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UDA: Josè Saramago, "Cecità" - Untitled Page

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soldati di guardia. Il portone fu aperto giusto per farli passare, e subito richiuso. A<br />

mo' di corrimano, una grossa corda andava dal portone alla porta principale<br />

dell'edificio, Un po' più avanti, sulla sinistra, c'è una corda, afferratela e<br />

proseguite, sempre diritto, fino ai gradini, i gradini sono sei, li avvisò un sergente.<br />

All'interno la corda si divideva in due, una diramazione a sinistra, l'altra a destra, il<br />

sergente gli aveva urlato, Attenzione, il vostro lato è il destro. Mentre trascinava<br />

la valigia, la moglie guidava il marito verso la camerata che si trovava più vicina<br />

all'ingresso. Era lunga come un'antica infermeria, con due file di letti che erano<br />

stati dipinti di grigio, ma la cui vernice aveva cominciato a scrostarsi da un pezzo. I<br />

copriletti, le lenzuola e le coperte erano dello stesso colore. La moglie condusse il<br />

marito in fondo alla camerata, lo fece sedere su uno dei letti, e gli disse, Non<br />

muoverti, vado a vedere com'è. C'erano altre camerate corridoi lunghi e stretti,<br />

stanze che un tempo dovevano essere gabinetti medici, latrine sudice, una cucina<br />

che ancora non aveva perduto l'odore del cibo cattivo, un grande refettorio con<br />

tavoli dai ripiani rivestiti di zinco, tre celle imbottite fino all'altezza di due metri e<br />

rivestite di sughero da lì in su. Nel retro dell'edificio c'era un recinto in<br />

abbandono, con alberi malandati, i tronchi sembrava che fossero stati scorticati.<br />

Dappertutto si vedeva spazzatura. La moglie del medico rientrò. In un armadio<br />

aperto a metà trovò alcune camicie di forza. Quando raggiunse di nuovo il marito,<br />

gli domandò, Riesci a immaginare dove ci hanno portato, No, e stava per<br />

aggiungere In un manicomio, ma lui la prevenne, Tu non sei cieca, non posso<br />

consentirti di restare qui, Sì, hai ragione, non sono cieca, Gli chiederò di portarti a<br />

casa, dirò che li hai ingannati per restare con me, Non vale la pena, da fuori non ti<br />

sentono, e anche se ti sentissero non ti darebbero retta, Ma tu vedi, Per il<br />

momento, la cosa più sicura è che diventerò cieca anch'io uno di questi giorni, o<br />

fra un minuto, Vattene via, per favore, Non insistere, del resto scommetto che i<br />

soldati non mi farebbero neanche metter piede sui gradini, Non ti posso<br />

obbligare, Infatti no, amore mio, non puoi, resto per aiutare te, e gli altri che<br />

verranno, ma non dir loro che ci vedo, Quali altri, Non crederai che saremo gli<br />

unici, è una follia, Per forza, siamo in un manicomio.<br />

Gli altri ciechi arrivarono insieme. Li avevano presi nelle rispettive case, uno<br />

dopo l'altro, quello dell'automobile prima di tutti, il ladro che l'aveva rubata, la<br />

ragazza dagli occhiali scuri, il ragazzino strabico, no, lui no, lui andarono a<br />

prenderlo all'ospedale dove la madre lo aveva portato. La madre non era con lui,<br />

non aveva avuto l'astuzia della moglie del medico, dichiarare di essere cieca senza<br />

esserlo, è una creatura semplice, incapace di mentire, anche a fin di bene.<br />

Entrarono nella camerata inciampando, brancolando nel vuoto, qui non c'erano<br />

corde a guidarli, avrebbero dovuto apprendere a spese dei propri dolori, il<br />

ragazzino piangeva, voleva la mamma, e la ragazza dagli occhiali scuri cercava di<br />

calmarlo, Ora viene, ora viene, gli diceva, e siccome portava gli occhiali poteva<br />

essere cieca, ma poteva anche non esserlo, gli altri muovevano gli occhi da un lato<br />

e dall'altro, e non vedevano niente, mentre lei, con quegli occhiali, solo perché<br />

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