, in attesa di destinazione, alcune<br />

installazioni militari non più utilizzate a seguito della recente ristrutturazione<br />

dell'esercito, una fiera industriale in avanzata fase di completamento, e c'è<br />

inoltre, non sono riusciti a spiegarmene il perché, un ipermercato in fallimento,<br />

Secondo lei, quale andrebbe meglio ai nostri fini, La caserma è quella che offre<br />

migliori condizioni di sicurezza, Naturalmente, Ha però un inconveniente, è<br />

troppo grande, il che renderebbe difficile e dispendiosa la sorveglianza degli<br />

internati, Me ne rendo conto, Quanto all'ipermercato, ci sarebbero da calcolare,<br />

probabilmente, impedimenti giuridici vari, questioni legali da tenere in conto, E la<br />

fiera, La fiera, signor ministro, credo sia preferibile non pensarci, Perché,<br />

All'industria non piacerebbe di certo, lì ci sono investiti miliardi, In questo caso,<br />

resta il manicomio, Sì, signor ministro, il manicomio, E allora vada per il<br />

manicomio, Del resto, sotto tutti i punti di vista, è quello che presenta migliori<br />

condizioni, perché non solo è circondato da un muro per tutto il suo perimetro,<br />

ma ha anche il vantaggio di essere costituito da due ali, una da destinare ai ciechi<br />

propriamente detti, e un'altra ai sospetti, oltre a un corpo centrale che fungerà,<br />

per così dire, da terra-di-nessuno, attraverso cui coloro che siano diventati ciechi<br />

passeranno per andare a raggiungere coloro che lo erano già, C'è un problema,<br />

Quale, signor ministro, Saremo obbligati a mettere del personale per dirigere i<br />

trasferimenti, e mi sa che non potremo contare sui volontari, Non credo sia<br />

necessario, signor ministro, Si spieghi meglio, Qualora uno dei sospetti di<br />

infezione diventi cieco, com'è naturale che succeda prima o poi, stia certo, signor<br />

ministro, che gli altri, coloro i quali hanno ancora la vista, lo metteranno fuori<br />

all'istante, Ha ragione, Proprio come non permetterebbero l'ingresso di un cieco<br />

cui fosse venuto in mente di cambiar posto, Buona idea, Grazie, signor ministro,<br />

allora possiamo ordinare di procedere, Sì, ha carta bianca.<br />

La commissione agì con rapidità ed efficacia. Prima di sera erano già stati<br />

radunati tutti i ciechi di cui si aveva notizia, e anche un certo numero di presunti<br />

contagiati, quanto meno quelli che era stato possibile identificare e localizzare<br />

con una rapida operazione di rastrellamento effettuata soprattutto negli ambienti<br />

familiari e professionali dei colpiti dalla perdita della vista. I primi a essere<br />

trasportati nel manicomio sgombrato furono il medico e sua moglie. C'erano<br />

25


soldati di guardia. Il portone fu aperto giusto per farli passare, e subito richiuso. A<br />

mo' di corrimano, una grossa corda andava dal portone alla porta principale<br />

dell'edificio, Un po' più avanti, sulla sinistra, c'è una corda, afferratela e<br />

proseguite, sempre diritto, fino ai gradini, i gradini sono sei, li avvisò un sergente.<br />

All'interno la corda si divideva in due, una diramazione a sinistra, l'altra a destra, il<br />

sergente gli aveva urlato, Attenzione, il vostro lato è il destro. Mentre trascinava<br />

la valigia, la moglie guidava il marito verso la camerata che si trovava più vicina<br />

all'ingresso. Era lunga come un'antica infermeria, con due file di letti che erano<br />

stati dipinti di grigio, ma la cui vernice aveva cominciato a scrostarsi da un pezzo. I<br />

copriletti, le lenzuola e le coperte erano dello stesso colore. La moglie condusse il<br />

marito in fondo alla camerata, lo fece sedere su uno dei letti, e gli disse, Non<br />

muoverti, vado a vedere com'è. C'erano altre camerate corridoi lunghi e stretti,<br />

stanze che un tempo dovevano essere gabinetti medici, latrine sudice, una cucina<br />

che ancora non aveva perduto l'odore del cibo cattivo, un grande refettorio con<br />

tavoli dai ripiani rivestiti di zinco, tre celle imbottite fino all'altezza di due metri e<br />

rivestite di sughero da lì in su. Nel retro dell'edificio c'era un recinto in<br />

abbandono, con alberi malandati, i tronchi sembrava che fossero stati scorticati.<br />

Dappertutto si vedeva spazzatura. La moglie del medico rientrò. In un armadio<br />

aperto a metà trovò alcune camicie di forza. Quando raggiunse di nuovo il marito,<br />

gli domandò, Riesci a immaginare dove ci hanno portato, No, e stava per<br />

aggiungere In un manicomio, ma lui la prevenne, Tu non sei cieca, non posso<br />

consentirti di restare qui, Sì, hai ragione, non sono cieca, Gli chiederò di portarti a<br />

casa, dirò che li hai ingannati per restare con me, Non vale la pena, da fuori non ti<br />

sentono, e anche se ti sentissero non ti darebbero retta, Ma tu vedi, Per il<br />

momento, la cosa più sicura è che diventerò cieca anch'io uno di questi giorni, o<br />

fra un minuto, Vattene via, per favore, Non insistere, del resto scommetto che i<br />

soldati non mi farebbero neanche metter piede sui gradini, Non ti posso<br />

obbligare, Infatti no, amore mio, non puoi, resto per aiutare te, e gli altri che<br />

verranno, ma non dir loro che ci vedo, Quali altri, Non crederai che saremo gli<br />

unici, è una follia, Per forza, siamo in un manicomio.<br />

Gli altri ciechi arrivarono insieme. Li avevano presi nelle rispettive case, uno<br />

dopo l'altro, quello dell'automobile prima di tutti, il ladro che l'aveva rubata, la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, il ragazzino strabico, no, lui no, lui andarono a<br />

prenderlo all'ospedale dove la madre lo aveva portato. La madre non era con lui,<br />

non aveva avuto l'astuzia della moglie del medico, dichiarare di essere cieca senza<br />

esserlo, è una creatura semplice, incapace di mentire, anche a fin di bene.<br />

Entrarono nella camerata inciampando, brancolando nel vuoto, qui non c'erano<br />

corde a guidarli, avrebbero dovuto apprendere a spese dei propri dolori, il<br />

ragazzino piangeva, voleva la mamma, e la ragazza dagli occhiali scuri cercava di<br />

calmarlo, Ora viene, ora viene, gli diceva, e siccome portava gli occhiali poteva<br />

essere cieca, ma poteva anche non esserlo, gli altri muovevano gli occhi da un lato<br />

e dall'altro, e non vedevano niente, mentre lei, con quegli occhiali, solo perché<br />

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diceva Ora viene, ora viene, sembrava quasi che stesse vedendo entrare dalla<br />

porta la madre disperata. La moglie del medico avvicinò le labbra all'orecchio del<br />

marito e sussurrò, Ne sono entrati quattro, una donna, due uomini e un ragazzo,<br />

Gli uomini, che aspetto hanno, domandò il medico a voce bassa. Lei li descrisse, e<br />

lui, Quello lì non lo conosco, l'altro, da come l'hai descritto, ha tutta l'aria di<br />

essere il cieco venuto in ambulatorio, Il piccolo ha uno strabismo, e la donna<br />

porta occhiali scuri, sembra carina, Ci son venuti tutti e due. Per via dei rumori<br />

che facevano mentre cercavano un posto dove sentirsi sicuri, i ciechi non udirono<br />

questo scambio di parole, probabilmente pensavano non ci fosse nessun altro<br />

nelle stesse condizioni, e non avevano perduto la vista da sufficiente tempo<br />

perché il senso dell'udito gli si fosse avvivato al di sopra della norma. Infine, quasi<br />

fossero giunti alla conclusione che non valeva la pena lasciare il certo per<br />

l'incerto, ciascuno si sedette sul letto contro cui aveva per così dire inciampato,<br />

vicinissimi i due uomini, ma senza saperlo. A voce bassa, la ragazza continuava a<br />

consolare il ragazzino, Non piangere, vedrai che tua mamma non tarderà. Poi si<br />

fece silenzio, e allora la moglie del medico disse, in modo da essere udita in fondo<br />

alla camerata, dov'era la porta, Qui siamo in due, quanti siete voi. La voce<br />

inattesa fece sobbalzare i neoarrivati, ma i due uomini rimasero zitti, rispose la<br />

ragazza, Siamo quattro, credo, qui ci siamo questo bambino e io, Chi altri, perché<br />

gli altri non parlano, domandò la moglie del medico, Ci sono io, mormorò, come<br />

se gli costasse pronunciare le parole, una voce di uomo, E io, borbottò a sua volta,<br />

contrariata, un'altra voce maschile. La moglie del medico si disse fra sé e sé, Si<br />

comportano come se temessero di farsi riconoscere. Li vedeva contratti tesi, il<br />

collo allungato come se fiutassero qualcosa, ma, curiosamente, le espressioni<br />

erano simili, un misto di minaccia e di paura, eppure la paura dell'uno non era<br />

come quella dell'altro, e non lo erano neppure le minacce. Che ci sarà fra loro,<br />

pensò.<br />

In quel momento si udì una voce forte e secca, voce di qualcuno che, dal<br />

tono, sembrava abituato a dare ordini. Veniva da un altoparlante fissato sopra la<br />

porta da cui erano entrati. Fu pronunciata tre volte la parola Attenzione, poi la<br />

voce attaccò, Al Governo rincresce di essere stato costretto a esercitare<br />

energicamente quello che considera suo diritto e suo dovere, proteggere con tutti<br />

i mezzi la popolazione nella crisi che stiamo attraversando, quando sembra si<br />

verifichi qualcosa di simile a una violenta epidemia di cecità, provvisoriamente<br />

designata come mal bianco, e desidererebbe poter contare sul senso civico e la<br />

collaborazione di tutti i cittadini per bloccare il propagarsi del contagio,<br />

nell'ipotesi che di contagio si tratti, nell'ipotesi che non ci si trovi unicamente<br />

davanti a una serie di coincidenze per ora inspiegabili. La decisione di riunire in<br />

uno stesso luogo tutte le persone colpite e, in un luogo prossimo, ma separato,<br />

quelle che con esse abbiano avuto qualche tipo di contatto, non è stata presa<br />

senza seria ponderazione. Il Governo è perfettamente consapevole delle proprie<br />

responsabilità e si aspetta da coloro ai quali questo messaggio è rivolto che<br />

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assumano anch'essi, da cittadini rispettosi quali devono essere, le loro<br />

responsabilità, pensando anche che l'isolamento in cui ora si trovano<br />

rappresenterà, al di là di qualsiasi altra considerazione personale, un atto di<br />

solidarietà verso il resto della comunità nazionale. Detto ciò, richiamiamo<br />

l'attenzione di tutti alle istruzioni che seguono, primo, le luci si manterranno<br />

sempre accese, sarà inutile qualsiasi tentativo di manovrare gli interruttori, non<br />

funzionano, secondo, chi abbandonerà l'edificio senza autorizzazione verrà<br />

immediatamente passato per le armi, ripeto, immediatamente passato per le<br />

armi, terzo, in ogni camerata esiste un telefono che potrà essere usato solo per<br />

richiedere all'esterno prodotti per l'igiene e la pulizia, quarto, gli internati<br />

laveranno manualmente i propri indumenti, quinto, si raccomanda l'elezione di<br />

responsabili di camerata, si tratta di una raccomandazione, non di un ordine, gli<br />

internati si organizzeranno come meglio credono, purché rispettino le suddette<br />

regole e quelle che verranno enunciate qui di seguito, sesto, tre volte al giorno<br />

saranno depositate razioni di cibo alla porta d'ingresso, a destra e a sinistra,<br />

destinate rispettivamente ai pazienti e ai sospetti di contagio, settimo, tutti gli<br />

avanzi dovranno essere bruciati, considerandosi avanzi, all'uopo, non solo ogni<br />

tipo di cibo avanzato, ma anche le casse, i piatti e le posate, che sono di materiale<br />

combustibile, ottavo, l'operazione dovrà essere effettuata nei cortili interni<br />

dell'edificio o nel recinto, nono, gli internati sono responsabili di tutte le eventuali<br />

conseguenze di tali operazioni di incenerimento, decimo, in caso di incendio, sia<br />

esso fortuito o intenzionale, i pompieri non interverranno, undicesimo, gli<br />

internati non dovranno contare su alcun tipo di intervento dall'esterno nell'ipotesi<br />

che fra di essi si verifichino malattie, nonché l'insorgere di disordini o aggressioni,<br />

dodicesimo, in caso di morte, qualunque ne sia la causa, gli internati<br />

sotterreranno senza formalità il cadavere nel recinto, tredicesimo, la<br />

comunicazione fra l'ala dei pazienti e l'ala dei sospetti di contagio avverrà tramite<br />

il corpo centrale dell'edificio, lo stesso da cui siete entrati, quattordicesimo, i<br />

sospetti di contagio che dovessero diventare ciechi passeranno immediatamente<br />

nell'ala destinata a coloro che già lo sono, quindicesimo, questa comunicazione<br />

sarà ripetuta tutti i giorni, a questa stessa ora, per conoscenza dei nuovi ammessi.<br />

Il Governo e la Nazione si aspettano che ciascuno compia il proprio dovere.<br />

Buonanotte.<br />

Nel silenzio che seguì si udì chiaramente la voce del ragazzino, Voglio la<br />

mamma, ma le parole furono articolate senza alcuna espressione, come un<br />

ripetitore automatico che prima avesse lasciato in sospeso una frase e adesso,<br />

fuori tempo, la trasmettesse. Il medico disse, Gli ordini che abbiamo sentito non<br />

lasciano dubbi, siamo isolati, più isolati di quanto probabilmente lo sia mai stato<br />

nessuno, e senza speranza di potere uscire da qui prima che si scopra il rimedio<br />

per la malattia, La sua voce mi è nota, disse la ragazza dagli occhiali scuri, Sono<br />

medico, sono un oculista, è il medico che ho consultato ieri, è la sua voce, Sì, e lei<br />

chi è, Avevo una congiuntivite, suppongo di averla ancora, ma adesso, cieca per<br />

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cieca, ormai non avrà più importanza, E quel piccino che sta con lei, Non è mio, io<br />

non ho figli, Ieri ho visitato un ragazzino strabico, sei tu, domandò il medico, Sì,<br />

signore, la risposta del ragazzo ebbe un tono di dispetto, di chi non ha gradito<br />

sentir menzionato il proprio difetto fisico, e aveva ragione, che simili difetti,<br />

questi e altri, solo per il fatto di parlarne, dall'essere a stento percepibili<br />

diventano più che evidenti. C'è qualcun altro che conosco, domandò ancora il<br />

medico, non c'è per caso quel signore che ieri è venuto nel mio ambulatorio<br />

accompagnato dalla moglie, quello che è diventato cieco all'improvviso mentre<br />

era in automobile, Sono io, rispose il primo cieco, C'è ancora un'altra persona, si<br />

presenti per favore, ci hanno costretto a vivere insieme, non sappiamo per<br />

quanto tempo, quindi è indispensabile conoscerci. Il ladro della macchina<br />

bofonchiò a denti stretti, Sì, sì, ritenendo che ciò bastasse a confermare la sua<br />

presenza, ma il medico insistette, La voce è di una persona relativamente<br />

giovane, lei non dev'essere il malato anziano, quello della cataratta, No, dottore,<br />

non lo sono, Com'è che è diventato cieco, Ero per la strada, E poi, Poi niente, ero<br />

per la strada e sono diventato cieco. Il medico stava aprendo bocca per<br />

domandare se anche la cecità dell'ultimo intervenuto fosse bianca, ma tacque, a<br />

che scopo, a che serviva, qualunque fosse stata la risposta, e bianca o nera la<br />

cecità, da lì non sarebbero usciti. Tese la mano incerta verso la moglie e la<br />

incontrò a metà strada. Lei andò a baciargli il viso, nessuno avrebbe potuto più<br />

vedere questa faccia avvizzita, la bocca spenta, gli occhi morti, vitrei, spaventosi<br />

perché sembrava che vedessero e non vedevano, Arriverà anche il mio turno,<br />

pensò, quando, forse in questo istante, senza darmi il tempo di concludere ciò<br />

che mi sto dicendo, in qualsiasi momento, come loro, o forse mi sveglierò cieca, o<br />

lo diventerò chiudendo gli occhi per dormire, credendo di essermi solo<br />

addormentata.<br />

Guardò i quattro ciechi, erano seduti sui letti, con ai piedi quel poco<br />

bagaglio che avevano potuto portare, il ragazzino con il suo zainetto, gli altri con<br />

le valigie, piccole, come per un fine settimana. La ragazza dagli occhiali scuri<br />

chiacchierava a voce bassa con il ragazzo, nella fila opposta, vicini, con un solo<br />

letto in mezzo, il primo cieco e il ladro della macchina erano l'uno davanti all'altro<br />

senza saperlo. Il medico disse, Tutti abbiamo sentito gli ordini, accada quel che<br />

accada una cosa è certa, nessuno verrà ad aiutarvi, perciò sarebbe preferibile che<br />

cominciassimo a organizzarci subito, perché non ci vorrà molto prima che questa<br />

camerata si riempia di gente, questa e le altre, Come sa che ci sono altre<br />

camerate, domandò la ragazza, Abbiamo fatto un giro prima di approdare qui,<br />

questa era più vicina alla porta d'ingresso, spiegò la moglie del medico, mentre<br />

stringeva il braccio del marito per raccomandargli di stare attento. Disse la<br />

ragazza, Sarebbe meglio che lei, dottore, fosse il responsabile, è pur sempre un<br />

medico, A cosa serve un medico senza occhi né medicine, Ma è per l'autorità. La<br />

moglie del medico sorrise, Penso che dovresti accettare, se gli altri sono<br />

d'accordo, è chiaro, Non credo sia una buona idea, Perché, Per il momento siamo<br />

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solo in sei, ma domani saremo certamente di più, verrà gente tutti i giorni,<br />

sarebbe come scommettere sull'impossibile contare che fossero tutti disposti ad<br />

accettare un'autorità che non hanno scelto e che, per giunta, non avrebbe niente<br />

da dare in cambio della loro deferenza, il che sarebbe come supporre che<br />

riconoscerebbero un'autorità e una regola, Allora sarà difficile vivere qui, Saremo<br />

molto fortunati se sarà solo difficile. La ragazza dagli occhiali scuri disse, La mia<br />

intenzione era buona, ma veramente, dottore, ha ragione lei, ciascuno tirerà<br />

l'acqua al proprio mulino.<br />

Spinto forse da queste parole, o non potendo più reggere alla rabbia, uno<br />

degli uomini si alzò bruscamente in piedi, Questo signore qui è il colpevole della<br />

nostra infelicità, se avessi gli occhi lo farei fuori, sbraitò, mentre indicava nella<br />

direzione in cui credeva stesse l'altro. Non si era sbagliato di molto, ma il<br />

drammatico gesto risultò comico perché il dito puntato, accusatore, indicava un<br />

innocente comodino. Stia calmo, disse il medico, in un'epidemia non ci sono<br />

colpevoli, ci sono soltanto vittime, Se io non fossi stato quella brava persona che<br />

ho dimostrato di essere, se non lo avessi aiutato ad arrivare a casa, avrei ancora i<br />

miei occhi, Chi è lei, domandò il medico, ma l'accusatore non rispose, sembrava<br />

già contrariato di aver parlato. Allora si udì la voce dell'altro uomo, Mi ha<br />

condotto a casa, è vero, ma poi si è approfittato del mio stato per rubarmi la<br />

macchina, è falso, non ho rubato niente, Invece sì, me l'ha rubata, Se qualcuno le<br />

ha fregato la macchina non sono stato io, ed ecco la ricompensa per la mia buona<br />

azione, sono cieco, e poi dove sono i testimoni, vorrei vederli, La discussione non<br />

risolve niente, disse la moglie del medico, la macchina è là fuori, voi siete qua<br />

dentro, è meglio facciate la pace, ricordatevi che vivremo insieme, Chi non vivrà<br />

con lui lo so io, disse il primo cieco, voi fate come volete, io me ne vado in un'altra<br />

camerata, non resto accanto a un mascalzone come questo che è stato capace di<br />

derubare un cieco, lui si lamenta di essere cieco per causa mia, e allora, che si<br />

cecasse, almeno c'è ancora un po' di giustizia a questo mondo. Afferrò la valigia e,<br />

strascicando i piedi per non inciampare, brancolando con la mano libera,<br />

attraversò la corsia che separava le due file di brande, Dove sono le camerate,<br />

domandò, ma non arrivò a udire la risposta, se pure qualcuno gliela diede, perché<br />

all'improvviso si ritrovò in un parapiglia di braccia e gambe, il ladro della macchina<br />

metteva in atto alla meglio la minaccia di vendicarsi del responsabile dei propri<br />

mali. Chi sotto, chi sopra, rotolarono nel poco spazio, sbattendo qua e là contro i<br />

piedi dei letti, mentre, di nuovo spaventato, il ragazzino strabico ricominciava a<br />

piangere e a chiamare la mamma. La moglie del medico afferrò il marito per un<br />

braccio, sapeva che da sola non ce l'avrebbe fatta a metter fine alla zuffa, e lo<br />

condusse lungo la corsia fin dove si dibattevano, ansimando, gli infuriati lottatori.<br />

Guidò le mani del marito, lei stessa si occupò del cieco che trovò più a portata di<br />

mano, e a gran fatica riuscirono a separarli. Vi state comportando in maniera<br />

stupida, rimproverò il medico, se avete in mente di far diventare questo posto un<br />

inferno, continuate pure, siete sulla buona strada, ma ricordatevi che siamo in<br />

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mano a noi stessi, aiuti da fuori, nessuno, avete sentito cosa ho detto, Lui mi ha<br />

rubato la macchina, piagnucolò il primo cieco, più ammaccato dell'altro, Lasci<br />

perdere, adesso non fa differenza, disse la moglie del medico, ormai non poteva<br />

più servirsene quando gliel'hanno rubata, Infatti, ma era mia, e questo ladro me<br />

l'ha portata via, non so dove, è molto probabile, disse il medico, che la sua<br />

macchina sia nel posto dove quest'uomo è diventato cieco, Lei, dottore, è un tipo<br />

sveglio, sì, non c'è dubbio, disse il ladro. Il primo cieco fece un movimento come<br />

per liberarsi dalle mani che lo tenevano, ma senza forzare, quasi avesse capito<br />

che né l'indignazione, ancorché giustificata, gli avrebbe restituito la macchina, né<br />

la macchina gli avrebbe restituito gli occhi. Ma il ladro minacciò, Se credi che non<br />

ti succederà niente ti sbagli di grosso, ti ho rubato la macchina, sì, sono stato io a<br />

rubartela, ma tu a me hai rubato la vista, chi è più ladro fra noi due, Finitela,<br />

protestò il medico, qui siamo tutti ciechi e non ci lamentiamo né accusiamo<br />

nessuno, Con il male altrui, ci credo, rispose il ladro, sdegnoso, Se vuole andare<br />

nell'altra camerata, disse il medico al primo cieco, mia moglie potrà guidarla, si<br />

orienta meglio di me, Ho cambiato idea, preferisco restare in questa. Il ladro lo<br />

canzonò, Il piccino ha paura di star da solo, non sia mai che compaia il babau,<br />

Basta, urlò il medico spazientito, Oh dottorino, bofonchiò il ladro, guardi che qui<br />

siamo tutti uguali, a me non dà mica ordini, Non le sto dando ordini, le dico solo<br />

di lasciare in pace quest'uomo, Va bene, va bene, ma attenzione, perché quando<br />

mi salta la mosca al naso, amico come tutti, ma nemico come pochi. Con gesti e<br />

movimenti aggressivi, il ladro cercò il letto su cui era seduto prima, vi spinse la<br />

valigia sotto, poi annunciò, Io mi corico, dal tono fu come se avesse voluto<br />

avvisare, Voltatevi di là perché mi devo spogliare. La ragazza dagli occhiali scuri<br />

disse al ragazzino strabico, Vai a letto anche tu, rimani qui da questo lato, se hai<br />

bisogno di qualcosa durante la notte chiamami, Voglio fare pipì, chiese il ragazzo.<br />

Udendolo, tutti sentirono una repentina e urgente voglia di urinare, pensarono,<br />

con queste o con altre parole, E adesso come la risolviamo, il primo cieco tastò<br />

sotto il letto per vedere se c'era una bacinella, ma allo stesso tempo desiderando<br />

che non ci fosse perché si sarebbe vergognato di farla lì davanti agli altri, non<br />

potevano vederlo, certo, ma il rumore è indiscreto, impossibile da mascherare, gli<br />

uomini almeno possono usare un trucco che per le donne non è possibile, in<br />

questo sono più fortunati. Il ladro si era seduto sul letto, stava dicendo, Merda,<br />

dov'è che si piscia in questo posto, Ma come parla, c'è un bambino, protestò la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, Sì, sì, bella mia, ma, o trovi un posto o la tua<br />

creaturina se la farà nei pantaloni. Disse la moglie del medico, Forse posso trovare<br />

io i gabinetti, mi ricordo di avere sentito un certo odore, Vengo con lei, disse la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, tenendo per mano il ragazzino, Penso sia meglio<br />

andare tutti, osservò il medico, così impareremo la strada per quando ne avremo<br />

bisogno, Ti ho capito, pensò il ladro della macchina, ma non si azzardò a dirlo a<br />

voce alta, tu non vuoi che la tua mogliettina debba accompagnarmi a pisciare ogni<br />

volta che ne ho voglia. Il pensiero, per quell'implicito secondo senso, gli provocò<br />

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una piccola erezione che lo sorprese, come se il fatto di essere cieco dovesse aver<br />

avuto come conseguenza la perdita o la diminuzione del desiderio sessuale, Bene,<br />

pensò, in definitiva non tutto è perduto, tra morti e feriti qualcuno scamperà, e<br />

poi, estraniandosi dalla conversazione, cominciò a fantasticare. Non gliene<br />

diedero il tempo, il medico stava dicendo, Facciamo una fila, mia moglie andrà in<br />

testa, ciascuno metta la mano sulla spalla di chi gli sta davanti, così non ci sarà<br />

pericolo di perderci. Disse il primo cieco, Io con questo non ci vado, si riferiva<br />

ovviamente a chi lo aveva derubato.<br />

O perché si cercavano, o perché si evitavano, ma a stento riuscivano a<br />

muoversi nella stretta corsia, tanto più che anche la moglie del medico doveva<br />

procedere come se fosse cieca. Finalmente la fila risultò ordinata, dietro la moglie<br />

del medico c'era la ragazza dagli occhiali scuri con il ragazzino strabico per mano,<br />

poi il ladro, in mutande e canottiera, subito dopo il medico, e alla fine, per il<br />

momento in salvo da eventuali aggressioni, il primo cieco. Avanzavano molto<br />

lentamente, come se non si fidassero di chi li guidava, con la mano libera<br />

tastavano continuamente l'aria, cercando al passaggio l'appoggio di qualcosa di<br />

solido, una parete, lo stipite di una porta. In fila dietro alla ragazza dagli occhiali<br />

scuri, il ladro, stimolato dal profumo che emanava da lei e dal ricordo della<br />

recente erezione, decise di usare la mani con maggior profitto, con una<br />

accarezzandole la nuca sotto i capelli, e con l'altra, direttamente e senza<br />

cerimonie, palpandole il seno. Lei si agitò per sottrarsi a quel gesto sfrontato, ma<br />

lui la teneva ben stretta. Allora la ragazza scagliò con forza una gamba all'indietro,<br />

come per dare un calcio. Il tacco della scarpa, sottile come uno stiletto, andò a<br />

infilzarsi nella coscia nuda del ladro, che cacciò un urlo di sorpresa e di dolore.<br />

Cosa c'è, domandò la moglie del medico guardando indietro, Sono io che ho<br />

inciampato, rispose la ragazza dagli occhiali scuri, devo aver pestato qualcuno.<br />

C'era già un po' di sangue fra le dita del ladro che, gemendo e imprecando,<br />

tentava di rimediare agli effetti dell'aggressione, Sono ferito, questa qui non vede<br />

dove mette i piedi, E lei non vede dove mette le mani, rispose seccamente la<br />

ragazza. La moglie del medico capì cos'era successo, prima sorrise, ma subito si<br />

rese conto che la ferita aveva un brutto aspetto, il sangue scorreva sulla gamba<br />

del povero diavolo, e non c'erano né acqua ossigenata, né mercurocromo, né<br />

cerotti, né bende, nessun disinfettante, niente. La fila si era sciolta, il medico<br />

domandava, Dov'è che è ferito, Qui, Qui dove, Alla gamba, non lo vede, quella lì<br />

mi ha infilzato con un tacco della scarpa, Ho inciampato, non è colpa mia, ripeté la<br />

ragazza, ma subito dopo esplose, esasperata, Questo mascalzone mi stava<br />

toccando, chi credeva che fossi. La moglie del medico intervenne, Adesso però è<br />

necessario lavare questa ferita e fasciarla, E l'acqua dov'è, domandò il ladro, In<br />

cucina, in cucina c'è acqua, ma non c'è bisogno che andiamo tutti, mio marito e io<br />

accompagniamo questo signore, voialtri aspettate qui, non tarderemo, Voglio fare<br />

pipì, disse il ragazzino, Resisti un pochettino, torniamo subito. La moglie del<br />

medico sapeva che avrebbe dovuto girare una volta a destra e una volta a sinistra,<br />

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poi proseguire per un lungo corridoio che faceva angolo retto, la cucina era in<br />

fondo. Trascorsi pochi minuti, fece finta di essersi sbagliata, si fermò, tornò<br />

indietro, poi esclamò, Ah, ora mi ricordo, e quindi andarono direttamente in<br />

cucina, non c'era altro tempo da perdere, la ferita sanguinava abbondantemente.<br />

All'inizio l'acqua uscì sporca, fu necessario aspettare che si schiarisse. Era tiepida,<br />

stagnante, come se fosse rimasta lì a imputridire all'interno dei tubi, ma il ladro<br />

l'accolse con un sospiro di sollievo. La ferita aveva un brutto aspetto. E adesso,<br />

come gliela fasciamo la gamba, domandò la moglie del medico. Sotto un tavolo<br />

c'erano alcune pezze sporche che dovevano essere degli strofinacci, ma sarebbe<br />

stata una grave imprudenza utilizzarle come bende, Mi pare che qui non c'è<br />

niente, disse fingendo di andare in cerca, Ma io non posso rimanere in questo<br />

stato, dottore, il sangue non si ferma, per favore mi aiuti, e scusi se poco fa sono<br />

stato maleducato con lei, si lamentava il ladro, La stiamo aiutando, è ciò che<br />

stiamo facendo, disse il medico, e poi, Si tolga la canottiera, non c'è altro da fare.<br />

Il ferito bofonchiò che gli serviva, ma se la tolse. Rapidamente, la moglie del<br />

medico l'arrotolò, l'avvolse intorno alla coscia, strinse con forza e riuscì, con le<br />

punte costituite dalle bretelle e dall'orlo, a fare un nodo grossolano. Non erano<br />

movimenti che un cieco potesse eseguire facilmente, ma lei non volle perder<br />

tempo con ulteriori simulazioni, bastava già l'aver finto di essersi perduta. Al ladro<br />

gli parve di vederci qualcosa di anormale, era il medico, secondo la logica, pur non<br />

essendo altro che un oculista, che avrebbe dovuto fargli la fasciatura, ma la<br />

consolazione di sapersi curato si sovrappose ai dubbi, in tutti i casi vaghi, che per<br />

un momento gli avevano sfiorato la coscienza. Con l'uomo zoppicante,<br />

raggiunsero di nuovo gli altri, e la moglie del medico vide immediatamente che il<br />

ragazzino strabico non ce l'aveva fatta più e aveva urinato nei pantaloni. Né il<br />

primo cieco né la ragazza dagli occhiali scuri si erano accorti di quanto era<br />

successo. Ai piedi del ragazzo si allargava una pozza di urina, l'orlo dei pantaloni<br />

gocciolava ancora. Ma, come se niente fosse, la moglie del medico disse, Andiamo<br />

un po' in cerca di questi gabinetti. I ciechi mossero le braccia davanti alla faccia,<br />

cercandosi l'un l'altro, non la ragazza dagli occhiali scuri, che dichiarò subito di<br />

non voler più stare davanti a quello sfacciato che l'aveva toccata, infine si<br />

ricostituì la fila scambiandosi di posto il ladro e il primo cieco, col medico in<br />

mezzo. Il ladro zoppicava un po' di più, trascinava la gamba. Quella sorta di laccio<br />

emostatico lo infastidiva e la ferita gli pulsava talmente forte che era come se il<br />

cuore avesse cambiato posto e adesso si trovasse in fondo a quel foro. La ragazza<br />

dagli occhiali scuri teneva di nuovo il ragazzino per mano, ma questi stava il più<br />

discosto possibile, per paura che qualcuno notasse la sua negligenza, come il<br />

medico, che fiutò, Qui c'è puzza di urina, e la moglie ritenne di dover confermare<br />

l'impressione, Sì, veramente c'è puzza, non poteva dire che veniva dai gabinetti<br />

perché ne erano ancora lontani, e, dovendo comportarsi come se fosse cieca,<br />

tantomeno avrebbe potuto dire che l'odore veniva dai calzoni bagnati del ragazzo.<br />

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Erano già d'accordo, tanto le donne quanto gli uomini, che, una volta<br />

arrivati ai gabinetti, sarebbe stato il ragazzo a scaricarsi per primo, ma alla fine gli<br />

uomini entrarono insieme, senza badare a urgenze o età, l'orinatoio era collettivo,<br />

per forza in un posto del genere, e le latrine pure. Le donne rimasero davanti alla<br />

porta, si dice che resistano meglio, ma tutto ha i suoi limiti, di lì a momenti la<br />

moglie del medico suggerì, Forse c'è qualche altro gabinetto, ma la ragazza dagli<br />

occhiali scuri disse, Per me, posso aspettare, E anch'io, disse l'altra, e, dopo un<br />

silenzio, cominciarono a parlare, Com'è che è diventata cieca, Come tutti,<br />

all'improvviso ho cessato di vedere, Era in casa, No, Allora è stato quando è uscita<br />

dall'ambulatorio di mio marito, Più o meno, Cosa vuol dire più o meno, Che non è<br />

stato subito dopo, Ha provato dolore, Per la verità no, quando ho aperto gli occhi<br />

ero cieca, Io no, No cosa, Non avevo gli occhi chiusi, sono diventata cieca nel<br />

momento in cui mio marito è salito sull'ambulanza, Ha avuto fortuna, Chi, Suo<br />

marito, così potrete stare insieme, In tal caso ho avuto fortuna anch'io, Infatti, E<br />

lei, signora, è sposata, No, non lo sono, e d'ora in poi penso che non si sposerà<br />

mai più nessuno, Ma questa cecità è talmente anomala, talmente al di fuori di<br />

quanto la scienza conosce, che non potrà durare sempre, E se dovessimo<br />

rimanere così per il resto della vita, Noi, Tutti quanti, Sarebbe terribile, un mondo<br />

di ciechi, Non voglio neanche immaginarlo.<br />

Il ragazzino strabico fu il primo a uscire dal gabinetto, non c'era neanche<br />

bisogno che vi entrasse. Aveva i calzoni arrotolati fino a metà gamba e si era tolto<br />

le calze. Disse, Sono qui, la mano della ragazza dagli occhiali scuri si mosse subito<br />

in direzione della voce, non ci azzeccò alla prima né alla seconda, alla terza<br />

incontrò la mano incerta del ragazzo. Di lì a poco comparve il medico, subito dopo<br />

il primo cieco, uno dei due domandò, Dove siete, la moglie del medico teneva già<br />

il marito per un braccio, l'altro fu sfiorato e poi afferrato dalla ragazza dagli<br />

occhiali scuri. Il primo cieco, per alcuni secondi, non ebbe nessuno a sostenerlo,<br />

poi qualcuno gli mise la mano su una spalla. Ci siamo tutti, domandò la moglie del<br />

medico, Quello della gamba si è fermato per un altro bisogno, rispose il marito.<br />

Allora la ragazza dagli occhiali scuri disse, Forse c'è qualche altro gabinetto,<br />

comincio ad avere qualche problema, scusate, Andiamo a cercare, disse la moglie<br />

del medico, e si allontanarono tenendosi per mano. Passati una decina di minuti,<br />

avevano trovato un ambulatorio di visita dove c'era un servizio igienico. Il ladro<br />

era uscito dal gabinetto, si lamentava per il freddo e i dolori alla gamba. Rifecero<br />

la fila nello stesso ordine con cui erano venuti e, con meno lavoro di prima e<br />

nessun incidente, tornarono nella camerata. Con destrezza, senza darlo a vedere,<br />

la moglie del medico li aiutò a raggiungere ciascuno il proprio letto. Ancora fuori<br />

della camerata, come se si trattasse di un qualcosa ormai ovvio per tutti, ricordò<br />

che il modo più facile per ritrovare il proprio posto era di contare i letti partendo<br />

dall'entrata, I nostri, disse, sono gli ultimi del lato destro, il diciannove e il venti. Il<br />

primo a procedere nella corsia fu il ladro. Era quasi nudo, tremava, desiderava<br />

alleggerire la gamba dolente, motivi sufficienti perché gli dessero la precedenza.<br />

34


Cominciò ad avanzare di letto in letto, tastando il pavimento in cerca della valigia,<br />

e quando la riconobbe disse ad alta voce, Eccola, e aggiunse Quattordici, Da che<br />

lato, domandò la moglie del medico, Sinistro, rispose, di nuovo vagamente<br />

sorpreso, come se lei avesse dovuto saperlo senza necessità di domandarlo. Il<br />

primo cieco fu il successivo. Sapeva che il suo letto era il secondo partendo da<br />

quello del ladro, stesso lato. Non aveva più paura di dormirgli accanto, con la<br />

gamba in quello stato, a giudicare dai gemiti e dai sospiri, al diavolo l'altro guaio.<br />

Disse quando arrivò, Sedici, sinistro, e si coricò vestito. Allora la ragazza dagli<br />

occhiali scuri chiese a voce bassa, Aiutateci a stare vicino a voi, di fronte, dall'altro<br />

lato, lì staremmo bene. Avanzarono tutti e quattro insieme e rapidamente si<br />

sistemarono. Trascorsi alcuni minuti il ragazzino strabico disse, Ho fame, e la<br />

ragazza dagli occhiali scuri mormorò, Domani, domani mangeremo, adesso dormi.<br />

Poi aprì la valigetta, cercò la boccetta che aveva comprato in farmacia. Si tolse gli<br />

occhiali, reclinò il capo all'indietro e, con gli occhi bene aperti, guidando una<br />

mano con l'altra, fece gocciolare il collirio. Non tutte le gocce finirono negli occhi,<br />

ma la congiuntivite, così curata, sarebbe guarita ben presto.<br />

Devo aprire gli occhi, pensò la moglie del medico. Attraverso le palpebre<br />

chiuse, quando più volte si era svegliata durante la notte, aveva percepito lo<br />

smorto chiarore delle lampadine che a stento illuminavano la camerata ma<br />

adesso le sembrava di notare una differenza, un'altra presenza luminosa, era<br />

forse l'effetto delle prime luci dell'alba, ma forse era già il mare di latte che le<br />

stava invadendo gli occhi. Si disse fra sé e sé che avrebbe contato fino a dieci e<br />

poi, alla fine, disserrato le palpebre, due volte se lo ripeté, due volte contò, due<br />

volte non le aprì. Udiva il respiro profondo del marito nel letto accanto, e ancora il<br />

russare di qualcuno, Come andrà la gamba di quel tipo, si domandò, ma sapeva<br />

che in quel momento non si trattava di compassione autentica, voleva piuttosto<br />

fingere un'altra preoccupazione, voleva non essere costretta ad aprire gli occhi.<br />

Che si aprirono l'attimo dopo, semplicemente, non perché lei lo avesse deciso.<br />

Dalle finestre, che partivano a metà della parete e arrivavano a un palmo dal<br />

soffitto, entrava la luce opaca e azzurrata del primo mattino. Non sono cieca,<br />

mormorò, e subito allarmata si sollevò sul letto, la ragazza dagli occhiali scuri che<br />

occupava la branda di fronte poteva aver sentito. Dormiva. Nel letto accanto,<br />

appoggiato alla parete, anche il ragazzino dormiva, Ha fatto come me, pensò la<br />

moglie del medico, gli ha dato il posto più riparato, ben fragili muraglie saremmo,<br />

un semplice sasso in mezzo alla strada, con la sola speranza che il nemico<br />

inciampi, quale nemico, qui non verrà nessuno ad attaccarci, potremmo aver<br />

rubato e assassinato, ma non verrebbero certo ad arrestarci, quel tipo che ha<br />

rubato la macchina non dev'essere mai stato tanto sicuro della propria libertà,<br />

siamo talmente lontani dal mondo che fra poco cominceremo a non saper più chi<br />

siamo, neanche abbiamo pensato a dirci come ci chiamiamo, e a che scopo, a<br />

cosa ci sarebbero serviti i nomi, nessun cane ne riconosce un altro, o si fa<br />

riconoscere, dal nome che gli hanno imposto, è dall'odore che identifica o si fa<br />

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identificare, noi, qui, siamo come un'altra razza di cani, ci conosciamo dal modo di<br />

abbaiare, di parlare, il resto, lineamenti, colore degli occhi, della pelle, dei capelli,<br />

non conta, è come se non esistesse, io vedo ancora, ma fino a quando. La luce si<br />

alterò leggermente, non poteva essere di nuovo la notte che tornava, forse era il<br />

cielo che si annuvolava, ritardando il mattino. Dal letto del ladro venne un gemito,<br />

Se la ferita si è infettata, pensò la moglie del medico, non abbiamo niente per<br />

medicarlo, nessun rimedio, il minimo incidente, in queste condizioni, può<br />

trasformarsi in tragedia, probabilmente è proprio quanto si aspettano, che<br />

finiamo tutti uno dopo l'altro, morta la bestia addio veleno. La moglie del medico<br />

si alzò dal letto, si chinò sul marito, stava per svegliarlo, ma non ebbe il coraggio<br />

di strapparlo al sonno e restituirlo alla coscienza di essere ancora cieco. Scalza, un<br />

passo dopo l'altro, andò fino al letto del ladro. Costui aveva gli occhi aperti, fissi.<br />

Come si sente, sussurrò la moglie del medico. Il ladro mosse il capo in direzione<br />

della voce e disse, Male, la gamba mi fa molto male, lei stava per dirgli, Mi lasci<br />

vedere, ma tacque in tempo, che imprudenza, fu lui, invece, a comportarsi come<br />

se non si fosse ricordato che lì c'erano soltanto ciechi, agì senza pensare, come<br />

avrebbe fatto ancora qualche ora prima se un medico, là fuori, gli avesse detto,<br />

Me la faccia vedere, e sollevò la coperta. Anche in quella penombra, chi avesse<br />

potuto utilizzare un minimo gli occhi avrebbe potuto vedere il materasso<br />

inzuppato di sangue, il foro nero della ferita dai bordi rigonfi. La fasciatura si era<br />

slegata. La moglie del medico abbassò con cura la coperta, poi, con un gesto lieve<br />

e rapido, gli sfiorò con la mano la fronte. La pelle, secca, scottava. La luce si alterò<br />

di nuovo, le nuvole si erano allontanate. La moglie del medico tornò alla propria<br />

branda, ma non si coricò. Guardava il marito che mormorava sognando, le altre<br />

sagome sotto i copriletti grigi, le pareti sporche, i letti vuoti in attesa, e<br />

serenamente desiderò di essere cieca anche lei, di attraversare la pellicola<br />

invisibile delle cose e passare al loro interno, verso la propria folgorante e<br />

irrimediabile cecità.<br />

All'improvviso, proveniente dall'esterno della camerata, probabilmente<br />

dall'atrio che separava le due ali anteriori dell'edificio, si udì un rumore di voci<br />

violente, Fuori, fuori, Andate via, Sparite, Qui non potete restare, Dovete<br />

rispettare gli ordini. Il tumulto crebbe, diminuì, una porta si chiuse<br />

fragorosamente, adesso si udiva solo qualche singhiozzo addolorato, il rumore<br />

inconfondibile di qualcuno che inciampa. Nella camerata erano tutti svegli.<br />

Tenevano il capo rivolto verso l'entrata, non avevano bisogno di vedere per<br />

sapere che stavano entrando dei ciechi. La moglie del medico si alzò,<br />

istintivamente sarebbe andata ad aiutare i nuovi arrivati, a rivolger loro una<br />

parola gentile, a guidarli fino alle brande, a informarli, Ne prenda nota, questo è il<br />

sette lato sinistro, questo è il quattro lato destro, non si sbagli, sì, qui siamo in sei,<br />

siamo venuti ieri, sì, siamo stati i primi, i nomi, cosa importano i nomi, uno, penso<br />

abbia rubato, un altro è stato derubato, c'è una ragazza misteriosa dagli occhiali<br />

scuri che si mette il collirio negli occhi per curare una congiuntivite, come faccio,<br />

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se sono cieca, a sapere che gli occhiali sono scuri, beh, mio marito è oculista ed è<br />

stata al suo ambulatorio, sì, anche lui è qui, è toccato a tutti, ah, è vero, c'è anche<br />

quel ragazzino strabico. Non si mosse, ma disse al marito, Stanno arrivando. Il<br />

medico si alzò dal letto, la moglie lo aiutò a indossare i pantaloni, non aveva<br />

importanza, nessuno poteva vedere, in quel momento cominciarono a entrare i<br />

ciechi, erano cinque, tre uomini e due donne. Il medico disse, alzando la voce,<br />

State calmi, non vi precipitate, qui siamo in sei, voi quanti siete, c'è posto per<br />

tutti. Loro non sapevano quanti erano, certo, si erano toccati a vicenda, a volte<br />

scontrandosi, mentre li spingevano dall'ala sinistra verso questa, ma non<br />

sapevano quanti erano. E non portavano bagaglio. Quando, nella camerata, si<br />

erano svegliati ciechi e avevano cominciato perciò a lamentarsi, gli altri li avevano<br />

messi fuori senza pensarci due volte, senza neanche dar loro il tempo di<br />

congedarsi da un parente o da un amico che fosse lì con loro. Disse la moglie del<br />

medico, Sarà meglio che cominciate a contarvi, e che ciascuno dica chi è.<br />

Immobili, i ciechi esitarono, ma qualcuno doveva pur iniziare, due uomini<br />

parlarono contemporaneamente, capita sempre, tacquero tutti e due, e fu il terzo<br />

a cominciare, Uno, fece una pausa, sembrava stesse per dire il proprio nome, ma<br />

invece disse, Sono un poliziotto, e la moglie del medico pensò, Non ha detto come<br />

si chiama, saprà anche lui che qui non ha importanza. Si stava già presentando un<br />

altro, Due, e seguì l'esempio del primo, Sono un autista di tassì. Il terzo disse, Tre,<br />

sono commesso di farmacia. Poi una donna, Quattro, sono una cameriera<br />

d'albergo, e l'ultima, Cinque, sono un'impiegata. è mia moglie, mia moglie, gridò il<br />

primo cieco, dove sei, dimmi dove sei, Qui, sono qui, diceva lei piangendo e<br />

camminando vacillante per la corsia, con gli occhi spalancati, le mani in lotta<br />

contro il mare di latte in cui entravano. Più sicuro, lui avanzò verso di lei, Dove sei,<br />

dove sei, adesso mormorava come se pregasse. Una mano incontrò l'altra, un<br />

istante dopo erano abbracciati, un corpo solo, i baci cercavano i baci, a volte si<br />

perdevano nel vuoto perché non sapevano dov'erano i visi, gli occhi, la bocca. La<br />

moglie del medico si aggrappò al marito, singhiozzando come se lo avesse<br />

ritrovato anche lei, ma diceva, Che disgrazia, la nostra, che iattura. Allora si udì la<br />

voce del ragazzino strabico domandare, C'è anche mia madre. Seduta sul letto, la<br />

ragazza dagli occhiali scuri mormorò, Verrà, non ti preoccupare, che verrà.<br />

Qui, la vera casa di ognuno è il posto dove dorme, perciò niente di strano<br />

che la prima preoccupazione dei nuovi arrivati sia stata quella di scegliere il letto,<br />

proprio come avevano fatto nell'altra camerata, quando ancora avevano occhi<br />

per vedere. Nel caso della moglie del primo cieco non potevano esserci dubbi, per<br />

lei il luogo giusto e naturale era accanto al marito, letto diciassette, con il diciotto<br />

vuoto in mezzo, come uno spazio di separazione dalla ragazza dagli occhiali scuri.<br />

Come del resto non c'è da sorprendersi che cerchino tutti di stare il più possibile<br />

uniti, ci sono molte affinità fra loro, alcune già note, altre che si riveleranno<br />

adesso, il commesso di farmacia, per esempio, è colui che ha venduto il collirio<br />

alla ragazza dagli occhiali scuri, nel tassì di questo autista il primo cieco è andato<br />

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dal medico, quest'uomo che ha dichiarato di essere un poliziotto ha trovato il<br />

ladro cieco che piangeva come un bambino smarrito, e quanto alla cameriera<br />

d'albergo, è stata la prima persona a entrare in camera quando la ragazza dagli<br />

occhiali scuri è scoppiata a gridare. Certamente, non tutte queste affinità saranno<br />

esplicitate e rese note, sia per mancanza di occasione, sia perché non<br />

s'immaginava neanche che potessero esistere, e sia per una semplice questione di<br />

sensibilità e tatto. La cameriera d'albergo non se lo sognerà neppure che possa<br />

esser qui la donna che ha visto nuda, del commesso si sa che ha servito altri<br />

clienti che portavano un paio di occhiali scuri e hanno comprato un collirio, al<br />

poliziotto nessuno sarà così imprudente da denunciare la presenza di uno che ha<br />

rubato un'automobile, l'autista giurerebbe di non aver trasportato, in questi<br />

ultimi giorni, nessun cieco nel suo tassì. Naturalmente, il primo cieco ha già detto<br />

alla moglie, con voce sussurrata, che uno dei ricoverati è quel furfante che gli ha<br />

portato via la macchina, Pensa un po' che coincidenza, ma, siccome intanto ha<br />

saputo che il povero diavolo sta male per quella ferita alla gamba, ha avuto la<br />

generosità di aggiungere, Come castigo, basta. E lei, per la gran tristezza di essere<br />

cieca e la gran gioia di aver recuperato il marito, la gioia e la tristezza possono<br />

fondersi, non sono come l'acqua e l'olio, non si è neanche ricordata di quanto<br />

aveva detto due giorni prima, che avrebbe dato un anno di vita perché il<br />

mascalzone, parole sue, diventasse cieco. E se un'ultima ombra di rancore le<br />

ottenebrava ancora lo spirito, questa si dissipò di certo quando il ferito gemette<br />

miserevolmente, Dottore, per favore, mi aiuti. Facendosi guidare dalla moglie, il<br />

medico gli toccava delicatamente i bordi della ferita, non poteva far altro, e<br />

neanche valeva la pena di lavarla, l'infezione poteva essere dovuta alla profonda<br />

stoccata con un tacco di scarpa che era stato a contatto con il suolo sia per la<br />

strada che qui dentro, ma anche ad agenti patogeni molto probabilmente<br />

presenti nell'acqua stagnante, proveniente da tubature vecchie e in pessimo<br />

stato. La ragazza dagli occhiali scuri, che si era alzata nell'udire il gemito, si<br />

avvicinò pian piano, contando i letti. Si chinò in avanti, tese la mano, sfiorò il viso<br />

della moglie del medico, e poi, raggiunta senza sapere come la mano del ferito,<br />

che scottava, disse contrita, Le chiedo perdono, è stata tutta colpa mia, non c'era<br />

bisogno di fare quel che ho fatto, Lasci perdere, rispose l'uomo, sono cose che<br />

accadono nella vita, anch'io ho fatto quel che non si doveva fare.<br />

Quasi sovrapponendosi alle ultime parole, si udì la voce aspra<br />

dell'altoparlante, Attenzione, attenzione, si avvisa che il cibo è stato depositato<br />

all'ingresso, unitamente ai prodotti per l'igiene e la pulizia, per primi escano i<br />

ciechi a ritirarlo, l'ala dei contaminati sarà informata quando sarà il momento,<br />

attenzione, attenzione, il cibo è stato depositato all'ingresso, per primi escano i<br />

ciechi, i ciechi per primi. Confuso per la febbre, il ferito non colse tutte le parole,<br />

credette che li facessero uscire, che la reclusione fosse terminata, e fece un<br />

movimento per alzarsi, ma la moglie del medico lo trattenne, Dove va, Non ha<br />

sentito, domandò lui, hanno detto ai ciechi di uscire, Sì, ma per andare a ritirare il<br />

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cibo. Il ferito fece, Ah, demoralizzato, e di nuovo sentì il dolore rimescolargli le<br />

carni. Disse il medico, Restate qui, andrò io, Vengo con te, disse la moglie. Mentre<br />

stavano per uscire dalla camerata, uno del gruppo proveniente dall'altra ala<br />

domandò, Chi è costui, la risposta venne dal primo cieco, è medico, un medico<br />

degli occhi, Questa è la più bella che ho sentito in vita mia, disse l'autista, guarda<br />

un po' se ci doveva toccare l'unico medico che non ci servirà a niente, Ci è toccato<br />

anche un autista che non ci porterà da nessuna parte, ribatté con sarcasmo la<br />

ragazza dagli occhiali scuri.<br />

La cassa con il cibo era nell'atrio. Il medico chiese alla moglie, Guidami fino<br />

alla porta d'ingresso, A che scopo, Vado a dirgli che abbiamo una persona con una<br />

grave infezione e non ci sono medicine, Ricordati dell'avviso, Sì, ma forse davanti<br />

a un caso concreto, Ne dubito, Anch'io, ma è nostro dovere tentare. Sul<br />

pianerottolo la luce del giorno stordì la donna, e non perché fosse troppo intensa,<br />

nel cielo si muovevano nuvole scure, forse stava per piovere, In pochissimo<br />

tempo ho perduto l'abitudine al chiarore, pensò. Nello stesso istante un soldato<br />

gridò loro dal portone, Alt, tornate indietro, ho ordine di sparare, e subito dopo,<br />

con lo stesso tono, puntando l'arma, Sergente, qui ce ne sono alcuni che vogliono<br />

uscire, Non vogliamo uscire, negò il medico. Ve lo consiglio caldamente, disse il<br />

sergente mentre si avvicinava, e, spuntando dietro le grate del portone,<br />

domandò, Cosa c'è, Uno si è ferito a una gamba e presenta un'infezione<br />

conclamata, ci servono immediatamente antibiotici e altri medicinali, Gli ordini<br />

che ho sono molto chiari, uscire, non esce nessuno, entrare, solo cibo, Se<br />

l'infezione si aggrava, il che avverrà di certo, il caso può divenire rapidamente<br />

fatale, Non mi riguarda, Allora lo comunichi ai suoi superiori, Senta un po', signor<br />

cieco, adesso gliela comunico io una cosa a lei, o ve ne tornate immediatamente<br />

là da dove siete venuti, o vi beccate una pallottola, Andiamo, disse la moglie, non<br />

c'è niente da fare, non è colpa loro, hanno una gran paura e obbediscono agli<br />

ordini, Non voglio credere che stia accadendo per davvero, è contrario a ogni<br />

principio umanitario, Farai meglio a crederci, perché non ti sei mai trovato<br />

davanti a una verità tanto evidente, Siete ancora lì, urlò il sergente, conterò fino a<br />

tre, se al tre non sarete scomparsi dalla mia vista state pur certi che non<br />

rientrerete più, uuuno, duuue, treee, ecco fatto, parole benedette, e rivolto ai<br />

soldati, Neanche se fosse mio fratello, senza spiegare a chi si riferiva, all'uomo che<br />

era andato a chiedere i medicinali o all'altro, dalla gamba infettata. Dentro il<br />

ferito domandò se avrebbero mandato le medicine, Come sa che sono andato a<br />

chiederle, domandò il medico, L'ho immaginato, lei è medico, Mi dispiace molto,<br />

Il che vuol dire che le medicine non arrivano, Infatti, Ah, bene.<br />

Il cibo era stato calcolato giusto giusto per cinque persone. C'erano<br />

bottiglie di latte e biscotti, ma chi aveva calcolato le razioni si era dimenticato dei<br />

bicchieri, e non c'erano neanche piatti, né posate, probabilmente sarebbero<br />

arrivati con il pranzo. La moglie del medico andò a dare qualcosa da bere al ferito,<br />

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ma questi vomitò. L'autista protestò che il latte non gli piaceva, chiedendo se non<br />

ci fosse un po' di caffè. Alcuni, dopo aver mangiato, si coricarono di nuovo, il<br />

primo cieco portò la moglie a conoscere i posti, furono gli unici a uscire dalla<br />

camerata. Il commesso chiese di parlare col dottore, voleva sapere se questi, sulla<br />

malattia, si era già fatto un'opinione, Non credo la si possa definire in senso<br />

stretto una malattia, cominciò col precisare il medico, e poi, semplificando molto,<br />

riassunse quanto aveva scoperto sui libri prima di diventare cieco. Alcuni letti più<br />

avanti, l'autista ascoltava con attenzione, e quando il medico terminò il suo<br />

resoconto, disse, Si saranno ostruiti i canali che vanno dagli occhi al midollo<br />

spinale, ci scommetto che è così, Che animale, borbottò indignato il commesso,<br />

Chissà, sorrise il medico involontariamente, in realtà gli occhi non sono che lenti,<br />

obiettivi, è il cervello che vede realmente, proprio come l'immagine compare sulla<br />

pellicola, e se i canali si sono ostruiti, come ha detto quel signore, è lo stesso che<br />

un carburatore, se la benzina non ce la fa ad arrivarci il motore non funziona e la<br />

macchina non va, Niente di più semplice come vede, disse il medico al commesso<br />

di farmacia. E quanto tempo pensa, dottore, che dovremo rimanere qui,<br />

domandò la cameriera d'albergo, Per lo meno finché saremo incapaci di vedere, E<br />

per quanto tempo, Francamente penso che non lo sappia nessuno, è una cosa<br />

passeggera, o durerà per sempre, Magari lo sapessi. La cameriera sospirò e, dopo<br />

alcuni istanti, disse, Anch'io vorrei sapere che cosa è successo a quella ragazza,<br />

Quale ragazza, domandò il commesso, Quella dell'albergo, che impressione mi ha<br />

fatto, lì in mezzo alla stanza, nuda com'è venuta al mondo, portava solo un paio di<br />

occhiali scuri, e gridava che era cieca, sarà stata sicuramente lei ad attaccarmi la<br />

cecità. La moglie del medico guardò, vide la ragazza togliersi gli occhiali<br />

lentamente, celando il movimento, poi li infilò sotto il cuscino mentre domandava<br />

al ragazzino strabico, Vuoi un altro biscotto. Per la prima volta da quando era<br />

entrata qui dentro, la moglie del medico si sentì come se, a un microscopio,<br />

stesse osservando il comportamento di certi esseri che non potevano neanche<br />

sospettare la sua presenza, e questo le parve improvvisamente indegno, osceno,<br />

Non ho il diritto di guardare se gli altri non possono guardare me, pensò. Con<br />

mano tremante, la ragazza si mise alcune gocce di collirio. Avrebbe pur sempre<br />

potuto dire che non erano lacrime quello che le stava colando giù dagli occhi.<br />

Quando, alcune ore dopo, l'altoparlante annunciò che si poteva andare a<br />

ritirare il pranzo, il primo cieco e l'autista si offrirono volontari per una missione in<br />

cui di fatto gli occhi non erano indispensabili, bastava il tatto. Le casse erano<br />

lontane dalla porta che collegava l'atrio al corridoio, per trovarle dovettero<br />

camminare a quattro zampe, spazzando il pavimento davanti a loro con un<br />

braccio teso, mentre l'altro fungeva da terza zampa, e non ebbero difficoltà a<br />

rientrare nella camerata solo perché la moglie del medico aveva avuto l'idea,<br />

prudentemente giustificata adducendo la propria esperienza, di strappare a<br />

strisce un copriletto e farne una specie di corda, un capo fissato alla maniglia<br />

esterna della porta della camerata mentre l'altro veniva legato di volta in volta<br />

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alla caviglia di chi dovesse uscire per andare a ritirare da mangiare. Andarono i<br />

due uomini, arrivarono i piatti e le posate, ma il vitto continuava a essere per<br />

cinque, molto probabilmente il sergente al comando del picchetto di guardia non<br />

sapeva che c'erano altri sei ciechi, dal momento che dall'esterno del portone,<br />

pure stando attenti a ciò che stava accadendo all'interno della porta principale,<br />

solo casualmente, nell'ombra dell'atrio, si sarebbero viste passare le persone da<br />

un'ala all'altra. L'autista si offrì di andare a reclamare il cibo mancante, e si avviò<br />

da solo, non volle compagnia, Mica siamo cinque, siamo undici, urlò ai soldati, e<br />

lo stesso sergente rispose, State tranquilli, sarete molti di più, e lo disse con un<br />

tono che all'autista dovette sembrare di scherno, considerando le parole che<br />

pronunciò tornando in camerata, Era come se mi stesse prendendo in giro.<br />

Spartirono il cibo, cinque razioni divise per dieci, giacché il ferito continuava a non<br />

voler mangiare, chiedeva solo un po' d'acqua, se per favore gli bagnavano le<br />

labbra. La sua pelle scottava. Siccome non riusciva a sopportare a lungo il<br />

contatto e il peso della coperta sulla ferita, di tanto in tanto scopriva la gamba,<br />

ma l'aria fredda della camerata lo obbligava, dopo un attimo, a coprirsi di nuovo,<br />

e così per ore. Gemeva a intervalli regolari, con una sorta di rantolo soffocato,<br />

come se il dolore, costante, continuo, fosse improvvisamente aumentato prima<br />

che lui riuscisse ad afferrarlo e a trattenerlo al limite del sopportabile.<br />

A metà pomeriggio entrarono altri tre ciechi, cacciati dall'altra ala. Una era<br />

l'impiegata dell'ambulatorio, che la moglie del medico riconobbe<br />

immediatamente, e gli altri, così aveva stabilito il destino, erano l'uomo con cui la<br />

ragazza dagli occhiali scuri si era incontrata nell'albergo e quel volgare poliziotto<br />

che l'aveva condotta a casa. Ebbero solo il tempo di raggiungere i letti e di<br />

sedervisi, a casaccio, l'impiegata dell'ambulatorio piangeva disperatamente, i due<br />

uomini tacevano, come se ancora non riuscissero a rendersi conto di cosa gli era<br />

capitato. Improvvisamente si udirono, provenienti dalla strada, grida confuse,<br />

ordini impartiti fra gli urli, un furioso schiamazzo. I ciechi della camerata<br />

voltarono tutti la faccia verso la porta, in attesa. Non potevano vedere, ma<br />

sapevano cosa sarebbe accaduto nei minuti seguenti. La moglie del medico,<br />

seduta sul letto accanto al marito, disse a bassa voce, Era inevitabile, l'inferno<br />

preannunciato sta iniziando. Lui le strinse la mano e mormorò, Non ti allontanare,<br />

da ora in poi non potrai fare niente. Le grida erano scemate, adesso si udivano<br />

rumori confusi nell'atrio, erano i ciechi, condotti in gregge, che si scontravano gli<br />

uni contro gli altri, si pigiavano nel vano delle porte, alcuni avevano perso<br />

l'orientamento e andarono a finire in altre camerate, ma per la maggior parte,<br />

inciampando, a grappoli o sparsi, agitando penosamente le mani come chi sta<br />

affogando, entrarono nella camerata come un turbine, quasi fossero sospinti da<br />

una rotatrice. Qualcuno cadde, fu calpestato. Imprigionati nella corsia stretta, i<br />

ciechi, a poco a poco, cominciarono a debordare negli spazi fra le brande, e lì,<br />

come un'imbarcazione che in mezzo a un temporale è riuscita finalmente a<br />

entrare in porto, prendevano possesso del loro personale ormeggio, che era il<br />

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letto, e protestavano che non c'entrava più nessuno, che i ritardatari andassero a<br />

cercare altrove. Laggiù dal fondo, il medico urlò che c'erano altre camerate, ma<br />

quei pochi rimasti senza letto avevano paura di perdersi nel labirinto che<br />

s'immaginavano, sale, corridoi, porte chiuse, scale che si sarebbero rivelate solo<br />

all'ultimo momento. Alla fine capirono che lì non potevano restare, e,<br />

riguadagnando penosamente la porta da cui erano entrati, si avventurarono<br />

nell'ignoto. Come alla ricerca di un ultimo e ancora sicuro rifugio, i ciechi del<br />

secondo gruppo, quello di cinque, erano riusciti a occupare le brande che, fra loro<br />

e quelli del primo gruppo, erano rimaste vuote. Solo il ferito restò isolato, senza<br />

protezione, nel letto quattordici, lato sinistro.<br />

Un quarto d'ora dopo, a parte un po' di pianti, un po' di lamentele, un po' di<br />

rumori discreti di riordino, la calma, non la tranquillità, tornò nella camerata.<br />

Tutte le brande adesso erano occupate. Il pomeriggio stava per concludersi, le<br />

lampadine smorte parvero acquistare forza. Allora si udì la voce secca<br />

dell'altoparlante. Come era stato annunciato il primo giorno, stava ripetendo le<br />

istruzioni sul funzionamento delle camerate e le norme cui gli internati avrebbero<br />

dovuto obbedire, Al Governo rincresce di essere stato costretto a esercitare<br />

energicamente quello che considera suo diritto e dovere, proteggere con tutti i<br />

mezzi la popolazione nella crisi che stiamo attraversando, eccetera, eccetera.<br />

Quando la voce tacque, si levò un coro indignato di proteste, Siamo rinchiusi,<br />

Moriremo tutti qui, Il diritto non esiste, Dove sono i medici che ci avevano<br />

promesso, ecco una novità, le autorità avevano promesso medici, assistenza,<br />

fors'anche una cura completa. Il medico non disse che, se avessero avuto bisogno<br />

di un medico, c'era lui. Non lo avrebbe detto mai più. A un medico non bastano le<br />

mani, un medico cura con farmaci, droghe, composti chimici, combinazioni di<br />

questo e di quello, e qui non ce n'è traccia, né c'è la speranza di ottenerne. Non<br />

aveva neanche gli occhi per notare un pallore, per osservare un rossore della<br />

circolazione periferica, tante volte, senza necessità di ulteriori e minuziosi esami,<br />

quei segnali esteriori equivalevano a una storia clinica completa, o la colorazione<br />

delle mucose e dei pigmenti, con altissima probabilità di far centro, Stavolta non<br />

la scampi. Siccome le brande vicine erano tutte occupate, la moglie non poteva<br />

più continuare a raccontargli ciò che succedeva, ma lui avvertiva l'ambiente<br />

pesante, teso, ormai ai limiti di un conflitto, che si era creato dopo l'arrivo degli<br />

ultimi ciechi. Perfino l'atmosfera della camerata sembrava ispessita, percorsa da<br />

odori pesanti, lenti, con improvvise correnti nauseabonde, Come sarà fra una<br />

settimana, si domandò, ed ebbe paura di immaginare che di lì a una settimana<br />

potessero essere ancora rinchiusi in quel posto, Ammettendo che non ci siano<br />

difficoltà nel rifornimento di cibo, e non è sicuro che non ve ne siano, dubito, per<br />

esempio, che là fuori sappiano in ogni momento quanti siamo qui dentro, qui si<br />

tratta di come si risolveranno i problemi igienici, e non parlo di come ci laveremo,<br />

ciechi da pochi giorni e senza l'aiuto di nessuno, o se le docce funzioneranno e per<br />

quanto tempo, ma parlo del resto, dei resti, basta una latrina intasata, una<br />

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soltanto, e questo posto si trasforma in una cloaca. Si strofinò il viso con le mani,<br />

sentì l'asperità della barba di tre giorni, Meglio così, spero non abbiano la cattiva<br />

idea di mandarci lamette o forbici. Aveva in valigia tutto quanto gli poteva servire<br />

per farsi la barba, ma era consapevole che farsela sarebbe stato un errore, E<br />

dove, dove, non qui nella camerata, in mezzo a tutta questa gente, certo,<br />

potrebbe rasarmi lei, ma gli altri non tarderebbero ad accorgersene e<br />

troverebbero strano che ci sia qualcuno capace di prestare queste cure, e là<br />

dentro, nelle docce, con quella confusione, mio Dio, quanto ci mancano gli occhi,<br />

vedere, vedere, sia pur appena delle vaghe ombre, stare davanti a uno specchio,<br />

guardare una macchia scura diffusa e poter dire, Quella è la mia faccia, ciò che ha<br />

luce non mi appartiene.<br />

Le proteste cessarono a poco a poco, comparve qualcuno proveniente<br />

dall'altra camerata a domandare se fosse avanzato un po' di cibo, chi gli rispose fu<br />

l'autista di tassì, Neanche una briciola, mentre il commesso, per dimostrare un po'<br />

di buona volontà, attenuò la perentoria negazione, Può darsi ne venga dell'altro.<br />

Non sarebbe venuto. Si fece buio. Dall'esterno, né cibo né parole. Si udirono degli<br />

urli nella camerata accanto, poi il silenzio, se qualcuno piangeva lo faceva<br />

sommessamente, il pianto non attraversava le pareti. La moglie del medico andò<br />

a vedere come stava il malato, Sono io, gli disse, e sollevò con cautela la coperta.<br />

La gamba aveva un aspetto spaventoso, tutta gonfia fino alla coscia, e la ferita, un<br />

cerchio nero dai margini violacei, sanguinolenti, si era molto allargata, come se la<br />

carne fosse stata respinta all'interno. Emanava un odore fetido e, al tempo stesso,<br />

dolciastro. Come si sente, domandò la moglie del medico, Grazie per essere<br />

venuta, Mi dica come si sente, Male, Ha dolori, Sì, e no, Si spieghi meglio, Mi<br />

duole, ma è come se la gamba non fosse mia, sembra separata dal corpo, non so<br />

spiegarle, è un'impressione strana, come se me ne stessi qui sdraiato e vedessi la<br />

gamba dolermi, è a causa della febbre, Sarà, Adesso cerchi di dormire. La moglie<br />

del medico gli mise la mano sulla fronte, poi fece per ritirarsi, ma non ebbe<br />

neppure il tempo di dargli la buonanotte, il malato l'afferrò per un braccio e<br />

l'attirò verso di sé, costringendola ad avvicinare il viso, Io lo so che lei ci vede,<br />

disse a voce bassissima. La moglie del medico rabbrividì per la sorpresa e<br />

mormorò, Si sbaglia, dove è andata a pescarla questa idea, ci vedo come tutti<br />

quelli che si trovano qui dentro, Non cerchi di ingannarmi, so benissimo che lei ci<br />

vede, ma stia tranquilla, non lo dirò a nessuno, Dorma, dorma, Non ha fiducia in<br />

me, Certo che sì, Non si fida della parola di un ladro, Le ho detto di sì, Allora<br />

perché non mi dice la verità, Ne parliamo domani, adesso dorma, Sì, sì, domani,<br />

se ci arriverò, Non dobbiamo pensare al peggio, Io ci penso, o forse è la febbre<br />

che sta pensando per me. La moglie del medico tornò dal marito e gli sussurrò<br />

all'orecchio, La ferita ha un aspetto orribile, sarà cancrena, In così poco tempo,<br />

non mi sembra probabile, Comunque sia, sta molto male, E noi qui, disse il<br />

medico con un tono di voce volutamente udibile, non ci basta essere ciechi, è<br />

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come se ci avessero legato mani e piedi. Dal letto quattordici, lato sinistro, il<br />

malato rispose, A me non mi lega nessuno, dottore.<br />

Passarono le ore, uno dopo l'altro i ciechi si addormentarono. Alcuni si<br />

erano coperti anche la testa, come se desiderassero che l'oscurità, un'oscurità<br />

autentica, una nera oscurità potesse spegnere definitivamente quei soli offuscati<br />

in cui si erano trasformati i loro occhi. Le tre lampadine appese all'alto soffitto,<br />

fuori dalla loro portata, diffondevano sopra le brande una luce sporca, giallastra,<br />

che non riusciva neanche a creare delle ombre. Quaranta persone dormivano o<br />

tentavano disperatamente di addormentarsi, alcune sospiravano e mormoravano<br />

sognando, forse vedevano in sogno ciò che sognavano, forse dicevano, Se questo<br />

è un sogno, non voglio svegliarmi. I loro orologi erano tutti fermi, si erano<br />

dimenticati di caricarli o avevano pensato che non ne valesse la pena, solo quello<br />

della moglie del medico continuava a funzionare. Erano le tre del mattino passate.<br />

Più in là, molto lentamente, appoggiandosi sui gomiti, il ladro della macchina<br />

sollevò il busto. Non sentiva la gamba, c'era solo il dolore, il resto non gli<br />

apparteneva più. L'articolazione del ginocchio si era irrigidita. Rotolò con il corpo<br />

dalla parte della gamba sana, che lasciò pendere fuori dal letto, poi, tenendosi la<br />

coscia con le mani, tentò di spostare la gamba ferita nello stesso senso. Come un<br />

branco di lupi improvvisamente risvegliati, i dolori accorsero da tutte le direzioni<br />

per rientrare subito dopo nel lugubre cratere cui si alimentavano. Appoggiandosi<br />

sulle mani, trascinò a poco a poco il corpo lungo il materasso, verso la corsia.<br />

Quando raggiunse l'alzata ai piedi del letto, dovette riposare. Respirava con<br />

difficoltà, come se soffrisse di asma, il capo gli oscillava sulle spalle, a stento<br />

riusciva a reggerlo. Nel giro di qualche minuto il respiro si fece più regolare, e lui<br />

cominciò ad alzarsi lentamente, appoggiandosi sulla gamba sana. Sapeva che<br />

l'altra non gli sarebbe servita a niente, avrebbe dovuto trascinarsela dietro. Ebbe<br />

un capogiro, un tremore irreprimibile gli squassò il corpo, il freddo e la febbre gli<br />

fecero serrare i denti. Reggendosi alle sbarre dei letti, passando dall'uno all'altro<br />

come attraverso una rete, pian piano avanzò fra i ciechi addormentati. Si tirava<br />

appresso la gamba ferita come un sacco. Nessuno gli badò, nessuno gli domandò,<br />

Dove va a quest'ora, se lo avessero fatto avrebbe saputo cosa rispondere, Vado a<br />

pisciare, avrebbe detto, ma non voleva che fosse la moglie del medico a<br />

interpellarlo, lei non avrebbe potuto ingannarla, non avrebbe potuto mentirle,<br />

avrebbe dovuto dirle che cosa aveva in mente, Non posso continuare a marcire<br />

qui, riconosco che suo marito ha fatto il possibile, ma quando dovevo rubare una<br />

macchina io, mica lo andavo a chiedere a un altro di rubarla per me, ora la<br />

situazione è la stessa, sono io che devo andare, quando mi vedranno in questo<br />

stato si renderanno conto immediatamente che sto male, così mi mettono su<br />

un'ambulanza e via all'ospedale, ci sarà pure qualche ospedale riservato ai ciechi,<br />

uno in più non gli fa differenza, poi mi medicano la gamba, mi curano, ho sentito<br />

dire che si fa anche con i condannati a morte, se hanno un'appendicite li operano,<br />

e poi li ammazzano, perché muoiano in salute, quanto a me, se vogliono, possono<br />

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pure riportarmi qui, non me ne importa. Continuò ad avanzare, serrando i denti<br />

per non gemere, ma non riuscì a reprimere un singulto straziante quando,<br />

arrivato all'estremità della fila, perse l'equilibrio. Aveva sbagliato il conteggio dei<br />

letti, se ne aspettava un altro, e invece c'era il vuoto. Caduto per terra, non si<br />

mosse finché non ebbe la certezza che nessuno si era svegliato al rumore della<br />

caduta.<br />

Poi pensò che quella posizione fosse decisamente adatta a un cieco,<br />

avanzando a quattro zampe avrebbe potuto trovare più facilmente la strada. Si<br />

trascinò così fino a raggiungere l'atrio, lì si fermò per pensare al procedimento da<br />

seguire, se magari era meglio chiamare dalla porta, o accostarsi al cancello<br />

approfittando della corda che era servita da corrimano e che certamente doveva<br />

esserci ancora. Sapeva benissimo che, se avesse chiamato da lì chiedendo aiuto,<br />

gli avrebbero ordinato immediatamente di tornare indietro, ma l'alternativa di<br />

avere come unico sostegno, dopo quello che, malgrado l'appoggio solido dei letti,<br />

aveva passato, una corda molle, oscillante, lo fece esitare. Dopo alcuni minuti<br />

ritenne di aver trovato la soluzione, Procedo gattoni, pensò, mi metto sotto la<br />

corda, ogni tanto alzo la mano per vedere se sono sulla strada giusta, è lo stesso<br />

che rubare una macchina, si trova sempre la maniera. All'improvviso, senza che lo<br />

avesse calcolato, la coscienza si svegliò e lo rimproverò aspramente di essere<br />

stato capace di rubare l'automobile a un povero cieco, Se adesso mi trovo in<br />

questa situazione, ribatté lui, non è perché gli ho rubato la macchina, ma perché<br />

l'ho accompagnato fino a casa, è stato questo il mio grande errore. La coscienza<br />

non era disposta a dibattiti casuistici, le sue ragioni erano semplici e chiare, Un<br />

cieco è sacro, un cieco non lo si deruba, Tecnicamente parlando, non l'ho<br />

derubato, non aveva mica la macchina in tasca, né gli ho puntato una pistola in<br />

faccia, si difese l'accusato, Piantala con i sofismi, borbottò la coscienza, e vai dove<br />

devi andare.<br />

L'aria fredda del primo mattino gli rinfrescò il viso. Come si respira bene<br />

qua fuori, pensò. Gli parve di notare che la gamba gli dolesse molto meno, ma<br />

non ne fu sorpreso, già prima, più di una volta, era accaduta la stessa cosa. Era sul<br />

pianerottolo esterno, ben presto avrebbe raggiunto i gradini, Sarà più complicato,<br />

pensò, scendere con la testa in avanti. Alzò un braccio per accertarsi che la corda<br />

ci fosse ancora, e andò avanti. Proprio come aveva previsto, non era facile<br />

passare da un gradino all'altro, soprattutto per via della gamba, che non lo<br />

aiutava, e la dimostrazione la ebbe subito, quando, a metà scala, siccome una<br />

mano era scivolata su un gradino, il corpo crollò di lato e fu trascinato giù dal peso<br />

morto di quella maledetta gamba. I dolori tornarono istantaneamente, con le<br />

seghe, i trapani, i martelli, neanche lui sapeva come riuscì a non urlare. Per lunghi<br />

minuti rimase lì disteso bocconi, con la faccia per terra. Una raffica di vento,<br />

strisciante, gli fece battere i denti. Indosso non aveva altro che la maglietta e le<br />

mutande. La ferita era completamente a contatto col terreno, e lui pensò, Può<br />

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infettarsi, era un pensiero stupido, non gli venne in mente che se la stava<br />

trascinando così dalla camerata, Beh, non ha importanza, mi medicheranno prima<br />

che s'infetti, pensò poi per tranquillizzarsi, e si mise di lato per raggiungere meglio<br />

la corda. Non la trovò subito. Si era dimenticato che si trovava in posizione<br />

perpendicolare alla corda quando era rotolato giù per la scala, ma l'istinto lo fece<br />

rimanere dov'era. Poi fu il ragionamento che lo guidò a sedersi e a muoversi<br />

lentamente fino a toccare con le reni il primo gradino, e finalmente, provando un<br />

sentimento esultante di vittoria, sentì la rugosità della corda sulla mano alzata.<br />

Probabilmente fu questo stesso sentimento che, subito dopo gli fece scoprire la<br />

maniera di spostarsi senza che la ferita sfiorasse il suolo, mettersi di spalle<br />

rispetto al portone e, usando le braccia a mo' di stampelle, come un tempo<br />

facevano gli storpi, spostare, con piccoli movimenti, il corpo seduto. All'indietro,<br />

sì, perché in questo come in altri casi tirare era ben più facile che spingere. La<br />

gamba, così, non soffriva tanto, e inoltre il dolce pendio del terreno, declinante<br />

verso l'uscita, aiutava. Quanto alla corda, non c'era pericolo di perderla, quasi la<br />

toccava con il capo. Si domandava se gli mancasse ancora molto per arrivare al<br />

portone, non era la stessa cosa muoversi all'impiedi, meglio ancora se con tutti e<br />

due i piedi, e avanzare a ritroso, con spostamenti di mezzo palmo o meno.<br />

Dimenticando per un istante di essere cieco, girò la testa come per accertarsi di<br />

quanto gli mancava ancora e si ritrovò davanti lo stesso biancore senza fondo.<br />

Sarà notte, sarà giorno, si domandò, beh, se fosse giorno mi avrebbero già visto,<br />

inoltre c'è stata solo una colazione, e molte ore fa. Lo sgomentavano lo spirito<br />

logico che stava scoprendo in se stesso, la rapidità e la giustezza dei ragionamenti,<br />

si vedeva diverso, un altro uomo, e se non fosse stato per questa scalogna della<br />

gamba sarebbe stato pronto a giurare di non essersi mai sentito tanto bene in vita<br />

sua. La schiena sbatté contro la parte inferiore, laminata, del portone. Era<br />

arrivato. Lì nella garitta per proteggersi dal freddo, al soldato di sentinella gli era<br />

parso di udire dei lievi rumori che non era riuscito a identificare, in tutti i modi<br />

non pensò che potessero provenire dall'interno, doveva essere stato il rapido<br />

fruscio degli alberi, un ramo che il vento faceva sfiorare leggermente sul cancello.<br />

Un altro rumore gli giunse d'improvviso alle orecchie, ma diverso, una botta, un<br />

colpo più precisamente, non poteva essere dovuto al vento. Nervoso, il soldato<br />

uscì dalla garitta col dito sul grilletto del fucile automatico e guardò in direzione<br />

del portone. Non vide nulla. Il rumore, però, si era ripetuto, più forte, adesso era<br />

simile a quello di unghie che raschiavano su una superficie rugosa. La lastra del<br />

portone, pensò. Fece un passo verso la tenda dove il sergente dormiva, ma lo<br />

trattenne il pensiero che se avesse dato un falso allarme ne avrebbe sentite delle<br />

belle, ai sergenti non piace essere svegliati, anche quando ce ne sia motivo.<br />

Guardò di nuovo verso il portone e aspettò, teso. Molto lentamente, nello spazio<br />

fra due sbarre verticali, come un fantasma, cominciò ad apparire una faccia<br />

bianca. La faccia di un cieco. La paura fece ghiacciare il sangue del soldato, e fu la<br />

paura a fargli puntare l'arma e sparare una raffica a bruciapelo.<br />

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Il fragore delle detonazioni fece spuntare quasi immediatamente<br />

dall'interno delle tende, mezzi vestiti, i soldati che componevano il picchetto a<br />

guardia del manicomio. Il sergente aveva già preso il comando, Cosa diavolo è<br />

stato, Un cieco, un cieco, balbettò il soldato, Dove, Lì, e con la canna del fucile<br />

indicò il portone, Non vedo niente, Era lì, l'ho visto io. I soldati avevano finito di<br />

equipaggiarsi e aspettavano in riga, con i fucili in mano. Accendete il faro, ordinò<br />

il sergente. Uno dei soldati salì sulla piattaforma del mezzo. Qualche secondo<br />

dopo la luce abbagliante illuminò il portone e la facciata dell'edificio. Non c'è<br />

nessuno, animale, disse il sergente, e si accingeva a proferire un altro bel po' di<br />

amenità militari sullo stesso stile quando vide che sotto il portone si stava<br />

spandendo, nella luce violenta, una pozza nera. L'hai fatto fuori, disse. Poi,<br />

ricordandosi degli ordini rigorosi che gli erano stati dati, urlò, Fatevi indietro,<br />

questa roba è contagiosa. I soldati indietreggiarono, timorosi, ma continuarono a<br />

guardare la pozza di sangue che lentamente si spargeva negli interstizi fra i<br />

sassolini del marciapiede. Credi sia morto, domandò il sergente, Per forza, la<br />

raffica se l'è beccata in piena faccia, rispose il soldato, ora contento per l'ovvia<br />

dimostrazione della sua buona mira.<br />

In quel momento un altro soldato urlò nervosamente, Sergente, sergente,<br />

guardi lì. Nel pianerottolo della scala, in piedi, illuminati dalla luce bianca del<br />

proiettore, si vedevano dei ciechi, più di una decina, Fermi lì, strillò il sergente, un<br />

solo passo e faccio fuoco su tutti. Alle finestre dei palazzi di fronte alcune<br />

persone, risvegliate dagli spari, guardavano spaventate da dietro i vetri. Allora il<br />

sergente urlò, Quattro di voi, venite a prendere il corpo. Non potendosi vedere né<br />

contare, furono sei i ciechi che si mossero, Ho detto quattro, strillò il sergente<br />

istericamente. I ciechi si toccarono, si ritoccarono, due rimasero lì. Gli altri<br />

cominciarono a camminare lungo la corda.<br />

Dobbiamo vedere se c'è una pala o una zappa, qualsiasi cosa possa servire<br />

per scavare, disse il medico. Era mattina, a gran fatica avevano portato il cadavere<br />

nel recinto interno, lo avevano messo per terra, fra l'immondizia e le foglie morte<br />

degli alberi. Adesso bisognava sotterrarlo. Solo la moglie del medico sapeva in che<br />

stato si trovasse il morto, la faccia e il cranio devastati dalla scarica, tre fori di<br />

pallottola nel collo e nella regione esterna. Sapeva anche che in tutto l'edificio<br />

non c'era niente con cui poter scavare una fossa. Aveva percorso tutta l'area a<br />

loro destinata e non aveva trovato altro che una sbarra di ferro. Avrebbe<br />

agevolato un po', ma non era sufficiente. E aveva visto, dietro le finestre chiuse<br />

del corridoio che proseguiva nell'ala riservata ai sospetti di contagio, più basse in<br />

quella parte dell'edificio, volti allarmati, di persone in attesa della propria ora, di<br />

quel momento inevitabile in cui avrebbero dovuto dire alle altre Sono diventato<br />

cieco, o di quando, se avessero tentato di nascondere l'accaduto, le avrebbe<br />

denunciate un gesto sbagliato, un movimento del capo alla ricerca di un'ombra,<br />

un inciampo ingiustificato in chi gli occhi ce li ha. Tutto ciò lo sapeva anche il<br />

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medico, la frase che aveva pronunciato faceva parte della simulazione combinata<br />

fra loro due, da questo momento la moglie avrebbe quindi potuto dire, E se<br />

chiedessimo ai soldati di lanciarci una pala, L'idea è buona, proviamo, e tutti<br />

furono d'accordo, sì, era una buona idea, solo la ragazza dagli occhiali scuri non<br />

disse una parola su questa storia della zappa o pala, le sue parole, per il<br />

momento, si riassumevano a lacrime e lamenti, La colpa è mia, piangeva, ed era<br />

vero, non si poteva negare, ma è pur certo, se può servirle da consolazione, che<br />

se prima di ogni nostro atto ci mettessimo a prevederne tutte le conseguenze, a<br />

considerarle seriamente, anzitutto quelle immediate, poi le probabili, poi le<br />

possibili, poi le immaginabili, non arriveremmo neanche a muoverci dal punto in<br />

cui ci avrebbe fatto fermare il primo pensiero. I buoni e i cattivi risultati delle<br />

nostre parole e delle nostre azioni si vanno distribuendo, presumibilmente in<br />

modo alquanto uniforme ed equilibrato, in tutti i giorni del futuro, compresi<br />

quelli, infiniti, in cui non saremo più qui per poterlo confermare, per congratularci<br />

o chiedere perdono. D'altro canto c'è chi dice sia questa l'immortalità di cui tanto<br />

si parla, Sarà, ma quest'uomo è morto e bisogna sotterrarlo. Andarono dunque il<br />

medico e la moglie a parlamentare, la ragazza dagli occhiali scuri, sconsolata, li<br />

volle accompagnare. Perché la coscienza le doleva. Non appena comparvero sulla<br />

soglia della porta, un soldato urlò, Alt, e come se temesse che l'intimazione<br />

verbale, ancorché energica, non fosse recepita, sparò un colpo in aria. Spaventati,<br />

indietreggiarono nell'ombra protettiva dell'atrio, dietro i grossi battenti della<br />

porta aperta. Poi la moglie del medico avanzò da sola, dal punto in cui si trovava<br />

poteva vedere i movimenti del soldato, e ripararsi in tempo se fosse stato<br />

necessario, Non abbiamo niente con cui sotterrare il morto, disse, ci serve una<br />

pala. Al portone, ma al di là del punto in cui era caduto il cieco, comparve un altro<br />

militare. Era un sergente, ma non quello di prima, Cosa volete, urlò, Ci serve una<br />

pala, o una zappa, Non ce n'è, filate via, Dobbiamo sotterrare il corpo, Non<br />

sotterratelo, lasciatelo lì a marcire, Se lo lasciamo lì contaminerà l'atmosfera, Che<br />

la contamini pure e buon pro' vi faccia, L'atmosfera non è immobile, tanto sta qui<br />

quanto arriva fin lì. La pertinenza dell'argomentazione costrinse il militare a<br />

riflettere. Era venuto a sostituire l'altro sergente, che era diventato cieco e<br />

immediatamente era stato portato dove venivano concentrati gli infermi<br />

appartenenti alle forze armate di terra. Inutile dire che anche l'aviazione e la<br />

marina disponevano, ciascuna, di proprie installazioni, ma di minor dimensione e<br />

importanza, essendo gli effettivi in forza a queste armi più ridotti. Quella donna<br />

ha ragione, riconsiderò il sergente, in un caso del genere non c'è dubbio che le<br />

precauzioni sono sempre poche. Come misura preventiva, due soldati, muniti di<br />

maschere antigas, avevano già versato sul sangue due interi bottiglioni di<br />

ammoniaca, i cui vapori facevano ancora lacrimare il personale e irritavano le<br />

mucose della gola e del naso. Infine il sergente dichiarò, Vedrò cosa si può<br />

rimediare, E il cibo, gli ricordò la moglie del medico approfittando dell'occasione,<br />

Il cibo non è ancora arrivato, Solo dalla nostra parte ci sono già più di cinquanta<br />

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persone, abbiamo fame, quello che mandate non basta, Con questa faccenda del<br />

cibo l'esercito non c'entra, Qualcuno deve pur risolvere la situazione, e il governo<br />

si è impegnato a nutrirci, Tornate dentro, non voglio vedere nessuno a quella<br />

porta, La zappa, ripeté urlando la moglie del medico, ma il sergente se n'era<br />

andato. Era mattina inoltrata quando si udì la voce dell'altoparlante nella<br />

camerata, Attenzione, attenzione, gli internati si rianimarono, pensarono fosse<br />

l'annuncio del cibo, invece no, si trattava della zappa, Qualcuno la venga a<br />

prendere, ma niente gruppi, esce soltanto uno, Vado io, che ho già parlato con<br />

loro prima, disse la moglie del medico. Appena uscita sul pianerottolo esterno,<br />

vide la zappa. Dalla posizione e dalla distanza a cui si trovava, più vicino al<br />

portone che alla scala, dovevano averla lanciata, Non mi posso dimenticare di<br />

essere cieca, pensò la moglie del medico, Dov'è, domandò, Scendi la scala, ti<br />

guido io, rispose il sergente, molto bene, adesso cammina in questa direzione,<br />

così, così, alt, voltati un po' a destra, no, a sinistra, meno, un po' meno, adesso<br />

avanti, se non devii ci sbatterai il naso contro, fuoco, fuocherello, merda, ti ho<br />

detto di non deviare, acqua, acqua, fuocherello di nuovo, fuoco, fuocone, ecco,<br />

adesso fai mezzo giro e ti guido di nuovo io, non restartene lì come un'asina alla<br />

noria, girati, se no vieni a sbattere contro il portone, Non ti preoccupare, pensò<br />

lei, arriverò fino alla porta in linea retta, in fin dei conti non fa differenza,<br />

quand'anche dovessi sospettare che non sono cieca, non me ne importa niente,<br />

mica verrai dentro a prendermi. Si mise la zappa in spalla, come uno zappatore<br />

diretto al lavoro, e camminò in direzione della porta senza deviare di un passo,<br />

Sergente, ha visto, esclamò uno dei soldati, sembra addirittura che gli occhi ce li<br />

abbia, I ciechi apprendono in fretta a orientarsi, spiegò, convinto, il sergente.<br />

Fu laborioso scavare la fossa. La terra era dura, compatta, c'erano radici a<br />

un palmo dal suolo. Scavarono a turno l'autista, i due poliziotti e il primo cieco.<br />

Davanti alla morte, quel che ci si aspetta dalla natura è che i rancori perdano<br />

forza e veleno, certo, è vero, si dice anche che odio vecchio non si consuma, e<br />

prove non ne mancano nella letteratura e nella vita, ma in fondo questo, a ben<br />

dire, non era odio, e neanche vecchio, infatti cosa conta il furto di un'automobile<br />

davanti al morto che l'ha rubata, e tanto meno nel misero stato in cui si trova,<br />

mica c'è bisogno degli occhi per sapere che questa faccia non ha più naso né<br />

bocca. Non riuscirono a scavare più di tre palmi. Se il morto fosse stato grasso, gli<br />

sarebbe rimasta fuori la pancia, ma il ladro era magro, un autentico baccalà,<br />

peggio ancora dopo il digiuno di questi giorni, nella fossa ce ne sarebbero stati<br />

dentro due come lui. Non ci furono preghiere. Gli si potrebbe mettere una croce,<br />

disse la ragazza dagli occhiali scuri, fu il rimorso a farla parlare, ma nessuno dei<br />

presenti aveva notizia di cosa il defunto pensasse in vita di queste storie di Dio e<br />

della religione, meglio tacere, ammesso che un diverso comportamento sia mai<br />

giustificato dinanzi alla morte, inoltre c'è da considerare che fare una croce è<br />

molto meno facile di quanto sembri, per non dire di quanto avrebbe resistito, con<br />

tutti questi ciechi che non vedono dove mettono i piedi. Tornarono nella<br />

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camerata. Nei posti più frequentati, purché non sia all'aperto, come nel recinto,<br />

ormai non ci si perde più, con un braccio teso in avanti e le dita che si muovono<br />

come antenne di insetti si arriva dappertutto, è addirittura probabile che nei<br />

ciechi più dotati non tardi a svilupparsi quella che definiamo come visione<br />

frontale. La moglie del medico, per esempio, è straordinario come riesca a<br />

muoversi e orientarsi in questo vero e proprio rompicapo di sale, vani e corridoi,<br />

come sappia svoltare un angolo al punto giusto, come si fermi davanti a una porta<br />

e la apra senza esitazione, come non abbia bisogno di contare i letti per arrivare al<br />

suo. Adesso è seduta su quello del marito, con cui parla, sottovoce come al solito,<br />

si vede che sono persone educate, e hanno sempre qualche cosa da dirsi, non<br />

sono mica come l'altra coppia, il primo cieco e sua moglie, che dopo quelle<br />

commoventi effusioni quando si sono ritrovati quasi non hanno più parlato, ma in<br />

loro, probabilmente, l'attuale tristezza ha prevalso sul precedente amore, con il<br />

tempo si abitueranno. Chi non si stanca di ripetere che ha fame è il ragazzino<br />

strabico, malgrado la ragazza dagli occhiali scuri si sia praticamente tolta il pane di<br />

bocca per darlo a lui. Da molte ore il fanciullo non chiede della mamma, ma certo<br />

tornerà a sentirne la mancanza dopo aver mangiato, quando il corpo si sarà<br />

liberato dalle brutture egoistiche che derivano dalla semplice ma imperiosa<br />

necessità di nutrirsi. O per via di quanto era accaduto all'alba, o per motivi<br />

estranei alla nostra volontà, la verità è che le casse con la colazione del mattino<br />

non erano arrivate. Adesso si sta avvicinando l'ora di pranzo, è quasi l'una<br />

all'orologio che la moglie del medico ha appena consultato celatamente, non c'è<br />

niente di strano, quindi, se l'impazienza dei succhi gastrici ha indotto un po' di<br />

ciechi, sia di quest'ala che dell'altra, ad andare ad aspettare nell'atrio l'arrivo del<br />

cibo, e questo per due buonissime ragioni, quella pubblica, di alcuni, perché in<br />

questo modo si guadagnerebbe tempo, quella riservata, di altri, perché si sa che<br />

chi prima arriva meglio si serve. In tutto, non saranno meno di una decina i ciechi<br />

attenti al rumore che farà il portone esterno quando lo apriranno, ai passi dei<br />

soldati che devono portare quelle benedette casse. A loro volta, temendo una<br />

subitanea cecità che potesse derivare dall'immediata prossimità con i ciechi in<br />

attesa nell'atrio, i contagiati dell'ala sinistra non si sono azzardati a uscire, ma<br />

alcuni stanno spiando dallo spiraglio della porta, ansiosi che arrivi il loro turno. Il<br />

tempo passava. Stanchi di aspettare, alcuni ciechi si erano seduti per terra, poi<br />

due o tre rientrarono nelle camerate. Fu poco dopo che si udì il cigolio<br />

inconfondibile del portone. Eccitati, i ciechi, pigiandosi gli uni addosso agli altri,<br />

cominciarono a muoversi nella direzione in cui, dai suoni esterni, calcolavano che<br />

stesse la porta, ma, all'improvviso, colti da una vaga inquietudine che non<br />

avrebbero avuto il tempo di definire e spiegare, si fermarono e poi confusamente<br />

retrocessero, mentre già cominciavano ad avvertirsi distintamente i passi dei<br />

soldati che portavano il cibo e della scorta armata che li accompagnava.<br />

Ancora sotto l'impressione prodotta dal tragico avvenimento della notte, i<br />

soldati che trasportavano le vettovaglie avevano stabilito di non lasciarle in<br />

50


prossimità delle porte che davano accesso alle ali, come più o meno avevano<br />

fatto prima, le avrebbero invece mollate nell'atrio, e addio, buon appetito, Che se<br />

la sbrighino loro, avevano detto. L'offuscamento prodotto dall'intensa luce<br />

esterna e la brusca transizione nella penombra dell'atrio impedirono loro, sul<br />

primo momento, di vedere il gruppo di ciechi. Li videro subito dopo. Strillando per<br />

la paura, abbandonarono le casse per terra e uscirono come pazzi dalla porta. I<br />

due soldati della scorta, che aspettavano sul pianerottolo, reagirono in maniera<br />

esemplare davanti al pericolo. Dominando, Dio solo sa come e perché, una<br />

legittima paura, avanzarono fino alla soglia della porta e vuotarono i caricatori. I<br />

ciechi cominciarono a cadere uno sull'altro, mentre crollavano al suolo venivano<br />

colpiti da altre pallottole che ormai erano un puro spreco di munizioni, fu tutto<br />

incredibilmente lento, un corpo, un altro corpo, sembrava non finissero più di<br />

cadere, come a volte si vede nei film e alla televisione. Se mai ancora un soldato<br />

dovesse dar conto delle pallottole che spara, questi potrebbero giurare sulla<br />

bandiera di aver agito per legittima difesa, e per giunta anche per difesa dei loro<br />

compagni disarmati che erano in missione umanitaria e all'improvviso si erano<br />

visti minacciati da un gruppo di ciechi numericamente superiore. Indietreggiarono<br />

correndo all'impazzata verso il portone, coperti dai fucili che gli altri soldati del<br />

picchetto puntavano tremanti fra le sbarre di ferro, come se i ciechi rimasti vivi<br />

fossero stati in procinto di compiere una sortita di vendetta. Illividito dallo<br />

spavento, uno di quelli che avevano sparato diceva, Là dentro non ci torno<br />

neanche se mi ammazzano, e infatti non ci tornò. Di punto in bianco, quello<br />

stesso giorno, verso la fine del pomeriggio, all'ora della consegna andò ad<br />

aumentare di uno il numero dei ciechi, fortuna sua che era dell'esercito perché,<br />

altrimenti, sarebbe rimasto lì a far compagnia ai ciechi borghesi, colleghi di quelli<br />

che aveva ammazzato a fucilate, e Dio sa cosa gli avrebbero fatto. Il sergente<br />

aggiunse poi, La cosa migliore sarebbe lasciarli morire di fame, morta la bestia<br />

addio veleno. Come sappiamo, non manca chi lo abbia detto e pensato più volte,<br />

per fortuna un prezioso residuo di senso umanitario a questo gli fece dire, D'ora<br />

in poi lasceremo il cibo a metà strada, che se lo vengano a prendere loro, noi li<br />

teniamo d'occhio e al minimo movimento sospetto, fuoco. Si diresse al comando,<br />

collegò il microfono e, riunendo le parole come meglio poté, ricorrendo al ricordo<br />

di altre parole analoghe ascoltate in occasioni più o meno simili, disse, All'esercito<br />

rincresce di essere stato costretto a reprimere con le armi un moto sedizioso<br />

responsabile della creazione di una situazione di rischio imminente, della quale<br />

non ha avuto alcuna colpa direttamente o indirettamente, e avvisa che da oggi in<br />

poi gli internati andranno a ritirare il cibo fuori dall'edificio, essendo avvertiti fin<br />

d'ora che subiranno le conseguenze qualora si manifesti un tentativo di alterare<br />

l'ordine, com'è accaduto adesso e com'era accaduto la notte scorsa. Fece una<br />

pausa, non sapendo molto bene come fosse conveniente concludere, si era<br />

dimenticato le parole appropriate, che sicuramente c'erano, seppe solo ripetere,<br />

Non è stata colpa nostra, non è stata colpa nostra.<br />

51


Dentro l'edificio il fragore degli spari, rumorosamente ripercossi nello<br />

spazio circoscritto dell'atrio, aveva provocato sgomento. In un primo momento si<br />

pensò che i soldati avrebbero fatto irruzione nelle camerate sparando a raffica su<br />

qualsiasi cosa avessero trovato, il governo aveva cambiato idea, aveva optato per<br />

la liquidazione fisica in massa, ci fu chi s'infilò sotto i letti, alcuni, per la paura, non<br />

si mossero, certuni forse avevano pensato che era meglio così, se la salute è poca<br />

tanto vale non averne, e se c'è da morire, meglio farlo alla svelta. I primi a reagire<br />

furono i contagiati. Avevano cominciato col fuggire quando era iniziato il fuoco,<br />

ma poi il silenzio li incoraggiò a tornare indietro, e si avvicinarono di nuovo alla<br />

porta che dava accesso all'atrio. Videro i corpi ammucchiati, il sangue sinuoso<br />

dilagare lentamente sul pavimento, come se fosse vivo, e le casse con il cibo. La<br />

fame li spinse fuori, l'agognato nutrimento era lì, è vero che era destinato ai<br />

ciechi, secondo il regolamento il loro lo avrebbero portato dopo, ma ora chi se ne<br />

fregava del regolamento, nessuno ci vede, e il lume che precede illumina due<br />

volte, lo hanno già detto gli antichi di ogni tempo e luogo, e gli antichi non erano<br />

mica degli idioti in queste faccende. La fame, però, ebbe la forza di farli avanzare<br />

solo di tre passi, poi si intromise la ragione e li avvertì che il pericolo era lì in<br />

attesa degli imprudenti, in quei corpi senza vita, soprattutto in quel sangue, chi<br />

poteva sapere che vapori, che emanazioni, che velenosi miasmi magari non<br />

stessero già liberandosi dalla carne sfracellata dei ciechi. Sono morti, non possono<br />

far niente, disse qualcuno, l'intenzione era di tranquillizzare se stesso e gli altri,<br />

ma fu peggio l'averlo detto, è vero, i ciechi erano lì morti, non potevano muoversi,<br />

notate, non si muovono e non respirano, ma chi ci dice che questa cecità bianca<br />

non sia proprio un male dello spirito, e se, mettiamo per ipotesi, lo è, gli spiriti di<br />

quei ciechi non saranno mai stati tanto liberi come adesso, fuori dai corpi, e<br />

quindi più liberi di fare ciò che vogliono, soprattutto il male, che, come tutti<br />

sanno, è sempre stato il più facile da compiere. Ma le casse del cibo, lì in mostra,<br />

attraevano irresistibilmente gli occhi, hanno un peso simile le ragioni dello<br />

stomaco, non badano a niente, anche quando è per il suo bene. Da una delle<br />

casse si spandeva un liquido bianco che lentamente si andava avvicinando al lago<br />

di sangue, aveva tutta l'apparenza di essere latte, è un colore che non inganna.<br />

Più coraggiosi, o più fatalisti, non sempre la distinzione è facile, due contagiati<br />

avanzarono, e stavano già per toccare con le mani avide la prima cassa quando<br />

sulla soglia della porta che dava nell'altra ala comparvero alcuni ciechi. Può tanto<br />

l'immaginazione, e in circostanze morbose come questa pare possa tutto, che per<br />

i due incursori fu come se i morti, all'improvviso, si fossero rialzati da terra, ciechi<br />

come lo erano prima, senza dubbio, ma molto più pericolosi, perché senza dubbio<br />

incitati dallo spirito di vendetta. Indietreggiarono prudentemente e in silenzio<br />

verso l'ingresso della loro ala, poteva darsi che i ciechi cominciassero con<br />

l'occuparsi dei morti, come del resto dettavano la carità e il rispetto, o se no, che<br />

lasciassero lì, non avendola vista, qualcuna delle casse, per quanto piccola, in<br />

verità i contagiati non erano poi molti, forse la soluzione migliore era proprio<br />

52


quella, di chiedere loro Per favore, abbiate compassione, lasciateci almeno una<br />

cassettina, magari va a finire che oggi non ci portano altro cibo, dopo quello che è<br />

successo. I ciechi si muovevano da ciechi quali erano, a tentoni, inciampando,<br />

trascinando i piedi, eppure, come se si fossero organizzati, seppero ripartire i<br />

compiti efficacemente, alcuni, guazzando nel sangue appiccicoso e nel latte,<br />

cominciarono immediatamente a recuperare e trasportare i cadaveri nel recinto,<br />

altri si occuparono delle casse, una dopo l'altra, le otto che erano state<br />

abbandonate dai soldati. Fra i ciechi c'era una donna che dava l'impressione di<br />

trovarsi contemporaneamente dappertutto, aiutando a caricare, comportandosi<br />

come se guidasse gli uomini, cosa evidentemente impossibile per una cieca, e più<br />

di una volta, o per caso o di proposito, si girò verso l'ala dei contagiati, come se li<br />

potesse vedere o ne avvertisse la presenza. In poco tempo l'atrio rimase vuoto,<br />

nessun altro segno se non la grande macchia del sangue, e quell'altra piccola che<br />

la sfiorava, bianca, del latte che si era versato, e in più solo le tracce dei piedi,<br />

orme rosse o semplicemente umide. I contagiati chiusero la porta rassegnati e<br />

andarono in cerca di qualche briciola, tale era l'avvilimento che uno di essi arrivò<br />

al punto di dire, e ciò dimostra quanto fossero disperati, Se proprio dobbiamo<br />

diventare ciechi, se è questo il nostro destino, tanto varrebbe trasferirci subito,<br />

almeno avremmo di che mangiare, Forse i soldati ci porteranno la nostra parte,<br />

disse qualcuno, Ha fatto il militare, domandò un altro, No, Infatti, me lo<br />

immaginavo.<br />

Tenendo conto che i morti appartenevano all'una e all'altra, si riunirono gli<br />

occupanti della prima e della seconda camerata, con l'obiettivo di decidere se<br />

mangiare prima e sotterrare dopo i cadaveri, o viceversa. Nessuno sembrava<br />

interessato a sapere chi era morto. Cinque di essi si erano sistemati nella seconda<br />

camerata, si ignora se si conoscessero da prima o, in caso negativo, se avessero<br />

avuto tempo e voglia per scambiarsi presentazioni e sfoghi. La moglie del medico<br />

non ricordava di averli visti quando erano arrivati. I rimanenti quattro, sì, quelli li<br />

conosceva avevano dormito insieme a lei, per modo di dire, sotto lo stesso tetto,<br />

benché di uno non sapesse altro, e come avrebbe potuto saperlo, un uomo che si<br />

rispetti non si mette lì a parlare di faccende intime con la prima persona che gli<br />

capiti, come del fatto di essere stato in una camera d'albergo a far l'amore con<br />

una ragazza dagli occhiali scuri, alla quale, a sua volta, ammesso che si tratti di<br />

questa qui, non passa neanche per la testa di essere stata e di essere ancora tanto<br />

vicina a chi le ha fatto vedere tutto bianco. L'autista del tassì e i due poliziotti<br />

erano gli altri morti, tre uomini robusti, capaci di badare a se stessi, le cui<br />

professioni consistevano, ancorché in modo distinto, nel badare agli altri, e in<br />

definitiva eccoli lì, falciati crudelmente nel fiore della vita, in attesa di<br />

destinazione. Dovranno attendere che questi che sono rimasti finiscano di<br />

mangiare, non per via del solito egoismo dei vivi, ma perché a qualcuno è venuto<br />

in mente che sotterrare nove corpi in quel terreno duro e con un'unica zappa era<br />

un lavoro che sarebbe durato per lo meno fino all'ora di cena. E siccome non<br />

53


sarebbe stato ammissibile che i volontari animati da buoni sentimenti stessero lì a<br />

lavorare mentre gli altri si riempivano la pancia, fu deciso di rinviare a dopo i<br />

morti. Il cibo era già suddiviso in porzioni singole, quindi facile da distribuire, a te,<br />

a te, finché finiva. Ma l'ansia di un certo numero di ciechi meno illuminati venne a<br />

complicare ciò che in normali circostanze sarebbe stato comodo, benché un<br />

giudizio sereno e libero ci consigli di ammettere che gli eccessi che si verificarono<br />

erano in parte motivati, basterà rammentare, per esempio, che non si poteva<br />

sapere in partenza se il cibo sarebbe bastato per tutti. In verità, chiunque<br />

comprenderà come non sia facile contare ciechi né ripartire razioni senza occhi<br />

che li possano vedere, le razioni e i ciechi. Si aggiunga che alcuni occupanti della<br />

seconda camerata, con più che censurabile disonestà, vollero far credere di<br />

essere in maggior numero di quanti fossero di fatto. Servì, come sempre, e infatti<br />

ci sta apposta, la moglie del medico. Poche parole pronunciate a tempo sono<br />

sempre state in grado di risolvere difficoltà che un discorso profuso non farebbe<br />

altro che aggravare. Malintenzionati e cattivi d'animo furono anche quelli che non<br />

solo tentarono, ma riuscirono a ricevere il cibo due volte. La moglie del medico si<br />

accorse dell'azione riprovevole, ma ritenne prudente non denunciare l'abuso.<br />

Non voleva neanche pensare alle conseguenze che sarebbero derivate dalla<br />

rivelazione che lei non era cieca, il minimo che le sarebbe potuto accadere<br />

sarebbe stato di vedersi trasformata in serva di tutti, il massimo che forse<br />

l'avrebbero tramutata in schiava di alcuni. L'idea, di cui si era parlato all'inizio, di<br />

designare un responsabile per ogni camerata, avrebbe potuto, chissà, contribuire<br />

a risolvere questi frangenti e altri disgraziatamente anche peggiori, a condizione,<br />

però, che l'autorità di quel responsabile, certamente fragile, certamente precaria,<br />

certamente messa di continuo in causa, fosse chiaramente esercitata a favore di<br />

tutti e come tale riconosciuta dalla maggioranza. Se non ci riusciremo, pensò,<br />

finiremo per ammazzarci a vicenda. Si ripromise di parlare di questi delicati<br />

argomenti al marito e continuò a distribuire le razioni.<br />

Chi per indolenza, chi perché di stomaco delicato, nessuno ebbe voglia,<br />

dopo mangiato, di andare a esercitare l'ufficio di becchino. Quando il medico,<br />

considerandosi più obbligato degli altri per la professione, disse di malavoglia,<br />

Allora, andiamo a sotterrarli, non si presentò un solo volontario. Distesi sui letti, i<br />

ciechi volevano piuttosto esser lasciati lì a condurre a buon fine la breve<br />

digestione, alcuni si addormentarono immediatamente, e non c'era da stupirsene,<br />

dopo gli spaventi e gli scossoni per cui erano passati il corpo, benché tanto<br />

parcamente alimentato, si abbandonava alla mollezza della chimica digestiva. Più<br />

tardi, ormai verso il crepuscolo, quando le lampadine smorte, per la graduale<br />

diminuzione della luce naturale, parvero acquistare un po' di forza, mostrando<br />

contemporaneamente, pur essendo tanto deboli, quel poco a cui potevano<br />

servire, il medico, accompagnato dalla moglie, convinse due uomini della sua<br />

camerata ad andare con lui nel recinto, se non altro, disse, per fare il bilancio del<br />

lavoro che avrebbe dovuto esser fatto e separare i corpi ormai rigidi, dal<br />

54


momento che si era deciso che ciascuna camerata avrebbe sotterrato i propri. Il<br />

vantaggio di cui godevano questi ciechi era quello che si potrebbe definire<br />

l'illusione della luce. In verità, per loro non faceva differenza che fosse giorno o<br />

notte, crepuscolo del mattino o dell'imbrunire, silente alba o rumoroso mezzodì, i<br />

ciechi erano sempre circondati da uno splendente biancore, come il sole nella<br />

nebbia. Per costoro la cecità non significava vivere banalmente circondati da<br />

tenebre, ma all'interno di uno splendore luminoso. Quando il medico prese la<br />

cantonata di dire che avrebbero separato i corpi, il primo cieco, che era uno fra<br />

quelli che avevano consentito ad aiutarlo, volle che gli spiegassero come<br />

avrebbero potuto riconoscerli, domanda logica da cieco che mise in imbarazzo il<br />

medico. Questa volta la moglie ritenne di non dover accorrere in suo aiuto, se lo<br />

avesse fatto si sarebbe denunciata. Il medicò se la cavò elegantemente col<br />

radicale metodo del passo avanti, cioè riconoscendo l'errore. Col tono di chi<br />

sorride di se stesso, disse, Ci si abitua talmente ad avere gli occhi che ancora si<br />

crede di poterli usare anche quando non servono più a niente, effettivamente<br />

sappiamo solo che ce ne sono quattro dei nostri, l'autista di tassì, i due poliziotti e<br />

un altro che stava anche lui con noi, la soluzione è quindi di pescare a caso<br />

quattro corpi, sotterrarli come si deve, e così adempiamo al nostro obbligo. Il<br />

primo cieco fu d'accordo, il compagno pure, e ripresero, alternandosi, a scavare le<br />

fosse. Non avrebbero mai saputo questi assistenti, essendo ciechi, che i cadaveri<br />

sotterrati, senza eccezione, furono proprio quelli di cui, dubitanti, avevano<br />

parlato, e non sarebbe neanche necessario dire come agì quello che parve il caso,<br />

la mano del medico, guidata dalla mano della moglie, afferrava una gamba o un<br />

braccio, e lui doveva solo dire, Questo. Avevano già sotterrato due corpi quando<br />

comparvero infine, provenienti dalla camerata, tre uomini intenzionati ad aiutare,<br />

è molto probabile che non lo avrebbero fatto se qualcuno avesse detto loro che<br />

ormai era notte fonda. Psicologicamente, anche se uno è cieco, dobbiamo<br />

riconoscere che c'è una gran bella differenza tra lo scavare sepolture alla luce del<br />

giorno e dopo che il sole è tramontato. Nel momento in cui entravano nella<br />

camerata, sudati, sporchi di terra, ancora appiccicato alle narici il primo odore<br />

dolciastro della decomposizione, la voce dell'altoparlante stava ripetendo le già<br />

note istruzioni. Non ci fu alcun riferimento a quanto era avvenuto, non si parlò di<br />

spari né di ammazzati a bruciapelo. Avvisi come Chi abbandonerà l'edificio senza<br />

autorizzazione verrà immediatamente passato per le armi, oppure Gli internati<br />

sotterreranno senza formalità il cadavere nel recinto, acquistavano adesso, grazie<br />

alla dura esperienza della vita, maestra suprema di tutte le discipline, pieno<br />

significato, mentre quello che prometteva cibo tre volte al giorno diveniva un<br />

grottesco sarcasmo o un'ironia ancor più difficile da sopportare. Quando la voce<br />

tacque, il medico, da solo perché cominciava a conoscere tutti gli angoli<br />

dell'edificio, andò fino alla porta dell'altra camerata per informare, I nostri sono<br />

sotterrati, Se ne avete sotterrato alcuni, potevate anche sotterrare gli altri,<br />

rispose dall'interno una voce di uomo, L'accordo era che ogni camerata avrebbe<br />

55


sotterrato i propri morti, ne abbiamo contati quattro e li abbiamo sotterrati, Va<br />

bene, domani ci occuperemo dei nostri, disse un'altra voce maschile, e poi,<br />

cambiando tono, Non è mica arrivato dell'altro cibo, domandò, No, rispose il<br />

medico, Ma l'altoparlante dice tre volte al giorno, Dubito che rispettino sempre la<br />

promessa, Allora sarà necessario razionare i generi alimentari a mano a mano che<br />

arrivano, disse una voce di donna, Mi sembra una buona idea, se volete domani<br />

ne parliamo, D'accordo, disse la donna. Il medico si stava ritirando quando udì la<br />

voce dell'uomo che aveva parlato per primo, Lo vedremo chi comanda. Si fermò<br />

in attesa che qualcuno rispondesse, lo fece la stessa voce femminile, Se non ci<br />

organizziamo sul serio, comanderanno la fame e la paura, è già una vergogna che<br />

non siamo andati insieme a loro a sotterrare i morti, Perché non vai a sotterrarli<br />

tu, visto che sei tanto furba e saputella, Da sola non posso, ma sono pronta ad<br />

aiutare, Non vale la pena di discutere, intervenne la seconda voce di uomo,<br />

domattina ce ne occuperemo. Il medico sospirò. La convivenza sarebbe stata<br />

difficile. Si stava incamminando verso la camerata quando sentì una pressante<br />

necessità di evacuare. Nel punto in cui si trovava, non era sicuro di essere capace<br />

di arrivare alle latrine, ma decise di avventurarsi. Sperava che qualcuno avesse<br />

avuto almeno il pensiero di portarvi la carta igienica che era arrivata insieme al<br />

cibo. Sbagliò strada due volte, angosciato perché la necessità era sempre più<br />

pressante, ed era ormai arrivato agli sgoccioli quando poté finalmente tirarsi giù i<br />

pantaloni e accovacciarsi nel gabinetto alla turca. Il fetore lo asfissiava. Aveva<br />

l'impressione di aver calpestato qualcosa di molle, gli escrementi di qualcuno che<br />

non aveva azzeccato il buco del gabinetto o che aveva deciso di liberarsi senza<br />

badare ad alcun tipo di rispetto. Tentò di immaginare come potesse essere il<br />

posto in cui si trovava, per lui era tutto bianco, luminoso, splendente, che le<br />

pareti e il pavimento lo erano non poteva vederlo, e assurdamente si ritrovò a<br />

concludere che la luce e il biancore, lì, puzzavano. Impazziremo per l'orrore,<br />

pensò. Poi volle pulirsi, ma carta non ce n'era. Tastò la parete dietro di sé, dove<br />

avrebbero dovuto esserci i supporti dei rotoli o qualche chiodo su cui, in<br />

mancanza di meglio, erano stati magari infilati dei pezzi di carta qualunque.<br />

Niente. Si sentì misero, sventurato che più non si poteva, lì, con le gambe arcuate,<br />

a tenersi i pantaloni che sfioravano il pavimento schifoso, cieco, cieco, cieco, e<br />

senza riuscire a dominarsi cominciò a piangere silenziosamente. Sondando il<br />

terreno, fece alcuni passi e andò a sbattere contro la parete di fronte. Tese un<br />

braccio, tese l'altro, finalmente trovò una porta. Udì i passi strascicati di qualcuno<br />

che pure doveva andare in cerca dei cessi, inciampando, Dove sarà questa merda,<br />

mormorava con voce neutra, come se, in fondo, gli fosse indifferente il saperlo.<br />

Passò a due palmi senza accorgersi dell'altra presenza, ma non aveva alcuna<br />

importanza, la situazione non arrivò a farsi indecente, per la verità lo sarebbe<br />

stata, un uomo in quella posizione, scomposto, ma all'ultimo istante, mosso da<br />

uno sconcertante senso del pudore, il medico si era tirato su i pantaloni. Poi li tirò<br />

giù di nuovo, quando ritenne di essere solo, ma non aveva fatto in tempo, sapeva<br />

56


di essere sporco, sporco come non ricordava di esser mai stato in vita sua. Ci sono<br />

molti modi di diventare un animale, pensò, questo è solo il primo. Però non<br />

poteva lamentarsi molto, almeno lui aveva ancora qualcuno che lo avrebbe pulito<br />

di buon grado.<br />

Sdraiati sulle brande, i ciechi aspettavano che il sonno avesse compassione<br />

della loro tristezza. Discretamente, come se ci fosse pericolo che gli altri<br />

potessero assistere al misero spettacolo, la moglie del medico aveva aiutato il<br />

marito a risistemarsi meglio che poteva. Adesso regnava un dolente silenzio, da<br />

ospedale, quando i malati dormono, e soffrono dormendo. Seduta, lucida, la<br />

moglie del medico guardava i letti, le sagome tetre, il pallore di un volto, un<br />

braccio che si era mosso nel sogno. Si domandava se sarebbe mai arrivata a<br />

diventare cieca come loro, quali ragioni inesplicabili l'avevano preservata fino ad<br />

allora. Con un gesto stanco, portò le mani al viso per scostare i capelli e pensò,<br />

Finiremo per puzzare tutti. In quel momento iniziarono a udirsi dei sospiri, dei<br />

gemiti, dei gridolini prima soffocati, suoni che sembravano parole, che avrebbero<br />

dovuto esserlo, ma il cui significato si perdeva nel crescendo che le andava<br />

trasformando in grido, in ansito, infine in rantolo. Qualcuno protestò dal fondo,<br />

Porci, siete dei porci. Non lo erano, erano solo un uomo cieco e una donna cieca<br />

che probabilmente non avrebbero mai saputo l'uno dell'altro niente di più.<br />

Uno stomaco che gira a vuoto si sveglia presto. Alcuni ciechi aprirono gli<br />

occhi quando il mattino era ancora lontano, e nel loro caso non fu tanto per colpa<br />

della fame, ma perché il loro orologio biologico, o comunque si sia soliti<br />

chiamarlo, ormai si stava sfasando, avevano supposto fosse giorno fatto, quindi<br />

pensarono, Ho dormito fin troppo, e immediatamente capirono che no, c'era quel<br />

russare dei compagni che non dava luogo a equivoci. Orbene, dicono i libri, ma<br />

molto di più lo dice l'esperienza vissuta, che chi si alza presto per piacere o chi ha<br />

dovuto alzarsi presto per necessità, mal tollera che altri, in sua presenza,<br />

continuino a dormire della grossa, e a maggior ragione nel caso di cui si sta<br />

parlando, perché c'è una bella differenza fra un cieco che sta dormendo e un<br />

cieco cui non è servito a niente avere aperto gli occhi. Queste osservazioni di tipo<br />

psicologico, per la loro sottigliezza apparentemente nient'affatto pertinente di<br />

fronte alla straordinaria dimensione del cataclisma che il resoconto sta tentando<br />

di descrivere, servono unicamente a spiegare il motivo per cui erano svegli così<br />

presto tutti i ciechi, alcuni, come si è detto all'inizio, riscossi dallo stomaco<br />

esigente, ma altri strappati al sonno dalla nervosa impazienza dei mattinieri che<br />

non si peritarono di fare più rumore di quello inevitabile e tollerabile in<br />

assembramenti da caserma e camerata. Qui non c'è solo gente discreta e<br />

beneducata, alcuni sono degli screanzati che si liberano di buon mattino con<br />

scaracchi e flatulenze senza badare a chi c'è, e per la verità nel resto del giorno<br />

agiscono in base allo stesso criterio, perciò l'atmosfera sta diventando sempre più<br />

57


pesante, e non c'è niente da fare, l'unica apertura è la porta, alle finestre non si<br />

può arrivare, sono troppo alte.<br />

Sdraiata accanto al marito, il più vicini possibile, per la strettezza del letto,<br />

ma anche per piacere, ah quanto le era costato, nel cuore della notte, mantenere<br />

il decoro, non fare come quei due che qualcuno aveva chiamato porci, la moglie<br />

del medico guardò l'orologio. Segnava le due e ventitré. Fissò meglio lo sguardo,<br />

vide che la lancetta dei secondi non si muoveva. Si era dimenticata di caricare<br />

quel maledetto orologio, o maledetta lei, maledetta io, che neppure quel<br />

semplicissimo dovere avevo saputo compiere, dopo appena tre giorni di<br />

isolamento. Non riuscendo a dominarsi, scoppiò in un pianto dirotto, come se le<br />

fosse appena successa la peggiore delle disgrazie. Il medico pensò che la moglie<br />

fosse diventata cieca, che fosse accaduto ciò che tanto temeva, e sragionando<br />

stava quasi per domandarle Sei diventata cieca, ma all'ultimo istante udì il suo<br />

mormorio, Non è questo, non è questo, e poi, in un lento sussurro, quasi<br />

inudibile, con le teste nascoste sotto la coperta, Sono una stupida, non ho<br />

caricato l'orologio, e continuò a piangere, inconsolabile. Dal suo letto al di là della<br />

corsia la ragazza dagli occhiali scuri si alzò e, guidata dai singhiozzi, si avvicinò con<br />

le braccia tese, Sta male, ha bisogno di qualche cosa, domandava mentre<br />

avanzava, e con tutte e due le mani toccò i corpi sdraiati. La discrezione dettava<br />

che le ritraesse immediatamente, e l'ordine sicuramente il cervello glielo diede,<br />

ma le mani non obbedirono, resero appena più impercettibile il contatto, non più<br />

che un lieve sfioramento dell'epidermide sulla coperta grezza e tiepida. Ha<br />

bisogno di qualche cosa, di nuovo domandò la ragazza, e adesso sì, le mani si<br />

erano ormai ritratte, si erano alzate, si persero nel biancore sterile, nello<br />

scoramento. Ancora singhiozzante, la moglie del medico si alzò dal letto,<br />

abbracciò la ragazza, Non è niente, un po' di tristezza che mi ha assalito<br />

all'improvviso, disse, Se lei, signora, che è tanto forte, comincia a scoraggiarsi,<br />

allora significa che per noi non c'è davvero salvezza, si lamentò la ragazza. Più<br />

calma, guardandola in faccia, la moglie del medico pensava, Quasi non le si nota<br />

più traccia della congiuntivite, peccato non poterglielo dire, ne sarebbe contenta.<br />

Sì, probabilmente lo sarebbe, anche se una tale contentezza sarebbe stata<br />

assurda, non tanto perché la ragazza era cieca, ma perché lo erano anche tutti gli<br />

altri, a cosa serve avere gli occhi limpidi, e belli come lo sono questi, se non c'è<br />

nessuno a vederli. La moglie del medico disse, Abbiamo tutti i nostri momenti di<br />

debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è<br />

una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo, Per noi<br />

non c'è salvezza, ripeté la ragazza dagli occhiali scuri, Chissà, questa cecità non è<br />

come le altre, com'è venuta, così potrebbe scomparire, Ormai tardi per chi è<br />

morto, Tutti dobbiamo morire, Ma non dovremmo essere uccisi, e io ho<br />

ammazzato una persona, Non accusi se stessa, sono state le circostanze, qui tutti<br />

siamo colpevoli e innocenti, molto di peggio hanno fatto i soldati che ci<br />

sorvegliano, e persino loro potranno addurre la più grande di tutte le scuse, la<br />

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paura, Che importava se quel poveretto mi toccava, adesso lui sarebbe vivo e io<br />

non avrei nel corpo né più né meno di quel che ho, Non ci pensi più, riposi, tenti<br />

di dormire. L'accompagnò a letto, Suvvia, si corichi, Lei è molto buona, disse la<br />

ragazza, poi, abbassando la voce, Non so cosa fare, mi stanno arrivando le<br />

mestruazioni e non ho portato assorbenti, Stia tranquilla, ne ho io. Le mani della<br />

ragazza dagli occhiali scuri cercarono qualcosa cui afferrarsi, ma fu la moglie del<br />

medico a prenderle dolcemente fra le proprie, Riposi, riposi. La ragazza chiuse gli<br />

occhi, così rimase per un minuto, forse si sarebbe addormentata se non fosse<br />

stato per quell'alterco che all'improvviso scoppiò, qualcuno che era andato ai<br />

gabinetti e al ritorno aveva trovato il letto occupato, non era stato fatto apposta,<br />

l'altro si era alzato per lo stesso scopo, si erano incrociati strada facendo,<br />

ovviamente a nessuno dei due era venuto in mente di dire, Veda un po' di non<br />

sbagliare letto quando torna. In piedi, la moglie del medico guardava i due ciechi<br />

discutere, notò che non gesticolavano, quasi non muovevano il corpo, avevano<br />

imparato in fretta che solo la voce e l'udito erano adesso di qualche utilità, certo,<br />

le braccia ce le avevano, avrebbero potuto litigare, azzuffarsi, venire alle mani<br />

come si suol dire, ma un letto scambiato non valeva tanto, se tutti gli errori della<br />

vita fossero come questo, basterebbe mettersi d'accordo, Il due è mio, il tre è il<br />

suo, sia chiaro una volta per tutte, Se non fossimo ciechi, questo sbaglio non<br />

sarebbe avvenuto, Ha ragione, il guaio è che siamo ciechi. La moglie del medico<br />

disse al marito, Il mondo è tutto qui dentro.<br />

Non tutto. Il cibo, per esempio, era fuori e tardava. Da una camerata e<br />

dall'altra, alcuni uomini erano andati ad appostarsi nell'atrio, in attesa che<br />

l'ordine risuonasse nell'altoparlante. Muovevano i piedi, nervosi, impazienti.<br />

Sapevano di dover uscire nel recinto esterno per ritirare le casse che i soldati,<br />

rispettando quanto promesso, avrebbero lasciato nello spazio fra il portone e la<br />

scala, e temevano qualche trucco, qualche trappola, Chi ci dice che non ci<br />

spareranno addosso, Lo hanno già fatto, ne sono capacissimi, Non possiamo<br />

fidarci, Io fuori non ci vado, Neanche io, Qualcuno dovrà pur andare, se vogliamo<br />

mangiare, Non so se sia meglio morire fucilato, o morire di fame a poco a poco, Io<br />

vado, Anch'io, Non è necessario andare tutti, I soldati potrebbero non gradire, O<br />

spaventarsi, credere che vogliamo scappare, magari è per questo che hanno<br />

ammazzato quello della gamba, Dobbiamo deciderci, La cautela è sempre troppo<br />

poca, ricordatevi cosa è successo ieri, né più né meno che nove morti, I soldati<br />

hanno avuto paura di noi, E io ho paura di loro, Quello che vorrei sapere è se<br />

diventano ciechi anche loro, Loro chi, I soldati, A mio parere, dovrebbero essere<br />

addirittura i primi. Tutti furono d'accordo, senza tuttavia domandarsene il perché,<br />

ci mancò chi ne spiegasse l'ottima ragione, Perché così non potrebbero sparare. Il<br />

tempo passava, passava, e l'altoparlante era sempre silenzioso. Vi siete occupati<br />

di sotterrare i vostri, domandò un cieco della prima camerata per dire qualche<br />

cosa, Ancora no, Cominciano a puzzare, ammorbano tutto, E allora, che<br />

ammorbino pure, per quel che mi riguarda non intendo muovere un dito finché<br />

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non avrò mangiato, come dice il proverbio prima si mangia e poi si lava la pentola,<br />

Non è così, è sbagliato, generalmente si mangia e si beve, ma dopo i funerali,<br />

Invece per me è il contrario. Passati alcuni minuti uno di questi ciechi disse, Sto<br />

qui a rimuginare una cosa, Che cosa, Come divideremo il cibo, Come si è fatto<br />

prima, sappiamo quanti siamo, si contano le razioni, ciascuno riceve la propria<br />

parte, è la maniera più semplice e più giusta, Non ha funzionato, c'è chi è rimasto<br />

a bocca asciutta, E pure chi ha mangiato il doppio, La divisione è stata fatta male,<br />

Sarà sempre fatta male se non ci saranno rispetto e disciplina, Se avessimo<br />

qualcuno che ci vedesse almeno un minimo, Sì, così troverebbe subito uno<br />

stratagemma per tenersene la maggior parte, Diceva il proverbio che in terra di<br />

ciechi l'orbo è re, Lascia perdere, Non è lo stesso, Qui neanche i guerci si<br />

salverebbero, Come la intendo io, la miglior soluzione sarebbe dividere il cibo in<br />

parti uguali tra le camerate, poi ciascuna si regolerebbe con quanto avesse<br />

ricevuto, Chi è che ha parlato, Io, Io chi, Di che camerata è lei, Della seconda,<br />

Infatti me l'immaginavo, bella furbizia, siccome avete meno gente vi converrebbe,<br />

così mangereste più di noi che abbiamo la camerata completa, L'ho detto solo<br />

perché è più facile, Il proverbio diceva anche che chi parte e riparte senza tenersi<br />

la miglior parte, o è sciocco, o nel partire non ha arte, Cazzo, la pianti con quello<br />

che dice il proverbio, i detti mi rendono nervoso, Quello che dovremmo fare,<br />

invece, sarebbe di portare tutto il cibo nel refettorio, ogni camerata elegge tre<br />

persone per fare la divisione, in sei a contare non dovrebbe esserci pericolo di<br />

errori né di imbrogli, E come facciamo a sapere che dicono la verità se gli altri<br />

affermano nella nostra camerata siamo tanti, Abbiamo a che fare con gente<br />

onesta, E questo, l'ha detto pure il proverbio, No, questo lo dico io, Ehi,<br />

galantuomo, la verità è che siamo gente affamata.<br />

Come se per tutto questo tempo fosse stato in attesa della parola in codice,<br />

della battuta, dell'apritisesamo, si udì finalmente l'altoparlante, Attenzione,<br />

attenzione, gli internati sono autorizzati a venire a ritirare il cibo, ma attenti, se<br />

qualcuno si avvicina troppo al portone avrà prima un avvertimento verbale,<br />

qualora non tornasse immediatamente indietro il secondo avvertimento sarà una<br />

pallottola. I ciechi avanzarono lentamente, alcuni più fiduciosi, diritti verso il<br />

punto in cui pensavano dovesse trovarsi la porta, gli altri, meno sicuri delle<br />

proprie recenti capacità di orientamento, preferirono scivolare pian piano lungo il<br />

muro, così non c'era da sbagliarsi, una volta arrivati all'angolo dovevano solo<br />

seguire la parete che faceva angolo retto, lì doveva esserci la porta. Imperiosa,<br />

impaziente, la voce dell'altoparlante ripeté la chiamata. Il cambiamento di tono,<br />

chiaro anche per chi non avesse ulteriori motivi di diffidenza, spaventò i ciechi.<br />

Uno di essi dichiarò, Io da qui non esco, quello che vogliono è di beccarci fuori per<br />

poi ammazzarci tutti, Io pure non esco, disse un altro, Neanche io, rincarò un<br />

terzo. Stavano lì fermi, titubanti, alcuni volevano uscire, ma la paura si stava<br />

impossessando di tutti. Di nuovo si udì la voce, Se entro tre minuti non si<br />

presenterà nessuno a portar via le casse del cibo, le ritireremo. La minaccia non<br />

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ebbe la meglio sul timore, lo ricacciò solo verso le ultime caverne della mente,<br />

come un animale braccato che si aspetta un'occasione per attaccare. Timorosi,<br />

tentando di nascondersi uno dietro l'altro, i ciechi cominciarono a uscire sul<br />

pianerottolo della scala. Non potevano vedere che le casse non stavano vicino al<br />

corrimano, e cioè dove si aspettavano di trovarle, non potevano sapere che i<br />

soldati, per paura del contagio, si erano rifiutati di avvicinarsi persino alla corda<br />

cui si erano aggrappati i ciechi lì ricoverati. Le casse del cibo erano radunate,<br />

impilate, più o meno nel punto dove la moglie del medico aveva raccolto la zappa.<br />

Venite avanti, venite avanti, ordinò il sergente. In modo confuso, i ciechi<br />

cercavano di mettersi in fila per poter avanzare ordinatamente, ma il sergente<br />

gridò loro, Le casse non sono lì, lasciate la corda, lasciatela, spostatevi a destra, la<br />

vostra, la vostra, stupidi, non c'è bisogno degli occhi per sapere da che lato sta la<br />

mano destra. L'avvertimento fu dato in tempo, ma alcuni ciechi, particolarmente<br />

rigidi, avevano inteso l'ordine alla lettera, se era la destra, logicamente doveva<br />

essere la destra di chi parlava, perciò tentavano di passare sotto la corda per<br />

andare a cercare le casse Dio sa dove. In circostanze differenti, il grottesco<br />

spettacolo avrebbe fatto scoppiare dalle risa il più impettito degli osservatori,<br />

c'era da crepare, un gruppo di ciechi che procedevano a quattro zampe, con la<br />

faccia strisciante per terra come suini, un braccio avanti a scandagliare l'aria,<br />

mentre altri, forse per paura che lo spazio bianco, fuori dalla protezione del<br />

soffitto, li inghiottisse, continuavano a stare disperatamente avvinghiati alla corda<br />

e tendevano l'orecchio, in attesa della prima esclamazione che avrebbe segnalato<br />

il ritrovamento delle casse. Il desiderio dei soldati era di puntare le armi e fucilare<br />

deliberatamente, freddamente, quegli imbecilli che si muovevano davanti ai loro<br />

occhi come dei granchi zoppi, agitando le pinze malsicure in cerca della zampa<br />

mancante. Sapevano quel che era stato detto la mattina dal comandante del<br />

reggimento, che il problema dei ciechi si sarebbe potuto risolvere solo con<br />

l'eliminazione fisica di tutti quanti, gli attuali e i futuri, senza considerazioni<br />

falsamente umanitarie, testuali parole, così come si taglia un arto in cancrena per<br />

salvare il corpo, La rabbia di un cane morto, diceva lui a mo' di esemplificazione,<br />

guarisce naturalmente. Alcuni soldati, meno sensibili ai voli del linguaggio<br />

figurato, stentarono a intendere cosa la rabbia del cane avesse a che vedere con i<br />

ciechi, ma la parola di un comandante di reggimento, sempre figurativamente<br />

parlando, vale quanto pesa, nessuno arriva tanto in alto nella vita militare senza<br />

aver ragione in tutto quanto pensa, dice e fa. Un cieco aveva finalmente urtato<br />

contro le casse, urlava tenendole abbracciate, Sono qui, sono qui, se mai<br />

quest'uomo dovesse recuperare la vista, certamente non annuncerebbe con più<br />

gioia la stupenda buona notizia. Dopo pochi secondi, gli altri ciechi erano già tutti<br />

lì accalcati sopra le casse, braccia mescolate a gambe, a tirare ciascuno dalla<br />

propria parte, disputandosi il primato, me la prendo io, invece me la prendo io.<br />

Quelli che se n'erano rimasti avvinghiati alla corda erano nervosi, adesso la loro<br />

paura era un'altra, quella di ritrovarsi, per castigo della loro indolenza, o<br />

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vigliaccheria, esclusi dalla spartizione dei generi alimentari, Ah, non avete voluto<br />

strisciare culo all'aria, rischiare di beccarvi una pallottola, allora non mangiate,<br />

ricordatevi di quel proverbio, chi non risica non rosica. Spinto da questo pensiero<br />

decisivo, uno di essi abbandonò la corda e si avviò, con le braccia in aria, verso il<br />

tumulto, Non mi lascerete mica fuori, ma le voci tacquero all'improvviso, si<br />

udirono solo rumori di trascinamento, esclamazioni soffocate, un miscuglio vago e<br />

confuso di suoni provenienti da tutti i lati e da nessuno. Si fermò, indeciso, fece<br />

per riguadagnare la sicurezza della corda, ma il senso dell'orientamento gli venne<br />

meno, non ci sono stelle nel cielo bianco, adesso si sentiva invece la voce del<br />

sergente dare istruzioni a quelli delle casse per tornare alla scala, ma ciò che<br />

diceva aveva senso solo per quelli, per poter arrivare dove si vuole, tutto dipende<br />

da dove ci si trova. Non c'erano più ciechi avvinghiati alla corda, a loro sarebbe<br />

bastato rifare la strada al contrario, e adesso aspettavano sul pianerottolo della<br />

scala l'arrivo degli altri. Il cieco sganciato non si azzardava a muoversi da dove si<br />

trovava. Angosciato, cacciò un urlo, Aiutatemi, per favore, non sapeva che i<br />

soldati lo tenevano di mira col fucile, in attesa che calpestasse la linea invisibile<br />

per cui si passava dalla vita alla morte. Vuoi forse restar lì, orbo, domandò il<br />

sergente, ma nella sua voce c'era un certo nervosismo, la verità è che non<br />

condivideva l'opinione del proprio comandante, Chi mi dice che domani questa<br />

scalogna non mi bussi alla porta, quanto ai soldati, si sa, gli danno un ordine e loro<br />

ammazzano, gliene danno un altro e loro muoiono, Sparate solo al mio comando,<br />

urlò il sergente. Queste parole fecero comprendere al cieco il pericolo in cui si<br />

trovava. Si mise in ginocchio, implorando, Per favore, aiutatemi, ditemi dove devo<br />

andare, Avanti, caro cieco, vieni avanti, disse da lontano un soldato in tono<br />

falsamente amichevole, il cieco si alzò, fece tre passi, ma si bloccò di nuovo, il<br />

verbo gli parve sospetto, vieni avanti non è vai avanti, vieni avanti vuol dire verso<br />

qui, proprio verso qui, in questa direzione, arriverai dove ti stanno chiamando,<br />

incontro alla pallottola che ti sostituirà una cecità con un'altra. Fu un'iniziativa per<br />

così dire criminale di un soldato dall'animo cattivo, che il sergente stroncò<br />

immediatamente con due strilli successivi, Alt, Dietrofront, seguiti da un severo<br />

richiamo all'ordine del disobbediente, a quanto pare appartenente a quella specie<br />

di persone cui non si può mettere un fucile in mano. Animati dal benevolo<br />

intervento del sergente, i ciechi che avevano raggiunto il pianerottolo della scala<br />

attaccarono con un fortissimo baccano che finì per servire da polo magnetico al<br />

disorientato non vedente. Ormai sicuro di sé, questi avanzò in linea retta,<br />

Continuate, continuate, diceva mentre i ciechi applaudivano come se stessero<br />

assistendo a un lungo, vibrante e intrepido sprint. Fu accolto fra gli abbracci,<br />

come si meritava, è nelle avversità, sia le provate sia le prevedibili, che si<br />

riconoscono gli amici.<br />

Non durò molto la fraternizzazione. Approfittando della confusione, alcuni<br />

ciechi se l'erano squagliata con un bel po' di casse, quelle che riuscirono a<br />

trasportare, un modo palesemente sleale di prevenire ipotetiche ingiustizie nella<br />

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distribuzione. Quelli in buona fede, che ce n'è sempre per quanto se ne dica,<br />

protestarono, indignati, che così non si poteva campare, Se non possiamo fidarci<br />

gli uni degli altri, dove andremo a finire, si domandavano alcuni, retoricamente,<br />

ancorché a ragione, Mi sa che questi mascalzoni vogliono una buona scarica di<br />

botte, minacciavano altri, non era vero che la volessero, ma tutti intesero il<br />

significato di quelle parole, un'espressione, questa, leggermente migliorata di un<br />

barbarismo che ci si aspetta sia perdonato solo perché capita tanto a proposito.<br />

Rientrati nell'atrio, i ciechi si misero d'accordo, ritenendola la maniera più pratica<br />

di risolvere la prima parte della delicata situazione che si era creata, nel dividere<br />

in parti uguali fra le due camerate le casse rimaste, per fortuna in numero pari, e<br />

creare una commissione d'indagine, anch'essa paritaria, al fine di recuperare le<br />

casse perdute, o meglio rubate. Sprecarono un pò di tempo a dibattere, come<br />

ormai stava diventando abitudine, sul prima e sul dopo, cioè se si dovesse<br />

mangiare prima e indagare poi, o il contrario, finendo per prevalere l'opinione che<br />

la cosa più conveniente, tenuto conto delle molte ore trascorse a digiuno forzato,<br />

sarebbe stata di rifocillare lo stomaco e procedere in seguito agli accertamenti, E<br />

non dimenticatevi che dovete sotterrare i vostri, disse uno della prima camerata,<br />

Non li abbiamo ancora ammazzati e vuoi già che li sotterriamo, rispose uno<br />

spiritoso della seconda, giocando allegramente con le parole. Tutti risero. Ben<br />

presto, però, si venne a sapere che i furfanti non si trovavano nelle camerate. Alla<br />

porta dell'una e dell'altra c'erano stati sempre dei ciechi in attesa che il cibo<br />

arrivasse, e furono loro a dire che in effetti avevano sentito passare nei corridoi<br />

qualcuno che sembrava avere molta fretta, ma lì, nelle camerate, nessuno era<br />

entrato, e tanto meno con casse di cibo, ci potevano giurare. Qualcuno ricordò<br />

che il modo più sicuro di identificare quegli individui era che tutti i presenti<br />

andassero a occupare i rispettivi letti, quelli che fossero rimasti vuoti avrebbero<br />

dovuto essere ovviamente i letti dei ladroni, dopo di che non c'era da far altro che<br />

aspettare che ritornassero da dove si erano nascosti, leccandosi le labbra, e<br />

saltargli addosso, così imparavano a rispettare il sacro principio della proprietà<br />

collettiva. Procedere seguendo il suggerimento, peraltro opportuno e di uno<br />

sviscerato spirito di giustizia, aveva però il grave inconveniente di rinviare,<br />

impossibile prevedere a quando, l'agognata e a quest'ora ormai fredda colazione,<br />

Mangiamo prima, disse uno dei ciechi, e la maggioranza pensò che sì, era meglio<br />

mangiare prima. Disgraziatamente, solo quel poco che gli era rimasto dopo<br />

l'infame furto. In quel momento, in qualche luogo nascosto delle vetuste e<br />

decrepite costruzioni, i ladri con ogni probabilità si stavano rimpinzando con<br />

razioni doppie e triple di un rancio che, inaspettatamente, sembrava più buono,<br />

costituito da caffelatte, per la verità freddo, biscotti e pane con margarina,<br />

mentre la gente onesta non poteva far altro che saziarsi con dosi due o tre volte<br />

minori, e non di tutto. Si udì, lo udirono alcuni della prima ala mentre<br />

malinconicamente sorbivano il loro pane e acqua, l'altoparlante chiamare i<br />

contagiati per andare a ritirare la loro parte di cibo. Uno dei ciechi, certo<br />

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influenzato dall'atmosfera malsana creatasi dopo il delitto commesso, ebbe<br />

un'ispirazione, Se li aspettassimo nell'atrio si prenderebbero uno spavento da<br />

morire solo a vederci, magari lascerebbero cadere un paio di casse, ma il medico<br />

disse che non gli sembrava bello, sarebbe stata un'ingiustizia, castigare chi non ha<br />

colpa. Quando tutti ebbero finito di mangiare, la moglie del medico e la ragazza<br />

dagli occhiali scuri portarono nel giardino le scatole di cartone, i recipienti vuoti<br />

del latte e del caffè, i bicchieri di carta, insomma, tutto quanto non era<br />

commestibile, Dobbiamo bruciare la spazzatura, disse poi la moglie del medico,<br />

eliminare questo orribile moscaio.<br />

Seduti sui letti, ciascuno sul proprio, i ciechi si misero in attesa che<br />

rientrassero nel gregge le capre smarrite, Caproni sono quelli là, commentò una<br />

voce possente, senza immaginare di corrispondere alla pastorale reminiscenza di<br />

chi non ha colpa di non saper esprimere le cose in altra maniera. Ma i malviventi<br />

non comparivano, dovevano sospettare qualcosa, sicuramente c'era fra loro<br />

qualcuno altrettanto perspicace di questo qui che aveva avuto l'idea della scarica<br />

di botte. I minuti passavano, qualche cieco qua e là si era coricato, qualcuno si era<br />

già addormentato. Qui, signori miei, si mangia e si dorme. A ben vedere le cose,<br />

non si sta mica tanto male. Purché il cibo non venga a mancare, che senza non si<br />

può vivere, è come stare in albergo. Invece, che calvario sarebbe essere cieco là<br />

fuori, in città, sì, che calvario. Andare ruzzolando per le strade, tutti a evitarlo, la<br />

famiglia spaventata, che ha paura di avvicinarsi, amore materno, amore filiale,<br />

tutte storie, magari mi facevano la stessa cosa che mi fanno qui, mi rinchiudevano<br />

in una camera e mi mettevano il piatto davanti alla porta come grande favore.<br />

Considerando la situazione freddamente, senza quei preconcetti o quei<br />

risentimenti che sempre oscurano il ragionamento, bisognava riconoscere che le<br />

autorità avevano avuto occhio decidendo di riunire ciechi con ciechi, ciascuno col<br />

proprio simile, che è la buona norma della vicinanza, come i lebbrosi, non c'è<br />

dubbio, quel medico laggiù ha ragione quando dice che dobbiamo organizzarci,<br />

effettivamente è questione di organizzazione, per primo il cibo, poi<br />

l'organizzazione, sono tutti e due indispensabili per vivere, scegliere un certo<br />

numero di persone disciplinate e disciplinanti per dirigere la baracca, stabilire<br />

delle norme consensuali di convivenza, cose semplici, spazzare, riordinare e<br />

lavare, per questo non possiamo lamentarci, ci hanno addirittura mandato<br />

sapone, detergenti, tenere il letto fatto, la cosa fondamentale è non perdere il<br />

rispetto di noi stessi, evitare conflitti con i militari che compiono il loro dovere<br />

sorvegliandoci, di morti ne abbiamo già abbastanza, domandare se c'è qualcuno<br />

fra noi che conosca delle storie da raccontare la sera, storie, favole, aneddoti,<br />

tant'è, pensate che fortuna se qualcuno conoscesse la Bibbia a memoria,<br />

ripeteremmo tutto partendo dalla creazione del mondo, l'importante è che ci<br />

ascoltiamo a vicenda, peccato non ci sia una radio, la musica è sempre stata una<br />

grande distrazione, e avremmo potuto seguire le notizie, per esempio se si<br />

scoprisse una cura per la nostra malattia, che gioia sarebbe.<br />

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Poi accadde ciò che doveva accadere. Si udirono degli spari nella strada.<br />

Vengono ad ammazzarci, gridò qualcuno, Calma, disse il medico, cerchiamo di<br />

essere logici, se avessero voluto ammazzarci sarebbero venuti a sparare qui<br />

dentro, non là fuori. Aveva ragione il medico, era il sergente che aveva dato<br />

ordine di sparare in aria, non era stato un soldato che all'improvviso fosse<br />

divenuto cieco mentre teneva il dito sul grilletto, si capisce, non c'era altro modo<br />

di inquadrare e mantenere l'ordine tra i ciechi che uscivano accalcandosi dagli<br />

autobus, il Ministero della Sanità aveva avvisato l'Esercito, Ne invieremo quattro<br />

pullman, E cioè quanti, Circa duecento, Ma dove metteremo tutta quella gente, le<br />

camerate destinate ai ciechi sono le tre dell'ala destra, secondo le informazioni<br />

che abbiamo la capienza massima è di centoventi, e ce ne sono già sessanta o<br />

settanta, meno una dozzina che abbiamo dovuto ammazzare, C'è un sistema,<br />

occupare tutte le camerate, In tal caso i contaminati si troveranno a contatto<br />

diretto con i ciechi, La cosa più probabile è che, prima o poi, finiscano per<br />

diventare anch'essi ciechi, del resto, così com'è la situazione, suppongo che<br />

contaminati lo siamo già tutti, sicuramente non c'è una sola persona che non sia<br />

stata in vista di un cieco, Se un cieco non vede, mi domando, come potrà<br />

trasmettere il male con la vista, Generale, questa deve essere la malattia più<br />

logica del mondo, l'occhio che è cieco trasmette la cecità all'occhio che vede,<br />

niente di più semplice, C'è un colonnello, qui da noi, secondo il quale la soluzione<br />

sarebbe quella di ammazzare i ciechi a mano a mano che si presentano, Morti,<br />

invece che ciechi, non modificherebbe molto il quadro, Essere cieco non è tale e<br />

quale a essere morto, Sì, ma essere morto è tale e quale a essere cieco, Beh,<br />

allora saranno circa duecento, Sì, E cosa ne facciamo dei conducenti degli<br />

autobus, Internate anche loro. Quello stesso giorno, nel tardo pomeriggio,<br />

l'Esercito chiamò il Ministero della Sanità, Volete sapere la novità, quel colonnello<br />

di cui parlavo è diventato cieco, Chi sa cosa ne penserà adesso dell'idea che<br />

aveva, Ci ha già pensato, si è sparato un colpo alla testa, Atteggiamento coerente,<br />

non c'è che dire, L'esercito è sempre pronto a dare l'esempio.<br />

Il portone era stato spalancato. Spinto dalle abitudini militari, il sergente<br />

ordinò lo schieramento in colonna per cinque, ma i ciechi non riuscivano ad<br />

azzeccare il conto giusto, ora erano di più, ora di meno, finirono per ammucchiarsi<br />

tutti all'ingresso, da civili quali erano, senza alcun ordine, non si ricordarono<br />

neanche di mandare avanti le donne e i bambini, come negli altri naufragi. C'è da<br />

dire, prima di dimenticarcene, che non tutti gli spari erano stati mirati in aria, uno<br />

dei conducenti si era rifiutato di andare con i ciechi, protestò che ci vedeva<br />

perfettamente, il risultato, tre secondi dopo, diede ragione al Ministero della<br />

Sanità quando aveva affermato che essere morto è tale e quale a essere cieco. Il<br />

sergente impartì gli ordini già noti, Proseguite diritto, in fondo c'è una scala con<br />

sei gradini, sei, quando ci arrivate salite lentamente, se qualcuno inciampa non<br />

voglio neanche pensare a cosa potrà succedere, l'unica raccomandazione<br />

mancante fu quella di seguire la corda, ma è comprensibile, se l'avessero usata<br />

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non l'avrebbero mai più finita di entrare, Attenzione, raccomandava il sergente,<br />

tranquillizzato perché ormai erano tutti all'interno del portone, ci sono tre<br />

camerate a destra e tre a sinistra, ogni camerata ha quaranta letti, che le famiglie<br />

non si separino, evitate i disordini, contatevi all'ingresso, chiedete a quelli che<br />

stanno già dentro di aiutarvi, andrà tutto bene, sistematevi, tranquilli, tranquilli, il<br />

mangiare arriverà.<br />

Non sarebbe bello, però, immaginare che questi ciechi, tanto numerosi,<br />

procedano lì come montoni al macello, belando come al solito, un po' accalcati, è<br />

vero, ma è sempre stato il loro modo di vivere, pelo contro pelo, fiato contro<br />

fiato, odore contro odore. Qui ce ne sono alcuni che piangono, altri che gridano di<br />

paura o di rabbia, altri ancora che imprecano, qualcuno ha lanciato una minaccia<br />

terribile e inutile, Se un giorno vi acchiappo, si suppone si riferisse ai soldati, vi<br />

cavo gli occhi. Inevitabilmente, i primi ad arrivare alla scala dovettero fermarsi,<br />

bisognava tastare con il piede l'altezza e la profondità del gradino, la pressione di<br />

quelli che seguivano ne fece cadere due o tre in avanti, per fortuna niente di più<br />

di qualche ginocchio sbucciato, il consiglio del sergente era stato davvero una<br />

benedizione. Una parte è entrata nell'atrio, ma non si sistemano con tanta facilità<br />

duecento persone, per giunta cieche e senza guida, poi si aggiunga a questa<br />

circostanza, già di per sé abbastanza penosa, il fatto che ci troviamo in un edificio<br />

antico, dalla disposizione poco funzionale, non basta che un sergente, che<br />

conosce solo il proprio mestiere, dica, Sono tre camerate per lato, bisogna poi<br />

vedere com'è dentro, porte talmente strette che sembrano vicoli, corridoi folli<br />

quanto gli occupanti, non si sa perché comincino, non si sa dove finiscano, e non<br />

si riesce a sapere che cosa vogliano. Per istinto, l'avanguardia dei ciechi si era<br />

divisa in due colonne che si spostavano lungo le pareti, da un lato e dall'altro, in<br />

cerca di una porta dove entrare, un metodo sicuro, senza dubbio, nell'ipotesi che<br />

non si frappongano dei mobili. Prima o poi, con garbo e pazienza, i nuovi ospiti<br />

finiranno per sistemarsi, ma non prima che si decidano le sorti della battaglia<br />

scoppiata poco fa tra le prime linee della colonna di sinistra e i contaminati che<br />

vivono da quella parte. C'era da aspettarselo. In base a quanto si era concordato,<br />

c'era persino un regolamento predisposto dal Ministero della sanità, quell'ala<br />

doveva essere riservata ai contaminati, e se era vero che si poteva prevedere, con<br />

altissimo grado di probabilità, che alla fine sarebbero diventati tutti ciechi, era<br />

anche vero, obbedendo alla pura logica, che fino a quando i contaminati non<br />

fossero diventati ciechi non si sarebbe potuto giurare che fossero effettivamente<br />

destinati a diventarlo. Uno se ne sta dunque tranquillamente seduto a casa<br />

propria, fiducioso che, malgrado gli esempi contrari, almeno nel suo caso tutto<br />

finisca per risolversi al meglio, e all'improvviso vede avanzare nella propria<br />

direzione giusto uno stuolo ululante di coloro che più teme. In un primo momento<br />

i contaminati pensarono si trattasse di un gruppo par loro, solo più numeroso, ma<br />

l'equivoco durò poco, quella gente era proprio cieca, Qui non potete entrare,<br />

quest'ala è solo nostra, non è per i ciechi, voi dovete stare nell'altro lato,<br />

66


gridarono quelli di guardia alla porta. Alcuni ciechi tentarono di compiere mezzo<br />

giro e cercare un'altra entrata, sinistra o destra per loro tant'era, ma la massa di<br />

quelli che continuavano ad affluire dall'esterno li spingeva inesorabilmente. I<br />

contaminati difendevano la porta a pugni e calci, i ciechi rispondevano come<br />

potevano, non vedevano gli avversari, ma sapevano da dove arrivavano i colpi.<br />

Nell'atrio non potevano entrarci duecento persone, né niente di simile, perciò<br />

ben presto la porta che dava nel recinto, benché abbastanza ampia, si ritrovò<br />

completamente intasata, come se la ostruisse un grosso tappo, né indietro né<br />

avanti, quelli che stavano dentro, compressi, schiacciati, tentavano di proteggersi<br />

scalciando, dando gomitate ai vicini che li soffocavano, si udivano urli, bambini<br />

ciechi che piangevano, donne cieche che svenivano, mentre i tanti che non erano<br />

riusciti a entrare spingevano sempre più, terrorizzati dagli strilli dei soldati che<br />

non capivano perché quegli idioti stessero ancora lì. Un momento terribile fu<br />

quando si produsse un violento reflusso di gente che faceva di tutto per sottrarsi<br />

alla confusione, all'imminente pericolo di schiacciamento, mettiamoci noi al posto<br />

dei soldati, all'improvviso vedono uscire di botto un certo numero di quelli che<br />

erano già entrati, pensarono subito al peggio, che i ciechi stessero per tornare<br />

indietro, ricordiamoci dei precedenti, sarebbe potuta diventare una carneficina.<br />

Fortunatamente, il sergente si dimostrò ancora una volta all'altezza della<br />

situazione, sparò egli stesso un colpo in aria, con la pistola, solo per richiamare<br />

l'attenzione, e gridò con l'altoparlante, Calma, voi che state sulla scala,<br />

indietreggiate un po', tranquilli, non spingete, aiutatevi a vicenda. Era chiedere<br />

troppo, all'interno la lotta continuava, ma l'atrio, a poco a poco, si andò<br />

svuotando grazie a uno spostamento più numeroso di ciechi verso la porta dell'ala<br />

destra, dove venivano accolti da altri ciechi che non si preoccuparono<br />

minimamente di incamminarli verso la terza camerata, fino ad allora libera, e<br />

verso i letti che nella seconda erano ancora vuoti. Per un momento parve che la<br />

battaglia si sarebbe risolta a favore dei contaminati, non tanto perché erano i più<br />

forti e per di più dotati di vista, ma perché i ciechi, avendo capito che l'entrata<br />

dell'altro lato era sgombra, interruppero il contatto, come avrebbe detto il<br />

sergente nelle sue lezioni militari di strategia e tattica elementare. Però non durò<br />

molto la gioia dei difensori. Dalla porta dell'ala destra cominciarono ad arrivare<br />

voci che lì non c'erano più posti, che tutte le camerate erano piene, alcuni ciechi<br />

furono addirittura spintonati di nuovo nell'atrio, nel momento preciso in cui,<br />

disgregatosi il tappo umano che fino ad allora bloccava l'ingresso principale, i<br />

ciechi che si trovavano ancora fuori, ed erano molti, riuscirono ad avanzare e a<br />

ripararsi sotto quel tetto dove, in salvo dalle minacce dei soldati, avrebbero<br />

vissuto da allora in poi. Il risultato di questi due spostamenti, praticamente<br />

simultanei, fu il riaccendersi della contesa all'ingresso dell'ala sinistra, di nuovo<br />

colpi, di nuovo schiamazzi, e, come se non bastasse, un certo numero di ciechi<br />

sgusciati via, i quali avevano trovato e forzato la porta che dall'atrio dava accesso<br />

diretto al cortile interno, attaccarono a gridare che c'erano dei morti. S'immagini<br />

67


il terrore. Indietreggiarono questi ultimi alla meglio, Ci sono dei morti, ci sono dei<br />

morti, ripetevano, come se i prossimi a morire fossero loro, in un attimo l'atrio<br />

tornò a essere quel gorgo furioso dei peggiori momenti, poi la massa umana deviò<br />

con uno slancio repentino e disperato verso l'ala sinistra, spingendo tutto avanti,<br />

dopo aver sbaragliato la resistenza dei contaminati, molti dei quali non lo erano<br />

più, mentre altri, correndo come pazzi, tentavano ancora si sfuggire alla nera<br />

iattura. Correvano invano. Uno dopo l'altro, tutti divennero ciechi, con gli occhi<br />

che all'improvviso annegavano nell'orrida marea bianca che inondava i corridoi, le<br />

camerate, lo spazio intero. Là fuori, nell'atrio, nel recinto, i ciechi si trascinavano<br />

derelitti, chi tutto ammaccato, chi calpestato, e soprattutto gli anziani, le donne e<br />

i bambini, come sempre, esseri generalmente ancora oppure ormai con poche<br />

difese, fu un miracolo se non ci scapparono molti più morti da sotterrare.<br />

Sparpagliati per terra, oltre alle scarpe perdute dai piedi, c'erano borse, valigie,<br />

cesti, l'ultima ricchezza di ciascuno, ormai perduta per sempre, chi troverà<br />

qualcosa dirà che gli appartiene.<br />

Un vecchio con una benda nera su un occhio arrivò dal cortile. O aveva<br />

perso il bagaglio anche lui, o non lo aveva portato. Era stato il primo a inciampare<br />

nei morti, ma lui non gridò. Se ne rimase lì con loro, accanto a loro, in attesa che<br />

tornassero la pace e il silenzio. Per un'ora ha aspettato. Adesso è il suo turno di<br />

cercare un rifugio. Lentamente, con le braccia tese, cercò la strada. Trovò la porta<br />

della prima camerata dell'ala destra, udì alcune voci provenire da dentro, allora<br />

domandò, C'è un letto per me.<br />

L'arrivo di tanti ciechi parve recare almeno un vantaggio. A pensarci bene,<br />

due, il primo di ordine per così dire psicologico, è davvero molto diverso lo stare<br />

continuamente in attesa che ci si presentino nuovi inquilini e il vedere che<br />

finalmente il palazzo è pieno, che da ora in poi è possibile creare e mantenere con<br />

i vicini rapporti stabili, duraturi, non turbati, come era successo fino ad ora, da<br />

successive interruzioni e intromissioni di nuovi arrivati che ci obbligavano a<br />

ricostruire continuamente i canali di comunicazione. Il secondo vantaggio, di<br />

ordine pratico, diretto e sostanziale, fu che le autorità esterne, civili e militari,<br />

avevano capito che una cosa è fornire generi alimentari per due o tre dozzine di<br />

persone, più o meno tolleranti, più o meno predisposte, dato l'esiguo numero, a<br />

rassegnarsi in caso di occasionali mancanze o ritardi nel vitto, e tutt'altra cosa era<br />

adesso la repentina e complessa responsabilità di mantenere duecentoquaranta<br />

esseri umani di ogni sorta, provenienza e tipo in fatto di carattere e<br />

temperamento. Duecentoquaranta per modo di dire, si badi, perché sono per lo<br />

meno venti i ciechi che non sono riusciti a trovare una branda e dormono per<br />

terra. In tutti i casi, bisogna riconoscere che non è la stessa cosa doversi adattare<br />

a mangiare in trenta quanto dovrebbe bastare per dieci, e distribuire per<br />

duecentosessanta il cibo destinato a duecentoquaranta. La differenza è quasi<br />

impercettibile. Orbene, fu la consapevolezza di questa maggiore responsabilità e<br />

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forse, ipotesi tutt'altro che trascurabile, il timore che si potessero scatenare nuovi<br />

tumulti, a indurre le autorità a cambiare sistema, e cioè a mandare da mangiare in<br />

tempo e in orario, e nelle quantità giuste. Ovviamente, dopo la pugna, sotto tutti<br />

gli aspetti deplorevole, cui abbiamo dovuto assistere, non poteva certo esser<br />

facile né esente da conflitti localizzati l'insediamento di tanti ciechi, ci basterà<br />

rammentare quei poveri contaminati che prima ci vedevano ancora e adesso non<br />

ci vedono più, le coppie divise e i figli smarriti, i lamenti dei calpestati e pigiati,<br />

alcuni due o tre volte, e tutti quelli che vanno in cerca dei loro amati beni senza<br />

trovarli, bisognerebbe essere del tutto insensibili per dimenticare, come se niente<br />

fosse, le pene della povera gente. Eppure, non si può negare che l'annuncio<br />

dell'arrivo del pranzo fu, per tutti, un balsamo ristoratore. E se è innegabile che il<br />

ritiro di così grandi quantità di cibo e la loro distribuzione fra tante bocche, per la<br />

mancanza di una organizzazione adeguata e di un'autorità capace di imporre la<br />

necessaria disciplina, diede origine a nuovi dissapori, dobbiamo pur riconoscere<br />

che l'atmosfera cambiò sostanzialmente, in meglio, quando in tutto l'antico<br />

manicomio non si udì altro se non il rumore di duecentosessanta bocche che<br />

masticavano. Chi poi pulirà tutto è questione per il momento senza risposta, solo<br />

verso la fine del pomeriggio l'altoparlante tornerà a elencare le norme di buona<br />

condotta che dovranno essere osservate per il bene di tutti, e allora si vedrà fino<br />

a che grado le rispetteranno coloro che sono appena arrivati. Già non è poco che<br />

gli occupanti della seconda camerata dell'ala destra si siano decisi, finalmente, a<br />

sotterrare i propri morti, almeno ci siamo liberati di questo odore, all'odore dei<br />

vivi, anche se fetido, sarà più facile abituarsi.<br />

Quanto alla prima camerata, forse perché è la più antica e quindi da più<br />

tempo in via di adattamento alla condizione di cecità, un quarto d'ora dopo che i<br />

suoi occupanti avevano finito di mangiare non si vedeva un solo pezzo di carta<br />

sporca per terra, né un piatto dimenticato, o un recipiente gocciolante. Tutto era<br />

stato radunato, le cose più piccole infilate nelle più grandi, le più sporche in quelle<br />

meno sporche, come avrebbe indicato una razionale regolamentazione<br />

dell'igiene, attenta non solo alla maggiore efficacia possibile nella raccolta degli<br />

avanzi e dei rifiuti, ma anche all'economia dello sforzo necessario a realizzare il<br />

lavoro. La mentalità che obbligatoriamente dovrà determinare comportamenti<br />

sociali di questo tipo non si improvvisa né nasce spontaneamente. Nel caso in<br />

esame sembra abbia avuto influenza decisiva l'azione pedagogica della cieca in<br />

fondo alla camerata, quella sposata con l'oculista, si è tanto affannata a dirci, Se<br />

non siamo capaci di vivere globalmente come persone, almeno facciamo di tutto<br />

per non vivere globalmente come animali, lo ha ripetuto tante volte che il resto<br />

della camerata ha finito per trasformare in massima, in sentenza, in dottrina, in<br />

norma di vita, quelle parole, in fondo semplici ed elementari. Probabilmente un<br />

tale stato d'animo, propizio alla comprensione delle necessità e delle circostanze,<br />

è ciò che ha contribuito, ancorché in modo collaterale, alla benevola accoglienza<br />

che ha trovato il vecchio dalla benda nera quando si è affacciato alla porta e ha<br />

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domandato, C'è un letto per me. Per un caso fortunato, ovviamente<br />

preannunciante sviluppi nel futuro, un letto c'era, l'unico, chissà poi perché<br />

sopravvissuto, per così dire, all'invasione, in quel letto aveva sofferto il ladro di<br />

automobili inenarrabili dolori, ecco forse perché gli era rimasto un alone di<br />

sofferenza che aveva tenuto lontana la gente. Sono disposizioni del destino,<br />

misteri degli arcani, la porzione è già in serbo, e questa non è stata la prima<br />

coincidenza, tornando indietro basta notare come in questa camerata siano<br />

venuti a finire tutti i pazienti che si trovavano nell'ambulatorio oculistico quando<br />

vi era comparso il primo cieco, a quel tempo si pensava ancora che non si sarebbe<br />

andati oltre. Sottovoce come al solito, per non denunciare il segreto della sua<br />

presenza lì, la moglie del medico sussurrò all'orecchio del marito, Forse è stato<br />

anche lui un tuo malato, è un uomo anziano, mezzo calvo, qualche ciuffo bianco,<br />

e ha una benda nera su un occhio, mi ricordo che ne hai parlato, Che occhio, Il<br />

sinistro, Deve essere lui. Il medicò si fece avanti nella corsia e disse, alzando un<br />

po' la voce, Vorrei poter toccare la persona che si è appena unita a noi, le chiedo<br />

di camminare in questa direzione, io le verrò incontro. Si trovarono a metà strada,<br />

dita contro dita, come due formiche che avrebbero dovuto riconoscersi<br />

manovrando le antenne, non andrà così in questo caso, il medico chiese<br />

permesso, con le mani tastò la faccia del vecchio, trovò rapidamente la benda,<br />

Non c'è dubbio, era l'ultimo che ci mancava, il paziente dalla benda nera,<br />

esclamò, Cosa vuol dire, chi è lei, domandò il vecchio, Sono, anzi ero il suo<br />

oculista, si ricorda, avevamo concordato la data della sua operazione alla<br />

cataratta, Come ha fatto a riconoscermi, Soprattutto dalla voce, la voce è la vista<br />

di chi non vede, Sì, la voce, anch'io riconosco la sua, chi ce lo avrebbe detto,<br />

dottore, adesso non c'è più bisogno che mi operi, Se c'è un rimedio, ne abbiamo<br />

bisogno tutti e due, Rammento, dottore, che mi ha detto che dopo operato non<br />

avrei neanche riconosciuto il mondo in cui vivevo, a questo punto sappiamo<br />

quanto avesse ragione lei, Quand'è che è diventato cieco, Ieri sera, E l'hanno<br />

portata subito qui, Là fuori c'è una tale paura che fra poco cominceranno ad<br />

ammazzare le persone appena si accorgono che sono diventate cieche, Qui ne<br />

hanno già fatti fuori dieci, disse una voce di uomo, Li ho trovati, rispose<br />

semplicemente il vecchio dalla benda nera, Erano di un'altra camerata, i nostri li<br />

abbiamo sotterrati subito, aggiunse la stessa voce, come se terminasse un<br />

resoconto. La ragazza dagli occhiali scuri si era avvicinata, Si ricorda di me,<br />

portavo degli occhiali scuri, Mi ricordo bene, nonostante la mia cataratta ricordo<br />

che era molto bella, la ragazza sorrise, Grazie, disse, e tornò al suo posto. Disse<br />

poi, C'è qui anche quel bambino, Voglio la mamma, disse la voce del ragazzino,<br />

come stanca di un pianto remoto e inutile. E io sono il primo che è diventato<br />

cieco, disse il primo cieco, sono qui con mia moglie, E io sono l'impiegata<br />

dell'ambulatorio, disse l'impiegata dell'ambulatorio. La moglie del medico disse,<br />

Manca solo che mi presenti io, e disse chi era. Allora il vecchio, come per<br />

ricambiare l'accoglienza, annunciò, Ho una radio, Una radio, esclamò la ragazza<br />

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dagli occhiali scuri battendo le mani, musica, che bello, Sì, ma è una radiolina, a<br />

pile, e le pile non dureranno sempre, ricordò il vecchio, Non mi dica che dovremo<br />

restare qui per sempre, disse il primo cieco, Per sempre no, per sempre è sempre<br />

troppo tempo, Servirà per ascoltare le notizie, osservò il medico, E un po' di<br />

musica, insistette la ragazza dagli occhiali scuri, Non a tutti potrebbe piacere la<br />

stessa musica, ma sicuramente siamo tutti interessati a sapere come vanno le<br />

cose fuori, la cosa migliore è risparmiare la radio, Lo penso anch'io, disse il<br />

vecchio dalla benda nera. Tirò fuori il piccolo apparecchio dalla tasca esterna della<br />

giacca e lo accese. Si mise a cercare le stazioni, ma la sua mano, ancora poco<br />

sicura, perdeva facilmente la sintonia con la lunghezza d'onda, all'inizio non si udì<br />

altro che rumori intermittenti, frammenti di musica e parole, infine la mano<br />

divenne più ferma, la musica parve riconoscibile, La lasci solo un attimo, chiese la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, le parole divennero più chiare, Non sono notizie, disse<br />

la moglie del medico, e poi, come un'idea che le fosse venuta all'improvviso, Che<br />

ore saranno, domandò, ma già sapeva che nessuno avrebbe potuto risponderle.<br />

La lancetta della sintonia continuava a cavar rumori dalla piccola cassa, poi si<br />

fissò, era una canzone, una canzone qualunque, ma i ciechi si avvicinarono<br />

lentamente, non si spingevano, si fermavano appena sentivano una presenza<br />

davanti a sé e stavano lì a sentire, con gli occhi bene aperti in direzione della voce<br />

che cantava, alcuni piangevano, come probabilmente soltanto i ciechi possono<br />

piangere, semplicemente lacrime che scorrevano, come da una fontana. La<br />

canzone arrivò alla fine, l'annunciatore disse, Attenzione, al terzo segnale saranno<br />

le quattro. Una delle cieche domandò ridendo, Del pomeriggio o del mattino, e fu<br />

come se la risata le facesse male. Celatamente, la moglie del medico regolò e<br />

caricò l'orologio, erano le quattro del pomeriggio, anche se, in verità, per un<br />

orologio tant'è, va dall'una alle dodici, il resto sono idee degli esseri umani. Cos'è<br />

questo rumorino, domandò la ragazza dagli occhiali scuri, sembrava, Sono stata<br />

io, ho sentito che dicevano alla radio che erano le quattro e ho caricato il mio<br />

orologio, uno di quei movimenti automatici che facciamo tante volte, si premunì<br />

la moglie del medico. Poi pensò che non ne fosse valsa la pena, rischiare così, le<br />

sarebbe bastato guardare il polso dei ciechi che erano entrati quel giorno,<br />

qualcuno doveva pur avere l'orologio funzionante. Ce lo aveva proprio il vecchio<br />

dalla benda nera, come notò in quel momento, e il suo orario era preciso. Allora il<br />

medico chiese, Ci parli di com'è la situazione là fuori. Il vecchio dalla benda nera<br />

disse, Certo, ma è meglio che mi sieda, non riesco a reggermi in piedi. Stavolta a<br />

gruppi di tre o quattro per letto, in compagnia, i ciechi si sistemarono come<br />

meglio poterono, fecero silenzio, e quindi il vecchio dalla benda nera raccontò ciò<br />

che sapeva, ciò che aveva visto con i propri occhi finché li aveva avuti, ciò che<br />

aveva sentito dire durante i pochi giorni intercorsi fra l'inizio dell'epidemia e la<br />

propria cecità.<br />

Nelle prime ventiquattr'ore, disse, se era veritiera la notizia che circolava,<br />

c'erano stati centinaia di casi, tutti uguali, tutti manifestatisi nella stessa maniera,<br />

71


apidità istantanea, assenza sconcertante di lesioni, biancore splendente del<br />

campo visivo, nessun dolore prima, nessun dolore dopo. Il secondo giorno si parlò<br />

di un certa diminuzione nel numero di nuovi casi, si passò dalle centinaia alle<br />

decine, il che portò il Governo ad annunciare prontamente che, in base alle più<br />

ragionevoli prospettive, la situazione sarebbe stata ben presto sotto controllo. Da<br />

questo punto in avanti, salvo alcuni commenti qua e là che non si sono potuti<br />

evitare, il racconto del vecchio dalla benda nera non sarà più seguito alla lettera,<br />

sostituito piuttosto da una riorganizzazione del discorso orale, orientata nel senso<br />

di valorizzare l'informazione con l'uso di un corretto e adeguato vocabolario.<br />

Motivo di questa alterazione, non prevista prima, è il modo di esprimersi<br />

controllato, tutt'altro che dialettale, impiegato dal narratore, che per poco lo<br />

squalificava come relatore complementare, importante, senza dubbio, giacché<br />

senza di lui non avremmo modo di sapere quel che è successo nel mondo esterno,<br />

come relatore complementare, dicevamo, di questi straordinari avvenimenti,<br />

quando si sa che la descrizione di qualsiasi fatto ha solo da guadagnarne con il<br />

rigore e la proprietà dei termini usati. Tornando all'argomento, escluse quindi il<br />

Governo l'ipotesi, precedentemente ventilata, che il paese si trovasse sotto<br />

l'azione di una epidemia senza precedenti noti, provocata da un agente morboso<br />

ancora non identificato, a effetto istantaneo, con assenza totale di previ segnali di<br />

incubazione o di latenza. Doveva trattarsi, dunque, secondo la nuova opinione<br />

scientifica e la conseguente e aggiornata interpretazione amministrativa, di una<br />

casuale e sfortunata concomitanza temporale di circostanze anch'esse per il<br />

momento non accertate e nella cui esaltazione patogenica ormai era possibile,<br />

rilevava il comunicato del Governo, partendo dall'elaborazione dei dati disponibili<br />

che indicano la prossimità di una chiara curva di risoluzione, osservare indizi di<br />

esaurimento. Un commentatore televisivo ebbe l'ingegnosità di trovare la<br />

metafora giusta quando paragonò l'epidemia, o quel che fosse, a una freccia<br />

scagliata verso l'alto, che, nel raggiungere il culmine dell'ascensione, si mantiene<br />

per un momento come sospesa, e poi comincia a descrivere l'obbligatoria curva<br />

discendente che, a Dio piacendo, e con questa invocazione il commentatore<br />

ritornava alla trivialità degli scambi umani e all'epidemia propriamente detta, poi<br />

ci penserà la gravità ad accelerare, fino alla scomparsa del terribile incubo che ci<br />

tormenta, una mezza dozzina di parole, queste, che comparivano continuamente<br />

nei vari mezzi di comunicazione sociale, i quali finivano sempre col formulare il<br />

compassionevole augurio che i poveri ciechi potessero recuperare ben presto la<br />

vista perduta, promettendo loro, nel frattempo, la solidarietà di tutta la società<br />

organizzata, sia ufficiale che privata. In un passato remoto, ragioni e metafore<br />

simili erano state tradotte dall'imperterrito ottimismo della gente comune in detti<br />

tipo questo, Non c'è bene che sempre duri, né male che perduri, oppure, in<br />

versione letteraria, Così come non c'è bene che duri sempre, non c'è male che<br />

sempre duri, massime supreme di chi ha avuto il tempo di apprendere con gli<br />

scossoni della vita e della fortuna, e che, trasposte fra i ciechi, andranno lette<br />

72


come segue, Ieri vedevamo, oggi non vediamo, domani vedremo, con una leggera<br />

intonazione interrogativa nella terza parte della frase, come se la prudenza,<br />

all'ultimo istante, avesse deciso, per sì e per no, di aggiungere l'ambiguità del<br />

dubbio alla speranzosa conclusione.<br />

Disgraziatamente, non tardò a dimostrarsi l'inanità di tali voti, le<br />

aspettative del Governo e le previsioni della comunità scientifica andarono<br />

semplicemente a rotoli. La cecità stava dilagando, non come una marea repentina<br />

che tutto inondasse e spingesse avanti, ma come un'infiltrazione insidiosa di mille<br />

e uno rigagnoli inquietanti che, dopo aver inzuppato lentamente la terra,<br />

all'improvviso la sommergono completamente. Davanti all'allarme sociale, ormai<br />

sul punto di esserne travolte, le autorità promossero in tutta fretta riunioni<br />

mediche, soprattutto di oculisti e neurologi.<br />

Per via del tempo che fatalmente avrebbe richiesto la sua organizzazione,<br />

non si arrivò a convocare il congresso che alcuni preconizzavano, ma in compenso<br />

non mancarono i colloqui, i seminari, le tavole rotonde, alcune aperte al pubblico,<br />

altre celebrate a porte chiuse. L'effetto combinato della palese inutilità dei<br />

dibattiti e i casi di alcune cecità improvvise verificatesi nel corso delle sedute,<br />

portarono i giornali, la radio e la televisione, quasi tutti, a cessare di occuparsi di<br />

tali iniziative, a eccezione del discreto e sotto ogni aspetto lodevole<br />

comportamento di certi organi di comunicazione che, campando a forza di<br />

scandali di ogni tipo, delle grazie e delle disgrazie altrui, non erano disposti a<br />

perdere una sola occasione si presentasse di riferire in diretta, con la<br />

drammaticità che la situazione giustificava, la cecità improvvisa, per esempio, di<br />

un cattedratico di oculistica.<br />

La prova del progressivo deterioramento dello stato d'animo generale la<br />

diede lo stesso Governo, modificando per ben due volte, in una mezza dozzina di<br />

giorni, la propria strategia. Prima, aveva creduto fosse possibile circoscrivere il<br />

male ricorrendo all'isolamento dei ciechi e dei contaminati in certi spazi<br />

discriminati, come il manicomio in cui ci troviamo. Poi, l'inesorabile aumento dei<br />

casi di cecità portò alcuni influenti membri del Governo, timorosi che l'iniziativa<br />

ufficiale non corrispondesse abbastanza alle richieste, il che avrebbe determinato<br />

pesanti penalizzazioni politiche, a sostenere l'idea che dovesse spettare alle<br />

famiglie sorvegliare in casa i propri ciechi, non lasciandoli uscire, al fine di non<br />

complicare il già difficile traffico e di non offendere la sensibilità di coloro che<br />

ancora vedevano con gli occhi di cui disponevano e che, indifferenti alle opinioni<br />

più o meno tranquillizzanti, credevano che il mal bianco si propagasse per<br />

contatto visivo, come il malocchio. In effetti, non era legittimo attendersi diversa<br />

reazione da chi, immerso nei propri pensieri, tristi, neutri o allegri, ammesso che<br />

di questi ultimi ancora ce ne fossero, vedeva all'improvviso trasformarsi<br />

l'espressione di qualcuno che procedeva nella sua direzione, configurarglisi nel<br />

volto tutti i segni del terrore assoluto, e subito dopo il grido inevitabile, Sono<br />

73


cieco, sono cieco. Non c'erano nervi che resistessero. Il peggio è che le famiglie,<br />

soprattutto le meno numerose, rapidamente si trasformarono in famiglie tutte di<br />

ciechi, dove quindi non c'era più nessuno a poter guidare e sorvegliare, e a<br />

proteggere dai ciechi la comunità dei vicini con vista buona, ed era chiaro che<br />

quei ciechi non potevano, per quanto fossero padre, madre e figlio, badare gli uni<br />

agli altri, o se no gli sarebbe finita come ai ciechi del dipinto, che camminano<br />

insieme, cadono insieme e insieme muoiono.<br />

In questa situazione, il Governo non ebbe altro rimedio se non fare di corsa<br />

marcia indietro, allargando i criteri già stabiliti sui luoghi e gli spazi requisibili, col<br />

risultato dell'immediato e improvvisato utilizzo di fabbriche abbandonate, templi<br />

sconsacrati, centri sportivi e magazzini vuoti, Da due giorni si parla già di<br />

organizzare delle tendopoli, aggiunse il vecchio dalla benda nera. All'inizio, molto<br />

all'inizio, alcune organizzazioni benefiche avevano ancora offerto volontari per<br />

andare a badare ai ciechi, rifare letti, pulire gabinetti, lavare biancheria, preparare<br />

da mangiare, quelle cure minime senza le quali la vita diviene ben presto<br />

insopportabile, persino per i vedenti. Quei poveracci diventavano<br />

immediatamente ciechi, ma almeno passava alla storia la beltà del gesto. è<br />

venuto qualcuno qui, domandò il vecchio dalla benda nera, No, rispose la moglie<br />

del medico, nessuno, Forse era una chiacchiera, E la città, e i trasporti, domandò il<br />

primo cieco, ricordandosi della propria macchina e dell'autista di tassì che lo<br />

aveva portato all'ambulatorio e che lui aveva aiutato a sotterrare, I trasporti sono<br />

nel caos, rispose il vecchio dalla benda nera, e passò ai particolari, agli episodi e<br />

agli incidenti. La prima volta che divenne cieco un conducente di autobus, in<br />

servizio e in piena via pubblica, la gente, malgrado i morti e i feriti provocati dal<br />

disastro, non vi prestò grande attenzione, per la stessa ragione, e cioè la forza<br />

dell'abitudine, che portò il responsabile dell'ufficio stampa dei trasporti a<br />

dichiarare, papale papale, che il disastro era stato originato da un errore umano,<br />

senza dubbio deprecabile, ma, a ben pensarci, imprevedibile quanto poteva<br />

esserlo un infarto fulminante in chi non avesse mai sofferto di cuore. I nostri<br />

impiegati, spiegò il responsabile, così come le parti meccaniche e gli impianti<br />

elettrici dei nostri automezzi, sono periodicamente soggetti a controlli<br />

estremamente rigorosi, e ciò è confermato, con diretto e chiaro rapporto di causa<br />

ed effetto, dalla bassissima percentuale di incidenti, in totale, nei quali sono stati<br />

coinvolti fino a ora i veicoli della nostra compagnia. La profusa spiegazione uscì<br />

sui giornali, ma la gente aveva altro cui pensare, più che preoccuparsi di un<br />

semplice disastro occorso a un autobus, in fin dei conti non sarebbe andata<br />

peggio se gli si fossero rotti i freni. Peraltro fu questa, due giorni dopo, la vera<br />

causa di un altro incidente ma così è fatto il mondo, che spesse volte la verità<br />

deve celarsi sotto la menzogna per raggiungere i propri scopi, la voce che si<br />

diffuse fu che era diventato cieco il conducente. Non ci fu modo di convincere il<br />

pubblico di quanto era effettivamente accaduto, e il risultato si vide ben presto,<br />

da un momento all'altro le persone smisero di servirsi degli autobus, dicendo che<br />

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preferivano diventar cieche loro piuttosto che morire per la cecità altrui. Un terzo<br />

incidente, subito dopo, per lo stesso motivo, con un veicolo che non portava<br />

passeggeri, diede adito a commenti simili, dal tono notoriamente popolare, Pensa<br />

se stavo là dentro. Non poteva neanche immaginare, chi parlava così, quanto<br />

avesse ragione. Per la cecità simultanea dei due piloti, non tardò che un aereo<br />

commerciale si incendiasse e poi si disintegrasse in fase di atterraggio,<br />

provocando la morte di tutti i passeggeri e membri dell'equipaggio, benché, in<br />

questo caso, si trovassero in perfetto stato sia la meccanica che l'elettronica,<br />

come avrebbe rivelato l'esame della scatola nera, unica sopravvissuta. Una<br />

tragedia di queste dimensioni non era come un normale incidente di autobus, la<br />

conseguenza fu che persero le ultime illusioni coloro che ancora ne avevano,<br />

dopo di che non si udì più un solo rumore di motore, non una ruota, grande o<br />

piccola, veloce o lenta, si rimise in movimento. Coloro che, prima, solevano<br />

lamentarsi delle difficoltà sempre maggiori del traffico, pedoni che a prima vista<br />

sembravano incerti nella direzione perché le automobili, ferme o in movimento,<br />

continuamente tagliavano loro la strada, conducenti che, dopo aver fatto mille e<br />

tre giri prima di riuscire a scoprire un posto dove piazzare finalmente la macchina,<br />

si trasformavano in pedoni e cominciavano a protestare per le stesse ragioni degli<br />

altri dopo aver reclamato per le proprie, adesso tutti quanti avrebbero dovuto<br />

essere soddisfatti, se non per la palese circostanza che, non essendoci più<br />

nessuno che si azzardava a guidare un qualsiasi veicolo, neanche per andare da<br />

qui a lì, le automobili, i camion, le moto, e perfino le biciclette, così discrete,<br />

erano sparpagliati caoticamente per tutta la città, abbandonati dovunque la paura<br />

avesse prevalso sul senso di proprietà, una grottesca evidenza simboleggiata da<br />

quella gru con un'automobile mezza sollevata, appesa all'asse anteriore,<br />

probabilmente il primo a diventare cieco era stato il conducente della gru.<br />

Brutta per chiunque, la situazione, per i ciechi, era catastrofica, dal<br />

momento che, come si dice correntemente, non potevano vedere dove andavano<br />

né dove mettevano i piedi. Era penoso vederli sbattere contro le macchine<br />

abbandonate, uno dopo l'altro, sbucciandosi gli stinchi, alcuni cadevano e<br />

piangevano, C'è qualcuno che mi dia una mano ad alzarmi, ma c'erano anche<br />

quelli che, abbrutiti dalla disperazione o per carattere, imprecavano e<br />

respingevano la mano benemerita accorsa in loro aiuto, Mi lasci, arriverà anche il<br />

suo turno di diventare cieco, allora l'anima compassionevole si spaventava,<br />

scappava via, si perdeva nella densità di quella nebbia bianca, subitamente<br />

consapevole del rischio che la bontà gli aveva fatto correre, magari per diventare<br />

cieco qualche metro più avanti.<br />

Così stanno le cose fuori, concluse il vecchio dalla benda nera, e non so<br />

mica tutto, parlo solo di quanto ho potuto vedere con i miei occhi, e qui si<br />

interruppe, fece una pausa e si corresse, No, non con i miei occhi, perché ne<br />

avevo solo uno, e adesso neanche quello, cioè, ce l'ho ma non mi serve, Non le ho<br />

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mai domandato perché non usasse un occhio di vetro invece della fascia, E perché<br />

avrei dovuto, me lo dica lei, la prego, domandò il vecchio dalla benda nera, Si usa,<br />

è per l'estetica, e inoltre è molto più igienico, si toglie, si lava e si rimette, come le<br />

dentiere, Sì, certo, ma mi dica, cosa succederebbe oggi se tutti coloro che adesso<br />

si ritrovano ciechi avessero perduto, dico materialmente perduto, entrambi gli<br />

occhi, a cosa gli servirebbe adesso andarsene in giro con due occhi di vetro, In<br />

effetti, non servirebbe a niente, Se diventeremo tutti ciechi, come pare<br />

succederà, a che scopo l'estetica, e quanto all'igiene, mi dica, dottore, che specie<br />

di igiene potrà esserci qui, Probabilmente solo in un mondo di ciechi le cose<br />

saranno ciò che veramente sono, disse il medico, E le persone, domandò la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, Anche le persone, non ci sarà nessuno a vederle, Mi è<br />

venuta un'idea, disse il vecchio dalla benda nera, facciamo un gioco per passare il<br />

tempo, Come si può giocare senza vedere a cosa si gioca, domandò la moglie del<br />

primo cieco, Non sarà proprio un gioco, ciascuno di noi dovrebbe dire<br />

esattamente ciò che stava vedendo nel momento in cui è diventato cieco,<br />

Potrebbe essere sconveniente, ricordò qualcuno, Chi non vuole partecipare al<br />

gioco, non partecipa, ma inventare non vale, Dia l'esempio, disse il medico,<br />

Senz'altro, disse il vecchio dalla benda nera, sono diventato cieco mentre mi stavo<br />

guardando l'occhio cieco, Cosa vuol dire, è molto semplice, ho sentito come se<br />

l'interno dell'orbita vuota fosse infiammato e ho tolto la benda per accertarmene,<br />

in quel momento sono diventato cieco, Sembra una parabola, disse una voce<br />

sconosciuta, l'occhio che si rifiuta di riconoscere la propria assenza, Io, disse il<br />

medico, mi ero messo a consultare a casa dei manuali di oculistica, proprio per via<br />

di quanto sta accadendo, l'ultima cosa che ho visto sono le mie mani sopra un<br />

libro, La mia ultima immagine è diversa, disse la moglie del medico, l'interno di<br />

un'ambulanza mentre aiutavo mio marito a entrare, Il mio caso lo avevo già<br />

raccontato al dottore, disse il primo cieco, mi ero fermato a un semaforo, era<br />

rosso, c'era gente che attraversava la strada da un lato all'altro, è allora che sono<br />

diventato cieco, poi quel tizio che è morto l'altro giorno mi ha portato a casa, in<br />

faccia non l'ho visto, chiaro, Quanto a me, disse la moglie del primo cieco, l'ultima<br />

cosa che ricordo di aver visto è il mio fazzoletto, ero a casa e piangevo, ho portato<br />

il fazzoletto agli occhi e in quell'istante sono diventata cieca, Io, disse l'impiegata<br />

dell'ambulatorio, ero appena entrata nell'ascensore, ho teso la mano per spingere<br />

il pulsante e all'improvviso non ho più visto, immaginate la mia angoscia, chiusa lì,<br />

da sola, non sapevo se salire o scendere, non trovavo il pulsante di apertura della<br />

porta, Il mio caso, disse il commesso di farmacia, è più semplice, avevo sentito<br />

dire che c'era gente che diventava cieca, allora ho pensato a come sarebbe stato<br />

se lo fossi diventato anch'io, ho chiuso gli occhi per provare e quando li ho aperti<br />

ero cieco, Sembra un'altra parabola, disse la voce sconosciuta, se vuoi essere<br />

cieco, lo sarai. Tacquero. Gli altri ciechi erano tornati ai rispettivi letti, il che non<br />

era impresa da poco, perché se è vero che sapevano i numeri loro spettanti, solo<br />

cominciando a contare da una delle estremità, da uno in su o da venti in giù,<br />

76


potevano aver la certezza di arrivare dove volevano. Quando il mormorio della<br />

enumerazione, monotono come una litania, si smorzò, la ragazza dagli occhiali<br />

scuri raccontò quel che le era successo, Ero nella camera di un albergo, avevo un<br />

uomo sopra di me, a questo punto tacque, si vergognò di dire cosa stesse<br />

facendo, che aveva visto tutto bianco, ma il vecchio dalla benda nera domandò, E<br />

ha visto tutto bianco, Sì, rispose lei, Forse la sua cecità non è come la nostra, disse<br />

il vecchio dalla benda nera. Mancava solo la cameriera dell'albergo, Stavo<br />

rifacendo un letto, qualcuno era diventato cieco proprio lì ho alzato e disteso il<br />

lenzuolo bianco davanti a me, l'ho rimboccato ai lati come si deve, lo stavo<br />

lisciando con tutte e due le mani, a quel punto ho smesso di vedere, mi ricordo di<br />

come lisciavo il lenzuolo, pian pianino, era quello di sotto, concluse, come se ciò<br />

avesse una particolare importanza. Avete già raccontato tutti la vostra ultima<br />

storia di quando vedevate, domandò il vecchio dalla benda nera, Adesso racconto<br />

la mia, se non c'è nessun altro, disse la voce sconosciuta, Se c'è, parlerà dopo,<br />

racconti lei, L'ultima cosa che ho visto è un quadro, Un quadro, ripeté il vecchio<br />

dalla benda nera, e dove si trovava, Ero andato al museo, era un campo di grano<br />

con corvi e cipressi e un sole che sembrava esser fatto con pezzi di altri soli, Ha<br />

tutto l'aspetto di essere di un olandese, Credo di sì, ma c'era anche un cane sul<br />

punto di sprofondare, era già mezzo sotterrato, poverino, In tal caso, può essere<br />

solo di uno spagnolo, prima di lui nessuno aveva dipinto così un cane, dopo di lui<br />

nessun altro ha osato farlo, Probabilmente, e c'era un carro carico di fieno, tirato<br />

da cavalli, che attraversava un ruscello, C'era una casa a sinistra, Sì, Allora è di un<br />

inglese, Potrebbe essere, ma non credo, perché c'era anche una donna con un<br />

bambino in braccio, Di bambini in braccio a donne se ne vedono dovunque in<br />

pittura, In effetti, l'ho notato, Quello che non capisco è come potrebbero trovarsi<br />

in un unico quadro dipinti così diversi e di così diversi pittori, E c'erano degli<br />

uomini che mangiavano, Sono talmente numerosi i pranzi, le merende e le cene<br />

nella storia dell'arte che, in base a questa sola indicazione, non è possibile sapere<br />

chi mangiava, Gli uomini erano tredici, Ah, allora è facile, vada avanti, C'era anche<br />

una donna nuda, con i capelli biondi, dentro una conchiglia fluttuante nel mare, e<br />

intorno a lei tanti fiori, Italiano, chiaro, E una battaglia, Eccoci di nuovo come nel<br />

caso dei pasti e delle madri con bambini in braccio, non basta per sapere chi lo ha<br />

dipinto, Morti e feriti, è naturale, prima o poi tutte le creature muoiono, e i<br />

soldati pure, E un cavallo impaurito, Con gli occhi che sembravano voler<br />

fuoriuscire dalle orbite, Esattamente, I cavalli sono così, e quali altri quadri<br />

c'erano in quel suo quadro, Non ce l'ho fatta a saperlo, sono diventato cieco nel<br />

preciso istante in cui stavo guardando il cavallo. La paura acceca, disse la ragazza<br />

dagli occhiali scuri, Parole giuste, eravamo già ciechi nel momento in cui lo siamo<br />

diventati, la paura ci ha accecato, la paura ci manterrà ciechi, Chi sta parlando,<br />

domandò il medico, Un cieco, rispose la voce, un semplice cieco, qui non c'è altro.<br />

Allora il vecchio dalla benda nera domandò, Di quanti ciechi ci sarà bisogno per<br />

fare una cecità. Nessuno gli seppe rispondere. La ragazza dagli occhiali scuri lo<br />

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pregò di accendere la radio, forse davano qualche notizia. La diedero più tardi, nel<br />

frattempo sentirono un po' di musica. A un certo momento comparvero alla porta<br />

della camerata un po' di ciechi, uno dei quali disse, Che peccato non aver portato<br />

la chitarra. Le notizie non furono confortanti, correva voce che fosse prevista a<br />

breve scadenza la formazione di un governo di unità e di salvezza nazionale.<br />

All'inizio, quando i ciechi qui dentro si contavano ancora sulle dita, quando<br />

bastava lo scambio di due o tre parole perché gli sconosciuti si trasformassero in<br />

compagni di sventura, e con tre o quattro in più si perdonavano reciprocamente<br />

tutte le mancanze, talune anche gravi, e se il perdono non poteva esser completo,<br />

bastava solo aver la pazienza di aspettare qualche giorno, si è visto benissimo<br />

quante ridicole angosce abbiano dovuto sopportare gli sventurati ogni qualvolta il<br />

corpo pretendeva una di quelle urgenti liberazioni che siamo soliti designare<br />

come soddisfazione di necessità. Malgrado ciò, e pur sapendo come siano<br />

rarissime le educazioni perfette e come persino i più discreti recessi abbiano i loro<br />

punti deboli, c'è da riconoscere che i primi ciechi messi in quarantena sono stati<br />

capaci, più o meno consapevolmente, di portare con dignità la croce della natura<br />

prevalentemente escatologica dell'essere umano. Ma adesso, con le brande tutte<br />

occupate, e sono duecentoquaranta, senza contare i ciechi che dormono per<br />

terra, non c'è immaginazione, per quanto fertile e creativa in paragoni, immagini<br />

e metafore, che possa descrivere con proprietà la distesa di schifezza che c'è qua<br />

dentro. Non è solo lo stato cui si sono rapidamente ridotti i cessi, antri fetidi,<br />

come probabilmente saranno all'inferno le fogne delle anime dannate, ma è<br />

anche la mancanza di rispetto di alcuni o l'improvvisa urgenza di altri che, in<br />

pochissimo tempo, ha trasformato i corridoi e gli altri posti di passaggio in<br />

gabinetti che inizialmente erano occasionali e ormai sono diventati abituali. I<br />

negligenti o i pressati pensavano, Non ha importanza, nessuno mi vede, e non<br />

andavano oltre. Quando divenne impossibile, in ogni senso, arrivare fino ai cessi, i<br />

ciechi presero a usare il recinto come posto per tutti gli sfoghi e tutte le<br />

decomposizioni corporali. Quelli che, per natura o per educazione, erano delicati,<br />

si trattenevano tutto il santissimo giorno, resistevano come potevano in attesa<br />

della notte, si presumeva che lo fosse quando nelle camerate c'era più gente a<br />

dormire, e allora, tenendosi la pancia o stringendo le gambe, andavano in cerca di<br />

tre palmi di pavimento pulito, ammesso che ci fossero in quella sorta di moquette<br />

fatta di escrementi mille volte calpestati, e col pericolo, per giunta, di perdersi<br />

nello spazio infinito del recinto, dove non esistevano altri segnali di orientamento<br />

se non quei pochi alberi i cui tronchi erano riusciti a sopravvivere alla mania di<br />

sopralluogo dei pazzi di un tempo, e poi quei monticelli, ormai quasi spianati, che<br />

a stento coprivano i morti. Una volta al giorno, sempre nel tardo pomeriggio,<br />

come una sveglia regolata sullo stesso orario, la voce dell'altoparlante ripeteva le<br />

note istruzioni e proibizioni, insisteva sui vantaggi di un uso regolare dei prodotti<br />

di pulizia, rammentava l'esistenza di un telefono in ogni camerata per richiedere i<br />

rifornimenti necessari, quando mancavano, ma quello di cui lì ci sarebbe stato<br />

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veramente bisogno era un potente getto d'idrante che mandasse via tutta la<br />

merda, seguito da uno squadrone di idraulici che venissero a riparare gli<br />

sciacquoni, che li facessero funzionare, e poi acqua, tanta acqua, per mandare<br />

nelle fognature quello che ci sarebbe dovuto andare, e poi, per favore, un paio<br />

d'occhi, dei semplici occhi, una mano capace di condurci e guidarci, una voce che<br />

mi dica, Per di qua. Se a questi ciechi non gli diamo una mano, non tarderanno a<br />

trasformarsi in animali, o peggio ancora, in animali ciechi. Non lo disse la voce<br />

sconosciuta, quella che aveva parlato dei quadri e delle immagini del mondo, con<br />

altre parole lo sta dicendo, a notte fonda, la moglie del medico, coricata accanto<br />

al marito, le teste tutte e due ficcate sotto la stessa coperta, Si deve trovare un<br />

rimedio a questo orrore, non resisto, non posso continuare a fingere di non<br />

vedere, Pensa alle conseguenze, la cosa più sicura è che tenteranno di<br />

trasformarti in una schiava, in un fantoccio, dovrai badare a tutti e a tutto,<br />

pretenderanno da te che li imbocchi, che li lavi, che li metta a letto e li faccia<br />

alzare, che li porti da qui a lì, che gli soffi il naso e asciughi le lacrime, ti<br />

chiameranno quando starai dormendo, ti insulteranno se tarderai, E tu, come<br />

vuoi che continui a guardare queste miserie, ad averle perennemente sotto gli<br />

occhi senza muovere un dito per dare aiuto, Fai già molto, Cosa faccio, se la mia<br />

preoccupazione maggiore è di evitare che qualcuno si accorga che vedo, Alcuni ti<br />

odieranno proprio per questo, non credere che la cecità ci abbia reso migliori,<br />

Neppure ci ha reso peggiori, Ma ci stiamo arrivando, pensa solo a cosa succede<br />

quando arriva il momento di distribuire il cibo, Esattamente, uno che vedesse<br />

potrebbe incaricarsi della suddivisione dei generi alimentari fra tutti gli internati,<br />

farlo con equità, con criterio, cesserebbero le proteste, finirebbero queste<br />

dispute che mi fanno ammattire, tu non sai cosa sia vedere due ciechi che<br />

lottano, Lottare è sempre stata, più o meno, una forma di cecità, Qui è diverso,<br />

Fai pure ciò che ti sembra meglio, ma non dimenticarti di quello che siamo, ciechi,<br />

semplicemente ciechi, ciechi senza retoriche né commiserazioni, il mondo<br />

caritatevole e pittoresco dei poveri ciechi è finito, adesso è il regno duro, crudele<br />

e implacabile dei ciechi, Se tu potessi vedere cosa sono costretta a vedere io,<br />

desidereresti essere cieco, Ci credo, ma non ne ho bisogno, cieco lo sono già,<br />

Perdonami, amore, se tu sapessi, Lo so, lo so, ho passato la vita a guardare negli<br />

occhi della gente, è l'unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un'anima, e<br />

se gli occhi si son perduti, Domani gli dirò che vedo, Spero tu non abbia a<br />

pentirtene, Domani glielo dirò, fece una pausa e aggiunse, Se finalmente non sarò<br />

entrata anch'io in quel mondo.<br />

Ma non fu ancora la volta buona. Quando al mattino si svegliò, molto<br />

presto com'era solita, i suoi occhi vedevano altrettanto distintamente di prima.<br />

Tutti i ciechi della camerata dormivano. Pensò a come avrebbe dovuto<br />

comunicarglielo, se convocarli tutti e annunciare la novità, o forse era preferibile<br />

farlo in maniera discreta, senza ostentazione, dire per esempio, come se non<br />

volesse darvi troppa importanza, Immaginate, chi l'avrebbe mai pensato che avrei<br />

79


mantenuto la vista in mezzo a tanta gente che è diventata cieca, oppure, forse<br />

meglio, far finta di essere stata veramente cieca e di avere all'improvviso<br />

recuperato la visione, poteva anche essere una maniera di dargli un po' di<br />

speranza, Se ha ricominciato a vedere lei, si sarebbero detti fra di loro, forse<br />

anche noi, ma poteva anche succedere che le dicessero, Se è così, allora fuori, se<br />

ne vada via, ma in tal caso avrebbe risposto che non poteva andarsene senza il<br />

marito, e visto che l'Esercito non faceva uscire dalla quarantena nessun cieco, non<br />

ci sarebbe stato altro da fare che consentirle di rimanere. Alcuni ciechi si stavano<br />

muovendo nelle brande, come tutte le mattine si alleggerivano dei gas, ma non<br />

per questo l'atmosfera divenne più nauseabonda, il livello di saturazione doveva<br />

essere già stato raggiunto. Non era soltanto l'odore fetido che proveniva dalle<br />

latrine a zaffate, esalazioni che facevano venir voglia di vomitare, era anche<br />

l'odore di duecentocinquanta persone i cui corpi, macerati nel loro stesso sudore,<br />

non potevano né avrebbero saputo lavarsi, che indossavano abiti ogni giorno più<br />

immondi, che dormivano in letti non di rado pieni di feci. A cosa potevano servire<br />

i saponi, le liscive, i detergenti dimenticati lì, se molte docce erano intasate<br />

o staccate dalle tubature, se i chiusini traboccavano di acqua sporca che<br />

dilagava fuoriuscendo dagli spogliatoi, inzuppando il pavimento di legno dei<br />

corridoi, infiltrandosi negli interstizi del lastricato. In quale follia sto pensando di<br />

cacciarmi, esitò allora la moglie del medico, anche se non pretendessero di essere<br />

serviti, com'è più che sicuro, sarei io a non resistere, mi metterei lì a lavare, a<br />

pulire, ma quanto tempo mi durerebbero le forze, non è certo lavoro per una<br />

persona sola. La sua baldanza, che prima era sembrata tanto salda, cominciava a<br />

sgretolarsi, ad andare in pezzi davanti all'abietta realtà che le assaliva le narici e le<br />

offendeva gli occhi, adesso che era arrivato il momento di passare dalle parole ai<br />

fatti. Sono vigliacca, mormorò esasperata, tanto varrebbe essere cieca, non avrei<br />

queste velleità da missionaria. Si erano alzati tre ciechi, fra cui il commesso,<br />

andavano a prendere posizione nell'atrio per ritirare la razione di cibo spettante<br />

alla prima camerata. Non si poteva affermare, proprio perché mancavano gli<br />

occhi, che la ripartizione fosse fatta a occhio, cartone più cartone meno, al<br />

contrario, era penoso vedere come si sbagliavano nel contare e ricominciavano da<br />

capo, qualcuno di carattere più diffidente voleva sapere esattamente cosa<br />

portassero via gli altri, finiva sempre che c'erano discussioni, qualche spintone, un<br />

pugno alla cieca, com'era logico. Nella camerata ormai erano tutti svegli, pronti a<br />

ricevere ciascuno la propria parte, con l'esperienza avevano stabilito un modo<br />

alquanto comodo di fare la distribuzione, cominciavano col portare tutto il cibo in<br />

fondo alla camerata dove c'erano le brande del medico e della moglie e quelle<br />

della ragazza dagli occhiali scuri e del ragazzino che voleva la mamma, e andavano<br />

a prenderla lì, due alla volta, iniziando dai letti più vicini all'entrata, uno destra<br />

uno sinistra, due destra due sinistra, e così via, senza bisticci né disordini, ci<br />

s'impiegava di più, certo, ma la tranquillità compensava l'attesa. I primi, e cioè<br />

quelli che avevano il cibo proprio lì, a portata di mano, erano gli ultimi a servirsi,<br />

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tranne il ragazzino strabico, è chiaro, lui finiva sempre di mangiare prima che la<br />

ragazza dagli occhiali scuri ricevesse la propria dose, col risultato che una parte di<br />

quanto doveva spettare a lei finiva invariabilmente nello stomaco del piccino. I<br />

ciechi stavano tutti con il capo girato verso la porta, in attesa di sentire i passi dei<br />

compagni, i passi insicuri, inconfondibili, di chi trasporta un carico, ma il suono<br />

che all'improvviso si udì non fu quello, sembrava piuttosto che stessero arrivando<br />

di corsa, ammesso che un'impresa del genere fosse possibile trattandosi di gente<br />

che non poteva vedere dove metteva i piedi. E tuttavia non si sarebbe detto altro<br />

quando comparvero ansimanti alla porta, Che sarà mai successo per farvi venire<br />

così di corsa, e volevano entrare tutti e tre contemporaneamente per dare<br />

l'inattesa notizia, Non ci hanno fatto portar via il cibo, disse uno, e gli altri<br />

ripeterono, Non ce l'hanno fatto portar via, Chi, i soldati, domandò una voce, No, i<br />

ciechi, Quali ciechi, qui lo siamo tutti, Non lo sappiamo, disse il commesso di<br />

farmacia, ma penso siano alcuni di quelli arrivati tutti insieme, gli ultimi, E come<br />

mai non vi hanno fatto prendere il cibo, domandò il medico, fino a ora non c'è<br />

stato alcun problema, Dicono che è finita, da oggi in poi chi vuole mangiare deve<br />

pagare. Le proteste scoppiarono in tutta la camerata, Non può essere, Sottrarci il<br />

nostro cibo, Che banda di ladri, Che vergogna, ciechi contro ciechi, non mi<br />

aspettavo di dover vivere per vedere una cosa del genere, Andiamo a lamentarci<br />

dal sergente. Qualcuno più deciso propose di unirsi tutti per andare a reclamare<br />

quanto gli spettava, Non sarà facile, fu il parere del commesso di farmacia, sono<br />

molti, ho avuto l'impressione che siano un gruppo nutrito, e il peggio è che sono<br />

armati, Armati, come, Dei bastoni almeno ce li hanno, ancora mi fa male il braccio<br />

per la botta che ho preso, disse uno degli altri, Tenteremo di risolverla con le<br />

buone, disse il medico, vengo con voi a parlare con quella gente, deve esserci un<br />

malinteso, Senz'altro, dottore, io ci sto, disse il commesso, ma, dai loro modi, ho i<br />

miei dubbi che riesca a convincerli, Comunque dobbiamo andare, non possiamo<br />

restare così, Vengo con te, disse la moglie del medico. Il gruppetto uscì dalla<br />

camerata, tranne il cieco che si lamentava per il braccio, questi pensò di aver già<br />

compiuto il proprio dovere e rimase a raccontare agli altri la rischiosa avventura,<br />

tutto quel buon cibo lì a due passi, e una muraglia di corpi a difenderlo, Con i<br />

bastoni, insisteva.<br />

Avanzando uniti, come una pigna, si fecero strada fra i ciechi di altre<br />

camerate. Quando raggiunsero l'atrio, la moglie del medico capì immediatamente<br />

che non sarebbe stato possibile alcun dialogo diplomatico, anzi, probabilmente<br />

non ci sarebbe stato nessun dialogo. Al centro dell'atrio, intorno alle casse del<br />

cibo, un circolo di ciechi armati di bastoni e sbarre di ferro puntati come<br />

baionette o lance faceva fronte alla disperazione dei ciechi che li assediavano e<br />

che, con maldestri tentativi, si adoperavano per forzare la linea difensiva, alcuni,<br />

con la speranza di trovare un varco, uno sportello lasciato socchiuso per<br />

disattenzione, paravano i colpi con le braccia alzate, altri si trascinavano a quattro<br />

zampe finché sbattevano contro le gambe degli avversari, che li accoglievano a<br />

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otte sulla schiena e a calci. Botte da orbi, si suol dire. Non mancavano alla scena<br />

le proteste indignate, le urla furiose, Vogliamo il nostro cibo, Reclamiamo il diritto<br />

al pane, Delinquenti, Che roba è, è una vergogna, Sembra impossibile, ci fu<br />

persino un ingenuo o distratto che disse, Chiamate la polizia, e forse qualche<br />

poliziotto c'era per davvero, la cecità, si sa, non guarda né a mestieri né a<br />

funzioni, ma un poliziotto cieco non è lo stesso che un cieco poliziotto, e quanto<br />

ai due che conosciamo, sono morti e, a gran fatica, sotterrati. Pressata<br />

dall'assurda speranza di un'autorità che andasse a ristabilire nel manicomio la<br />

pace perduta, a rinsaldare la giustizia, a restituire la tranquillità, una cieca si<br />

avvicinò come poté alla porta principale e gridò nel vuoto, Aiutateci, questi<br />

vogliono rubarci il cibo. I soldati fecero finta di non aver sentito, gli ordini che il<br />

sergente aveva ricevuto da un capitano passato in ispezione erano perentori,<br />

chiarissimi, Se si ammazzano a vicenda, tanto meglio, ne restano meno. La cieca si<br />

sgolava come le pazze di un tempo, quasi impazzita anche lei, ma per l'angoscia.<br />

Infine, comprendendo l'inutilità dei propri appelli, tacque, si girò verso l'interno<br />

singhiozzando e, senza rendersi conto di dove andava, si beccò in testa una<br />

bastonata che la fece stramazzare. La moglie del medico fece per correre a tirarla<br />

su, ma la confusione era tale che non riuscì a fare neanche due passi. I ciechi che<br />

erano andati a reclamare il cibo cominciavano ormai a indietreggiare sbaragliati,<br />

completamente disorientati si scontravano fra di loro, cadevano, si rialzavano,<br />

cadevano di nuovo, alcuni non ci provavano neanche, rinunciavano, si<br />

abbandonavano prostrati a terra, esausti, miseri, contorcendosi dal dolore, con la<br />

faccia sul lastricato. Poi la moglie del medico, terrorizzata, vide uno dei ciechi<br />

della banda estrarre di tasca una pistola e alzarla bruscamente in aria. Lo sparo<br />

fece saltare dal soffitto una grande placca di stucco che andò a cadere sulle teste<br />

impreparate, aumentando il panico. Il cieco gridò, Tutti calmi e zitti, se qualcuno<br />

si azzarda ad alzare la voce, faccio fuoco, chi capita capita, poi non vi lamentate. I<br />

ciechi non si mossero. Quello della pistola continuò, è detto e non si torna<br />

indietro, da oggi in poi saremo noi a gestire il cibo, siete tutti avvisati, e che a<br />

nessuno venga in mente di andarlo a prendere fuori, metteremo dei sorveglianti a<br />

questo ingresso, subirete le conseguenze di qualsiasi tentativo di contravvenire<br />

agli ordini, adesso il cibo si vende, chi vuol mangiare paga, Ma paghiamo come,<br />

domandò la moglie del medico, Ho detto che nessuno doveva parlare, strillò<br />

quello della pistola, agitando l'arma davanti a sé, Qualcuno dovrà parlare, bisogna<br />

sapere come dobbiamo comportarci, dove andare a prendere il cibo, se tutti<br />

insieme oppure uno alla volta, Questa vuol fare la furba, commentò uno del<br />

gruppo, se le tiri un colpo è una bocca in meno a mangiare, Se la vedessi, avrebbe<br />

già una pallottola in pancia. Poi, rivolgendosi a tutti, Tornate immediatamente<br />

nelle camerate, subito, quando avremo portato il cibo dentro vi diremo cosa<br />

dovete fare, E il pagamento, ribatté la moglie del medico, quanto ci costerà un<br />

caffelatte e un biscotto, La tizia sta proprio facendo la furba, disse la stessa voce,<br />

Lasciala a me, disse l'altro, e cambiando tono, Ogni camerata nominerà due<br />

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esponsabili, questi saranno incaricati di raccogliere le cose di valore, tutte, di<br />

qualsiasi tipo, soldi, gioielli, anelli, bracciali, orecchini, orologi, quello che avete, e<br />

porteranno tutto nella terza camerata del lato sinistro, cioè dove stiamo noi, e se<br />

volete un consiglio da amico, che non vi passi per la testa di tentare di ingannarci,<br />

sappiamo già che alcuni di voi nasconderanno una parte di quanto possiedono di<br />

prezioso, ma vi dico che sarà una pessima idea, se non ci sembrerà sufficiente<br />

quello che consegnerete, semplicemente non mangerete, vi trastullerete<br />

masticando le banconote e sorbendovi i brillanti. Un cieco della seconda<br />

camerata lato destro domandò, E come facciamo, consegniamo tutto in una volta,<br />

o paghiamo in base a quello che mangiamo, A quanto pare non mi sono spiegato<br />

bene, disse quello della pistola ridendo, prima di tutto pagate, dopo di che<br />

mangiate, e quanto al resto, pagare in base a quanto si mangia, per questo ci<br />

vorrebbe una contabilità molto complicata, è meglio che portiate tutto in una<br />

volta e vedremo noi quanto cibo meritate, ma vi avverto di nuovo, non tentate di<br />

nascondere qualche cosa perché vi costerà molto caro, e perché poi non diciate<br />

che non ci comportiamo lealmente prendete nota, dopo che ci avrete consegnato<br />

quel che avete faremo un'ispezione, poveri voi se troviamo una sola moneta e<br />

adesso tutti fuori di qui, svelti. Alzò il braccio e sparò un altro colpo. Cadde un<br />

altro pezzo di stucco. E tu, disse quello della pistola, non dimenticherò la tua<br />

voce, Né io la tua faccia, rispose la moglie del medico.<br />

Nessuno parve notare l'assurdità di una cieca che dice che non<br />

dimenticherà una faccia che non ha visto. I ciechi se l'erano battuta in ritirata più<br />

in fretta che potevano, in cerca delle porte, poco dopo quelli della prima<br />

camerata stavano rendendo edotti sulla situazione i compagni, Da quanto<br />

abbiamo sentito, non credo che, per adesso, possiamo far altro che obbedire,<br />

disse il medico, devono essere molti, e il peggio è che sono armati, Potremmo<br />

rimediare anche noi delle armi, disse il commesso, Sì, qualche bastone strappato<br />

dagli alberi, se ancora ci sono rami ad altezza di braccio, qualche sbarra dei letti,<br />

che a stento avremmo la forza di maneggiare, mentre loro dispongono almeno di<br />

un'arma da fuoco, Io non glielo do quello che mi appartiene a quei figli di una<br />

puttana cieca, disse qualcuno, Neanche io, aggiunse un altro, O tutti, o nessuno,<br />

disse il medico, Non abbiamo alternative, disse la moglie, e inoltre la regola, qui<br />

dentro, dovrà essere la stessa che ci hanno imposto fuori, chi non vuol pagare<br />

non paghi, è suo diritto, ma in tal caso non mangerà, non può mica cibarsi a spese<br />

degli altri, Daremo tutti e daremo tutto, disse il medico, E chi non ha niente da<br />

dare, domandò il commesso di farmacia, Questi sì, mangerà di quanto daranno gli<br />

altri, è giusto come ha detto qualcuno, da ciascuno secondo le sue possibilità, a<br />

ciascuno secondo le sue necessità. Ci fu una pausa, e il vecchio dalla benda nera<br />

domandò, Allora, chi designeremo come responsabili, Io scelgo il dottore, disse la<br />

ragazza dagli occhiali scuri. Non fu necessario proseguire la votazione, la camerata<br />

era tutta d'accordo. Dovremo essere due, rammentò il medico, c'è qualcuno che<br />

si offre, domandò, Io, se nessun altro si presenta, disse il primo cieco, Molto bene,<br />

83


allora cominciamo la raccolta, ci serve un sacchetto, una borsa, una valigetta, una<br />

cosa qualsiasi, Posso liberare questa, disse la moglie del medico, e si apprestò a<br />

svuotare una borsetta dove aveva riunito alcuni prodotti di bellezza e<br />

qualcos'altro quando ancora non poteva immaginare le condizioni in cui era<br />

destinata a vivere. Fra le boccette, le scatolette e i tubetti provenienti dall'altro<br />

mondo, c'era un paio di lunghe forbici, dalle punte sottili. Non ricordava di averle<br />

messe, ma c'erano. La moglie del medico alzò la testa. I ciechi aspettavano, il<br />

marito si era avvicinato al letto del primo cieco, con il quale parlava, la ragazza<br />

dagli occhiali scuri stava dicendo al ragazzino strabico che fra poco arrivava da<br />

mangiare, per terra, verso il comodino, come se la ragazza dagli occhiali scuri<br />

avesse voluto, con puerile e inutile pudore, occultarlo alla vista di chi non vedeva,<br />

c'era un assorbente igienico macchiato di sangue. La moglie del medico guardava<br />

le forbici, tentando di pensare al perché le guardasse così, così come, così, ma<br />

non trovava nessun motivo, e realmente che motivo avrebbe potuto esserci in un<br />

semplice paio di lunghe forbici, lì fra le mani, con le due lame d'acciaio e le punte<br />

aguzze e brillanti, Hai fatto, domandava il marito da laggiù, Sì, ho fatto, rispose, e<br />

tese il braccio con cui teneva la borsa vuota mentre l'altro si spostava dietro la<br />

schiena, nascondendo le forbici, Cosa c'è, domandò il medico, Niente, rispose la<br />

moglie, come del resto avrebbe potuto rispondere Niente che tu possa vedere, ti<br />

sarà sembrata strana la mia voce, solo questo, nient'altro. Insieme col primo<br />

cieco, avanzò, prese la borsa con mani incerte, e disse, Preparate quello che<br />

avete, ora cominciamo a raccogliere. La donna si sganciò l'orologio, lo stesso fece<br />

con quello del marito, si tolse gli orecchini, un piccolo anello con rubino, il filo<br />

d'oro che portava al collo, la fede, quella del marito, non diedero molto da fare a<br />

sfilarsi, Abbiamo le dita più sottili, pensò mettendo tutto nella borsa, poi i soldi<br />

che avevano portato da casa, un po' di banconote di diverso valore, alcune<br />

monete, è tutto, disse, Sei sicura, domandò il medico, cerca bene, Di valore,<br />

avevamo solo questo. La ragazza dagli occhiali scuri aveva già radunato i propri<br />

beni, non molto diversi, in più c'erano solo due bracciali, in meno una fede. La<br />

moglie del medico aspettò che il marito e il primo cieco le voltassero le spalle, che<br />

la ragazza dagli occhiali scuri si chinasse verso il ragazzo strabico, Fai finta che<br />

sono tua mamma, diceva, pago per me e per te, e poi indietreggiò fino alla parete<br />

di fondo. Lì, come sulle altre pareti, c'erano dei grossi chiodi che dovevano esser<br />

serviti ai matti per appendervi chi sa quali tesori e quali manie. Scelse il più alto a<br />

cui riusciva ad arrivare, e vi infilò le forbici. Poi si sedette sul letto. Lentamente, il<br />

marito e il primo cieco procedevano in direzione della porta, si fermavano per<br />

raccogliere, da un lato e dall'altro, quel che ciascuno aveva da consegnare, alcuni<br />

protestavano che li stavano vergognosamente derubando, ed era la pura verità,<br />

altri si liberavano di quanto possedevano quasi con indifferenza, come se<br />

pensassero che, a ben vedere, non c'è al mondo niente che in senso assoluto ci<br />

appartenga, altra verità non meno trasparente. Quando giunsero alla porta della<br />

camerata, terminata la colletta, il medico domandò, Abbiamo consegnato tutto,<br />

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isposero di sì un bel po' di voci rassegnate, ci fu chi tacque, sapremo a suo tempo<br />

se per non mentire. La moglie del medico alzò gli occhi verso le forbici. Si stupì di<br />

vederle tanto in alto, appese per uno degli anelli, o occhielli, quasi non fosse stata<br />

lei stessa a metterle lassù, e poi, fra sé e sé, considerò che era stata un'eccellente<br />

idea quella di portarle, ora avrebbe potuto pareggiare la barba del suo uomo,<br />

renderlo più presentabile, visto che, ormai è chiaro, nelle condizioni in cui viviamo<br />

è impossibile farsi la barba regolarmente. Quando guardò di nuovo in direzione<br />

della porta, i due uomini erano già scomparsi nell'ombra del corridoio, diretti alla<br />

terza camerata del lato sinistro, dove avevano ordine di andare a pagare il cibo.<br />

Quello di oggi, quello di domani pure, e forse quello di tutta la settimana, E dopo,<br />

alla domanda non c'era risposta, tutto quanto possedevamo è lì.<br />

Contrariamente al solito, i corridoi erano sgombri, in genere non era così,<br />

quando si usciva dalle camerate non si faceva altro che inciampare, sbattere e<br />

cadere, gli aggrediti imprecavano, lanciavano parolacce volgari, gli aggressori<br />

rispondevano a tono, però nessuno vi dava importanza, bisogna pur sfogarsi in<br />

qualche maniera, soprattutto se si è ciechi. Davanti a loro c'era rumore di passi e<br />

di voci, dovevano essere gli emissari di un'altra camerata che si sottoponevano<br />

allo stesso obbligo. Che situazione, dottore, disse il primo cieco, non ci bastava<br />

essere ciechi, siamo caduti nelle grinfie di ciechi ladri, addirittura sembra una mia<br />

maledizione, prima quello della macchina, adesso questi che rubano il cibo, e per<br />

giunta con la pistola, La differenza è questa, l'arma, Ma le cartucce non durano<br />

per sempre, Niente dura per sempre, eppure in questo caso forse sarebbe<br />

auspicabile il contrario, Perché, Se le cartucce finiranno, sarà perché qualcuno le<br />

ha sparate, e di morti ne abbiamo avuto già fin troppi, Siamo in una situazione<br />

insostenibile, è insostenibile fin da quando siamo entrati in questo posto, e<br />

malgrado ciò continuiamo a resistere, Lei, dottore, è ottimista, Affatto, ma non<br />

riesco a immaginare niente di peggio di quel che stiamo vivendo, Invece io<br />

sospetto che non ci siano limiti alla cattiveria, al male, Forse ha ragione, disse il<br />

medico, e poi, come se stesse parlando con se stesso, Qualcosa dovrà succedere,<br />

una conclusione che comporta una certa contraddizione, o c'è in definitiva<br />

qualcosa di peggio, o d'ora in poi tutto migliorerà, anche se dal campione non<br />

sembra. In base alla strada percorsa, agli angoli che avevano svoltato, si stavano<br />

avvicinando alla terza camerata. Né il medico, né il primo cieco ci erano mai<br />

venuti, ma la costruzione a due ali, logicamente, obbediva a una rigida simmetria,<br />

conoscendo bene l'ala destra ci si poteva orientare facilmente nell'ala sinistra, e<br />

viceversa, bastava svoltare a sinistra quando nel lato opposto si sarebbe dovuto<br />

svoltare a destra. Udirono delle voci, dovevano essere quelli che erano venuti<br />

prima. Dobbiamo aspettare, disse il medico a bassa voce, Perché, Quelli dentro<br />

vorranno sapere esattamente cosa portano, per loro non fa differenza, siccome<br />

hanno già mangiato non hanno fretta, Non mancherà molto all'ora di pranzo,<br />

Anche se potessero vedere, a questi non servirebbe a niente saperlo, non hanno<br />

più neanche gli orologi. Un quarto d'ora dopo, minuto più minuto meno, lo<br />

85


scambio si concluse. I due uomini passarono davanti al medico e al primo cieco,<br />

dal discorso si capiva che portavano via del cibo, Attenzione, non farlo cadere,<br />

diceva uno, e l'altro mormorava, Ma non so se basterà per tutti, Stringeremo la<br />

cinghia. Facendo scivolare la mano sulla parete, col primo cieco appresso, il<br />

medico avanzò fino a toccare con le dita lo stipite della porta, Siamo della prima<br />

camerata lato destro, annunciò all'interno. Tentò di fare un passo, ma la gamba<br />

urtò contro un ostacolo. Capì che era un letto messo lì di traverso, a mo' di<br />

bancone di negozio, Sono organizzati, pensò, non è mica un'improvvisazione. Udì<br />

voci, passi, Quanti saranno, la moglie gli aveva parlato di una decina, ma non era<br />

da escludere che fossero molti di più, certamente non tutti stavano nell'atrio<br />

quando erano andati a impadronirsi del cibo. Quello della pistola era il capo, era<br />

la sua voce che, scherzando, diceva, Vediamo un po' quali ricchezze ci porta la<br />

prima camerata lato destro, e poi, in tono più basso, parlando a qualcuno che<br />

doveva stargli molto vicino, Prendi nota. Il medico rimase perplesso, cosa<br />

significa, ha detto Prendi nota, quindi c'è qualcuno che può scrivere, quindi c'è<br />

qualcuno che non è cieco, i casi sono già due, Dobbiamo tutelarci, pensò, un<br />

domani potremmo ritrovarcelo accanto senza accorgercene, questo pensiero del<br />

medico differiva di poco da quello che stava pensando il primo cieco, Con la<br />

pistola e uno spione siamo fregati, non potremo più alzare la testa. Il cieco di<br />

dentro, capitano dei ladri, aveva già aperto la borsa, con mani abili andava<br />

estraendo, palpando e identificando gli oggetti, i soldi, senza dubbio distingueva<br />

al tatto l'oro da quello che non lo era, al tatto anche il valore delle banconote e<br />

delle monete, è facile quando uno ha esperienza, fu solo alcuni minuti dopo che<br />

l'udito distratto del medico cominciò a percepire un picchiettio inconfondibile che<br />

identificò immediatamente, lì accanto c'era qualcuno che stava scrivendo in<br />

alfabeto braille, detto anche anagliptografia, si udiva il suono sordo e, insieme,<br />

nitido della lancetta che perforava la carta e picchiava contro la piastra metallica<br />

del ripiano inferiore. C'era dunque un cieco normale fra i ciechi delinquenti, un<br />

cieco come tutti quelli ai quali prima si dava il nome di ciechi, evidentemente era<br />

stato acchiappato nella rete insieme agli altri, non era il momento che il<br />

cacciatore si mettesse ad appurarlo, Lei è uno dei ciechi moderni o di quelli<br />

antichi, ci spieghi un po' in quale maniera non vede. Hanno avuto una bella<br />

fortuna questi qua, non solo gli è uscito alla lotteria uno scrivano, ma potranno<br />

anche utilizzarlo come guida, un cieco addestrato da cieco è tutta un'altra cosa,<br />

vale il suo peso in oro. L'inventario continuava, ogni tanto quello della pistola<br />

chiedeva l'opinione del contabile, Cosa ne pensi, e questi interrompeva la<br />

registrazione per esprimere un parere, diceva, Similoro, nel qual caso il cieco della<br />

pistola commentava, Tanti così e non mangiano, oppure, è buono, e allora il<br />

commento era, Non c'è niente come trattare con gente onesta. Alla fine furono<br />

collocate tre casse sopra il letto, Prendete queste, disse quello della pistola. Il<br />

medico le contò, Tre non bastano, disse, ne ricevevamo quattro quando il cibo era<br />

solo per noi, e nello stesso istante sentì il freddo della canna della pistola sul collo,<br />

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per essere un cieco, mica male come mira, Faccio togliere una cassa ogni volta<br />

che reclami, adesso vattene, portati via queste e ringrazia Dio di poter ancora<br />

mangiare. Il medico mormorò, Va bene, afferrò due casse, il primo cieco si occupò<br />

dell'altra, e così, ora più lentamente per via del carico, rifecero la strada che li<br />

avrebbe portati alla camerata. Quando raggiunsero l'atrio, dove sembrava non ci<br />

fosse nessuno, il medico disse, Non mi capiterà più un'occasione così, Cosa vuol<br />

dire, domandò il primo cieco, Mi ha appoggiato la pistola al collo, avrei potuto<br />

strappargliela dalle mani, Sarebbe stato rischioso, Non quanto sembra, io sapevo<br />

dov'era la pistola, lui non poteva sapere dov'erano le mie mani, Sì, comunque, Ne<br />

sono certo, in quel momento il più cieco era lui, è un peccato non averci pensato,<br />

o forse l'ho pensato, ma non ho avuto il coraggio, E poi, domandò il primo cieco,<br />

Poi, cosa, Supponiamo che fosse riuscito veramente a togliergli l'arma, non credo<br />

proprio che sarebbe stato capace di usarla, Se avessi avuto la certezza di poter<br />

risolvere la situazione, sì, Ma la certezza non ce l'ha, No, in effetti non ce l'ho,<br />

Allora tanto meglio che le armi stiano dalla loro parte, per lo meno finché non le<br />

useranno per attaccarci, Minacciare con un'arma è come attaccare, Se lei gli<br />

avesse tolto la pistola, la vera guerra sarebbe già cominciata, ed è molto<br />

probabile che non saremmo neanche venuti via di là, Ha ragione, disse il medico,<br />

farò finta di avere immaginato tutto, Lei, dottore, deve ricordarsi di quanto mi ha<br />

detto poco fa, Cosa le ho detto, Che qualcosa dovrà succedere, è successa, e non<br />

ne ho approfittato, Sarà un'altra cosa, non questa.<br />

Quando entrarono nella camerata con quel poco che portavano da mettere<br />

in tavola, ci fu chi pensò che fosse colpa loro, perché non avevano reclamato e<br />

preteso di più, si erano nominati apposta dei rappresentanti. Allora il medico<br />

spiegò com'era andata, parlò del cieco scrivano, dei modi insolenti del cieco della<br />

pistola, e pure della pistola. Gli scontenti abbassarono il tono, finirono per<br />

convenire che, sissignore, la difesa degli interessi della camerata era in buone<br />

mani. Infine si distribuì il cibo, ci fu chi non tralasciò di ricordare agli impazienti<br />

che il poco è sempre meglio del niente, e inoltre che, dall'ora che doveva essere, il<br />

pranzo non avrebbe tardato, Il guaio è se ci capita come al tradizionale cavallo,<br />

che morì quando finalmente aveva perso l'abitudine di mangiare, disse qualcuno.<br />

Gli altri sorrisero fiaccamente, e uno disse, Non sarebbe una cattiva idea, se è<br />

vero che il cavallo, quando muore, non sa che morirà.<br />

Il vecchio dalla benda nera aveva inteso che la radio portatile, sia per la<br />

fragilità della struttura sia per la nota informazione sul tempo della sua vita utile,<br />

fosse esclusa dalla lista dei valori da consegnare in pagamento del cibo,<br />

considerando che il funzionamento dell'apparecchio dipendeva, in primo luogo,<br />

dall'avere o non avere pile, e, in secondo luogo, dal tempo che queste sarebbero<br />

durate. Dal suono roco delle voci che uscivano ancora dalla piccola cassa era<br />

evidente che non c'era più molto da aspettarsi. Perciò il vecchio dalla benda nera<br />

decise di non ripetere le audizioni generali, ma anche perché i ciechi della terza<br />

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camerata lato sinistro potevano magari presentarsi con diversa opinione, non per<br />

via del valore materiale dell'apparecchio, praticamente nullo a breve scadenza,<br />

come si venne a dimostrare, ma per il suo valore d'uso nell'immediato, questo sì,<br />

indubbiamente altissimo, per non parlare dell'ipotesi plausibile che là dove c'è<br />

almeno una pistola ci siano anche delle pile. Disse quindi il vecchio dalla benda<br />

nera che da allora avrebbe ascoltato le notizie sotto la coperta, a letto, con la<br />

testa tutta tappata, e che se ci fosse stata qualche novità interessante avrebbe<br />

avvisato subito. La ragazza dagli occhiali scuri gli chiese ancora di farle sentire di<br />

tanto in tanto un po' di musica, Solo per non perderne il ricordo, si giustificò, ma<br />

lui fu inflessibile, diceva che l'importante era sapere come andavano le cose fuori,<br />

chi voleva sentire un po' di musica, se la sentisse pure, ma nella propria testa, a<br />

qualcosa di buono dovrà pur servirci la memoria. Aveva ragione il vecchio dalla<br />

benda nera, la musica della radio ormai graffiava come solo un brutto ricordo può<br />

graffiare, perciò teneva il volume al minimo, in attesa che arrivassero le notizie. A<br />

quel punto lo alzava un po' e tendeva l'orecchio per non perdere una sillaba. Poi,<br />

con parole sue, riassumeva le informazioni e le trasmetteva ai più vicini. Così, di<br />

letto in letto, le notizie facevano lentamente il giro della camerata, deformate a<br />

mano a mano che passavano da un ricevente al ricevente successivo, ridotta o<br />

aggravata in tal maniera l'importanza delle informazioni, secondo il personale<br />

grado di ottimismo e pessimismo di ogni emittente. Finché arrivò il momento in<br />

cui le parole tacquero e il vecchio dalla benda nera si ritrovò senza niente da dire.<br />

E non fu perché la radio si fosse guastata o le pile scaricate, l'esperienza della vita<br />

e delle vite ha fatalmente dimostrato come il tempo non lo regoli nessuno,<br />

sembrava che quest'attrezzetto sarebbe durato poco e in definitiva c'è qualcuno<br />

che al suo cospetto ha dovuto tacere. Durante questo primo giorno, tutto vissuto<br />

sotto la zampa dei ciechi malvagi, il vecchio dalla benda nera se n'era stato a<br />

sentire e trasmettere notizie, confutando personalmente l'ovvia falsità degli<br />

ottimistici vaticini ufficiali, e adesso, a sera inoltrata, col capo finalmente fuori<br />

dalla coperta, applicava l'orecchio al rantolo in cui la debole alimentazione<br />

elettrica della radio trasformava la voce del locutore, quando all'improvviso lo udì<br />

gridare, Sono cieco, poi il rumore di qualcosa che urtava violentemente contro il<br />

microfono, una sequenza precipitosa di rumori confusi, esclamazioni, e di colpo il<br />

silenzio. L'unica stazione radio che l'apparecchio era riuscito a captare lì dentro si<br />

era zittita. Ancora per un bel pezzo il vecchio dalla benda nera tenne l'orecchio<br />

incollato alla cassa ora inerte, come se aspettasse il ritorno della voce e il<br />

proseguimento del notiziario. Però immaginava, sapeva che non sarebbe più<br />

tornata. Il mal bianco non aveva accecato solo il locutore. Come una miccia, aveva<br />

colpito rapidamente e successivamente quanti si trovavano nella stazione. Allora<br />

il vecchio dalla benda nera lasciò cadere per terra la radio. I ciechi malvagi, se<br />

fossero arrivati fiutando gioielli nascosti, avrebbero trovato conferma della<br />

ragione, ammesso che ci avessero pensato, per cui non avevano, essi stessi,<br />

88


incluso le radio portatili nella lista degli oggetti di valore. Il vecchio dalla benda<br />

nera si tirò la coperta sul capo per poter piangere.<br />

A poco a poco, sotto la luce giallastra e sporca delle flebili lampadine, la<br />

camerata scivolò in un sonno profondo, i corpi riconfortati dai tre pasti del giorno,<br />

come di rado era successo prima. Se le cose continuano così, finiremo, una volta<br />

ancora, col doverne concludere che anche nei mali peggiori è possibile trovare<br />

una porzione di bene sufficiente a sopportarli, i mali, con pazienza, il che,<br />

trasposto nell'attuale situazione, significa che, contrariamente alle prime e<br />

inquietanti previsioni, la concentrazione delle cibarie in un'unica entità di<br />

razionamento e distribuzione aveva, in definitiva, i suoi aspetti positivi, per<br />

quanto si lamentassero alcuni idealisti che avrebbero preferito continuare a<br />

lottare per la vita con i propri mezzi, anche se per via di questa ostinazione<br />

avessero dovuto fare un po' la fame. Incuranti del domani, dimentichi che chi<br />

paga in anticipo è sempre mal servito, la maggioranza dei ciechi, in tutte le<br />

camerate, dormiva un sonno profondo. Gli altri, stanchi di cercare senza risultato<br />

un'onorevole via d'uscita alle vessazioni subite, poco alla volta si addormentarono<br />

anch'essi, sognando e sperando in giorni migliori di questi, più liberi, se non più<br />

sazi. Nella prima camerata lato destro solo la moglie del medico non dormiva.<br />

Coricata nel suo letto, pensava a quanto il marito le aveva raccontato, quando per<br />

un attimo aveva creduto che fra i ciechi ladri ci fosse qualcuno che vedeva,<br />

qualcuno di cui gli altri si sarebbero potuti servire come spia. Era curioso che poi<br />

non ne avessero riparlato, come se al medico, cosa non fa l'abitudine, non fosse<br />

venuto in mente che anche sua moglie continuava a vedere. Lo pensò, ma tacque,<br />

non volle pronunciare le ovvie parole, Quello che in definitiva non potrà fare lui,<br />

lo posso fare io, Cosa, avrebbe domandato il medico fingendo di non capire.<br />

Adesso, con gli occhi fissi sulle forbici appese alla parete, la moglie del medico si<br />

stava domandando, A cosa mi serve vedere. Le era servito per sapere dell'orrore<br />

più di quanto avesse mai potuto immaginare, le era servito per desiderare di<br />

essere cieca, nient'altro che a questo. Con un cauto movimento si sedette sul<br />

letto. Davanti a lei dormivano la ragazza dagli occhiali scuri e il ragazzino strabico.<br />

Notò che i due letti erano quasi accostati, la ragazza aveva spinto il suo,<br />

certamente per stare più vicina al ragazzo, se avesse avuto bisogno di<br />

consolazione, di qualcuno che gli asciugasse le lacrime per la mancanza di una<br />

mamma perduta. Come mai non mi è venuto in mente, pensò, avrei potuto unire i<br />

nostri letti, avremmo dormito insieme, e non avrei avuto continuamente questa<br />

preoccupazione che potrebbe cadere dal letto. Guardò il marito che dormiva<br />

profondamente, in un sonno di puro esaurimento. Non era riuscita a dirgli che<br />

aveva portato lì le forbici, che uno di questi giorni gli avrebbe dovuto pareggiare<br />

la barba, un lavoro che potrebbe fare persino un cieco, purché non avvicini<br />

troppo le lame alla pelle. Si era data una buona giustificazione per non parlargli<br />

delle forbici, Poi me lo avrebbero chiesto tutti gli altri uomini, non avrei fatto altro<br />

che tagliare barbe. Scivolò col corpo fuori dal letto, posò i piedi per terra, cercò le<br />

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scarpe. Mentre stava per calzarle, si trattenne, le guardò fissamente, poi scosse il<br />

capo e, senza rumore, le posò di nuovo. Imboccò la corsia fra i letti e cominciò a<br />

camminare lentamente verso la porta della camerata. I piedi scalzi sentirono<br />

l'immondezza appiccicosa del pavimento, ma lei sapeva che fuori, nei corridoi,<br />

sarebbe stato molto peggio. Andava guardando da un lato e dall'altro, per vedere<br />

se c'era qualche cieco sveglio, benché il fatto che ce ne fosse uno o più di veglia, o<br />

l'intera camerata, non avesse alcuna importanza, purché lei non facesse rumore,<br />

e anche se lo avesse fatto, sappiamo a cosa costringono le necessità corporali,<br />

che non scelgono l'ora, insomma, l'unica cosa che in fondo non voleva era che il<br />

marito si svegliasse e notasse la sua assenza ancora in tempo per domandarle,<br />

Dove vai, che probabilmente è la domanda più spesso rivolta dagli uomini alle<br />

proprie mogli, l'altra è, Dove sei stata. Una delle cieche stava seduta sul letto, con<br />

le spalle appoggiate alla testiera bassa, lo sguardo vacuo fisso sulla parete di<br />

fronte, ma senza raggiungerla. La moglie del medico si fermò un momento, in<br />

dubbio se toccare quel filo invisibile sospeso nell'aria, come se un semplice<br />

contatto lo potesse distruggere irreparabilmente. La cieca alzò un braccio, doveva<br />

aver percepito una lieve vibrazione dell'atmosfera, poi lo lasciò ricadere<br />

incurante, già le bastava non poter dormire per il russare dei vicini. La moglie del<br />

medico continuò a camminare, sempre più in fretta a mano a mano che si<br />

avvicinava alla porta. Prima di proseguire in direzione dell'atrio guardò il corridoio<br />

che conduceva alle altre camerate di questo lato, un po' più avanti ai cessi e,<br />

finalmente, alla cucina e al refettorio. C'erano ciechi coricati rasente alle pareti, di<br />

quelli che all'arrivo non erano stati capaci di conquistare un letto, o perché<br />

nell'assalto erano rimasti indietro, o perché mancarono loro le forze per disputare<br />

la lotta e vincerla. A dieci metri un cieco era sdraiato sopra una cieca, agganciato<br />

fra le gambe di lei, lo facevano il più discretamente possibile, erano tra quelli<br />

discreti in pubblico, ma non ci sarebbe stato bisogno di avere l'udito molto acuto<br />

per sapere in cosa erano occupati, tanto meno quando non riuscirono più a<br />

reprimere i sospiri e i gemiti, qualche parola inarticolata, che sono i segnali di<br />

come tutto stia per finire. La moglie del medico rimase lì ferma a guardarli, non<br />

per invidia, lei aveva il marito e la soddisfazione che lui le dava, ma per una<br />

impressione d'altra natura per cui non trovava un termine, avrebbe potuto essere<br />

un sentimento di simpatia, come se stesse pensando di dir loro Non badate a me<br />

che sono qui, lo so anch'io che cos'è, continuate, avrebbe potuto essere un<br />

sentimento di compassione, Anche se questo istante di supremo godimento<br />

potesse durarvi per la vita, non potrete mai, voi due, riuscire a fondervi in uno<br />

solo. Il cieco e la cieca adesso riposavano, separati, uno accanto all'altro, ma<br />

sempre tenendosi per mano, erano giovani, forse innamorati, erano andati al<br />

cinema e lì erano diventati ciechi, o forse una miracolosa coincidenza li ha riuniti<br />

qui, e, se è così, come avevano fatto a riconoscersi, questa poi, dalle voci, è<br />

chiaro, non è solo la voce del sangue a non aver bisogno d'occhi, anche l'amore,<br />

che dicono sia cieco, ha da dire la sua. è più probabile, però, che li avessero presi<br />

90


contemporaneamente, in tal caso quelle mani intrecciate non sono recenti,<br />

stanno così fin dall'inizio.<br />

La moglie del medico sospirò, portò le mani agli occhi, ne fu costretta<br />

perché stava vedendo male, ma non si spaventò, sapeva che erano soltanto<br />

lacrime. Poi continuò per la sua strada. Arrivando nell'atrio, si avvicinò alla porta<br />

che dava sul recinto esterno. Guardò fuori. Al di là del portone c'era una luce su<br />

cui si stagliava la sagoma nera di un soldato. Dall'altro lato della strada i palazzi<br />

erano tutti al buio. Uscì sul pianerottolo. Non c'era pericolo. Anche se il soldato si<br />

fosse accorto di quella figura, avrebbe sparato solo se lei, scese le scale, si fosse<br />

avvicinata, dopo un primo avvertimento, a quell'altra linea invisibile che, per lui,<br />

rappresentava la frontiera della propria sicurezza. Ormai abituata ai rumori<br />

continui della camerata, la moglie del medico fu colpita dal silenzio, un silenzio<br />

che sembrava occupare lo spazio di un'assenza, come se l'umanità, tutta, fosse<br />

scomparsa, lasciando solo una luce accesa e un soldato a sorvegliarla, la luce e un<br />

residuo di uomini e donne che non potevano vedere. Si sedette per terra, con le<br />

spalle appoggiate allo stipite della porta, nella stessa posizione della cieca vista in<br />

camerata, e come lei guardando davanti a sé. La notte era fredda, il vento spirava<br />

lungo la facciata dell'edificio, sembrava impossibile che nel mondo ci fosse ancora<br />

il vento, che fosse buia la notte, non lo diceva per sé, ma pensava a quei ciechi<br />

per cui il giorno durava per sempre. Nella luce comparve un'altra sagoma, doveva<br />

essere il cambio della guardia, Nessuna novità, stava probabilmente dicendo il<br />

soldato che andrà in tenda a dormire per il resto della notte, non immaginavano<br />

di certo cosa potesse esserci dietro quella porta, probabilmente il frastuono degli<br />

spari non era neanche arrivato fuori, una comune pistola non fa molto rumore.<br />

Un paio di forbici ancora meno, pensò la moglie del medico. Non si domandò<br />

inutilmente da dove le fosse venuto un simile pensiero, fu solo sorpresa dalla sua<br />

lentezza, di quanto avesse tardato a presentarsi la prima parola, seguita<br />

lentamente dalle altre, e poi trovò che il pensiero era già lì da prima, in qualche<br />

posto, e gli mancavano solo le parole, proprio come un corpo che, nel letto,<br />

cercasse quell'avvallamento già preparato dalla semplice idea di coricarsi. Il<br />

soldato si è avvicinato al portone, malgrado si trovi in controluce si capisce che<br />

guarda da questo lato, deve avere intravisto la figura immobile, per il momento<br />

non c'è abbastanza luce per vedere che è solo una donna seduta per terra, con le<br />

braccia intorno alle gambe e il mento appoggiato sulle ginocchia, allora il soldato<br />

punta il fascio di luce di una torcia da questo lato, non ci sono più dubbi, è una<br />

donna che si sta rialzando con un movimento lento, quanto lo era stato il<br />

pensiero, ma questo il soldato non può saperlo, lui sa soltanto che ha paura di<br />

quella figura che sembra non finisca più di alzarsi, un attimo si domanda se debba<br />

dare l'allarme, l'attimo dopo decide di no, in definitiva è solo una donna ed è<br />

lontana, in tutti i casi, nell'incertezza, le punta preventivamente l'arma, ma per<br />

farlo ha dovuto lasciare la torcia, in quel movimento il fascio luminoso gli ha<br />

colpito in pieno gli occhi, come un'istantanea bruciatura gli è rimasta nella retina<br />

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un'impressione di abbagliamento. Quando la visione si è ripristinata, la donna era<br />

scomparsa, ora questa sentinella non potrà dire a chi verrà a dargli il cambio,<br />

Nessuna novità.<br />

La moglie del medico si trova ormai nell'ala del lato sinistro, nel corridoio<br />

che la condurrà alla terza camerata. Anche qui ci sono ciechi che dormono per<br />

terra, più che nell'ala destra. Cammina senza fare rumore, lentamente, sente il<br />

pavimento vischioso appiccicarsi ai piedi. Guarda all'interno delle prime due<br />

camerate, e vede quanto si aspettava di vedere, le figure coricate sotto le<br />

coperte, un cieco che non riesce ad addormentarsi e lo dice con voce disperata,<br />

sente il russare alterno di quasi tutti. Quanto all'odore che da tutto emana, non se<br />

ne stupisce, non ce n'è altro in tutto l'edificio, è l'odore del suo stesso corpo, degli<br />

abiti che indossa. Svoltando l'angolo verso quella parte di corridoio che dà<br />

accesso alla terza camerata, si è fermata. C'è un uomo sulla porta, un'altra<br />

sentinella. Ha in mano un bastone con cui fa movimenti lenti, da un lato e<br />

dall'altro, come a intercettare il passaggio di chi intendesse avvicinarsi. Qui non ci<br />

sono ciechi che dormono per terra, il corridoio è sgombro. Il cieco sulla porta<br />

continua in quel suo viavai uniforme, sembra sia instancabile, ma non è così, dopo<br />

alcuni minuti sposta il bastone di mano e ricomincia. La moglie del medico è<br />

andata avanti rasente alla parete del lato opposto, facendo attenzione a non<br />

sfiorarla. L'arco descritto dal bastone non arriva neppure a metà del corridoio,<br />

verrebbe voglia di dire che questa sentinella fa la guardia con un'arma scarica. La<br />

moglie del medico si trova adesso esattamente davanti al cieco, dietro di lui può<br />

vedere la camerata. I letti non sono tutti occupati. Quanti saranno, pensò. Avanzò<br />

un altro po', quasi al limite della portata del bastone, e lì si fermò, il cieco aveva<br />

girato il capo dal lato in cui era lei, come se avesse avvertito qualcosa di<br />

anormale, un sospiro, un tremore dell'aria. Era un uomo alto, le mani grandi.<br />

Prima allungò in avanti il braccio con cui teneva il bastone, gesticolando nel vuoto<br />

davanti a sé, poi fece un passetto avanti, per un secondo la moglie del medico<br />

temette che lui potesse vederla, e cercasse solo il punto da cui attaccarla meglio,<br />

Quegli occhi non sono ciechi, pensò, allarmata. Ma sì, certo, erano ciechi, ciechi<br />

come tutti quelli di coloro che vivevano sotto questi tetti, fra queste pareti, tutti,<br />

tutti, eccetto lei. A voce bassa, quasi in un sussurro, l'uomo domandò, Chi c'è, non<br />

gridò come le vere sentinelle, Chi va là, la risposta giusta avrebbe dovuto essere,<br />

Gente di pace, e lui avrebbe concluso, Alla larga, ma le cose non andarono così, si<br />

limitò a scuotere il capo come se si rispondesse da solo, Che sciocchezza, non può<br />

esserci nessuno, a quest'ora stanno tutti dormendo. Palpeggiando con la mano<br />

libera, indietreggiò fino alla porta e poi, tranquillizzato dalle sue stesse parole,<br />

abbassò le braccia. Aveva sonno, già da un pezzo stava aspettando che uno dei<br />

compagni andasse a dargli il cambio, ma per questo c'era bisogno che l'altro,<br />

richiamato dal dovere, si svegliasse da solo, perché lì non c'erano sveglie né modo<br />

di usarle. Con cautela, la moglie del medico si avvicinò all'altro stipite della porta<br />

e guardò dentro. La camerata non era piena. Fece un rapido conteggio, le parve<br />

92


che dovessero essere sui diciannove o venti. In fondo vide un certo numero di<br />

casse di cibo impilate, altre sopra i letti non occupati, C'era da aspettarselo, non<br />

distribuiscono tutto il cibo che via via ricevono, pensò. Il cieco parve di nuovo<br />

inquieto, ma non fece alcun movimento per indagare. I minuti passavano. Si udì<br />

una tosse violenta, da fumatore, provenire dall'interno. Il cieco girò il capo<br />

ansioso, finalmente sarebbe potuto andare a dormire. Nessuno di quelli che<br />

erano coricati si alzò. Allora il cieco, lentamente, come se avesse paura di essere<br />

colto in flagrante delitto di abbandono del posto o infrangendo tutte in una volta<br />

le regole su cui sono obbligate a regolarsi le sentinelle, si sedette sul bordo del<br />

letto che ostruiva l'entrata. Per qualche momento ancora lasciò tentennare il<br />

capo, ma poi si abbandonò al fiume del sonno, e sicuramente, nell'affondarvi,<br />

avrà pensato, Non ha importanza, nessuno mi vede. La moglie del medico tornò a<br />

contare quelli che dormivano dentro, Con questo qui sono venti, almeno si<br />

riportava indietro un'informazione sicura, non era stata inutile l'escursione<br />

notturna, Ma ci sarò venuta solo per questo, si domandò, e non volle cercare la<br />

risposta. Il cieco dormiva col capo appoggiato allo stipite della porta, il bastone<br />

era scivolato silenziosamente a terra, eccolo lì, un cieco disarmato e senza<br />

colonne da abbattere. Deliberatamente, la moglie del medico si sforzò di pensare<br />

che quest'uomo era un ladro di cibo, che rubava quanto agli altri apparteneva per<br />

giustizia, che lo toglieva di bocca ai bambini, ma, pur pensandolo, non riuscì a<br />

provare disprezzo, e neppure una leggera irritazione, solo una strana pietà<br />

davanti a quel corpo abbandonato, col capo reclinato all'indietro, il collo dalle<br />

spesse vene. Per la prima volta da quando era uscita dalla camerata ebbe un<br />

brivido di freddo, sembrava che le lastre del pavimento le stessero gelando i<br />

piedi, come se li bruciassero, Speriamo non sia febbre, pensò. No, doveva essere<br />

solo un'infinita stanchezza, una voglia di avvolgersi su se stessa, gli occhi, ah,<br />

soprattutto gli occhi, rivolti all'interno, sempre di più, di più, fino a poter<br />

raggiungere e osservare l'interno stesso del cervello, nel punto esatto in cui la<br />

differenza fra il vedere e il non vedere è invisibile alla semplice vista. Lentamente,<br />

ancora più lentamente, trascinando il corpo, tornò indietro, verso il luogo cui<br />

apparteneva, passando accanto a ciechi che sembravano sonnambuli, come<br />

sonnambula era lei per loro, non doveva neanche fingere di esser cieca. I ciechi<br />

innamorati non si tenevano più per mano, dormivano sdraiati su un fianco,<br />

rannicchiati per mantenere il calore, lei nella conca formata dal corpo di lui, ma in<br />

definitiva, osservando meglio, si erano dati le mani, il braccio di lui sopra il corpo<br />

di lei, le dita intrecciate. Là dentro, nella camerata, la cieca che non riusciva a<br />

dormire era ancora seduta sul letto, in attesa che la stanchezza del corpo fosse<br />

tale da vincere l'ostinata resistenza della mente. Tutti gli altri sembravano<br />

dormire, alcuni con il capo coperto, come se fossero ancora alla ricerca di<br />

un'impossibile oscurità. Sul comodino della ragazza dagli occhiali scuri si vedeva la<br />

boccetta del collirio. Gli occhi erano guariti, ma lei non lo sapeva.<br />

93


Se il cieco incaricato di registrare gli illeciti guadagni della camerata dei<br />

malvagi avesse deciso, per effetto di un'illuminazione chiarificatrice del suo<br />

dubbioso spirito, di passare da quest'altro lato con i suoi tabulati, la sua carta e il<br />

suo punzone, adesso sarebbe certamente occupato a redigere l'istruttiva e<br />

incresciosa cronaca del pessimo vitto e di tante altre sofferenze di questi nuovi e<br />

depredati compagni. Comincerebbe col dire che là, da dove era venuto, non solo<br />

gli usurpatori avevano cacciato dalla camerata i ciechi onesti, per restare padroni<br />

e signori di tutto lo spazio, ma avevano anche, per giunta, proibito agli occupanti<br />

delle altre due camerate dell'ala sinistra l'accesso e l'uso dei rispettivi impianti<br />

sanitari, come si chiamano. Commenterebbe che il risultato immediato<br />

dell'infame prepotenza era stato l'afflusso di tutta quella gente ai gabinetti di<br />

questa parte qui, con conseguenze facili da immaginare per chi non abbia<br />

dimenticato lo stato in cui tutto quanto si trovava già prima. Renderebbe noto<br />

che non si può circolare nel recinto interno senza imbattersi in ciechi che scolano<br />

in diarrea o si contorcono tormentati da tenesmi che, dopo tante promesse, in<br />

definitiva non risolvevano niente, ed essendo uno spirito osservatore, non<br />

tralascerebbe, in proposito, di annotare la palese contraddizione fra quel poco<br />

che si ingeriva e quel molto che si eliminava, di tal maniera lasciando dimostrato<br />

casualmente che il famoso rapporto di causa ed effetto, tante volte citato, non è,<br />

per lo meno da un punto di vista quantitativo, sempre affidabile. Direbbe anche<br />

che, mentre a quest'ora la camerata dei malvagi dovrà essere ormai zeppa di cibo,<br />

questi poveri disgraziati qui fra poco si vedranno ridotti ad acchiappare le briciole<br />

dal pavimento immondo. Non si dimenticherebbe il cieco contabile di condannare<br />

nella sua duplice qualità di parte nel processo e suo cronista, il comportamento<br />

criminale dei ciechi oppressori, che preferiscono lasciare andare il cibo a male<br />

piuttosto che darlo a chi ne è tanto bisognoso, perché se è vero che certi generi<br />

alimentari possono durare alcune settimane senza perdere le loro qualità, altri, in<br />

particolare quelli da cucinare, se non li si mangia subito, in breve tempo si<br />

ritrovano acidi o coperti di muffe, e quindi inadatti agli esseri umani, ammesso<br />

che questi lo siano ancora. Cambiando argomento, ma non tema, scriverebbe il<br />

cronista, con un gran peso sul cuore, che qua le malattie non sono soltanto quelle<br />

dell'apparato digerente, o per carenza di ingestione o per morbosa<br />

decomposizione di quanto si è ingerito, qui non ci sono finite solo persone sane,<br />

ancorché cieche, alcune delle quali, tra parentesi, che pure sembravano aver<br />

salute da dare e vendere, si trovano adesso, come le altre, nella condizione di non<br />

potersi alzare dalle povere brande, sopraffatte da violentissime indisposizioni che<br />

sono sopravvenute non si sa come. E non si trova in nessun angolo di tutte e<br />

cinque le camerate un'aspirina che possa abbassare questa febbre e attenuare<br />

questo mal di testa, ben presto è finito anche quel poco che c'era, scovato nella<br />

fodera di qualche borsetta. Rinuncerebbe il cronista, per circospezione, a fare un<br />

resoconto discriminativo di altri mali che affliggono molte delle quasi trecento<br />

persone messe in una quarantena tanto disumana, ma non potrebbe tralasciare<br />

94


di menzionare almeno due casi di cancro in stadio avanzato, verso i quali le<br />

autorità non hanno voluto fare alcuna considerazione umanitaria al momento di<br />

cacciare i ciechi e portarli qui dentro, hanno detto testualmente che la legge,<br />

quando vien fatta, è uguale per tutti e che la democrazia è incompatibile con<br />

trattamenti di favore. Di medici, fra tanta gente, così ha voluto la sfortuna, ce n'è<br />

soltanto uno, e per giunta oculista, quello di cui meno sentiremmo la mancanza.<br />

Arrivando a questo punto il cieco contabile, stanco di descrivere tanta miseria e<br />

dolore, lascerebbe cadere sul tavolo il punzone metallico, cercherebbe con mano<br />

tremula il pezzo di pane duro che avrebbe lasciato lì da parte fintanto che non<br />

avesse compiuto il proprio dovere di cronista della fine dei tempi, ma non lo<br />

troverebbe, perché un altro cieco, a tanto gli è potuto servire l'olfatto nel<br />

bisogno, glielo aveva rubato. Allora, rinnegando il gesto fraterno, lo slancio di<br />

abnegazione che lo aveva fatto accorrere da questo lato, il cieco contabile ecco<br />

che ha deciso, la cosa migliore, se ancora faceva in tempo, sarebbe stata di<br />

rientrare nella terza camerata lato sinistro, dove almeno, per quanto gli ribolla lo<br />

spirito di onesta indignazione contro le ingiustizie dei malvagi, non dovrà fare la<br />

fame.<br />

Perché di questo si tratta. Ogni volta che gli incaricati di andare a prendere<br />

il cibo tornano nelle camerate con quel poco che è stato loro consegnato,<br />

scoppiano, furiose, le proteste. C'è sempre qualcuno che propone un'azione<br />

collettiva organizzata, una manifestazione massiccia, presentando come valido<br />

argomento la tanto spesso appurata forza espansiva del numero, sublimata<br />

nell'affermazione dialettica che le volontà, generalmente solo addizionabili le une<br />

alle altre, sono anche capacissime, in certe circostanze, di moltiplicarsi fra loro,<br />

all'infinito. Ben presto, però, gli animi si calmavano, bastava che qualcuno, più<br />

prudente, con la semplice e obiettiva intenzione di ponderare i vantaggi e i rischi<br />

dell'azione proposta, ricordasse agli entusiasti gli effetti mortali che sono soliti<br />

avere le pistole, Chi andrà avanti, dicevano, sa cosa lo aspetta, e quanto a chi sta<br />

dietro, è meglio non immaginare neanche cosa succederebbe nel caso assai<br />

probabile di spaventarci al primo colpo, più morti schiacciati che bucherellati.<br />

Come soluzione intermedia, in una delle camerate fu deciso, e della decisione si<br />

passò parola alle altre, che a prendere il cibo avrebbero mandato non i soliti<br />

emissari già castigati, ma un gruppetto nutrito, espressione ovviamente<br />

impropria, un dieci o dodici persone, le quali avrebbero fatto in modo di<br />

esprimere, coralmente, la scontentezza di tutti. Si chiesero volontari, ma, forse<br />

per effetto dei noti avvertimenti dei prudenti, in nessuna camerata furono tanti a<br />

presentarsi per la missione. Grazie a Dio, questa evidente dimostrazione di<br />

debolezza morale cessò di avere importanza, e anche di essere motivo di<br />

vergogna, quando, dando ragione alla prudenza, si venne a conoscenza del<br />

risultato della spedizione organizzata dalla camerata che aveva avuto l'idea. Gli<br />

otto coraggiosi che avevano avuto l'ardire furono cacciati via a randellate, e se è<br />

vero che fu sparata solo una pallottola, non è meno vero che questa non<br />

95


l'avevano mirata in alto come le prime, prova ne sia che i reclamanti giurarono poi<br />

di essersela sentita fischiare vicinissimo alle teste. Se già ci fosse stata intenzione<br />

assassina, forse lo verremo a sapere in seguito, per ora si conceda al tiratore il<br />

beneficio del dubbio, e cioè, o quello sparo non fu veramente altro che un<br />

avvertimento, ancorché più serio, oppure il capo dei malvagi aveva equivocato<br />

circa l'altezza dei manifestanti, immaginandoli più bassi, oppure infine,<br />

supposizione inquietante, l'equivoco sarà stato l'immaginarli più alti di quanto<br />

fossero effettivamente, nel qual caso l'intenzione di ammazzare andrebbe<br />

inevitabilmente considerata. Tralasciando per adesso queste minime questioni, e<br />

badando agli interessi generali, che sono poi quelli che contano, fu un autentica<br />

provvidenza, quand'anche si fosse trattato solo di una coincidenza, che i<br />

reclamanti si fossero annunciati come i delegati della camerata numero tot. Così<br />

soltanto quella dovette digiunare per tre giorni per castigo, e fu una gran fortuna,<br />

perché avrebbero potuto tagliarle i viveri per sempre, com'è giusto succeda a<br />

chiunque osi mordere la mano di chi gli dà da mangiare. Non ebbero quindi altro<br />

rimedio gli occupanti della camerata insorta, durante quei tre giorni, se non di<br />

andare di porta in porta a implorare l'elemosina di un tozzo di pane, per le anime<br />

del purgatorio, se possibile con un po' di companatico, certo, non morirono di<br />

fame, ma dovettero sentirne delle buone e delle belle, Con queste vostre idee<br />

potete anche pulirvici le mani sui muri, Se avessimo dato retta alle vostre<br />

chiacchiere, in che situazione staremmo adesso, ma peggio di tutto fu quando<br />

dissero loro, Abbiate pazienza, abbiate pazienza, non esistono parole più dure da<br />

sentire, meglio l'insulto. E quando i tre giorni di castigo si conclusero e si credette<br />

che l'indomani sarebbe stato un nuovo giorno, si vide che la punizione della<br />

camerata derelitta, quella dove albergavano tutti i quaranta ciechi insorti, in<br />

definitiva non era terminata, infatti il cibo, fino ad allora appena sufficiente per<br />

venti, si era talmente ridotto che neanche a dieci sarebbe riuscito ad ammazzare<br />

la fame. Si può dunque immaginare la ribellione, l'indignazione, e anche, ci<br />

dispiace dirlo, ma i fatti sono fatti, la paura delle restanti camerate che già si<br />

vedevano assalite dai bisognosi, e divise, le camerate, fra i classici doveri<br />

dell'umana solidarietà e l'osservanza del vecchio e non meno classico precetto<br />

secondo cui la carità bene intesa dovrà comunque cominciare da noi stessi.<br />

A questo punto stavano le cose quando giunse l'ordine dei malvagi di<br />

consegnar loro altri soldi e oggetti di valore, in quanto, sostenevano, il cibo<br />

fornito aveva già superato il valore del pagamento iniziale, peraltro, secondo<br />

quanto affermavano, generosamente calcolato in eccesso. Risposero afflitte le<br />

camerate che in tasca non gli era rimasto neppure un centesimo, che tutti i beni<br />

raccolti erano stati puntualmente consegnati e che, argomento, quest'ultimo,<br />

davvero vergognoso, non sarebbe stata del tutto equanime una decisione che<br />

deliberatamente ignorasse le differenze di valore dei distinti contributi, e cioè, in<br />

parole povere, non andava mica bene che fosse il giusto a pagare per il peccatore,<br />

e che dunque non si dovevano tagliare i viveri a chi, probabilmente, aveva ancora<br />

96


un saldo a proprio favore. Nessuna delle camerate, ovviamente, conosceva il<br />

valore di quanto era stato consegnato dalle altre, ma ciascuna pensava di aver<br />

motivi per continuare a mangiare ancora quando alle altre fosse già finito il<br />

credito. Fortunatamente, grazie alla qual cosa i conflitti latenti morirono sul<br />

nascere, i malvagi furono categorici, l'ordine andava eseguito da tutti quanti, se<br />

differenze di valutazione c'erano state rimanevano nel segreto della contabilità<br />

del cieco scrivano. Nelle camerate la discussione fu accesa, aspra, talvolta giunse<br />

alla violenza. Sospettavano alcuni che certi egoisti e malintenzionati avessero<br />

nascosto parte dei propri valori all'atto della raccolta, e dunque fossero stati lì a<br />

mangiare a spese di chi onestamente si era spogliato di tutto a beneficio della<br />

comunità. Adducevano altri, recuperando a uso personale ciò che fino ad allora<br />

era stata un'argomentazione collettiva, che quanto avevano già consegnato, da<br />

solo, sarebbe bastato per continuare a mangiare ancora per molti giorni, invece di<br />

doversene star lì a nutrire dei parassiti. La minaccia che i ciechi malvagi avevano<br />

fatto all'inizio, di andare a ispezionare le camerate e punire i trasgressori, finì per<br />

essere attuata in ciascuna, ciechi buoni contro ciechi cattivi, e pure malvagi. Non<br />

si trovarono magnifiche ricchezze, ma furono scoperti ancora un bel po' di orologi<br />

e anelli, il tutto più da uomo che da donna. Quanto ai castighi della giustizia<br />

interna, non furono più di qualche ceffone a caso, di qualche fiacco pugno mal<br />

diretto, si udirono per lo più insulti, e frasi appartenenti a un'antica retorica<br />

accusatoria, per esempio, Saresti capace perfino di derubare tua madre, pensate<br />

un po', come se per commettere un'ignominia del genere, e altre ben più<br />

consistenti, ci fosse da aspettare il giorno in cui tutti fossero diventati ciechi e,<br />

avendo perduto il lume degli occhi, avessero perduto anche il faro del rispetto. I<br />

ciechi malvagi ricevettero il pagamento con minacce di dure rappresaglie, che per<br />

fortuna poi non attuarono, si suppone per dimenticanza, ma in realtà perché<br />

avevano già un'altra idea in mente, come non tarderà a sapersi. Se avessero<br />

realizzato le minacce, ulteriori ingiustizie sarebbero venute ad aggravare la<br />

situazione, magari con conseguenze drammatiche immediate, in quanto due delle<br />

camerate, per occultare il delitto di trattenuta di cui erano colpevoli, si<br />

presentarono a nome delle altre, scaricando sulle camerate innocenti colpe non<br />

loro, qualcuna era addirittura talmente onesta da aver consegnato tutto il primo<br />

giorno. Fortunatamente, per non ritrovarsi con ulteriore lavoro, il cieco contabile<br />

aveva deciso di registrare a parte, in un unico foglio di carta, i nuovi diversi<br />

contributi, e fu la salvezza per tutti, innocenti e colpevoli, perché di certo<br />

l'irregolarità fiscale gli sarebbe balzata agli occhi se li avesse inseriti nei rispettivi<br />

conti.<br />

Trascorsa una settimana, i ciechi malvagi mandarono a dire che volevano<br />

donne. Così, semplicemente, Portateci delle donne. Questa inattesa ancorché non<br />

del tutto insolita pretesa causò l'indignazione che è facile immaginare, gli<br />

sbalorditi emissari giunti con l'ordine tornarono immediatamente indietro a<br />

comunicare che le camerate, le tre di destra e le due di sinistra, compresi i ciechi<br />

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e le cieche che dormivano per terra, avevano deciso, all'unanimità, di non<br />

accogliere la degradante imposizione, obiettando che non poteva abbassarsi fino<br />

a quel punto la dignità umana, in questo caso femminile, e che se nella terza<br />

camerata lato sinistro non c'erano donne, la responsabilità, se ce n'era, non si<br />

poteva addossare a loro. La risposta fu breve e secca, Se non ci portate delle<br />

donne, non mangiate. Umiliati, gli emissari ritornarono nelle camerate con<br />

l'ordine, O ci andate, o non ci danno da mangiare. Le donne sole, quelle che non<br />

avevano un compagno, o per lo meno non lo avevano fisso, protestarono<br />

immediatamente, non erano disposte a pagare il cibo degli uomini altrui con<br />

quello che avevano fra le gambe, una ebbe persino l'audacia di dire,<br />

dimenticando il rispetto dovuto al proprio sesso, Io sono padronissima di andarci,<br />

ma quanto guadagno è per me, e se mi va ci resto pure a vivere, così mi<br />

garantisco letto e piatto. Lo disse con queste inequivocabili parole, ma poi non<br />

passò ai conseguenti fatti, pensò per tempo a quanto sarebbe stato amaro il<br />

boccone se avesse dovuto sostenere da sola la furia erotica di venti maschi<br />

sfrenati che, a giudicare dall'urgenza, dovevano essere accecati dalla foia. Ma<br />

questa dichiarazione, così sventatamente proferita nella seconda camerata lato<br />

destro, non cadde nel vuoto, uno degli emissari, dotati di un particolare senso<br />

dell'opportunità, la colse al volo per proporre che si presentassero dei volontari,<br />

tenendo conto del fatto che tutto quello che si fa spontaneamente costa<br />

generalmente meno di tutto quello che si deve fare per obbligo. Solo un'estrema<br />

cautela, un'ultima prudenza gli impedirono di concludere l'appello citando il noto<br />

proverbio, Chi corre per gusto, non si stanca. Le proteste, comunque, esplosero<br />

appena ebbe finito di parlare, saltaron su tutte le furie da tutti i lati, senza pietà<br />

né pena gli uomini furono stracciati moralmente, qualificati come magnaccia,<br />

ruffiani, lecchini, vampiri, sfruttatori, lenoni, secondo la cultura, l'ambiente<br />

sociale e lo stile personale delle donne, giustamente indignate. Alcune si<br />

dichiararono pentite di aver ceduto, per pura generosità e compassione, alle<br />

sollecitazioni sessuali di compagni di sventura che adesso le ringraziavano tanto<br />

male, spingendole alla peggiore delle sorti. Gli uomini cercarono di giustificarsi,<br />

beh, non era proprio così, non bisognava drammatizzare, che diavolo, solo<br />

parlando ci s'intende, è stato solo perché si usa chiedere dei volontari in situazioni<br />

difficili e pericolose, come lo è senza dubbio questa, Rischiamo tutti di morire di<br />

fame, voi e noi. Alcune donne si calmarono, così ricondotte alla ragione, ma una<br />

delle altre, subitamente ispirata, lanciò un nuovo ciocco nel fuoco quando<br />

ironicamente domandò, E cosa avreste fatto voi se, invece di chiedere donne,<br />

avessero chiesto uomini, cosa avreste fatto, raccontatecelo, stiamo a sentire. Le<br />

donne esultarono, Raccontatecelo, raccontatecelo, gridavano in coro,<br />

entusiasmate per aver messo gli uomini con le spalle al muro, presi nella loro<br />

stessa trappola logica cui non sarebbero potuti sfuggire, adesso volevano vedere<br />

fin dove giungesse la tanto decantata coerenza maschile, Qui froci non ce ne<br />

sono, si azzardò a protestare uno, E neanche puttane, ribatté la donna che aveva<br />

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posto la domanda provocatoria, e anche se ce ne fossero, può darsi non siano<br />

disposte a esserlo per voi. Infastiditi, gli uomini si vergognarono, consapevoli che<br />

solo una risposta sarebbe stata in grado di dar soddisfazione alle vendicative<br />

femmine, Se avessero chiesto degli uomini, saremmo andati, ma non ci fu<br />

nessuno che ebbe il coraggio di pronunciare queste brevi, esplicite e disinibite<br />

parole, anzi, ne furono talmente turbati da non pensare neppure che non ci<br />

sarebbe stato grande pericolo nel dirle, visto che quei figli di puttana non<br />

volevano sfogarsi con gli uomini, ma con le donne.<br />

Orbene, quel che nessun uomo pensò pare lo pensarono le donne, non<br />

doveva esserci altra spiegazione per quel silenzio che a poco a poco si instaurò<br />

nella camerata dove avvennero questi confronti, come se le donne avessero<br />

capito che, per loro, la vittoria nella contesa verbale era un tutt'uno con la<br />

sconfitta che ne sarebbe inevitabilmente seguita, e forse nelle altre camerate la<br />

discussione non sarà stata diversa, infatti è risaputo che le ragioni umane non<br />

fanno che ripetersi, e anche le non-ragioni. Qui, chi pronunciò la sentenza finale<br />

fu una donna ormai cinquantenne che aveva con sé la vecchia madre e nessun<br />

altro modo di darle da mangiare, Io vado, disse, non sapendo che queste parole<br />

erano l'eco di quelle che nella prima camerata lato destro erano state dette dalla<br />

moglie del medico, Io vado, in questa camerata le donne sono poche, ecco forse<br />

perché le proteste non sono state tanto numerose né tanto veementi, c'era la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, c'era la moglie del primo cieco, c'era l'impiegata<br />

dell'ambulatorio c'era la cameriera dell'albergo, ce n'era una che non si sa chi sia,<br />

c'era quella che non riusciva a dormire, ma quest'ultima era talmente infelice,<br />

talmente sventurata che sarebbe stato meglio lasciarla in pace, della solidarietà<br />

delle donne non avevano da beneficiarne soltanto gli uomini. Il primo cieco aveva<br />

cominciato col dichiarare che sua moglie non si sarebbe assoggettata alla<br />

vergogna di concedere il corpo a gente sconosciuta in cambio di qualsiasi cosa<br />

fosse, che né lo avrebbe voluto lei né lo avrebbe permesso lui, che la dignità non<br />

ha prezzo, che si comincia col cedere nelle piccole cose e si finisce per perdere<br />

completamente il senso della vita. Il medico domandò allora quale senso della<br />

vita ci vedesse nella situazione in cui si trovavano, affamati, coperti di schifezze<br />

fino alle orecchie, rosi dai pidocchi, mangiati dalle cimici, pizzicati dalle pulci,<br />

Neanch'io vorrei che mia moglie andasse, ma il mio volere non serve a niente, lei<br />

ha detto di essere disposta ad andare, è stata la sua decisione, so che il mio<br />

orgoglio di uomo, questo che chiamiamo orgoglio di uomo, seppure dopo tanta<br />

umiliazione serbiamo ancora qualcosa che meriti tal nome, so che ne soffrirà, ne<br />

sta già soffrendo, non posso evitarlo, ma probabilmente è l'unico rimedio, se<br />

vogliamo campare, Ognuno si comporta secondo la propria morale, io la penso<br />

così e non intendo cambiare idea, ribatté aggressivo il primo cieco. Allora la<br />

ragazza dagli occhiali scuri disse, Gli altri non sanno quante donne ci sono qui,<br />

quindi lei potrà tenersi la sua ad uso esclusivo, vi nutriremo noi, a tutti e due,<br />

voglio proprio vedere come si sentirà dopo la sua dignità, che sapore avrà il pane<br />

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che le porteremo, Il problema non è questo, cominciò a rispondere il primo cieco,<br />

il problema è, ma rimase con la frase a metà, in realtà non sapeva quale fosse il<br />

problema, tutto quanto aveva detto prima erano solo opinioni sconnesse,<br />

nient'altro che opinioni, appartenenti a un altro mondo, non a questo, mentre,<br />

questo sì, avrebbe dovuto alzare le braccia al cielo e ringraziare la sorte di potersi<br />

tenere, per così dire, le vergogne in casa, invece di dover sopportare il disonore di<br />

sapersi mantenuto dalle donne altrui. Dalla moglie del medico per la precisione e<br />

l'esattezza, perché quanto alle altre, a parte la ragazza dagli occhiali scuri, nubile e<br />

libera, della cui vita dissipata abbiamo già più che sufficiente informazione, se i<br />

mariti li avevano, non erano comunque lì. Il silenzio che fece seguito alla frase<br />

interrotta parve in attesa di qualcuno che chiarisse definitivamente la situazione,<br />

perciò ben presto parlò chi doveva parlare, e cioè la moglie del primo cieco, che<br />

disse senza alcun tremore nella voce, Io sono come le altre, farò ciò che faranno<br />

loro, Tu fai solo quello che dico io, interruppe il marito, Lascia perdere l'autorità,<br />

qui non ti serve a niente, sei cieco quanto me, $è un'indecenza, Sta in te non<br />

essere indecente, d'ora in poi non mangiare, fu la crudele risposta, inattesa in chi<br />

fino a oggi si era mostrata docile e rispettosa del marito. Si udì una brusca risata,<br />

era la cameriera dell'albergo, Ah, lui mangia, mangia, cosa deve fare, poverino, di<br />

colpo la risata si tramutò in pianto, le parole cambiarono, Cosa dobbiamo fare<br />

noi, disse, era quasi una domanda, una domanda appena rassegnata a cui non<br />

c'era risposta, come un accorato scuotimento del capo, tanto che l'impiegata<br />

dell'ambulatorio non fece altro che ripeterla, Cosa dobbiamo fare noi. La moglie<br />

del medico alzò gli occhi alle forbici appese alla parete, dalla loro espressione si<br />

sarebbe detto che stava rivolgendo alle forbici la stessa domanda, a meno che gli<br />

occhi non cercassero invece una risposta alla domanda che le forbici le<br />

rinviavano, Cosa vuoi farne di noi.<br />

Però, ogni cosa a suo tempo, non perché ci si è alzati di buon mattino si<br />

deve morire più presto. I ciechi della terza camerata lato sinistro sono persone<br />

organizzate, hanno già deciso che cominceranno da quello che hanno più vicino,<br />

dalle donne delle camerate della loro ala. L'applicazione del metodo rotativo,<br />

termine più che corretto, presenta tutti i vantaggi e nessun inconveniente, in<br />

primo luogo perché permetterà di sapere, in qualsiasi momento, quanto si è fatto<br />

e quanto c'è da fare, è come guardare un orologio e dire del giorno che passa. Ho<br />

vissuto da qui a qui, mi manca tanto o tanto poco, in secondo luogo perché,<br />

quando il giro delle camerate sarà concluso, il ritorno all'inizio porterà<br />

un'indiscutibile ventata di novità, soprattutto per chi ha la memoria sensoria più<br />

corta. Si rallegrino dunque le donne delle camerate dell'ala destra, del male altrui<br />

si guarisce, del proprio si muore, parole che non pronunciò nessuna, ma che tutte<br />

pensarono, in realtà deve ancora nascere il primo essere umano sprovvisto di<br />

quella seconda pelle che chiamiamo egoismo, ben più dura dell'altra, che per<br />

qualsiasi cosa sanguina. C'è da dire, inoltre, che doppiamente si stanno<br />

rallegrando queste donne, sono i misteri dell'anima umana, poiché la minaccia in<br />

100


ogni modo prossima, dell'umiliazione cui saranno soggette, ha risvegliato ed<br />

esacerbato, in ogni camerata, appetiti sensuali che la prolungata convivenza<br />

aveva indebolito, era come se gli uomini stessero disperatamente mettendo sulle<br />

donne il proprio marchio prima di portargliele, era come se le donne volessero<br />

saturarsi la memoria di sensazioni provate volontariamente per meglio potersi<br />

difendere dall'aggressione di quelle che, potendolo, avrebbero ricusato. $è<br />

inevitabile domandarsi, prendendo a esempio la prima camerata lato destro,<br />

come fu risolto il problema della differenza quantitativa fra uomini e donne,<br />

anche detraendo gli impotenti di sesso maschile, che pure ce ne sono, come<br />

dev'essere il caso del vecchio dalla benda nera e di qualcun altro, sconosciuto,<br />

vecchio o giovane, che per un verso o per l'altro non ha detto né fatto niente di<br />

pertinente al resoconto. Si è detto che sono sette le donne in questa camerata,<br />

comprese la cieca delle insonnie e quella che non si sa chi sia, e che le coppie<br />

normalmente costituite non sono più di due, il che lascerebbe fuori una<br />

sbilanciata quantità di uomini, il ragazzino strabico ancora non conta. Magari in<br />

altre camerate ci saranno più donne che uomini, ma una regola non scritta, che<br />

l'uso ha fatto nascere qui e poi ha trasformato in legge, detta che tutti i problemi<br />

vadano risolti entro le camerate in cui siano sorti, a esempio di quanto<br />

insegnavano gli antichi, la cui saggezza non ci stancheremo mai di lodare, A casa<br />

della vicina sono andata e mi son vergognata, nella mia son tornata e mi sono<br />

rimediata. Porranno dunque rimedio le donne della prima camerata lato destro<br />

alle necessità degli uomini che vivono sotto il loro stesso tetto, a eccezione della<br />

moglie del medico, che, vai a sapere perché, nessuno si è azzardato a sollecitare,<br />

a parole o con la mano tesa. La moglie del primo cieco, dopo quel passo avanti<br />

che era stato l'inattesa risposta data al marito, ha già fatto, benché<br />

discretamente, ciò che hanno fatto le altre, come lei stessa aveva avvisato. Ma<br />

contro certe resistenze non possono né la ragione né il sentimento, come nel caso<br />

della ragazza dagli occhiali scuri, che il commesso di farmacia, per quanto si fosse<br />

prodotto in argomentazioni, per quanto si profondesse in suppliche, non riuscì a<br />

sottomettere, pagando così quella mancanza di rispetto che aveva commesso<br />

all'inizio. Questa stessa ragazza, vai a capire le donne, che è la più carina di tutte<br />

quelle qui presenti, quella dal corpo più ben fatto, la più attraente, quella che<br />

tutti hanno cominciato a desiderare quando si è sparsa la voce di quanto valesse,<br />

è andata infine, una notte, a infilarsi di sua spontanea volontà nel letto del<br />

vecchio dalla benda nera, che l'ha accolta come un temporale d'estate e si è<br />

comportato come meglio poteva, niente male per l'età, dimostrandosi così,<br />

ancora una volta, che le apparenze ingannano, e che non certo dall'aspetto del<br />

viso e dalla prontezza del corpo si conosce la forza del cuore. Nella camerata<br />

compresero tutti che solo per pura carità la ragazza dagli occhiali scuri era andata<br />

a offrirsi al vecchio dalla benda nera, ma vi furono degli uomini, di quelli sensibili<br />

e sognatori, che, avendone già goduto prima, si misero a fantasticare, a pensare<br />

che non potesse esserci miglior premio a questo mondo del ritrovarsi distesi nel<br />

101


proprio letto, da soli, immaginando cose impossibili, e avvertire che una donna ti<br />

viene a sollevare le coperte molto lentamente e vi si insinua sotto, sfiorandoti<br />

lentamente il corpo con il corpo, fino ad acchetarsi poi, in silenzio, in attesa che<br />

l'ardore del sangue pacifichi l'improvviso tremore della pelle sussultante. E tutto<br />

per niente, solo perché lei lo ha voluto. Non sono mica fortune da quattro soldi, a<br />

volte è necessario esser vecchi e avere una benda nera lì a tappare un'orbita<br />

definitivamente cieca. Oppure certe cose è meglio lasciarle senza spiegazione,<br />

dire semplicemente quel che è accaduto, non interrogarsi nell'intimo, come<br />

quella volta, quando la moglie del medico si era alzata dal letto per andare a<br />

rimboccare il ragazzino strabico che si era scoperto. Non se ne tornò subito a<br />

letto. Appoggiata alla parete di fondo, nel poco spazio tra le due file di brande,<br />

guardava disperata la porta all'altra estremità quella da cui erano entrati un<br />

giorno che ormai sembrava lontano e che adesso non conduceva da nessuna<br />

parte. Mentre se ne stava così, vide il marito alzarsi e, con lo sguardo fisso, come<br />

un sonnambulo, dirigersi verso il letto della ragazza dagli occhiali scuri. Non fece<br />

un solo gesto per trattenerlo. In piedi, senza muoversi, vide come lui alzava le<br />

coperte e poi si sdraiava accanto a lei, come la ragazza si svegliò e lo accolse senza<br />

protestare, come le due bocche si cercarono e si trovarono, e poi successe quel<br />

che doveva succedere, il piacere dell'uno, il piacere dell'altro, il piacere di<br />

entrambi, i mormorii soffocati, lei disse, dottore, e questa parola avrebbe potuto<br />

essere ridicola, ma non lo fu, lui disse, Scusa, non so cosa mi abbia preso, infatti<br />

avevamo ragione, come avremmo potuto noi, che solo vediamo, sapere ciò che<br />

non sa neppure lui. Sdraiati nella stretta branda, non potevano immaginare di<br />

essere osservati, il medico sì, certo, subitamente inquieto, chi sa se la moglie<br />

stava dormendo, si domandò, o se ne andava in giro per i corridoi come tutte le<br />

notti, fece un movimento per tornare nel suo letto, ma una voce disse, Non ti<br />

alzare, e una mano gli si posò sul petto con la leggerezza di un uccello, lui stava<br />

per parlare, forse per ripetere che non sapeva cosa gli avesse preso, ma la voce<br />

disse, Se non dirai niente comprenderò meglio. La ragazza dagli occhiali scuri<br />

cominciò a piangere, Come siamo disgraziati, mormorava, e poi, L'ho voluto<br />

anch'io, l'ho voluto anch'io, il dottore non ha colpa, Taci, disse dolcemente la<br />

moglie del medico, taciamo tutti, in certe occasioni le parole non servono a<br />

niente, magari potessi piangere anch'io, dire tutto con le lacrime, non dover<br />

parlare per essere intesa. Si sedette sul bordo del letto, tese il braccio sopra i due<br />

corpi, come per cingerli nello stesso amplesso, e chinandosi verso la ragazza dagli<br />

occhiali scuri le mormorò sottovoce all'orecchio, Io vedo. La ragazza rimase<br />

immobile, rasserenata, ma perplessa di non provare alcuna sorpresa, era come se<br />

lo sapesse già fin dal primo giorno e non avesse voluto dirlo a voce alta solo<br />

perché era un segreto che non le apparteneva. Girò un po' il capo e a sua volta<br />

sussurrò all'orecchio della moglie del medico, Lo sapevo, non ne sono del tutto<br />

sicura, ma penso che lo sapessi, $è un segreto, non puoi dirlo a nessuno, Stia<br />

tranquilla, Ho fiducia in te, Può averla, preferirei morire piuttosto che ingannarla,<br />

102


Devi darmi del tu, Questo no, non ne sono capace. Mormoravano all'orecchio, ora<br />

l'una ora l'altra, sfiorandosi con le labbra i capelli, il lobo dell'orecchio, era un<br />

dialogo insignificante, era un dialogo profondo, se è possibile accostare questi<br />

contrari, una piccola conversazione complice che sembrava non contemplare<br />

l'uomo sdraiato fra loro due, ma che lo implicava in una logica al di fuori del<br />

mondo delle idee e delle comuni realtà. Poi la moglie del medico disse al marito,<br />

Resta qui un altro po', se vuoi, No, vengo nel nostro letto, Allora ti aiuto. Si alzò<br />

per lasciargli i movimenti liberi, contemplò per un istante le due teste cieche,<br />

posate fianco a fianco sul guanciale sudicio, le facce sporche, i capelli arruffati,<br />

solo gli occhi risplendevano inutilmente. Lui si alzò lentamente, cercando<br />

appoggio, poi rimase fermo lì accanto al letto, indeciso, come se tutto a un tratto<br />

avesse perduto la nozione del luogo in cui si trovava, allora lei, come sempre<br />

aveva fatto, lo prese per un braccio, ma adesso il gesto aveva un significato<br />

nuovo, mai come in questo momento lui aveva avuto necessità di esser guidato,<br />

ma non poteva sapere fino a qual punto, soltanto le due donne lo seppero<br />

veramente, quando la moglie del medico sfiorò con l'altra mano il viso della<br />

ragazza e istintivamente lei gliela prese per portarsela alle labbra. Parve al medico<br />

di sentir piangere, un suono quasi inudibile, come può esserlo solo quello di<br />

lacrime che scorrono lentamente fino agli angoli della bocca dove scompaiono<br />

per ricominciare l'eterno ciclo degli inspiegabili dolori e delle gioie umane. La<br />

ragazza dagli occhiali scuri sarebbe rimasta sola, era lei quella che doveva essere<br />

consolata, per ciò la mano della moglie del medico tardò tanto a staccarsi.<br />

Il giorno dopo, all'ora di cena, se qualche misero pezzo di pane duro e un<br />

po' di carne rancida si potevano chiamare cena, comparvero alla porta della<br />

camerata tre ciechi provenienti dall'altro lato, Quante donne avete qui, domandò<br />

uno di essi, Sei, rispose la moglie del medico, con la buona intenzione di lasciar<br />

fuori la cieca delle insonnie, ma lei corresse con voce spenta, Siamo sette. I ciechi<br />

risero, Diavolo, disse uno, allora dovrete lavorare molto stanotte, e un altro<br />

suggerì, Forse è meglio andare a cercare rinforzi nella camerata seguente, Non ne<br />

vale la pena, disse il terzo cieco, che conosceva l'aritmetica, praticamente sono<br />

tre uomini per ogni donna, ce la faranno. Risero tutti di nuovo, e quello che aveva<br />

domandato quante donne ci fossero impartì l'ordine, Quando avete finito<br />

raggiungeteci, e aggiunse, Naturalmente se domani volete mangiare e dare la<br />

pappa ai vostri uomini. Ripetevano le stesse parole in ogni camerata, ma<br />

continuavano a divertirsi un mondo con quella spiritosaggine quanto il giorno in<br />

cui l'avevano inventata. Si contorcevano dalle risate, si davano pacche,<br />

picchiavano con i grossi bastoni per terra, subitamente uno di loro avvertì, Ehi, se<br />

c'è qualcuna con le sue cose non la vogliamo, sarà per la prossima volta, Non ce<br />

n'è nessuna, disse serenamente la moglie del medico, Allora preparatevi, e non<br />

tardate, vi aspettiamo. Girarono le spalle e scomparvero. La camerata rimase in<br />

silenzio. Un minuto dopo, la moglie del primo cieco disse, Non posso mangiare<br />

altro, era quasi niente quel che aveva in mano, e non riusciva a mangiarlo,<br />

103


Neanche io, disse la cieca delle insonnie, Neanche io, disse quella che non si sa chi<br />

sia, Io ho finito, disse la cameriera d'albergo, Anche io, disse l'impiegata<br />

dell'ambulatorio, Io vomiterò in faccia al primo che mi si avvicina, disse la ragazza<br />

dagli occhiali scuri. Stavano tutte lì in piedi, tremanti e risolute. Allora la moglie<br />

del medico disse, Vado avanti io. Il primo cieco nascose il capo sotto la coperta,<br />

come se servisse a qualche cosa, cieco lo era già, il medico attirò a sé la moglie e,<br />

senza parlare, le diede un rapido bacio sulla fronte, cos'altro poteva fare lui, agli<br />

altri uomini tanto si doveva dare, non avevano né diritti né obblighi coniugali su<br />

nessuna di quelle donne, perciò nessuno potrebbe andare a dirgli, Cornuto<br />

consenziente, cornuto due volte. La ragazza dagli occhiali scuri andò a mettersi<br />

dietro la moglie del medico, poi, una dopo l'altra, la cameriera dell'albergo,<br />

l'impiegata dell'ambulatorio, la moglie del primo cieco, quella che non si sa chi<br />

sia, e infine la cieca delle insonnie, una fila grottesca di femmine maleodoranti,<br />

con gli abiti immondi e cenciosi, sembra impossibile che la forza bestiale del sesso<br />

sia ancora tanto possente, al punto da accecare l'olfatto, che è il più delicato dei<br />

sensi, ci sono persino dei teologi che affermano, benché non con queste parole<br />

precise, che la maggior difficoltà per riuscire a vivere decentemente all'inferno è<br />

l'odore che c'è. Lentamente, guidate dalla moglie del medico, ciascuna con la<br />

mano sulla spalla della seguente, le donne cominciarono a camminare. Erano<br />

tutte scalze perché non volevano perdere le scarpe fra i tormenti e le angosce per<br />

cui sarebbero passate. Quando arrivarono nell'atrio d'ingresso, la moglie del<br />

medico si avviò verso la porta, forse voleva sapere se il mondo ci fosse ancora.<br />

Nel sentire la freschezza dell'aria, la cameriera dell'albergo ricordò spaventata,<br />

Non possiamo uscire, là fuori ci sono i soldati, e la cieca delle insonnie disse,<br />

Tanto meglio, in meno di un minuto saremmo morte, come del resto dovremmo<br />

essere, tutte morte, Noi, domandò l'impiegata dell'ambulatorio, No, tutte noi che<br />

ci troviamo qui dentro, almeno avremmo il migliore dei motivi per essere cieche.<br />

Non aveva mai pronunciato tante parole di seguito da quando l'avevano portata.<br />

La moglie del medico disse, Andiamo, solo chi dovrà morire morirà, la morte<br />

sceglie senza avvisare. Oltrepassarono la porta che dava accesso all'ala sinistra, si<br />

infilarono nei lunghi corridoi, le donne delle prime due camerate avrebbero<br />

potuto, volendo, dir loro cosa le aspettava, ma se ne stavano rannicchiate nei letti<br />

come bestie bastonate, gli uomini non si azzardavano a toccarle, appena<br />

tentavano di avvicinarsi, quelle si mettevano a gridare.<br />

Nell'ultimo corridoio, giù in fondo, la moglie del medico vide un cieco che<br />

stava di sentinella, come al solito. Doveva aver sentito i passi strascicati, lanciò un<br />

avvertimento, Stanno arrivando, stanno arrivando. Dall'interno partirono grida,<br />

nitriti, risate. Quattro ciechi scostarono rapidamente il letto che fungeva da<br />

barriera all'entrata, Presto, ragazze, entrate, entrate, qui sembriamo tutti dei<br />

cavalli, ve ne andrete via a pancia piena, diceva uno. I ciechi le circondarono,<br />

tentavano di palpeggiarle, ma indietreggiarono subito dopo, scontrandosi,<br />

quando il capo, quello che aveva la pistola, gridò, Il primo a scegliere sono io, lo<br />

104


sapete. Gli occhi di tutti quegli uomini cercavano ansiosamente le donne, alcuni<br />

allungavano le mani avide, se di sfuggita ne toccavano qualcuna sapevano<br />

finalmente in che direzione guardare. In mezzo alla corsia, fra i letti, le donne<br />

erano come i soldati schierati in attesa che vengano a passarli in rivista. Il capo dei<br />

ciechi, pistola in pugno, si avvicinò, agile e disinvolto come se con gli occhi di cui<br />

disponeva potesse vedere. Posò la mano libera sulla cieca delle insonnie, che era<br />

la prima, la palpeggiò davanti e dietro, il sedere, le mammelle, in mezzo alle<br />

gambe. La cieca attaccò a gridare e lui la spinse via, Non vali niente, puttana.<br />

Passò alla successiva, che era quella che non si sa chi sia, adesso palpeggiava con<br />

tutte e due le mani, si era infilato la pistola nella tasca dei pantaloni, Guardate<br />

che questa non è niente male, e subito dopo passò alla moglie del primo cieco,<br />

poi all'impiegata dell'ambulatorio, poi alla cameriera dell'albergo, esclamò,<br />

Ragazzi, queste qui non sono affatto male. I ciechi nitrirono, diedero pacche per<br />

terra, Diamoci sotto, che si fa tardi, strillarono alcuni, Calma, disse quello della<br />

pistola, fatemi vedere prima come sono le altre. Palpeggiò la ragazza dagli occhiali<br />

scuri e fece un fischio, Ehilà, abbiamo vinto alla lotteria, di questa razza non ce<br />

n'erano ancora arrivate. Eccitato, mentre continuava a palpeggiare la ragazza,<br />

passò alla moglie del medico, fischiò di nuovo, Questa è una delle tardone, ma ha<br />

tutta l'aria di essere ben fornita. Tirò verso di sé le due donne, quasi sbavando<br />

mentre diceva, Mi tengo queste, appena le ho sbrigate ve le passo. Le trascinò giù<br />

in fondo alla camerata, dove erano ammucchiate le casse del cibo, i pacchi, le<br />

lattine, una dispensa che avrebbe potuto rifornire un reggimento. Le donne,<br />

tutte, stavano già urlando, si udivano colpi, schiaffi, ordini, State zitte, puttane, le<br />

donne sono tutte uguali, devono sempre mettersi a strillare, Dacci dentro forte,<br />

vedrai che starà zitta, Lasciate che arrivi il mio turno e vedrete come ne vorranno<br />

ancora, Sbrigati un po', non resisto un minuto di più. La cieca delle insonnie<br />

ululava disperata sotto un cieco grasso, le altre quattro erano circondate da<br />

uomini coi pantaloni calati che si spingevano a vicenda come iene intorno a una<br />

carogna. La moglie del medico si trovava vicino alla branda dove era stata portata,<br />

stava lì in piedi, con le mani convulsamente aggrappate alle sbarre del letto, vide<br />

come il cieco della pistola tirò e strappò la gonna alla ragazza dagli occhiali scuri,<br />

come si abbassò i pantaloni e, guidandosi con le dita, puntò il sesso contro il sesso<br />

della ragazza, come spinse e forzò, udì i grugniti, le oscenità, la ragazza dagli<br />

occhiali scuri non diceva niente, aprì solo la bocca per vomitare, con la testa<br />

girata, gli occhi verso l'altra donna, lui non si accorse neppure di quanto accadeva,<br />

l'odore del vomito si nota solo quando l'aria e il resto non odorano allo stesso<br />

modo, infine l'uomo si agitò tutto, diede tre violenti scossoni come se piantasse<br />

tre puntelli, ansimò come un porco sgozzato, aveva finito. La ragazza dagli occhiali<br />

scuri piangeva in silenzio. Il cieco della pistola estrasse il sesso ancora gocciolante<br />

e disse con voce insicura, mentre allungava il braccio verso la moglie del medico,<br />

Non essere gelosa, ora mi occupo di te, e poi, alzando il tono, Ehi, ragazzi, potete<br />

venire a prendere questa, ma trattatela bene, potrei ancora averne bisogno. Una<br />

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mezza dozzina di ciechi avanzarono dimenandosi per la corsia, si buttarono sulla<br />

ragazza dagli occhiali scuri, la portarono via quasi trascinandola, Prima io, prima<br />

io, dicevano tutti. Il cieco della pistola si era seduto sul letto, il sesso flaccido<br />

adesso era posato sul bordo del materasso, i pantaloni arrotolati ai piedi.<br />

Inginocchiati qui, fra le mie gambe, disse. La moglie del medico si inginocchiò.<br />

Succhia, disse lui, No, disse lei, O me lo succhi o ti picchio, e niente mangiare,<br />

disse lui, Non hai paura che te lo strappi a morsi, domandò lei, Puoi provarci, ho le<br />

mani intorno al tuo collo, ti strangolerei prima che riuscissi a farmi uscire un po' di<br />

sangue, rispose lui. Poi disse, Adesso riconosco la tua voce, E io la tua faccia, Sei<br />

cieca, non puoi vedermi, No, non ti posso vedere, Allora perché dici che riconosci<br />

la mia faccia, Perché questa voce può avere solo questa faccia, Succhia, e piantala<br />

con 'sti discorsi, No, O me lo succhi o nella tua camerata non entrerà mai più una<br />

briciola di pane, vai a dirgli che se non mangiano è perché ti sei rifiutata di<br />

succhiarmelo, e poi torna a raccontarmi cosa è successo. La moglie del medico si<br />

chinò in avanti, con la punta di due dita della mano destra prese e sollevò il sesso<br />

appiccicoso dell'uomo, con la sinistra si appoggiò per terra, toccò i pantaloni, li<br />

tastò, sentì la durezza metallica e fredda della pistola, Potrei ammazzarlo, pensò.<br />

No, non poteva. Coi pantaloni così com'erano, arrotolati ai piedi, era impossibile<br />

arrivare alla tasca dove si trovava l'arma. Adesso non lo posso ammazzare, pensò.<br />

Avanzò il capo, aprì la bocca, la chiuse, chiuse gli occhi per non vedere, cominciò a<br />

succhiare.<br />

Albeggiava quando i ciechi malvagi lasciarono andare le donne. La cieca<br />

delle insonnie dovettero portarla via in braccio le compagne, che a stento<br />

riuscivano, anch'esse, a trascinarsi. Per ore erano passate da un uomo all'altro, da<br />

un'umiliazione all'altra, da un'offesa all'altra, tutto quanto è possibile fare a una<br />

donna lasciandola ancora viva. Lo sapete, no, il pagamento è in generi alimentari,<br />

dite ai vostri ometti di venirsi a prendere la minestra, le aveva schernite<br />

congedandole il cieco della pistola. E aggiunse, scherzoso, A presto, ragazze,<br />

preparatevi per la prossima seduta. Gli altri ciechi ripeterono più o meno in coro,<br />

A presto, alcuni dissero tizie, alcuni dissero puttane, ma gli si notava la<br />

spossatezza della libido nella scarsa convinzione delle voci. Sorde, cieche,<br />

taciturne, con un residuo di volontà sufficiente solo per non lasciare la mano di<br />

colei che avevano davanti, la mano, non la spalla come quando erano venute,<br />

certamente nessuna di loro avrebbe saputo rispondere se le avessero<br />

domandato, Perché camminate tenendovi per mano, era capitato così, ci sono<br />

gesti per cui non sempre si può trovare una spiegazione facile, e talvolta neppure<br />

quella difficile può essere trovata. Quando attraversarono l'atrio, la moglie del<br />

medico guardò fuori, dove c'erano i soldati, e dove c'era anche un camioncino che<br />

forse stava facendo la distribuzione del cibo alle varie quarantene. In quel preciso<br />

momento, alla cieca delle insonnie cedettero le gambe, letteralmente, come se<br />

gliele avessero troncate di colpo, e le cedette pure il cuore, non si concluse<br />

neanche la sistole appena iniziata, finalmente siamo venuti a sapere il motivo per<br />

106


cui questa cieca non riuscisse a dormire, adesso dormirà, non svegliamola. $è<br />

morta, disse la moglie del medico, e la sua voce era priva di espressione, se mai<br />

fosse possibile che una voce così, morta come le parole appena pronunciate,<br />

uscisse da una bocca viva. Prese in braccio il corpo improvvisamente disarticolato,<br />

le gambe insanguinate, il ventre livido, i poveri seni scoperti, segnati con furia, un<br />

morso su una spalla, $è il ritratto del mio corpo, pensò, il ritratto del corpo di<br />

tutte noi, fra queste offese e i nostri dolori non c'è che una differenza, noi, per il<br />

momento, siamo ancora vive. Dove la portiamo, domandò la ragazza dagli occhiali<br />

scuri, Adesso in camerata, poi la sotterreremo, disse la moglie del medico.<br />

Gli uomini aspettavano sulla porta, mancavano solo il primo cieco, che di<br />

nuovo si era nascosto il capo sotto la coperta avvertendo l'arrivo delle donne, e il<br />

ragazzino strabico, che dormiva. Senza alcuna esitazione, senza aver bisogno di<br />

contare i letti, la moglie del medico andò a deporre la cieca delle insonnie nella<br />

branda che le apparteneva. Non si preoccupò del possibile stupore degli altri, in<br />

definitiva tutti quanti, lì, sapevano che lei era la cieca che meglio conosceva tutti<br />

gli angoli di casa. $è morta, ripeté, Com'è stato, domandò il medico, ma la donna<br />

non gli rispose, la sua domanda avrebbe potuto limitarsi a ciò che<br />

apparentemente significava, Com'è stato che è morta, ma avrebbe anche potuto<br />

essere, Che cosa vi hanno fatto, orbene, né all'una né all'altra avrebbe dovuto<br />

esserci risposta, è morta, semplicemente, non importa di che cosa, domandare di<br />

cosa sia morto qualcuno è stupido, col tempo la causa si dimentica, soltanto due<br />

parole restano, $è morta, e noi non siamo più le stesse di quando siamo uscite, le<br />

parole che avrebbero detto quelle donne noi non possiamo più dirle, e quanto<br />

alle altre, l'innominabile esiste, è il suo unico nome, nient'altro. Andate a<br />

prendere il cibo, disse la moglie del medico. Il caso, il fato, la sorte, il destino, o<br />

comunque si definisca ciò che possiede tanti nomi, è fatto di pura ironia, né<br />

altrimenti si intenderebbe come mai erano stati proprio i mariti di due di queste<br />

donne i prescelti per rappresentare la camerata e ritirare i generi alimentari<br />

quando ancora nessuno immaginava che il prezzo avrebbe potuto essere quello<br />

appena pagato. Potevano essere stati prescelti altri uomini, scapoli, liberi, senza<br />

un onore coniugale da difendere, ma dovettero essere proprio questi, di certo<br />

non vorranno vergognarsi, adesso, di tendere la mano elemosinante a quei bruti e<br />

malvagi che hanno violato le loro mogli. Lo disse il primo cieco, a chiare lettere e<br />

con decisa fermezza, Ci vada chiunque altro, ma io non vado, Andrò io, disse il<br />

medico, Vengo con lei, disse il vecchio dalla benda nera, Il cibo non sarà molto,<br />

ma badi che pesa, Per trasportare il pane che mangio le forze mi bastano ancora,<br />

Quello che pesa di più è sempre il pane degli altri, Non ho il diritto di lamentarmi,<br />

è il peso della parte altrui che pagherà il mio nutrimento. Immaginiamo, non il<br />

dialogo, ormai superato, ma gli uomini che lo hanno sostenuto, sono lì faccia a<br />

faccia come se si potessero vedere, il che in questo caso non è neanche<br />

impossibile, basta che la memoria di ciascuno dei due faccia emergere<br />

dall'abbagliante biancore del mondo la bocca che sta articolando le parole, e poi,<br />

107


come una lenta irradiazione da quel centro, il resto dei visi apparirà pian piano, un<br />

viso da vecchio, un altro non tanto, non si dica che è cieco chi ancora sia capace di<br />

vedere così.<br />

Quando si allontanarono per andare a riscuotere il salario della vergogna,<br />

come lo aveva definito il primo cieco protestando con retorica indignazione, la<br />

moglie del medico disse alle altre donne, Restate qui, torno subito. Sapeva ciò che<br />

voleva, non sapeva se lo avrebbe trovato. Voleva un secchio o qualcosa che ne<br />

facesse le veci, voleva riempirlo d'acqua anche se fetida, anche se putrida, voleva<br />

lavare la cieca delle insonnie, ripulirla del sangue proprio e della secrezione altrui,<br />

consegnarla purificata alla terra, ammesso che ancora abbia senso parlare di<br />

purezze del corpo in questo manicomio in cui viviamo, che alle purezze<br />

dell'anima, si sa, non c'è modo di giungervi.<br />

Sui lunghi tavoli del refettorio c'erano ciechi sdraiati. Da un rubinetto mal<br />

chiuso, sopra una vasca di scarico, scorreva un filo d'acqua. La moglie del medico<br />

si guardò intorno in cerca del secchio, del recipiente, ma non vide niente di<br />

utilizzabile. Un cieco avvertì la presenza, domandò, Chi c'è. Lei non rispose,<br />

sapeva che non sarebbe stata bene accolta, nessuno le avrebbe detto, Vuoi un po'<br />

d'acqua, prendila, e se poi serve per lavare una defunta, tutta quella di cui hai<br />

bisogno. Per terra, sparpagliate, c'erano buste di plastica, quelle per alimenti,<br />

alcune grandi. Pensò che sicuramente erano rotte, ma poi pensò anche che,<br />

usandone due o tre, una dentro l'altra, avrebbe perso ben poca acqua. Agì<br />

rapidamente, i ciechi stavano già scendendo dai tavoli, domandavano, Chi c'è,<br />

tanto più allarmati quando udirono il rumore dell'acqua corrente, avanzarono in<br />

quella direzione, la moglie del medico corse a spostare e spingere un tavolo<br />

perché non potessero avvicinarsi, poi riprese la busta, l'acqua scorreva<br />

lentamente, disperata forzò la manopola, e allora, come se l'avessero liberata da<br />

una prigione, l'acqua sgorgò con forza, sprizzò violentemente e la bagnò dalla<br />

testa ai piedi. I ciechi si spaventarono e indietreggiarono, pensarono fosse saltato<br />

un tubo, e a maggior ragione lo pensarono quando l'acqua che si riversava gli<br />

arrivò come un'inondazione ai piedi, non potevano sapere che era stata versata<br />

da quell'estraneo che era entrato, solo allora la donna capì che non ce l'avrebbe<br />

fatta con tanto peso. Attorcigliò e arrotolò la busta, se la buttò sulle spalle e,<br />

come poté, corse via.<br />

Quando il medico e il vecchio dalla benda nera entrarono nella camerata<br />

con il cibo, non videro, non potevano vedere, sette donne nude, la cieca delle<br />

insonnie distesa sul letto, pulita come non lo era mai stata in tutta la sua vita,<br />

mentre un'altra donna lavava, una dopo l'altra, le sue compagne, e poi se stessa.<br />

Il quarto giorno, i malvagi si ripresentarono. Venivano a sollecitare al<br />

pagamento dell'imposta di servizio le donne della seconda camerata, ma si<br />

trattennero un momento alla porta della prima domandando se quelle di qui si<br />

erano riprese dagli assalti erotici dell'altra notte, Una notte ben trascorsa, non c'è<br />

108


che dire, esclamò uno di essi leccandosi i baffi, e un altro confermò, Queste sette<br />

valevano per quattordici, una non era granché, è vero, ma in mezzo a quella<br />

confusione quasi non si notava, hanno fortuna questi tizi qui, se sono abbastanza<br />

uomini, Meglio di no, così ne avranno più voglia. Dal fondo della camerata, la<br />

moglie del medico disse, Non siamo più sette, Ne è scappata una, domandò<br />

ridendo uno del gruppo, Non è scappata, è morta, Oh diavolo, allora dovrete<br />

lavorare di più la prossima volta, Non si è perso molto, non era granché, disse la<br />

moglie del medico. Sconcertati, i messaggeri non seppero come rispondere,<br />

quanto avevano appena udito gli sembrava indecente, qualcuno di loro avrà<br />

addirittura pensato che in fin dei conti le donne sono tutte delle vacche, che<br />

mancanza di rispetto, parlare di lei in questi termini, solo perché non aveva le<br />

mammelle al posto giusto ed era scarsa di sedere. La moglie del medico li<br />

guardava, fermi lì davanti alla porta, indecisi, muovendo il corpo come pupazzi<br />

meccanici. Li riconosceva, era stata violata da tutti e tre. Alla fine uno picchiò con<br />

il bastone per terra, Andiamocene, disse. I colpi e gli avvertimenti, Allontanatevi,<br />

allontanatevi, andarono scemando nel corridoio, poi si fece silenzio, brusii<br />

confusi, le donne della seconda camerata stavano ricevendo l'ordine di<br />

presentarsi dopo cena. Risuonarono nuovamente i colpi per terra, Allontanatevi,<br />

allontanatevi, le figure dei tre ciechi passarono nel riquadro della porta,<br />

scomparvero.<br />

La moglie del medico, che stava raccontando una storia al ragazzino<br />

strabico, alzò il braccio e, senza rumore, prese le forbici dal chiodo. Disse al<br />

ragazzo, Poi ti racconto il resto. Nessuno della camerata le aveva domandato<br />

perché avesse parlato della cieca delle insonnie con quel disprezzo. Trascorso un<br />

po' di tempo, si tolse le scarpe e andò a dire al marito, Faccio presto, torno subito.<br />

Si incamminò verso la porta. Lì si fermò e attese. Dieci minuti dopo comparvero<br />

nel corridoio le donne della seconda camerata. Erano quindici. Alcune<br />

piangevano. Non arrivavano in fila, ma a gruppi, legati fra loro con strisce di<br />

tessuto, in apparenza strappate dai copriletti. Quando furono passate, la moglie<br />

del medico le seguì. Nessuna si accorse di avere compagnia. Sapevano cosa le<br />

aspettava, la notizia delle vessazioni non era un segreto per nessuno, e per la<br />

verità non c'era niente di nuovo, il mondo sarà sicuramente cominciato così.<br />

Quello che le terrorizzava non era tanto la violazione, ma l'orgia, l'inverecondia, la<br />

previsione della terribile notte, quindici donne sparpagliate qua e là sui letti e per<br />

terra, gli uomini che andavano dall'una all'altra, ansimando come maiali, Il peggio<br />

è se proverò piacere, era quanto pensava una di loro. Quando entrarono nel<br />

corridoio per cui si arrivava alla camerata di destinazione, il cieco di sentinella<br />

diede l'allarme, Le sento, stanno arrivando. Il letto che fungeva da cancello fu<br />

scostato rapidamente, a una a una le donne entrarono, Caspita quante, esclamò il<br />

cieco della contabilità, e andava contando con entusiasmo, Undici, dodici, tredici,<br />

quattordici, quindici, sono quindici. Si mise appresso all'ultima, le infilava le mani<br />

avide sotto le gonne, Questa già canta, è mia, diceva. Avevano smesso di passarle<br />

109


in rivista, di fare la valutazione previa delle doti fisiche delle femmine. In realtà, se<br />

erano tutte condannate a passare per la stessa cosa, non valeva la pena sprecare<br />

il tempo e raffreddare la concupiscenza con scelte di altezze e misurazioni di<br />

petto e fianchi. Le portavano direttamente ai letti, le spogliavano<br />

immediatamente strattonandole, e ben presto si udirono i soliti pianti, le<br />

suppliche, le implorazioni, ma le risposte, quando c'erano, non variavano, Se vuoi<br />

mangiare, apri le gambe. E loro aprivano le gambe, ad alcune si ordinava di usare<br />

la bocca, come quella accoccolata lì, fra le ginocchia del capo di questi malvagi, lei<br />

non diceva niente. La moglie del medico entrò nella camerata, scivolò lentamente<br />

fra i letti, ma non c'era neanche bisogno di tutta quella cautela, nessuno l'avrebbe<br />

sentita anche se fosse venuta in zoccoli, e se, in mezzo alla baldoria, un cieco<br />

l'avesse toccata e si fosse accorto che si trattava di una donna, alla peggio le<br />

poteva succedere che avrebbe dovuto unirsi alle altre, neanche ci avrebbero<br />

badato, in una situazione del genere non è facile notare la differenza fra quindici<br />

e sedici.<br />

Il letto del capo dei malvagi era sempre quello in fondo alla camerata,<br />

dov'erano ammucchiate le casse di cibo. Le brande accanto al suo erano state<br />

tolte, a lui piaceva muoversi liberamente, non dover inciampare nei vicini.<br />

Sarebbe stato semplice ammazzarlo. Mentre lentamente avanzava per la stretta<br />

corsia, la moglie del medico osservava i movimenti dell'uomo che ben presto<br />

avrebbe ammazzato, come il godimento gli facesse inclinare il capo all'indietro,<br />

come sembrasse già lì a offrirle il collo. Pian piano, la moglie del medico si<br />

avvicinò, aggirò il letto e andò a mettersi dietro di lui. La cieca continuava il suo<br />

lavoro. La mano sollevò lentamente le forbici, le lame appena discoste per<br />

penetrare come due pugnali. In quel momento, l'ultimo, il cieco parve avvertire<br />

una presenza, ma l'orgasmo lo aveva sottratto al mondo delle comuni sensazioni,<br />

lo aveva privato di riflessi, Non arriverai a godere, pensò la moglie del medico, e<br />

calò violentemente il braccio. Le forbici si conficcarono con tutta la forza nella<br />

gola del cieco, girando su se stesse lottarono contro le cartilagini e i tessuti<br />

membranosi, poi continuarono furiosamente fino a bloccarsi contro le vertebre<br />

cervicali. Il grido si udì a stento, poteva essere il grugnito animale di qualcuno che<br />

stesse eiaculando, come stava già succedendo ad altri, e forse lo era, in realtà,<br />

mentre un getto di sangue le innaffiava in pieno la faccia, la cieca riceveva in<br />

bocca la scarica convulsa dello sperma. Fu il grido di lei ad allarmare i ciechi, di<br />

grida ne avevano fin troppa esperienza, ma questo non era come gli altri. La cieca<br />

gridava, non capiva cosa fosse accaduto, ma gridava, da dove veniva questo<br />

sangue, probabilmente, senza sapere come, aveva fatto infine quello che aveva<br />

pensato, strappargli il pene a morsi. I ciechi lasciavano le donne, si avvicinavano a<br />

tentoni, Cosa c'è, perché stai gridando in questa maniera, domandavano, ma<br />

adesso la cieca si ritrovava una mano sulla bocca, qualcuno le mormorava<br />

all'orecchio, Zitta, e poi si sentì tirare dolcemente indietro, Non dire niente, era<br />

una voce di donna, e questo la calmò, se così si può dire in simili tormenti. Il cieco<br />

110


dei conti procedeva in testa, fu il primo a toccare il corpo che era caduto di<br />

traverso sul letto, passandogli le mani sopra, $è morto, esclamò dopo un<br />

momento. Il capo pendeva al di là della branda, il sangue usciva ancora a fiotti, Lo<br />

hanno ammazzato, disse. I ciechi si fermarono interdetti, non riuscivano a credere<br />

a ciò che sentivano, Lo hanno ammazzato, come, chi è che lo ha ammazzato, Gli<br />

hanno fatto uno squarcio enorme in gola, deve essere stata quella puttana che<br />

stava con lui, dobbiamo acchiapparla. Si mossero di nuovo tutti quanti, ora più<br />

lentamente, come se avessero paura di incontrare la lama che aveva ammazzato<br />

il loro capo. Non potevano vedere che il cieco della contabilità infilava<br />

precipitosamente le mani nelle saccocce del morto, che trovava la pistola e un<br />

sacchetto di plastica con una decina di cartucce. L'attenzione di tutti fu<br />

improvvisamente distratta dallo schiamazzo delle donne che, ormai in piedi, in<br />

preda al panico, volevano uscire, ma alcune avevano perso la nozione di dove<br />

fosse la porta della camerata, e andarono nella direzione sbagliata e urtarono<br />

contro i ciechi, e questi credettero di essere assaliti, allora la confusione dei corpi<br />

raggiunse il culmine di un delirio. Immobile, giù in fondo, la moglie del medico<br />

aspettava l'occasione per scappare. Teneva saldamente la cieca, con l'altra mano<br />

impugnava le forbici, pronta a sferrare la prima pugnalata se qualcuno si fosse<br />

avvicinato. Per il momento, lo spazio libero intorno la favoriva, ma lei sapeva di<br />

non poter restare a lungo lì. Un po' di donne avevano trovato finalmente la porta,<br />

altre lottavano per liberarsi dalle mani che le ghermivano, qualcuna tentava di<br />

strangolare il nemico e aggiungere morto su morto. Il cieco dei conti gridò con<br />

autorità ai suoi, Calma, mantenete la calma, risolviamo subito questo problema, e<br />

con l'intenzione di rendere più convincente l'ordine sparò un colpo in aria. Il<br />

risultato fu l'esatto contrario di quanto si aspettava. Sorpresi nel capire che la<br />

pistola era già in altre mani e che, dunque, avrebbero avuto un nuovo capo, i<br />

ciechi smisero di lottare con le cieche, rinunciarono al tentativo di dominarle, uno<br />

di loro era evidente che aveva rinunciato a tutto perché era stato strangolato. A<br />

quel punto la moglie del medico decise di avanzare. Sferrando colpi a destra e a<br />

manca, si fece strada. Adesso erano i ciechi che gridavano, che si scontravano, si<br />

accalcavano gli uni sugli altri, chi avesse avuto occhi per vedere si sarebbe accorto<br />

che, paragonata a questa, la prima baraonda era stato uno scherzo. La moglie del<br />

medico non voleva ammazzare, voleva solo uscire il più in fretta possibile,<br />

soprattutto non lasciarsi dietro nessuna cieca. Probabilmente questo non<br />

sopravviverà, pensò quando piantò le forbici in un petto. Si udì un altro sparo, Via,<br />

via, diceva la moglie del medico spingendo avanti a sé le cieche che trovava via<br />

facendo. Le aiutava a rialzarsi, ripeteva, Presto, presto, e adesso era il cieco della<br />

contabilità che urlava dal fondo, Prendetele, non fatele fuggire, ma era troppo<br />

tardi, erano già tutte nel corridoio, fuggivano ruzzolando, mezze nude, tenendosi<br />

gli stracci come potevano. Ferma all'entrata della camerata, la moglie del medico<br />

gridò furiosamente. Ricordatevi di quello che ho detto l'altro giorno, che non mi<br />

sarei dimenticata la sua faccia, e d'ora in poi pensate a quello che vi dico adesso,<br />

111


non mi dimenticherò neanche delle vostre. Me la pagherai, minacciò il cieco della<br />

contabilità, tu e le tue amiche, più quei cornuti dei vostri uomini. Non sai chi sono<br />

né da dove vengo. Sei della prima camerata dell'altro lato, disse uno di quelli che<br />

erano andati a chiamare le donne, e il cieco dei conti aggiunse. La voce non<br />

inganna, ti basterà pronunciare una parola accanto a me e sarai morta. Lo aveva<br />

detto anche quell'altro, ed eccotelo lì. Ma io non sono un cieco come lui, come<br />

voi, quando voi vi siete ritrovati ciechi io conoscevo già tutto del mondo, Della<br />

mia cecità non sai niente, Tu non sei cieca, a me non mi inganni, Forse sono la più<br />

cieca di tutti, ho già ammazzato, e ammazzerò di nuovo se sarà necessario, Ma<br />

prima morirai di fame, da oggi in poi niente più cibo, neanche se verrete tutte a<br />

offrici sopra un vassoio i tre buchi che avete fin dalla nascita, Per ogni giorno che<br />

staremo senza mangiare, morirà uno degli uomini qui dentro, basta che mettiate<br />

un piede fuori di questa porta, Non ci riuscirai. Ci riusciremo invece, d'ora in poi<br />

saremo noi a ritirare il cibo, voi mangiate quello che avete qua dentro, figlia di<br />

puttana. Le figlie di puttana non sono né uomini né donne, sono figlie di puttana,<br />

e ora lo sai quanto valgono le figlie di puttana. Infuriato, il cieco della contabilità<br />

sparò un colpo in direzione della porta. La pallottola passò fra le teste dei ciechi,<br />

senza colpire nessuno, e andò a conficcarsi nella parete del corridoio. Non mi hai<br />

preso, disse la moglie del medico, e stai attento, se ti finiscono le munizioni, ce ne<br />

sono altri che vogliono fare il capo.<br />

Si allontanò, fece alcuni passi ancora sicuri, poi proseguì appoggiandosi alla<br />

parete del corridoio, sul punto di svenire, di colpo le ginocchia le si piegarono e lei<br />

cadde lunga distesa. Gli occhi le si annebbiarono, Ora divento cieca, pensò, ma<br />

poi comprese che non sarebbe avvenuto neanche questa volta, a offuscarle la<br />

vista erano solo lacrime, lacrime come non ne aveva mai pianto in tutta la sua<br />

vita, Ho ammazzato, disse a voce bassa, ho voluto ammazzare e l'ho fatto. Girò il<br />

capo verso la porta della camerata, se i ciechi fossero arrivati non sarebbe stata<br />

capace di difendersi. Il corridoio era deserto. Le donne erano scomparse, i ciechi,<br />

ancora spaventati dagli spari e, soprattutto, dai cadaveri dei compagni, non si<br />

azzardavano a uscire. A poco a poco cominciarono a tornarle le forze. Le lacrime<br />

continuavano a scorrere, ma lente, serene, come davanti a qualcosa di<br />

irrimediabile. Si alzò a fatica. Aveva sangue sulle mani e sul vestito, e tutto a un<br />

tratto il corpo esausto l'avvertì che era vecchia, Vecchia e assassina, pensò, ma<br />

sapeva che se fosse stato necessario avrebbe ammazzato di nuovo, E quand'è che<br />

è necessario ammazzare, si domandò avviandosi verso l'atrio, e si rispose da sola,<br />

Quando ormai è morto ciò che ancora è vivo. Scosse il capo, pensò, E cosa vuol<br />

dire, parole, parole, nient'altro. Era ancora sola. Si avvicinò alla porta che dava nel<br />

recinto. Fra le grate del portone intravide la figura del soldato di sentinella, C'è<br />

ancora gente là fuori, gente che vede. Un fruscio di passi dietro di sé la fece<br />

rabbrividire, Sono loro, pensò, e si girò rapidamente con le forbici pronte. Era il<br />

marito. Le donne della seconda camerata erano tornate indietro gridando cos'era<br />

successo dall'altra parte, che una donna aveva ucciso a coltellate il capo dei<br />

112


malvagi, che c'erano stati spari, il medico non domandò chi fosse quella donna,<br />

poteva essere solo la sua, aveva detto al ragazzino strabico che poi avrebbe finito<br />

di raccontargli la storia, e adesso chissà come stava, probabilmente morta anche<br />

lei, Sono qui, disse la donna, e gli si avvicinò, e lo abbracciò, senza badare che lo<br />

macchiava di sangue, o forse badandoci, ma non aveva importanza, fino a oggi<br />

hanno condiviso tutto. Cos'è successo, domandò il medico, hanno detto che è<br />

stato ucciso un uomo, Sì, l'ho ammazzato io, Perché, Qualcuno doveva pur farlo, e<br />

non c'era nessun altro, E adesso, Adesso siamo liberi, sanno cosa li aspetta se<br />

vorranno di nuovo servirsi di noi, Sarà lo scontro, la guerra, I ciechi sono sempre<br />

in guerra, lo sono sempre stati, Ammazzerai di nuovo, Se così dovrà essere, di<br />

questa cecità ormai non mi libero più, E il cibo, Verremo a prenderlo noi, dubito<br />

che si azzardino a venire fin qui, per lo meno nei prossimi giorni avranno paura<br />

che gli capiti la stessa cosa, che un paio di forbici gli si pianti nel collo, Non<br />

abbiamo saputo resistere come avremmo dovuto quando sono comparsi con le<br />

prime pretese, Infatti, abbiamo avuto paura, e la paura non sempre è buona<br />

consigliera, e adesso andiamo, converrà, per maggior sicurezza, barricare la porta<br />

delle camerate mettendo letti su letti, come fanno loro, se qualcuno di noi dovrà<br />

dormire per terra pazienza, meglio così che morire di fame.<br />

Nei giorni seguenti si domandarono se non gli sarebbe capitato proprio<br />

questo. All'inizio non lo trovarono strano, c'erano abituati fin dai primi giorni,<br />

omissioni nelle consegne del cibo c'erano sempre, i ciechi malvagi avevano<br />

ragione quando dicevano che i militari a volte tardavano, una ragione che però<br />

degenerava quando affermavano allegramente che perciò non avevano potuto<br />

far altro che imporre un razionamento, sono i penosi doveri di chi governa. Il<br />

terzo giorno, quando ormai non si sarebbe riusciti a trovare nelle camerate né un<br />

tozzo di pane né una briciola, la moglie del medico, con alcuni compagni, uscì nel<br />

recinto e domandò, Ehi, voi, perché questo ritardo, dov'è il cibo, sono più di due<br />

giorni che non mangiamo. Il sergente, un altro, non quello di prima, si avvicinò<br />

alla grata dichiarando che la responsabilità non era dell'Esercito, lì non si toglieva<br />

il pane di bocca a nessuno, l'onore militare non lo avrebbe mai permesso, se il<br />

cibo non c'era è perché non ce n'era, e voi non fate un altro passo, il primo che<br />

viene avanti sa qual è la sorte che lo aspetta, gli ordini non sono cambiati.<br />

All'intimazione rientrarono e parlottarono fra di loro, E adesso, cosa facciamo se<br />

non ci portano da mangiare, Può darsi ce lo portino domani, O dopodomani, O<br />

quando non ci potremo più muovere, Dovremmo uscire, Non arriveremmo<br />

neanche al portone, Se avessimo la vista, Se avessimo la vista, non ci avrebbero<br />

messo in questo inferno, Come sarà la vita fuori, Forse non gli dispiacerà darci un<br />

po' di cibo se andremo a chiederglielo là fuori, in definitiva, se manca a noi<br />

mancherà anche a loro, Proprio per questo non ce lo darebbero, E prima che a<br />

loro finisca noi saremo morti di fame, Cosa possiamo fare allora. Seduti lì per<br />

terra, sotto la luce giallastra dell'unica lampadina dell'atrio, più o meno in circolo,<br />

c'erano il medico e la moglie del medico, il vecchio dalla benda nera, fra tanti altri<br />

113


uomini e donne, due o tre per ciascuna camerata, sia dell'ala sinistra che dell'ala<br />

destra, e allora, siccome questo mondo di ciechi è quello che è, successe quel che<br />

sempre deve succedere, un uomo disse, Io so soltanto che non ci troveremmo in<br />

questa situazione se non gli avessero ammazzato il capo, che gliene importava<br />

alle donne di dover andare un paio di volte al mese a dargli quello di cui la natura<br />

le ha dotate a questo scopo, mi domando. Ci fu chi trovò spiritosa la reminiscenza<br />

e chi trattenne il riso, e qualche voce di protesta fu soffocata dallo stomaco, così<br />

l'uomo insistette, Vorrei proprio sapere chi sarà stato a fare quella carneficina, Le<br />

donne presenti al momento giurano che non è stata nessuna di loro, Dovremmo<br />

farci giustizia noi e portarla al castigo, A patto che sapessimo chi è, Potremmo<br />

dirgli, ecco la persona che cercate, adesso dateci il cibo, A patto che sapessimo chi<br />

è. La moglie del medico chinò il capo, pensò, Hanno ragione, se qualcuno di noi<br />

morirà di fame, la colpa sarà mia, ma poi, dando voce alla collera che si sentiva<br />

montare dentro e che contraddiceva questa accettazione della propria<br />

responsabilità, Spero siano questi a morire per primi, così che la mia colpa paghi<br />

la loro. Poi, alzando gli occhi, pensò, E se ora confessassi di essere stata io ad<br />

ammazzarlo, mi consegnerebbero pur sapendo di consegnarmi a una morte certa.<br />

O per effetto della fame o perché improvvisamente sedotta da quel pensiero<br />

come da un abisso, una specie di stordimento le ottenebrò la mente, il suo corpo<br />

si mosse in avanti, la bocca si aprì per parlare, ma in quel momento qualcuno le<br />

afferrò e strinse il braccio, lei guardò, era il vecchio dalla benda nera, che disse,<br />

Ammazzerei con le mie stesse mani chi si denunciasse da solo, Perché,<br />

domandarono gli altri, Perché se la vergogna ha ancora un significato in questo<br />

inferno in cui ci hanno messo a vivere e che noi abbiamo reso più infernale<br />

dell'inferno, è solo grazie a chi ha avuto il coraggio di andare ad ammazzare la<br />

iena nella sua tana, Sì, sì, ma non sarà la vergogna a riempirci il piatto, Chiunque<br />

tu sia, hai ragione, c'è sempre stato chi si è riempito la pancia con la mancanza di<br />

vergogna, ma noi, cui non resta più niente se non quest'ultima e immeritata<br />

dignità, dimostriamoci almeno capaci di lottare per quanto ci appartiene di<br />

diritto, Cosa vuoi dire con questo, Che dopo aver mandato le donne e mangiato a<br />

spese loro come dei papponcelli di quartiere, è il momento di mandare gli uomini,<br />

se ancora ce ne sono fra di noi, Spiegati, ma prima dicci di dove sei, Della prima<br />

camerata lato destro, Parla, $è molto semplice, andiamo a prenderci il cibo con le<br />

nostre mani, Loro hanno le armi, Che si sappia hanno solo una pistola, e le<br />

cartucce non dureranno sempre, Con quelle che hanno qualcuno di noi morirà,<br />

Ne sono già morti per meno, Non sono disposto a perdere la vita per farla godere<br />

agli altri, Sarai anche disposto a non mangiare se qualcuno finirà per perdere la<br />

propria per far mangiare te, domandò sarcastico il vecchio dalla benda nera, e<br />

l'altro non rispose.<br />

Sulla soglia della porta che dava nelle camerate dell'ala destra comparve<br />

una donna che se ne stava lì nascosta ad ascoltare. Era quella colpita in faccia<br />

dallo spruzzo di sangue, quella nella cui bocca il morto aveva eiaculato, quella al<br />

114


cui orecchio la moglie del medico aveva detto, Zitta, e adesso quest'ultima sta<br />

pensando, Da qui dove mi trovo, seduta in mezzo a questa gente, non posso dirti<br />

zitta, non mi denunciare, ma senza dubbio riconosci la mia voce, è impossibile che<br />

tu l'abbia dimenticata, la mia mano era sulla tua bocca, il mio corpo contro il tuo,<br />

e io ti ho detto zitta, adesso è arrivato il momento di conoscere veramente chi ho<br />

salvato, di sapere chi sei, perciò parlerò, perciò dirò a voce alta e chiara perché tu<br />

possa accusarmi, se questo è il tuo destino e il mio destino, ecco, lo dico, Non<br />

andranno solo gli uomini, andranno anche le donne, torneremo là dove ci hanno<br />

umiliate perché di quell'umiliazione non resti nulla, per potercene liberare così<br />

come abbiamo sputato quel che ci hanno lanciato in bocca. Così disse, e rimase ad<br />

aspettare finché la donna parlò, Dovunque andrai, verrò, fu quel che disse. Il<br />

vecchio dalla benda nera sorrise, parve un sorriso felice, e forse lo era, non è il<br />

momento di domandarglielo, più interessante è notare l'espressione di stupore<br />

degli altri ciechi, come se qualcosa fosse passato sopra le loro teste, un uccello,<br />

una nuvola, un primo e timido lume. Il medico strinse la mano alla moglie, poi<br />

domandò, C'è ancora qualcuno che sta pensando di scoprire chi ha ammazzato<br />

quell'uomo, o siamo d'accordo che la mano che lo ha sgozzato era la mano di noi<br />

tutti, più esattamente, la mano di ciascuno di noi. Nessuno rispose. La moglie del<br />

medico disse, Diamogli un termine, aspettiamo fino a domani, se i soldati non<br />

porteranno da mangiare, allora avanzeremo. Si alzarono, si separarono, chi verso<br />

il lato destro, chi verso il lato sinistro, imprudentemente non avevano pensato<br />

che qualche cieco della camerata dei malvagi potesse averli ascoltati, per fortuna<br />

non sempre il diavolo sta dietro la porta, un detto capitato molto a proposito. Del<br />

tutto a sproposito capitò invece l'altoparlante, negli ultimi tempi alcuni giorni<br />

parlava, altri no, ma sempre alla stessa ora, come aveva promesso, sicuramente<br />

c'era nel trasmettitore un sistema a orologeria che al momento opportuno<br />

metteva in funzione il nastro registrato, la ragione per cui a volte aveva fallito non<br />

la verremo a sapere, sono faccende del mondo esterno, in tutti i casi alquanto<br />

serie visto il risultato, e cioè che si confuse il calendario, il cosiddetto conto dei<br />

giorni, che alcuni ciechi, maniaci per natura, o amanti dell'ordine, che è una forma<br />

moderata di mania, avevano tentato di tenere scrupolosamente facendo nodini<br />

su una cordicella, lo facevano quelli che non si fidavano della memoria, come se<br />

andassero via via scrivendo un diario. Adesso era l'orario che veniva fuori tempo,<br />

doveva essersi guastato il meccanismo, un relè attorcigliato, una saldatura<br />

saltata, speriamo che la registrazione non seguiti a ricominciare da capo<br />

all'infinito, ci mancherebbe altro, oltre che ciechi, pazzi. Per i corridoi, per le<br />

camerate, come un ultimo e inutile avviso, risuonava la voce autoritaria, Al<br />

Governo rincresce di essere stato costretto a esercitare energicamente quello che<br />

considera suo diritto e suo dovere, proteggere con tutti i mezzi la popolazione<br />

nella crisi che stiamo attraversando, quando sembra si verifichi qualcosa di simile<br />

a una violenta epidemia di cecità, provvisoriamente designata come mal bianco, e<br />

desidererebbe poter contare sul senso civico e la collaborazione di tutti i cittadini<br />

115


per bloccare il propagarsi del contagio, nell'ipotesi che di contagio si tratti,<br />

nell'ipotesi che non ci si trovi unicamente davanti a una serie di coincidenze per<br />

ora inspiegabili. La decisione di riunire in uno stesso luogo le persone colpite, e, in<br />

luogo prossimo, ma separato, quelle che con esse hanno avuto qualche tipo di<br />

contatto, non è stata presa senza seria ponderazione. Il Governo è perfettamente<br />

consapevole delle proprie responsabilità e si aspetta da coloro ai quali questo<br />

messaggio è rivolto che assumano anch'essi, da cittadini rispettosi quali devono<br />

essere, le loro responsabilità, pensando anche che l'isolamento in cui adesso si<br />

trovano rappresenterà, al di là di qualsiasi altra considerazione personale, un atto<br />

di solidarietà con il resto della comunità nazionale. Detto ciò, richiamiamo<br />

l'attenzione di tutti alle istruzioni che seguono, primo, le luci si manterranno<br />

sempre accese, sarà inutile qualsiasi tentativo di manovrare gli interruttori, non<br />

funzionano, secondo, chi abbandonerà l'edificio senza autorizzazione verrà<br />

immediatamente passato per le armi, ripeto, immediatamente passato per le<br />

armi, terzo, in ogni camerata esiste un telefono che potrà essere usato solo per<br />

richiedere all'esterno prodotti per l'igiene e la pulizia, quarto, gli internati<br />

laveranno manualmente i propri indumenti, quinto, si raccomanda l'elezione di<br />

responsabili di camerata, si tratta di una raccomandazione, non di un ordine, gli<br />

internati si organizzeranno come meglio credono, purché rispettino le suddette<br />

regole e quelle che verranno enunciate qui di seguito, sesto, tre volte al giorno<br />

saranno depositate razioni di cibo alla porta d'ingresso, a destra e a sinistra,<br />

destinate, rispettivamente, ai pazienti e ai sospetti di contagio, settimo, tutti i<br />

resti dovranno essere bruciati, considerandosi resti, all'uopo, non solo ogni tipo di<br />

cibo avanzato, ma anche le casse, i piatti e le posate, che sono di materiale<br />

combustibile, ottavo, l'operazione dovrà essere effettuata nei cortili interni<br />

dell'edificio o nel recinto, nono, gli internati sono responsabili di tutte le eventuali<br />

conseguenze di tali operazioni di incenerimento, decimo, in caso di incendio, sia<br />

esso fortuito o intenzionale, i pompieri non interverranno, undicesimo, gli<br />

internati non dovranno contare su alcun tipo di intervento dall'esterno nell'ipotesi<br />

che fra di essi si verifichino malattie, nonché l'insorgere di disordini o aggressioni,<br />

dodicesimo, in caso di morte, qualunque ne sia la causa, gli internati<br />

sotterreranno senza formalità il cadavere nel recinto, tredicesimo, la<br />

comunicazione fra l'ala dei pazienti e l'ala dei sospetti di contagio avverrà tramite<br />

il corpo centrale dell'edificio, lo stesso da cui siete entrati, quattordicesimo, i<br />

sospetti di contagio che dovessero diventare ciechi passeranno immediatamente<br />

nell'ala di coloro che lo sono già, quindicesimo, questa comunicazione sarà<br />

ripetuta tutti i giorni, a questa stessa ora, per conoscenza dei nuovi ammessi. Il<br />

Governo, in quel momento le luci si spensero e l'altoparlante tacque. Indifferente,<br />

un cieco fece un nodo alla cordicella che aveva fra le mani, poi tentò di contarli, i<br />

nodi, i giorni, ma lasciò perdere, c'erano nodi sovrapposti, nodi ciechi per così<br />

dire. La moglie del medico disse al marito, Si sono spente le luci, Qualche<br />

lampadina si è bruciata, non c'è da stupirsi, dopo essere rimaste accese per tanti<br />

116


giorni, Si sono spente tutte, il problema è fuori, Sarai diventata cieca anche tu,<br />

Aspetterò che sorga il sole. Uscì dalla camerata, attraversò l'atrio, guardò fuori.<br />

Questa parte della città era al buio, il proiettore dell'esercito era spento,<br />

dovevano averlo collegato alla rete generale, e adesso, a quanto pare, non c'era<br />

più elettricità.<br />

Il giorno seguente, chi più presto, chi più tardi, perché il sole non sorge<br />

contemporaneamente per tutti i ciechi, spesso dipende dall'acutezza dell'udito<br />

individuale, cominciarono a radunarsi sui gradini esterni dell'edificio uomini e<br />

donne provenienti dalle diverse camerate, a eccezione, è ovvio, di quella dei<br />

malvagi, che a quest'ora staranno già facendo la colazione. Aspettavano il rumore<br />

del portone che veniva aperto, il cigolio acuto dei cardini da oliare, i suoni che<br />

annunciavano l'arrivo del cibo, seguiti dalle parole del sergente di servizio, Non<br />

uscite, che nessuno si avvicini, il calpestio dei piedi dei soldati, il fruscio attutito<br />

delle casse che venivano depositate per terra, la ritirata precipitosa, di nuovo lo<br />

stridere del portone, infine l'autorizzazione, Potete venire. Aspettarono finché il<br />

mattino si fece mezzogiorno e il mezzogiorno pomeriggio. Nessuno, neanche la<br />

moglie del medico voleva domandare niente a proposito del cibo. Fin quando non<br />

avessero fatto la domanda non avrebbero sentito il temuto no, e fin quando il no<br />

non fosse stato pronunciato avrebbero continuato a sperare di udire parole come<br />

queste, Sta arrivando, sta arrivando, abbiate pazienza, sopportate la fame un<br />

altro po'. Alcuni, per quanto lo volessero, non ci riuscirono, come se<br />

all'improvviso si fossero addormentati svennero, li soccorse la moglie del medico,<br />

sembrava impossibile come questa donna riuscisse ad accorgersi di tutto quello<br />

che succedeva, doveva esser dotata di un sesto senso, una specie di visione senza<br />

occhi, ma solo grazie a questo i poveri sventurati non rimasero lì a cuocere sotto il<br />

sole, li trasportarono subito a spalla dentro, e con un po' di tempo, d'acqua e<br />

qualche buffetto sul viso finirono per riprendersi tutti dallo svenimento. Ma era<br />

inutile contare su questi per la guerra, non ce l'avrebbero fatta neanche con una<br />

gatta tenuta per la coda, un antichissimo modo di dire che ha dimenticato di<br />

spiegare per quale straordinaria ragione sia più facile portare per la coda una<br />

gatta che un gatto. Infine il vecchio dalla benda nera disse, Se il cibo non è<br />

arrivato, non arriverà, andiamo a prendercelo. Si alzarono Dio solo sa come e<br />

andarono a riunirsi nella camerata più distante dalla fortezza dei malvagi, è già<br />

bastata l'imprudenza dell'altro giorno. Da lì mandarono delle sentinelle nell'altra<br />

ala, logicamente ciechi che vivevano da quella parte, conoscevano meglio i posti,<br />

Al primo movimento sospetto, venite ad avvisare. La moglie del medico andò con<br />

loro e riportò un'informazione poco incoraggiante, Hanno barricato l'entrata con<br />

quattro letti sovrapposti, Come sai che sono quattro, domandò qualcuno, Non è<br />

stato difficile, li ho tastati, Non si sono accorti di te, Non credo, Cosa facciamo,<br />

Andiamo, ripeté il vecchio dalla benda nera, come si era deciso, o facciamo così o<br />

siamo condannati a una morte lenta, Qualcuno morirà più in fretta se andremo,<br />

disse il primo cieco, Chi morirà è già morto e non lo sa, Che dobbiamo morire, lo<br />

117


sappiamo fin da quando nasciamo, Perciò, in un certo senso, è come se già<br />

fossimo nati morti, Smettetela di parlare inutilmente, disse la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, io da sola non posso andarci, ma se ora cominciamo a rimangiarci la<br />

parola, allora mi sdraio sul letto e mi lascio morire, Morirà solo chi ha i giorni<br />

contati, nessun altro, disse il medico, e poi, alzando la voce, domandò, Chi è<br />

deciso ad andare alzi la mano, ecco quel che accade a chi non ci pensa due volte<br />

prima di aprire la bocca per parlare, a cosa serviva chiedere di alzare la mano se<br />

poi non c'era nessuno a contare, così credevano, e poi dire, Siamo tredici, nel qual<br />

caso sarebbe sicuramente iniziata una nuova discussione per appurare cosa<br />

sarebbe stato più corretto alla luce della logica, se chiedere un altro volontario in<br />

modo da annullare la iella per eccesso, oppure evitarla per difetto, tirando a sorte<br />

chi doveva uscire. Alcuni avevano alzato la mano con poca convinzione, con un<br />

movimento che denotava l'esitazione e il dubbio, vuoi per la consapevolezza del<br />

pericolo cui si sarebbero esposti, vuoi perché si erano resi conto dell'assurdità<br />

dell'ordine. Il medico rise, Che sciocchezza, chiedervi di alzare la mano,<br />

procediamo in maniera diversa, che si ritiri chi non può o non vuole andare, gli<br />

altri restino per concordare insieme il da farsi. Ci furono movimenti, passi,<br />

mormorii, sospiri, a poco a poco uscirono i deboli e i timorosi, l'idea del medico<br />

era stata non solo eccellente ma anche generosa, così sarà meno facile sapere chi<br />

c'era prima e non c'è più. La moglie del medico contò i ciechi rimasti, diciassette,<br />

compresi lei e il marito. Della prima camerata lato destro c'erano il vecchio dalla<br />

benda nera, il commesso di farmacia, la ragazza dagli occhiali scuri, mentre i<br />

volontari delle altre camerate erano tutti uomini, a eccezione di quella donna che<br />

aveva detto, Dovunque andrai, verrò, c'è anche lei qui. Si allinearono lungo la<br />

corsia, il medico li contò, Diciassette, siamo diciassette, Siamo pochi, disse il<br />

commesso, così non ci riusciremo, Il fronte di attacco, se mi è consentito usare<br />

questo linguaggio in apparenza più da militare, dovrà essere stretto, disse il<br />

vecchio dalla benda nera, perché ci aspetta la larghezza di una porta, penso che<br />

sarebbe solo una complicazione se fossimo di più, Attacco in massa, convenne<br />

qualcuno, e tutti parvero contenti di essere in definitiva pochi.<br />

L'armamentario lo conosciamo già, sbarre di ferro tolte dai letti, che<br />

potevano fungere sia da leva sia da lancia, a seconda se dovessero entrare in<br />

combattimento i genieri oppure le truppe d'assalto. Il vecchio dalla benda nera,<br />

che a quanto pare qualche lezione di tattica deve averla appresa in gioventù,<br />

ricordò la convenienza di mantenersi sempre uniti e rivolti nella stessa direzione,<br />

essendo questa l'unica maniera di non aggredirsi a vicenda, e che dovevano<br />

avanzare in silenzio assoluto affinché l'attacco beneficiasse dell'effetto sorpresa,<br />

Togliamoci le scarpe, disse, Poi sarà difficile per ciascuno ritrovare le proprie,<br />

disse qualcuno, e un altro commentò, Se avanzeranno delle scarpe, saranno le<br />

vere scarpe da morto, con la differenza che, almeno in questo caso, qualcuno se<br />

ne avvantaggerà, Cos'è questa storia delle scarpe da morto, $è un detto, stare ad<br />

aspettare le scarpe da morto significava stare ad aspettare niente, Perché, Perché<br />

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le scarpe con cui si sotterravano i morti erano di cartone, è pur vero che forse<br />

erano sufficienti, le anime non hanno mica i piedi a quanto si sa, Un altro punto<br />

ancora, interruppe il vecchio dalla benda nera, sei di noi, i sei che si sentano più<br />

coraggiosi, quando arriveremo spingeranno con tutte le forze i letti all'interno, in<br />

modo da poter poi entrare tutti, In questo caso dovremo lasciare le sbarre, Non<br />

credo sarà necessario, anzi, potrebbero servire, se le usate in posizione verticale.<br />

Fece una pausa, poi disse, con una nota tetra nella voce, E soprattutto non<br />

dobbiamo separarci, se ci separiamo siamo uomini morti, E donne, disse la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, non ti dimenticare delle donne, Vieni anche tu,<br />

domandò il vecchio dalla benda nera, preferirei non venissi, E perché, si può<br />

sapere, Sei molto giovane, Qui dentro l'età non conta, né il sesso, quindi non ti<br />

dimenticare delle donne, No, non me ne dimentico, la voce con cui il vecchio dalla<br />

benda nera pronunciò queste parole sembrava appartenere a un altro dialogo, le<br />

seguenti erano di nuovo appropriate, Al contrario, magari qualcuna di voi potesse<br />

vedere ciò che non vediamo noi, condurci sulla strada giusta, guidare la punta<br />

delle nostre sbarre contro la gola dei malvagi con la stessa precisione di<br />

quell'altra, Sarebbe chiedere troppo, una volta può bastare, e inoltre, chi ci dice<br />

che non sia morta, per lo meno non se n'è saputo niente, ricordò la moglie del<br />

medico, Le donne risorgono le une nelle altre, le oneste risorgono nelle puttane,<br />

le puttane risorgono nelle oneste, disse la ragazza dagli occhiali scuri. Seguì un<br />

lungo silenzio, per le donne era ormai tutto detto, gli uomini avrebbero dovuto<br />

cercare le parole, e sapevano in anticipo che non sarebbero stati capaci di<br />

trovarle.<br />

Uscirono in fila, i sei più forti in testa, come si era combinato, e fra di essi<br />

c'erano il medico e il commesso, seguiti dagli altri, ciascuno armato con la propria<br />

sbarra, un battaglione di lancieri squallidi e straccioni, mentre attraversavano<br />

l'atrio uno si lasciò scappare dalle mani la sbarra, che rintronò sul lastricato come<br />

una raffica di mitragliatrice vagante, se i malvagi hanno sentito il rumore e capito<br />

cosa stiamo facendo, siamo perduti. Senza avvertire nessuno, neppure il marito,<br />

la moglie del medico corse avanti, guardò nel corridoio, poi, pian pianino, rasente<br />

alla parete, si avvicinò all'entrata della camerata, dove si mise in ascolto, le voci lì<br />

dentro non sembravano allarmate. Rapidamente tornò indietro con<br />

l'informazione, e l'avanzata riprese. Malgrado la lentezza e il silenzio con cui<br />

l'esercito si muoveva, gli occupanti delle due camerate che precedevano il<br />

bastione dei malvagi, sapendo cosa stava per accadere, si avvicinavano alle porte<br />

per poter meglio udire il fragore imminente della battaglia, e alcuni, più nervosi,<br />

eccitati dall'odore di una polvere che ancora doveva bruciare, decisero all'ultimo<br />

momento di accompagnare il gruppo, qualcuno tornò anche indietro per armarsi,<br />

adesso non erano più diciassette, ma almeno il doppio, un rinforzo che il vecchio<br />

dalla benda nera non avrebbe di certo gradito, ma lui non lo venne a sapere che<br />

comandava due reggimenti, e non uno. Dalle poche finestre che davano sul patio<br />

interno entrava un ultimo chiarore, grigio, moribondo, che scemava rapidamente,<br />

119


ormai sul punto di scivolare nel pozzo nero e profondo della notte in arrivo. Se<br />

non per la tristezza inconsolabile suscitata dalla cecità di cui inesplicabilmente<br />

continuavano a soffrire, i ciechi, almeno questo, erano in salvo da deprimenti<br />

melanconie causate da queste o da simili alterazioni atmosferiche,<br />

comprovativamente responsabili di tanti e tanti gesti di disperazione ai tempi<br />

assai lontani di quando gli uomini avevano occhi per vedere. Quando raggiunsero<br />

la porta della camerata maledetta, era talmente buio che la moglie del medico<br />

non poté vedere che non erano più quattro, ma otto, i letti a fare da barriera, che<br />

nel frattempo si era duplicata come gli attaccanti, ma per questi ultimi con<br />

conseguenze immediate ben peggiori, come ben presto si appurerà. La voce del<br />

vecchio dalla benda nera risuonò in un grido, Adesso, era l'ordine, non gli venne<br />

in mente il classico All'assalto, oppure sì, gli venne in mente, ma forse gli sarà<br />

sembrato ridicolo trattare con tanta considerazione militare una barriera di<br />

brande infette, invase da pulci e cimici, coi materassi imputriditi dal sudore e<br />

dall'urina, le coperte ridotte a stracci, non più grigie, ma di tutti quei colori che<br />

può assumere la ripugnanza, la moglie del medico lo sapeva fin da prima, non lo<br />

poteva certo vedere adesso, se non si era neanche accorta del rinforzo alla<br />

barricata. I ciechi avanzarono come angeli circondati dalla propria aureola,<br />

cozzarono contro l'ostacolo con le sbarre sollevate, secondo le istruzioni, ma i letti<br />

non si mossero, fatto sta che le forze di questi primi uomini erano forse appena<br />

appena superiori a quelle dei deboli che li seguivano e che riuscivano a stento a<br />

reggere le lance, come chi si è portato una croce sulle spalle e adesso deve<br />

aspettare che qualcuno ve lo issi. Finito il silenzio, gridavano quelli fuori,<br />

cominciarono a gridare quelli dentro, fino a oggi probabilmente non lo avrà<br />

notato nessuno come siano assolutamente terribili le grida dei ciechi, sembra<br />

stiano gridando senza saperne il perché, avremmo voglia di dirgli di tacere e<br />

finisce che ci mettiamo a gridare anche noi, ci manca solo di essere ciechi, ma<br />

arriverà pure quel giorno. A questo punto, mentre alcuni gridavano all'attacco,<br />

mentre altri gridavano in difesa, i ciechi che stavano fuori, disperati per non<br />

essere riusciti a rimuovere i letti, abbandonarono le sbarre per terra come<br />

capitava e, tutti in una volta, o almeno quelli che riuscirono infilarsi nel vano della<br />

porta, e chi non c'entrava faceva forza sulle spalle di chi gli stava davanti, si<br />

misero a spingere, a spingere, e sembrava che ce la stessero per fare, i letti si<br />

erano già mossi un pochettino, quando all'improvviso, senza alcun avvertimento<br />

previo o alcuna minaccia, si udirono tre spari, era il cieco della contabilità che<br />

mirava basso. Due fra gli attaccanti crollarono feriti, gli altri indietreggiarono<br />

precipitosamente scontrandosi, inciampavano sulle sbarre e cadevano, come<br />

pazze le pareti del corridoio moltiplicavano le grida, e si gridava anche nelle altre<br />

camerate. Il buio era ormai quasi totale, non era possibile sapere chi fosse stato<br />

colpito dalle pallottole, certo, si poteva domandare da lontano Chi siete, ma non<br />

sembrava opportuno, i feriti bisogna trattarli con rispetto e considerazione,<br />

avvicinarsi caritatevolmente, posargli la mano sulla fronte, a meno che la<br />

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pallottola, per disgrazia, non li abbia colpiti proprio lì, poi domandargli sottovoce<br />

come si sentono, dirgli che non è niente, che stanno arrivando i barellieri, e infine<br />

dar loro un goccio d'acqua, ma solo nel caso non siano feriti al ventre, come<br />

espressamente raccomandato nel manuale di pronto soccorso. Cosa facciamo<br />

adesso, domandò la moglie del medico laggiù ce ne sono due per terra. Nessuno<br />

le domandò come facesse, lei, a saperlo che erano due, in definitiva gli spari<br />

erano stati tre, senza contare l'effetto dei rimbalzi, ammesso che ve ne siano<br />

stati. Dobbiamo andare a prenderli, disse il medico, $è un grosso rischio, osservò,<br />

prostrato, il vecchio dalla benda nera, che aveva visto come la sua tattica di<br />

assalto si fosse rivelata un disastro, se quelli si accorgono che c'è gente<br />

riprendono a sparare, fece una pausa e, sospirando, aggiunse, Ma dobbiamo<br />

andare, quanto a me io sono pronto, Vado anch'io, disse la moglie del medico, ci<br />

sarà meno pericolo se ci avvicineremo strisciando, ma bisogna assolutamente<br />

trovarli al più presto, prima che dentro abbiano il tempo di reagire, Anch'io vado,<br />

disse la donna che l'altro giorno aveva dichiarato, Dovunque andrai, verrò, fra<br />

tanti che c'erano a nessuno venne in mente di dire che era facilissimo appurare<br />

chi fossero i feriti, attenzione, feriti o morti, per il momento ancora non si sa,<br />

bastava che tutti dicessero uno dopo l'altro, Io vado, Io non vado, chi restava<br />

zitto, era lui.<br />

Si misero quindi i quattro volontari a strisciare, le due donne al centro, un<br />

uomo per lato, è capitato così, non lo hanno fatto né per cortesia maschile né per<br />

un istinto cavalleresco di protezione delle dame, la verità è che tutto dipenderà<br />

dall'angolo di tiro, se il cieco della contabilità dovesse sparare di nuovo. Insomma,<br />

potrebbe anche non succedere niente, prima di muoversi il vecchio dalla benda<br />

nera aveva avuto un'idea, magari migliore delle prime, e cioè che gli altri<br />

compagni attaccassero a parlare ad alta voce, anche a gridare, tanto più che<br />

ragioni non ne mancano, in modo da coprire l'inevitabile rumore dell'andare e<br />

venire, nonché di quanto nel frammezzo dovesse capitare, Dio sa che cosa. In<br />

pochi minuti giunsero i soccorritori a destinazione, lo seppero pur non avendo<br />

ancora toccato i corpi, il sangue su cui avanzavano trascinandosi era come un<br />

messaggero andato a dirgli, Io ero la vita, dietro a me non c'è più nulla, Mio Dio,<br />

pensò la moglie del medico, quanto sangue, ed era vero, una pozza di sangue, le<br />

mani e i vestiti si appiccicavano per terra come se il pavimento di legno e di<br />

marmo fosse coperto di vischio. La moglie del medico si sollevò sui gomiti e<br />

continuò ad avanzare, anche gli altri avevano fatto lo stesso. Allungando le<br />

braccia raggiunsero finalmente i corpi. Laggiù, indietro, i compagni continuavano<br />

a far baccano a più non posso, ora sembravano prefiche in trance. Le mani della<br />

moglie del medico e del vecchio dalla benda nera afferrarono le caviglie di uno dei<br />

caduti, a loro volta il medico e l'altra donna avevano acchiappato un braccio e una<br />

gamba del secondo, adesso si trattava di tirarli, di sottrarsi rapidamente alla linea<br />

di fuoco. Non era facile, si sarebbero dovuti sollevare un po', mettersi a quattro<br />

zampe, era l'unico modo di riuscire a impiegare efficacemente le poche forze che<br />

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ancora restavano. Partì la pallottola, ma stavolta non colpì nessuno. La paura<br />

fulminante non li fece fuggire, al contrario, diede loro la dose di energia<br />

mancante. Un istante dopo erano tutti in salvo, si erano avvicinati il più possibile<br />

alla parete su cui c'era la porta della camerata, solo uno sparo molto angolato<br />

avrebbe avuto qualche possibilità di colpirli, ma era alquanto discutibile che il<br />

cieco della contabilità fosse esperto in balistiche, sia pure in queste elementari.<br />

Tentarono di alzare i corpi, ma rinunciarono. Non potevano far altro che<br />

trascinarli, e insieme ai corpi trascinare, ormai quasi secco, come nella scia di una<br />

spatola, il sangue versato, e l'altro, ancora fresco, che continuava a sgorgare dalle<br />

ferite. Chi sono, domandarono quelli che stavano aspettando, Come si fa a<br />

saperlo, se non vediamo, disse il vecchio dalla benda nera, Non possiamo restare<br />

qui, disse qualcuno, se decidono di fare una sortita avremo ben più di due feriti,<br />

disse qualcun altro, O di morti, disse il medico, a questi, almeno, il polso non lo<br />

sento più. Trasportarono i corpi lungo il corridoio come un esercito in ritirata,<br />

giunti nell'atrio fecero una sosta, e a questo punto si direbbe che avessero deciso<br />

di accamparsi, ma la verità dei fatti è un'altra, in realtà erano completamente<br />

svuotati di ogni forza, io resto qui, non ce la faccio più. A questo punto, bisogna<br />

riconoscere che potrebbe sembrare sorprendente che i ciechi malvagi, prima così<br />

prepotenti e aggressivi, così facilmente e con tanto piacere brutali, adesso si<br />

limitino a difendersi, alzando barricate e sparando a man salva, quasi avessero<br />

paura di combattere in campo aperto, faccia a faccia, occhi negli occhi. Come<br />

tutte le cose nella vita, anche questa ha la sua spiegazione, e cioè che nella<br />

camerata, dopo la tragica morte del primo capo, si erano allentati lo spirito di<br />

disciplina e il senso dell'obbedienza, il grave errore del cieco della contabilità è<br />

l'aver pensato che bastasse impossessarsi della pistola per avere in tasca anche il<br />

potere, ebbene, il risultato è stato esattamente il contrario, ogni volta che fa<br />

fuoco il colpo gli esce dalla culatta, in altre parole, ogni pallottola sparata è una<br />

frazione di autorità che perde, stiamo a vedere cosa accadrà quando le munizioni<br />

gli finiranno tutte. Così come l'abito non fa il monaco, anche lo scettro non fa il re,<br />

è una verità che è meglio non dimenticare. E se è vero che, adesso, lo scettro<br />

reale lo impugna il cieco della contabilità, verrebbe voglia di dire che il re,<br />

malgrado sia morto e sotterrato proprio lì, in camerata, e pure male, tre palmi<br />

appena sottoterra, è tuttora ricordato, se non altro se ne nota la fortissima<br />

presenza dall'odore. Intanto era sorta la luna. Dalla porta dell'atrio che dà nel<br />

recinto esterno entra un diffuso chiarore che aumenta a poco a poco, i corpi per<br />

terra, due sono morti, gli altri ancora vivi, vanno lentamente acquistando volume,<br />

contorno, tratti, lineamenti, tutto il peso di un orrore senza nome, e allora la<br />

moglie del medico comprese che non aveva più senso, se mai lo aveva avuto,<br />

continuare in quella finzione di essere cieca, ormai è chiaro, nessuno potrà<br />

salvarsi, la cecità è anche questo, vivere in un mondo dove non ci sia più<br />

speranza. Poteva dunque dire chi erano i morti, questo è il commesso di farmacia,<br />

questo è l'uomo che aveva detto che i ciechi avrebbero attaccato in massa, in un<br />

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certo senso avevano avuto ragione entrambi, e non domandatemi come faccio a<br />

sapere chi sono, la risposta è semplice, Io ci vedo. Alcuni già lo sapevano e<br />

avevano taciuto, altri ne avevano qualche sospetto da tempo e adesso lo<br />

vedevano confermato, inatteso fu lo sbigottimento dei restanti, eppure, a<br />

pensarci meglio, non dovremmo trovarlo strano, in un altro momento la<br />

rivelazione sarebbe stata causa di eccitazione, di un'irrefrenabile commozione,<br />

quanto sei fortunata, come sei riuscita a sfuggire alla sciagura universale, come si<br />

chiamano le gocce che ti metti negli occhi, dammi l'indirizzo del tuo medico,<br />

aiutami a uscire da questa prigione, ma in questo momento non faceva alcuna<br />

differenza, nella morte la cecità è uguale per tutti. Lì, però, non potevano proprio<br />

restare, senza alcun tipo di difesa, persino le sbarre dei letti avevano ormai<br />

perduto, i pugni non sarebbero serviti a niente. Orientati dalla moglie del medico,<br />

trascinarono i cadaveri sul pianerottolo esterno e li lasciarono lì sotto la luna,<br />

esposti al candore lattiginoso dell'astro, bianchi fuori, dentro finalmente neri.<br />

Torniamo nelle camerate, disse il vecchio dalla benda nera, vedremo in seguito<br />

cosa si potrà organizzare. Così disse, e furono parole folli cui nessuno fece caso.<br />

Non si divisero subito nei gruppi originari, ma si ritrovarono e riconobbero via<br />

facendo, alcuni verso l'ala destra, altri verso l'ala sinistra, fin qui sono venute<br />

insieme la moglie del medico e quella che aveva detto, Dovunque andrai, verrò,<br />

ma adesso non la pensava più così, anzi, al contrario, ma non volle parlarne, non<br />

sempre i giuramenti si rispettano, talvolta per debolezza, talaltra per una forza<br />

superiore di cui non avevamo tenuto conto.<br />

Passò un'ora, sorse la luna, la fame e il timore tengono lontano il sonno,<br />

nelle camerate non dorme nessuno. Ma non sono questi gli unici motivi. O per<br />

l'eccitazione della recente battaglia, ancorché disastrosamente perduta, o per<br />

qualcosa di indefinibile che si senta nell'aria, i ciechi sono inquieti. Nessuno si<br />

azzarda a uscire nei corridoi, ma l'interno di ogni camerata è come un alveare<br />

popolato solo di calabroni, insetti che ronzano, com'è noto, poco propensi<br />

all'ordine e al metodo, non si ha notizia che si siano mai dati da fare o si siano<br />

preoccupati, sia pur un minimo, del futuro, anche se nel caso dei ciechi,<br />

poveracci, sarebbe ingiusto accusarli di essere dei profittatori o dei beoni, e<br />

profittatori di quali briciole, e beoni di quali bevande, bisogna fare attenzione con<br />

i paragoni, che poi non siano un po' sventati. Non c'è regola, però, che non abbia<br />

la sua eccezione, e qui non manca, nella persona di una donna che, appena<br />

entrata in camerata, la seconda dell'ala destra, si mise a frugare tra i suoi stracci<br />

finché trovò un piccolo oggetto che strinse nel palmo della mano, quasi volesse<br />

nasconderlo alla vista degli altri, si fa fatica a dimenticare le vecchie abitudini,<br />

anche quando arriva un momento in cui credevamo di averle ormai del tutto<br />

perdute. Qui, dove avrebbe dovuto essere uno per tutti e tutti per uno, abbiamo<br />

potuto vedere quanto crudelmente i forti abbiano tolto il pane di bocca ai deboli,<br />

e adesso questa donna, ricordandosi di aver portato un accendino nella borsetta,<br />

se in tutta quella baraonda non l'aveva perduto, lo ha cercato ansiosamente e<br />

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gelosamente lo sta nascondendo, come se condizionasse addirittura la sua<br />

sopravvivenza, mica pensa che uno dei compagni di sventura potrebbe avere<br />

un'ultima sigaretta e che non se la può fumare perché gli manca la necessaria<br />

fiammella. Neanche farebbe più in tempo a chiederla. La donna è uscita senza<br />

dire una parola, né addio, né ciao, procede nel corridoio deserto, passa<br />

vicinissimo alla porta della prima camerata, dove nessuno si è reso conto del suo<br />

passaggio, attraversa l'atrio, la luna calante ha tracciato e dipinto un recipiente di<br />

latte sui lastroni del pavimento, ecco la donna nell'altra ala, di nuovo un corridoio,<br />

la sua meta è giù in fondo, in linea retta, non si può sbagliare. Inoltre avverte il<br />

richiamo di alcune voci, un richiamo per modo di dire, figurato, ciò che le giunge<br />

all'orecchio è la baldoria dei malvagi nell'ultima camerata, stanno festeggiando la<br />

vincita della battaglia mangiando e bevendo a quattro palmenti, passi<br />

l'esagerazione intenzionale, non dimentichiamo come tutto nella vita sia relativo,<br />

mangiano e bevono semplicemente quello che c'è, e beati loro, piacerebbe anche<br />

agli altri metterci bocca, ma non possono, fra loro e il piatto c'è di mezzo una<br />

barricata di otto letti e una pistola carica. La donna è in ginocchio davanti<br />

all'ingresso della camerata, vicino ai letti, tira lentamente le coperte verso<br />

l'esterno, poi si alza, fa lo stesso con quella di sopra, poi con la terza, alla quarta<br />

non ci arriva col braccio, non importa, le micce sono pronte, non rimane che<br />

appiccar loro fuoco. Rammenta ancora come dovrà regolare l'accendino per<br />

allungare la fiamma, eccola, un piccolo pugnale di fuoco, vibrante come la punta<br />

di un paio di forbici. Comincia dal letto di sopra, la fiamma lambisce<br />

faticosamente la sporcizia dei tessuti, finalmente prende, ora il letto di mezzo, ora<br />

il letto di sotto, la donna ha sentito l'odore dei propri capelli un po' bruciacchiati,<br />

deve fare attenzione, è lei ad appiccar fuoco alla pira, non deve mica morirci,<br />

sente le grida dei malvagi all'interno, e in quel momento ha pensato, E se<br />

avessero dell'acqua, se riuscissero a spegnerlo, disperata si è infilata sotto il primo<br />

letto, passando l'accendino lungo il materasso, qua e là, e all'improvviso le<br />

fiamme si sono moltiplicate, trasformate in un'unica cortina ardente, un getto<br />

d'acqua le ha attraversate e le è caduto addosso, ma inutilmente, ormai era il suo<br />

stesso corpo che stava alimentando il rogo. Cosa starà succedendo dentro, non ci<br />

si può arrischiare a entrare, ma l'immaginazione a qualcosa dovrà pur servirci, il<br />

fuoco sta saltellando velocemente da un letto all'altro, vuole sdraiarsi su tutti<br />

contemporaneamente, e ci riesce, i malvagi hanno sprecato senza criterio né<br />

profitto la poca acqua rimastagli, ora tentano di raggiungere le finestre, in<br />

precario equilibrio si arrampicano sulle testiere dei letti dove il fuoco non è<br />

ancora arrivato, ma all'improvviso ecco il fuoco, scivolano, cadono giù, ed ecco di<br />

nuovo il fuoco, per il calore ardente i vetri cominciano a scoppiare, a infrangersi,<br />

l'aria fresca entra sibilando e attizza l'incendio, ah, sì, non vi dimenticate, le grida<br />

di rabbia e di paura, le urla di dolore e di agonia, ecco, se n'è accennato, da<br />

notare, in tutti i casi, che saranno sempre di meno, la donna dell'accendino, per<br />

esempio, è zitta da un bel pezzo.<br />

124


A questo punto gli altri ciechi stanno già scappando terrorizzati nei corridoi<br />

pieni di fumo, Al fuoco, al fuoco, gridano, e qui si può osservare in vivo come<br />

siano state mal pensate e organizzate queste strutture umane di ricovero,<br />

ospedale e manicomio, si noti come ogni branda, di per sé, con la sua armatura di<br />

sbarre appuntite, può trasformarsi in una trappola mortale, vedete le terribili<br />

conseguenze del fatto che, in camerate che contengono quaranta persone, oltre<br />

quelle che dormono per terra, ci sia una sola porta, se il fuoco ci arriva per primo<br />

e ne ostruisce l'uscita, non ne scampa nessuno. Per fortuna, come la storia umana<br />

ha dimostrato, non di rado da una cosa negativa ne deriva una positiva, si parla<br />

un po' meno delle cose negative derivanti da quelle positive, così vanno le<br />

contraddizioni del nostro mondo, alcune meritano più considerazione di altre, in<br />

questo caso la cosa positiva è proprio il fatto che le camerate avessero un'unica<br />

porta, circostanza grazie alla quale il fuoco che ha bruciato i malvagi è rimasto<br />

infatti circoscritto per lungo tempo, se la confusione non aumenterà, forse non<br />

dovremo lamentare la perdita di altre vite. Ovviamente, molti di questi ciechi<br />

vengono calpestati, spinti, schiacciati, è l'effetto del panico, un effetto naturale si<br />

può dire, del resto la natura animale è così, anche quella vegetale si<br />

comporterebbe nella stessa maniera se non avesse tutte quelle radici che la<br />

trattengono al suolo, e poi, sarebbe bello poter vedere gli alberi del bosco<br />

scappare davanti all'incendio. Il rifugio della parte interna del recinto è stato ben<br />

utilizzato da quei ciechi a cui è venuto in mente di aprire le finestre esistenti nei<br />

corridoi e che si affacciavano proprio lì. Saltando hanno inciampato, sono caduti,<br />

piangono e gridano, ma per ora sono in salvo, e speriamo che il fuoco, quando<br />

farà crollare il tetto e scaglierà in aria e nel vento un vulcano di fiamme e tizzoni<br />

ardenti, non si ricordi di propagarsi alle cime degli alberi. Nell'altra ala la paura è<br />

tale e quale, basta che un cieco fiuti un po' di fumo e subito s'immagina di avere il<br />

fuoco proprio accanto, il che magari non è vero, in poco tempo il corridoio si è<br />

intasato di gente, se qualcuno non mette un po' d'ordine, sarà una tragedia. A un<br />

certo momento qualcuno si rammenta che la moglie del medico ha ancora un<br />

paio d'occhi che vedono, dov'è, si domanda, ce lo dica lei cosa sta succedendo,<br />

dove dobbiamo andare, dov'è, sono qui, solo adesso sono riuscita a uscire dalla<br />

camerata, per via del ragazzino strabico che non si sapeva dove si fosse cacciato,<br />

adesso finalmente è qui, lo tengo ben stretto per mano, dovrebbero strapparmi il<br />

braccio per farmelo mollare, con l'altra mano stringo la mano di mio marito, e poi<br />

c'è la ragazza dagli occhiali scuri, e poi il vecchio dalla benda nera, dove c'è uno<br />

c'è l'altro, e poi il primo cieco, e poi sua moglie, tutti insieme, stretti stretti come<br />

una pigna che, lo spero bene, neanche questo calore dovrebbe aprire. Nel<br />

frattempo, un gruppo di questi ciechi aveva seguito l'esempio di quelli dell'altra<br />

ala, saltando nel recinto esterno, non possono vedere che la maggior parte<br />

dell'edificio dall'altro lato è già in fiamme, ma sentono sul viso e sulle mani l'alito<br />

ardente che proviene da quella parte, per il momento il tetto regge ancora, le<br />

foglie degli alberi si stanno increspando lentamente. Allora qualcuno gridò, Cosa<br />

125


stiamo a fare qui, perché non usciamo, e la risposta, proveniente da questo mare<br />

di teste, richiese solo quattro parole, Ci sono i soldati, ma il vecchio dalla benda<br />

nera disse, Meglio morire sparati che bruciati, sembrava la voce dell'esperienza,<br />

perciò potrebbe non essere stato proprio lui a parlare, potrebbe, per bocca sua,<br />

aver parlato la donna dell'accendino, che non ha avuto la fortuna di esser beccata<br />

da un'ultima pallottola sparata dal cieco della contabilità. Disse allora la moglie<br />

del medico, Lasciatemi passare, vado a parlare con i soldati, non possono lasciarci<br />

morire così, anche i soldati hanno dei sentimenti. Grazie alla speranza che i<br />

soldati avessero di fatto dei sentimenti, riuscì ad aprirsi tra la folla uno stretto<br />

canale, attraverso cui avanzò con difficoltà portandosi dietro i suoi. Il fumo le<br />

annebbiava la vista, ben presto si sarebbe ritrovata cieca quanto gli altri. Nell'atrio<br />

si riusciva a penetrare a stento. Le porte che davano nel recinto erano state<br />

abbattute, i ciechi che si erano rifugiati lì si resero conto rapidamente che non era<br />

un posto sicuro, volevano uscire, spingevano, ma gli altri resistevano, puntavano i<br />

piedi come potevano, in tutti loro, per il momento, prevaleva ancora la paura di<br />

comparire alla vista dei soldati, ma quando le forze avessero ceduto, quando il<br />

fuoco si fosse avvicinato, aveva ragione il vecchio dalla benda nera, tanto sarebbe<br />

valso morire sparati. Non fu necessario aspettare tanto, la moglie del medico era<br />

riuscita finalmente a uscire sul pianerottolo, era praticamente mezza nuda,<br />

perché, avendo tutte e due le mani occupate, non si era potuta difendere da<br />

quanti volevano unirsi al gruppetto che avanzava, nel tentativo di prendere per<br />

così dire il treno in corsa, i soldati avrebbero sicuramente strabuzzato gli occhi<br />

quando fosse comparsa davanti a loro con i seni mezzi scoperti. Non era più la<br />

luna a illuminare l'ampio vuoto che arrivava al portone, ma il chiarore violento<br />

dell'incendio. La moglie del medico gridò, Vi prego, per il vostro bene, lasciateci<br />

uscire, non sparate. Nessuno rispose. Il proiettore era sempre spento, non si<br />

muoveva nessuna figura. Ancora impaurita, la moglie del medico scese due<br />

gradini, Cosa c'è, domandò il marito, ma lei non rispose, non poteva crederci.<br />

Scese gli altri gradini, s'incamminò verso il portone, sempre tirandosi dietro il<br />

ragazzino strabico, il marito e tutta la compagnia, non c'erano più dubbi, i soldati<br />

se n'erano andati, o li avevano portati via, anch'essi ciechi, tutti ciechi, infine.<br />

Allora, per semplificare, accade tutto contemporaneamente, la moglie del<br />

medico proclama che erano liberi, il tetto dell'ala sinistra crolla con uno<br />

spaventoso fragore, sprizzando fiamme da tutte le parti, i ciechi si precipitano<br />

gridando nel recinto, alcuni non ce la fanno, restano dentro, schiacciati contro le<br />

pareti, altri vengono calpestati fino a trasformarsi in una massa informe e<br />

sanguinolenta, il fuoco che dilaga all'improvviso tramuterà tutto in cenere. Il<br />

portone è spalancato, i pazzi escono.<br />

A un cieco gli si dice, Sei libero, gli si apre la porta che lo separava dal<br />

mondo, Vai, sei libero, gli ripetiamo, ma lui non va, se ne sta fermo lì in mezzo alla<br />

strada, lui e gli altri, sono spaventati, non sanno dove andare, è che non c'è<br />

126


paragone tra il vivere in un labirinto razionale, come lo è per definizione un<br />

manicomio, e l'avventurarsi, senza la guida di una mano né il guinzaglio di un<br />

cane, nel labirinto demenziale della città, dove la memoria non servirà a niente,<br />

poiché riuscirà solo a mostrare l'immagine dei luoghi e non le vie per arrivarci.<br />

Immobili davanti all'edificio che ormai brucia da un capo all'altro, i ciechi sentono<br />

sul viso le ondate di calore dell'incendio, le accolgono come qualcosa che in<br />

qualche modo li ripara, proprio come facevano prima le pareti, prigione e,<br />

insieme, sicurezza. Stanno lì tutti uniti, stretti fra loro, come un gregge, nessuno<br />

vuol essere la pecora smarrita perché fin d'ora sanno che nessun pastore li andrà<br />

a cercare. Il fuoco scema a poco a poco, è di nuovo la luna a illuminare, i ciechi<br />

cominciano a tranquillizzarsi, non possono restare lì, Eternamente, disse uno.<br />

Qualcuno domandò se fosse giorno o notte, e la ragione di questa incongruente<br />

curiosità si seppe subito, Chissà se ci verranno a portare il cibo, può esserci stato<br />

un disguido, un ritardo, è già capitato, Ma i soldati non ci sono, Questo non vuol<br />

dire niente, possono essere andati via perché non erano più necessari, Non<br />

capisco, Per esempio perché non c'è più contagio, O perché si è scoperto il<br />

rimedio alla nostra malattia, Sarebbe bello, davvero, Cosa facciamo, Io rimango<br />

qui fin quando sarà giorno, E come farai a sapere che è giorno, Dal sole, dal calore<br />

del sole, Se il cielo non sarà coperto, Tante ore dovranno passare che prima o poi<br />

sarà giorno. Esausti, molti ciechi si erano seduti per terra, altri, ancora più<br />

debilitati, si lasciarono semplicemente cadere, alcuni erano svenuti,<br />

probabilmente il fresco della notte li farà tornare in sé, ma stiamo pur certi che,<br />

nel momento in cui si leveranno le tende, alcuni di questi poveracci da qui non si<br />

leveranno proprio, ce l'hanno fatta fin qui, sono come quel maratoneta che è<br />

crollato a tre metri dal traguardo, in fin dei conti è chiaro, tutte le vite si<br />

concludono anzitempo. Si sono seduti, o sdraiati, anche quei ciechi che aspettano<br />

ancora che i soldati, o chi per essi, la croce rossa è un'ipotesi, gli portino il cibo e<br />

gli altri conforti necessari alla vita, la delusione, per costoro, giungerà un po' più<br />

tardi, è l'unica differenza. E se qualcuno ha creduto sia stata scoperta la cura della<br />

nostra cecità, non per questo sembra più contento.<br />

Per altri motivi pensò la moglie del medico, e lo disse ai suoi, che sarebbe<br />

stato meglio aspettare che passasse la notte, La cosa più urgente, adesso, è<br />

trovare del cibo, e al buio non sarebbe facile, Hai qualche idea di dove siamo,<br />

domandò il marito, Più o meno, Lontano da casa, Un bel po'. Anche gli altri vollero<br />

sapere a che distanza potevano essere dalle proprie case, dissero i loro indirizzi, e<br />

la moglie del medico si mise a spiegarglielo all'incirca, solo il ragazzino strabico<br />

non riuscì a ricordarsene, non c'è da stupirsi, ha smesso da un pezzo di chiedere<br />

della mamma. Andando di casa in casa, dalla più vicina alla più lontana, la prima<br />

sarà quella della ragazza dagli occhiali scuri, la seconda quella del vecchio dalla<br />

benda nera, poi quella della moglie del medico, e infine quella del primo cieco.<br />

Seguiranno senza dubbio questo itinerario giacché la ragazza dagli occhiali scuri<br />

ha già chiesto di essere accompagnata, quando sarà possibile, a casa sua, Non so<br />

127


come staranno i miei genitori, disse, questa sincera preoccupazione dimostra<br />

come in definitiva siano infondati i preconcetti di coloro i quali negano la<br />

possibilità dell'esistenza di sentimenti forti, ivi compreso il sentimento filiale, nei<br />

casi, purtroppo numerosi, di condotte irregolari, soprattutto sul piano della<br />

morale pubblica. La notte ha rinfrescato, all'incendio non resta più granché da<br />

bruciare, il calore che si diffonde ancora dalle braci non basta a riscaldare i ciechi<br />

intirizziti che si trovano più lontani dall'ingresso, come nel caso della moglie del<br />

medico e del suo gruppo. Sono seduti vicini vicini, le tre donne e il ragazzo in<br />

mezzo, i tre uomini intorno, se qualcuno li vedesse direbbe che sono già nati così,<br />

e per la verità sembrano un corpo solo, con un solo respiro e un'unica fame. Uno<br />

dopo l'altro si addormentarono, un sonno leggero da cui dovettero destarsi più<br />

volte perché c'erano ciechi che, uscendo dal proprio torpore, si alzavano e<br />

venivano a inciampare come sonnambuli in questo accidente umano, e ce ne fu<br />

pure uno che rimase, tanto valeva dormire lì come altrove. Quando sorse il<br />

giorno, solo alcune tenui colonne di fumo s'innalzavano dalle macerie, ma<br />

neanche quelle durarono molto, perché di lì a poco cominciò a piovere, una<br />

pioggerellina sottile, un semplice pulviscolo, certo, ma stavolta persistente,<br />

all'inizio non riusciva neanche a posarsi sul terreno infuocato, si trasformava<br />

immediatamente in vapore, ma poi, con il passar del tempo, si sa, goccia a goccia<br />

sui carboni ardenti tanto fa che poi si spegne, la rima ce la metta qualcun altro.<br />

Alcuni di questi ciechi non lo sono soltanto degli occhi, lo sono anche<br />

dell'intelletto, altrimenti non si spiegherebbe il ragionamento tortuoso per cui ne<br />

conclusero che l'agognato cibo, visto che stava piovendo, non sarebbe arrivato.<br />

Non ci fu modo di convincerli che era sbagliata la premessa e che, dunque,<br />

sbagliata doveva essere anche la conclusione, non servì a niente dirgli che non era<br />

ancora l'ora di colazione, disperati si buttarono per terra piangendo, Non arriverà,<br />

sta piovendo, non arriverà, ripetevano, se in quella penosa rovina ci fossero state<br />

ancora condizioni minime di abitabilità, sarebbe tornato a essere il manicomio<br />

che era prima.<br />

Il cieco che nella notte era rimasto lì dopo aver inciampato non poté più<br />

alzarsi. Avvoltolato su se stesso, come a voler proteggere l'estremo calore del<br />

ventre, non si mosse malgrado la pioggia diventasse sempre più fitta. $è morto,<br />

disse la moglie del medico, e quanto a noi è meglio se ce ne andiamo fino a che<br />

abbiamo ancora un po' di forza. Si alzarono a fatica, zoppicando, con le vertigini,<br />

aggrappandosi gli uni agli altri, poi si disposero in fila, in testa quella dagli occhi<br />

che vedono, seguita da quelli che pur avendo occhi non vedono, la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, il vecchio dalla benda nera, il ragazzino strabico, la moglie del primo<br />

cieco, il di lei marito, e il medico per ultimo. La strada che hanno preso conduce al<br />

centro della città, ma non è questa l'intenzione della moglie del medico, lei vuole<br />

piuttosto trovare al più presto un posto dove poter lasciare al riparo tutto il<br />

gruppo che le viene appresso e andare da sola in cerca di cibo. Le strade sono<br />

deserte,<br />

128


o perché è ancora presto o per via della pioggia, che cade sempre più fitta.<br />

C'è spazzatura dappertutto, alcuni negozi hanno le porte aperte, ma per la<br />

maggior parte sono chiusi, dentro non sembra esserci gente, e neanche luce. La<br />

moglie del medico pensò che sarebbe stata una buona idea lasciare i compagni in<br />

uno di questi negozi, facendo molta attenzione alla strada e al numero, non fosse<br />

mai che se li perdesse tornando. Si fermò, disse alla ragazza dagli occhiali scuri,<br />

Aspettatemi qui, non vi muovete, andò a sbirciare dietro la vetrata di una<br />

farmacia, le parve di vedervi dentro delle figure sdraiate, bussò sul vetro, una<br />

delle ombre si mosse, lei tornò a bussare, altre figure si spostarono lentamente,<br />

ce ne fu una che si alzò voltando la faccia in direzione del rumore, Sono tutti<br />

ciechi, pensò la moglie del medico, ma non capì perché mai si trovassero lì<br />

dentro, forse era la famiglia del farmacista, ma, in tal caso, perché non se ne<br />

stavano a casa propria, con qualcosa di più comodo di quel duro pavimento, a<br />

meno che non presidiassero il locale, ma contro chi, e tanto più trattandosi di<br />

merci del genere, che tanto possono salvare come ammazzare. Se ne allontanò,<br />

poco più avanti guardò nell'interno di un altro negozio, vide altre persone<br />

coricate, donne, uomini, bambini, alcune sembrava si stessero preparando per<br />

uscire, una si avvicinò alla porta, tese il braccio fuori e disse, Sta piovendo, Forte,<br />

fu la domanda dall'interno, Sì, dobbiamo aspettare per vedere se smette, l'uomo,<br />

era un uomo, stava lì a due passi dalla moglie del medico, non si era accorto della<br />

sua presenza, perciò sussultò quando sentì dire, Buongiorno, si era ormai perduta<br />

l'abitudine di rivolgersi il buongiorno, non solo perché giorno di ciechi, a rigor di<br />

termini, non potrebbe mai essere buono, ma anche perché nessuno avrebbe<br />

potuto essere del tutto sicuro che il giorno non fosse pomeriggio o sera, e se<br />

adesso, apparentemente in contraddizione con quanto si è appena spiegato,<br />

queste persone si stanno svegliando più o meno contemporaneamente al<br />

mattino, è perché alcune sono diventate cieche solo pochi giorni fa e non hanno<br />

ancora perduto del tutto il senso della successione dei giorni e delle notti, del<br />

sonno e della veglia. L'uomo disse, Sta piovendo, e poi, Chi è lei, Non sono di qui,<br />

Va in cerca di cibo, Sì, sono quattro giorni che non mangiamo, E come sa che sono<br />

quattro giorni, Calcolo, $è sola, Sono con mio marito e alcuni compagni, Quanti<br />

siete, In tutto sette, Se state pensando di restare qui con noi, toglietevelo di<br />

mente, siamo già molti, Siamo solo di passaggio, Da dove venite, Siamo stati<br />

internati fin dall'inizio della cecità, Ah sì, la quarantena, non è servita a niente,<br />

Perché dice questo, Vi hanno fatto uscire, C'è stato un incendio, e allora abbiamo<br />

capito che i soldati di sorveglianza erano scomparsi, E siete usciti, Sì, I vostri<br />

soldati devono essere stati tra gli ultimi a diventare ciechi, siamo tutti ciechi,<br />

Tutti, tutta la città, il paese, Se qualcuno ci vede ancora, non lo dice, se ne sta<br />

zitto, Perché non vive a casa sua, Perché non so dove sia, Non lo sa, E lei, sa forse<br />

dov'è la sua, Io, la moglie del medico stava per rispondere che ci si stava appunto<br />

dirigendo con il marito e i compagni, solo il tempo di mangiare qualcosa per<br />

recuperare le forze, ma in quell'istante vide con la massima chiarezza la<br />

129


situazione, insomma, se uno che era cieco fosse uscito da casa, solo per miracolo<br />

sarebbe riuscito a ritrovarla, non era più come un tempo, quando i ciechi<br />

potevano sempre contare sull'aiuto di un passante, o per attraversare una strada<br />

o per riprendere quella giusta nel caso avessero deviato inavvertitamente dal<br />

solito percorso, So soltanto che è lontana da qui, disse, Ma non è capace di<br />

arrivarci, No, Per l'appunto, lo stesso capita a me, lo stesso capita a tutti, voi che<br />

siete stati in quarantena avete molto da imparare, non sapete come sia facile<br />

restare senza casa, Non capisco, Vagando in gruppo come noi, come quasi tutti,<br />

quando dobbiamo procurarci da mangiare siamo costretti ad andare insieme, è<br />

l'unica maniera di non perderci a vicenda, e siccome andiamo tutti e non rimane<br />

nessuno a guardia della casa, la cosa più sicura, supponendo di essere poi riusciti<br />

per caso a trovarla, è che sia già occupata da un altro gruppo il quale, a sua volta,<br />

non ha potuto trovare la propria casa, siamo una specie di noria che gira, all'inizio<br />

c'è stata un po' di lotta, ma ben presto ci siamo resi conto che noi, i ciechi, per<br />

così dire non abbiamo praticamente nulla che potremmo definire nostro, se non<br />

quello che ci portiamo addosso, La soluzione starebbe nel vivere in un negozio di<br />

alimentari, almeno fintanto che durassero non sarebbe necessario uscire, Se<br />

qualcuno lo facesse, il minimo che gli potrebbe capitare sarebbe di non avere più<br />

un minuto di tranquillità, dico il minimo, perché ho sentito dire di alcuni che ci<br />

hanno provato, si sono chiusi dentro, hanno sprangato le porte, soltanto che non<br />

sono riusciti a far sparire l'odore del cibo, fuori si è radunata gente che voleva<br />

mangiare, e siccome la gente dentro non apriva, hanno appiccato fuoco al<br />

negozio, una mano santa, io non l'ho visto, me l'hanno raccontato, in ogni modo<br />

una mano santa, che io sappia non si è azzardato più nessuno, E non si vive nelle<br />

case, negli appartamenti, Sì, eccome, ma tanto è uguale, per casa mia deve essere<br />

già passata un mucchio di gente, non so se un giorno riuscirò per caso a ritrovarla,<br />

e inoltre, in questa situazione, è molto più pratico dormire nei negozi a<br />

pianterreno, nei magazzini, evitiamo di continuare a salire e scendere scale, Non<br />

piove più, disse la moglie del medico, Non piove più, ripeté l'uomo rivolto dentro.<br />

A queste parole, si alzarono tutti quelli che erano ancora coricati, raccolsero i loro<br />

averi, zaini, valigette, sacchetti di stoffa e di plastica, come se partissero per una<br />

spedizione, ed era vero, andavano a caccia di cibo, a uno a uno uscirono dal<br />

negozio, la moglie del medico notò che erano ben coperti, certo, i colori dei vestiti<br />

non erano abbinati, e poi i pantaloni, o erano talmente corti da lasciare scoperti<br />

gli stinchi, o talmente lunghi da dover essere rimboccati all'orlo, ma il freddo non<br />

passava di certo, alcuni uomini avevano un impermeabile o un cappotto, due<br />

donne portavano dei giacconi di pelle, ma ombrelli non se ne vedevano,<br />

probabilmente per il fastidio che danno, con quelle stecche pericolose per gli<br />

occhi. Il gruppo, una quindicina di persone, si allontanò. Lungo la strada<br />

spuntavano altri gruppi, qua e là qualche persona da sola, accostati ai muri<br />

c'erano uomini che alleggerivano la vescica dal bisogno mattutino, le donne<br />

130


preferivano il riparo delle automobili abbandonate. Rammolliti dalla pioggia, gli<br />

escrementi, qua e là, avevano invaso tutta strada.<br />

La moglie del medico tornò indietro dai suoi, riparatisi istintivamente sotto<br />

la tettoia di una pasticceria da cui usciva un odore di creme acide e marciumi vari,<br />

Andiamo, disse, ho trovato un rifugio, e li condusse nel negozio da cui gli altri se<br />

n'erano andati. Il contenuto del locale era intatto, la merce non era né da<br />

mangiare né da vestire, c'erano frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, cucine e forni a<br />

microonde, sbattitori, spremiagrumi, aspirapolveri, frullatori, le mille e una<br />

invenzioni elettrodomestiche destinate a rendere più facile la vita. L'atmosfera<br />

era impregnata di cattivi odori, rendendo assurdo l'invariabile biancore degli<br />

oggetti. Riposatevi qui, disse la moglie del medico, io vado a cercare un po' di<br />

cibo, non so dove lo troverò, vicino, lontano, non lo so, voi aspettate con<br />

pazienza, ci sono tanti gruppi fuori, se qualcuno vuole entrare dite che il posto è<br />

occupato, basterà perché se ne vadano via, si usa così, Vengo con te, disse il<br />

marito, No, è meglio che vada da sola, dobbiamo scoprire come si vive adesso, a<br />

quanto ho sentito dire devono essere diventati tutti ciechi, Allora, disse il vecchio<br />

dalla benda nera, è come se fossimo ancora nel manicomio, Non c'è paragone,<br />

possiamo muoverci come ci pare, e quanto al mangiare si troverà una soluzione,<br />

non moriremo certo di fame, devo trovare anche dei vestiti, siamo ridotti a<br />

brandelli, la più bisognosa era proprio lei, poco meno che nuda dalla cintola in su.<br />

Baciò il marito, avvertendo in quel momento come una fitta al cuore, Per favore,<br />

qualsiasi cosa accada, anche se qualcuno vuole entrare, non lasciate questo<br />

posto, e se vi mettessero fuori, benché non creda possa accadere, ma è solo per<br />

prevedere tutte le ipotesi, restatevene qui vicino alla porta, insieme, finché non<br />

arrivo. Li guardò con gli occhi pieni di lacrime, erano tutti lì, dipendevano da lei<br />

come i piccini dipendono dalla mamma, Se gli manco io, pensò, non le sovvenne<br />

che là fuori erano tutti ciechi, e comunque vivevano, avrebbe dovuto diventare<br />

cieca anche lei per capire come ci si abitua a tutto, soprattutto se non si è più un<br />

essere umano, ma anche se non si è giunti a tal punto, quel ragazzino lì, per<br />

esempio, lo strabico, che neanche della mamma chiede più. Uscì, guardò e<br />

memorizzò il numero civico, il nome del negozio, adesso doveva vedere come si<br />

chiamava la strada, a quell'angolo, non sapeva fin dove l'avrebbe portata la<br />

ricerca del cibo, e che cibo, poteva essere tre porte più avanti o trecento, non<br />

poteva perdersi, non ci sarebbe stato nessuno a cui chiedere informazioni, quelli<br />

che prima ci vedevano adesso erano ciechi, e lei, che poteva vedere, non avrebbe<br />

saputo dove si trovava. Era spuntato il sole, brillava nelle pozze d'acqua fra la<br />

spazzatura, si vedeva meglio l'erba che cresceva fra le pietre della strada. C'era<br />

più gente fuori. Come si orienteranno, si domandò la moglie del medico. Non si<br />

orientavano, camminavano rasente ai palazzi, con le braccia tese in avanti,<br />

continuavano a urtarsi fra loro, come le formiche in fila, ma quando capitava non<br />

si udivano proteste, non c'era neanche bisogno di parlare, una delle famiglie si<br />

staccava dalla parete, avanzava lungo quella che procedeva in senso contrario, e<br />

131


così via fino al prossimo incontro. Di tanto in tanto si fermavano, fiutavano<br />

all'ingresso dei negozi, se c'era odore di cibo, di qualunque tipo, poi<br />

proseguivano, svoltavano dietro un angolo, scomparivano alla vista, e poco dopo<br />

spuntava un altro gruppo, non avevano l'aria di aver trovato ciò che cercavano. La<br />

moglie del medico poteva muoversi più rapidamente, non perdeva tempo a<br />

entrare nei negozi per scoprire se fossero di alimentari, ma ben presto le fu chiaro<br />

che non sarebbe stato facile rifornirsi in abbondanza, le poche drogherie che<br />

incontrò sembravano essere state divorate dall'interno, erano come gusci vuoti.<br />

Si era già allontanata molto dal punto in cui aveva lasciato il marito e i<br />

compagni, attraversando e riattraversando strade, viali, piazze, quando si ritrovò<br />

davanti a un supermercato. L'aspetto, dentro, non era diverso, scansie vuote,<br />

scaffalature buttate giù fra cui vagavano i ciechi, la maggior parte a quattro<br />

zampe, scandagliando con le mani il pavimento immondo, sperando di trovare<br />

ancora qualcosa di utilizzabile, una scatoletta che avesse resistito ai colpi con cui<br />

avevano tentato di aprirla, un pacchetto di qualcosa, di qualsiasi cosa, una patata,<br />

anche schiacciata, un tozzo di pane, anche pietrificato. La moglie del medico<br />

pensò, Malgrado tutto qualcosa ci sarà, è un posto enorme. Un cieco si alzò da<br />

terra lamentandosi, un coccio di bottiglia gli si era conficcato in un ginocchio, il<br />

sangue gli scorreva giù per la gamba. I ciechi del gruppo lo circondarono, Cosa c'è,<br />

cosa c'è, e lui disse, Un vetro, nel ginocchio, Quale, Il sinistro, una delle cieche si<br />

accovacciò, Attenzione, magari ce ne sono altri, tastò, palpeggiò per distinguere<br />

una gamba dall'altra, Eccolo, disse, ce l'hai ancora dritto dentro, uno dei ciechi<br />

scoppiò a ridere, Allora, se è dritto, approfitta, e risero anche gli altri, uomini e<br />

donne indifferentemente. Tenendo a mo' di pinza il pollice e l'indice, è un gesto<br />

naturale per cui non c'è bisogno di addestramento, la cieca estrasse il pezzo di<br />

vetro, poi legò il ginocchio con uno straccio rimediato nel sacco che portava in<br />

spalla, infine concorse al buon umore generale con una sua battuta, Niente da<br />

fare, gli è passato in fretta quello star dritto, tutti risero, e il ferito ribatté, Quando<br />

ne avrai bisogno, potremo provare a vedere cosa si drizza meglio, sicuramente in<br />

questo gruppo non ci saranno mariti e mogli visto che nessuno si è mostrato<br />

scandalizzato, sarà gente dai costumi libertini e dalle unioni libere, a meno che<br />

questi due non siano proprio marito e moglie, e perciò in confidenza, ma per la<br />

verità non lo sembrano, in pubblico non parlerebbero in questi termini. La moglie<br />

del medico si guardò intorno, quel poco che c'era ancora di utilizzabile se lo<br />

stavano contendendo a suon di pugni che quasi sempre andavano a vuoto e di<br />

spintoni che non sceglievano fra amici e avversari, e capitava pure che l'oggetto<br />

della contesa sfuggisse loro di mano e rimanesse lì per terra, ad aspettare che<br />

qualcuno ci inciampasse, Qui non ci busco niente, pensò, usando un termine che<br />

non rientrava nel suo vocabolario corrente, a ulteriore dimostrazione di come la<br />

forza e la natura delle circostanze influiscano profondamente sul lessico, si pensi a<br />

quel militare che disse merda quando gli intimarono di arrendersi, assolvendo<br />

così dal delitto di maleducazione futuri sfoghi in situazioni meno pericolose. Qui<br />

132


non ci busco niente, pensò di nuovo, e stava già per andarsene quando un altro<br />

pensiero le sovvenne come una provvidenza, In un supermercato del genere deve<br />

pur esserci un magazzino, non dico un magazzino grande, che magari sarà in un<br />

altro locale, probabilmente lontano, ma una riserva di certi prodotti di maggior<br />

consumo. Eccitata all'idea, si mise alla ricerca di una porta chiusa che la potesse<br />

condurre alla grotta del tesoro, ma erano tutte aperte, e dentro la stessa<br />

devastazione, gli stessi ciechi che frugavano nella spazzatura. Finalmente, in un<br />

corridoio buio, dove la luce filtrava a stento, vide qualcosa che le parve un<br />

montacarichi. Le porte metalliche erano chiuse, e accanto c'era un'altra porta,<br />

liscia, di quelle che scivolano su binari, Il sotterraneo, pensò, se i ciechi sono<br />

arrivati fin qui hanno trovato la strada sbarrata, dovevano aver capito che si<br />

trattava di un ascensore, ma a nessuno era venuto in mente che di norma c'era<br />

anche una scala, nell'eventualità che mancasse l'energia elettrica per esempio,<br />

come adesso. Spinse la porta scorrevole ed ebbe quasi simultaneamente due<br />

fortissime impressioni, la prima, della profonda oscurità in cui avrebbe dovuto<br />

scendere per arrivare al sotterraneo, e, subito dopo, l'odore inconfondibile delle<br />

cose da mangiare, anche quando sono chiuse in recipienti che definiamo ermetici,<br />

è che la fame ha sempre avuto un olfatto finissimo, capace di attraversare ogni<br />

barriera, come i cani. Tornò rapidamente indietro per prendere fra la spazzatura i<br />

sacchetti di plastica di cui avrebbe avuto bisogno per trasportare il cibo, e nel<br />

frattempo si domandava, Senza luce, come farò a sapere cosa prendere, si strinse<br />

nelle spalle, era una preoccupazione stupida, adesso il dubbio considerando lo<br />

stato di debilità in cui si trovava, avrebbe dovuto essere piuttosto se le forze le<br />

sarebbero bastate per trasportare i sacchetti pieni, rifare tutta la strada per cui<br />

era venuta, e in quel momento fu assalita da una terribile paura, quella di non<br />

riuscire a ritornare là dove il marito la aspettava, sapeva il nome della strada, non<br />

lo aveva certo dimenticato, ma erano stati tanti i giri che aveva fatto, rimase lì<br />

paralizzata dalla disperazione, poi lentamente, come se il cervello immobile si<br />

fosse messo finalmente in movimento, si vide lì, china sulla mappa della città, a<br />

cercare con la punta del dito il percorso più breve, come se avesse due paia di<br />

occhi, un paio che la vedevano lì a guardare la mappa, e l'altro che guardavano la<br />

mappa e la strada. Il corridoio era sempre deserto, una vera fortuna, innervosita<br />

dalla scoperta fatta si era dimenticata di chiudere la porta. La chiuse allora con<br />

cautela dietro di sé, per ritrovarsi immersa in un'oscurità totale, cieca quanto lo<br />

erano i ciechi là fuori, l'unica differenza era nel colore, ammesso che il bianco e il<br />

nero siano effettivamente dei colori. Rasentando la parete cominciò a scendere la<br />

scala, se questo posto non fosse tanto segreto e qualcuno stesse salendo dal<br />

fondo, dovrebbero procedere come aveva visto fare per la strada, uno di loro si<br />

dovrebbe staccare dalla sicurezza dell'appoggio, avanzare rasentando l'imprecisa<br />

materialità dell'altro, forse temere per un istante, assurdamente, che la parete<br />

non continuasse al di là, Sto perdendo il senno, pensò, e ragioni certo che ce ne<br />

aveva, scendere come stava facendo lei in un buco tenebroso, senza luce né<br />

133


speranza di vederne, fino a dove, questi magazzini sotterranei generalmente non<br />

sono alti, una prima rampa di scale, Adesso so cosa significa essere ciechi, una<br />

seconda rampa di scale, Sto per gridare, sto per gridare, una terza rampa di scale,<br />

le tenebre sono come una massa densa che le si è appiccicata alla faccia, gli occhi<br />

si sono tramutati in palle di pece, Cosa c'è davanti a me, e subito dopo un altro<br />

pensiero, ancora più spaventoso, E come ritroverò la scala, un improvviso<br />

sbilanciamento la costrinse ad abbassarsi per non cadere, quasi sul punto di<br />

perdere coscienza balbettò, $è pulito, si riferiva al pavimento, le sembrava<br />

incredibile, un pavimento pulito. A poco a poco cominciò a riprendersi, sentiva dei<br />

dolori sordi allo stomaco, non che fossero una novità, ma in questo momento era<br />

come se nel suo corpo non esistesse altro organo vivente, sicuramente c'erano,<br />

ma non volevano dar segno di sé, il cuore, invece, il cuore risuonava come un<br />

immenso tamburo, sempre a lavorare alla cieca nel buio, fin dalla prima di tutte le<br />

tenebre, il ventre dove lo hanno creato, e sino all'ultima, quella dove si fermerà.<br />

Aveva ancora in mano i sacchetti di plastica, non li aveva lasciati, adesso dovrà<br />

solo riempirli, tranquillamente, un magazzino non è certo un posto popolato di<br />

fantasmi e draghi, qui non c'è altro che buio, e il buio non morde né ferisce,<br />

quanto alla scala la troverò, anche se dovessi fare tutto il giro di questo buco.<br />

Decisa, stava per alzarsi, ma si ricordò di essere cieca come i ciechi, meglio fare<br />

come loro, avanzare a quattro zampe fino a trovarsi qualcosa davanti, scansie<br />

cariche di cibo, qualunque esso sia, purché si possa mangiare così com'è, senza<br />

cotture né preparazioni, che non è tempo di fantasie del genere.<br />

La paura tornò, strisciante, non appena ebbe fatto alcuni metri, forse si<br />

stava sbagliando, forse proprio lì, davanti a lei, invisibile, un drago l'aspettava a<br />

bocca aperta. O un fantasma le tendeva la mano per condurla nel mondo terribile<br />

dei morti che non cessano mai di morire perché viene sempre qualcuno a<br />

resuscitarli. Poi, prosaicamente, con una tristezza infinita, rassegnata, pensò che il<br />

posto nel quale si trovava non era un deposito di alimentari, ma un garage, le<br />

parve addirittura di sentire l'odore della benzina, a tal punto può illudersi l'animo<br />

quando si arrende ai mostri che esso stesso ha creato. La sua mano, allora, toccò<br />

qualcosa, non le dita vischiose del fantasma, non la lingua ardente e le fauci del<br />

drago, ciò che sentì fu il contatto di un metallo freddo, una superficie verticale<br />

liscia, immagino, senza sapere come si chiamava, che si trattasse del montante di<br />

una struttura a scansie. Considerò che dovevano essercene altre uguali, parallele,<br />

come lo sono di solito, adesso si trattava di scoprire dove fossero i prodotti<br />

alimentari, non qui, ché questo odore non inganna, è odore di detergenti. Senza<br />

pensare oltre alle difficoltà che avrebbe avuto per ritrovare la scala, cominciò a<br />

percorrere le scansie, palpeggiando, odorando, smuovendo. C'erano scatoloni di<br />

cartone, bottiglie di vetro e di plastica, flaconi piccoli, medi e grandi, barattoli che<br />

dovevano essere di conserve, recipienti vari, tubi, borse, tubetti. A casaccio riempì<br />

un sacchetto, Sarà tutto da mangiare, si domandava, inquieta. Passò ad altre<br />

scansie, e, sulla seconda, l'inatteso avvenne, la mano cieca, che non poteva<br />

134


vedere dove andava, toccò e fece cadere alcune scatolette. Il rumore che fecero,<br />

sbattendo contro il suolo, per poco non fece fermare il cuore della moglie del<br />

medico, Sono fiammiferi, pensò. Fremendo per l'eccitazione, si chinò, passò le<br />

mani sul pavimento, trovò qualcosa, questo è un odore che non si può<br />

confondere con nessun altro, e il rumore dei legnetti quando agitiamo la scatola,<br />

il coperchio che scivola, la ruvidità della striscia esterna, dove c'è il fosforo, la<br />

testa del fiammifero che raspa, infine la deflagrazione della fiammella, lo spazio<br />

intorno, una diffusa sfera luminosa simile a un astro nella nebbia, mio Dio, la luce<br />

esiste e io ho gli occhi per vederla, sia lodata la luce. D'ora in poi la raccolta<br />

sarebbe stata facile. Cominciò dalle scatolette di fiammiferi, e ne fece un<br />

sacchetto quasi pieno, Non c'è bisogno di prenderle tutte, le diceva la voce del<br />

buon senso, ma lei, al buon senso, non prestò attenzione, poi le tremule fiamme<br />

dei fiammiferi le mostrarono via via le scansie, qua, là, i sacchetti si riempirono<br />

ben presto, il primo bisognò svuotarlo perché non conteneva niente di utilizzabile,<br />

negli altri c'era già ricchezza sufficiente a comprare la città, e non c'è niente di<br />

strano in questa disparità di valori, basti ricordare che, un giorno, ci fu un re che<br />

volle scambiare il proprio regno per un cavallo, chissà cosa non avrebbe dato se<br />

fosse stato morto di fame e gli avessero fatto intravvedere questi sacchetti di<br />

plastica. La scala è lì, sempre di fronte. Prima, però, la moglie del medico si siede<br />

per terra, apre una confezione di salsicce, una di pane nero a fette, una bottiglia<br />

d'acqua, e senza alcun rimorso mangia. Se adesso non mangiasse non avrebbe<br />

forze per trasportare il carico fino a dove manca, il furiere è lei. Quando ebbe<br />

finito, s'infilò i sacchetti nelle braccia, tre per lato, e con le mani alzate davanti a<br />

sé raggiunse, accendendo fiammiferi, la scala, poi faticosamente la salì, il cibo non<br />

ha ancora superato lo stomaco, ha bisogno di tempo per arrivare ai muscoli e ai<br />

nervi, in questo caso è la testa quella che ha retto meglio. La porta scorrevole<br />

scivolò senza rumore, E se c'è qualcuno nel corridoio, aveva pensato la moglie del<br />

medico, cosa faccio. Non c'era nessuno, ma lei si domandò di nuovo, Cosa faccio.<br />

Avrebbe potuto, giunta all'uscita, voltarsi verso l'interno e gridare, C'è da<br />

mangiare in fondo al corridoio, una scala conduce al magazzino del sotterraneo,<br />

approfittate, ho lasciato la porta aperta. Avrebbe potuto farlo, ma non lo fece.<br />

Aiutandosi con la spalla, chiuse la porta, continuava a ripetersi che era meglio<br />

tacere, s'immagini cosa sarebbe accaduto, i ciechi ad accorrere come pazzi, come<br />

quando si era annunciato l'incendio al manicomio, sarebbero rotolati giù per le<br />

scale, calpestati e schiacciati da quelli dietro, che sarebbero caduti anch'essi, non<br />

è la stessa cosa mettere il piede su un gradino fermo o su un corpo<br />

sdrucciolevole. E quando il cibo sarà finito potrò tornare per dell'altro, pensò.<br />

Passò i sacchetti alle mani, tirò un profondo respiro e avanzò nel corridoio. Non<br />

l'avrebbero vista, ma l'odore di quello che aveva mangiato, La salsiccia, che<br />

stupida, sarebbe stata una traccia vivente. Serrò i denti, strinse con tutta la forza i<br />

manici dei sacchetti, Devo correre, disse. Si ricordò del cieco ferito al ginocchio da<br />

un coccio, Se mi succede la stessa cosa, se non me ne accorgo e metto il piede su<br />

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un vetro, forse ci siamo dimenticati che questa donna è senza scarpe, non ha<br />

ancora avuto il tempo di girare per calzolerie, come fanno i ciechi della città che,<br />

malgrado siano dei poveri non vedenti, possono scegliere le calzature al tatto.<br />

Doveva correre, e corse. All'inizio aveva tentato di sgusciare fra i gruppi di ciechi,<br />

cercando di non toccarli, ma questo la costringeva a procedere lentamente, a<br />

fermarsi più volte per scegliere la strada, quanto bastava perché da lei si<br />

diffondesse un effluvio, non soltanto gli effluvi profumati ed eterei sono effluvi,<br />

un attimo dopo c'era già un cieco che gridava, Chi è che sta mangiando salsiccia,<br />

neanche il tempo di pronunciare queste parole e la moglie del medico si buttò<br />

dietro le spalle tutte quelle precauzioni e si lanciò in una corsa forsennata,<br />

inciampando, spingendo, atterrando, in un si salvi chi può severamente criticabile,<br />

perché non è certo questo il modo di trattare delle persone cieche, sventurate lo<br />

sono già abbastanza.<br />

Stava piovendo a dirotto quando raggiunse la strada, Meglio così, pensò,<br />

ansimando, con le gambe tremanti, si sentirà meno l'odore. Qualcuno le aveva<br />

afferrato l'ultimo brandello che a stento la copriva dalla cintola in su, adesso<br />

aveva i seni scoperti, e su di essi, purificatrice, che parola raffinata, scorreva<br />

l'acqua del cielo, non era la libertà che guidava il popolo, i sacchetti, per fortuna<br />

pieni, pesano troppo per trasportarli issati come una bandiera. Il che presenta<br />

anche un inconveniente, giacché le eccitanti fragranze viaggiano all'altezza del<br />

naso dei cani, che non potevano certo mancare, adesso senza padrone che li<br />

accudisca e nutra, c'è quasi una muta appresso alla moglie del medico, speriamo<br />

che a nessuna di queste bestie venga in mente di sperimentare col dente la<br />

resistenza della plastica. Con una pioggia del genere, che per poco non è un<br />

diluvio, ci sarebbe da aspettarsi che la gente se ne stia al riparo, in attesa che<br />

spiova. Non è così, però, dappertutto ci sono ciechi che, a bocca aperta verso<br />

l'alto, si dissetano, immagazzinano acqua in ogni angolo del corpo, mentre altri,<br />

più previdenti, e soprattutto più sensati, reggono fra le mani secchi, casseruole e<br />

pentole, alzandole al cielo generoso, è proprio vero che Dio concede nubi in base<br />

alla sete. Alla moglie del medico non era venuta in mente la possibilità che dai<br />

rubinetti delle case non uscisse neppure una goccia del prezioso liquido, è il<br />

difetto della civiltà, ci si abitua alla comodità dell'acqua incanalata, a domicilio, e<br />

ci si dimentica che, perché sia così, devono esserci persone ad aprire e chiudere le<br />

valvole di distribuzione, impianti che hanno bisogno di energia elettrica,<br />

computer per regolare le richieste e distribuire le riserve e per tutto questo<br />

mancano gli occhi. Come del resto ne mancano per vedere questa scena, una<br />

donna carica di sacchetti di plastica che cammina per una strada allagata, fra<br />

spazzatura marcia ed escrementi umani e animali, automobili e camion<br />

abbandonati come capita e che intralciano la pubblica via, alcuni con le ruote già<br />

circondate dall'erba, e i ciechi, quei poveri ciechi, a bocca aperta, che tengono<br />

aperti anche gli occhi rivolti al cielo bianco, sembra impossibile come possa<br />

piovere da un cielo così. La moglie del medico legge via via le targhe delle strade,<br />

136


di alcune si ricorda, di altre no, e a un certo momento capisce di essere<br />

disorientata e persa. Non c'è dubbio, si è persa. Ha fatto un giro, ne ha fatto un<br />

altro, non riconosce più né le strade né i loro nomi, e allora, disperata, si è<br />

accasciata su quel terreno sporchissimo, impastato di fango nero, e, priva di forze,<br />

di tutte, è scoppiata a piangere. I cani l'hanno circondata, fiutano i sacchetti, ma<br />

senza convinzione, come se l'ora di mangiare ormai fosse passata, uno la lecca in<br />

faccia, forse lo hanno abituato fin da cucciolo ad asciugare i pianti. La donna gli<br />

tocca la testa, scorre la mano sul dorso inzuppato, e le altre lacrime le piange<br />

abbracciata a lui. Quando finalmente alzò gli occhi, mille volte sia lodato il dio dei<br />

crocevia, vide davanti a sé una grande mappa, uno di quei cartelloni che gli uffici<br />

turistici comunali sparpagliano nel centro delle città, per lo più per uso e<br />

tranquillità dei visitatori, che non solo vogliono poter dire dove sono stati, ma<br />

hanno anche bisogno di sapere dove si trovano. Adesso, siccome tutti quanti sono<br />

ciechi, sembra facile dire che sono stati male utilizzati i soldi spesi, è che in<br />

definitiva bisogna aver pazienza, dare tempo al tempo, ormai dovremmo averlo<br />

imparato, e una volte per tutte, che il destino deve fare tanti e tanti giri prima di<br />

giungere da qualche parte, lo sa soltanto lui quanto gli sarà costato portare qui<br />

questa mappa per indicare a questa donna dove sta. Non era tanto lontana<br />

quanto credeva, aveva unicamente deviato per un'altra direzione, dovrai solo<br />

proseguire per questa strada fino a una piazza, lì conti due traverse a sinistra e poi<br />

svolti alla prima a destra, è quella che cerchi, il numero non lo hai dimenticato. A<br />

poco a poco i cani sono rimasti indietro, qualcosa li ha distratti via facendo,<br />

oppure sono talmente abituati al quartiere che non vogliono lasciarlo, soltanto il<br />

cane che aveva bevuto quelle lacrime ha accompagnato chi le ha piante,<br />

probabilmente questo incontro della donna e della mappa, tanto ben preparato<br />

dal destino, includeva anche un cane. Fatto sta che entrarono insieme nel<br />

negozio, il cane delle lacrime non trovò strano di vedere tutte quelle persone<br />

distese per terra, talmente immobili da sembrare morte, c'era abituato, a volte lo<br />

lasciavano dormire fra di loro, e quando era il momento di alzarsi erano quasi<br />

sempre vive. Svegliatevi, se state dormendo, vi ho portato un po' di cibo, disse la<br />

moglie del medico, ma prima aveva chiuso la porta, non sia mai la dovesse udire<br />

qualcuno di passaggio per la strada. Il ragazzino strabico fu il primo ad alzare la<br />

testa, non riuscì a fare altro, la debolezza non glielo consentiva, gli altri tardarono<br />

un po' di più, stavano sognando di essere dei sassi, e nessuno ignora quanto sia<br />

profondo il loro sonno, una semplice passeggiata in campagna lo dimostra, se ne<br />

stanno lì a dormire, mezzi sotterrati, aspettando chi sa quale risveglio. Ma la<br />

parola cibo possiede poteri magici, soprattutto quando l'appetito incalza, perfino<br />

il cane delle lacrime, che non conosce il linguaggio, si è messo a scodinzolare, e<br />

l'istintivo movimento gli ha fatto ricordare di non avere ancora compiuto quello a<br />

cui sono costretti i cani bagnati, scuotersi violentemente schizzando qualsiasi cosa<br />

intorno, per loro è facile, hanno la pelle come una giacca. Acqua benedetta della<br />

più efficace, scesa direttamente dal cielo, gli spruzzi aiutarono i sassi a<br />

137


trasformarsi in persone, mentre la moglie del medico partecipava all'operazione<br />

di metamorfosi aprendo uno dopo l'altro i sacchetti di plastica. Non sempre<br />

l'odore corrispondeva all'effettivo contenuto, ma anche il profumo di un boccone<br />

di pane duro sarebbe stato, per dirla in maniera elevata, l'essenza stessa della<br />

vita. Finalmente sono tutti svegli, hanno le mani tremanti, le espressioni ansiose,<br />

e allora il medico, proprio com'era successo prima al cane delle lacrime, si ricorda<br />

chi è, Attenzione, non conviene mangiare molto, può farci male, Quel che ci fa<br />

male è la fame, disse il primo cieco, Ascolta quello che dice il dottore, ammonì la<br />

moglie, e il marito tacque, pensando con una punta di rancore, Lui neanche di<br />

occhi ne capisce, parole tanto più ingiuste se teniamo conto che il medico è cieco<br />

quanto gli altri, prova ne sia che non si è accorto che la moglie è nuda dalla cintola<br />

in su, fu lei a chiedergli la giacca per coprirsi, gli altri ciechi guardarono allora nella<br />

sua direzione, ma troppo tardi, ah, se avessero guardato prima.<br />

Mentre mangiavano, la donna narrò le sue avventure, di tutto quanto le era<br />

accaduto e aveva fatto tacque unicamente di aver lasciato la porta del magazzino<br />

chiusa, non era molto sicura delle motivazioni umanitarie che si era data, ma in<br />

compenso raccontò l'episodio del cieco che si era ficcato il vetro nel ginocchio,<br />

tutti risero di gusto, no, non tutti, il vecchio dalla benda nera si limitò ad<br />

accennare un sorriso stanco, e il ragazzino strabico aveva orecchi solo per il<br />

rumore che faceva masticando. Il cane delle lacrime ebbe la sua parte, che ripagò<br />

sollecito abbaiando furiosamente quando qualcuno da fuori venne a scuotere la<br />

porta con violenza. Chiunque fosse, non insistette, si diceva che girassero cani<br />

rabbiosi, di rabbia già mi basta questa di non vedere dove metto i piedi. Tornò la<br />

tranquillità, e fu allora, quando ormai si era chetata in tutti la prima fame, che la<br />

moglie del medico raccontò la conversazione avuta con l'uomo che era uscito<br />

proprio da questo negozio per vedere se pioveva. Poi concluse, Se quello che mi<br />

ha detto è vero, non possiamo avere la certezza di ritrovare le nostre case come<br />

le abbiamo lasciate, non sappiamo neanche se riusciremo a entrarvi, parlo di<br />

quelli che hanno dimenticato di portar via le chiavi quando sono usciti, o le hanno<br />

perse, noi per esempio non le abbiamo, sono rimaste nell'incendio, ora sarebbe<br />

impossibile ritrovarle in mezzo alle macerie, e nel pronunciarne la parola fu come<br />

se vedesse ancora le fiamme avviluppare le forbici, bruciando prima il sangue<br />

rappreso che ancora doveva ricoprirle, poi attaccandone la lama, le punte aguzze,<br />

smussandole, e poco a poco rendendole rotonde, tenere, molli, informi,<br />

incredibile che abbiano potuto perforare la gola di qualcuno, quando il fuoco avrà<br />

concluso il suo lavoro, sarà impossibile, nella massa unica del metallo fuso,<br />

distinguere dove stiano le forbici e dove stiano le chiavi, Le chiavi, disse il medico,<br />

le ho io, e introducendo con difficoltà tre dita in un taschino dei pantaloni a<br />

brandelli, vicino alla cintura, ne estrasse un cerchietto con tre chiavi, Come mai le<br />

hai tu, se le avevo messe nella mia valigetta, che è rimasta là, Le ho tolte, ho<br />

avuto paura che si potessero perdere, ho pensato che erano più sicure se me le<br />

portavo sempre dietro, e poi era una maniera di credere che un giorno saremmo<br />

138


itornati a casa, Bene, abbiamo le chiavi, ma può darsi che troviamo la porta<br />

sfondata, Ma potrebbe darsi che non ci abbiano neanche provato. Per qualche<br />

momento si erano dimenticati degli altri, ma adesso bisognava sapere, da tutti<br />

quanti, cosa fosse successo delle rispettive chiavi, la prima a parlare fu la ragazza<br />

dagli occhiali scuri, I miei genitori sono rimasti a casa quando l'ambulanza è<br />

venuta a prendermi, non so cosa gli sarà successo, dopo di che parlò il vecchio<br />

dalla benda nera, Io mi trovavo a casa quando sono diventato cieco, hanno<br />

bussato alla porta, la padrona di casa è venuta a dirmi che alcuni infermieri mi<br />

cercavano non era il momento di pensare alle chiavi, mancava solo la moglie del<br />

primo cieco, ma questa disse, Non lo so, non mi ricordo, invece sapeva, se ne<br />

ricordava, ma non voleva confessare che, quando all'improvviso si era vista cieca,<br />

un'espressione assurda, ma radicata, che non siamo riusciti a evitare, era uscita di<br />

casa gridando, chiamando le vicine, quelle che ancora si trovavano nel palazzo si<br />

erano ben guardate dal soccorrerla, e lei, che si era dimostrata tanto decisa e<br />

capace quando la sventura si era abbattuta sul marito, si comportava adesso in<br />

maniera dissennata abbandonando la casa con la porta spalancata, senza<br />

neanche avere avuto il pensiero di chiedere il permesso di tornare indietro, un<br />

minuto solo, il tempo di chiudere la porta e vengo subito. Al ragazzino strabico<br />

nessuno domandò della chiave di casa, se quel povero bambino non è ancora<br />

riuscito a ricordarsi dove abita. La moglie del medico, allora, sfiorò leggermente la<br />

mano della ragazza dagli occhiali scuri, Cominciamo da casa tua, è la più vicina,<br />

ma prima dobbiamo trovare vestiti e scarpe, non possiamo girare in questo stato,<br />

sporchi e laceri. Fece per alzarsi, ma notò che il ragazzino strabico, ormai<br />

ristorato, sazio, si era riaddormentato. Disse, riposiamo allora, dormiamo un po',<br />

subito dopo andremo a vedere cosa ci aspetta. Si sfilò la gonna bagnata, poi, per<br />

riscaldarsi, si avvicinò al marito, lo stesso fecero il primo cieco e la moglie, Sei tu,<br />

aveva domandato lui, lei ripensava alla casa e soffriva, non disse, Consolami, ma<br />

fu come se lo avesse pensato, quel che non si sa è quale sentimento avrà spinto la<br />

ragazza dagli occhiali scuri a posare un braccio sulla spalla del vecchio dalla benda<br />

nera, certo è che lo fece, e rimasero così, lei a dormire, ma non lui. Il cane andò a<br />

sdraiarsi davanti alla porta, di traverso, è un animale scontroso e intrattabile<br />

quando non c'è da asciugare lacrime.<br />

Indossarono abiti e scarpe, ma non trovarono il modo di lavarsi, comunque<br />

c'è già una bella differenza rispetto agli altri ciechi, i colori dei vestiti, pur nella<br />

relativa scarsità dell'offerta, perché, come si suol dire, c'è ben poca scelta, sono<br />

abbinati, è il vantaggio di avere fra di noi qualcuno che ci consigli, Tu indossa<br />

questo, sta meglio con quei pantaloni, le righe con i pallini proprio no, particolari<br />

così, probabilmente non per gli uomini, tanto per loro o è zuppa o è pan bagnato,<br />

ma sia la ragazza dagli occhiali scuri sia la moglie del primo cieco ci tennero a<br />

sapere quali colori e quali disegni avevano indosso, almeno, con l'aiuto<br />

dell'immaginazione, potranno vedersi. Quanto alle calzature, convennero tutti<br />

che la comodità dovesse essere prioritaria rispetto alla bellezza, niente laccetti e<br />

139


tacchi alti, niente camosci e vernici, nello stato in cui si trovano le strade sarebbe<br />

una sciocchezza, invece vanno bene degli stivali di gomma, totalmente<br />

impermeabili, delle calosce a metà gamba, facili da infilare e sfilare, non c'è<br />

niente di meglio per camminare nei pantani. Purtroppo, stivali di questo modello<br />

per tutti non si trovarono, il ragazzino strabico, per esempio, non c'era misura che<br />

andasse bene, i piedi ci sciacquavano dentro, perciò dovette accontentarsi di un<br />

paio di generiche scarpe da ginnastica, Che coincidenza, direbbe sua madre,<br />

dovunque sia, se qualcuno le fosse andato a raccontare l'accaduto, è proprio<br />

quello che avrebbe scelto mio figlio se potesse vedere. Il vecchio dalla benda<br />

nera, che aveva i piedi più sul grande che sul piccolo, risolse il problema<br />

mettendosi un paio di scarpe da basket, di quelle speciali, per giocatori di due<br />

metri ed estremità in proporzione. è pur vero che adesso è un po' ridicolo,<br />

sembra che porti delle pantofole bianche, ma questi sono tipi di ridicolo che<br />

durano poco, in meno di dieci minuti le scarpe saranno già sporchissime, come<br />

del resto tutto nella vita, date tempo al tempo e ci pensa lui a risolverlo.<br />

Ha smesso di piovere, ciechi a bocca aperta non ce ne sono. Camminano,<br />

non sanno cosa fare, vagano per le strade, ma mai per molto tempo, camminare o<br />

star fermi finisce che per loro è lo stesso, a parte la ricerca di cibo non hanno altri<br />

obiettivi, la musica è cessata, non c'è mai stato tanto silenzio nel mondo, i cinema<br />

e i teatri servono solo a chi è rimasto senza casa e ormai ha rinunciato a cercarla,<br />

alcune sale, le più grandi, erano state usate per le quarantene quando il governo,<br />

o quel che via via ne rimaneva, credeva ancora che il mal bianco si sarebbe potuto<br />

bloccare con sistemi e trucchi che altrettanto poco erano serviti in passato contro<br />

la febbre gialla e altri pestiferi contagi, ma qui niente da fare, qui neanche un<br />

incendio c'è voluto. Quanto ai musei, è un vero e proprio dolore dell'anima, da<br />

spezzare il cuore, tutta quella gente, sì, gente, dico bene, tutti quei dipinti, tutte<br />

quelle sculture senza neanche una persona, lì davanti, a guardare. Di cosa siano in<br />

attesa i ciechi della città, non si sa, sarebbero in attesa della cura se ancora vi<br />

credessero, ma la speranza l'hanno persa quando si è reso pubblico che la cecità<br />

non aveva risparmiato nessuno, che non era rimasta un'unica vista sana a<br />

guardare dalla lente di un microscopio, che erano stati abbandonati anche i<br />

laboratori dove, ai batteri, se volevano sopravvivere, non restava altra soluzione<br />

che divorarsi a vicenda. All'inizio molti ciechi, accompagnati dai parenti dotati<br />

ancora per il momento di vista e senso della famiglia, si riversarono negli ospedali,<br />

ma vi trovarono soltanto medici ciechi che prendevano il polso a malati che non<br />

vedevano, che li auscultavano dietro e davanti, ed era tutto quanto potevano<br />

fare, l'udito ancora ce l'avevano.<br />

Poi, incalzati dalla fame, i malati, quelli che ancora potevano camminare,<br />

cominciarono a fuggire dagli ospedali, andavano a morire per la strada,<br />

abbandonati, e le famiglie, se ancora ne avevano, chissà dov'erano, e poi, perché<br />

li sotterrassero, non bastava che qualcuno finisse per inciamparci casualmente,<br />

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dovevano cominciare a puzzare, e anche in questo caso, solo se fossero morti in<br />

un posto di passaggio. Non c'è da stupirsi che i cani siano tanti, alcuni somigliano<br />

già alle iene, le chiazze sul pelo sono già come quelle della putredine, si spostano<br />

correndo con le zampe posteriori retratte, come se avessero paura che i morti e<br />

divorati riacquistassero vita per far loro pagare la vergogna di azzannare chi non si<br />

poteva difendere. Come va fuori, aveva domandato il vecchio dalla benda nera, e<br />

la moglie del medico rispose, Non c'è differenza tra il fuori e il dentro, tra il qua e<br />

il là, tra i pochi e i tanti, tra ciò che abbiamo vissuto e ciò che dovremo vivere, E le<br />

persone, come sono, domandò la ragazza dagli occhiali scuri, Come fantasmi,<br />

essere un fantasma dev'essere questo, avere la certezza che la vita esiste, perché<br />

ce lo dicono quattro sensi, e non poterla vedere, Ci sono molte macchine in giro,<br />

domandò il primo cieco, non riesce proprio a dimenticare che la sua gliel'hanno<br />

rubata, è un cimitero. Né il medico né la moglie del primo cieco fecero domande,<br />

a che scopo, se le risposte sarebbero state tipo queste. Al ragazzino strabico gli<br />

basta la soddisfazione di portare le scarpe sempre sognate, né basta a rattristarlo<br />

il non poterle vedere. è questo, probabilmente, il motivo per cui non cammina<br />

come un fantasma. E tanto meno si meriterebbe di essere definito iena il cane<br />

delle lacrime che segue la moglie del medico, lui non fiuta l'odore della carne<br />

morta, accompagna un paio d'occhi che, lo sa benissimo, sono vivi.<br />

La casa della ragazza dagli occhiali scuri non è lontana, ma a questi affamati<br />

da una settimana soltanto adesso le forze cominciano a tornare, perciò<br />

camminano tanto lentamente, per riposare non possono far altro che sedersi per<br />

terra, non valeva la pena di star lì a preoccuparsi tanto dei colori e del disegno se<br />

in così poco tempo i vestiti sono già di nuovo lerci. La strada dove abita la ragazza<br />

dagli occhiali scuri, oltre che corta, è stretta, il che spiega perché non vi siano<br />

automobili, passare era possibile, a senso unico, ma non restava spazio per<br />

posteggiare, era proibito. E niente di strano che non ci fosse neanche gente, nelle<br />

strade così non sono rari i momenti del giorno in cui non si vede anima viva, Qual<br />

è il numero del tuo palazzo, domandò la moglie del medico, Sette, abito al<br />

secondo piano, a sinistra. Una delle finestre era aperta, in altri tempi sarebbe<br />

stato un segnale che quasi sicuramente c'era gente in casa, ma adesso tutto era<br />

dubbio. Disse la moglie del medico, Non andiamo tutti, saliamo soltanto noi due,<br />

voi aspettate giù. Si capiva che il portone esterno era stato forzato, si vedeva<br />

distintamente che l'incastro del saliscendi era storto, una lunga scheggia di legno<br />

si era completamente separata dal battente. La moglie del medico non ne parlò.<br />

Lasciò andare avanti la ragazza, conosceva la strada, indipendentemente dalla<br />

penombra in cui la scala era immersa. Col nervosismo della fretta, la ragazza dagli<br />

occhiali scuri inciampò due volte, ma pensò fosse meglio riderne, Te l'immagini,<br />

una scala che prima ero capace di salire e scendere a occhi chiusi, così sono le<br />

frasi fatte, non hanno alcuna sensibilità per le mille sottigliezze semantiche,<br />

questa, per esempio, ignora la differenza tra il chiudere gli occhi ed essere ciechi.<br />

Al pianerottolo del secondo piano la porta che cercavano era chiusa. La ragazza<br />

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dagli occhiali scuri fece scivolare la mano sullo stipite finché trovò il pulsante del<br />

campanello, Non c'è luce, le ricordò la moglie del medico, e queste poche parole,<br />

che non facevano altro che ripetere ciò che tutti sapevano, la ragazza le prese<br />

come l'annuncio di una cattiva notizia. Bussò alla porta, una, due, tre volte, la<br />

terza con violenza, a pugni, chiamava, Mammina, paparino, e nessuno veniva ad<br />

aprire, i diminutivi affettuosi non intaccavano la realtà, nessuno le venne a dire,<br />

Figliola mia, finalmente sei arrivata, pensavamo di non vederti più, entra, entra, e<br />

questa signora è una tua amica, si accomodi, si accomodi anche lei, la casa è un<br />

po' in disordine, non ci faccia caso, la porta era sempre chiusa, Non c'è nessuno,<br />

disse la ragazza dagli occhiali scuri, e scoppiò a piangere appoggiata alla porta, col<br />

capo sugli avambracci incrociati, come se stesse implorando con tutto il corpo una<br />

disperata pietà, se non avessimo appreso a sufficienza come sia complicato lo<br />

spirito umano ci meraviglieremmo di quanto desideri i suoi genitori, al punto di<br />

queste manifestazioni di dolore, una ragazza dai costumi tanto liberi, benché non<br />

sia lontano chi abbia già affermato che non esiste né mai è esistita alcuna<br />

contraddizione fra questo e quello. La moglie del medico voleva consolarla, ma<br />

aveva ben poco da dire, si sa che il rimanere molto a lungo nelle proprie case è<br />

diventato praticamente impossibile, Potremmo domandare ai vicini, suggerì, se ce<br />

n'è qualcuno, Sì, andiamo a domandare, disse la ragazza dagli occhiali scuri, ma<br />

non c'era speranza nella sua voce. Cominciarono col bussare alla porta<br />

dell'appartamento accanto sullo stesso pianerottolo, ma anche lì nessuno rispose.<br />

Al piano di sopra le due porte erano aperte. Le case erano state saccheggiate, gli<br />

armadi erano vuoti, nei posti dove si teneva il cibo non ne era rimasta neanche<br />

l'ombra. C'erano segni del recente passaggio di gente, certamente un gruppo<br />

errante, come più o meno lo erano adesso tutti, sempre in giro da una casa<br />

all'altra, da un'assenza all'altra.<br />

Scesero al primo piano, la moglie del medico bussò con le nocche delle dita<br />

alla porta più vicina, dopo un silenzio di attesa una voce roca domandò,<br />

diffidente, Chi è, la ragazza dagli occhiali scuri si fece avanti, Sono io, la vicina del<br />

secondo piano, sto cercando i miei genitori, sa mica dove sono, cosa gli è<br />

accaduto, domandò. Si udirono dei passi strascicati, la porta si aprì e comparve<br />

una donna magrissima, pelle e ossa, squallida, con un'enorme massa di capelli<br />

bianchi arruffati. Una mistura nauseante di odori rancidi e di un indefinibile<br />

marciume fece indietreggiare le due donne. La vecchia strabuzzava gli occhi, li<br />

aveva quasi bianchi, Non so niente dei tuoi genitori, sono venuti a prenderli il<br />

giorno dopo che avevano portato via te, allora ci vedevo ancora. C'è qualcun altro<br />

nel palazzo, Di tanto in tanto sento salire e scendere la scala, ma è gente di fuori,<br />

che viene solo a dormire, E i miei genitori, Ti ho già detto che non ne so niente, E<br />

suo marito, e suo figlio, e sua nuora, Hanno portato via anche loro, E lei no,<br />

perché, Perché mi ero nascosta, Dove, Pensa, a casa tua, Com'è riuscita a entrare,<br />

Dal retro, dalla scala di sicurezza, ho rotto un vetro e ho aperto la porta<br />

dall'interno, la chiave era nella serratura, E come ha potuto, da allora, vivere da<br />

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sola a casa sua, domandò la moglie del medico, Chi altri c'è, sussultò la vecchia<br />

girando la testa, è una mia amica, fa parte del mio gruppo, disse la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, E poi non è solo il problema di star da sola, ma il cibo, come ce l'ha<br />

fatta a procurarselo durante tutto questo tempo, insistette la moglie del medico,<br />

Non sono mica stupida, io, mi regolo man mano, Se non vuole, non lo dica, era<br />

solo una curiosità, Sì, sì, ve lo dico, per prima cosa sono andata in tutte le case del<br />

palazzo a recuperare il cibo che c'era, quello che andava a male l'ho mangiato<br />

subito, l'altro l'ho conservato, Ne ha ancora un po', domandò la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, No, ormai è finito, rispose la vecchia con improvvisa espressione di<br />

diffidenza negli occhi ciechi, un modo di dire che capita sempre di usare in queste<br />

situazioni, ma che in realtà non è affatto preciso, perché gli occhi, gli occhi<br />

propriamente detti, non hanno alcuna espressione, neanche se li hanno strappati,<br />

sono due biglie che restano lì inerti, sono le palpebre, le ciglia, e anche le<br />

sopracciglia che devono farsi carico delle diverse eloquenze e retoriche visive, la<br />

fama però ce l'hanno gli occhi, E allora, di cosa vive adesso, domandò la moglie<br />

del medico, La morte è per le strade, ma nei giardini la vita non è finita, disse la<br />

vecchia misteriosamente, Cosa vuol dire, Nei giardini ci sono cavoli, ci sono<br />

conigli, ci sono galline, ci sono anche fiori, ma questi non si possono mangiare, E<br />

come fa, Come capita, una volta mi prendo dei cavoli, altre volte ammazzo un<br />

coniglio o una gallina, Crudi, All'inizio accendevo un fuocherello, poi mi sono<br />

abituata alla carne cruda, e i torsoli dei cavoli sono dolci, stia tranquilla che di<br />

fame non morirà la figlia di mia madre. Indietreggiò due passi, quasi scomparve<br />

nel buio dell'appartamento, soltanto gli occhi bianchi brillavano, e poi disse, Se<br />

vuoi andare a casa tua, entra, ti faccio passare. La ragazza dagli occhiali scuri stava<br />

per dire no, grazie mille, non vale la pena, a che scopo se i miei genitori non ci<br />

sono, ma improvvisamente sentì il desiderio di vedere la sua camera, vedere la<br />

mia camera, che stupidaggine, se sono cieca, sfiorare almeno con le mani le<br />

pareti, il copriletto, il cuscino su cui riposava la mia folle testa, i mobili, forse sul<br />

comò c'è ancora il vaso di fiori di cui si ricordava, se la vecchia non l'ha buttato<br />

per terra, per la rabbia di non poterseli mangiare. Disse, Allora, se permette,<br />

approfitto dell'offerta, è molto gentile da parte sua, Entra, entra, ma sai già che<br />

cibo non ne troverai, e quello che ho è poco anche per me, inoltre a te non serve,<br />

non deve piacerti la carne cruda, Non si preoccupi, noi abbiamo da mangiare, Ah,<br />

ce l'avete, in tal caso, per contraccambiare il favore, lasciatemene un po', Glielo<br />

lasceremo, stia tranquilla, disse la moglie del medico. Avevano già superato il<br />

corridoio, il fetore era divenuto insopportabile. Nella cucina, male illuminata dalla<br />

scarsa luce esterna, c'erano pelli di coniglio per terra, piume di gallina, ossa, e sul<br />

tavolo, in un piatto sporco di sangue rappreso, pezzi di carne irriconoscibili, come<br />

se fossero stati masticati più volte, E i conigli, e le galline, cosa mangiano,<br />

domandò la moglie del medico, Cavoli, erba, avanzi, disse la vecchia, Avanzi, di<br />

cosa, Di tutto, perfino di carne, Non mi dica che le galline e i conigli mangiano<br />

carne, I conigli non ancora, ma le galline ne vanno matte, gli animali sono come le<br />

143


persone, finiscono per abituarsi a tutto. La vecchia si muoveva con sicurezza,<br />

senza inciampare, scostò una sedia dal cammino come se la vedesse, poi indicò la<br />

porta che dava sulla scala di sicurezza, Per di lì, state attente, non scivolate, il<br />

corrimano non è molto saldo, E la porta, domandò la ragazza dagli occhiali scuri,<br />

La porta basta spingerla, la chiave ce l'ho io, dev'essere lì, è mia, stava per dire la<br />

ragazza, ma nello stesso istante pensò che la chiave non le sarebbe servita a<br />

niente se i genitori, o chi per loro, avessero portato via le altre, quelle della porta<br />

principale, non poteva mica star lì a chiedere alla vicina di lasciarla passare ogni<br />

volta che avesse voluto entrare e uscire. Sentì una leggera stretta al cuore, forse<br />

perché stava per entrare a casa sua, o forse perché sapeva che i genitori non ci<br />

sarebbero stati, o chissà perché altro.<br />

La cucina era pulita e ordinata, la polvere sui mobili non era eccessiva, altro<br />

vantaggio del tempo piovoso, oltre a quello di aver fatto crescere cavoli ed erba,<br />

infatti i giardini, visti dall'alto, erano parsi alla moglie del medico delle foreste in<br />

miniatura, E i conigli, saranno in libertà, si domandò, sicuramente no,<br />

probabilmente continuavano a vivere nelle conigliere, in attesa di quella mano<br />

cieca che dopo aver loro portato le foglie di lattuga li avrebbe afferrati per le<br />

orecchie e tirati fuori sgambettanti, mentre l'altra mano prepara il colpo cieco che<br />

gli sconocchierà le vertebre all'altezza del cranio. La memoria della ragazza dagli<br />

occhiali scuri l'aveva condotta qua e là dentro l'appartamento, come la vecchia<br />

del piano di sotto anche lei non inciampò né esitò, il letto dei genitori era disfatto,<br />

dovevano esser venuti a prenderli all'alba, si sedette lì a piangere, la moglie del<br />

medico andò a sedersi accanto a lei, le disse, Non piangere, quali altre parole si<br />

possono dire, che senso hanno le lacrime quando il mondo ha perduto ogni<br />

senso. Nella camera della ragazza, sul comò, c'era un vaso di vetro con un mazzo<br />

di fiori ormai secchi, l'acqua era evaporata, fu lì che le mani cieche si diressero, le<br />

dita sfiorarono i petali morti, com'è fragile la vita, se la si abbandona. La moglie<br />

del medico aprì la finestra, guardò fuori per la strada, erano tutti là, seduti per<br />

terra, in paziente attesa, il cane delle lacrime fu l'unico ad alzare la testa, avvisato<br />

dall'udito finissimo. Il cielo, di nuovo coperto, cominciava a scurirsi, stava<br />

giungendo la notte. Pensò che non avrebbero avuto bisogno di andare in cerca di<br />

un rifugio dove dormire, si sarebbero fermati qui, Alla vecchia non piacerà che le<br />

passiamo tutti per casa, mormorò. In quel momento la ragazza dagli occhiali scuri,<br />

toccandole la spalla, diceva, Le chiavi erano infilate nella serratura, non le hanno<br />

portate via. La difficoltà, ammesso che lo fosse, era quindi risolta, non avrebbero<br />

dovuto sopportare il malumore della vecchia del primo piano, Scendo a chiamarli,<br />

fra poco sarà buio, che bello, almeno per oggi possiamo dormire in una casa,<br />

sotto un tetto, disse la moglie del medico, Voi prenderete il letto dei miei genitori,<br />

Poi vedremo, Qui comando io, sono a casa mia, Hai ragione, come vuoi, la moglie<br />

del medico abbracciò la ragazza, poi scese giù a prendere la compagnia. Su per le<br />

scale, parlando animatamente, ogni tanto inciampando sui gradini malgrado la<br />

guida avesse detto, Sono dieci per ogni rampa, sembrava venissero in visita. Il<br />

144


cane delle lacrime li seguiva tranquillamente, come se fosse cosa di tutti i giorni.<br />

Sul pianerottolo, la ragazza dagli occhiali scuri guardava in basso, come si fa<br />

quando sale qualcuno, sia per sapere di chi si tratta, se non è gente conosciuta,<br />

sia per accogliere festosamente a parole, se sono amici, in questo caso non c'era<br />

bisogno di avere occhi per sapere chi stava arrivando, Entrate, entrate,<br />

accomodatevi. La vecchia del primo piano era comparsa a sbirciare alla porta, ha<br />

creduto che il trambusto fosse dovuto a una di quelle bande che compaiono per<br />

passare la notte, e in questo non si sbagliava, domandò, Chi c'è, e la ragazza dagli<br />

occhiali scuri rispose da sopra, è il mio gruppo, la vecchia si confuse, Com'era<br />

riuscita ad arrivare al pianerottolo, ma lo capì immediatamente e si irritò con se<br />

stessa per non essersi ricordata di cercare e recuperare le chiavi delle porte<br />

principali, era come se stesse perdendo i diritti di proprietà di un palazzo del<br />

quale, ormai da mesi, era l'unica abitante. Non trovò modo migliore di<br />

compensare la repentina frustrazione che dire, aprendo la porta, Guardate che<br />

dovete darmi qualcosa da mangiare, non ve ne dimenticate. E siccome non le<br />

risposero né la moglie del medico né la ragazza dagli occhiali scuri, l'una occupata<br />

a guidare il gruppo in arrivo, l'altra ad accoglierlo, gridò acida, Avete sentito, e<br />

fece malissimo, perché il cane delle lacrime, che in quel preciso istante le passava<br />

davanti, attaccò ad abbaiarle contro furiosamente, la vecchia cacciò un urlo<br />

spaventata e s'infilò precipitosamente in casa, sbattendo la porta, Chi è quella<br />

strega, domandò il vecchio dalla benda nera, sono cose che si dicono quando non<br />

sappiamo avere occhi per guardare noi stessi, ci avesse vissuto lui come ha<br />

vissuto lei, e vorremmo vedere quanto gli durerebbero le maniere civili.<br />

Non c'era altro cibo all'infuori di quello che avevano portato nei sacchetti,<br />

l'acqua dovevano risparmiarla fino all'ultima goccia, e quanto all'illuminazione, fu<br />

una bella fortuna che avessero trovato due candele nella dispensa della cucina,<br />

messe via per sopperire a occasionali mancanze di energia e che la moglie del<br />

medico accese a proprio beneficio, gli altri non ne avevano bisogno, avevano già<br />

una luce dentro la testa, talmente forte da averli accecati. Non avevano i<br />

compagni che questo poco, eppure finì per essere una festa di famiglia, una di<br />

quelle feste, rare, dove quel che possiede ciascuno è di tutti. Prima di sedersi a<br />

tavola, la ragazza dagli occhiali scuri e la moglie del medico scesero al piano di<br />

sotto per adempiere alla promessa, o forse sarebbe più esatto dire per soddisfare<br />

la richiesta, di pagare col cibo il passaggio per quella dogana. La vecchia li accolse<br />

lagnosa, imbronciata, quel maledetto cane che solo per un miracolo non l'aveva<br />

divorata, Dovete avere cibo in abbondanza per poter mantenere una belva del<br />

genere, insinuò, come se si aspettasse, tramite quell'osservazione recriminatoria,<br />

di suscitare nelle due emissarie qualcosa che definiremmo rimorsi di coscienza,<br />

veramente, si sarebbero dette, non sarebbe umano lasciar morire di fame una<br />

povera vecchia mentre un bruto animale si nutre a crepapelle. Ma le due donne<br />

non tornarono di certo indietro per andare a prendere dell'altro cibo, quanto le<br />

avevano portato era già una porzione generosa, tenendo conto delle difficoltà<br />

145


della vita di oggigiorno, e, inaspettatamente, fu così che l'intese la vecchia del<br />

piano di sotto, in fin dei conti meno malvagia di quanto sembrava, che rientrò a<br />

prendere le chiavi del retro di casa, dicendo poi alla ragazza dagli occhiali scuri,<br />

Prendi, è la tua chiave, e come se non bastasse, nel chiudere la porta, aggiunse<br />

mormorando, Grazie mille. Le due donne risalirono meravigliate, in definitiva<br />

quella strega dei sentimenti ce li aveva, Non era cattiva, è che il fatto di esser<br />

rimasta sola deve averla mandata fuori di testa, commentò la ragazza dagli<br />

occhiali scuri senza pensare a ciò che diceva. La moglie del medico non rispose,<br />

decise di rinviare la conversazione, e solo quando tutti gli altri erano ormai<br />

coricati, e alcuni addormentati, tutte e due sedute in cucina come madre e figlia a<br />

riprendere le forze per completare le faccende di casa, la moglie del medico le<br />

domandò, E tu, cosa farai adesso, Niente, resto qui ad aspettare che tornino i miei<br />

genitori, Da sola e cieca, Alla cecità mi sono abituata, E alla solitudine, Dovrò<br />

abituarmi, anche la vicina del piano di sotto vive da sola, Vuoi forse diventare<br />

come lei, cibarti di cavoli e carne cruda finché dureranno, nei palazzi qui intorno<br />

sembra che non abiti più nessuno, finirete tutte e due con l'odiarvi per paura che<br />

il cibo finisca, ogni torsolo trovato lo ruberete alla bocca dell'altra, tu non hai visto<br />

quella povera donna, della casa hai sentito soltanto l'odore, ma ti dico che<br />

neanche il posto dove vivevamo era così ripugnante, Prima o poi saremo tutti<br />

come lei, e poi sarà finita, non ci sarà altra vita, Per il momento siamo ancora vivi,<br />

Ascolta, tu sai molte più cose di me, al tuo confronto io sono soltanto una povera<br />

ignorante, ma penso che siamo già morti, siamo ciechi perché siamo morti,<br />

oppure, se preferisci che te lo dica diversamente, siamo morti perché siamo<br />

ciechi, il risultato è lo stesso, Io ci vedo ancora, Fortunatamente per te,<br />

fortunatamente per tuo marito, per me, per gli altri, ma non sai se continuerai a<br />

vedere, qualora diventassi cieca saresti uguale a noi, finiremo tutti come la vicina<br />

di sotto, Oggi è oggi, domani è un altro giorno, e io la responsabilità ce l'ho oggi,<br />

non domani, se sarò cieca, Responsabilità di cosa, La responsabilità di avere gli<br />

occhi quando gli altri li hanno perduti, Non puoi guidare o dare da mangiare a<br />

tutti i ciechi del mondo, Dovrei, Ma non puoi, Aiuterò per quanto sarà nelle mie<br />

possibilità, So bene che lo farai, se non fosse per te forse non sarei più viva, E<br />

adesso non voglio che tu muoia, Devo restare, è un mio obbligo, questa è la mia<br />

casa, voglio che i miei genitori mi trovino qui se torneranno, Se torneranno, l'hai<br />

detto tu stessa, e resta da sapere se saranno ancora i tuoi genitori, Non capisco,<br />

Hai detto che la vicina di sotto era una brava persona, Poverina, Poverini i tuoi<br />

genitori, poverina te, quando vi incontrerete, ciechi negli occhi e ciechi nei<br />

sentimenti, perché i sentimenti con i quali abbiamo vissuto e che ci hanno fatto<br />

vivere come eravamo sono nati perché avevamo gli occhi, senza di essi i<br />

sentimenti si trasformeranno, non sappiamo come, non sappiamo in quali, tu dici<br />

che siamo morti perché siamo ciechi, dunque, Tu ami tuo marito, Sì, quanto me<br />

stessa, ma se diventassi cieca, se dopo esserlo diventata non fossi più quella di<br />

prima, chi sarei per poter continuare ad amarlo, e di che amore. Anche prima,<br />

146


quando vedevamo, c'erano i ciechi, In confronto, pochi, i normali sentimenti<br />

erano quelli di chi vedeva, quindi i ciechi si regolavano sui sentimenti degli altri,<br />

non da ciechi quali erano, adesso, invece, stanno venendo fuori gli autentici<br />

sentimenti dei ciechi, e siamo appena all'inizio, stiamo ancora vivendo del ricordo<br />

di ciò che sentivamo, non hai bisogno degli occhi per sapere com'è la vita oggi, se<br />

mi avessero detto che un giorno avrei ammazzato l'avrei presa per un'offesa,<br />

eppure ho ammazzato, Allora, cosa vuoi che faccia, Vieni con me, vieni a casa<br />

nostra, E loro, Ciò che vale per te vale per loro, ma è soprattutto a te che voglio<br />

bene, Perché, Me lo domando anch'io il perché, forse perché per me sei diventata<br />

come una sorella, forse perché mio marito è stato a letto con te, Perdonami, Non<br />

è un delitto per cui serva il perdono, Ti succhieremo il sangue, saremo come dei<br />

parassiti, Non ne mancavano neppure quando vedevamo, e quanto al sangue, a<br />

qualcosa dovrà pur servire, oltre che a mantenere il corpo che lo trasporta, e<br />

adesso andiamo a dormire, domani è un'altra vita.<br />

Un'altra vita, o la stessa. Il ragazzino strabico, quando si svegliò, volle<br />

andare al gabinetto, aveva la diarrea, debole com'era qualcosa gli aveva fatto<br />

male, ma ci si accorse subito che non era possibile entrarci, a quanto pare la<br />

vecchia del piano di sotto si era servita a turno di tutti i gabinetti del palazzo fino<br />

a non poterli più usare, solo per una straordinaria coincidenza nessuno dei sette,<br />

ieri, prima di andare a coricarsi, ha avuto bisogno di soddisfare le urgenze del<br />

bassoventre, altrimenti già lo sapremmo. Adesso le sentivano tutti, e più di tutti il<br />

povero ragazzo che non riusciva più a trattenersi, in effetti, per quanto ci costi<br />

ammetterlo, anche queste sporche realtà della vita vanno considerate in un<br />

racconto, con le budella in pace chiunque può avere delle idee, discutere, per<br />

esempio, se esista un rapporto diretto fra gli occhi e i sentimenti, o se il senso di<br />

responsabilità sia la naturale conseguenza di una buona visione, ma quando la<br />

tortura incalza, quando il corpo ci fa impazzire di dolore e angoscia, allora sì, si<br />

vede che povero animale siamo. Il giardino, esclamò la moglie del medico, e<br />

aveva ragione, se non fosse così presto ci troveremmo anche la vicina del piano di<br />

sotto, è ora di smetterla di chiamarla vecchia, come abbiamo fatto in senso<br />

peggiorativo, sarebbe già lì, dicevamo, accovacciata, circondata dalle galline, e<br />

perché, chi ha domandato il perché sicuramente non sa come sono le galline.<br />

Comprimendosi la pancia, sostenuto dalla moglie del medico, il ragazzino strabico<br />

scese le scale ansiosamente, è già tanto se è riuscito a tenersela fin qui, poverino,<br />

di più non gli si chieda, agli ultimi gradini lo sfintere aveva ormai rinunciato a<br />

resistere alla pressione interna, immaginatevi le conseguenze. Gli altri cinque,<br />

intanto, stavano scendendo come potevano giù per la scala di sicurezza, una<br />

definizione azzeccata, se ancora era rimasto loro un po' di pudore dopo il periodo<br />

passato in quarantena, era ora di perderlo. Sparpagliati per il giardino, gemendo<br />

per lo sforzo, soffrendo per un residuo di inutile vergogna, fecero quel che andava<br />

fatto, anche la moglie del medico, ma lei, guardandoli, piangeva, piangeva per<br />

tutti loro, che pare non possano più fare neanche questo, piangere, suo marito, il<br />

147


primo cieco e la moglie, la ragazza dagli occhiali scuri, il vecchio dalla benda nera,<br />

questo ragazzo, li vedeva accoccolati sull'erba, fra gli steli nodosi dei cavoli, con le<br />

galline lì a sbirciare, era sceso anche il cane delle lacrime, uno in più. Si pulirono<br />

alla meglio, poco e male, chi con manciate d'erba, chi con cocci di mattone, dove<br />

il braccio era riuscito ad arrivare, in qualche caso fu peggiore il rimedio. Risalirono<br />

per la scala di sicurezza in silenzio, la vicina del primo piano non comparì a<br />

domandare chi erano, da dove venivano, dove andavano, magari stava ancora<br />

dormendo dopo aver ben digerito la cena, e, quando entrarono in casa, prima<br />

non seppero di cosa parlare, poi la ragazza dagli occhiali scuri disse che non<br />

potevano restare in quello stato, la verità è che acqua per lavarsi non ce n'era,<br />

peccato non stesse piovendo a dirotto, come ieri, sarebbero usciti di nuovo nel<br />

giardino, ma adesso nudi e senza vergognarsi, avrebbero accolto sul capo e sulle<br />

spalle l'acqua generosa del cielo, l'avrebbero sentita scivolare giù lungo la schiena<br />

e sul petto, fra le gambe, avrebbero potuto raccoglierla con le mani finalmente<br />

pulite e, con quella coppa, darla da bere a un assetato, non importava chi fosse,<br />

magari le labbra avrebbero sfiorato leggermente la pelle prima di trovare l'acqua<br />

e, vista la gran sete, ansiosamente avrebbero raccolto nella concavità le ultime<br />

gocce, così risvegliando, chissà, un'altra secchezza. Alla ragazza dagli occhiali<br />

scuri, come altre volte si è osservato, quel che la rovina è l'immaginazione, guarda<br />

cosa doveva pensare in una situazione del genere, tragica, grottesca, disperata.<br />

Malgrado tutto, non le manca un certo senso pratico, prova ne fu che andò ad<br />

aprire l'armadio della sua camera, poi quello dei genitori, e rientrò con un bel po'<br />

di asciugamani e lenzuola, Puliamoci con questi, disse, è meglio di niente, e<br />

indubbiamente fu una buona idea, quando si sedettero per mangiare si sentivano<br />

altri.<br />

Seduti a tavola, la moglie del medico espose il proprio pensiero, è giunto il<br />

momento di decidere cosa dobbiamo fare, sono convinta che tutti quanti siano<br />

ciechi, almeno come tali si comportavano le persone che ho visto fino a ora, non<br />

c'è acqua, non c'è elettricità, non ci sono rifornimenti di alcun tipo, ci ritroviamo<br />

nel caos, il vero caos dev'essere questo, Ci sarà pure un governo, disse il primo<br />

cieco, Non credo, ma, nel caso ci fosse, sarebbe un governo di ciechi che vogliono<br />

governare dei ciechi, e cioè, il nulla che pretende di organizzare il nulla, Allora non<br />

c'è futuro, disse il vecchio dalla benda nera, Non so se ci sarà futuro, ma adesso si<br />

tratta di sapere come potremo vivere in questo presente, Senza futuro il presente<br />

non serve, è come se non esistesse, Può darsi che l'umanità riesca a vivere senza<br />

occhi, ma allora non sarà più umanità, il risultato è evidente, chi di noi si<br />

considera ancora altrettanto umano di quanto credeva di essere prima, io per<br />

esempio ho ammazzato un uomo, Hai ammazzato un uomo, si meravigliò il primo<br />

cieco, Sì, quello che comandava nell'altra camerata, gli ho conficcato le forbici in<br />

gola, Hai ammazzato per vendicarci, a vendicare le donne doveva essere una<br />

donna, disse la ragazza dagli occhiali scuri, e se la vendetta è giusta, è cosa<br />

umana, se la vittima non avesse un diritto sul carnefice, allora non ci sarebbe<br />

148


giustizia, Né umanità, aggiunse la moglie del primo cieco, Torniamo al punto,<br />

disse la moglie del medico, se rimaniamo insieme forse riusciremo a sopravvivere,<br />

se ci separiamo saremo inghiottiti dalla massa e distrutti, Hai detto che ci sono<br />

gruppi di ciechi organizzati, osservò il medico, ciò significa che si stanno<br />

inventando nuove maniere di vivere, non è detto che finiremo distrutti, come<br />

prevedi, Non so fino a qual punto siano realmente organizzati, li vedo solo<br />

aggirarsi in cerca di un pò di cibo e di un posto dove dormire, niente di più, Siamo<br />

regrediti all'orda primitiva, disse il vecchio dalla benda nera, con la differenza che<br />

non siamo più qualche migliaio di uomini e donne in una natura immensa e<br />

intatta, ma migliaia di milioni in un mondo spolpato ed esaurito, E cieco, aggiunse<br />

la moglie del medico, quando comincerà a farsi difficile trovare acqua e cibo,<br />

sicuramente questi gruppi si disgregheranno, ognuno penserà di poter<br />

sopravvivere meglio da solo, non dovrà spartire con altri, qualsiasi cosa potrà<br />

arraffare sarà sua, e di nessun altro, I gruppi già esistenti avranno pure dei capi,<br />

qualcuno che comandi e organizzi, ricordò il primo cieco, Forse, ma in tal caso chi<br />

comanda è altrettanto cieco di chi viene comandato, Tu non sei cieca, disse la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, perciò sei stata tu a comandare e organizzare, Io non<br />

comando, organizzo ciò che posso, sono unicamente gli occhi che voi non avete<br />

più, Una specie di capo naturale, un re dotato di occhi in una terra di ciechi, disse<br />

il vecchio dalla benda nera, Se è così, allora lasciatevi guidare dai miei occhi<br />

fintanto che dureranno, e perciò propongo che, invece di disperderci, la ragazza in<br />

questa casa, voi nella vostra, tu nella tua, continuiamo a vivere insieme, Possiamo<br />

restare qui, disse la ragazza dagli occhiali scuri, La nostra casa è più grande,<br />

Supponendo che non sia occupata, rammentò la moglie del primo cieco, Quando<br />

ci arriveremo lo sapremo, e casomai ritorneremo qui, o potremmo andare a<br />

vedere la vostra, o la tua, aggiunse rivolgendosi al vecchio dalla benda nera, e lui<br />

rispose, Io non ho casa, vivevo da solo in una camera, Non hai famiglia, domandò<br />

la ragazza dagli occhiali scuri, Nessuno, Né moglie, né figli, né fratelli, Nessuno, Se<br />

i miei genitori non torneranno, anch'io sarò sola come te, Io sto con te, disse il<br />

ragazzino strabico, ma non aggiunse, Se mia madre non tornerà, non ha posto<br />

questa condizione, strano comportamento, o forse mica tanto strano, i giovani si<br />

adattano rapidamente, hanno tutta la vita davanti. Cosa decidete, domandò la<br />

moglie del medico, Vengo con voi, disse la ragazza dagli occhiali scuri, ti chiedo<br />

solo di accompagnarmi qui almeno una volta alla settimana, nel caso i miei<br />

genitori tornassero, Lascia le chiavi alla vicina di sotto, Non c'è altro da fare, non<br />

potrà portarsi via più di quanto abbia già fatto, Distruggerà tutto, Dopo questa<br />

mia visita, forse no, Anche noi veniamo con voi, disse il primo cieco, vorremmo<br />

solo, il più presto possibile, passare da casa nostra per sapere cosa è accaduto, Ci<br />

passeremo, è chiaro, Dalla mia non vale la pena, vi ho già detto cos'era, Ma verrai<br />

con noi, Sì, a una condizione, a prima vista potrebbe sembrare scandaloso che<br />

qualcuno anteponga condizioni a un favore che gli si vuole fare, ma certi vecchi<br />

sono così, tanto più orgogliosi quanto meno tempo hanno davanti, Qual è la<br />

149


condizione, domandò il medico, Quando comincerò a diventare un peso<br />

insopportabile, vi chiedo di dirmelo, e se, per amicizia o compassione, deciderete<br />

di tacere, spero di avere ancora abbastanza giudizio in testa per fare ciò che devo,<br />

E cosa sarebbe, si può sapere, domandò la ragazza dagli occhiali scuri, Ritirarmi,<br />

allontanarmi, scomparire, come facevano un tempo gli elefanti, ho sentito dire<br />

che negli ultimi tempi non era più così, nessun elefante riusciva a invecchiare, Tu<br />

non sei esattamente un elefante, Esattamente non sono più neppure un uomo,<br />

Soprattutto se cominci a dare risposte da bambino, ribatté la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, e la discussione finì qui.<br />

I sacchetti di plastica sono molto più leggeri di com'erano all'arrivo, non c'è<br />

da stupirsi, ci ha mangiato anche la vicina del primo piano, per ben due volte, la<br />

prima ieri sera, e oggi le hanno lasciato ancora qualcosa quando le hanno chiesto<br />

di tenere le chiavi e custodirle fino alla comparsa dei loro legittimi proprietari,<br />

tanto per addolcirle la bocca, che siamo già sufficientemente edotti sul suo<br />

carattere, per non parlare poi del cane delle lacrime, ha mangiato anche lui, solo<br />

un cuore di pietra sarebbe stato capace di fingersi indifferente davanti a quegli<br />

occhi supplici, ma, a proposito, dove si è ficcato il cane, in casa non c'è, dalla<br />

porta non è uscito, può essere soltanto nel giardino, andò la moglie del medico ad<br />

accertarsene, e infatti era così, il cane delle lacrime stava divorando una gallina,<br />

l'attacco era stato talmente rapido che quella non ebbe neppure il tempo di<br />

lanciare un segnale d'allarme, ma se la vecchia del primo piano avesse gli occhi e<br />

le galline contate, non si sa che fine farebbero le chiavi, per la rabbia. Tra la<br />

consapevolezza di aver commesso un delitto e la percezione che l'umana creatura<br />

da lui protetta se ne stava andando via, il cane delle lacrime ebbe solo un attimo<br />

di esitazione, si mise immediatamente a scavare nel terreno molle, e prima che la<br />

vecchia del primo piano spuntasse sul pianerottolo della scala di sicurezza<br />

fiutando la fonte dei rumori che le stavano entrando in casa, la carcassa della<br />

gallina era già sotterrata, celato il crimine, rinviato ad altra occasione il rimorso. Il<br />

cane delle lacrime se la svignò su per la scala, sfiorò per un soffio le sottane della<br />

vecchia, che non si accorse neppure del pericolo appena scampato, e andò a<br />

piazzarsi accanto alla moglie del medico, dove annunciò ai venti l'impresa<br />

compiuta. La vecchia del primo piano, sentendo abbaiare con tale ferocia,<br />

temette, ma noi sappiamo quanto tardi, troppo, per la sicurezza della dispensa, e<br />

si mise a gridare allungando il collo verso l'alto, Quel cane deve stare legato,<br />

finisce che mi ammazza una gallina, Stia tranquilla, rispose la moglie del medico, il<br />

cane non ha fame, ha già mangiato, e adesso ce ne stiamo andando, Adesso,<br />

ripeté la vecchia con una sorta di spossatezza nella voce che sembrava pena, era<br />

come se volesse farsi intendere in modo ben diverso, per esempio, Mi lasciate qui<br />

da sola, ma non aggiunse una parola di più, solo quell'Adesso che non chiedeva<br />

neppure risposta, anche i duri di cuore provano qualche dispiacere, e quello di<br />

questa donna fu tale che poi non volle aprire la porta per salutare quegli<br />

sventurati ai quali aveva concesso libero passaggio per casa sua. Li sentì scendere<br />

150


la scala, si parlavano, dicevano, Attenzione, non inciampare, Mettimi la mano<br />

sulla spalla, Tieniti al corrimano, sono parole di sempre, ma adesso, in questo<br />

mondo di ciechi, più comuni, quel che le parve strano fu sentire una delle donne<br />

dire, Qui è talmente buio che non riesco a vedere, che la cecità di questa donna<br />

non fosse bianca era già, di per sé, sorprendente, ma che lei non potesse vedere<br />

perché era buio, cosa mai poteva significare. Voleva pensare, si sforzò, ma la testa<br />

svanita non le diede alcun aiuto, poco dopo stava dicendo fra sé e sé, Avrò sentito<br />

male, dev'essere così. Per la strada, la moglie del medico si ricordò di quel che<br />

aveva detto, doveva stare più attenta alle parole, muoversi come chi abbia gli<br />

occhi, poteva farlo, Ma le parole devono essere da cieca, pensò.<br />

Riuniti sul marciapiede, dispose i compagni in due file di tre, nella prima<br />

mise il marito e la ragazza dagli occhiali scuri, con il ragazzino strabico in mezzo,<br />

nella seconda fila il vecchio dalla benda nera e il primo cieco, uno per lato<br />

dell'altra donna. Voleva averli tutti vicini, non nella solita e fragile fila indiana che<br />

poteva rompersi in qualunque momento, bastava che via facendo s'incrociassero<br />

con un gruppo più numeroso o più brusco e sarebbe successo come in mare, un<br />

piroscafo che tronca in due una feluca che gli si è messa davanti, sono ben note le<br />

conseguenze di simili incidenti, naufragio, rottami, gente annegata, inutili grida di<br />

aiuto nella vastità, e il piroscafo è già lontano, non si è neppure accorto<br />

dell'investimento, così sarebbe capitato a questi qui, un cieco qui, uno là, sperduti<br />

nelle disordinate correnti degli altri ciechi, come le onde del mare che non si<br />

trattengono e non sanno dove vanno, e la moglie del medico lì, senza sapere<br />

neppure lei chi soccorrere per primo, acchiappando il marito, forse il ragazzino<br />

strabico, ma perdendo la ragazza dagli occhiali scuri, gli altri due, il vecchio dalla<br />

benda nera ormai lontanissimo, diretto al cimitero degli elefanti. Ma eccola lì, sta<br />

passando intorno a tutti loro e poi a se stessa una corda fatta intrecciando strisce<br />

di stoffa mentre gli altri dormivano, Non vi ci afferrate, disse, invece sì, afferratela<br />

con tutta la forza che avete, non lasciatela in nessun caso, qualsiasi cosa accada.<br />

Non dovevano camminare troppo vicini per non inciampare fra di loro, ma<br />

avrebbero dovuto sentire la prossimità dei propri vicini, se possibile il contatto,<br />

soltanto uno di loro non aveva bisogno di preoccuparsi di questi nuovi problemi<br />

tattici di avanzamento sul terreno, ed era il ragazzino strabico, che procedeva in<br />

mezzo, protetto da tutti i lati. A nessuno dei nostri ciechi è venuto in mente di<br />

domandare in che modo navigano gli altri gruppi, se camminano anch'essi così<br />

legati, con lo stesso o con altri sistemi, ma la risposta sarebbe facile, a quel che si<br />

è potuto osservare i gruppi, salvo il caso di qualcuno più coeso per motivi<br />

intrinseci e che noi non conosciamo, generalmente continuano a perdere e ad<br />

acquistare aderenti nel corso della giornata, c'è sempre un cieco che si disorienta<br />

e si perde, un altro che viene acchiappato per forza di gravità e viene trascinato,<br />

può darsi che lo accettino, può darsi che lo caccino, dipende da quel che porta<br />

con sé. La vecchia del primo piano ha aperto lentamente la finestra, non vuole si<br />

sappia di questa sua debolezza sentimentale, ma dalla strada non sale nessun<br />

151


usio, se ne sono già andati, hanno lasciato questo posto dove non passa quasi<br />

nessuno, la vecchia dovrebbe essere contenta, così non dovrà dividere con altri le<br />

sue galline e i suoi conigli, dovrebbe esserlo, ma non lo è, dagli occhi ciechi le<br />

spuntano due lacrime, per la prima volta si è domandata se avesse una ragione<br />

per continuare a vivere. Non ha trovato risposta, le risposte non vengono<br />

ogniqualvolta sono necessarie, come del resto succede spesse volte che il<br />

rimanere semplicemente ad aspettarle sia l'unica risposta possibile.<br />

Dalla strada che avevano preso sarebbero passati a due isolati dalla casa<br />

dove il vecchio dalla benda nera aveva la sua camera da uomo solo, ma avevano<br />

già deciso di proseguire, cibo là non ce n'è, di vestiti non ha bisogno, i libri non<br />

può leggerli. Le strade sono piene di ciechi che vanno a caccia di cibo. Entrano ed<br />

escono dai negozi, a mani vuote ci entrano, a mani vuote ne escono quasi<br />

sempre, poi discutono fra loro la necessità o il vantaggio di lasciare questo<br />

quartiere e andare a racimolare qualcosa in altre parti della città, il grande<br />

problema è che, così come stanno le cose, senza acqua corrente, senza energia<br />

elettrica, con le bombole di gas vuote, e per giunta con il pericolo di accendere<br />

fuochi dentro casa, non si può cucinare, supponendo che sapessimo dove andare<br />

a rimediare il sale, l'olio, i condimenti, nell'ipotesi di voler preparare una pietanza<br />

con qualche traccia di sapori all'antica, perché se si trattasse di verdure<br />

basterebbe una sbollentata e ci riterremmo soddisfatti, come del resto per la<br />

carne, oltre che i conigli e le galline di sempre, serviremmo i cani e i gatti che<br />

eventualmente si facessero acchiappare, ma, siccome l'esperienza è veramente<br />

maestra di vita, perfino questi animali, prima domestici, hanno imparato a<br />

diffidare delle carezze, adesso cacciano in gruppo e in gruppo si difendono dai<br />

cacciatori, e siccome grazie a Dio hanno ancora gli occhi, sanno meglio come<br />

sgattaiolare, e attaccare, se è necessario. Tutte queste circostanze e ragioni<br />

hanno portato a concluderne che gli alimenti migliori per gli esseri umani sono<br />

quelli inscatolati, non solo perché in molti casi sono già cotti, pronti per essere<br />

consumati, ma anche per la facilità del trasporto e la comodità dell'utilizzo. è vero<br />

che in tutte le lattine, vasetti e scatolami vari che contengono questo tipo di<br />

alimenti è menzionata la data dopo la quale il consumo non è più conveniente, se<br />

non addirittura, in certi casi, pericoloso, ma la saggezza popolare non ha tardato a<br />

mettere in circolazione un detto in un certo senso irrefutabile, simmetrico di<br />

quell'altro che ora non si usa più, occhio non vede cuore non duole, si diceva,<br />

adesso l'occhio che non vede gode di uno stomaco insensibile, perciò si mangiano<br />

un mucchio di schifezze. In testa al gruppo, la moglie del medico fa mentalmente<br />

il bilancio del cibo che hanno ancora, al massimo basterà per un pasto, senza<br />

contare il cane, ma che lui se la sbrighi coi propri mezzi, quelli che tanto bene gli<br />

son serviti per acchiappare la gallina per il collo e spezzarle la voce e la vita. Ha in<br />

casa, se ben rammenta, e se non è entrato nessuno, una discreta quantità di<br />

scatolame, giusto per una coppia, ma qui sono in sette a mangiare, la riserva<br />

durerà poco, anche se si adotta un rigido razionamento di base. Domani, uno di<br />

152


questi giorni, dovrà tornare al magazzino sotterraneo del supermercato, dovrà<br />

decidere se andarci da sola o chiedere al marito di accompagnarla, o al primo<br />

cieco, che è più giovane e più agile, la scelta è fra la possibilità di recuperare una<br />

maggior quantità di cibo e la rapidità dell'azione, ivi comprese, da non<br />

dimenticare, le condizioni della ritirata. La spazzatura per le strade, che da ieri<br />

sembra raddoppiata, gli escrementi umani, mezzi liquefatti dalla pioggia violenta<br />

di ieri o di prima, pastosi o diarroici quelli che stanno eliminando mentre<br />

passiamo questi uomini e queste donne, saturano di fetore l'atmosfera, come una<br />

nebbia densa attraverso cui è possibile avanzare solo con grande sforzo. In una<br />

piazza circondata da alberi, con una statua al centro, una muta di cani divora un<br />

uomo. Dovrebbe essere morto da poco, le membra non sono rigide, lo si nota<br />

quando i cani lo scuotono per strappare dall'osso la carne afferrata coi denti. Un<br />

corvo saltella qua e là in cerca di un varco per avvicinarsi anche lui al manicaretto.<br />

La moglie del medico ha sviato lo sguardo, ma era troppo tardi, il vomito le è<br />

salito irrefrenabile dalle viscere, due, tre volte, come se il suo stesso corpo,<br />

ancora vivo, fosse scosso da altri cani, la muta della disperazione assoluta, sono<br />

arrivato qui, qui voglio morire. Il marito domandò, Cos'hai, gli altri, uniti dalla<br />

corda, si strinsero di più, d'improvviso spaventati, Cos'è successo, Ti ha fatto male<br />

il cibo, Qualche cosa che era andata a male, Io non sento niente, Neanche io.<br />

Meglio per loro, potevano sentire soltanto l'agitazione delle bestie, un repentino<br />

e insolito gracchiare di corvo, nella confusione uno dei cani gli aveva morso<br />

un'ala, di sfuggita, senza cattive intenzioni, allora la moglie del medico disse, Non<br />

l'ho potuto evitare, scusatemi, ma qui ci sono dei cani che ne stanno mangiando<br />

un altro, Stanno mangiando il nostro cane, domandò il ragazzino strabico, No, il<br />

nostro, come dici tu, è vivo, gli sta girando intorno, ma non si avvicina, Dopo la<br />

gallina che ha mangiato, non dovrà avere molta fame, disse il primo cieco, Stai un<br />

po' meglio, domandò il medico, Sì, sì, andiamocene via, E il nostro cane, domandò<br />

di nuovo il ragazzino strabico, Il cane non è nostro, è soltanto venuto con noi,<br />

probabilmente adesso si fermerà con questi, forse già prima era insieme a loro,<br />

ha ritrovato gli amici, Voglio fare la cacca, Qui, Non sto tanto bene, mi fa male la<br />

pancia, si lagnò il ragazzo. Si scaricò lì stesso, come gli fu possibile, la moglie del<br />

medico vomitò ancora una volta, ma le sue ragioni erano diverse. Attraversarono<br />

poi l'ampia piazza, e quando arrivarono sotto l'ombra degli alberi, la moglie del<br />

medico si guardò indietro. Erano comparsi altri cani, c'era già una disputa su<br />

quanto ne restava del corpo. Stava arrivando il cane delle lacrime, col muso<br />

rasente al suolo come se stesse seguendo una pista, questione di abitudine,<br />

perché stavolta il semplice sguardo bastava per ritrovare colei che cercava.<br />

La camminata continua, la casa del vecchio dalla benda nera ormai è laggiù,<br />

adesso procedono in un ampio viale, con alti e lussuosi edifici da un lato e<br />

dall'altro. Le automobili, qui, sono costose, grandi e comode, perciò si vedono<br />

tanti ciechi che vi dormono dentro, e, a giudicare dalle apparenze, un'enorme<br />

limousine è stata addirittura trasformata in residenza fissa, probabilmente perché<br />

153


è più facile ritornare a una macchina che a una casa, i suoi occupanti faranno<br />

esattamente come si faceva in quarantena per ritrovare il letto, procedere<br />

palpeggiando e contando le automobili partendo dall'angolo, ventisette, lato<br />

sinistro, eccomi a casa. L'edificio davanti alla cui porta si trova la limousine è una<br />

banca. La macchina ha portato il presidente del consiglio di amministrazione alla<br />

settimanale riunione plenaria, la prima che si teneva da quando si era annunciata<br />

l'epidemia di mal bianco, e non c'è stato il tempo di portarla nel garage<br />

sotterraneo, dove avrebbe atteso la fine delle discussioni. L'autista è diventato<br />

cieco mentre il presidente stava per entrare nell'edificio, dalla porta principale,<br />

come piaceva a lui, ha lanciato un grido, stiamo parlando dell'autista, ma lui,<br />

stiamo parlando del presidente, non lo ha sentito. La riunione, peraltro, non<br />

sarebbe poi stata tanto plenaria quanto lasciava presumere la sua definizione,<br />

negli ultimi giorni erano diventati ciechi vari membri del consiglio. Il presidente<br />

non è arrivato neppure ad aprire la seduta, il cui ordine del giorno prevedeva<br />

giustappunto la discussione e i provvedimenti da adottare nel caso finissero per<br />

diventare ciechi tutti i membri del consiglio di amministrazione effettivi e<br />

supplenti, e non è riuscito neanche a entrare nella sala delle riunioni perché,<br />

mentre l'ascensore lo portava al quindicesimo piano, esattamente fra il nono e il<br />

decimo, è mancata la corrente elettrica, per non tornare più. E siccome una<br />

disgrazia non viene mai da sola, nello stesso istante sono diventati ciechi anche gli<br />

elettricisti addetti alla manutenzione del sistema interno di energia e, di<br />

conseguenza, anche del generatore, di vecchio modello, non automatico, che da<br />

tempo era da sostituire, col risultato, come si è detto, che l'ascensore è rimasto<br />

fermo fra il nono e il decimo piano. Il presidente ha visto diventare cieco<br />

l'ascensorista che lo accompagnava, egli stesso ha perso la vista un'ora dopo, e<br />

siccome l'energia non è tornata e quel giorno i casi di cecità all'interno della<br />

banca si sono moltiplicati, è quasi sicuro che i due siano ancora chiusi lì dentro,<br />

morti, inutile dirlo, rinchiusi in una tomba di acciaio e perciò fortunatamente in<br />

salvo dai cani divoratori.<br />

Non essendoci testimoni, e se ci sono stati non risulta siano stati<br />

interpellati per riferirci com'è andata, è comprensibile che qualcuno domandi<br />

come sia stato possibile sapere che le cose sono andate così e non altrimenti, la<br />

risposta da dare è che tutti i racconti sono come quelli della creazione<br />

dell'universo, nessuno c'era, nessuno vi ha assistito, ma tutti sanno cosa è<br />

accaduto. La moglie del medico aveva domandato, Come sarà andata con le<br />

banche, non che le importasse molto, nonostante abbia affidato le sue economie<br />

proprio a una banca, lo ha domandato per semplice curiosità, solo perché le è<br />

venuto in mente, non per altro, né si aspettava che le rispondessero, per esempio<br />

così, In principio Dio creò il cielo e la terra, la terra era informe e deserta e le<br />

tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque, invece quel<br />

che successe fu che il vecchio dalla benda nera disse mentre riscendevano il viale,<br />

A quanto ho potuto sapere quando avevo ancora un occhio per vedere, in<br />

154


principio fu un pandemonio, le persone, per paura di ritrovarsi cieche e sfornite, si<br />

precipitarono nelle banche per ritirare i propri soldi, pensavano di doversi<br />

premunire per il futuro, ed è comprensibile, se uno sa di non poter lavorare più,<br />

l'unico rimedio, finché durano, è quello di far ricorso alle economie fatte in<br />

periodi di prosperità e previsioni a lungo termine, supponendo che si sia avuta<br />

effettivamente la prudenza di andare accumulando i risparmi granello su granello,<br />

il risultato della fulminea corsa fu che in ventiquattr'ore erano fallite alcune tra le<br />

principali banche, intervenne il governo chiedendo che gli animi si calmassero e<br />

facendo appello alla coscienza civica dei cittadini, concludendo il proclama con la<br />

solenne dichiarazione che si sarebbe assunto tutte le responsabilità e i doveri<br />

derivanti dalla situazione di calamità pubblica che si stava vivendo, un passo che<br />

tuttavia non riuscì ad allentare la crisi, non solo perché la gente continuava a<br />

diventare cieca, ma anche perché chi ancora ci vedeva pensava soltanto a salvare<br />

i propri amati soldi, infine, era inevitabile, le banche, fallite o meno, chiusero i<br />

battenti e chiesero protezione alla polizia, non servì a niente, in mezzo alla folla<br />

che si ammassava urlante davanti alle banche c'erano anche poliziotti in borghese<br />

che reclamavano ciò che tanto avevano faticato a guadagnare, alcuni, per potersi<br />

esprimere liberamente, avevano addirittura avvisato il comando che erano ciechi,<br />

e quindi si erano messi in congedo, e gli altri, quelli ancora in uniforme e in<br />

servizio, con le armi puntate sulle masse insoddisfatte, all'improvviso cessarono di<br />

vedere il bersaglio, e questi ultimi, se avevano dei soldi in banca, perdevano ogni<br />

speranza e, per giunta, venivano accusati di aver patteggiato con il potere<br />

costituito, ma il peggio venne dopo, quando le banche si videro assalite da orde<br />

infuriate di ciechi e non ciechi, ma tutti disperati, ormai non si trattava più di<br />

presentare pacificamente allo sportello un assegno da riscuotere dicendo<br />

all'impiegato, Voglio ritirare il saldo, ma di arraffare quel che si poteva, i soldi del<br />

giorno, quanto fosse stato lasciato nei cassetti, in un forziere aperto per<br />

disattenzione, in un sacchettino di spiccioli all'antica, come usavano le nonne<br />

della generazione più vecchia, non si può immaginare che cosa fu, i grandi e<br />

lussuosi atri delle sedi, le piccole agenzie di quartiere assistettero a scene<br />

veramente terrificanti, e non bisogna dimenticare il particolare delle casse<br />

automatiche, forzate e saccheggiate fino all'ultima banconota, sullo schermo di<br />

alcune, enigmaticamente, comparve un messaggio di ringraziamento per aver<br />

scelto questa banca, le macchine sono effettivamente stupide, a meno che non<br />

sia più esatto dire che queste qui avevano tradito i loro padroni, insomma, tutto il<br />

sistema bancario crollò in un soffio, come un castello di carte, e non perché il<br />

possesso di denaro avesse cessato di essere apprezzato, prova ne sia che chi ce<br />

l'ha non vuole mollarlo, adducendo che non si può prevedere come sarà il<br />

domani, cosa che del resto staranno pensando sicuramente anche i ciechi che si<br />

sono installati nei sotterranei delle banche, dove si trovano le casseforti, in attesa<br />

di un miracolo che ne spalanchi le pesanti porte di acciaio che li separano dalla<br />

ricchezza, se ne allontanano soltanto per procurarsi cibo e acqua, o per soddisfare<br />

155


altre necessità, ma ritornano immediatamente ai propri posti, hanno parole<br />

d'ordine e segnali con le dita affinché nessun estraneo possa introdursi nel<br />

baluardo, chiaro, vivono nel buio più totale, ma tant'è, per questa cecità è tutto<br />

bianco. Il vecchio dalla benda nera narrò questi tremendi avvenimenti di banche e<br />

finanze mentre attraversavano lentamente la città, con qualche fermata perché il<br />

ragazzino strabico potesse sedare gli insopportabili tumulti dell'intestino, e<br />

malgrado il tono veridico che ha saputo imprimere all'appassionante descrizione,<br />

è lecito sospettare della presenza di alcune esagerazioni nel suo racconto, la<br />

storia dei ciechi che vivono nei sotterranei per esempio, come avrà fatto a saperla<br />

se non conosce la parola d'ordine né il trucco del pollice, in ogni caso è servita per<br />

farcene un'idea.<br />

Il giorno si stava concludendo quando arrivarono finalmente nella strada<br />

dove abitano il medico e sua moglie. Non è diversa dalle altre, ci sono immondizie<br />

dappertutto, bande di ciechi vaganti alla deriva, e per la prima volta, ma è solo<br />

per puro caso che non li hanno incontrati prima, degli enormi ratti, due, contro i<br />

quali non osano scagliarsi neppure i gatti che vagabondano da queste parti,<br />

perché sono quasi della loro dimensione e certamente molto più feroci. Il cane<br />

delle lacrime guardò gli uni e gli altri con l'indifferenza di chi vive in un'altra sfera<br />

di emozioni, si direbbe così, se non fosse il cane che continua a essere, bensì un<br />

animale di quelli umani. Vedendo i luoghi conosciuti, la moglie del medico non<br />

fece quella consueta, malinconica riflessione che consiste nel dire, Come passa il<br />

tempo, l'altro giorno eravamo ancora felici, ma, piuttosto, fu colpita dalla<br />

delusione, inconsapevolmente aveva creduto che, siccome era la sua strada,<br />

l'avrebbe trovata pulita, spazzata, ordinata, che i suoi vicini fossero ciechi degli<br />

occhi, ma non dell'intelletto, Che stupidaggine, disse a voce alta, Perché, cosa c'è,<br />

domandò il marito, Niente, fantasie, Come passa il tempo, e la casa, in che<br />

condizioni sarà, disse lui, Fra poco lo sapremo. Le forze erano poche, perciò<br />

salirono le scale molto lentamente, fermandosi a ogni pianerottolo, è al quinto,<br />

aveva detto la moglie del medico. Procedevano alla meglio, ciascuno per sé, il<br />

cane delle lacrime ora avanti ora dietro, come se fosse nato per essere un cane da<br />

pastore, con l'ordine di non perdere una sola pecora. C'erano porte aperte, voci<br />

nell'interno, il nauseabondo odore di sempre che usciva a zaffate, per ben due<br />

volte spuntarono dei ciechi sulla soglia guardando con occhi vacui, Chi c'è,<br />

domandarono, la moglie del medico ne riconobbe uno, l'altro non era del palazzo,<br />

Vivevamo qui, si limitò a rispondere. Anche sul volto del vicino passò<br />

fugacemente un'espressione di riconoscimento, ma non domandò, Siete la moglie<br />

del dottore, quando rientrerà forse dirà, Sono tornati quelli del quinto piano. Alla<br />

fine dell'ultima rampa di scale, ancor prima di posare il piede sul pianerottolo, la<br />

moglie del medico annunciava, è chiusa. C'erano tracce di forzatura, ma la porta<br />

aveva resistito. Il medico infilò la mano in una tasca interna della giacca nuova e<br />

tirò fuori le chiavi. Rimase lì con le chiavi per aria, in attesa, ma la moglie gli guidò<br />

dolcemente la mano verso la serratura.<br />

156


Tolta la polvere domestica, che approfitta delle assenze delle famiglie per<br />

andare dolcemente ad appannare la superficie dei mobili, e, a proposito, diciamo<br />

che sono le sue uniche occasioni per riposare, senza frenesie di piumini o di<br />

aspirapolveri, senza corse di bambini che, passando, scatenano cicloni<br />

atmosferici, la casa era pulita, e c'era il normale disordine che ci si aspetta quando<br />

si è dovuti uscire precipitosamente. E comunque, mentre quel giorno aspettavano<br />

le chiamate dal ministero e dall'ospedale, la moglie del medico, con la stessa<br />

previdenza che porta la gente sensata a risolvere in vita le proprie faccende, per<br />

non doversi verificare poi, dopo la morte, la fastidiosa necessità di ricorrere a<br />

sistemazioni violente, aveva lavato i piatti, rifatto il letto, riordinato la stanza da<br />

bagno, non aveva lasciato quel che si potrebbe definire un gioiello, ma per la<br />

verità sarebbe stata una crudeltà pretendere di più, con quelle mani che<br />

tremavano e gli occhi inondati di lacrime. Fu dunque a una specie di paradiso che<br />

giunsero i sette pellegrini, e l'impressione fu talmente forte, un'impressione che,<br />

senza troppa offesa al rigore del termine, potremmo definire trascendentale, che<br />

si trattennero al l'ingresso, quasi paralizzati dall'inatteso odore della casa, ed era<br />

semplicemente l'odore di una casa chiusa, in altri momenti saremmo corsi ad<br />

aprire tutte le finestre, Per arieggiare, avremmo detto, oggi sarebbe bene tenerle<br />

sigillate per non far entrare la putredine da fuori. La moglie del primo cieco disse,<br />

Sporcheremo tutto, e aveva ragione, se fossero entrati con quelle scarpe coperte<br />

di fango e merda, in un attimo il paradiso si sarebbe trasformato in un inferno,<br />

secondo luogo, questo, dove in base ad autorevoli affermazioni l'odore putrido,<br />

fetido, nauseabondo, pestilenziale è la cosa più penosa da sopportare per le<br />

anime dannate, non le tenaglie ardenti, i calderoni di pece bollente e gli artefatti<br />

vari di forgia e di cucina. Da tempi immemorabili è uso delle padrone di casa dire,<br />

Entrate, entrate, per carità, non ha importanza, se si sporca poi si pulisce, ma<br />

questa, al pari dei propri invitati, sa da dove viene, sa che nel mondo in cui vive<br />

ciò che è sporco si sporcherà sempre più, perciò li prega di togliersi le scarpe sul<br />

pianerottolo, e li ringrazia, certo, neanche i piedi sono puliti, ma non c'è<br />

paragone, gli asciugamani e le lenzuola della ragazza dagli occhiali scuri sono pur<br />

serviti a qualcosa, hanno portato via il grosso. Entrarono quindi scalzi, la moglie<br />

del medico cercò e trovò un grosso sacco di plastica dove infilò tutte le scarpe,<br />

pensando a un lavaggio, non sapeva né quando né come, poi lo portò sul balcone,<br />

non avrebbe certo peggiorato l'aria esterna. Il cielo cominciava a rabbuiarsi,<br />

c'erano grossi nuvoloni, Magari piovesse, pensò. Con la chiara idea di cosa<br />

bisognasse fare, tornò dai compagni. Erano in sala, fermi, in piedi, malgrado<br />

fossero stanchissimi non si erano azzardati a cercare un sedile, solo il medico<br />

sfiorava di sfuggita i mobili con le mani, lasciandovi i segni sulla superficie, era<br />

l'inizio della prima pulizia, un po' di questa polvere ce l'ha già sulla punta delle<br />

dita. La moglie del medico disse, Spogliatevi tutti, non possiamo restare così, i<br />

nostri vestiti sono quasi altrettanto sporchi delle scarpe, Spogliarci, domandò il<br />

primo cieco, qui, uno davanti all'altro, non mi pare il caso, Se volete, posso<br />

157


mettervi ciascuno in una parte della casa, rispose ironicamente la moglie del<br />

medico, così non ci saranno più vergogne, Io mi spoglio qui, disse la moglie del<br />

primo cieco, solo tu mi puoi vedere, e quand'anche non fosse così, non dimentico<br />

che mi hai già vista peggio che nuda, ma mio marito ha la memoria corta, Non so<br />

che interesse possa esserci nel ricordare argomenti spiacevoli ormai passati,<br />

borbottò il primo cieco, Se fossi donna e fossi stato dove siamo state noi, la<br />

penseresti diversamente, disse la ragazza dagli occhiali scuri cominciando a<br />

spogliare il ragazzino strabico. Il medico e il vecchio dalla benda nera erano già<br />

nudi dalla cintola in su adesso si sbottonavano i pantaloni, il vecchio dalla benda<br />

nera disse al medico, che gli stava accanto, Fammi appoggiare per sfilarmi i<br />

pantaloni. Erano talmente ridicoli, poveracci, che quasi veniva voglia di piangere.<br />

Il medico perse l'equilibrio, nella caduta si trascinò appresso il vecchio dalla benda<br />

nera, per fortuna la presero tutti e due sul ridere, e adesso suscitava tenerezza<br />

vederli lì, con i corpi macchiati da ogni possibile sporcizia, i sessi quasi impastati,<br />

peli bianchi, peli neri, ecco dov'è andata a finire la rispettabilità di un'età avanzata<br />

e di una professione tanto meritoria. La moglie del medico andò ad aiutarli ad<br />

alzarsi, fra poco sarà tutto buio, nessuno avrà più motivo di vergognarsi, Chissà se<br />

in casa c'è qualche candela, si domandò, per tutta risposta si ricordò che in casa<br />

aveva due reliquie dell'illuminazione, un'antica lucerna a olio, a tre beccucci, e un<br />

vecchio lume a petrolio, di quelli con la coppa di vetro, per oggi andrà bene la<br />

lucerna, olio ne ho, lo stoppino s'inventa, domani andrò in cerca di un po' di<br />

petrolio in qualche negozio, sarà molto più facile trovare il petrolio che una<br />

scatoletta, Soprattutto se non vai a cercare nei negozi di alimentari, pensò,<br />

meravigliandosi di se stessa per essere ancora capace, in questa situazione, di<br />

scherzare. La ragazza dagli occhiali scuri si stava spogliando lentamente, in un<br />

modo per cui sembrava che, per quanto si scoprisse, le sarebbe sempre rimasto<br />

addosso un ultimo indumento a coprirla, non si capisce cosa c'entrino adesso<br />

queste ritrosie, ma se la moglie del medico fosse più vicina vedrebbe come alla<br />

ragazza le si stia imporporando il viso, malgrado ce l'abbia tanto sporco, le donne,<br />

beato chi le capisce, a una le son venuti all'improvviso i pudori dopo essere<br />

andata a letto con un mucchio di uomini che a malapena conosceva, quanto<br />

all'altra, sappiamo che sarebbe capacissima di sussurrarle all'orecchio, con la<br />

massima tranquillità, Non ti vergognare, lui non ti può vedere, riferendosi al<br />

proprio marito, è chiaro, non ci siamo mica dimenticati di come quella sfacciata<br />

sia andata a tentarlo nel letto, le donne, in fondo, le compri chi non le conosce.<br />

Eppure la ragione potrebbe essere un'altra, qui ci sono altri due uomini nudi, e<br />

uno di loro l'ha accolta nel letto.<br />

La moglie del medico raccolse gli indumenti lasciati per terra, pantaloni,<br />

camicie, una giacca, una blusa, giubbotti, biancheria intima, appiccicosa di<br />

porcherie, che neanche un ammollo di un mese farebbe tornare pulita, si mise<br />

tutto sottobraccio, Restate qui, disse, torno subito. Portò tutto fuori sul balcone,<br />

come aveva fatto con le scarpe, lì si spogliò anche lei, guardando la città nera<br />

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sotto il cielo coperto. Non una sola pallida luce alle finestre, non un tenue riflesso<br />

sulle facciate, quella lì non era una città, era un'enorme massa di catrame che,<br />

raffreddandosi, si era modellata in forme di palazzi, tetti, comignoli, tutto morto,<br />

tutto spento. Il cane delle lacrime spuntò sul balcone, inquieto, ma adesso non<br />

c'erano pianti da consolare, la disperazione era tutta interna, gli occhi erano<br />

asciutti. La moglie del medico sentì freddo, si ricordò degli altri, lì, in mezzo alla<br />

sala, nudi, ad aspettare chissà cosa. Rientrò. Erano divenuti dei semplici contorni<br />

senza sesso, macchie imprecise, ombre che si perdevano nell'ombra, Ma non per<br />

loro, pensò, loro si stemperano nella luce che li circonda, è la luce che non<br />

consente di vederli. Adesso farò un po' di luce, disse, in questo momento sono<br />

cieca quanto voi, è tornata l'elettricità, domandò il ragazzino strabico, No,<br />

accendo una lucerna, E che cos'è, tornò a domandare il ragazzo, Poi te lo faccio<br />

vedere. Cercò in uno dei sacchetti di plastica una scatola di fiammiferi, andò in<br />

cucina, sapeva dove aveva riposto l'olio, non gliene serviva molto, strappò da uno<br />

strofinaccio per i piatti una striscia per farne uno stoppino, poi tornò in sala,<br />

dov'era la lucerna, per la prima volta da quanto era stata costruita sarebbe stata<br />

utile, all'inizio non sembrava sarebbe stato questo il suo destino, ma nessuno di<br />

noi, lucerne, cani o esseri umani, sa, all'inizio, tutto quello per cui è venuto al<br />

mondo. Una dopo l'altra, sui beccucci della lucerna si attizzarono, tremule, tre<br />

piccole mandorle luminose, che di tanto in tanto si distendevano dando quasi<br />

l'impressione che la parte superiore delle fiamme sarebbe svanita nell'aria, ma<br />

poi si concentravano in se stesse, quasi a divenire dense, solide, dei sassolini di<br />

luce. La moglie del medico disse, Finalmente ci vedo, vado a prendervi qualcosa di<br />

pulito, Ma noi siamo sporchi, ricordò la ragazza dagli occhiali scuri. Sia lei che la<br />

moglie del primo cieco si coprivano il petto e il pube con le mani, Non per me,<br />

pensò la moglie del medico, ma perché le sta guardando la luce della lucerna. Poi<br />

disse, Meglio avere qualcosa di pulito sul corpo sporco che indossare abiti sporchi<br />

sul corpo pulito. Prese la lucerna e andò a frugare nei cassetti del comò, negli<br />

armadi, tornò pochi minuti dopo con pigiami, grembiuli, camicette, vestiti,<br />

pantaloni, magliette, il necessario per coprire decentemente sette persone, è pur<br />

vero che non tutte erano della stessa statura, ma nella magrezza sembravano<br />

gemelle. La moglie del medico li aiutò a vestirsi, al ragazzino strabico toccarono<br />

un paio di calzoncini del medico, tipo quelli da spiaggia o da campagna che ci<br />

rendono tutti bambini. Adesso possiamo sederci, sospirò la moglie del primo<br />

cieco, guidaci tu per favore, non sappiamo dove metterci.<br />

La sala è come tutte, ha un tavolino al centro, intorno ci sono divani a<br />

sufficienza, su questo qui si siedono il medico e sua moglie, più il vecchio dalla<br />

benda nera, su quello la ragazza dagli occhiali scuri e il ragazzino strabico,<br />

sull'altro la moglie del primo cieco e il primo cieco. Sono esausti. Il ragazzino si è<br />

addormentato immediatamente, col capo in grembo alla ragazza dagli occhiali<br />

scuri, senza pensare più alla lucerna. Così trascorse un'ora, sembrava un paradiso,<br />

sotto la luce tenuissima gli stessi corpi sudici sembravano lavati, brillavano gli<br />

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occhi di chi non dormiva, il primo cieco cercò la mano della moglie e la strinse, un<br />

gesto da cui si può osservare quanto il riposo del corpo possa contribuire<br />

all'armonia degli spiriti. Disse allora la moglie del medico, Fra poco mangeremo<br />

qualche cosa, ma prima converrebbe ci mettessimo d'accordo su come vivremo<br />

qui, tranquillizzatevi, non intendo ripetere il discorso dell'altoparlante, per<br />

dormire c'è spazio a sufficienza, abbiamo due camere per le due coppie, in questa<br />

sala possono dormire gli altri, ognuno su un divano, domani dovrò uscire a<br />

cercare un po' di cibo, quello che abbiamo sta finendo, sarebbe utile che uno di<br />

voi mi accompagnasse, per aiutarmi a portarlo, ma anche per cominciare a<br />

imparare la strada di casa, a riconoscere gli angoli, un giorno potrei ammalarmi, o<br />

diventare cieca, mi aspetto sempre che capiti, in tal caso dovrò imparare da voi,<br />

altro argomento, per le necessità ci sarà un secchio sul balcone, so bene che non<br />

è piacevole andare là fuori, con la pioggia che è venuta giù e con il freddo che fa,<br />

in tutti i casi è meglio così piuttosto che ritrovarci con la casa puzzolente, non<br />

dimentichiamoci cosa è stata la nostra vita fintanto che siamo stati internati,<br />

abbiamo sceso tutti i gradini dell'indegnità, tutti, fino all'abiezione, anche se in<br />

maniera diversa potrebbe succedere anche qui, ma là, almeno, avevamo la scusa<br />

dell'abiezione di quelli che stavano fuori, adesso no, adesso siamo tutti uguali<br />

davanti al male e al bene, per favore, non domandatemi cosa sia il bene e cosa sia<br />

il male, lo sapevamo ogni qualvolta abbiamo dovuto agire quando ancora la cecità<br />

era un'eccezione, giusto e sbagliato sono appena due modi diversi di intendere il<br />

nostro rapporto con gli altri, non quello che manteniamo con noi stessi, di<br />

quest'ultimo non c'è da fidarsi, perdonatemi la lezione moralistica, ma voi non<br />

sapete, non potete saperlo, cosa significhi avere occhi in un mondo di ciechi, non<br />

sono regina, no, sono soltanto colei che è nata per vedere l'orrore, voi lo sentite,<br />

io lo sento e lo vedo, e adesso fine della conferenza, andiamo a mangiare.<br />

Nessuno fece domande, il medico disse solo, Se mai avrò di nuovo gli occhi, vedrò<br />

veramente gli occhi degli altri, come se ne stessi vedendo l'anima, L'anima,<br />

domandò il vecchio dalla benda nera, O lo spirito, il nome poco importa, fu allora<br />

che, sorprendentemente se teniamo conto che si tratta di una persona che non<br />

ha fatto studi superiori, la ragazza dagli occhiali scuri disse, Dentro di noi c'è una<br />

cosa che non ha nome, e quella cosa è ciò che siamo.<br />

La moglie del medico aveva già portato in tavola qualcosa di quel poco di<br />

cibo che restava, poi li aiutò a sedersi, disse, Masticate lentamente, per ingannare<br />

lo stomaco. Il cane delle lacrime non venne a chieder niente, era abituato a<br />

digiunare, e inoltre deve aver pensato di non avere il diritto, dopo il banchetto del<br />

mattino, di togliere sia pur quel poco di bocca alla donna che aveva pianto, gli<br />

altri non sembrano avere molta importanza per lui. Al centro della tavola la<br />

lucerna a tre beccucci aspettava che la moglie del medico desse la spiegazione<br />

promessa, il che avvenne dopo mangiato, Dammi le mani, disse al ragazzino<br />

strabico, poi le guidò lentamente, dicendo, Questa è la base, rotonda, come vedi,<br />

e questa la colonna che sostiene la parte superiore, il deposito dell'olio, qui,<br />

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attenzione a non bruciarti, ci sono i beccucci, uno, due, tre, da cui escono gli<br />

stoppini, delle striscioline di tessuto che si imbevono di olio, vi si avvicina un<br />

fiammifero e bruciano fino a che l'olio si esaurisce, sono delle lucine fiacche, ma ci<br />

fanno vedere, Io non vedo, Un giorno vedrai, quel giorno ti regalerò la lucerna. Di<br />

che colore è, Non hai mai visto un oggetto di ottone, Non lo so, non mi ricordo,<br />

cos'è l'ottone, è giallo, Ah. Il ragazzino strabico rifletté un momento, Adesso<br />

chiederà della mamma, pensò la moglie del medico, ma si sbagliava, il ragazzo<br />

disse solo che voleva un po' d'acqua, aveva tanta sete, Dovrai aspettare fino a<br />

domani, non abbiamo acqua in casa, in quello stesso istante si ricordò che invece<br />

l'acqua c'era, un cinque litri o più di acqua preziosa, il contenuto intatto del<br />

deposito dello sciacquone, non poteva essere peggio di quella che avevano<br />

bevuto durante la quarantena. Cieca nel buio, andò nella stanza da bagno, a<br />

tentoni sollevò il coperchio dello sciacquone, non poteva vedere se l'acqua ci<br />

fosse veramente, c'era, glielo dissero le dita, prese un bicchiere, ve lo immerse,<br />

con cautela lo riempì, la civiltà era regredita alle fonti primitive del tugurio.<br />

Quando entrò in sala, tutti erano ancora seduti ai loro posti. La lucerna ne<br />

illuminava i volti, girati verso la luce che sembrava stesse loro dicendo, Eccomi,<br />

guardatemi, approfittatene, badate che questa luce non durerà per sempre. La<br />

moglie del medico accostò il bicchiere alle labbra del ragazzino strabico, disse,<br />

Eccoti l'acqua, bevi lentamente, lentamente, assaporala, un bicchiere d'acqua è<br />

una cosa meravigliosa, non parlava a lui, non parlava a nessuno, semplicemente<br />

comunicava al mondo che cosa meravigliosa sia un bicchiere d'acqua. Dove l'hai<br />

trovata, è acqua piovana, domandò il marito, No, è dello sciacquone, E non<br />

avevamo anche un bottiglione d'acqua quando siamo andati via da qui, domandò<br />

lui di nuovo, e la moglie esclamò, Sì, come ho fatto a non ricordarmene, un<br />

bottiglione che era a metà e un altro che non era neppure iniziato, oh che gioia,<br />

non bere, non bere più, diceva adesso rivolta al ragazzo, berremo tutti acqua<br />

pura, adesso porto in tavola i nostri bicchieri migliori e berremo acqua pura.<br />

Stavolta afferrò la lucerna e andò in cucina, ne tornò con il bottiglione, la luce lo<br />

illuminava, facendo scintillare il gioiello che aveva dentro. Lo posò sulla tavola,<br />

andò a prendere i bicchieri, i migliori che avevano, di cristallo finissimo, poi,<br />

lentamente, come se stesse celebrando un rito, li riempì. Infine disse, Beviamo. Le<br />

mani cieche cercarono e trovarono i bicchieri, li alzarono tremando. Beviamo,<br />

ripeté la moglie del medico. Al centro del tavolo, la lucerna era come un sole<br />

circondato da astri brillanti. Quando i bicchieri furono di nuovo sul tavolo, la<br />

ragazza dagli occhiali scuri e il vecchio dalla benda nera stavano piangendo.<br />

Fu una notte agitata. Vaghi all'inizio, imprecisi, i sogni passavano da un<br />

dormiente all'altro, coglievano qui, coglievano là, portando via con sé nuove<br />

memorie, nuovi segreti, nuovi desideri, ecco perché gli addormentati sospiravano<br />

e mormoravano, Questo sogno non è mio, dicevano, ma il sogno rispondeva, Non<br />

conosci ancora i tuoi sogni, fu così che la ragazza dagli occhiali scuri venne a<br />

sapere chi era il vecchio dalla benda nera che dormiva lì a due passi, così credette<br />

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lui di sapere chi fosse lei, lo credette soltanto, perché non basta che i sogni siano<br />

reciproci per essere uguali. Cominciò a piovere alle prime luci dell'alba. Il vento<br />

scagliò contro le finestre uno scroscio che risuonò come mille frustate. La moglie<br />

del medico si svegliò, aprì gli occhi e mormorò, Come piove, poi li richiuse, nella<br />

camera era ancora buio pesto, poteva dormire. Neanche un minuto dopo si destò<br />

bruscamente all'idea di aver qualcosa da fare, ma senza comprendere ancora<br />

cosa fosse, la pioggia le stava dicendo Alzati, che mai voleva la pioggia.<br />

Lentamente, per non svegliare il marito, uscì dalla camera, attraversò il soggiorno,<br />

si fermò un istante a guardare gli altri che dormivano sui divani, poi percorse il<br />

corridoio fino alla cucina, su questa parte del palazzo la pioggia cadeva con<br />

maggior forza, spinta dal vento. Con la manica del grembiule che indossava pulì il<br />

vetro appannato della portafinestra e guardò fuori. Il cielo era, tutto, un'unica<br />

nuvola, pioveva a dirotto. Sul pavimento del balcone, ammucchiati, c'erano gli<br />

indumenti sporchi che si erano tolti, c'era il sacco di plastica con le scarpe che<br />

bisognava lavare. Lavare. L'ultimo velo del sonno si aprì subitamente, ecco cosa<br />

doveva fare. Aprì la porta, fece un passo avanti, in un attimo la pioggia la inzuppò<br />

dalla testa ai piedi, come se stesse sotto una cascata. Devo approfittare di<br />

quest'acqua, pensò. Rientrò in cucina e, evitando più che poteva i rumori,<br />

cominciò a radunare catini, casseruole, pentole, tutto quanto potesse raccogliere<br />

un po' di questa pioggia che veniva giù dal cielo a catinelle, cortine che il vento<br />

faceva oscillare, che il vento andava spingendo sopra i tetti della città come una<br />

immensa e rumorosa scopa. Li trasportò fuori, li dispose lungo il balcone, vicino<br />

alla ringhiera, adesso avrebbe avuto un bel po' d'acqua per lavare gli indumenti<br />

sudici, le scarpe schifose, Speriamo che non smetta, speriamo che non smetta di<br />

piovere, mormorava prendendo in cucina i saponi, i detergenti, gli strofinacci,<br />

tutto ciò che poteva servire per ripulire un po', almeno un po', questa sporcizia<br />

insopportabile dell'anima. Del corpo, disse, come per correggere il metafisico<br />

pensiero, poi aggiunse, è lo stesso. Allora, come se solo quella dovesse essere<br />

l'inevitabile conclusione, l'armoniosa conciliazione tra ciò che aveva detto e ciò<br />

che aveva pensato, di colpo si sfilò il grembiule bagnato, e, nuda, ricevendo sul<br />

corpo ora la carezza, ora la frustata della pioggia, si mise a lavare i panni, e,<br />

insieme, se stessa. Il rumoreggiare d'acqua che la circondava le impedì di<br />

avvertire immediatamente che non era più sola. Sulla porta del balcone erano<br />

comparse la ragazza dagli occhiali scuri e la moglie del primo cieco, che<br />

presentimenti, che intuizioni, che voci interiori le avessero destate non si sa, e<br />

tanto meno come fossero riuscite a trovare la strada fin qua, non vale la pena di<br />

cercare spiegazioni, adesso, le congetture sono libere. Aiutatemi, disse la moglie<br />

del medico quando le vide, E come, se non vediamo, domandò la moglie del<br />

primo cieco, Toglietevi i vestiti che avete indosso, quanto meno roba avremo da<br />

asciugare poi, tanto meglio, Ma noi non vediamo, ripeté la moglie del primo<br />

cieco, Fa lo stesso, disse la ragazza dagli occhiali scuri, faremo del nostro meglio, E<br />

poi finirò io, disse la moglie del medico, pulirò ciò che sarà rimasto sporco, e<br />

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adesso al lavoro, forza, siamo l'unica donna con due occhi e sei mani che esista al<br />

mondo. Può darsi che nel palazzo di fronte, dietro quelle finestre chiuse, alcuni<br />

ciechi, uomini, donne, risvegliati dalla violenza dei continui scrosci, con la fronte<br />

appoggiata ai vetri freddi, ricoprendo col fiato del respiro l'appannamento della<br />

notte, stiano rammentando il tempo in cui così, proprio come stanno adesso,<br />

vedevano la pioggia scendere dal cielo. Non possono immaginare che laggiù ci<br />

sono tre donne nude, nude come sono venute al mondo sembrano matte, devono<br />

essere proprio matte, nessuno con la testa a posto andrebbe a lavarsi su un<br />

balcone esponendosi agli sguardi dei vicini, tanto meno in quelle condizioni, cosa<br />

importa che siano tutti ciechi, certe cose non si devono fare, mio Dio, la pioggia,<br />

come scorre sui loro corpi, come scende fra i seni, come si trattiene e si perde<br />

nell'oscurità del pube, e infine si spande e circonda le cosce, forse le abbiamo<br />

giudicate male ingiustamente, forse siamo noi a essere incapaci di vedere ciò che<br />

di più bello e glorioso è mai accaduto nella storia della città, giù dal balcone si<br />

riversa una tovaglia di spuma, ah se potessi seguirla, giù all'infinito, pulito,<br />

purificato, nudo. Dio solo ci vede, disse la moglie del primo cieco, che, malgrado<br />

le disillusioni e le contrarietà, è ancora fermamente convinta che Dio non sia<br />

cieco, al che la moglie del medico rispose, Neppure lui, il cielo è coperto, soltanto<br />

io posso vedervi, Sono brutta, domandò la ragazza dagli occhiali scuri, Sei magra e<br />

sporca, brutta non lo sarai mai, E io, domandò la moglie del primo cieco, Sporca e<br />

magra come lei, non tanto carina, ma più di me, Tu sei carina, disse la ragazza<br />

dagli occhiali scuri, Come puoi saperlo se non mi hai mai visto, Ti ho sognato due<br />

volte, Quando, La seconda è successo stanotte, Stavi sognando la casa perché ti<br />

sentivi sicura e tranquilla, è naturale, dopo tutto quello che abbiamo passato, nel<br />

tuo sogno io ero la casa, e siccome, per vedermi, avevi bisogno di darmi una<br />

faccia, l'hai inventata, Anch'io ti vedo carina, e non ti ho mai sognato, disse la<br />

moglie del primo cieco, Il che dimostra solo che la cecità è la provvidenza dei<br />

brutti, Tu non sei brutta, No, infatti non lo sono, ma l'età, Quanti anni hai,<br />

domandò la ragazza dagli occhiali scuri, Quasi cinquanta, Come mia madre, E lei,<br />

Lei cosa, è ancora carina, Un tempo lo era di più, Capita a tutti, lo eravamo<br />

sempre un po' di più, Tu, mai come adesso, disse la moglie del primo cieco. Ecco<br />

come sono le parole, nascondono molto, si uniscono pian piano fra di loro,<br />

sembra non sappiano dove vogliono andare, e all'improvviso, per via di due o tre,<br />

o di quattro che all'improvviso escono, parole semplici, un pronome personale, un<br />

avverbio, un verbo, un aggettivo, ecco lì che ci ritroviamo la commozione che sale<br />

irresistibilmente alla superficie della pelle e degli occhi, che incrina la<br />

compostezza dei sentimenti, a volte sono i nervi a non riuscire a reggere,<br />

sopportano molto, sopportano tutto, come se indossassero un'armatura, si dice,<br />

La moglie del medico ha i nervi d'acciaio e poi, in definitiva, la moglie del medico<br />

si scioglie in lacrime per via di un pronome personale, di un avverbio, di un verbo,<br />

di un aggettivo, mere categorie grammaticali, mere designazioni, come del pari lo<br />

sono le restanti due donne, le altre, pronomi indefiniti, anch'essi piangenti, che<br />

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abbracciano quella della frase completa, tre grazie nude sotto la pioggia. Sono<br />

momenti che non possono durare in eterno, è più di un'ora che queste donne<br />

sono qui, è tempo che sentano freddo, Ho freddo, ha già detto la ragazza dagli<br />

occhiali scuri. Per gli indumenti non è possibile far di più, le scarpe sono ripulite<br />

del grosso, adesso è il momento che queste donne si lavino, si insaponano i<br />

capelli e le spalle a vicenda, e ridono come ridevano soltanto le bambine che un<br />

tempo giocavano a moscacieca nel giardino, quando cieche ancora non lo erano.<br />

Ormai è giorno chiaro, il primo sole ha fatto capolino nel mondo prima di<br />

nascondersi di nuovo dietro le nuvole. Continua a piovere, ma con minore<br />

intensità. Le lavandaie entrano in cucina, si sono asciugate e strofinate con i<br />

grandi teli che la moglie del medico è andata a prendere nell'armadietto della<br />

stanza da bagno, la loro pelle profuma di detergente, ma così è la vita, chi non ha<br />

cane caccia col gatto, la saponetta è sparita in un batter d'occhi, comunque in<br />

questa casa sembra esserci di tutto, o forse è perché sanno fare buon uso di ciò<br />

che hanno, infine si sono coperte, il paradiso era là fuori, sul balcone il grembiule<br />

della moglie del medico è bagnato fradicio, ma lei ha indossato un vestito a foglie<br />

e fiori, smesso tanti anni fa, che l'ha resa la più carina fra tutte e tre.<br />

Quando entrarono nel soggiorno, la moglie del medico vide che il vecchio<br />

dalla benda nera era seduto sul divano dove aveva dormito. Aveva il capo fra le<br />

mani, le dita infilate nel cespuglio di capelli bianchi che ancora gli popolano le<br />

tempie e la nuca, ed era immobile, teso, come se volesse fissare i pensieri o, al<br />

contrario, impedir loro di continuare a pensare. Le udì entrare, sapeva da dove<br />

venivano, cosa avevano fatto, che erano state lì nude, e se sapeva tante cose non<br />

era perché all'improvviso avesse recuperato la vista e fosse andato, in punta di<br />

piedi, come gli altri vecchi, a spiare non una susanna al bagno, ma tre, cieco era<br />

prima, cieco continuava a essere, si era appena affacciato alla porta della cucina e<br />

aveva sentito cosa dicevano là sul balcone, le risa, il rumore della pioggia e delle<br />

spruzzate d'acqua, aveva respirato l'odore del sapone, poi se n'era tornato al suo<br />

divano, pensando che al mondo esisteva ancora la vita, domandandosi se ce ne<br />

sarebbe stata un po' anche per lui. La moglie del medico disse, Le donne sono già<br />

lavate, adesso tocca agli uomini, e il vecchio dalla benda nera domandò, Piove<br />

ancora, Sì, piove, e c'è dell'acqua nei recipienti che stanno in balcone, Allora<br />

preferisco lavarmi nella stanza da bagno, dentro la tinozza, pronunciava quella<br />

parola come se stesse presentando il proprio certificato anagrafico, come se<br />

spiegasse, Appartengo al tempo in cui non si diceva vasca da bagno, ma tinozza, e<br />

aggiunse, Se non ti dispiace, chiaro, non voglio sporcarti la casa, prometto che<br />

non ti allagherò il pavimento, insomma, farò il possibile, In tal caso ti porto i<br />

recipienti nella stanza da bagno, Ti aiuto io, Posso farcela da sola, Dovrò pur<br />

servire a qualcosa, non sono un invalido, Allora vieni. La moglie del medico<br />

trascinò per il balcone un recipiente quasi pieno d'acqua, Tu prendi lì, disse al<br />

vecchio dalla benda nera guidandogli le mani, Adesso, sollevarono il recipiente di<br />

peso, Alla fin fine, meno male che sei venuto ad aiutarmi, da sola con ce l'avrei<br />

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fatta, Conosci quel detto, Quale detto, Il lavoro del vecchio non è molto, ma chi lo<br />

disprezza è stolto, Non è proprio così, Lo so, dove ho detto vecchio ci va bambino,<br />

dove ho detto disprezza ci va disdegna, ma i detti, se vogliono continuare a<br />

esprimere la stessa cosa perché bisogna continuare a esprimerla, devono<br />

adattarsi ai tempi, Sei un filosofo, Macché, sono soltanto un vecchio. Svuotarono<br />

il recipiente nella vasca da bagno, poi la moglie del medico aprì un cassetto, si<br />

ricordava di avere ancora una saponetta. La mise in mano al vecchio dalla benda<br />

nera. Vedrai, sarai più profumato di noi, usala liberamente, non ti preoccupare,<br />

mancherà pure il cibo, ma saponette, in quei supermercati, non mancano di<br />

certo, Grazie, Stai attento, non scivolare, se vuoi chiamo mio marito perché venga<br />

ad aiutarti, No, preferisco lavarmi da solo, Come vuoi tu, ed ecco qui, bada,<br />

dammi la mano, un rasoio, un pennello, se vuoi farti la barba, Grazie. La moglie<br />

del medico uscì. Il vecchio dalla benda nera si sfilò il pigiama che gli era capitato<br />

nella distribuzione dei vestiti, poi, con molta prudenza, entrò nella vasca da<br />

bagno. L'acqua era fredda ed era poca, non arrivava neanche a un palmo di<br />

profondità, che differenza fra il riceverla a fiotti dal cielo, ridendo, come le tre<br />

donne, e questo triste sciacquettare. Si inginocchiò sul fondo della vasca, inspirò<br />

profondamente, tenendo le mani a conca si lanciò sul petto la prima spruzzata<br />

d'acqua, che quasi gli mozzò il respiro. Si bagnò tutto rapidamente per non avere<br />

il tempo di rabbrividire, poi, con ordine, con metodo, cominciò a insaponarsi, a<br />

strofinarsi energicamente partendo dalle spalle, braccia, petto e addome, il pube,<br />

il sesso, fra le gambe, Sono peggio di un animale, pensò, poi le cosce magre, fino<br />

alla crosta di sporcizia che gli rivestiva i piedi come un paio di scarpe. Rimase così,<br />

ricoperto di schiuma, per prolungare l'azione di pulizia, disse, Devo lavarmi la<br />

testa, e alzò le mani dietro per slacciare la benda, Anche tu hai bisogno di un<br />

bagno, se la tolse e la lasciò cadere in acqua, adesso si sentiva il corpo caldo, si<br />

bagnò e insaponò i capelli, era un uomo di schiuma, bianco in quella immensa<br />

cecità bianca dove nessuno avrebbe potuto trovarlo, ma se lo pensò si sbagliava,<br />

in quel momento sentì che delle mani gli sfioravano la schiena, recuperavano un<br />

po' di schiuma dalle braccia, e dal petto, e poi gliela spandevano sul dorso,<br />

lentamente, come se, non potendo vedere cosa facevano, dovessero prestare più<br />

attenzione al lavoro. Voleva domandare, Chi sei, ma la lingua gli si bloccò, non ne<br />

fu capace, adesso il corpo rabbrividiva, non di freddo, le mani continuavano a<br />

lavarlo dolcemente, la donna non disse, Sono la moglie del medico, sono la moglie<br />

del primo cieco, sono la ragazza dagli occhiali scuri, le mani conclusero l'opera, si<br />

ritrassero, si udì nel silenzio il lieve rumore della porta del bagno chiudersi, il<br />

vecchio dalla benda nera rimase solo, inginocchiato nella vasca come se stesse<br />

implorando una misericordia, tremando, tremando, Chi sarà stato, si domandava,<br />

la ragione gli diceva che poteva essere stata soltanto la moglie del medico, è lei<br />

quella che vede, è lei che ci ha protetto, custodito e nutrito, niente di strano che<br />

avesse avuto anche questo pensiero, ecco cosa gli diceva la ragione, ma lui non<br />

credeva alla ragione. Continuava a tremare, non sapeva se di commozione o di<br />

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freddo. Cercò la benda sul fondo della vasca, la strofinò con forza, la strizzò, se la<br />

mise intorno alla testa, così si sentiva meno nudo. Quando, asciutto e profumato,<br />

entrò nel soggiorno la moglie del medico disse, Abbiamo già un uomo pulito e<br />

sbarbato, e poi, col tono di chi si è appena ricordato di qualcosa che avrebbe<br />

dovuto esser fatto e non lo è stato, Non ti sei lavato la schiena, che peccato. Il<br />

vecchio dalla benda nera non rispose, pensò soltanto di aver avuto ragione a non<br />

credere alla ragione.<br />

Quel poco che c'era da mangiare lo diedero al ragazzino strabico, gli altri<br />

avrebbero dovuto aspettare il rifornimento. Nella dispensa c'erano un po' di<br />

marmellate, frutta secca, zucchero, qualche biscotto, ma a queste riserve, e ad<br />

altre che via via si fossero aggiunte, avrebbero fatto ricorso soltanto in caso di<br />

estrema necessità, che il mangiare di tutti i giorni, tutti i giorni andava procurato,<br />

se per sfortuna la spedizione fosse rientrata a mani vuote, allora sì, due biscotti<br />

ciascuno, con un cucchiaino di marmellata, C'è di fragole e di pesche, quale<br />

preferite, tre mezze noci, un bicchier d'acqua, un vero lusso finché dura. La<br />

moglie del primo cieco disse che avrebbe voluto partecipare anche lei alla ricerca<br />

del cibo, in tre non erano troppi, malgrado due fossero ciechi sarebbero stati<br />

comunque utili per il trasporto, e inoltre, se possibile, tenendo conto che non<br />

erano poi tanto lontani, le sarebbe piaciuto vedere in che condizioni era la casa,<br />

se era stata occupata, magari da gente conosciuta, per esempio qualche inquilino<br />

del palazzo a cui magari gli fosse aumentata la famiglia perché erano arrivati dalla<br />

provincia un po' di parenti con l'idea di sottrarsi all'epidemia di cecità che aveva<br />

colpito il paese, si sa che in città ci sono sempre ben altri mezzi. Uscirono dunque<br />

tutti e tre, infagottati in quello che era rimasto in casa di vestiti, perché gli altri,<br />

quelli lavati, dovranno aspettare il bel tempo. Il cielo era sempre coperto, ma non<br />

minacciava pioggia. Trascinata dall'acqua, soprattutto nelle strade in maggior<br />

pendenza, la spazzatura aveva formato dei monticelli, lasciando pulite ampie zone<br />

di pavimentazione. Speriamo continui la pioggia, il sole, in questa situazione,<br />

sarebbe la cosa peggiore che potrebbe capitarci, disse la moglie del medico,<br />

marciume e cattivi odori ne abbiamo già fin troppi, Li sentiamo di più perché ci<br />

siamo lavati, disse la moglie del primo cieco, e il marito ne convenne, anche se<br />

aveva il sospetto di essersi beccato un raffreddore con quel bagno in acqua<br />

fredda. C'erano folle di ciechi per le strade, approfittavano della schiarita per<br />

cercare un po' di nutrimento e soddisfare nel frattempo le necessità escretorie a<br />

cui il poco mangiare e il poco bere ancora li obbligavano. I cani fiutavano<br />

dovunque, frugavano nella spazzatura, qualcuno aveva in bocca un topo<br />

annegato, caso rarissimo, quest'ultimo, che si potrà spiegare solo con la<br />

straordinaria abbondanza delle ultime piogge, l'allagamento lo aveva beccato in<br />

un brutto posto, non gli è servito a niente essere un così bravo nuotatore. Il cane<br />

delle lacrime non si è unito agli antichi compagni di banda e di caccia, la sua scelta<br />

l'ha fatta, ma non è bestia da starsene ad aspettare che la mantengano, arriva<br />

masticando non si sa cosa, queste montagne di spazzatura racchiudono tesori<br />

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inimmaginabili, tutto sta nel cercare, rimestare e trovare. Che rimestare e cercare<br />

nella memoria dovranno fare, quando se ne presenterà l'occasione, anche il<br />

primo cieco e sua moglie, adesso che hanno ormai imparato i quattro canti, non<br />

della casa dove vivono, che ne ha molti di più, ma della strada dove abitano, i<br />

quattro angoli che d'ora in poi fungeranno da punti cardinali, ai ciechi non<br />

interessa sapere dove sia l'oriente o l'occidente, il nord o il sud, i ciechi vogliono<br />

soltanto che le loro mani tastanti gli dicano se sono sulla strada giusta,<br />

anticamente, quando erano ancora pochi, usavano solitamente dei bastoni<br />

bianchi, il suono dei continui colpi per terra e sulle pareti era come una specie di<br />

codice che via via identificava e riconosceva la rotta, ma oggigiorno, ciechi come<br />

sono tutti, un bastone del genere, nel tintinnio generale, sarebbe quanto meno<br />

inutile, per non dire che il cieco, immerso nel proprio biancore, potrebbe<br />

addirittura dubitare di avere davvero qualcosa in mano. I cani possiedono, come<br />

si sa, oltre a quello che chiamiamo istinto, altri sistemi di orientamento, vero è<br />

che, essendo miopi, non si fidano molto della vista, ma siccome hanno il naso che<br />

precede gli occhi, arrivano sempre dove vogliono, in questo caso il cane delle<br />

lacrime, nell'incertezza, ha alzato la gamba ai quattro venti principali, la brezza<br />

s'incaricherà di guidarlo fino a casa se un giorno si dovesse perdere. Mentre<br />

continuavano a camminare, la moglie del medico guardava da un lato e dall'altro<br />

le strade, alla ricerca di negozi alimentari dove poter rifornire la defalcata<br />

dispensa. La razzia non era completa solo perché in qualche antica drogheria si<br />

potevano ancora trovare un po' di fagioli o di ceci nei contenitori, sono legumi la<br />

cui cottura richiede molto tempo, e poi ci vuole l'acqua, e poi il combustibile,<br />

ragion per cui adesso hanno ben poco credito. Non era certo particolarmente<br />

propensa, la moglie del medico, alla mania predicativa dei proverbi, in tutti i casi<br />

qualcosa di quelle antiche scienze doveva esserle rimasto nel ricordo, prova ne fu<br />

che aveva riempito di fagioli e ceci due sacchetti di plastica, Serba ciò che non<br />

serve, troverai ciò che è necessario, le aveva detto una nonna, in fin dei conti se li<br />

avesse messi a bagno l'acqua sarebbe poi servita anche per cuocerli, e quella<br />

eventualmente rimasta dalla cottura non sarebbe stata più solo acqua, ma zuppa.<br />

Non capita solo in natura che a volte non tutto vada perduto e di qualcosa si<br />

approfitti.<br />

Per quale motivo si trasportassero dietro i sacchetti di fagioli e ceci, più<br />

quanto potevano via via raccogliere, avendo ancora tanto da camminare prima di<br />

arrivare nella strada dove abitavano il primo cieco e sua moglie, che fanno parte<br />

del gruppo, è una domanda che avrebbe potuto uscire di bocca solo a chi nella<br />

vita non sa cosa sia il bisogno. A casa, sia pure un semplice sasso, diceva sempre<br />

quella nonna della moglie del medico, senza pensare però ad aggiungere, Anche<br />

se è necessario fare il giro del mondo, giusto l'impresa che stavano compiendo<br />

adesso, tornavano a casa per il percorso più lungo. Dove siamo, domandò il primo<br />

cieco, glielo disse la moglie del medico, gli occhi ce li aveva apposta, e lui, è qui<br />

che sono diventato cieco, all'angolo dove c'è il semaforo, è proprio l'angolo in cui<br />

167


ci troviamo, Qui, Esattamente qui. Non voglio neppure ripensare a cosa ho<br />

passato, rinchiuso nella macchina senza poter vedere, la gente che urlava fuori, e<br />

io disperato, a gridare che ero cieco, finché è venuto quell'uomo e mi ha condotto<br />

a casa, Poveraccio, disse la moglie del primo cieco, macchine non ne ruberà mai<br />

più, Tanto ci pesa l'idea di dover morire, disse la moglie del medico, che<br />

cerchiamo sempre di trovare delle scuse per i morti, è come se stessimo<br />

chiedendo in anticipo di essere scusati quando giungerà il nostro turno, Mi<br />

sembra ancora tutto un sogno, disse la moglie del primo cieco, è come se sognassi<br />

di essere cieca, Mentre ero a casa, ad aspettarti, l'ho pensato anch'io, disse il<br />

marito. Avevano lasciato la piazza dov'era successo il fatto, stavano risalendo<br />

alcune vie strette, labirintiche, la moglie del medico conosce poco questi posti,<br />

ma il primo cieco non si perde, dirige lui, la donna pronuncia i nomi delle strade e<br />

lui dice, Giriamo a sinistra, giriamo a destra, finalmente disse, Questa è la nostra<br />

strada, il palazzo è sulla sinistra, più o meno a metà, E il numero, domandò la<br />

moglie del medico, lui non se ne ricordava, Questa poi, non è mica che non me ne<br />

ricordo, mi si è cancellato dalla testa, disse, era un pessimo presagio, se non<br />

sappiamo più neanche dove abitiamo, il sogno a rimpiazzare la memoria, dove<br />

andremo a finire di questo passo. Ma via, stavolta non è grave, per fortuna la<br />

moglie del primo cieco ha pensato di partecipare all'escursione, ecco, sta già<br />

dicendo il numero del palazzo, si è evitato di dover ricorrere a quello di cui il<br />

primo cieco si stava per vantare, e cioè di esser capace di riconoscere la porta con<br />

la magia del tatto, come se avesse la bacchetta magica, un tocco, metallo, un<br />

altro tocco, legno, con altri tre o quattro tocchettini completerebbe il disegno,<br />

non ho dubbi, è questa. Entrarono, la moglie del medico in testa, Che piano,<br />

domandò, Terzo, rispose il primo cieco, non era poi tanto fiacco di memoria<br />

com'era parso, alcune cose si dimenticano, è la vita, altre si ricordano, il<br />

rammentarsi per esempio di quando, già cieco, aveva varcato questa porta, A che<br />

piano abita, gli aveva domandato l'uomo che non aveva ancora rubato<br />

l'automobile, Terzo, aveva risposto lui, la differenza è che adesso non stanno<br />

salendo in ascensore, calcano i gradini invisibili di una scala che è al tempo stesso<br />

buia e luminosa, ecco quanto sente la mancanza dell'elettricità chi non è cieco, o<br />

della luce del sole, o di un moccolo di candela, ormai gli occhi della moglie del<br />

medico hanno avuto il tempo di adattarsi alla penombra, a metà strada la<br />

comitiva in salita si è scontrata con due donne in discesa, cieche dei piani<br />

superiori, forse del terzo, nessuno ha fatto domande, effettivamente i vicini non<br />

sono più quelli di una volta.<br />

La porta era chiusa. Come faremo, domandò la moglie del medico, Parlo io,<br />

disse il primo cieco. Bussarono una volta, due, tre volte, Non c'è nessuno, disse<br />

uno di loro nel preciso istante in cui la porta si apriva, niente di strano in quel<br />

ritardo, un cieco che si trovi in fondo alla casa non può arrivare di corsa a ricevere<br />

chi ha chiamato, Chi è, cosa desidera, domandò l'uomo che comparve, aveva<br />

un'aria seria, educata, doveva essere una persona per bene. Disse il primo cieco,<br />

168


Abitavo in questa casa, Ah, fu la risposta dell'altro, che poi domandò, C'è qualcun<br />

altro con lei, Mia moglie, e anche una nostra amica, Come posso sapere che<br />

questa casa era sua, è facile, disse la moglie del primo cieco, le dico tutto quanto<br />

c'è dentro. L'altro rimase in silenzio per alcuni secondi, poi disse, Entrate. La<br />

moglie del medico se ne rimase indietro, qui nessuno aveva bisogno di una guida.<br />

Il cieco disse, Sono solo, i miei sono andati in cerca di cibo, probabilmente avrei<br />

dovuto dire le mie, ma non credo sia corretto, fece una pausa e aggiunse, Benché<br />

avrei l'obbligo di saperlo, penso, Cosa vuol dire, domandò la moglie del medico,<br />

La mie di cui parlavo sono mia moglie e le mie due figlie, E perché avrebbe dovuto<br />

sapere se è o non è corretto usare il possessivo al femminile, Sono uno scrittore,<br />

si suppone che noi dobbiamo sapere queste cose. Il primo cieco si sentì adulato,<br />

immaginate, uno scrittore a casa mia, poi gli venne un dubbio, sarebbe stata<br />

buona educazione o no domandargli come si chiamava, probabilmente ne<br />

conosceva addirittura il nome, poteva darsi, addirittura, che lo avesse letto, era<br />

ancora in bilico fra la curiosità e la discrezione quando la moglie fece la domanda<br />

diretta, Come si chiama, I ciechi non hanno bisogno del nome, io sono questa mia<br />

voce, il resto non è importante, Ma ha scritto dei libri, e su quei libri c'è il suo<br />

nome, disse la moglie del medico, Adesso non può leggerli nessuno, dunque è<br />

come se non esistessero. Il primo cieco pensò che la conversazione si stesse<br />

allontanando un po' troppo dal problema che più gli interessava, E come mai è<br />

finito a casa mia, domandò, Come tanti altri che non vivono più dove vivevano, ho<br />

trovato la mia casa occupata da gente che non ha voluto sentir ragioni, si può dire<br />

che ci hanno buttato giù per le scale, è lontana la sua casa, No, Ha fatto qualche<br />

altro tentativo per recuperarla, domandò la moglie del medico, ora è frequente<br />

che si giri da una casa all'altra, Ho tentato per ben due volte, Ed erano sempre là,<br />

Sì. E cosa pensa di fare dopo aver saputo che questa casa è nostra, volle sapere il<br />

primo cieco, ci caccerà come hanno fatto gli altri con lei, Non ne ho né l'età né la<br />

forza, e, anche se le avessi, non credo sarei capace di ricorrere a sistemi tanto<br />

sbrigativi, uno scrittore finisce per avere nella vita la pazienza di cui ha avuto<br />

bisogno per scrivere, Ci lascerà, dunque, la casa, Sì, se non troviamo un'altra<br />

soluzione, Non vedo quale altra soluzione si possa trovare. La moglie del medico<br />

aveva già immaginato quale sarebbe stata la risposta dello scrittore, Lei e sua<br />

moglie, come l'amica che vi accompagna, vivete in una casa, suppongo, Sì, per la<br />

precisione a casa della nostra amica, è lontana, Non si può dire che sia lontana,<br />

Allora, se me lo consentite, ho una proposta da farvi, Dica, Rimaniamo così come<br />

stiamo, in questo momento abbiamo tutti e due una casa dove poter vivere, io<br />

starò sempre attento a cosa succede nella mia, se un giorno la trovo sgomberata<br />

mi trasferisco immediatamente, lei farà lo stesso, verrà qui regolarmente, e<br />

quando la trova vuota si trasferisce, Non sono sicuro che l'idea mi piaccia, Non mi<br />

aspettavo che le piacesse, ma dubito che le possa essere più gradevole l'unica<br />

alternativa che resta, Qual è, Che recuperiate fin da ora la casa di vostra<br />

proprietà, Ma in tal caso, Appunto, in tal caso andremo noi a vivere dall'altra<br />

169


parte, No, neanche per idea, intervenne la moglie del primo cieco, lasciamo le<br />

cose come stanno, a suo tempo si vedrà, Ora mi viene in mente che c'è un'altra<br />

soluzione, disse lo scrittore, E cioè, domandò il primo cieco, Che noi viviamo qui<br />

come vostri ospiti, la casa basterebbe per tutti, No, disse la moglie del primo<br />

cieco, continueremo così come stiamo, ad abitare con questa nostra amica, non<br />

ho bisogno di domandarti se sei d'accordo, soggiunse rivolta alla moglie del<br />

medico, Né io di risponderti, Vi ringrazio tutti, disse lo scrittore, per la verità sono<br />

stato tutto questo tempo ad aspettare che veniste a reclamare la casa,<br />

Accontentarsi di quanto si possiede è la cosa più naturale quando si è ciechi, disse<br />

la moglie del medico, Come avete vissuto da quando è iniziata l'epidemia?<br />

Siamo usciti dalla segregazione tre giorni fa, Ah, siete fra quelli che hanno<br />

messo in quarantena, Sì, è stata dura, A dir poco, Orribile, Lei è uno scrittore,<br />

come ha detto poco fa ha l'obbligo di conoscere le parole, dunque sa che gli<br />

aggettivi non servono a niente, se una persona ne ammazza un'altra, per<br />

esempio, sarebbe meglio enunciarlo così, semplicemente, e confidare che l'orrore<br />

dell'atto, di per sé, fosse tanto scioccante da dispensarci dal dire che è stato<br />

orribile, Vuol dire che abbiamo parole in più, Voglio dire che abbiamo sentimenti<br />

in meno, Oppure ce li abbiamo, ma non usiamo più le parole che potrebbero<br />

esprimerli, E dunque li perdiamo, Vorrei che mi parlaste di come avete vissuto in<br />

quarantena, Perché, Sono uno scrittore, Bisognerebbe esserci stati, Uno scrittore<br />

è una persona come un'altra, non può sapere tutto né vivere tutto, deve<br />

domandare e immaginare, Forse un giorno glielo racconterò, così potrà scrivere<br />

un libro, Lo sto scrivendo, Come, se è cieco, Anche i ciechi possono scrivere, Vuol<br />

dire che ha avuto il tempo di imparare l'alfabeto braille, No, non lo conosco,<br />

Come può scrivere, allora, domandò il primo cieco, Ve lo faccio vedere. Si alzò<br />

dalla sedia, uscì, dopo un minuto rientrò, con un foglio di carta e una biro in<br />

mano, è l'ultima pagina che ho completato, Non possiamo vederla, disse la moglie<br />

del primo cieco, Neanche io, disse lo scrittore, Allora come può scrivere, domandò<br />

la moglie del medico, guardando il foglio di carta dove, nella penombra della sala,<br />

si distinguevano le righe molto ravvicinate, qua e là sovrapposte, Col tatto,<br />

rispose sorridendo lo scrittore, non è difficile, si mette il foglio di carta su una<br />

superficie un po' morbida, per esempio su altri fogli di carta, e poi si scrive, Ma, se<br />

non ci vede, disse il primo cieco, La biro è un ottimo strumento di lavoro per uno<br />

scrittore cieco, non serve per fargli leggere cosa ha scritto, ma serve per sapere<br />

dove ha scritto, basta seguire col dito la depressione dell'ultima riga scritta,<br />

proseguire così fino al margine del foglio, calcolare la distanza per la nuova riga e<br />

così via, è molto facile, Noto che a volte le righe si sovrappongono, disse la moglie<br />

del medico togliendogli delicatamente di mano il foglio di carta, Come lo sa, Io ci<br />

vedo, Ci vede, ha recuperato la vista, come, quando, domandò lo scrittore<br />

nervosamente, Suppongo di essere l'unica persona a non averla mai perduta, E<br />

perché, che spiegazione ha per questo, Non ho alcuna spiegazione,<br />

probabilmente non ce n'è, Ciò significa che ha visto tutto quello che è successo,<br />

170


Ho visto ciò che ho visto, non ho potuto far altro, Quanti eravate in quarantena,<br />

Circa trecento, Da quando, Fin dall'inizio, ne siamo usciti solo tre giorni fa, come<br />

le ho detto, Credo di essere stato io il primo a diventare cieco, disse il primo cieco,<br />

Dev'essere stato orribile, Di nuovo questa parola, disse la moglie del medico, Mi<br />

scusi, all'improvviso mi sembra ridicolo tutto quanto ho scritto fin da quando<br />

siamo diventati ciechi, la mia famiglia e io, Su che cosa, Su quello che abbiamo<br />

sofferto, sulla nostra vita, Ognuno deve parlare di ciò che sa, e quello che non sa<br />

lo domanda, Io glielo domando a lei, E io le risponderò, non so quando, un giorno.<br />

La moglie del medico sfiorò con il foglio di carta la mano dello scrittore, Non le<br />

dispiace farmi vedere dove lavora, cosa sta scrivendo, Al contrario, venga con me,<br />

Possiamo venire anche noi, domandò la moglie del primo cieco, La casa è vostra,<br />

disse lo scrittore, io sono solo di passaggio. In camera da letto c'era un tavolino e,<br />

sopra, un lume spento. La luce opaca che entrava dalla finestra consentiva di<br />

vedere, a sinistra, dei fogli bianchi, altri, sulla destra, scritti, al centro una pagina a<br />

metà. C'erano due biro nuove accanto al lume. Ecco qui, disse lo scrittore. La<br />

moglie del medico domandò, Posso, senza aspettare la risposta prese i fogli<br />

scritti, saranno stati una ventina, diede uno sguardo alla calligrafia minuscola, alle<br />

righe che salivano e scendevano, alle parole iscritte nel biancore del foglio, incise<br />

nella cecità, Sono di passaggio, aveva detto lo scrittore, e questi erano i segni che<br />

lasciava via via passando. La moglie del medico gli posò la mano sulla spalla, e con<br />

tutte e due le mani lui gliela prese, lentamente la portò alle labbra, Non si perda,<br />

non consenta di perdersi, disse, ed erano parole inattese, enigmatiche, che<br />

sembravano fuori luogo.<br />

Quando rientrarono a casa, carichi di viveri sufficienti per tre giorni, la<br />

moglie del medico, fra gli aiuti eccitati del primo cieco e della moglie, raccontò<br />

l'accaduto. E la sera, inevitabilmente, lesse per tutti un po' di pagine di un libro<br />

che era andata a prendere in biblioteca. L'argomento non interessava al ragazzino<br />

strabico, che presto si addormentò col capo in grembo alla ragazza dagli occhiali<br />

scuri e i piedi sulle gambe del vecchio dalla benda nera.<br />

Trascorsi due giorni il medico disse, Vorrei sapere cos'è successo<br />

all'ambulatorio, in questo momento non serviamo a niente, né lui né io, ma forse<br />

un giorno la gente riavrà l'uso degli occhi, gli strumenti saranno ancora lì, in<br />

attesa, Andiamo quando vuoi, disse la moglie, anche subito, E potremmo<br />

approfittarne per passare da casa mia, se non vi dispiace, disse la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, non che pensi che i miei genitori siano tornati, è solo per scaricarmi<br />

la coscienza, Andremo anche a casa tua, disse la moglie del medico. Nessun altro<br />

si volle unire alla spedizione di riconoscimento dei domicili, il primo cieco e la<br />

moglie perché sapevano già su cosa poter contare, come del resto anche il<br />

vecchio dalla benda nera, benché per ragioni diverse, e il ragazzino strabico<br />

perché continuava a non ricordarsi il nome della strada dove un tempo abitava. Il<br />

tempo si era rasserenato, sembrava che le piogge fossero finite, e il sole,<br />

171


ancorché pallido, già cominciava a sentirsi sulla pelle, Non so come potremo tirare<br />

avanti se il caldo aumenterà, disse il medico, tutta questa spazzatura a marcire, gli<br />

animali morti, forse anche qualche essere umano, ci sarà gente morta dentro le<br />

case, il guaio è che non siamo organizzati, dovrebbe esserci un'organizzazione in<br />

ogni palazzo, in ogni strada, in ogni quartiere, Un governo, disse la moglie,<br />

Un'organizzazione, anche il corpo è un sistema organizzato, è vivo finché si<br />

mantiene tale, e la morte non è altro che l'effetto di una disorganizzazione, E<br />

come potrà organizzarsi per vivere una società di ciechi, Organizzandosi,<br />

l'organizzarsi è già, in un certo qual modo, cominciare ad avere occhi, Avrai pure<br />

ragione, forse, ma l'esperienza di questa cecità ci ha portato solo morte e miseria,<br />

i miei occhi, tale e quale al tuo ambulatorio, non sono serviti a niente, è grazie ai<br />

tuoi occhi che siamo vivi, disse la ragazza dagli occhiali scuri, Lo saremmo anche<br />

se fossi cieca, il mondo è pieno di ciechi vivi, Io penso che moriremo tutti, è<br />

questione di tempo, Morire è sempre stata questione di tempo, disse il medico,<br />

Ma morire solo perché si è ciechi, non dev'esserci peggior maniera di morire,<br />

Moriamo di malattie, di incidenti, di casualità, E adesso moriremo anche perché<br />

siamo ciechi, e cioè moriremo di cecità e di cancro, di cecità e di tubercolosi, di<br />

cecità e di aids, di cecità e di infarto, le malattie potranno essere diverse da<br />

persona a persona, ma quello che adesso ci sta ammazzando veramente è la<br />

cecità, Non siamo immortali, non possiamo sfuggire alla morte, ma dovremmo<br />

almeno non essere ciechi, disse la moglie del medico, E come, se questa cecità è<br />

concreta e reale, disse il medico, Non ne sono sicura, disse la moglie, Neanche io,<br />

disse la ragazza dagli occhiali scuri.<br />

Non dovettero forzare la porta, l'aprirono normalmente, la chiave si<br />

trovava nel portachiavi del medico che era rimasto in casa quando erano stati<br />

trasportati in quarantena. Questa è la sala d'aspetto, disse la moglie del medico,<br />

Quella dove stavo io, disse la ragazza dagli occhiali scuri, il sogno continua, ma<br />

non so quale sia, sarà il sogno di sognare che quel giorno stavo sognando di<br />

essere qui cieca, oppure il sogno di essere sempre stata cieca e di venire in sogno<br />

nell'ambulatorio per una infiammazione agli occhi in cui non c'era alcun pericolo<br />

di cecità, La quarantena non è stata un sogno, disse la moglie del medico, Questo<br />

proprio no, come non è stato un sogno che siamo state violentate, Né che ho<br />

pugnalato un uomo, Accompagnami nello studio, ci potrei arrivare da solo, ma<br />

accompagnami tu, disse il medico. La porta era aperta. La moglie del medico<br />

disse, è tutto per aria, carte per terra, i cassetti dello schedario li hanno portati<br />

via, Devono essere stati quelli del ministero, per non perdere tempo a cercare,<br />

Probabilmente, E gli strumenti, A vederli, mi sembrano in ordine, Almeno questo,<br />

disse il medico. Avanzò da solo, con le braccia tese, toccò la scatola delle lenti,<br />

l'oftalmoscopio, la scrivania, poi disse, rivolgendosi alla ragazza dagli occhiali<br />

scuri, Comprendo cosa intendi quando dici che stai vivendo un sogno. Si sedette<br />

dietro la scrivania, posò le mani sul ripiano di vetro coperto di polvere, poi, con un<br />

sorriso triste e ironico, come se si rivolgesse a qualcuno seduto davanti a sé, disse,<br />

172


Purtroppo no, dottore, mi dispiace molto, ma per lei non c'è niente da fare, se<br />

vuole che le dia un ultimo consiglio si rifugi in quel vecchio detto, avevano ragione<br />

quando dicevano che la pazienza allunga la vista, Non farci soffrire, disse la<br />

moglie, Scusami, scusami anche tu, in questo posto un tempo si facevano i<br />

miracoli, e adesso non ho più neanche le prove dei miei poteri magici, le hanno<br />

portate via tutte, L'unico miracolo che possiamo fare sarà quello di continuare a<br />

vivere, disse la moglie, difendere la fragilità della vita giorno per giorno, come se<br />

fosse lei la cieca, e non sapesse dove andare, e forse è proprio così, forse la vita<br />

non lo sa davvero, si è abbandonata nelle nostre mani dopo averci reso<br />

intelligenti, e noi l'abbiamo portata a questo, Parli come se fossi cieca anche tu,<br />

disse la ragazza dagli occhiali scuri, In un certo qual modo è vero, sono cieca della<br />

vostra cecità, potrei forse cominciare a veder meglio se fossimo più gente a<br />

vederci, Temo che tu sia come quel testimone che va in cerca del tribunale dove<br />

lo ha convocato non si sa chi e dove dovrà dichiarare non sa che cosa, disse il<br />

medico, Il tempo sta per concludersi, la putredine dilaga, le malattie trovano le<br />

porte aperte, l'acqua si esaurisce, il cibo è ormai veleno, sarebbe questa la mia<br />

prima dichiarazione, disse la moglie del medico, E la seconda, domandò la ragazza<br />

dagli occhiali scuri, Cerchiamo di aprire gli occhi, Non possiamo, siamo ciechi,<br />

disse il medico, Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, è una grande verità,<br />

Ma io voglio vedere, disse la ragazza dagli occhiali scuri, Non per questo vedrai,<br />

l'unica differenza sarebbe che non saresti più la peggior cieca, e adesso andiamo<br />

via, qui non c'è altro da vedere, disse il medico.<br />

Strada facendo verso la casa della ragazza dagli occhiali scuri<br />

attraversarono una grande piazza dove c'erano gruppi di ciechi intenti ad<br />

ascoltare i discorsi di altri ciechi, a prima vista né questi né quelli lo sembravano,<br />

chi parlava volgeva infervorato la faccia verso chi ascoltava, chi ascoltava volgeva<br />

attento la faccia verso chi parlava. Si proclamavano la fine del mondo, la salvezza<br />

penitenziale, la visione del settimo giorno, l'avvento dell'angelo, la collisione<br />

cosmica, l'estinzione del sole, lo spirito tribale, l'umore della mandragora,<br />

l'unguento della tigre, la virtù del segno, la disciplina del vento, il profumo della<br />

luna, la rivendicazione della tenebra, il potere dello scongiuro, l'impronta del<br />

calcagno, la crocifissione della rosa, la purezza della linfa, il sangue del gatto nero,<br />

il sopore dell'ombra, la rivolta delle maree, la logica dell'antropofagia, la<br />

castrazione indolore, il tatuaggio divino, la cecità volontaria, il pensiero convesso,<br />

quello concavo, quello piano, quello verticale, quello concentrato, quello<br />

disperso, quello sfuggito, l'ablazione delle corde vocali, la morte della parola. Qui<br />

non c'è nessuno che parli di organizzazione, disse la moglie del medico al marito,<br />

Forse è in un'altra piazza, rispose lui. Continuarono a camminare. Poco più avanti<br />

la moglie del medico disse, Ci sono più morti del solito per la strada, Perché la<br />

nostra resistenza si sta esaurendo, il tempo si conclude, l'acqua si esaurisce, le<br />

malattie aumentano, il cibo si trasforma in veleno, lo hai detto tu stessa, ricordò il<br />

medico, Chissà se fra questi morti non ci saranno i miei genitori, disse la ragazza<br />

173


dagli occhiali scuri, e io, magari, passo accanto a loro e non li vedo, è una vecchia<br />

abitudine dell'umanità, passare accanto ai morti e non vederli, disse la moglie del<br />

medico.<br />

La strada dove un tempo abitava la ragazza dagli occhiali scuri sembrava<br />

ancora più abbandonata. Davanti alla porta del palazzo c'era il corpo di una<br />

donna. Morta, smangiucchiata dagli animali randagi, per fortuna il cane delle<br />

lacrime oggi non è voluto venire, sarebbe stato necessario dissuaderlo dal servirsi<br />

anche lui su questa carcassa. è la vicina del primo piano, disse la moglie del<br />

medico, Chi, dove, domandò il marito, Proprio qui, la vicina del primo piano, si<br />

sente l'odore, Povera creatura, disse la ragazza dagli occhiali scuri, chissà perché<br />

sarà uscita per la strada, non lo faceva mai, Forse aveva avvertito che la morte si<br />

stava avvicinando, forse non ha potuto sopportare l'idea di restare da sola in casa,<br />

a marcire, disse il medico, E adesso non potremo entrare, non ho le chiavi, Può<br />

darsi che i tuoi genitori siano tornati, che stiano in casa ad aspettare te, disse il<br />

medico, Non credo, Hai ragione a non crederlo, disse la moglie del medico, le<br />

chiavi sono qui. Nel concavo della mano morta, semiaperta, posata per terra,<br />

faceva capolino, brillante, luminoso, un mazzo di chiavi. Forse sono le sue, disse la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, Penso di no, non aveva alcun motivo per portarsi le<br />

chiavi là dove pensava di andare a morire, Ma io, cieca come sono, non avrei<br />

potuto vederle, se era questa l'idea che aveva, cioè di restituirmele perché<br />

potessi entrare in casa, Non sappiamo quali siano stati i suoi pensieri quando ha<br />

deciso di portarsi dietro le chiavi, forse ha immaginato che avresti recuperato la<br />

vista, forse ha sospettato che ci fosse qualcosa di poco naturale, di troppo facile<br />

nel modo in cui ci siamo mossi quando siamo stati qui, forse mi ha sentito dire<br />

che la scala era buia, che si riusciva a vedere a stento, che riuscivo a vedere a<br />

stento, oppure niente di tutto ciò, delirio, demenza, come se, perduta la ragione,<br />

si fosse fissata sull'idea di consegnarti le chiavi, l'unica cosa che sappiamo è che la<br />

sua vita si è conclusa mettendo il piede fuori dalla porta. La moglie del medico<br />

raccolse le chiavi, le consegnò alla ragazza dagli occhiali scuri, poi domandò, E<br />

adesso cosa facciamo, la lasciamo qui, Non possiamo sotterrarla nella strada, non<br />

abbiamo niente con cui sollevare le pietre, disse il medico, C'è il giardino,<br />

Bisognerà portarla su fino al secondo piano e poi calarla giù per la scala di<br />

sicurezza, è l'unica maniera, Avremo forze abbastanza, domandò la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, Il problema non è se avremo o non avremo forze, il problema è se<br />

consentiremo a noi stessi di lasciare questa donna qui, Questo no, disse il medico,<br />

Allora le forze bisognerà trovarle. Infatti si trovarono, ma fu un'impresa<br />

dell'accidenti trasportare il cadavere su per i gradini, e non per quanto pesasse,<br />

già poco di natura, e adesso anche meno, dopo che i cani e i gatti avevano<br />

favorito, ma perché il corpo stava lì rigido, impalato, si faticava a fargli fare il giro<br />

nelle curve della stretta scala, per un'ascensione tanto breve dovettero riposarsi<br />

quattro volte. Né il rumore, né le voci, né l'odore della decomposizione fecero<br />

174


comparire sui pianerottoli altri abitanti del palazzo, Come pensavo, i miei genitori<br />

non ci sono, disse la ragazza dagli occhiali scuri.<br />

Quando finalmente giunsero davanti alla porta erano esausti, e dovevano<br />

ancora attraversare tutta la casa fino al retro, scendere la scala di sicurezza, ma lì,<br />

con l'aiuto dei santi, che verso il basso danno tutti una mano, il carico si riuscì a<br />

portare già meglio, le svolte erano facili da fare perché la scala era a cielo aperto,<br />

bisognò solo stare attenti a non lasciarsi sfuggire di mano il corpo di quella povera<br />

creatura, il capitombolo l'avrebbe sconquassata tutta, per non parlare dei dolori,<br />

che dopo la morte sono peggiori.<br />

Il giardino sembrava una selva inesplorata, le recenti piogge avevano fatto<br />

crescere abbondantemente l'erba e le piante selvatiche portate dal vento, non<br />

sarebbe certo mancato cibo fresco ai conigli che andavano qua e là saltellando, le<br />

galline si contentano anche in regime di siccità. Se ne stavano seduti, ansimanti,<br />

lo sforzo li aveva messi a terra, lì accanto il cadavere riposava come loro, protetto<br />

dalla moglie del medico che scacciava le galline e i conigli, questi ultimi solo<br />

curiosi, col naso fremente, ma le galline già col becco puntato, disposte a tutto.<br />

Disse la moglie del medico, Prima di uscire, si è ricordata di aprire la porta della<br />

conigliera, non voleva che i conigli morissero di fame, è proprio vero che il difficile<br />

non è vivere con gli altri, il difficile è comprenderli, disse il medico. La ragazza<br />

dagli occhiali scuri si puliva le mani con un ciuffo d'erba che aveva strappato,<br />

colpa sua, aveva afferrato il cadavere nel punto sbagliato, ecco cosa significa non<br />

avere occhi. Disse il medico, Avremmo bisogno di una zappa, o di una pala, e qui<br />

si può osservare come l'autentico eterno ritorno sia quello delle parole, ora sono<br />

ritornate queste, pronunciate per le stesse ragioni, prima si trattava dell'uomo<br />

che ha rubato l'automobile, ora sarà la vecchia che ha restituito le chiavi, una<br />

volta sotterrati le differenze non si noteranno, a meno che non le avrà serbate<br />

una memoria. La moglie del medico era salita a casa della ragazza dagli occhiali<br />

scuri per andare a prendere un lenzuolo pulito, dovette scegliere fra quelli meno<br />

sporchi, quando scese giù di nuovo le galline stavano facendo festa, i conigli<br />

ruminavano soltanto l'erba fresca. Coperto e avvolto il cadavere, la donna andò a<br />

cercare la pala o la zappa. Le trovò tutte e due in un casottino insieme ad altri<br />

attrezzi. Ci penso io, disse, la terra è umida, si scava bene, voi riposate. Scelse un<br />

punto dove non ci fossero radici, tipo quelle che bisogna tagliare con successivi<br />

colpi di zappa, e non si creda che si tratta di un compito facile, le radici sono<br />

furbe, sanno approfittare della morbidezza della terra per schivare i colpi e<br />

ammortizzare l'effetto mortifero della ghigliottina. Né la moglie del medico né il<br />

marito né la ragazza dagli occhiali scuri, la prima perché presa dal proprio lavoro,<br />

gli altri due perché a loro gli occhi non servono a niente, notarono la comparsa di<br />

vari ciechi nei balconi circostanti, non molti, e non in tutti i balconi, doveva averli<br />

attratti il rumore della zappa, anche se la terra è molle è inevitabile, e poi non<br />

dimentichiamo che c'è sempre un sassolino nascosto che risponde sonoramente<br />

175


al colpo. Erano uomini e donne che sembravano fluidi come spettri, potevano<br />

essere dei fantasmi curiosi che assistevano a un funerale, solo per rammentarsi di<br />

com'era stato il proprio. La moglie del medico li vide, finalmente, quando,<br />

terminata la fossa, raddrizzò le reni dolenti e portò l'avambraccio alla fronte per<br />

asciugare il sudore. Allora, spinta da un impulso irresistibile, senza riflettere, a<br />

quei ciechi e a tutti i ciechi del mondo gridò, Risorgerà, si badi, non disse<br />

Risusciterà, il caso non era di tale importanza, sebbene il dizionario stia lì ad<br />

affermare, promettere o insinuare che si tratta di perfetti ed esatti sinonimi. I<br />

ciechi si spaventarono e s'infilarono in casa, non capivano perché fosse stata<br />

pronunciata quella parola, e inoltre non dovevano essere del tutto pronti a una<br />

rivelazione del genere, evidentemente non frequentavano abitualmente la piazza<br />

degli annunci magici, al cui elenco, per essere completo, c'era soltanto da<br />

aggiungere la testa della mantide e il suicidio dello scorpione. Il medico domandò,<br />

Perché hai detto risorgerà, a chi parlavi, Ad alcuni ciechi che sono spuntati sui<br />

balconi, mi sono spaventata e devo averli spaventati, E perché quella parola, Non<br />

so, mi è affiorata e l'ho detta, Ti manca solo di andare a predicare in quella piazza<br />

da cui siamo passati, Sì, un sermone sul dente di coniglio e sul becco di gallina, ora<br />

vieni ad aiutarmi, da qui, sì, bene, prendila per i piedi, io la sollevo da questo lato,<br />

attenzione, non scivolarmi tu dentro la fossa, bene, così, falla scendere pian<br />

pianino, di più, di più, ho fatto la fossa un po' profonda per via delle galline,<br />

quando si mettono a rovistare non si sa mai fin dove possono arrivare, fatto. Si<br />

servì della pala per ricoprire la fossa, calcò bene la terra, spianò il monticello che<br />

avanza sempre dalla terra che è tornata alla terra, come se non avesse mai fatto<br />

altro nella vita. Infine strappò un ramo del roseto che cresceva in un angolo del<br />

giardino e andò a piantarlo alla base del mausoleo, dal lato della testa. Risorgerà,<br />

domandò la ragazza dagli occhiali scuri, Lei no, rispose la moglie del medico, ben<br />

più necessità avrebbero i vivi di risorgere da se stessi, e non lo fanno, Siamo già<br />

mezzi morti, disse il medico, Siamo ancora mezzi vivi, rispose la donna. Andò a<br />

riporre nel casottino la pala e la zappa, diede uno sguardo al giardino per<br />

accertarsi che tutto fosse in ordine, Quale ordine, si domandò, e si rispose da<br />

sola, L'ordine che vuole i morti al loro posto di morti e i vivi al loro posto di vivi,<br />

mentre le galline e i conigli nutrono questi e si nutrono di quelli, Vorrei lasciare un<br />

segnale ai miei genitori, disse la ragazza dagli occhiali scuri, solo perché sappiano<br />

che sono viva, Non voglio toglierti le illusioni, disse il medico, ma prima<br />

dovrebbero trovare la casa, ed è poco probabile, pensa che non saremmo mai<br />

riusciti ad arrivare fin qui se non avessimo avuto qualcuno a guidarci, Ha ragione,<br />

e non so neppure se sono ancora vivi, ma, se non gli lasciassi un segnale, una cosa<br />

qualsiasi, mi sentirei come se li avessi abbandonati, Cosa potrebbe essere, allora,<br />

domandò la moglie del medico, Qualcosa che possano riconoscere al tatto, disse<br />

la ragazza dagli occhiali scuri, il guaio è che addosso non ho più niente del<br />

passato. La moglie del medico la guardava, lei se ne stava seduta sul primo<br />

gradino della scala di sicurezza con le mani abbandonate sulle ginocchia, il<br />

176


ellissimo viso angosciato, i capelli sciolti sulle spalle, So quale segnale potrai<br />

lasciare, disse. Risalì rapidamente la scala rientrò in casa e tornò con un paio di<br />

forbici e un pezzettino di spago, Cos'hai in mente, domandò la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, preoccupandosi nel sentire lo stridere delle forbici che le tagliavano<br />

i capelli, Se i tuoi genitori torneranno, troveranno appesa alla maniglia della porta<br />

una ciocca, di chi potrebbe essere se non della loro figlia domandò la moglie del<br />

medico, Mi viene da piangere, disse la ragazza dagli occhiali scuri, e detto fatto,<br />

col capo reclinato sulle braccia incrociate sopra le ginocchia sfogò le proprie pene,<br />

la nostalgia, la commozione per il pensiero che aveva avuto la moglie del medico,<br />

e subito dopo si rese conto, senza sapere per quali vie del sentimento vi fosse<br />

giunta, che stava piangendo anche per la vecchia del primo piano, la mangiatrice<br />

di carne cruda, l'orribile strega, colei che con la propria mano morta le aveva<br />

restituito le chiavi di casa. E allora la moglie del medico disse, Che tempi, è già<br />

invertito l'ordine delle cose, un simbolo che quasi sempre è stato di morte ora<br />

diviene un segnale di vita, Ci sono mani capaci di questi e di ben altri e più grandi<br />

prodigi, disse il medico, Necessità fa virtù, mio caro, disse la moglie, e adesso<br />

basta con le filosofie e le taumaturgie, diamoci da fare. Fu la stessa ragazza dagli<br />

occhiali scuri che appese la ciocca di capelli alla maniglia, Credi che i miei genitori<br />

se ne accorgeranno, domandò, La maniglia della porta è la mano tesa di una casa,<br />

rispose la moglie del medico, e con questa frase d'effetto, come si direbbe,<br />

ritennero la visita conclusa.<br />

Quella sera ci furono di nuovo lettura e audizione, non avevano altra<br />

maniera di distrarsi, peccato che il medico non fosse, per esempio, un violinista<br />

dilettante, che dolci serenate si sarebbero allora potute sentire in questo quinto<br />

piano, i vicini invidiosi avrebbero detto, Quelli, o gli va bene la vita o sono degli<br />

incoscienti e credono di poter sfuggire alla sventura ridendosela della sventura<br />

degli altri. Adesso non c'è altra musica all'infuori di quella delle parole, e le parole,<br />

soprattutto quelle dei libri, sono discrete, anche se la curiosità spingesse<br />

qualcuno del palazzo a mettersi in ascolto dietro la porta, costui non sentirebbe<br />

altro che questo mormorio solitario, questo lungo filo di un suono che potrebbe<br />

prolungarsi all'infinito perché i libri del mondo, tutti insieme, sono come dicono<br />

sia l'universo, infiniti. Quando, a notte fonda, la lettura terminò, il vecchio dalla<br />

benda nera disse, A questo siamo ridotti, a sentir leggere, Io non mi lamento,<br />

potrei restare così per sempre, disse la ragazza dagli occhiali scuri, Neanch'io mi<br />

sto lamentando, dico solo che serviamo soltanto a questo, a sentir leggere la<br />

storia di un'umanità esistita prima di noi, approfittiamo della combinazione che ci<br />

siano ancora un paio d'occhi aperti, gli ultimi rimasti, se un giorno si dovessero<br />

spegnere, non voglio neanche pensarci, allora il filo che ci unisce a quell'umanità<br />

si spezzerebbe, sarebbe come se ci stessimo allontanando gli uni dagli altri nello<br />

spazio, per sempre, e ciechi loro tanto quanto noi, Finché potrò, disse la ragazza<br />

dagli occhiali scuri, manterrò la speranza, la speranza di ritrovare un giorno i miei<br />

genitori, la speranza che compaia la mamma di questo ragazzo, Ti sei dimenticata<br />

177


di parlare della speranza di tutti, Quale, Quella di recuperare la vista, Avere certe<br />

speranze è una follia, Allora ti dico che, se non fosse per quelle, avrei già<br />

rinunciato alla vita, Fammi un esempio, Vedere di nuovo, Questo lo conosciamo<br />

già, fammene un altro, No, Perché, Non ti interessa, E come sai che non mi<br />

interessa, cosa credi di conoscere di me per decidere, per tuo conto, ciò che mi<br />

interessa e ciò che non mi interessa, Non ti arrabbiare, non avevo intenzione di<br />

ferirti, Gli uomini sono tutti uguali, pensano che basti esser nati dalla pancia di<br />

una donna per sapere tutto delle donne, Io delle donne so ben poco, e di te<br />

niente, e quanto a essere un uomo, per me è acqua passata, ora sono un vecchio,<br />

e guercio, oltre che cieco, Non hai nient'altro da dire contro te stesso, Tante altre<br />

cose, non immagini neanche quanto la lista nera delle autorecriminazioni vada<br />

aumentando a mano a mano che gli anni passano, Io sono giovane, e già ne sono<br />

ben fornita, Ancora non hai fatto niente di veramente cattivo, Come puoi saperlo,<br />

se non hai mai vissuto con me, Sì, non ho mai vissuto con te, Perché hai ripetuto<br />

con quel tono le mie parole, Quale tono, Quello, Ho detto solo che non ho mai<br />

vissuto con te, Il tono, il tono, non fingere di non capire, Non insistere, ti prego,<br />

Invece sì, ho bisogno di sapere, Torniamo alle speranze, Va bene, L'altro esempio<br />

di speranza che ho rifiutato di fare era quello, Quello, quale, L'ultima<br />

autorecriminazione della mia lista, Spiegati, per favore, le sciarade non le capisco,<br />

Il mostruoso desiderio di non recuperare più la vista, Perché, Per continuare a<br />

vivere così, Vuoi dire tutti insieme, oppure insieme a me, Non costringermi a<br />

rispondere, Se fossi soltanto un uomo potresti sottrarti alla risposta, come fanno<br />

tutti, ma tu stesso hai detto che sei un vecchio, e un vecchio, se l'aver vissuto<br />

tanto ha ancora un senso, non dovrebbe voltare la faccia davanti alla verità,<br />

rispondi, Insieme a te, E per quale motivo vuoi vivere con me, Ti aspetti che lo<br />

dica davanti a tutti, Gli uni davanti agli altri abbiamo fatto le cose più sporche, più<br />

brutte, più ripugnanti, non sarà certo peggio quello che hai da dirmi, Giacché lo<br />

vuoi, e sia, perché all'uomo che sono ancora piace la donna che tu sei, è stato poi<br />

così tanto penoso fare questa dichiarazione d'amore, Alla mia età, il ridicolo fa<br />

paura, Non sei stato ridicolo, Dimentichiamolo, ti prego, Non intendo dimenticare<br />

né lasciare che tu dimentichi, è una sciocchezza, mi hai costretto a parlare, e<br />

adesso, E adesso è il mio turno, Non dire nulla di cui potresti pentirti, ricordati<br />

della lista nera, Se in questo momento sono sincera, cosa importa se un domani<br />

dovrò pentirmene, Taci, Tu vuoi vivere con me e io voglio vivere con te, Sei pazza,<br />

Vivremo insieme qui, come una coppia, e insieme continueremo a vivere se<br />

dovremo separarci dai nostri amici, due ciechi dovranno pur vedere più di uno, è<br />

una follia, io non ti piaccio, Cosa significa piacere, a me non è mai piaciuto<br />

nessuno, con gli uomini ci sono solo andata a letto, Mi stai dando ragione, No, Hai<br />

parlato di sincerità, allora rispondimi, è proprio vero che ti piaccio, Mi piaci<br />

abbastanza da voler stare con te, ed è la prima volta che lo dico a qualcuno, Non<br />

lo diresti neanche a me se mi avessi incontrato prima, un uomo anziano, mezzo<br />

calvo, con i capelli bianchi, una benda su un occhio e una cataratta nell'altro, La<br />

178


donna che ero un tempo non lo direbbe, lo riconosco, lo ha detto la donna che<br />

sono oggi, Vedremo allora cosa avrà da dire la donna che sarai domani, Mettimi<br />

alla prova, Che idea, chi sono io per metterti alla prova, è la vita che decide di<br />

queste cose, Una l'ha già decisa.<br />

Ebbero questa conversazione faccia a faccia, gli occhi ciechi dell'uno fissi<br />

negli occhi ciechi dell'altra, i visi infiammati e veementi, e quando, per averlo<br />

detto uno di loro e per averlo voluto entrambi, convennero che la vita aveva<br />

deciso che si mettessero a vivere insieme, la ragazza dagli occhiali scuri tese le<br />

mani, solo per offrirle, non per sapere dove andava, sfiorò le mani del vecchio<br />

dalla benda nera che la strinse dolcemente a sé, e rimasero seduti così, vicini, non<br />

era la prima volta, è chiaro, ma adesso erano state pronunciate le parole del<br />

contratto matrimoniale. Nessun altro fece commenti, nessuno si congratulò, né<br />

augurò loro eterna felicità, non è davvero tempo di festeggiamenti e illusioni, e<br />

quando si tratta di decisioni tanto serie come sembra sia stata questa, non ci<br />

sarebbe neppure da sorprendersi se qualcuno avesse pensato che bisogna<br />

proprio esser ciechi per comportarsi in questa maniera, il silenzio è sempre il<br />

miglior applauso. La moglie del medico si limitò a stendere nel corridoio un po' di<br />

cuscini del divano, sufficienti per improvvisare un comodo letto, poi condusse<br />

nell'altra stanza il ragazzino strabico e gli disse, D'ora in poi dormirai qui. Quanto<br />

a ciò che accadde nella sala, tutto indica che questa prima notte si sarà<br />

finalmente chiarito il caso della mano misteriosa che ha lavato la schiena del<br />

vecchio dalla benda nera quella mattina in cui si riversarono tante acque, tutte<br />

purificatrici.<br />

Il giorno seguente, ancora a letto, la moglie del medico disse al marito,<br />

Abbiamo poco da mangiare in casa, bisognerà fare un giro, oggi ho pensato di<br />

andare al magazzino sotterraneo del supermercato, quello dove sono stata il<br />

primo giorno, se non l'ha ancora scoperto nessuno potremo rifornirci per una o<br />

due settimane, Vengo con te, e chiediamo di accompagnarci anche a uno o due di<br />

loro, Preferirei che fossimo solo noi, è più facile e non ci sarà pericolo di perderci,<br />

Fino a quando riuscirai a reggere il peso di sei persone che non possono darsi da<br />

fare, Reggerò finché potrò, ma in realtà le forze cominciano ormai a mancarmi, a<br />

volte mi ritrovo a desiderare di diventare cieca per essere uguale agli altri, per<br />

non avere più obblighi di loro, Ci siamo abituati a dipendere da te, se ci mancassi<br />

sarebbe come se ci avesse colpito una seconda cecità, grazie ai tuoi occhi<br />

riusciamo a essere un po' meno ciechi, Tirerò avanti finché ne sarò capace, non<br />

posso promettere di più, Un giorno, quando dovessimo capire che non possiamo<br />

fare più nulla di buono e di utile al mondo, dovremmo avere il coraggio di uscire<br />

semplicemente dalla vita, come ha detto lui, Lui chi, Il fortunato di ieri, Sono<br />

sicura che oggi non lo direbbe, non c'è niente di meglio che una solida speranza<br />

per far cambiare opinione, Adesso ce l'ha, speriamo gli duri, Nella tua voce c'è un<br />

tono che sembra di contrarietà, Contrarietà, perché, Come se ti avessero portato<br />

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via qualcosa che ti apparteneva, Ti riferisci a quello che è accaduto con la ragazza<br />

quando eravamo in quel posto orribile, Sì, Ricordati che è stata lei a cercarmi, La<br />

memoria ti inganna, sei tu che l'hai cercata, Ne sei sicura, Non ero cieca, Eppure<br />

sarei pronto a giurare che, Giureresti il falso, è strano come la memoria possa<br />

ingannarci così, In questo caso è facilmente comprensibile, sentiamo più nostro<br />

quanto ci si è offerto spontaneamente che non quello che abbiamo dovuto<br />

conquistare, Né lei mi ha cercato dopo, né io l'ho più cercata, Volendo ci<br />

s'incontra nella memoria, a questo serve, Sei gelosa, No, non sono gelosa, né lo<br />

sono stata quel giorno, ma ho provato pena per lei e per te, e anche per me<br />

perché non potevo aiutarvi, Come stiamo ad acqua, Male. Dopo la meno che<br />

frugale colazione del mattino, amenizzata finalmente da alcune allusioni discrete<br />

e sorridenti agli avvenimenti della notte trascorsa, con parole convenientemente<br />

controllate per la presenza di un minore, una cautela peraltro inutile se<br />

ripensiamo alle scandalose scene di cui è stato di persona testimone durante la<br />

quarantena, la moglie del medico e il marito si recarono al lavoro, accompagnati<br />

stavolta dal cane delle lacrime, che non volle restare a casa.<br />

L'aspetto delle strade peggiorava di ora in ora. La spazzatura sembrava<br />

moltiplicarsi durante le ore notturne, era come se dall'estero, da un paese<br />

sconosciuto dove regnasse ancora una vita normale, venissero di nascosto a<br />

svuotare i contenitori, se non fosse che ci troviamo in un paese di ciechi<br />

vedremmo avanzare in questa bianca oscurità i carri e i camion fantasma carichi<br />

di detriti, avanzi, macerie, scorie chimiche, ceneri, oli bruciati, ossa, bottiglie,<br />

interiora, pile scariche, plastiche, montagne di carta, soltanto i resti del mangiare<br />

non ci portano, neanche un po' di bucce con cui poter ingannare via via la fame,<br />

aspettando quei giorni migliori che dovranno pur venire. è ancora mattina presto,<br />

ma il caldo si fa già sentire. Il cattivo odore si diffonde dall'immensa pattumiera<br />

come una nube di gas tossico, Fra non molto cominceranno a spuntare un bel po'<br />

di epidemie, ha ripetuto il medico, non ne scamperà nessuno, siamo<br />

completamente indifesi, Se non è pioggia è vento, ha detto la moglie, Magari, la<br />

pioggia almeno ci servirebbe per dissetarci, e il vento ci libererebbe un po' da<br />

questo fetore. Il cane delle lacrime gira qua e là fiutando inquieto, si è soffermato<br />

a rovistare in un mucchio di spazzatura, probabilmente ci ha nascosto sotto<br />

qualche leccornia sopraffina che adesso non riesce a trovare, se fosse solo da lì<br />

non si schioderebbe, ma la donna che ha pianto è già arrivata laggiù, il suo dovere<br />

è di seguirla, non si sa mai, potrebbe dover asciugare altre lacrime. è difficile<br />

camminare. In certe strade, soprattutto quelle più in pendenza, l'impeto delle<br />

acque piovane, trasformate in torrente, ha scaraventato automobili contro<br />

automobili, o contro palazzi, buttando giù porte, svuotando vetrine, ci sono<br />

schegge di vetro spesso dappertutto. Schiacciato fra due macchine, imputridisce il<br />

corpo di un uomo. La moglie del medico distoglie lo sguardo. Il cane delle lacrime<br />

si avvicina, ma la morte gli mette soggezione, fa due passi ancora, di colpo gli si è<br />

rizzato il pelo, un lacerante ululato gli è uscito dalla gola, il guaio di questo cane è<br />

180


di essere stato tanto vicino agli esseri umani, finirà per soffrire quanto loro.<br />

Attraversarono una piazza dove c'erano gruppi di ciechi che s'intrattenevano ad<br />

ascoltare i discorsi di altri ciechi, a prima vista non sembravano ciechi né gli uni né<br />

gli altri, chi parlava girava infervorato la faccia verso chi ascoltava, chi ascoltava<br />

girava attento la faccia verso chi parlava. Si proclamavano i principi fondamentali<br />

dei grandi sistemi organizzati, la proprietà privata, il libero scambio, il mercato, la<br />

borsa, la pressione fiscale, l'interesse, l'appropriazione, l'espropriazione, la<br />

produzione, la distribuzione, il consumo, l'approvvigionamento e il suo contrario,<br />

la ricchezza e la povertà, la comunicazione, la repressione e la delinquenza, le<br />

lotterie, le istituzioni carcerarie, il codice penale, il codice civile, il codice stradale,<br />

il dizionario, l'elenco telefonico, le reti di prostituzione, le fabbriche di materiali<br />

bellici, le forze armate, i cimiteri, la polizia, il contrabbando, le droghe, i traffici<br />

illeciti permessi, la ricerca farmaceutica, il gioco, il prezzo delle cure e dei funerali,<br />

la giustizia, il mutuo, i partiti politici, le elezioni, i parlamenti, i governi, il pensiero<br />

convesso, quello concavo, quello piano, quello verticale, quello inclinato, quello<br />

concentrato, quello disperso, quello sfuggito, l'ablazione delle corde vocali, la<br />

morte della parola. Qui si parla di organizzazione, disse la moglie del medico al<br />

marito, Me ne sono accorto, rispose lui, e tacque. Continuarono a camminare, la<br />

moglie del medico andò a consultare una mappa della città che era lì su un<br />

angolo, come un antico crocifisso sulle strade. Erano molto vicini al supermercato,<br />

qui, da qualche parte si era accasciata per terra, piangente, quel giorno in cui si<br />

era vista perduta, grottescamente prostrata sotto il peso di quei sacchetti di<br />

plastica per fortuna pieni, era accorso un cane a consolarla dal disorientamento e<br />

dall'angoscia, proprio questo che sta ringhiando alle mute che si avvicinano<br />

troppo, come ad avvisarle, A me non me la fate, state lontani. Una svolta a<br />

sinistra, un'altra a destra, e compare la porta del supermercato. Solo la porta,<br />

cioè, la porta c'è, l'edificio c'è tutto, ma non si vede gente entrare e uscire, quel<br />

formicaio umano che incontriamo continuamente in questi locali, che vivono<br />

appunto dell'afflusso di grandi masse. La moglie del medico, temendo il peggio,<br />

disse al marito, Siamo venuti troppo tardi, non ci sarà più neppure un quarto di<br />

biscotto, Perché dici questo, Non vedo entrare né uscire nessuno, Può darsi non<br />

abbiano ancora scoperto il sotterraneo, è la mia speranza. Si erano fermati sul<br />

marcia piede davanti al supermercato mentre si scambiavano queste frasi.<br />

Accanto a loro, come se fossero in attesa che a un semaforo si accendesse il<br />

verde, c'erano tre ciechi. La moglie del medico non si accorse della faccia che<br />

fecero, un'espressione di sorpresa inquieta, una sorta di vago timore, non vide<br />

che la bocca di uno di loro si aprì come per dire qualcosa e subito dopo si richiuse,<br />

non notò quel rapido movimento di stringersi nelle spalle, Fatti tuoi, avrà<br />

probabilmente pensato questo cieco. Ormai in mezzo alla strada, mentre<br />

l'attraversavano, la moglie del medico e il marito non poterono udire<br />

l'osservazione del secondo cieco, Chissà perché avrà detto che non vedeva, che<br />

non vedeva entrare e uscire nessuno, né la risposta del terzo cieco, Sono modi di<br />

181


dire, anche poco fa, quando ho inciampato, mi hai domandato se non vedevo<br />

dove mettevo i piedi, è lo stesso, non abbiamo ancora perso l'abitudine di vedere,<br />

Mio Dio, quante volte lo abbiamo già detto, esclamò il primo cieco.<br />

Il chiarore del giorno illuminava l'ampio spazio del supermercato fino giù in<br />

fondo. Quasi tutti gli scaffali erano per terra, non c'erano che pattume, vetri rotti,<br />

scatoloni vuoti, è curioso, disse la moglie del medico, anche se non c'è più niente<br />

da mangiare, non capisco perché non ci viva nessuno. Il medico disse,<br />

Effettivamente, non sembra normale. Il cane delle lacrime si mise a guaire<br />

flebilmente. Aveva di nuovo il pelo ritto. Disse la moglie del medico, C'è uno<br />

strano odore, La solita puzza, disse il marito, No, è un altro odore, di putrefazione,<br />

Ci sarà qualche cadavere, Non ne vedo, Allora sarà una tua impressione. Il cane<br />

riprese a gemere. Cos'ha il cane, domandò il medico, è nervoso, Cosa facciamo,<br />

Andiamo a vedere, se c'è un cadavere ci teniamo lontani, a questo punto i morti<br />

non ci fanno più paura, Per me è più facile, non li vedo. Attraversarono il<br />

supermercato fino alla porta che dava accesso al corridoio per cui si sarebbe<br />

arrivati al magazzino del sotterraneo. Il cane delle lacrime li seguì, ma di tanto in<br />

tanto si fermava, guaiva richiamandoli, poi il dovere lo costringeva a proseguire.<br />

Quando la moglie del medico aprì la porta, l'odore si fece più intenso, C'è davvero<br />

puzza, disse il marito, Tu resta qui, torno subito. Avanzò nel corridoio, sempre più<br />

buio, e il cane delle lacrime la seguì come se lo stessero trascinando. Satura del<br />

fetore di putrefazione, l'aria sembrava pastosa. A metà strada, la moglie del<br />

medico vomitò, Cosa sarà successo, pensava fra un conato e l'altro, e poi<br />

mormorando ripeté, una prima e una seconda volta, sempre le stesse parole<br />

mentre si avvicinava alla porta metallica da cui si accedeva al sotterraneo.<br />

Confusa dalla nausea, non aveva notato che in fondo c'era un chiarore diffuso,<br />

molto tenue. Adesso sapeva cos'era. Negli interstizi delle due porte, della scala e<br />

del montacarichi, palpitavano delle fiammelle. Un nuovo attacco di vomito le<br />

contorse le budella, talmente violento da scagliarla per terra. Il cane delle lacrime<br />

emise un lungo ululato, lanciò un grido che sembrava interminabile, un lamento<br />

che risuonò nel corridoio come l'ultima voce dei morti che si trovavano nel<br />

sotterraneo. Il medico sentì i vomiti, i rantoli, la tosse, corse come poté, inciampò<br />

e cadde, si alzò e ricadde, infine strinse la moglie fra le braccia, Cos'è accaduto,<br />

domandò tremante, lei ripeteva solo, Portami via da qui, portami via da qui per<br />

favore, per la prima volta da quando era sopraggiunta la cecità era lui che guidava<br />

la moglie, la guidava senza sapere dove, in un posto qualsiasi, ma lontano da<br />

queste porte, dalle fiamme che non poteva vedere. Quando uscirono fuori dal<br />

corridoio, i nervi le cedettero di colpo, il pianto si fece convulso, non c'è modo di<br />

asciugare lacrime come queste, solo il tempo e la stanchezza potranno chetarle,<br />

ecco perché il cane non si avvicinava, cercava solo una mano da leccare. Cos'è<br />

accaduto, domandò il medico di nuovo, cos'hai visto, Sono morti, riuscì a dire lei<br />

fra i singhiozzi, Chi è che è morto, Loro, e non poté continuare, Calmati, parlerai<br />

quando ce la farai. Trascorsi alcuni minuti, lei disse, Sono morti, Hai visto qualche<br />

182


cosa, hai aperto la porta, domandò il marito, No, ho visto solo dei fuochi fatui alle<br />

fessure, stavano lì avvinghiati e ballavano, senza staccarsi, Idrogeno fosforato<br />

derivante dalla decomposizione, Immagino di sì, Cosa sarà successo, Devono aver<br />

trovato per caso il sotterraneo, si saranno precipitati giù per la scala in cerca di<br />

cibo, ricordo quanto era facile scivolare e cadere su quei gradini, e se ne è caduto<br />

uno sono caduti tutti, probabilmente non sono neppure riusciti ad arrivare dove<br />

volevano, o forse ci sono riusciti ma poi, con la scala ostruita, non hanno potuto<br />

tornare indietro, Ma tu hai detto che la porta era chiusa, L'avranno chiusa<br />

certamente gli altri ciechi, hanno trasformato il sotterraneo in un enorme<br />

sepolcro, e sono io la colpevole di quanto è accaduto, quando sono uscita di corsa<br />

con i sacchetti avranno sospettato che si trattasse di cibo e si saranno messi a<br />

cercarlo, In un certo qual modo, tutto quanto mangiamo è rubato alla bocca<br />

altrui, e se ne rubiamo troppo finiamo per causarne la morte, in fondo siamo tutti<br />

più o meno assassini, Magra consolazione, Ma non voglio che cominci ad<br />

addossarti colpe immaginarie quando già riesci a stento a sostenere la<br />

responsabilità di mantenere sei bocche reali e inutili, Senza la tua bocca inutile,<br />

come potrei vivere, Continueresti a vivere per mantenere le altre cinque, Mi<br />

chiedo per quanto tempo, Ancora non per molto, quando sarà tutto finito saremo<br />

costretti a girare per le campagne in cerca di cibo, strapperemo tutti i frutti dagli<br />

alberi, ammazzeremo tutti gli animali che riusciremo ad acchiappare, se nel<br />

frattempo non avremo cominciato a divorare i cani e i gatti. Il cane delle lacrime<br />

non si fece sentire, l'argomento non lo riguardava, a qualcosa gli era pur servito<br />

trasformarsi negli ultimi tempi nel cane delle lacrime.<br />

La moglie del medico a stento poteva trascinare i piedi. La scossa l'aveva<br />

lasciata priva di forze. Quando uscirono dal supermercato, lei esanime, lui cieco,<br />

nessuno avrebbe saputo dire chi dei due stava sostenendo l'altro. Forse per<br />

l'intensità della luce le venne una vertigine, pensò di star perdendo la vista, ma<br />

non si spaventò, era solo un mancamento. Non giunse al punto di cadere, di<br />

perdere del tutto i sensi. Aveva bisogno di sdraiarsi, chiudere gli occhi, respirare<br />

regolarmente, se avesse potuto stare qualche minuto tranquilla, calma, era sicura<br />

che le forze sarebbero tornate, e bisognava che tornassero, i sacchetti di plastica<br />

erano ancora vuoti. Non voleva sdraiarsi su tutta quella schifezza del marciapiede,<br />

rientrare nel supermercato neanche morta. Si guardò intorno. Al di là della strada,<br />

poco più avanti, c'era una chiesa. Probabilmente c'era gente dentro, come<br />

dappertutto, ma doveva essere un buon posto dove riposare un po', anticamente<br />

almeno era così. Disse al marito, Ho bisogno di riprendere le forze, portami laggiù,<br />

Laggiù dove, Scusami, tu sostienimi, te lo dico io, Cos'è, Una chiesa, se mi potessi<br />

sdraiare un po' tornerei come nuova, Andiamo. Si entrava nel tempio salendo sei<br />

gradini, sei gradini, nota bene, che la moglie del medico fece con gran fatica,<br />

tanto più che doveva guidare anche il marito. Le porte erano spalancate, e per<br />

fortuna, anche un paravento, per quanto tra i più semplici, sarebbe stato in<br />

questo momento un ostacolo difficile da superare. Il cane delle lacrime si fermò<br />

183


indeciso sulla soglia. è che, malgrado la libertà di movimenti di cui hanno goduto i<br />

cani negli ultimi mesi, nel loro cervello era ancora geneticamente incorporata la<br />

proibizione che un giorno, in tempi remoti, si era abbattuta sulla specie, la<br />

proibizione di entrare nelle chiese, probabilmente per colpa di quell'altro codice<br />

genetico che ordina loro di marcare il territorio dovunque arrivino. Non sono<br />

serviti a niente i buoni e leali servigi prestati dagli antenati di questo cane delle<br />

lacrime, quando lambivano le purulente piaghe di santi prima ancora che fossero<br />

approvati e dichiarati tali, una misericordia, dunque, fra le più disinteressate,<br />

perché, lo sappiamo bene, non certo tutti i mendicanti riescono ad ascendere alla<br />

santità, per quante piaghe possano avere sul corpo, e anche nell'anima, là dove la<br />

lingua dei cani non arriva. Questo, adesso, si è azzardato a penetrare nel sacro<br />

recinto, la porta era aperta, portiere non ce n'era, e, ragione oltremodo forte, la<br />

donna delle lacrime è già entrata, non so neppure come riesca a trascinarsi,<br />

continua a mormorare al marito una sola parola, Reggimi, la chiesa è piena, quasi<br />

non si trova un palmo di pavimento libero, qui si potrebbe veramente dire che<br />

non c'è una pietra su cui posare il capo, è accorso ancora una volta il cane delle<br />

lacrime, con due ringhiate e due attacchi, il tutto senza cattiveria, ha fatto un po'<br />

di spazio dove la moglie del medico si è accasciata, abbandonando il corpo allo<br />

svenimento, gli occhi finalmente chiusi. Il marito le ha preso il polso, è sostenuto<br />

e regolare, appena appena lontano, poi ha fatto un tentativo per rialzarla, la<br />

posizione non è corretta, bisogna rapidamente far affluire di nuovo il sangue al<br />

cervello, aumentare l'irrorazione cerebrale, meglio di tutto sarebbe sederla,<br />

metterle il capo fra le ginocchia, e confidare nella natura e nella forza di gravità.<br />

Alla fine, dopo alcuni tentativi falliti, riuscì a rialzarla. Dopo qualche minuto, la<br />

moglie del medico sospirò profondamente, si mosse di un nonnulla, cominciava a<br />

tornare in sé. Non ti alzare ancora, le disse il marito, stai lì un altro po' a testa<br />

bassa, ma lei si sentiva bene, nessun segno di vertigine, gli occhi riuscivano già a<br />

intravvedere i lastroni del pavimento, che il cane delle lacrime, grazie alle tre<br />

energiche raspate che aveva dato per sdraiarsi pure lui, aveva ripulito in maniera<br />

accettabile. Alzò la testa verso le colonne slanciate, verso le alte volte, a<br />

comprovare la sicurezza e la stabilità della circolazione sanguigna, poi disse, Ora<br />

mi sento bene, ma nello stesso istante pensò di essere ammattita, o forse,<br />

scomparsa la vertigine, di avere le allucinazioni, non poteva essere vero ciò che le<br />

mostravano gli occhi, quell'uomo inchiodato alla croce con una benda bianca a<br />

tappargli gli occhi, e, lì accanto, una donna col cuore trafitto da sette spade e gli<br />

occhi tappati anch'essi con una benda bianca, e non c'erano soltanto quest'uomo<br />

e questa donna in simili condizioni, tutte le immagini della chiesa avevano gli<br />

occhi bendati, le sculture con una striscia di tessuto bianco legata intorno alla<br />

testa, i dipinti con una spessa pennellata di pittura bianca, e laggiù c'era una<br />

donna che insegnava a leggere alla figlia, e tutte e due avevano gli occhi tappati, e<br />

un uomo con un libro aperto su cui era seduto un bambino, e tutti e due avevano<br />

gli occhi tappati, e un altro uomo col corpo trafitto di frecce, e aveva gli occhi<br />

184


tappati, e una donna con una lanterna accesa, e aveva gli occhi tappati, e un altro<br />

uomo con ferite alle mani, ai piedi e al petto, e aveva gli occhi tappati, e un altro<br />

uomo con un leone, e tutti e due avevano gli occhi tappati, e un altro uomo con<br />

un agnello, e tutti e due avevano gli occhi tappati, e un altro uomo con un'aquila,<br />

e tutti e due avevano gli occhi tappati, e un altro uomo che dominava con una<br />

lancia un uomo a terra, con le corna e i piedi fessi, e tutti e due avevano gli occhi<br />

tappati, e un altro uomo con una bilancia, e aveva gli occhi tappati, e un vecchio<br />

calvo con un giglio bianco in mano, e aveva gli occhi tappati, e un altro vecchio<br />

appoggiato a una spada sguainata, e aveva gli occhi tappati, e una donna con una<br />

colomba, e tutte e due avevano gli occhi tappati, e un uomo con due corvi, e tutti<br />

e tre avevano gli occhi tappati, c'era soltanto una donna che non aveva gli occhi<br />

tappati, perché li porgeva sopra un vassoio d'argento. La moglie del medico disse<br />

al marito, Non mi crederesti se ti dicessi quello che ho davanti a me, tutte le<br />

immagini della chiesa hanno gli occhi bendati, Che strano, chissà perché, Come<br />

faccio a saperlo, potrebbe essere stata opera di qualche disperato della fede<br />

quando ha capito che sarebbe diventato cieco come gli altri, può essere stato lo<br />

stesso sacerdote, forse ha pensato giustamente che, siccome i ciechi non<br />

avrebbero potuto vedere le immagini, anche le immagini non avrebbero più<br />

dovuto vedere i ciechi, Le immagini non vedono, Ti sbagli, le immagini vedono con<br />

gli occhi che le vedono, solo adesso la cecità è veramente generale, Tu ci vedi<br />

ancora, Ci vedrò sempre meno, anche se non perderò la vista diverrò sempre più<br />

cieca di giorno in giorno perché non avrò più nessuno che mi veda, Se è stato il<br />

prete a tappare gli occhi delle immagini, è solo una mia idea, è l'unica ipotesi<br />

plausibile, è l'unica che possa conferire una certa grandiosità alla nostra miseria,<br />

immagino quell'uomo che entra qui dentro proveniente da un mondo di ciechi, al<br />

quale poi dovrà tornare per divenirlo anche lui, immagino le porte chiuse, la<br />

chiesa deserta, il silenzio, immagino le statue, i dipinti, lo vedo andare dall'una<br />

all'altro, salire sugli altari e legare i pezzi di stoffa, con due nodi perché non si<br />

slaccino e cadano giù, a passare due mani di colore sulle pitture per rendere più<br />

spessa la notte bianca in cui sono entrate, quel prete dev'essere stato il più<br />

grande sacrilego di tutti i tempi e di tutte le religioni, il più giusto, il più<br />

radicalmente umano, colui che è venuto finalmente ad affermare che Dio non<br />

merita di vedere. La moglie del medico non arrivò a rispondere, qualcuno accanto<br />

parlò prima di lei, Cosa state dicendo, chi siete, Ciechi come te, disse lei, Ma ti ho<br />

sentito dire che vedevi, Sono modi di dire che si fatica a perdere, quante volte<br />

ancora bisognerà ripeterlo, E cos'è questa roba delle immagini con gli occhi<br />

tappati, è vero, E tu come lo sai, se sei cieca, Lo verresti a sapere anche tu se<br />

facessi come ho fatto io, avvicinati e toccale con le mani, le mani sono gli occhi<br />

dei ciechi, E tu perché lo hai fatto, Ho pensato che per essere giunti al punto cui<br />

siamo giunti qualcun altro doveva essere cieco, E quella storia che è stato il<br />

parroco di questa chiesa a tappare gli occhi alle immagini, l'ho conosciuto molto<br />

bene, sarebbe incapace di fare una cosa del genere, Non si può mai sapere in<br />

185


anticipo di cosa siano capaci le persone, bisogna aspettare, dar tempo al tempo, è<br />

il tempo che comanda, il tempo è il compagno che sta giocando di fronte a noi, e<br />

ha in mano tutte le carte del mazzo, a noi ci tocca inventarci le briscole con la vita,<br />

la nostra, Parlare di gioco in una chiesa è peccato, Alzati, usa le tue mani, se dubiti<br />

di quanto dico, Giurami che è vero che le immagini hanno gli occhi tappati, Quale<br />

giuramento ti è sufficiente, Giura sui tuoi occhi, Lo giuro due volte, sui miei e sui<br />

tuoi occhi, è vero, è vero. Questa conversazione la stavano sentendo altri ciechi<br />

che si trovavano più vicino, e sarebbe inutile dire che non ci fu bisogno di<br />

aspettare la conferma del giuramento perché la notizia cominciasse a circolare, a<br />

passare di bocca in bocca, in un mormorio che a poco a poco cambiava tono,<br />

prima incredulo, poi inquieto, di nuovo incredulo, il guaio fu che in<br />

quell'assembramento di gente c'erano un certo numero di persone superstiziose<br />

e ricche d'immaginazione, l'idea che le immagini sacre fossero cieche, che i loro<br />

sguardi misericordiosi o sofferenti non contemplassero altro che la propria cecità,<br />

divenne subitamente insopportabile, fu come se qualcuno fosse venuto a dir loro<br />

che erano circondati da morti-viventi, bastò che si udisse un grido, e poi un altro,<br />

e un altro ancora, la paura fece immediatamente alzare tutti quanti, il panico li<br />

spinse verso la porta, si ripeté la scena ormai nota, siccome il panico è molto più<br />

rapido delle gambe che lo devono portare, i piedi del fuggiasco finiscono per<br />

impappinarsi nella corsa, tanto più se lui è cieco, ed eccolo all'improvviso per<br />

terra, il panico gli dice, Alzati, corri, stanno venendo ad ammazzarti, figurarsi se lui<br />

non lo vorrebbe, ma ce ne sono altri che si son messi a correre e son caduti,<br />

bisogna proprio avere un gran buon cuore per non scoppiare a ridere davanti a<br />

questo grottesco garbuglio di corpi alla ricerca di braccia per liberarsi e di piedi<br />

per scappare. Quei sei gradini là fuori saranno come un precipizio, ma insomma,<br />

non sarà poi una gran caduta, l'abitudine a cadere indurisce il corpo, l'esser giunti<br />

per terra è già, di per sé, un sollievo, Da qui non ne vengo fuori, è il primo<br />

pensiero, e a volte l'ultimo nei casi fatali. Ciò che neppure cambia è che si<br />

approfittino alcuni del male altrui, come sanno benissimo, fin dall'inizio del<br />

mondo, gli eredi e gli eredi degli eredi. La fuga disperata di questa gente l'ha<br />

spinta a lasciare dietro di sé tutti i propri beni, e quando la necessità avrà avuto la<br />

meglio sulla paura e loro torneranno a cercarli, oltre al difficile problema di<br />

chiarire in modo soddisfacente quale era il mio e quale il tuo, vedremo che sarà<br />

sparita parte di quel po' di cibo che avevamo, vuoi vedere che è stato tutto un<br />

cinico stratagemma di quella donna che ha detto che le immagini avevano gli<br />

occhi tappati, la cattiveria di certe persone non ha limiti, si inventano persino di<br />

queste balle per poter rubare alla povera gente quei pochi avanzi di cibo<br />

indecifrabili. Orbene, è stata tutta colpa del cane delle lacrime, vedendo<br />

finalmente libera la piazza è andato ad annusare qua e là, si è ripagato del lavoro,<br />

com'era giusto e naturale, ma ha mostrato, per così dire, l'ingresso della miniera,<br />

col risultato che la moglie del medico e il marito sono usciti dalla chiesa coi<br />

sacchetti mezzi pieni. Se finiranno per utilizzare una metà di quanto hanno preso<br />

186


potranno ritenersi soddisfatti, davanti all'altra metà diranno, Non so come<br />

riuscissero a mangiarselo, anche quando la sventura è comune a tutti, c'è sempre<br />

chi se la passa peggio degli altri.<br />

Il resoconto di questi avvenimenti, ognuno nel suo genere, lasciò costernati<br />

e sgomenti i compagni, anche se tuttavia c'è da notare che la moglie del medico,<br />

forse perché le parole si rifiutavano, non ce la fece a comunicar loro quel<br />

sentimento di orrore assoluto che aveva provato davanti alla porta del<br />

sotterraneo, davanti a quel rettangolo pallido e vacillante di lumini che dava nella<br />

scala per cui si sarebbe giunti all'altro mondo. Già le immagini dagli occhi bendati<br />

avevano colpito profondamente, ancorché in modo diverso, l'immaginazione di<br />

tutti, nel primo cieco e in sua moglie, per esempio, si notò un certo malessere,<br />

per loro si trattava principalmente di una imperdonabile mancanza di rispetto.<br />

Che tutti, gli esseri umani, si ritrovassero ciechi, era una iattura di cui loro non<br />

erano colpevoli, sono sventure che possono capitare a chiunque, ma andare, solo<br />

per ciò, a tappare gli occhi alle sante immagini, gli sembrava un attentato<br />

imperdonabile, e peggio ancora se commesso dal parroco di una chiesa. Il<br />

commento del vecchio dalla benda nera fu assai diverso, Capisco lo shock che ti<br />

avrà causato, sto giusto pensando alla galleria di un museo, tutte le sculture con<br />

gli occhi tappati, non perché lo scultore non avesse voluto sgrossare la pietra fino<br />

a giungere al punto in c'erano gli occhi, ma tappati come dici tu, con quei pezzi di<br />

stoffa annodati, come se una cecità sola non bastasse, è curioso, ma una benda<br />

come la mia non fa la stessa impressione, a volte ti conferisce addirittura un'aria<br />

romantica, e rise di quanto aveva detto e di se stesso. Quanto alla ragazza dagli<br />

occhiali scuri, lei si accontentò di dire che sperava di non dover vedere in sogno<br />

quella maledetta galleria, di incubi ne aveva abbastanza. Mangiarono un po' di<br />

quel pessimo cibo che c'era, era il meglio che avevano, la moglie del medico disse<br />

che stava diventando sempre più difficile trovare da mangiare, forse avrebbero<br />

dovuto lasciare la città e andare a vivere in campagna, lì, per lo meno, i cibi che<br />

fossero riusciti a rimediare sarebbero stati più sani, e ci sarà pure qualche capra o<br />

qualche mucca in libertà, possiamo mungerle, avremo latte, e c'è l'acqua dei<br />

pozzi, possiamo cuocere quello che vogliamo, il problema sta nel trovare un buon<br />

posto, ciascuno diede poi la propria opinione, alcune più entusiastiche di altre,<br />

ma a tutti era chiaro che la situazione incalzava e forzava, chi si mostrò contento<br />

senza riserve fu il ragazzino strabico, probabilmente per via dei bei ricordi delle<br />

vacanze. Dopo aver mangiato, se ne andarono a dormire, lo facevano sempre fin<br />

dal tempo della quarantena, quando l'esperienza aveva loro insegnato che il<br />

corpo sdraiato sopporta veramente tanta fame. La sera non mangiarono, solo il<br />

ragazzino strabico ebbe qualcosa per tacitare la lagna e ingannare l'appetito, gli<br />

altri si sedettero ad ascoltare la lettura del libro, almeno lo spirito non potrà<br />

protestare contro la mancanza di nutrimento, il guaio è che la debilità del corpo<br />

portava talvolta l'attenzione della mente a distrarsi, e non certo per mancanza di<br />

interesse intellettuale, no, è che semplicemente il cervello scivolava in un mezzo<br />

187


sopore, come un animale che si prepara a ibernarsi, addio mondo, ragion per cui<br />

non di rado gli ascoltatori chiudevano docilmente le palpebre, si mettevano a<br />

seguire con gli occhi dell'anima le peripezie dell'intreccio, finché un episodio più<br />

energico li riscuoteva dal torpore, quando non era semplicemente il rumore del<br />

libro rilegato che si chiudeva di colpo, la moglie del medico aveva delicatezze del<br />

genere, non voleva far loro capire di saperlo che chi sognava in verità stava<br />

dormendo.<br />

In questo dolce dondolio sembrava essere entrato il primo cieco, e tuttavia<br />

non era così. Aveva gli occhi chiusi, è vero, e alla lettura prestava un'attenzione<br />

più che vaga, ma l'idea di andare tutti a vivere in campagna gli impediva di<br />

addormentarsi, gli sembrava un grave errore allontanarsi tanto dalla propria casa,<br />

per quanto simpatico fosse quello scrittore era meglio tenerlo sotto sorveglianza,<br />

di tanto in tanto presentarsi lì a casa. Era dunque ben sveglio il primo cieco, e se<br />

altra prova fosse stata necessaria, c'era sempre quel biancore offuscante degli<br />

occhi che probabilmente soltanto il sonno rabbuiava, ma non si poteva esser certi<br />

neppure di questo, dal momento che nessuno poteva essere<br />

contemporaneamente addormentato e vigile. Ritenne il primo cieco di aver<br />

chiarito finalmente questo dubbio quando, all'improvviso, l'interno delle palpebre<br />

gli si fece buio, Mi sono addormentato, pensò, invece no, non si era<br />

addormentato, continuava a sentire la voce della moglie del medico, il ragazzino<br />

strabico tossì, allora fu colto da una gran paura, credette di esser passato da una<br />

cecità all'altra, che dopo aver vissuto nella cecità della luce adesso sarebbe<br />

vissuto nella cecità della tenebra, il terrore lo fece gemere, Cos'hai, gli domandò<br />

la moglie, e lui rispose stupidamente, senza aprire gli occhi, Sono cieco, come se<br />

fosse l'ultima novità del mondo, lei lo abbracciò affettuosamente, Via, ciechi lo<br />

siamo tutti, non c'è niente da fare, Ho visto tutto buio, credevo di essermi<br />

addormentato, e invece no, sono sveglio, è quel che dovresti fare, dormire, non<br />

pensarci. Il consiglio lo infastidì, uno era lì angosciato, soltanto lui sapeva quanto,<br />

e sua moglie non aveva altro da dirgli se non di andare a dormire. Irritato, con<br />

l'acida risposta già sulla punta della lingua, aprì gli occhi e vide. Vide e gridò,<br />

Vedo. Il primo fu ancora il grido dell'incredulità, ma col secondo, e col terzo, e con<br />

tutti gli altri, a poco a poco si rinsaldò l'evidenza, Vedo, vedo, come un pazzo<br />

abbracciò la moglie, poi corse dalla moglie del medico e abbracciò pure lei, la<br />

vedeva per la prima volta, ma sapeva chi era, e il medico, e la ragazza dagli<br />

occhiali scuri, e il vecchio dalla benda nera, lui era inconfondibile, e il ragazzino<br />

strabico, la moglie gli andava appresso, non voleva mollarlo, e lui interrompeva gli<br />

abbracci per abbracciare di nuovo lei, adesso era tornato dal medico, Vedo, vedo,<br />

dottore, non gli diede del tu com'era divenuto ormai quasi una regola in questa<br />

comunità, se qualcuno ci riesce, spieghi lui la ragione di questo repentino<br />

cambiamento, e il medico domandava, Ci vede proprio bene, come prima, non c'è<br />

traccia di bianco, Niente di niente, mi sembra addirittura di vedere ancora meglio<br />

di prima, e non è mica poco, non ho mai portato occhiali. Allora il medico disse ciò<br />

188


che tutti stavano pensando, ma che non osavano pronunciare a voce alta, è<br />

possibile che questa cecità sia giunta alla fine, è possibile che stiamo cominciando<br />

tutti a recuperare la vista, a queste parole la moglie del medico cominciò a<br />

piangere, avrebbe dovuto esser contenta e piangeva, come sono curiose le<br />

reazioni della gente, chiaro che era contenta, mio Dio, è talmente facile da capire,<br />

piangeva perché di colpo le si era esaurita la resistenza mentale, era come una<br />

bimba appena nata e questo pianto era il suo primo e ancora inconsapevole<br />

vagito. Il cane delle lacrime le si avvicinò, questo cane sa sempre quando<br />

qualcuno ha assoluto bisogno di lui, perciò la moglie del medico gli si aggrappò,<br />

non perché non volesse bene e non amasse il marito, ma in quel momento fu<br />

talmente intensa la sua impressione di solitudine, talmente insopportabile da<br />

sembrarle che solo avrebbe potuto mitigarla quella strana sete con cui il cane<br />

beveva le sue lacrime.<br />

La gioia generale era stata sostituita dal nervosismo, E adesso, cosa faremo,<br />

aveva domandato la ragazza dagli occhiali scuri, io non riuscirò a dormire dopo<br />

quanto è successo, Nessuno ci riuscirà, penso che dovremmo restare qui, disse il<br />

vecchio dalla benda nera, si interruppe come se avesse ancora qualche dubbio e<br />

poi concluse, In attesa. Attesero. Le tre fiammelle della lucerna illuminavano quel<br />

circolo di volti. All'inizio avevano ancora chiacchierato con animazione, volevano<br />

sapere esattamente com'era accaduto, se il cambiamento era avvenuto solo negli<br />

occhi o se lui aveva sentito qualche cosa anche nel cervello, poi, a poco a poco, le<br />

parole si smorzarono, a un certo punto al primo cieco venne in mente di dire alla<br />

moglie che il giorno dopo sarebbero andati a casa, Ma io sono ancora cieca,<br />

rispose lei, Non fa niente, ti guido io, solo chi si trovava lì, e quindi lo udì con le<br />

proprie orecchie, fu in grado di avvertire come parole tanto semplici potessero<br />

racchiudere sentimenti tanto diversi come la protezione, l'orgoglio e l'autorità. Il<br />

secondo a recuperare la vista, in tarda serata, e quando ormai la lucerna, esaurito<br />

l'olio, cominciava a tremolare, fu la ragazza dagli occhiali scuri. Aveva tenuto gli<br />

occhi sempre aperti, come se la visione avesse dovuto entrare attraverso di essi, e<br />

non rinascere dall'interno, all'improvviso disse, Mi sembra di vedere, era meglio<br />

essere prudente, non tutti i casi sono uguali, si suole addirittura dire che non<br />

esistano le cecità, ma i ciechi, quando l'esperienza non ha fatto altro che dirci che<br />

non esistono i ciechi, ma le cecità. Qui sono già in tre a vederci, ancora uno e sarà<br />

la maggioranza, ma comunque, anche se la felicità di vederci di nuovo non<br />

dovesse contemplare pure i restanti, per questi ultimi la vita d'ora in poi sarebbe<br />

molto più facile, non più quel tormento che è stato fino a oggi, guardate in che<br />

stato si è ridotta quella donna, è come una corda che si è spezzata, come una<br />

molla che non ce l'ha più fatta a reggere lo sforzo a cui era costantemente<br />

sottoposta. Ecco, forse, perché fu lei che la ragazza dagli occhiali scuri abbracciò<br />

prima di tutti, lasciando il cane delle lacrime senza sapere da chi accorrere,<br />

perché tanto piangeva l'una come l'altra. Il secondo abbraccio fu per il vecchio<br />

dalla benda nera, adesso sapremo quanto valgano veramente le parole, ci ha<br />

189


tanto commosso l'altro giorno quel dialogo che si è concluso con quel loro<br />

bellissimo impegno di vivere insieme, ma la situazione è cambiata, la ragazza dagli<br />

occhiali scuri si ritrova davanti un uomo vecchio, che lei ormai può vedere, sono<br />

finite le idealizzazioni emotive, le false armonie nell'isola deserta, le rughe sono<br />

rughe, le pelate son pelate, non c'è differenza tra una benda nera e un occhio<br />

cieco, ed è quanto lui le sta dicendo in altri termini, Guardami bene, sono quello<br />

con cui hai detto che avresti vissuto, e lei ha risposto, Ti conosco, sei quello con<br />

cui vivo, in definitiva ci sono parole che valgono anche più del loro apparente<br />

significato, e questo abbraccio vale quanto le parole. Il terzo a recuperare la vista,<br />

quando ormai cominciava ad albeggiare, fu il medico, adesso non potevano<br />

esserci più dubbi, che la recuperassero anche gli altri era solo questione di tempo.<br />

Passate le naturali e prevedibili espansioni, che a questo punto, avendone già<br />

prima lasciato elencazione sufficiente, non si vede la necessità di ripetere, sia pur<br />

trattandosi di figure principali in questo vero resoconto, il medico fece la<br />

domanda che premeva, Cosa starà succedendo fuori, la risposta venne dallo<br />

stesso palazzo in cui si trovavano, al piano di sotto qualcuno uscì sul pianerottolo<br />

gridando, Vedo, vedo, a questo piano il sole sorgerà su una città in festa.<br />

Da vera festa fu il banchetto del mattino. Quanto c'era in tavola, non solo<br />

era ben poco, ma avrebbe suscitato ripugnanza in qualsiasi appetito normale, la<br />

forza dei sentimenti, come succede sempre in momenti di esaltazione, aveva<br />

preso il posto della fame, ma la gioia fungeva da manicaretto, nessuno si lagnò,<br />

anche coloro che ancora erano ciechi ridevano come se gli occhi che ci vedevano<br />

fossero i propri. Quando finirono, la ragazza dagli occhiali scuri ebbe un'idea, E se<br />

andassi a mettere sulla porta di casa mia un biglietto per dire che sono qui, se i<br />

miei genitori tornassero potrebbero venire a cercarmi, Portami con te, voglio<br />

sapere cosa sta accadendo fuori, disse il vecchio dalla benda nera, E usciamo<br />

anche noi, disse alla moglie quello che era stato il primo cieco, può darsi che lo<br />

scrittore ci veda, che stia pensando di tornarsene a casa, strada facendo mi<br />

occuperò di reperire qualcosa di commestibile, Farò lo stesso anch'io, disse la<br />

ragazza dagli occhiali scuri. Alcuni minuti dopo, rimasti soli, il medico andò a<br />

sedersi accanto alla moglie, il ragazzino strabico sonnecchiava ancora in un angolo<br />

del divano, il cane delle lacrime, sdraiato, col muso sulle zampe anteriori, di tanto<br />

in tanto apriva e chiudeva gli occhi per mostrare di essere ancora vigile, dalla<br />

finestra aperta, malgrado l'altezza del piano, entrava il rumore delle voci alterate,<br />

le strade dovevano essere piene di gente, la folla a gridare una sola parola, Vedo,<br />

dicevano quelli che avevano già ricuperato la vista, Vedo, dicevano quelli che<br />

all'improvviso la ricuperavano, Vedo, Vedo, comincia a sembrare davvero una<br />

storia dell'altro mondo quella in cui si era detto, Sono cieco. Il ragazzino strabico<br />

mormorava, probabilmente era in pieno sogno, forse stava vedendo la madre, le<br />

stava domandando, Mi vedi, ora mi vedi. La moglie del medico domandò, E loro, e<br />

il medico disse, Questo, probabilmente, sarà guarito quando si sveglierà, per gli<br />

altri non sarà diverso, quasi sicuramente staranno ricuperando la vista in questo<br />

190


momento, a chi gli prenderà un colpo, poveraccio, è il nostro uomo dalla benda<br />

nera, Perché, Per via della cataratta, è passato tanto di quel tempo da quando<br />

l'ho visitato che sarà cieco come una talpa, Diventerà cieco, No, appena la vita si<br />

sarà normalizzata, appena tutto riprenderà a funzionare, lo opererò, questione di<br />

settimane, Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a<br />

conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo<br />

diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur<br />

vedendo, non vedono.<br />

La moglie del medico si alzò e andò alla finestra. Guardò giù, guardò la<br />

strada coperta di spazzatura, guardò le persone che gridavano e cantavano. Poi<br />

alzò il capo verso il cielo e vide tutto bianco, è arrivato il mio turno, pensò. La<br />

paura le fece abbassare immediatamente gli occhi. La città era ancora lì.<br />

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