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UDA: Josè Saramago, "Cecità" - Untitled Page

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medico, la frase che aveva pronunciato faceva parte della simulazione combinata<br />

fra loro due, da questo momento la moglie avrebbe quindi potuto dire, E se<br />

chiedessimo ai soldati di lanciarci una pala, L'idea è buona, proviamo, e tutti<br />

furono d'accordo, sì, era una buona idea, solo la ragazza dagli occhiali scuri non<br />

disse una parola su questa storia della zappa o pala, le sue parole, per il<br />

momento, si riassumevano a lacrime e lamenti, La colpa è mia, piangeva, ed era<br />

vero, non si poteva negare, ma è pur certo, se può servirle da consolazione, che<br />

se prima di ogni nostro atto ci mettessimo a prevederne tutte le conseguenze, a<br />

considerarle seriamente, anzitutto quelle immediate, poi le probabili, poi le<br />

possibili, poi le immaginabili, non arriveremmo neanche a muoverci dal punto in<br />

cui ci avrebbe fatto fermare il primo pensiero. I buoni e i cattivi risultati delle<br />

nostre parole e delle nostre azioni si vanno distribuendo, presumibilmente in<br />

modo alquanto uniforme ed equilibrato, in tutti i giorni del futuro, compresi<br />

quelli, infiniti, in cui non saremo più qui per poterlo confermare, per congratularci<br />

o chiedere perdono. D'altro canto c'è chi dice sia questa l'immortalità di cui tanto<br />

si parla, Sarà, ma quest'uomo è morto e bisogna sotterrarlo. Andarono dunque il<br />

medico e la moglie a parlamentare, la ragazza dagli occhiali scuri, sconsolata, li<br />

volle accompagnare. Perché la coscienza le doleva. Non appena comparvero sulla<br />

soglia della porta, un soldato urlò, Alt, e come se temesse che l'intimazione<br />

verbale, ancorché energica, non fosse recepita, sparò un colpo in aria. Spaventati,<br />

indietreggiarono nell'ombra protettiva dell'atrio, dietro i grossi battenti della<br />

porta aperta. Poi la moglie del medico avanzò da sola, dal punto in cui si trovava<br />

poteva vedere i movimenti del soldato, e ripararsi in tempo se fosse stato<br />

necessario, Non abbiamo niente con cui sotterrare il morto, disse, ci serve una<br />

pala. Al portone, ma al di là del punto in cui era caduto il cieco, comparve un altro<br />

militare. Era un sergente, ma non quello di prima, Cosa volete, urlò, Ci serve una<br />

pala, o una zappa, Non ce n'è, filate via, Dobbiamo sotterrare il corpo, Non<br />

sotterratelo, lasciatelo lì a marcire, Se lo lasciamo lì contaminerà l'atmosfera, Che<br />

la contamini pure e buon pro' vi faccia, L'atmosfera non è immobile, tanto sta qui<br />

quanto arriva fin lì. La pertinenza dell'argomentazione costrinse il militare a<br />

riflettere. Era venuto a sostituire l'altro sergente, che era diventato cieco e<br />

immediatamente era stato portato dove venivano concentrati gli infermi<br />

appartenenti alle forze armate di terra. Inutile dire che anche l'aviazione e la<br />

marina disponevano, ciascuna, di proprie installazioni, ma di minor dimensione e<br />

importanza, essendo gli effettivi in forza a queste armi più ridotti. Quella donna<br />

ha ragione, riconsiderò il sergente, in un caso del genere non c'è dubbio che le<br />

precauzioni sono sempre poche. Come misura preventiva, due soldati, muniti di<br />

maschere antigas, avevano già versato sul sangue due interi bottiglioni di<br />

ammoniaca, i cui vapori facevano ancora lacrimare il personale e irritavano le<br />

mucose della gola e del naso. Infine il sergente dichiarò, Vedrò cosa si può<br />

rimediare, E il cibo, gli ricordò la moglie del medico approfittando dell'occasione,<br />

Il cibo non è ancora arrivato, Solo dalla nostra parte ci sono già più di cinquanta<br />

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