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S.E.G.A. - La luna nuova

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Val Dragone<br />

Di Aldo Magnoni<br />

Tutti, chi per un motivo chi per un altro,<br />

siamo o potremmo diventare i<br />

‘Balugani’ di qualcuno.<br />

Per noi montanari del medio Appennino<br />

sono Balugani, per ragioni<br />

altimetriche, i figli di San Geminiano<br />

che vediamo laggiù, in basso, all’ombra<br />

della Ghirlandina. Per i Pievaroli<br />

sono gli abitanti di Barigazzo, nonostante<br />

quest’ultima località si trovi a<br />

1224 metri sul livello del mare. In altre<br />

parole un caos geografico!<br />

“Ma insomma, dove comincia la<br />

Balugania?” Se lo chiedeva trent’anni<br />

or sono anche il compianto prof. Battista<br />

Minghelli, spiegando il significato<br />

della parola “Balugàn” nel suo secondo<br />

volume de “Le parole dell’alto<br />

Frignano”. Quel termine infatti, da lui<br />

anche definito “come epiteto spregiativo”<br />

che in bocca ai montanari significava<br />

“inetto, cretino, ecc...”, si trova<br />

nella nostra parlata non sempre lusinghiera,<br />

rivolto a coloro che abitano più<br />

“alla bassa”. Mi ero illuso che noi abitanti<br />

della Val Dragone e della Val Dolo<br />

fossimo esenti da tale soprannome e<br />

che appartenessimo unicamente ai<br />

34 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Dalla VAL D’ASTA alle VAGLIE<br />

Bronchi, ossia a quel remoto epiteto<br />

che ci distingueva dai Maròo o Maròl<br />

della Valle del Pelago.<br />

Avremmo potuto identificarci, in buona<br />

sostanza, con i nostri avi della<br />

Podesteria di Montefiorino ben descritti<br />

nel 1613 dal futuro Governatore del<br />

Frignano Fulvio Ferrari: “…il Popolo che<br />

l’habita è differente molto dall’habitatione<br />

e da tutti i lochi montuosi poiché<br />

è d’una sagacità non creduta, di costumi<br />

non ordinari al loco, parlare alquanto<br />

civile, d’habito un poco rozeto,<br />

in generale ricchi, poveri in particolare,<br />

et di sangue compressamente bello,<br />

le cui qualità si può dir procedano<br />

dal lor praticar in piano”.<br />

Avevo persino avuto l’ardire di pensare<br />

che per essere immuni da appellativi<br />

poco adulatori bastasse, con pieno<br />

diritto, identificarsi con i montanari<br />

modenesi descritti da Giovanni Pascoli<br />

nel suo commento ai “Canti di<br />

Castelvecchio”: "Si chiamano lombardi<br />

i modenesi dei monti a confine coi<br />

toschi. Sono uomini alti, quadrati,<br />

biondi, occhi cerulei: veri longobardi".<br />

L’illusione era poi stata ulteriormente<br />

rafforzata dallo stesso Minghelli quando<br />

nei suoi citati scritti si chiedeva, e<br />

<br />

<br />

Documento del 1722 sui beni di Val D'asta a Casola<br />

A CASTAGNE NEL "BALUGANO"<br />

“Ma insomma, dove comincia la Balugania?”<br />

nello stesso tempo si rispondeva: “Allora<br />

sono Balugani anche i Bronchi di<br />

Val Dragone? Ah no! Quelli, così appoggiati<br />

al macigno dell’Alpe, sono il<br />

nostro fianco sinistro e più ferrigno”.<br />

E invece no!<br />

Pur con un glorioso passato, anche<br />

noi siamo i Balugani di qualcuno; per<br />

averne conferma bastava soltanto<br />

spaziare le letture presso i nostri cugini<br />

reggiani. Siamo Balugani ahimè,<br />

per gli abitanti della Val d’Asta nell’Appennino<br />

reggiano a circa 25 Km da<br />

Montefiorino, i quali per secoli hanno<br />

“abitato” i castagneti delle Vaglie di<br />

Casola ed i castagneti di Rubbiano,<br />

durante il periodo di raccolta ed<br />

essiccazione delle castagne. In particolare<br />

nelle Vaglie, gli Astesi erano<br />

proprietari fin dalla notte dei tempi, ed<br />

in parte lo sono tuttora, di estese superfici<br />

a castagneto: basti pensare<br />

che, come già scrissi sul libro di<br />

Casola nel 2004, dall’Estimo di Casola<br />

del 1722 risultavano proprietari di ben<br />

diciassette ettari e mezzo di<br />

castagneto (oltre 61 biolche).<br />

Ho casualmente trovata l’importante<br />

testimonianza della nostra “Baluganesità<br />

– Sic!” leggendo la rivista

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