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UDA: Josè Saramago, "Cecità" - Untitled Page

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identificare, noi, qui, siamo come un'altra razza di cani, ci conosciamo dal modo di<br />

abbaiare, di parlare, il resto, lineamenti, colore degli occhi, della pelle, dei capelli,<br />

non conta, è come se non esistesse, io vedo ancora, ma fino a quando. La luce si<br />

alterò leggermente, non poteva essere di nuovo la notte che tornava, forse era il<br />

cielo che si annuvolava, ritardando il mattino. Dal letto del ladro venne un gemito,<br />

Se la ferita si è infettata, pensò la moglie del medico, non abbiamo niente per<br />

medicarlo, nessun rimedio, il minimo incidente, in queste condizioni, può<br />

trasformarsi in tragedia, probabilmente è proprio quanto si aspettano, che<br />

finiamo tutti uno dopo l'altro, morta la bestia addio veleno. La moglie del medico<br />

si alzò dal letto, si chinò sul marito, stava per svegliarlo, ma non ebbe il coraggio<br />

di strapparlo al sonno e restituirlo alla coscienza di essere ancora cieco. Scalza, un<br />

passo dopo l'altro, andò fino al letto del ladro. Costui aveva gli occhi aperti, fissi.<br />

Come si sente, sussurrò la moglie del medico. Il ladro mosse il capo in direzione<br />

della voce e disse, Male, la gamba mi fa molto male, lei stava per dirgli, Mi lasci<br />

vedere, ma tacque in tempo, che imprudenza, fu lui, invece, a comportarsi come<br />

se non si fosse ricordato che lì c'erano soltanto ciechi, agì senza pensare, come<br />

avrebbe fatto ancora qualche ora prima se un medico, là fuori, gli avesse detto,<br />

Me la faccia vedere, e sollevò la coperta. Anche in quella penombra, chi avesse<br />

potuto utilizzare un minimo gli occhi avrebbe potuto vedere il materasso<br />

inzuppato di sangue, il foro nero della ferita dai bordi rigonfi. La fasciatura si era<br />

slegata. La moglie del medico abbassò con cura la coperta, poi, con un gesto lieve<br />

e rapido, gli sfiorò con la mano la fronte. La pelle, secca, scottava. La luce si alterò<br />

di nuovo, le nuvole si erano allontanate. La moglie del medico tornò alla propria<br />

branda, ma non si coricò. Guardava il marito che mormorava sognando, le altre<br />

sagome sotto i copriletti grigi, le pareti sporche, i letti vuoti in attesa, e<br />

serenamente desiderò di essere cieca anche lei, di attraversare la pellicola<br />

invisibile delle cose e passare al loro interno, verso la propria folgorante e<br />

irrimediabile cecità.<br />

All'improvviso, proveniente dall'esterno della camerata, probabilmente<br />

dall'atrio che separava le due ali anteriori dell'edificio, si udì un rumore di voci<br />

violente, Fuori, fuori, Andate via, Sparite, Qui non potete restare, Dovete<br />

rispettare gli ordini. Il tumulto crebbe, diminuì, una porta si chiuse<br />

fragorosamente, adesso si udiva solo qualche singhiozzo addolorato, il rumore<br />

inconfondibile di qualcuno che inciampa. Nella camerata erano tutti svegli.<br />

Tenevano il capo rivolto verso l'entrata, non avevano bisogno di vedere per<br />

sapere che stavano entrando dei ciechi. La moglie del medico si alzò,<br />

istintivamente sarebbe andata ad aiutare i nuovi arrivati, a rivolger loro una<br />

parola gentile, a guidarli fino alle brande, a informarli, Ne prenda nota, questo è il<br />

sette lato sinistro, questo è il quattro lato destro, non si sbagli, sì, qui siamo in sei,<br />

siamo venuti ieri, sì, siamo stati i primi, i nomi, cosa importano i nomi, uno, penso<br />

abbia rubato, un altro è stato derubato, c'è una ragazza misteriosa dagli occhiali<br />

scuri che si mette il collirio negli occhi per curare una congiuntivite, come faccio,<br />

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