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La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Francesca Amirante si è riproposta come guida e duca virgiliana nella scoperta delle<br />
mirabili opere che costituiscono lo scrigno della nostra città.<br />
Neppure la pioggia , come è successo quando il <strong>Club</strong> è stato condotto da Francesca<br />
nella visita alla Chiesa Egiziaca e di Santa Maria a Forcella il 22 Novembre 2010<br />
(http://www.rotarynapolicasteldellovo.it/pdf/attivita/visita_chiesa_egiziaca.pdf), ha<br />
potuto fermare il manipolo dei fedeli ed osservanti custodi della religiosità e della<br />
cultura, che, infreddoliti sotto il portone di ingresso lato Duomo,.hanno atteso<br />
pazienti per essere introdotti, con lo sgomento degli occhi, nella scoperta di un<br />
monumento per troppi anni chiuso , riaperto solo nel mese di novembre dello scorso<br />
anno. Non servono molte parole per dare corpo alle sensazioni che ci sono state<br />
trasmesse dalla voce dell’esperta cultrice della storia dell’arte della nostra città e dalla<br />
vista delle inimmaginabili opere ivi custodite. Si è pensato che avvalendoci delle<br />
risorse dei media oggi a disposizione di tutti e della ricchezza del Web, miniera unica<br />
ed incommensurabile, si potesse rendere un migliore servizio ai soci presenti nella<br />
serata ed a quelli che non sono stati tra di noi con la appostazione anche sul nostro<br />
sito dei contenuti di Wikipedia qui sotto allegati, dotati di iperlink capaci di guidare<br />
in una esplorazione senza fine.<br />
Infine con l’impiego della fonte di Google sulla quale hanno lavorato i funzionari<br />
del Ministero della Cultura assegnatari dell’opera , cui va il nostro ringraziamento<br />
per aver reso possibile una visita a distanza, tanto necessaria per alzare il velo sulle<br />
ricchezza di questa nostra città testimone della sua grandeur purtroppo dimenticata, si<br />
è di fatto costruita una carrellata di immagini che attendono solo di essere guardate<br />
con stupore ed ammirazione. La serata infine non poteva trovare migliore<br />
conclusione se non attraverso la degustazione di una squisita pizza napoletana in un<br />
locale dei decumani che, nonostante la pioggia, vedeva all’esterno una teoria di<br />
avventori in attesa della degustazione e del caldo del locale. Ad essi il nostro gruppo,<br />
che aveva perso per strada qualche risorsa , attraverso l’attenta regia del Prefetto<br />
Sangiovanni , aveva di fatto, inibito l’ingresso attraverso la consueta prenotazione<br />
effettuata contando sulla sicura e numerosa presenza di tanti soci. Ed è stata cosi<br />
inanellata un'altra piccola perla del vivere rotariano , fatta di cultura, amicizia e<br />
perché no anche di tavola. Cosa si vuole di più dalla vita ? Spazi di sicuro benessere<br />
psichico che si coniugano con i desideri della tavola e del buon umore. Manca qualcosa<br />
ma sarà detto in un prossimo evento. E’ stato sussurrato al Presidente ed a Francesca.<br />
Federico d’aniello<br />
Chiesa dei Girolamini<br />
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
La chiesa dei Girolamini (o Gerolomini) è una chiesa basilicale di Napoli. È tra i più vasti edifici<br />
di culto napoletani (le sue dimensioni sono paragonabili a quelle della cattedrale); inoltre, il suo<br />
interno presenta un'elevata concentrazione di opere artistiche, scultoree ed architettoniche poiché vi<br />
lavorarono a più riprese vari artisti di estrazione toscana, emiliana e romana.<br />
Seppure la facciata principale è su largo dei Girolamini, lungo via dei Tribunali, l'ingresso alla<br />
chiesa avviene dalla laterale via Duomo tramite il rinascimentale palazzo Seripando, storico<br />
edificio preesistente in sostituzione del quale fu edificato il complesso religioso.<br />
Il convento dei Girolamini si presenta come uno dei più importanti monumenti della città, sia dal<br />
punto di vista artistico che storico-culturale. Sono ivi presenti infatti una prestigiosa quadreria<br />
(prima pubblica di Napoli) [1] , una ricca biblioteca (prima di Napoli e seconda in Italia) [2] , due<br />
chiostri monumentali ed un oratorio esterno alla chiesa, l'oratorio dell'Assunta (detto "degli artisti").<br />
Per approfondire, vedi la voce Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri. Vedi sotto il<br />
link aperto sulla Confederazione dell’Oratorio di San Filippo<br />
Le Tavole dei Comandamenti in ebraico<br />
Il complesso di San Filippo Neri nacque nel 1586, quando i religiosi si impiantarono in città sotto il<br />
nome di Girolamini in quanto residenti a quel tempo nella chiesa di San Girolamo della Carità di<br />
Roma.<br />
Giunti a Napoli, inizialmente il complesso prevedeva una chiesa di dimensioni ridotte rispetto<br />
all'attuale e l'adiacente convento, ottenuto dall'adattamento di palazzo Seripando, di fronte al<br />
Duomo. In seguito (1592), i lavori di demolizione che interessarono il largo dei Girolamini, in<br />
particolare alcune chiesette e proprietà delle famiglie Seripando e Filomarino, diedero luce<br />
all'edificazione dell'odierna chiesa.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Quest'ultima venne eretta negli anni novanta del XVI secolo su progetto di Giovanni Antonio Dosio<br />
nelle forme classiche toscane; dopo la sua morte fu continuata da Dionisio Nencioni di Bartolomeo<br />
fino all'ultimazione nel 1619.<br />
La chiesa, dopo una chiusura durata oltre trent'anni [3] , pur necessitando di restauri, è stata riaperta al<br />
pubblico nel settembre 2009. Tuttavia, dopo alcuni danneggiamenti subiti durante il capodanno<br />
2011 che l'hanno costretta a ricevere ulteriori lavori, nel maggio dello stesso anno viene ancora una<br />
volta aperta al pubblico, portando, inoltre, alla luce altri dipinti in deposito da diversi anni. Si tratta<br />
di quattro tele di Luca Giordano (San Gennaro nella fornace, San Carlo Borromeo e San Filippo<br />
Neri, San Carlo Borromeo bacia le mani a San Filippo Neri e San Nicola di Bari ed i fanciulli<br />
salvati dal tino) e tre di Guido Reni (Gesù incontra San Giovanni Battista, L’estasi di San<br />
Francesco e la Fuga in Egitto). [4]<br />
Successivamente vengono mostrati al pubblico altre due tele di Luca Giordano, interessate da<br />
recenti lavori di restauro: San Canuto Re e Madonna col Bambino.<br />
Nel novembre 2011 il complesso dei Girolamini apre per la prima volta al pubblico le porte del<br />
convento; viene inaugurata una mostra di disegni e stampe del XVIII e XIX secolo recuperate<br />
dall'archivio oratoriano e viene aperta la storica sala della biblioteca detta Sala del Camino.<br />
Descrizione [<br />
Esterno]<br />
La cupola vista dal chiostro piccolo<br />
La cupola fu eretta a metà del XVII secolo da Dionisio Lazzari, poi demolita e ricostruita nel corso<br />
dell'Ottocento; il Lazzari realizzò anche la facciata, che però fu rifatta in marmi bianchi e bardiglio<br />
nel 1780 su disegni di Ferdinando Fuga.<br />
Ai lati è delimitata da due campanili gemelli dotati di orologi, mentre il prospetto vero e proprio è<br />
impaginato su due ordini delimitati da una trabeazione: nel registro inferiore, articolato per mezzo<br />
di lesene scanalate, si aprono tre portali, di cui quello centrale è il maggiore; il gruppo scultoreo<br />
sovrastante il portale centrale, opera di Giuseppe Sanmartino, riproduce le tavole dei comandamenti
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
con il testo in ebraico. La parte superiore della facciata è alleggerita mediante un finestrone<br />
rettangolare sormontato da un timpano triangolare, oltre il quale svetta un coronamento costituito da<br />
un timpano arcuato e spezzato, al centro del quale si innalza un setto decorato con l'immagine della<br />
Madonna col Bambino, sormontato da un ulteriore timpano arcuato.<br />
Nelle nicchie dell'attuale prospetto sono poste le statue di Pietro e Paolo iniziate da Cosimo<br />
Fanzago e ultimate da Giuseppe Sanmartino.<br />
Interno [modifica]<br />
Scorcio delle tre navate<br />
L'interno è molto vasto, e presenta una pianta a croce latina suddivisa in tre navate per mezzo di<br />
ventiquattro colonne di granito (dodici per lato). Le cappelle sono dodici (sei per lato), tutte<br />
decorate quasi omogeneamente, da artisti di estrazione toscana, emiliana e napoletana.<br />
Sulla controfacciata c'è un affresco di Luca Giordano raffigurante la Cacciata dei mercanti dal<br />
tempio del 1684, mentre la calotta interna della cupola è stata rinnovata nel 1845 con affreschi di<br />
Camillo Guerra. Le sculture presenti all'interno sono invece di Pietro Bernini.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
L'altare maggiore e la zona absidale<br />
Il presbiterio è cinto da una balaustra marmorea e nell'abside, a pianta rettangolare, sono presenti<br />
dipinti di Giovanni Bernardino Azzolino e Belisario Corenzio; nella cappella a destra c'è una<br />
decorazione marmorea di Dionisio Lazzari e di Jacopo Lazzari e affreschi di Francesco Solimena.<br />
Infine il soffitto a cassettoni venne decorato nel 1627 da Marcantonio Ferrara, Nicola Montella e da<br />
Giovanni Iacopo De Simone.<br />
Tra la navata centrale e quella a sinistra, lungo il colonnato, è visibile la tomba di Giambattista<br />
Vico. Proprio al filosofo napoletano, che donò le prime edizioni di tutte le sue opere al convento, è<br />
dedicata una sala (la sala Vico) dell'annessa biblioteca, mai aperta al pubblico, quest'ultima custode<br />
di circa 200.000 manoscritti (di cui circa 6.500 riguardano composizioni ed opere musicali dal XVI<br />
al XIX secolo) [5] .<br />
Sacrestia [modifica]
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
L'altare maggiore, il pavimento e il soffitto della sacrestia<br />
Da una porta posta nel transetto destro si accede ad una sala del complesso che ospita pitture che<br />
facevano parte della storica quadreria. Diversi sono i dipinti ivi presenti. Alcuni di questi sono:<br />
Guido Reni<br />
San Francesco in estasi (1622)<br />
Incontro di Gesù con san Giovanni Battista (1622)<br />
Luca Giordano<br />
San Nicola da Bari salva tre fanciulli da un tino (fine XVII secolo)<br />
San Carlo Borromeo bacia le mani a San Filippo neri (fine XVII secolo)<br />
San Carlo Borromeo e San Filippo Neri in preghiera (fine XVII secolo)<br />
San Gennaro nella fornace (fine XVII secolo)<br />
Cacciata dei mercanti dal tempio (fine XVII secolo)
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Madonna con Bambino ed Angeli<br />
Re San Canuto<br />
Superato questo ambiente, si giunge alla sacrestia. La stessa ospita diverse opere, tra decorazioni,<br />
mobilia, tele ed altare maggiore, databili al XVIII secolo circa e un affresco seicentesco raffigurante<br />
San Filippo Neri in gloria (740×400 cm) opera di Giovan Battista Beinaschi sul soffitto.<br />
Di particolare pregio anche il pavimento, mentre sull'altare maggiore vi è una copia del Gesù<br />
incontra san Giovanni Battista di Guido Reni oggi presente nel passaggetto che precede la<br />
sacrestia.<br />
Fino al 1907 era presente in loco anche il Sant'Antonio Abate (1517-1518 circa) del Correggio, poi<br />
spostato in quell'anno alla galleria nazionale di Capodimonte. [6]<br />
Sotterranei [modifica]<br />
Posti dietro all'altare maggiore, i sotterranei dei Girolamini costituiscono un luogo esoterico.<br />
La cripta è costituita da due stanze: la prima serviva come sepoltura nella terra dei padri oratoriani,<br />
la seconda è custode di centinaia di ossa. Inoltre il luogo è caratterizzato da un affresco raffigurante<br />
San Filippo, la cui base è accompagnata da un altarino in marmo (destinazione d'uso ancora ignota).<br />
Per molto tempo i teschi sono stati oggetti di culto (vi si trovano ancora bigliettini di richieste),<br />
esattamente come accadeva nel ben più vasto Cimitero delle Fontanelle; un fattore che ha dato<br />
un'ulteriore prova della doppia natura religiosa del popolo napoletano: cattolica e pagana. Secondo<br />
la leggenda il luogo fungeva come ulteriore laboratorio di studio del principe Raimondo di Sangro.<br />
I sotterranei sono stati chiusi nel 1979 e riaprono occasionalmente solo in via eccezionale.<br />
Oratorio dell'Assunta [modifica]<br />
Per approfondire, vedi la voce Oratorio dell'Assunta (Napoli).<br />
All'interno del complesso monumentale vi è l'Oratorio dell'Assunta. L'antico luogo di culto è posto<br />
in un ambiente a sé rispetto alla chiesa, di fronte alla porta d'ingresso che dà alla zona abisdale<br />
dell'istituto religioso.<br />
I chiostri [modifica]<br />
Per approfondire, vedi la voce Chiostri dei Girolamini.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Chiostro degli Aranci<br />
I chiostri della chiesa (l'accesso è in via Duomo, al numero 142) sono due:<br />
il chiostro piccolo detto Maiolicato venne realizzato su progetto del Dosio che adattò lo<br />
spazio del cortile di Palazzo Serripando in un chiostro a pianta quadrata. Il corpo di fabbrica<br />
è sorretto da cinque colonne per lato, mentre ai quattro lati ci sono pilasti in piperno; la<br />
pavimentazione, in maioliche, è stata ricavata dal precedente edificio. Al centro c'è un pozzo<br />
cinquecentesco;<br />
il secondo è detto dell' Aranceto, proprio per le coltivazioni di aranci. Fu eretto nel Seicento<br />
sui disegni di Dionisio Nencioni di Bartolomeo e di Dionisio Lazzari. Questo è il più grande<br />
fra i chiostri; la struttura del corpo di fabbrica è sorretta da possenti pilastri ed i giardini<br />
sono ad una quota più bassa rispetto al suolo e sono collegati con l'ambulacro tramite scale.<br />
La quadreria e la biblioteca [modifica]<br />
Per approfondire, vedi le voci Quadreria dei Girolamini e Biblioteca dei Girolamini.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Complesso dei Girolamini: particolare della facciata d'ingresso di fronte al Duomo (palazzo<br />
Seripando)<br />
Adiacente al complesso religioso vi è la quadreria dei Girolamini, la quale espone importanti tele<br />
della scuola napoletana (Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Francesco Solimena e Luca<br />
Giordano) e di altri importanti autori operanti in città (Jusepe de Ribera, Guido Reni e Francesco<br />
Gessi).<br />
La quadreria è frutto di donazioni fatte da privati a partire dall'anno di fondazione dello stesso<br />
istituto. Aperta al pubblico negli anni venti del XVII secolo, si tratta della prima quadreria pubblica<br />
della città. [1]<br />
Nel complesso vi è anche la storica biblioteca, la più antica della città. [2]<br />
Altri progetti [modifica]<br />
I chiostri dei Girolamini sono chiostri monumentali di Napoli; siti nel centro storico, fanno parte<br />
dell'omonimo complesso religioso.<br />
Il complesso religioso dei padri oratoriani, detti Girolamini per via della loro primissima sede sita in<br />
via Girolamo alla Carità, sorse nel vecchio palazzo Seripando, che fu occupato nel 1586 dai<br />
discepoli di San Filippo Neri.<br />
Le mura conventuali, la cui entrata è dal n. 142 di via Duomo custodiscono due pregevoli chiostri:<br />
Chiostro piccolo, detto maiolicato;<br />
Chiostro grande, detto degli aranci.<br />
Chiostro piccolo [modifica]<br />
Il pozzo cinquecentesco del chiostro piccolo con il pavimento maiolicato
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Il chiostro maiolicato è il più antico del complesso ed insiste sul vecchio palazzo rinascimentale<br />
Seripando da cui prende la pavimentazione, ove si alternano mattonelle in cotto a piastrelle in<br />
maiolica con fondo bianco e decorazioni blu. Venne costruito verso la seconda metà del XVI secolo<br />
su disegno di Giovanni Antonio Dosio, il quale seppe trasformare l'atrio dell'ex edificio nobiliare, in<br />
un chiostro conventuale.<br />
A pianta quadrata, è circondato da colonne provenienti dall'isola del Giglio (un dono dei frati<br />
toscani); queste, sorreggono le arcate, cinque per lato, mentre, ai quattro angoli, vi si trovano pilastri<br />
di piperno sormontati da colonne. Al centro si trova il classico pozzale cinquecentesco in raffinato<br />
marmo bianco ed un tempo alimentato dalle acque della Bolla. Tra il colonnato e la fabbrica<br />
troviamo anche una meridiana in maiolica e un bassorilievo in stucco raffigurante la Madonna con<br />
il Bambino. Particolarità delle mattonelle maiolicate che caratterizzano il pavimento è che mentre<br />
queste rappresentano le otto punte dell'Immacolata, una sola risulta essere diversa dalle altre,<br />
rappresentando invece l'ordine di Malta.<br />
Chiostro grande [modifica]<br />
Scorcio del chiostro degli Aranci<br />
Il secondo chiostro, detto degli Aranci, fu edificato nel XVII secolo su progetto di Dionisio<br />
Nencioni di Bartolomeo e Dionisio Lazzari. Questo, è più grande ed imponente del precedente ed è<br />
considerato un vero e proprio giardino monumentale, la celebre oasi verde del complesso dei<br />
Girolamini.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Chiostro degli Aranci - L'orologio con la cupola della chiesa dei Girolamini<br />
Le aiuole sono poste ad un livello inferiore rispetto a quello del portico e ad ogni lato, vi sono delle<br />
scale in piperno con ringhiere in ferro battuto che raggiungo i giardini in oggetto, caratterizzati,<br />
come suggerisce anche la denominazione dell'edificio, anche da alberi di aranci. I pilastri, alti e con<br />
volume alquanto massiccio, circondano l'intero quadrato. Dopo il sisma del 1980, i due chiostri<br />
furono abitati da povere famiglie rimaste senza dimora, e molte piante furono deturpate. In seguito,<br />
il restauro ha riportato l'intera struttura al suo antico splendore, con particolare accortezza ai giochi<br />
geometrici dei giardini. In corrispondenza delle arcate si trovano le grandi finestre rinascimentali e<br />
a quello inferiore, quelle piccole delle celle.<br />
Si narra che il luogo fosse infestato da presenze demoniache, come è riportato nelle vecchie<br />
testimonianze degli abitanti del complesso. Di notte, infatti, si sentivano lanci di pietre, rumori<br />
inspiegabili, rotture di mobili e scritture in pessimo latino e dialoghi interminabili con gli<br />
esorcizzati.<br />
Altre immagini [modifica]<br />
<br />
<br />
Chiostro piccolo - Il colonnato con busto e targa dedicati a San Filippo Neri<br />
Chiostro piccolo - L'orologio con il bassorilievo della Madonna col Bambino
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
<br />
<br />
Chiostro degli Aranci - La facciata con l'orologio e sullo sfondo la parte superiore del duomo<br />
Chiostro degli Aranci - Le arcate del chiostro<br />
Bibliografia [modifica]<br />
Luca Giordano<br />
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.<br />
Pio Monte della Misericordia, Napoli - Autoritratto<br />
Luca Giordano (Napoli, 18 ottobre 1634 – Napoli, 12 gennaio 1705) è stato un pittore italiano,<br />
attivo soprattutto a Napoli, Firenze, Madrid e Roma.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Sono stati eliminati gli approfondimenti su Luca Giordano presenti in Wikipedia<br />
per non disperdere l’attenzione sul complesso monumentale dei Girolamini , focus<br />
della visita e del lavoro<br />
http://www.youtube.com/watch?v=0lwsAcGO1nA<br />
http://www.youtube.com/watch?v=n3Sp1k70FMw<br />
Confederazione dell'oratorio di San Filippo<br />
Neri<br />
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.<br />
(Reindirizzamento da Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri)<br />
La Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri (in latino Confoederatio oratorii Sancti<br />
Philippi Nerii) riunisce le società clericali di vita apostolica di diritto pontificio fondate sul modello<br />
della congregazione dell'Oratorio: i membri della confederazione, detti oratoriani o filippini,<br />
pospongono al loro nome la sigla C.O. [1]<br />
La congregazione dell'Oratorio ebbe origine dalla comunità di sacerdoti secolari raccoltasi a Roma<br />
attorno a san Filippo Neri, dapprima presso la chiesa di San Girolamo della Carità (1551) e poi<br />
presso quella di San Giovanni dei Fiorentini (1564); fu eretta canonicamente nel 1575 da papa<br />
Gregorio XIII, che donò agli oratoriani la chiesa di Santa Maria in Vallicella, e le sue regole<br />
vennero approvate da papa Paolo V nel 1612. [2]<br />
Sul modello della comunità di Santa Maria in Vallicella sorsero in Italia e nel mondo numerose<br />
case, in origine autonome, riunite in una confederazione nel 1943. [2]<br />
Gli oratoriani si dedicano alla santificazione delle anime mediante l'istruzione, la direzione<br />
spirituale, la predicazione e l'apostolato liturgico, in particolare tra i giovani. [2]
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Cenni storici]<br />
Il fondatore<br />
Filippo Neri in un dipinto di Guido Reni<br />
Filippo Neri (1515-1595) nacque a Firenze da una nobile famiglia: la sua consuetudine con i frati<br />
domenicani del convento di San Marco (specialmente con Servazio Mini e Zanobi de' Medici) gli<br />
derivò un'ammirazione, mai rinnegata, per Girolamo Savonarola. All'età di diciassette anni, per<br />
problemi economici, si trasferì a San Germano, presso suo cugino Romolo, per esercitarvi la<br />
mercatura. [3]<br />
I suoi contatti con i benedettini di Montecassino e un pellegrinaggio al santuario della Montagna<br />
spaccata presso Gaeta lo indussero ad abbandonare il commercio e a stabilirsi a Roma (1534), dove<br />
divenne precettore dei figli del suo concittadino Galeotto Caccia, capo della dogana, che risiedeva<br />
nei pressi della chiesa di Sant'Eustachio. [3]<br />
A Roma Filippo riprese gli studi presso gli eremitani di Sant'Agostino alla Sapienza e,<br />
contemporaneamente, iniziò a darsi a opere di apostolato e misericordia, specialmente a vantaggio<br />
dei malati (che visitava a domicilio e presso l'ospedale di San Giacomo degli Incurabili) e dei<br />
numerosi pellegrini che si recavano a visitare le sette basiliche. Nel 1548, presso la chiesa di San<br />
Benedetto alla Regola, istituì la confraternita della Santissima Trinità, detta anche "dei pellegrini e<br />
dei convalescenti". [3]
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
La nascita dell'Oratorio [modifica]<br />
Filippo Neri venne ordinato sacerdote in San Tommaso in Parione il 23 maggio 1551 e si stabilì<br />
presso la chiesa di San Girolamo della Carità, dove ebbe come compagni il suo confessore Persiano<br />
Rosa e Bonsignore Cacciaguerra.<br />
Si dedicò all'ascolto delle confessioni e alla direzione spirituale attirando, grazie ai suoi modi<br />
famigliari, al carattere gioviale e al calore umano con cui accoglieva i penitenti, molti laici ai quali<br />
decise di proporre un intenso cammino spirituale fatto di preghiere, pratiche di devozione, opere di<br />
misericordia, ma anche di svago: [4] iniziò così quella forma di apostolato che prese il nome di<br />
Oratorio. Riuniva i suoi amici e ai suoi figli spirituali, provenienti dai più diversi ceti sociali, nei<br />
locali presso la chiesa: gli incontri iniziavano con la lettura di qualche brano (della Bibbia o di<br />
qualche altro scritto spirituale, come le Laudi di Iacopone da Todi o la Vita del beato Colombini),<br />
poi Filippo pronunciava le sue riflessioni e alla fine invitava tutti a seguirlo per andare a visitare i<br />
malati negli ospedali o a praticare esercizi di devozione, come la visita alle sette Chiese. [5]<br />
Durante le riunioni si cantavano anche canzoncine in volgare e, specialmente la domenica, gli<br />
incontri avevano carattere ricreativo (ci si recava nel giardino di qualche villa suburbana o negli orti<br />
di qualche monastero). [6]<br />
La figura di Filippo divenne molto popolare a Roma: ebbe contatti con personalità come Ignazio di<br />
Loyola, Carlo Borromeo, Giovanni Leonardi, Camillo de Lellis, Felice da Cantalice e con i papi. [5]<br />
La congregazione dell'Oratorio [modifica]<br />
La chiesa di Santa Maria in Vallicella (chiesa Nuova) e l'Oratorio
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
L'Oratorio dei Filippini, progettato da Francesco Borromini<br />
Il Brompton Oratory, sede della congregazione di Londra<br />
Nel 1565 i suoi concittadini lo invitarono ad accettare la rettoria di San Giovanni dei Fiorentini, la<br />
loro chiesa nazionale: Filippo scelse di inviarvi i suoi più stretti collaboratori (Cesare Baronio,<br />
Francesco Maria Tarugi, Giovanni Francesco Bordini). [6]<br />
Dopo una proficua esperienza di vita fraterna condotta in comunità, tra il 1571 e il 1572 iniziò a<br />
delinearsi l'idea di una compagnia di sacerdoti secolari regolarmente costituita e riconosciuta dalle<br />
autorità ecclesiastiche, con una propria casa e una propria chiesa. [7]<br />
Tale iniziativa venne promossa soprattutto dai padri Antonio Talpa, Bordini e Tarugi (Filippo non<br />
aveva mai pensato di dare inizio a una nuova famiglia religiosa: aveva addirittura ventilato il<br />
progetto di unire i suoi sacerdoti ai barnabiti): Filippo Neri, comunque, assecondandoli, richiese alla<br />
Santa Sede il riconoscimento formale della sua opera. Il 15 luglio 1575 papa Gregorio XIII, con la<br />
bolla Copiosus in misericordia Deus, eresse la congregazione dell'Oratorio, affidandole la chiesa di<br />
Santa Maria in Vallicella e autorizzandola a predisporsi proprie regole da sottoporre<br />
all'approvazione pontificia. [7]<br />
La chiesa della Vallicella venne riedificata dalle fondamenta. Filippo continuava a immaginare una<br />
comunità la cui azione fosse limitata alla città di Roma e al servizio dell'oratorio, mentre Talpa e<br />
Bordini pensavano già a una grande espansione della congregazione. Fu la loro concezione a
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
prevalere: nel 1579 sorse l'Oratorio di San Severino Marche e nel 1586 nacque quello di Napoli; nel<br />
1585 alla congregazione dell'oratorio venne assegnato il governo dell'abbazia nullius di San<br />
Giovanni in Venere, con giurisdizione quasi vescovile su numerosi paesi d'Abruzzo. Altre comunità<br />
oratoriane sorsero presto a Fermo, Palermo (1597), Brescia (1598) e in Veneto, Umbria e Piemonte:<br />
anche Francesco di Sales promosse l'insediamento di una comunità a Thonon-les-Bains (1599). [8]<br />
Il processo di elaborazione dei regolamenti della congregazione fu piuttosto lungo: la loro stesura<br />
definitiva iniziò nel 1609 e terminò nel 1610. Le norme vennero fissate negli Instituta, approvate da<br />
papa Paolo V con breve del 24 febbraio 1612. [8]<br />
L'espansione della congregazione [modifica]<br />
Le regole del 1612 sancirono la piena autonomia e indipendenza di ogni singola casa: i sodalizi sorti<br />
fuori Roma dopo la loro approvazione vennero, quindi, approvati singolarmente dietro impegno di<br />
accettare le costituzioni vallicelliane. [9]<br />
Sull'esempio dell'Oratorio italiano, nel 1611 Pierre de Bérulle fondò una congregazione a Parigi<br />
che, però, non si legò mai a quella di Roma. [10]<br />
Il massimo sviluppo della congregazione si ebbe tra il XVII e il XVIII secolo, che videro sorgere<br />
oltre 150 congregazioni soprattutto nei paesi iberici e in America latina, ma anche in Polonia, nelle<br />
Fiandre, a Malta e persino in India. [11]<br />
Numerose case vennero soppresse nel corso delle secolarizzazioni avvenute attorno al 1800. [10]<br />
La congregazione conobbe una nuova fioritura nella seconda metà del XIX secolo, quando sorsero<br />
le comunità di Londra (a opera di John Henry Newman) e Birmingham. [11]<br />
La spiritualità filippina [modifica]<br />
Filippo Neri, beatificato da Paolo V nel 1615, venne solennemente canonizzato da papa Gregorio<br />
XV il 12 marzo 1622 (nella stessa cerimonia vennero proclamati santi Ignazio di Loyola, Francesco<br />
Saverio, Teresa d'Ávila e Isidoro Agricola). [12]<br />
La spiritualità dell'Oratorio è la stessa del fondatore, trasmessa alle varie Congregazioni oratoriane<br />
attraverso i secoli, e adattata, in virtù della sua duttilità, ai mutamenti del tempo e delle circostanze.<br />
L'adattamento nella continuità è facilitato anche dal fatto che Filippo non lasciò nessun trattato di<br />
spiritualità, ma trasmise ai propri discepoli l'eredità del ricordo di se stesso e del suo modo di<br />
agire. [13]<br />
L'ascetica oratoriana può riassumersi in quattro elementi: la singolare carità verso il prossimo; il<br />
prevalere delle mortificazioni spirituali sulle corporali; l'allegrezza di spirito; la ricerca e la pratica<br />
della semplicità evangelica. [14]<br />
Il culto eucaristico e la devozione mariana sono altri aspetti tipici della loro spiritualità. [15]<br />
Le attività degli oratoriani [modifica]
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Il fine della congregazione è la santificazione dei membri mediante la libera pratica dei consigli<br />
evangelici (povertà, obbedienza e castità), la vita comune condotta in spirito famigliare e di fraterna<br />
carità, la semplicità e la preghiera. [16]<br />
Il ministero sacerdotale degli oratoriani si esplica conformemente alle diverse esigenze pastorali dei<br />
tempi e dei luoghi: viene dato notevole rilievo al culto liturgico e all'amministrazione dei<br />
sacramenti, specialmente di quello della penitenza. Destinatari privilegiati del loro apostolato sono<br />
gli studenti e i giovani. [15]<br />
L'abito dei primi oratoriani era quello del clero secolare del tempo: una lunga veste nera, aperta sul<br />
davanti, chiusa in alto da tre o cinque bottoni, stretta in vita da un cordiglio (poi da una fascia)<br />
annodato sul fianco sinistro e con il risvolto bianco della camicia portato fuori dalla veste. Tale<br />
foggia venne conservata anche nei secoli successivi, quando i preti diocesani aggiornarono il loro<br />
abbigliamento. Nel 1989, in sintonia con le intenzioni del fondatore, gli oratoriani hanno adottato<br />
l'abito ecclesiastico prescritto dalle norme e dalle consuetudini locali. [17]<br />
La struttura organizzativa [modifica]<br />
John Henry Newman, fondatore della congregazione londinese, con l'abito tradizionale della società<br />
Ogni singola comunità filippina gode della prerogativa di intitolarsi "congregazione dell'Oratorio" e<br />
gode degli stessi privilegi della congregazione madre, è autonoma e costituisce una società clericale<br />
di diritto pontificio a sé, non esente dalla giurisdizione degli ordinari del luogo. Le congregazioni<br />
sono formate da sacerdoti, chierici e fratelli laici che vivono in comune, senza voti, promesse e<br />
giuramenti, impegnandosi a osservare le costituzioni vallicelliane. [9]<br />
Il governo delle congregazioni è affidato a un Preposito, che è primus inter pares: a lui compete il<br />
potere esecutivo, mentre le decisioni straordinarie sono prese dalla Congregazione generale,<br />
composta dai padri decennali, che hanno voto deliberativo nelle consultazioni, e di padri triennali,<br />
con voto consultivo. [15]<br />
Le decisioni ordinarie sono prese dal preposito, eletto con mandato triennale e rieleggibile, insieme<br />
a quattro deputati. [18]
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
Dal 1943 le singole congregazioni sono riunite in una Confederazione i cui organi sono la<br />
Deputazione permanente, il procuratore generale e il postulatore generale; i rappresentanti delle<br />
congregazioni formano il congresso generale, che viene celebrato periodicamente. [18]<br />
Non esiste un superiore generale della confederazione, ma nel 1958 è stata creata la carica del<br />
Visitatore dell'Oratorio (che in seguito ha preso il titolo di Delegato della Sede Apostolica), eletto<br />
dal congresso generale, attraverso cui la Santa Sede esercita il controllo sulla confederazione. [18]<br />
Diffusione [modifica]<br />
Le congregazioni sono presenti in Europa (Austria, Francia, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi,<br />
Polonia, Regno Unito, Svizzera), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia,<br />
Costa Rica, Messico, Stati Uniti) e in Sudafrica. [19]<br />
Alla fine del 2008 le congregazioni dell'Oratorio erano 80 con 568 membri, 428 dei quali<br />
sacerdoti. [1]<br />
Note [modifica]<br />
Come è stato anticipato nella nota di presentazione del documento con l’apertura del link sotto segnato si<br />
accede alle pagine di Google sulle quali hanno lavorato i funzionari del Ministero assegnatari del beni del<br />
complesso monumentale che comprende la chiesa e la quadreria.<br />
Come è noto la biblioteca, seconda d’Italia per importanza e contenuti, sede degli studi di Vico, per le note<br />
vicende giudiziarie è stata affidata ad un custode ed amministratore per l’appunto giudiziario che è il nostro<br />
socio Giancaspro , già direttore della biblioteca nazionale.<br />
https://sites.google.com/site/monumentonazionalegirolamini/home/studi-e-contributi/il-complessomonumentale-dei-girolamini/una-introduzione-alla-visita<br />
riportiamo qui di seguito le prime pagine del link con invito ad esplorare tutti i contenuti<br />
Introduzione alla visita<br />
Ci voleva l’autorevolezza di un disegno<br />
architettonico unitario e coerente, come<br />
quello ideato a fine Cinquecento per i<br />
Girolamini da Antonio Dosio e<br />
proseguito da Dionisio Nencioni di<br />
Bartolomeo, entrambi fiorentini, per<br />
consentire ai padri dell’Oratorio di<br />
Napoli di esprimere appieno l’eclettismo
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
del proprio gusto artistico. La stessa<br />
impostazione modulare delle cappelle,<br />
molte delle quali disegnate da Dioniso<br />
Lazzari, anch’egli toscano, con la<br />
reiterata articolazione di una grande<br />
pala d’altare, di due dipinti di formato<br />
più ridotto alle pareti laterali, sormontati<br />
da piccole tele quadrate, sottolinea<br />
l’esigenza di organica impostazione<br />
compositiva, che neanche il<br />
sovrabbondante partito decorativo<br />
marmoreo riesce ad attenuare.<br />
Un gusto eclettico, questo, che,<br />
comunque, non va mai in contrasto con<br />
i dettami pietistici e devozionali propri<br />
della Controriforma, ai quali gli<br />
oratoriani di Napoli sembrano<br />
scrupolosamente attenersi. E allora,<br />
ecco giustificate le presenze di maestri<br />
del tardo-manierismo romano<br />
(Pomarancio, Federico Zuccari) e<br />
napoletano (Marco Pino, Fabrizio<br />
Santafede, Bernardo Azzolino, fino a<br />
Belisario Corenzio), insieme agli<br />
esponenti del classicismo romano e<br />
bolognese, come Guido Reni (presente<br />
nel complesso dei Girolamini con ben<br />
tre opere) e di Francesco Gessi . Molto<br />
significativa è la presenza di Pietro da<br />
Cortona che con il suo Sant’Alessio<br />
morente mostra appieno il fantasioso<br />
luminismo della nascente pittura<br />
barocca .<br />
Ovviamente, è del tutto privilegiata la<br />
cultura figurativa del Barocco<br />
napoletano, il cui esponente principale,<br />
Luca Giordano, documenta, con<br />
l’affresco in controfacciata, la<br />
straordinaria capacità dinamica del<br />
colore, frutto di una “dannata libertà di<br />
coscienza” artistica, poco disposta al<br />
rispetto alle regole e molto incline,<br />
piuttosto, alla pura invenzione. Luca<br />
puntella con le sue magistrali opere<br />
anche le cappelle presenti in chiesa fino<br />
ai due Incontri di San Filippo con San<br />
Carlo, che costituiscono il punto finale e<br />
culminante del suo impareggiabile<br />
itinerario pittorico. I maggiori interpreti<br />
del tardo Barocco napoletano dai<br />
Beinaschi a Giacomo Del Po,<br />
Malinconico, fino a Solimena, per citare<br />
solo i protagonisti, esprimono il loro<br />
vigore pittorico con composizioni<br />
complesse nell’equilibrato<br />
bilanciamento fra colorismo squillante e<br />
rigore disegnativo. Con questi
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria<br />
protagonisti della cultura figurativa<br />
napoletana si confronta l’orvietano<br />
Ludovico Mazzanti, che lascia ai<br />
Girolamini straordinari affreschi, carichi<br />
di convulso dinamismo.<br />
Stranamente assente è la cultura del<br />
naturalismo pittorico, il cui ruolo è, però,<br />
riscattato nella Pinacoteca dei<br />
Girolamini dalla presenza di capolavori<br />
molto noti alla critica, eseguiti dai<br />
principali interpreti del caravaggismo<br />
napoletano come Battistello Caracciolo<br />
e Filippo Vitale, Mathias Stomer, fino e<br />
Jusepe de Ribera, che entra in contatto<br />
con i padri dell’Oratorio nel 1616,<br />
appena giunto da Roma.<br />
Non meno interessanti sono gli esempi<br />
dell’arte plastica presenti in chiesa, a<br />
partire dalle sculture di Pietro Bernini,<br />
padre del famoso Gian Lorenzo, che<br />
impreziosiscono la maestosa cappella<br />
marmorea di Caterina Ruffo, disegnata<br />
a inizio Seicento, da Jacopo Lazzari,<br />
padre di Dionisio. I due monumentali<br />
Angeli reggifiaccole di Giuseppe<br />
Sanmartino, scolpiti nel 1784 per<br />
decorare la balaustra della tribuna,<br />
sono straordinarie prove del suo<br />
virtuosismo plastico. Il celebre e<br />
prolifico scultore napoletano è presente<br />
con le sue statue marmoree anche<br />
nella facciata, disegnata da Ferdinando<br />
Fuga. Il maestoso prospetto, raro<br />
esempio a Napoli di facciata<br />
interamente decorata di marmi, si<br />
affaccia con felice soluzione<br />
scenografica sulla piazzetta progettata<br />
da Domenico Fontana, grazie ad<br />
espropri e acquisti operati dai padri<br />
Flippini al momento del loro<br />
insediamento.<br />
Un vero e proprio scrigno di tesori,<br />
quindi, questo dei Girolamini, che<br />
s’intende di nuovo offrire ai napoletani e<br />
ai turisti con discrezione ed eleganza<br />
dopo anni di sostanziale chiusura in<br />
seguito ai tragici bombardamenti<br />
dell’ultima guerra, ai drammatici eventi<br />
del dopo terremoto e alle recenti<br />
vicende, che hanno, comunque,<br />
riproposto l’attenzione sul ruolo centrale<br />
che questo monumento ricopre<br />
nell’ambito delle più importanti<br />
istituzioni culturali presenti sul territorio<br />
napoletano cittadino.
La serata al Complesso dei Girolamini , Chiesa e quadreria