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S.E.G.A. - La luna nuova

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Luna<br />

la<br />

P e r io d ic o in d ipendente d i P a la g a n o e d intorni<br />

<strong>nuova</strong><br />

Periodico dell'associazione "la Luna". Sede in Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) - Italy. Autorizzazione tribunale di Modena numero 1414 del 13/11/1997<br />

<br />

<br />

foto<br />

calen<br />

dario<br />

Crescerai<br />

Maggio 2013 • Anno XVI • Numero 42<br />

www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

Intervista ad un anonimo fondatore<br />

CONCORSO FOTOGRAFICO<br />

Prima classificata<br />

di Sara Perini feat Maciupiciù<br />

S.E.G.A.<br />

(Società Emarginati Giovani Anonimi)<br />

Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della<br />

redazione... Proviamo a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibile<br />

PERSONAGGI<br />

fra la S.E.G.A. e le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di<br />

strappare a qualcuno un paio di grasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno.<br />

1993-2013: la "Luna" compie 20 anni


Sommario<br />

3<br />

4<br />

12<br />

13<br />

16<br />

18<br />

22<br />

30<br />

33<br />

34<br />

42<br />

44<br />

48<br />

52<br />

Terza pagina<br />

Fatti & Misfatti<br />

Associazionismo<br />

Comune<br />

Il Dubbio<br />

20°<br />

Personaggi<br />

El Toro Loco<br />

<strong>La</strong> LUNA<br />

Val Dragone<br />

Poesia<br />

Scrivo irregolare<br />

Scrivi alla Luna<br />

Ultima<br />

Redazione<br />

Davide Bettuzzi,<br />

<strong>La</strong>ura Bettuzzi,<br />

Francesco Dignatici,<br />

Daniele Fratti<br />

Martina Galvani,<br />

Paolo Gualandi,<br />

Milena Linari,<br />

Gabriele Monti<br />

Le due sponde del Tevere<br />

Notizie da Palagano e dintorni<br />

Appennino in maschera - Settimana internazionale Coppi e Bartali 2013<br />

Polisportiva di Palagano, 35 anni di attività - Animale in pericolo a<br />

Sant'Andrea Pelago - Un 25 aprile per ricordare e da ricordare - L'impegno<br />

dei Bambini - Rolando Rivi, Seminarista martire<br />

Associazionismo e solidarietà<br />

Polisportiva di Monchio<br />

ComuneInforma<br />

Spazio autogestito offerto ai gruppi consigliari del comune di Palagano<br />

Il default di uno Stato<br />

I 20 anni della Luna<br />

S.E.G.A<br />

Società Emarginati Giovani Anonimi<br />

Oroscopo 2013<br />

Fotografa la Valle del Dragone<br />

Val Dragone<br />

Ricerche: Dalla Val d'Asta alle Vaglie, a castagne nel "Balugano"<br />

Antiche devozioni: l'unica vera lettera di nostro Signore Gesù Cristo<br />

Val Dragone nella storia: Il sito di Monte Santa Giulia<br />

I sapori di una volta: Straccetti nel latte<br />

<strong>La</strong> ballata della Valle<br />

Senza criteri nè regole...<br />

Enes Liesnjanin: "Dico: Non mentirti, sei alla ricerca di risposte"<br />

Federico Piacentini: "Il nero e il bianco"<br />

Lettere<br />

Riflessioni<br />

la Luna <strong>nuova</strong><br />

Attualità, cultura, tradizioni, solidarietà. Periodico indipendente di Palagano e dintorni<br />

Direttore responsabile: Giuseppe Cervetto<br />

Associazione <strong>La</strong> Luna. Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO). Tel.: 0536/961621 - Fax: 0536/970576<br />

www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it - e-mail: redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

Num. 42 - Anno XVI - Maggio 2013. Fondato come "la Luna nel Pozzo" (13 numeri dal 1993 al 1996)<br />

Aut. Tribunale di Modena num. 1414 del 13/11/1997<br />

Collaboratori<br />

Alessandra Abbati, Gabriella Barbati,<br />

Carlo Bertacchini, Fabrizio Carponi,<br />

Alessandra Casini, Patrizia Dignatici,<br />

Eligio Fiorenzi, Andrea Fratti,<br />

Giulia Grossi, Aldo Magnoni,<br />

Alice Nannetti, Bruno Ricchi,<br />

Doriano Torri,<br />

Erminia Vezzelli.<br />

Tiratura: 300 copie<br />

Chiuso in redazione<br />

il 05/05/2013<br />

Stampato in proprio<br />

<strong>La</strong> fotografia di copertina è la prima classificata al concorso fotografico "Aspettando l'avvenire".<br />

Questa e altre undici fotografie sono state pubblictae sul Calendario 2013 de "la Luna"<br />

la Luna <strong>nuova</strong> viene inviata a tutti i soci e sostenitori dell'associazione la Luna.<br />

<strong>La</strong> quota associativa minima annuale è di 2O Euro e può essere versata sul nostro<br />

conto corrente bancario o direttamente ai i soci autorizzati:<br />

Nadia Marasti: ditta Edilart Marasti - Via XXIII Dicembre, 35 - Palagano Tel. 0536 961521<br />

Gabriele Monti: ditta Monti Adriano - Via XXIII Dicembre, 30/a - Palagano - Tel. 0536 961477<br />

Ricchi Bruno: INA-Assitalia - Via XXIII Dicembre 8 - Tel. 0536 961266<br />

Associazione "la Luna"<br />

Conto corrente bancario num. 100016 presso il Banco Popolare - Agenzia di Palagano<br />

Codice IBAN: IT24 Y 05034 66871 000000100016<br />

Info: abbonamenti@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it - www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

2 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013


Terza<br />

pagina<br />

Paolo Gualandi<br />

Le DUE sponde<br />

del TEVERE<br />

Non si può dire che il 2013 sia un anno anonimo, un periodo di<br />

transizione.<br />

Iniziato da pochi mesi, fin da subito si è insistentemente ritagliato<br />

un posto da protagonista nella storia.<br />

Per la prima volta dopo secoli e secoli un papa abdica con un<br />

comunicato tanto limpido quanto fulmineo che lascia il mondo<br />

intero attonito per la sorpresa. Passando sull’altra sponda del<br />

Tevere, il 24 e 25 febbraio l’Italia torna al voto durante il periodo<br />

più nero da decenni a questa parte, con la crisi economica che<br />

continua a mordere un'economia e un tessuto sociale già in<br />

seria difficoltà. Dalle urne esce il risultato che tutti temevano: la<br />

"X", il pareggio o, meglio, la “non vittoria” di nessuno. Il Movimento<br />

5 Stelle sfonda, incanalando da una parte il voto di protesta<br />

e di frustrazione di chi ha imputato ai partiti tradizionali la<br />

responsabilità della situazione economica attuale (non a torto!)<br />

e dall’altra di chi ha visto in questo movimento uno slancio di<br />

novità, di impegno onesto e disinteressato per il paese. Nessuna<br />

soluzione sembra apparire all’orizzonte per la formazione di un<br />

nuovo governo; a complicare ulteriormente le cose si aggiunge<br />

il fatto che il Capo dello Stato sia al termine del suo mandato e<br />

non possa nemmeno sciogliere le Camere in caso di esito negativo<br />

delle consultazioni.<br />

Ma anche stavolta il colpo di scena non manca: per la prima<br />

volta nella storia della Repubblica un Capo dello Stato viene<br />

rieletto. E’ molto anziano ma dà l’incarico a un 46enne, terzo<br />

premier più giovane della storia. Poche ore dopo… già si litiga,<br />

nella migliore (o peggiore) tradizione dell’Italia dei campanili e<br />

degli orticelli.<br />

Anche oltre Tevere nel frattempo si sono dati da fare, eleggendo<br />

in maniera fulminea il nuovo Vescovo di Roma (lui preferisce<br />

farsi chiamare così!), ribaltando ogni pronostico della vigilia e<br />

ribadendo ancora una volta che chi entra in conclave Papa ne<br />

esce Cardinale. Si può affermare con decisione che questa volta<br />

la Chiesa ha stravinto la “sfida” con la politica italiana, dando una<br />

prova di concordia, coraggio e capacità di rinnovamento di cui<br />

molti dubitavano. Francesco, venuto “dalla fine del mondo” almeno<br />

dal punto di vista dell’immagine, sta sfatando molti tabù e<br />

se il buongiorno si vede dal mattino… non mancheranno le sorprese.<br />

Non ci resta che sperare che ne prendano esempio dall’altra sponda del Tevere!<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

3


Domenica 10 febbraio si è svolta a Monchio la<br />

terza edizione del Carnevale organizzato dai<br />

genitori di alcuni bambini e ragazzi del nostro<br />

paese.<br />

Questo Carnevale costituisce una delle tre tappe,<br />

insieme a Frassinoro e Montefiorino, dell'Appennino<br />

in Maschera che quest’anno, causa<br />

il maltempo della domenica precedente (in cui<br />

si sarebbe dovuto sfilare a Frassinoro), ha visto<br />

il nostro paese come prima sosta.<br />

Non si poteva chiedere una giornata migliore:<br />

il cielo azzurro e il sole che splendeva hanno<br />

accompagnato i trattori e le maschere nella<br />

loro sfilata per la via principale.<br />

I paesi che hanno aderito alla manifestazione<br />

sono stati Monchio con la “Vecchia Fattoria” e<br />

al seguito un carretto con i coniglietti, Rubbiano<br />

con “Alice nel Paese delle meraviglie”, Montefiorino<br />

con “<strong>La</strong> primavera”, Frassinoro con la<br />

gigantesca nave di “Peter Pan” inseguita da<br />

un coccodrillo, Casola con “Madagascar”, <strong>La</strong><br />

Verna con “Heidi” e, infine, Costrignano con<br />

ben due carri: “Il saloon” e, tema piuttosto<br />

originale, “L’isola ecologica”.<br />

Dopo la sfilata, che ha avuto inizio all’incirca<br />

alle ore 14, la festa non è finita: i partecipanti<br />

ai carri e gli “spettatori” si sono recati al<br />

campetto, dove le brave resdore avevano al-<br />

4 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Notizie da Palagano e dintorni<br />

APPENNINO IN<br />

MASCHERA


Notizie da Palagano e dintorni<br />

lestito un ricco buffet con focacce, pizzette, torte, bomboloni ripieni e, per restare in tradizione,<br />

tante frappe. Dalla cucina è poi uscito anche gnocco<br />

fritto, perché si sa… A Monchio quando è ora di<br />

fare il gnocco nessuno si tira indietro! <strong>La</strong> presenza<br />

delle persone ai lati della strada, di tanti carri allegorici<br />

e di vari personaggi tra i quali tigrotti, funghi<br />

giganti, pecorelle, fiori sbocciati, mucche, pinguini,<br />

pirati, carte a gioco, leprotti, farfalle, pastorelli,<br />

cassonetti della spazzatura, indiani, tende e, addirittura<br />

(!), un prete improvvisato, hanno reso questa<br />

giornata unica. L’allegria del Carnevale, con i<br />

suoi colori e con la varietà delle maschere, è<br />

come sempre contagiosa ed ha portato tanta<br />

gioia e, soprattutto, tanti sorrisi, per le vie del<br />

nostro paese…<br />

Una giornata che ha fatto divertire tutti, dai più piccoli ai più “vecchi”! (gg)<br />

<strong>La</strong> celeberrima gara di ciclismo maschile<br />

su strada quest'anno ha coinvolto<br />

parte del nostro piccolo paese<br />

montano. Dal 1984, ogni mese di marzo,<br />

l'Emilia Romagna organizza l'attesa<br />

competizione, aperta ad atleti professionisti,<br />

proponendo gare di velocità<br />

o tappe a tempo individuali o di gruppo<br />

di diversa difficoltà in montagna,<br />

collina e pianura. Nata a Riccione e<br />

classificata nella categoria 2.1 del calendario<br />

UCI Europe Tour, la Settimana<br />

Internazionale Coppi e Bartali è una<br />

delle manifestazioni più amate in Italia.<br />

<strong>La</strong> gara ha preso avvio mercoledì 20<br />

SETTIMANA INTERNAZIONALE<br />

COPPI E BARTALI 2013<br />

marzo a Gatteo, per giungere<br />

nei territori del Comune<br />

di Palagano due giorni<br />

dopo, il 22 marzo, per la<br />

terza tappa del giro. Con<br />

partenza da Zola Predosa,<br />

nel bolognese, intorno alle<br />

11,30, gli atleti hanno percorso 157<br />

chilometri attraversando Savignano,<br />

Vignola, Castelvetro, Levizzano,<br />

Puianello, S.Dalmazio, Serramazzoni,<br />

Pavullo, <strong>La</strong>ma Mocogno, Ponte<br />

Strettara, Rio<strong>luna</strong>to, Pievepelago, Serpiano,<br />

per salire poi verso Passo Cento<br />

Croci, discendere verso Boccassuolo,<br />

per affrontare infine l'ultima ascesa<br />

in direzione Piane di Mocogno, passando<br />

da Montemolino, con arrivo nel<br />

pomeriggio. Al traguardo in piazza<br />

c'era una grande folla, come ha confermato<br />

uno spettatore della nostra<br />

zona, nonché grandissimo appassionato<br />

di ciclismo: Dario da Ca' 'd Lévra.<br />

Ha dichiarato: “Ho visto tante volte<br />

correre i corridori in una salita, questa<br />

volta volevo vedere l'arrivo. Prima sono<br />

andato a mangiare un po' di polenta,<br />

poi sono andato a vedere i corridori.<br />

C'era una piena! Sì, c'era tanta gente!”.<br />

Quindi Dario e gli altri presenti<br />

hanno accolto il vincitore della terza<br />

tappa, Damiano Cunego, al quale è<br />

stato assegnato il “Trofeo Romeo<br />

Venturelli”, in ricordo del ciclista originario<br />

di <strong>La</strong>ma Mocogno. Sempre Dario:<br />

“Ha vinto Cunego, ma di poco. Io tenevo<br />

per lui e ce l'ha fatta! E' stato bello<br />

l'arrivo perché la piazza è grande alle<br />

Piane. Sono proprio contento, anche<br />

perché ho dato la mano a Franco<br />

Bitossi!”. Lo stesso Bitossi, campione<br />

di ciclismo degli anni '60-'70, che,<br />

in serata presso il Teatro Comunale di<br />

Palagano, ha rilasciato un'intervista al<br />

giornalista Marco Pastonesi della Gazzetta<br />

dello Sport. (ml)<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

5


Notizie da Palagano e dintorni<br />

di Eligio Fiorenzi<br />

Con il rinnovo delle proprie cariche<br />

sociali, il 19 marzo, la Polisportiva<br />

Palagano ha festeggiato il 35° anno di<br />

attività.<br />

Nata, infatti, nel novembre 1977 per<br />

l’iniziativa di un gruppo di appassionati,<br />

alcuni dei quali sono ancora oggi<br />

presenti nel Consiglio direttivo, la nostra<br />

Polisportiva ha dimostrato, nel<br />

tempo, una grande vitalità e anche una<br />

notevole capacità di rinnovamento.<br />

Fanno parte del Consiglio, oltre agli<br />

“anziani”, anche numerosi giovani, che,<br />

con il loro entusiasmo e le loro idee,<br />

aiutano gli anziani a non mollare, pur<br />

nei momenti di difficoltà e di scoraggiamento.<br />

Questo il nuovo Consiglio<br />

direttivo: presidente: Eligio Fiorenzi;<br />

consiglieri in ordine alfabetico: Daniele<br />

Bettuzzi, Luca Biondini, Vittorio<br />

Calicetti, Giampaolo Casini, Nicoletta<br />

Casini, Marco Facchini, Andrea Fratti,<br />

Alessandro Giusti, Andrea <strong>La</strong>mi, Elisa<br />

<strong>La</strong>mi. Mi è gradita l’occasione per dire<br />

grazie a chi ha voluto continuare nell’impegno<br />

per la realizzazione degli<br />

scopi della Polisportiva, e un grande<br />

benvenuto ai tre nuovi consiglieri, <strong>La</strong>mi<br />

Elisa, Biondini Luca e Calicetti Vittorio,<br />

che hanno mostrato la volontà di<br />

condividere con tutti noi questo impegno.<br />

Poiché è un po’ di tempo che non<br />

parliamo di noi e delle piccole cose<br />

che facciamo, rispondo volentieri all’invito<br />

della “Luna” per comunicare alla<br />

nostra comunità chi siamo e cosa effettivamente<br />

facciamo.<br />

Siamo iscritti, da otto anni, al Registro<br />

Provinciale Di Promozione Sociale,<br />

riconoscimento importante sia al<br />

nostro statuto e agli scopi cui si ispira,<br />

sia alle attività che effettivamente<br />

6 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Polisportiva di Palagano<br />

35 anni di attività<br />

svolgiamo all’interno<br />

della nostra comunità.<br />

Senza trascurare<br />

gli aspetti agonistici,<br />

il nostro impegno<br />

è volto soprattutto<br />

alla promozione<br />

dello sport per<br />

tutti, dai più piccoli<br />

agli adulti, fino agli anziani.<br />

Responsabile tecnico per le attività<br />

giovanili e operatrice per la pallavolo<br />

femminile è Nicoletta Casini, coadiuvata<br />

da un gruppo di giovani cresciute<br />

attraverso le attività motorie e più<br />

prettamente agonistiche della nostra<br />

Polisportiva. Per quanto riguarda i bambini<br />

e i giovani, abbiamo attivato un<br />

lavoro di formazione fisica per i più piccoli<br />

a partire dall’ultimo anno della<br />

scuola materna, un Centro di avviamento<br />

allo sport con indirizzo pallavolo, di<br />

cui sono responsabili Nicoletta Casini<br />

e Stefania Pradelli; un corso di avviamento<br />

alla pallavolo per ragazzi e<br />

ragazze della scuola media e prima<br />

superiore affidato a Nicoletta Casini per<br />

le ragazze e al sottoscritto per i ragazzi.<br />

<strong>La</strong> squadra femminile under 15<br />

si è classificata terza nel proprio girone<br />

del campionato provinciale CSI; entrambe<br />

le squadre, sempre under 15,<br />

partecipano ora al torneo “Barani”, organizzato<br />

dal CSI di Modena.<br />

Durante l’estate, abbiamo continuato<br />

la collaborazione con la Società<br />

Gallesi di Carpi, nella organizzazione<br />

e nella gestione di un Camp estivo di<br />

avviamento a varie discipline sportive,<br />

tra cui la pallavolo, che ha visto la partecipazione<br />

settimanale di una sessantina<br />

di ragazzi provenienti, oltre che dal<br />

nostro territorio, da tutta la provincia.<br />

Torneo di Beach Volley<br />

Questa esperienza, voluta dalla Società<br />

carpigiana e sostenuta dall’Amministrazione<br />

comunale, ha raggiunto il<br />

sesto anno di attività, contribuendo alla<br />

valorizzazione dei vecchi campi da tennis,<br />

trasformati in campi da beach<br />

volley, da pallavolo e da calcetto.<br />

Durante l’estate, nella seconda metà<br />

di luglio, abbiamo organizzato il nostro<br />

tradizionale torneo di pallavolo misto<br />

nel campo all’aperto del parco comunale;<br />

all’ultima edizione hanno partecipato<br />

otto squadre, di cui tre di Palagano.<br />

Anche questa manifestazione<br />

riscuote un grande successo di pubblico<br />

e, soprattutto nelle fasi finali,<br />

anche un discreto livello di gioco.<br />

Il calcio giovanile è un settore in crescita,<br />

dopo alcuni anni di esperienze<br />

non sempre felici con altre società<br />

della montagna.<br />

Anima di questa attività è sempre<br />

Sandro Giusti, responsabile in prima<br />

persona della squadra 2004/2005,<br />

coadiuvato nei due anni precedenti da<br />

Alessandro Rioli, per i '92/'93, e, dal<br />

corrente anno, da Martelli Fabio e Ori<br />

Daniele, e, naturalmente, da un gruppo<br />

di appassionati genitori.<br />

Queste due squadre partecipano ai rispettivi<br />

campionati provinciali CSI e si<br />

rivolgono a circa una trentina di ragazzi.<br />

Una importante iniziativa è stata realizzata<br />

insieme alla Società San Fe-


lice durante la scorsa estate: la società<br />

sportiva del paese terremotato è<br />

stata ospite della nostra comunità per<br />

un giorno. È stato organizzato un incontro<br />

di calcio fra squadre giovanili,<br />

e, soprattutto, è stato realizzato un incontro<br />

conviviale, grazie alla collaborazione<br />

dell’Amministrazione comunale<br />

e delle signore volontarie che hanno<br />

preparato il pranzo per i ragazzi e gli<br />

accompagnatori. Un ringraziamento<br />

particolare va a Sandro Giusti e Daniele<br />

Bettuzzi, che hanno coordinato<br />

l’iniziativa.<br />

Durante l’estate scorsa e in quella precedente,<br />

abbiamo partecipato al Torneo<br />

della montagna di calcio, di cui<br />

sono stati responsabili Michele Fiorenzi<br />

e Andrea Fratti; al di là del risultato<br />

finale, mi è sembrato importante vedere<br />

in campo ragazzi cresciuti nelle<br />

nostre squadre giovanili, poi passati ad<br />

altre squadre più importanti. È stato<br />

bello anche tornare a vedere la partecipazione<br />

del pubblico palaganese alle<br />

partite della nostra squadra.<br />

Come ogni anno, poi, dal 10 al 20 luglio,<br />

organizziamo un corso di calcio<br />

della durata di dieci lezioni, di cui è<br />

responsabile tecnico l’amico professor<br />

Giacomo Abate; la partecipazione dell’estate<br />

scorsa, ma anche delle precedenti<br />

estati è stata sempre molto<br />

numerosa, con oltre cinquanta ragazzi<br />

partecipanti, dai 5 ai tredici anni e<br />

Squadra femminile Under 15 di Pallavolo<br />

non solo palaganesi. Questa iniziativa,<br />

abbiamo notato, è infatti molto apprezzata<br />

anche da famiglie che si trovano<br />

in vacanza nel nostro Comune.<br />

Nei mesi di dicembre e gennaio, abbiamo<br />

partecipato al “Torneo Boldrini”,<br />

classica manifestazione di calcetto organizzata<br />

dal CSI di Modena, con due<br />

squadre, 2004 e 2005, dirette da Dino<br />

Bertogli e Sandro Giusti; con quest’ultima<br />

abbiamo raggiunto i quarti di finale.<br />

In ordine alle attività giovanili è doveroso<br />

segnalare la partecipazione<br />

della Polisportiva Palagano al “Bando<br />

Sport” promosso dalla Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di Modena, con<br />

un progetto denominato “Attività<br />

motorie e sportive rivolto a bambini e<br />

ragazzi dai 5 ai 14 anni”; siamo orgogliosi<br />

nel dire che il nostro progetto è<br />

stato, in primo luogo, approvato dalla<br />

Fondazione ad agosto 2011, con promessa<br />

di finanziamento, una volta realizzato,<br />

di € 3035.<br />

Tale progetto, che riguardava le attività<br />

giovanili dell’anno sportivo 2011/<br />

2012, è stato completamente realizzato,<br />

fatto oggetto della necessaria<br />

rendicontazione e relazione finale<br />

presso la stessa Fondazione, che ha<br />

Strapazzona 2012. Partenza.<br />

provveduto alla liquidazione del contributo<br />

previsto dal bando stesso. Alla<br />

Fondazione va la nostra gratitudine per<br />

aver voluto premiare la serietà e la validità<br />

del nostro impegno, gratitudine<br />

estesa a tutti gli operatori che hanno<br />

reso possibile la realizzazione del progetto.<br />

Proprio perché siamo una Polisportiva,<br />

cerchiamo di rispondere a tutte le richieste<br />

sportive: un corso di ginnastica<br />

dolce tenutro da Elisa <strong>La</strong>mi, uno<br />

di step tenuto da Stefania Pradelli, uno<br />

di danza per ragazze e signore più giovani<br />

tenuto da Federica Ferrarini, e un<br />

corso di presciistica per gli amanti dello<br />

sci tenuto da Franco Tosi.<br />

Il settore sci è in calo per quanto riguarda<br />

la parte agonistica, pur potendo<br />

segnalare i buoni risultati ottenuti<br />

da Antonio Zecchini nella categoria<br />

“Master”; nel corrente anno abbiamo<br />

rinnovato la partecipazione al “Trofeo<br />

delle Regioni”, gara a squadre, aperta<br />

a tutte le categorie, nella quale ci siamo<br />

qualificati per la fase nazionale.<br />

Notevole, invece, è stata la partecipazione<br />

dei nostri ragazzi alla scuola sci,<br />

soprattutto nell’annata sportiva scorsa,<br />

durante la quale ben 23 bambini,<br />

dai 5 ai 10 anni, hanno frequentato il<br />

corso sci alle Piane di Mocogno e 15<br />

al Cimone, per i più grandi.<br />

Nonostante tutto, anche nel corrente<br />

anno abbiamo riscontrato una buona<br />

partecipazione: 15 alle Piane, con almeno<br />

cinque fra bambini e bambine,<br />

al di sotto dei sei anni, con alcuni che<br />

non avevano mai provato lo sci. Il corso<br />

si è concluso il lunedì di Pasqua,<br />

con una gara finale, magnificamente<br />

organizzata dalla scuola sci Piane di<br />

Mocogno. Devo dire che è stato bellissimo<br />

vedere questi mini sciatori,<br />

anche i più inesperti, cimentarsi fra le<br />

porte di uno slalom gigante e raggiungere<br />

il traguardo fra gli applausi del<br />

pubblico, dei genitori e dei nonni.<br />

Ai maestri di sci tutti, ma in particola-<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

7


e al maestro Giacomo, al maestro<br />

Puntel e al maestro Sala, va il nostro<br />

ringraziamento per la professionalità e<br />

la capacità di fare amare lo sci ai nostri<br />

ragazzi. Anche quest’anno, fra non<br />

poche difficoltà, siamo riusciti a realizzare<br />

<strong>La</strong> Gara Sociale, 21° Trofeo<br />

Renzo Ruggi, intitolata all’amico, appassionato<br />

di sci, prematuramente<br />

scomparso. <strong>La</strong> partecipazione è stata<br />

buona per quanto riguarda i piccoli;<br />

purtroppo, meno per gli adulti, tuttavia,<br />

grazie alla collaborazione con il<br />

team Gianni Sport, che ha condiviso<br />

con noi le spese di organizzazione,<br />

possiamo dire che tutto è andato bene<br />

anche se non benissimo; è mancata<br />

completamente la partecipazione della<br />

componente femminile adulta e della<br />

maggior parte dei giovani.<br />

Un grazie, comunque, va alla scuola<br />

sci Rio<strong>luna</strong>to per la perfetta organiz-<br />

8 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

zazione e al nostro maestro di sci<br />

Giampaolo Casini. In questi ultimi anni<br />

è ripartita l’organizzazione della<br />

“Strapazzona”, corsa podistica non<br />

competitiva, che organizziamo annualmente<br />

in collaborazione con l’Amministrazione<br />

comunale di Palagano, di<br />

cui è responsabile il nostro consigliere<br />

Andrea <strong>La</strong>mi. L’ultima manifestazione,<br />

che sta crescendo di anno in anno,<br />

si è svolta il 29 luglio ed ha visto la<br />

partecipazione di oltre 400 atleti. Il<br />

nostro grazie più sincero per la magnifica<br />

organizzazione, oltre ai responsabili,<br />

va a tutti coloro che hanno collaborato,<br />

ma soprattutto ai giovani che,<br />

con entusiasmo hanno dato la loro disponibilità,<br />

al Comitato Aravecchia,<br />

che ci ha permesso di utilizzare alcuni<br />

materiali della “Festa dei Matti”, a<br />

Daniele Forti per la logistica e a tutti<br />

gli sponsor che ci hanno sostenuto.<br />

<strong>La</strong> manifestazione di quest’anno ha<br />

rappresentato anche l’occasione per<br />

Animale in pericolo a Sant’Andrea Pelago<br />

Notizie da Palagano e dintorni<br />

offrire un modesto contributo alle popolazioni<br />

delle zone terremotate dell’Emilia,<br />

cui va tutta la nostra solidarietà.<br />

Possiamo quindi verificare che<br />

la nostra comunità esprime una grande<br />

domanda di sport, cui si cerca di<br />

rispondere nel modo migliore, utilizzando<br />

la volontaria disponibilità dei nostri<br />

collaboratori, cui va il grazie di tutta<br />

l’associazione; ma il nostro grazie va<br />

senza dubbio all’Amministrazione comunale<br />

per la sensibilità che dimostra<br />

verso l’attività che svolgiamo, offrendo<br />

in modo gratuito servizi e strutture, a<br />

tutti i nostri sponsor, che ci sostengono<br />

con erogazioni liberali e con materiali,<br />

ma soprattutto grazie ai nostri quasi<br />

duecento soci, che dimostrano di<br />

credere nel nostro modo di proporre lo<br />

sport, all’AVAP, sempre presente in<br />

occasione delle nostre manifestazioni,<br />

e, comunque, a tutti coloro che,<br />

nelle varie occasioni, prestano la loro<br />

collaborazione.<br />

RicevutoPubblichiamo<br />

Un saluto a tutti i lettori de la Luna <strong>nuova</strong>. Il mio nome è Riccardo Lenzini,<br />

sono veterinario e sono originario di Sillano di Garfagnana, paese nel<br />

quale, oltre a svolgere il mio lavoro di libero professionista per vari anni,<br />

ho ricoperto il ruolo di volontario per la vigilanza ambientale e venatoria<br />

del territorio. Da dieci anni mi sono trasferito nel comune di Pievepelago,<br />

dove ho famiglia e residenza e collaboro con le associazioni locali e<br />

provinciali in materia di ambiente ed ecologia. Ho scelto il vostro mezzo<br />

di comunicazione, in aggiunta a mezzi più istituzionali, per informare e<br />

rendere partecipi le persone del vostro Comune di un fatto di cui siamo stati informati il primo aprile scorso: si tratta<br />

dell’avvistamento, da parte di un escursionista, di un grosso rettile, ovviamente non originario delle nostre zone. E’<br />

stata consegnata una fotografia scattata da un escursionista, subito recapitata ai servizi faunistici provinciali. Il luogo<br />

dell’avvistamento è compreso nel territorio di Sant’Andrea Pelago, nella zona limitrofa al comune di Rio<strong>luna</strong>to e vicina<br />

alla punta meridionale del comune di Palagano. Inizialmente, tutti, me compreso, hanno creduto ad una “bufala”, poi ci<br />

si è dovuti ricredere. Si tratta di un grosso sauro di una lunghezza compresa fra 2 e i 2,5 metri.<br />

<strong>La</strong> specie in questione è stata ricondotta a quella di varanus komodoensis, e l’esemplare è un giovane di 3-4 anni. E’<br />

sicuramente fuggito da operazioni di trasporto e, purtroppo, vi è certezza che si sia trattato di attività clandestine (non<br />

vi è altra spiegazione) benché non siano ancora resi disponibili altri dettagli dalle autorità. E’ possibile che abbia<br />

viaggiato anche decine di chilometri per i boschi, in cerca di cibo. Si tratta di una specie classificata dagli zoologi come<br />

“vulnerabile”, il grado inferiore delle specie minacciate dall’estinzione. Il nostro obiettivo è quello di riportare<br />

l’animale sano e salvo nel suo habitat naturale ed è per questo che chiediamo di segnalare immediatamente<br />

eventuali avvistamenti agli enti locali ed ai servizi faunistici provinciali. Benché si tratti di un animale<br />

potenzialmente pericoloso anche per l’uomo (un esemplare adulto, può uccidere un animale di grossa taglia con un<br />

solo morso, a causa delle infezioni provocate dal cavo orale del rettile, quest’ultimo contaminato da numerosi agenti<br />

patogeni, principalmente batterici), non vi è motivo di allarmarsi, in quanto è una creatura generalmente schiva e<br />

l’esemplare si trova con buona probabilità in stato di deperimento per denutrizione. E’ consigliabile comunque una<br />

particolare cautela per chi si trovasse a fare escursioni nelle zone in questione. Per non rubare ulteriore spazio al vostro<br />

giornale, non mi dilungherò ulteriormente e vi invito a contattarci per ulteriori dettagli. Confidando nella vostra attenzione<br />

e collaborazione e ringraziando il giornale per lo spazio concesso, porgo cordiali saluti.<br />

Riccardo Lenzini<br />

CONTATTI. Cell: 333 6675910 - 345 2804564 (R. Lenzini) - Mail:r.lenzini@ausl.lu.it - lenzini@comune.pievepelago.it


Notizie da Palagano e dintorni<br />

SUI SENTIERI DELLA LIBERTÀ<br />

Il Parco Santa Giulia, così<br />

gremito di gente e di tanti<br />

bambini, ha dato un<br />

significato particolare a<br />

questa giornata<br />

Un 25 Aprile<br />

per ricordare e da ricordare<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

di Patrizia Dignatici<br />

Bellissima giornata quella del 25 Aprile al Parco della<br />

Resistenza di Santa Giulia. Già alle 8.30 nella<br />

Piazza del Municipio di Palagano un colorato e<br />

festante gruppo di mattinieri era in fila per registrarsi<br />

alla Camminata “Sui Sentieri della Libertà”, da Palagano<br />

a Santa Giulia.<br />

<strong>La</strong> manifestazione è stata promossa dall'Istituto Storico<br />

di Modena, che ora gestisce il Parco di Santa<br />

Giulia. Il programma prevedeva che nel Parco, verso<br />

le 12.30, convergessero tre gruppi provenienti da tre<br />

dei Comuni che un tempo facevano parte della Repubblica<br />

di Montefiorino.<br />

Le operazioni sono andate un po' per le lunghe per l'imprevisto numero di partecipanti (80-90), ma alle 9.30 siamo partiti<br />

al seguito della guida esperta di Umberto Rioli, del GEP di Palagano.<br />

Subito una salita impegnativa ci ha portati ai piedi della Locanda Cialamina, poi sulla Via dei Cavallari verso Santa Giulia.<br />

Il gruppo, partito compatto, si è un po' sgranato lungo il percorso, come sempre avviene quando ci sono camminatori<br />

allenati e meno allenati.<br />

Sul crinale una breve sosta per due parole sulle formazioni<br />

partigiane che operarono nel territorio della Repubblica e sulla<br />

sua nascita, poi di nuovo in marcia.<br />

All'arrivo ci siamo ricongiunti con il gruppo degli escursionisti<br />

di Prignano e Montefiorino e abbiamo partecipato a una<br />

breve cerimonia ufficiale di commemorazione del 25 Aprile,<br />

con il nostro sindaco Fabio Braglia, il vicesindaco Paola<br />

Bertelli e il sindaco di Prignano, Mauro Fantini, rappresentanti<br />

degli alpini e dell'Associazione per il fare in comune<br />

“Montagna Viva”.<br />

Dopo pranzo, alle 15.30 ha avuto inizio la conferenza-spettacolo<br />

"Musica e Resistenza dagli anni cinquanta ad oggi": le<br />

più belle canzoni d'autore dedicate alla storia della Resisten-<br />

za, con Claudio Silingardi, la Compagnia musicale sassolese<br />

e Luciano Gaetani, fondatore dei Modena City Rambler.<br />

Vedere il Parco della Resistenza di Santa Giulia così gremito<br />

di gente e di tanti bambini, ha dato un significato particolare<br />

a questa giornata: a me ha regalato un segno di grande<br />

speranza.<br />

COSTRIGNANO<br />

162 ORE DI LAVORO AL PARCO<br />

Alcuni cittadini di Costrignano e il Gruppo Alpini<br />

di Palagano hanno eseguito lavori di risistemazione<br />

del parco della frazione. (pd)<br />

9


L'impegno<br />

DEI BAMBINI<br />

STRAGE DEL 18 MARZO<br />

All'interno degli eventi organizzati nel<br />

Comune di Palagano per il 15-16-17<br />

marzo, in occasione del 69° anniversario<br />

della strage di Monchio, Costrignano<br />

e Susano, ci sembra importante sottolineare<br />

alcuni aspetti di novità: la numerosa<br />

partecipazione della popolazione<br />

di tutto il Comune e la collaborazione<br />

di tutte le Associazioni; la serata organizzata<br />

dalle associazioni dei paesi coinvolti dalla strage:<br />

"Musica e parole s'incontrano", nel teatro di Palagano;<br />

la camminata sui luoghi della strage a<br />

Monchio; la partecipazione del sindaco di Stazzema,<br />

Michele Silicani, alla giornata del 17 marzo, ma soprattutto<br />

la presenza degli alunni della scuola primaria<br />

di Monchio intitolata proprio al 18 marzo 1944,<br />

protagonisti della commemorazione ufficiale.<br />

Queste sono le parole e gli impegni che si sono<br />

assunti in prima persona:<br />

"Siamo gli alunni della scuola primaria di<br />

Monchio.<br />

Siamo venuti qui insieme perché vogliamo ricordare<br />

tutte le persone che sono morte in<br />

questa strage.<br />

Nella tradizione ebraica la pietra significa legame<br />

e memoria: noi le abbiamo portate perché<br />

ci impegniamo a mantenere un legame con<br />

queste vittime.<br />

LAMA DI MONCHIO<br />

UN PRESEPE DEDICATO AI TERREMOTATI<br />

In occasione dell'ormai<br />

tradizionale mostra dei<br />

presepi che si tiene nei<br />

mesi di dicembre e gennaio<br />

a <strong>La</strong>ma di Monchio,<br />

un presepe è stato dedicato<br />

alle vittime del terremoto<br />

del 20 e 29 maggio<br />

2012, in segno di vicinanza<br />

e commossa partecipazione.<br />

Il presepe è stato realizzato su un muro di sasso di una casa distrutta. (ac)<br />

10 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Notizie da Palagano e dintorni<br />

Abbiamo voluto accendere le nostre candele<br />

da questo braciere perché ci impegneremo a<br />

tenere vivo il ricordo di quello che è successo.<br />

Quando c'è la bella stagione giochiamo insieme<br />

nel parco dedicato a tutte le vittime della<br />

strage: ci impegniamo ad averne cura e rispetto.<br />

A scuola abbiamo conosciuto quello che è successo<br />

qui tanti anni fa e abbiamo capito che gli<br />

uomini possono essere davvero cattivi: ci impegneremo<br />

ad essere bambini di pace.<br />

Alcune delle vittime della strage erano bambini<br />

come noi e ancora in tante parti del mondo i<br />

diritti dei bambini vengono calpestati: noi siamo<br />

qui per chiedere pace per tutti loro."<br />

<strong>La</strong> banda di Palagano ha accompagnato la cerimonia<br />

e in particolare la Corale palaganese, diretta<br />

dal maestro Ottavio Piacentini, ha cantato per la<br />

prima volta la canzone in memoria della strage di<br />

Monchio. Davvero emozionante! (pd)


Notizie da Palagano e dintorni<br />

Rolando Rivi<br />

SEMINARISTA MARTIRE<br />

di don Carlo Bertacchini<br />

Il papa Francesco ha recentemente<br />

approvato il decreto di beatificazione<br />

del seminarista Rolando Rivi, ucciso<br />

alle Piane di Monchio venerdì 13 aprile<br />

1945 da alcuni partigiani appartenenti<br />

al Battaglione Frittelli.<br />

Rolando fu accusato di essere una<br />

spia dei tedeschi, di aver rubato indumenti<br />

ed armi e di aver sparato contro<br />

i partigiani. Tutte accuse risultate poi,<br />

in occasione dei processi di primo e<br />

secondo grado, completamente infondate.<br />

Risulta pertanto difficile spiegare<br />

il perché di questo gesto, come<br />

anche del fatto che prima di essere<br />

ucciso Rolando venne, a detta di testimoni,<br />

torturato e seviziato, preso a<br />

calci e insultato. E stiamo parlando di<br />

un ragazzino di appena 14 anni.<br />

L’unica cosa che possiamo dire è quella<br />

che è stata riconosciuta anche dalla<br />

Chiesa nell’esame delle vicende accadute:<br />

Rolando è un martire. È stato<br />

Il seminarista quattordicenne assassinato<br />

nel 1945 alle Piane di Monchio sarà<br />

proclamato beato da papa Francesco<br />

ucciso in odio alla fede e sappiamo<br />

che questo odio ha delle radici molto<br />

lontane. <strong>La</strong> storia dell’umanità ha conosciuto<br />

diverse manifestazioni di questo<br />

odio, e purtroppo ne conosce ancora.<br />

Dal peccato originale l’odio è<br />

entrato nel mondo e assume ogni volta<br />

forme diverse, ma il suo compito è<br />

sempre lo stesso: distruggere il piano<br />

d’amore di Dio. Noi non possiamo né<br />

vogliamo giudicare il grado di responsabilità<br />

che le persone hanno in queste<br />

terribili tragedie, perché siamo consapevoli<br />

che il maligno spesso trae in<br />

inganno, e per indurci a certi comportamenti<br />

si è servito anche di ideologie<br />

cosiddette a favore dell’uomo per cui<br />

tante volte siamo caduti vittime e colpevoli<br />

allo stesso tempo. Ma dobbiamo<br />

svegliarci e reagire con semplicità<br />

e fermezza che sono anche i tratti tipici<br />

della figura di Rolando Rivi.<br />

Consiglio vivamente di imparare a conoscere<br />

questa splendida figura: pochi<br />

anni di vita, ma vissuti intensamente,<br />

nell’amicizia con Gesù e nella scoperta<br />

della sua vocazione, quella di<br />

diventare sacerdote. Una fede a detta<br />

di molti coinvolgente, perché vissuta<br />

con sincerità e fino in fondo.<br />

"Fino in fondo" possono essere davvero<br />

le parole che descrivono il suo<br />

rapporto con Gesù, come anche la<br />

decisione per lui fatale di non togliersi<br />

l’abito talare quando era vivamente<br />

sconsigliato per i motivi descritti<br />

in precedenza. Ma lui non poteva abbandonare<br />

il suo amico e il suo proposito<br />

di seguirlo appunto fino in fondo.<br />

Così, anche quando si è trovato<br />

costretto a fare rientro nel suo pae-<br />

Piane di Monchio. Luogo<br />

dell'uccisione di Rolando Rivi<br />

se a San Valentino di Castellarano interrompendo<br />

la formazione in seminario,<br />

Rolando ha sempre continuato a<br />

portare l’abito talare, a fare apostolato<br />

nella sua parrocchia e ad essere uno<br />

splendido testimone dell’amore di Dio<br />

per i famigliari, per gli amici e per i<br />

poveri. Di Rolando non abbiamo degli<br />

scritti, ma solo alcune frasi semplici,<br />

profonde e soprattutto vissute. Una di<br />

queste, quattro parole in tutto, è stata<br />

riportata nella cassetta che contiene<br />

le sue spoglie mortali, può esserci di<br />

aiuto per scongiurare quell’inganno diabolico<br />

che sempre si può materializzare<br />

se non siamo vigilanti e che ci<br />

costringerebbe a scrivere altre vergognose<br />

pagine nella storia della nostra<br />

umanità.<br />

“Io sono di Gesù”, l’unica risposta che<br />

possiamo dare alla menzogna devastante<br />

che l’uomo appartiene solo a<br />

se stesso, che in definitiva è la menzogna<br />

che è stata all’origine delle due<br />

ideologie del male del secolo scorso:<br />

l’esaltazione della razza del nazismo<br />

e il collettivismo comunista. Sì, ripetiamolo<br />

con Rolando che dal cielo è<br />

potente intercessore: noi siamo di<br />

Gesù. Viviamolo con semplicità, lontani<br />

dal peccato, nella vita quotidiana,<br />

e allora l’umanità potrà davvero sperare<br />

di risplendere per quella che essa è<br />

nel pensiero di Dio. Chiediamo una preghiera<br />

speciale a Rolando per i giovani,<br />

che siano felici di aver trovato il tesoro<br />

prezioso che lui ci ha lasciato<br />

come testamento della sua vita: Gesù,<br />

l’amico.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

11


di Giulia Grossi<br />

<strong>La</strong> Polisportiva Monchio è un’organizzazione<br />

sportiva che da anni promuove<br />

sport, feste per il paese e momenti<br />

di ritrovo. <strong>La</strong> sua prima fondazione risale<br />

al 26 luglio 1986. Tra i compiti<br />

ordinari della Polisportiva espressi nel<br />

primo Statuto, si notano l’organizzazione<br />

delle attività culturali, ricreative<br />

e sportive e l’impegno affinché vengano<br />

istituiti “servizi stabili per una pratica<br />

gestionale delle attività e degli impianti<br />

di tempo libero”.<br />

Fin dai primi anni, infatti, la Polisportiva<br />

ha collaborato con la Parrocchia, la<br />

scuola e il paese intero: sono state<br />

svolte donazioni alla Chiesa di Monchio<br />

(fonte battesimale), alla scuola e anche<br />

al parco, dove sono stati installati<br />

giochi per i bimbi. <strong>La</strong> Polisportiva ha<br />

ogni anno promosso la classica festa<br />

estiva, spettacoli e giochi per bambini,<br />

ma anche varie attività sportive in<br />

palestra (corsi serali di ginnastica e<br />

corsi di pallavolo e di avviamento) e al<br />

campetto (tornei estivi di pallavolo).<br />

Il primo campetto che è stato usato a<br />

Monchio è stato quello della scuola<br />

elementare, ma verso la fine degli anni<br />

’90 è stato rimpicciolito per permettere<br />

l’espansione della scuola; il paese,<br />

perciò, non aveva più un campo sportivo<br />

per poter effettuare partite e manifestazioni,<br />

ma il Comune ci promise che<br />

avrebbe provveduto a creare un nuovo<br />

luogo sportivo a Monchio. In attesa che<br />

ciò avvenisse le feste della Polisportiva<br />

si sono svolte in piazza.<br />

L’attività della Polisportiva è ripresa a<br />

gonfie vele nel gennaio 2007, quando<br />

12 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

ASSOCCIAZIONISMO & SOLIDIDARIETA'<br />

Polisportiva<br />

MONCHIO<br />

un numeroso gruppo di persone si è<br />

incontrato all’ “ex-Asilo” (attuale sede<br />

della Polisportiva Monchio) con gli<br />

stessi scopi delle precedenti organizzazioni,<br />

cioè di promuovere lo sport<br />

nel paese e, soprattutto, di organizzare<br />

più feste e di pianificare più momenti<br />

di ritrovo per i paesani e no. In<br />

questo nuovo gruppo eravamo presenti<br />

in molti, giovani e meno giovani (molti<br />

soci e fondatori della “vecchia”<br />

Polisportiva, ma anche molti ragazzi<br />

“nuovi” guidati dalla voglia di fare qualcosa<br />

di diverso per il proprio paese) e<br />

da quel momento la Polisportiva è cresciuta<br />

in un modo abbastanza rapido,<br />

portando a termine molti progetti.<br />

Nel luglio dello stesso anno è stata<br />

organizzata la “Prima festa della trebbiatura”,<br />

con la durata di tre giorni.<br />

Nel frattempo sono stati iniziati i lavori<br />

per il campo polivalente nella zona attuale,<br />

che è stato portato a termine e<br />

quindi inaugurato nel luglio 2008. Il<br />

nuovo campetto è stato dedicato a Lorenzo<br />

Malagoli.<br />

Nel giro di poco tempo si è cominciato<br />

a parlare di costruire una capannina<br />

al lato del campetto, sopra gli spogliatoi,<br />

con il progetto di avere un luogo<br />

da utilizzare come cucina per poter<br />

preparare da mangiare durante le feste.<br />

In questa struttura sono stati investiti<br />

gran parte dei soldi guadagnati<br />

con la festa estiva, con quella della<br />

castagna e con le cene natalizie, eventi<br />

nei quali ci siamo impegnati ogni<br />

anno; inoltre un piccolo contributo economico<br />

è stato fornito dal Comune.<br />

Nel 2009 a giugno è stata organizzata,<br />

grazie a Giuseppe ed Ercole, la<br />

prima corsa podistica a Monchio.<br />

Nello stesso anno si è svolto il primo<br />

torneo estivo di pallavolo misto e, l’anno<br />

seguente, il primo Memorial Lorenzo<br />

Malagoli (torneo di calcetto maschile).<br />

Nel 2011 è stato organizzato a Monchio<br />

il primo carnevale, con maschere e<br />

carri allegorici, organizzato dai genitori<br />

dei bambini e ragazzi di Monchio.<br />

Nello stesso anno è, inoltre, stata portata<br />

definitivamente a termine la<br />

capannina, che è nata grazie al lavoro<br />

dei paesani: gli “esperti del mestiere”<br />

del posto hanno coordinato le attività<br />

di costruzione, che sono giunte a termine<br />

con il costante impegno e con la<br />

fatica di molte persone.<br />

Le attività previste ogni anno dalla<br />

Polisportiva sono il Memorial Lorenzo<br />

Malagoli, il torneo di pallavolo, la corsa<br />

podistica “<strong>La</strong> Panoramica”, la “Festa<br />

d'Estate” (quest’anno 19-20-21 luglio<br />

2013), la Festa della castagna e<br />

la cena natalizia (per raccogliere i soldi<br />

per le luminarie nel paese). Da qualche<br />

anno, inoltre, dopo un periodo di<br />

assenza di giocatori con il nome<br />

“Polisportiva Monchio”, ha ripreso il via<br />

la squadra di calcio a livello amatoriale.<br />

Novità dell’anno: la corsa podistica “<strong>La</strong><br />

Panoramica” è stata inserita nel Trofeo<br />

del Frignano di corsa in montagna<br />

(campionato UISP) e, perciò, oltre ai<br />

classici percorsi non competitivi, ci<br />

sarà anche la corsa competitiva.<br />

Siamo così arrivati ai giorni nostri, di<br />

passi se ne sono fatti tanti, ma non è<br />

finita qui.<br />

Speriamo di farne ancora molti altri insieme!<br />

Veniteci a trovare.


GRUPPO DI MAGGIORANZA<br />

Nomina delle varie figure<br />

del seggio elettorale<br />

C O M U N E<br />

INFORMA<br />

Molte volte ci hanno chiesto<br />

come mai si vedono sempre le<br />

stesse persone ai seggi elettorali,<br />

per cui per la massima trasparenza,<br />

diamo di seguito le<br />

informazioni sulle nomine delle<br />

varie figure componenti il seggio<br />

elettorale, in modo da sapere<br />

cosa bisogna fare per essere chiamati.<br />

Il seggio elettorale è composto dal presidente, dal segretario<br />

e da 4 scrutatori (3 in caso di referendum).<br />

Il presidente di seggio è nominato dal presidente della Corte<br />

d’appello di Bologna scegliendolo tra gli iscritti all’Albo<br />

dei presidenti. I cittadini interessati a ricoprire l’incarico di<br />

presidente di seggio elettorale, se in possesso dei requisiti<br />

previsti dalla normativa vigente, devono fare domanda di<br />

inserimento nell’Albo delle persone idonee all’Ufficio di presidente<br />

di seggio elettorale al comune di residenza nel mese<br />

di ottobre.<br />

Il segretario è scelto direttamente dal presidente di seggio,<br />

deve essere un elettore del comune in possesso di diploma<br />

di istruzione secondaria di secondo grado.<br />

Gli scrutatori sono nominati dalla Commissione elettorale<br />

comunale, composta dal Sindaco e da 3 consiglieri comunali<br />

(2 maggioranza, 1 minoranza), circa 25 giorni prima<br />

della data fissata per le elezioni, scegliendoli tra gli iscritti<br />

all’Albo degli scrutatori. I cittadini interessati a svolgere le<br />

funzioni di scrutatore di seggio elettorale devono presentare<br />

domanda di iscrizione nell’apposito Albo al comune di<br />

residenza nel mese di novembre.<br />

L’inclusione nel predetto albo è subordinata al possesso<br />

dei seguenti requisiti: essere elettore del comune; aver assolto<br />

gli obblighi scolastici; non essere dipendente del Ministero<br />

dell’Interno, Poste e Telecomunicazioni, Trasporti;<br />

non appartenere alle forze armate in servizio, né svolgere,<br />

presso le U.S.L., le funzioni già attribuite al medico provinciale,<br />

all’ufficiale sanitario o al medico condotto; non essere<br />

segretario comunale né dipendente dei comuni normalmente<br />

addetto o comandato a prestare servizio presso gli<br />

uffici elettorali.<br />

Si precisa che attualmente l’Albo degli scrutatori del comune<br />

di Palagano è composto da 84 persone e pertanto<br />

chi volesse essere iscritto in questo Albo deve obbligatoriamente<br />

fare domanda di iscrizione al proprio comune di<br />

Spazio autogestito offerto ai Gruppi consigliari<br />

del comune di Palagano<br />

residenza nel mese di novembre.<br />

L’ufficio elettorale del comune (sig.ra Emanuela e sig.ra<br />

Giovanna) sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.<br />

GRUPPO DI MAGGIORANZA<br />

Nuove modalità di accesso<br />

alla rete WiFi del Comune<br />

Per rendere ancora più fruibile<br />

l’accesso alla rete WiFi<br />

pubblica, soprattutto per le frazioni,<br />

che avrebbero dovuto recarsi<br />

in comune per avere la<br />

password e pagare 10,00 euro,<br />

il comune di Palagano ha sostenuto<br />

ed approvato, come<br />

gli altri enti dell’Unione dei comuni<br />

Valli Dolo, Dragone e Secchia, le nuove modalità di<br />

accesso alla rete WiFi molto più semplici, immediate e<br />

gratuite.<br />

<strong>La</strong> rete WiFi assicura la connessione ad Internet con banda<br />

larga attraverso computer portatili, palmari e telefoni<br />

cellulari di <strong>nuova</strong> generazione.<br />

Tutti possono usufruirne ed il collegamento d’ora in<br />

avanti sarà gratuito.<br />

Per accedere alla rete è necessario ottenere una password<br />

registrandosi autonomamente in una delle zone coperte<br />

dal segnale, che per il territorio del comune di Palagano<br />

sono le seguenti: Palagano: teatro, piazza del mercato<br />

(ufficio UIT), piazza del municipio, parco comunale;<br />

Savoniero: piazzale della chiesa e area sportiva; Susano:<br />

piazzale della chiesa: Costrignano: piazzale della chiesa<br />

e piazzale del bar, Monchio: polo scolastico, area sportiva;<br />

Boccassuolo: piazzale Polisportiva.<br />

Gli utenti muniti di cellulare italiano saranno autonomi nella<br />

registrazione, in alternativa possono recarsi presso la<br />

sede comunale per ottenere un utenza identificandosi con<br />

un documento d'identità.<br />

Procedura per la registrazione e l’accesso<br />

Una volta connessi alla rete WiFi Palagano, aprendo il<br />

browser, comparirà una maschera che richiede le credenziali.<br />

Prima di effettuare il login è necessario registrarsi cliccando<br />

sulla dicitura: "Non hai ancora le credenziali? Registrati<br />

ora" e indicare il proprio numero di cellulare, segnarsi le<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

13


ComuneInforma<br />

credenziali rilasciate dal sistema, effettuare una chiamata<br />

gratuita al numero indicato a video (il segnale risulterà occupato):<br />

a questo punto si è già registrati.<br />

Nel caso in cui l’utente perda la password potrà effettuare<br />

<strong>nuova</strong>mente la registrazione seguendo la medesima procedura.<br />

GRUPPO DI MAGGIORANZA<br />

"I Mercalizi":<br />

Mercatini natalizi palaganesi<br />

Il 15 e 16 dicembre<br />

2012 si è tenuta a Palagano<br />

la 2° edizione<br />

dei “Mercalizi”, i mercatini<br />

Natalizi Palaganesi.<br />

Questo appuntamento<br />

è iniziato, però,<br />

con condizioni meteorologiche<br />

critiche, il<br />

nostro territorio si è svegliato con strade ghiacciate, la<br />

cosidetta “galaverna” che ha ritardato l’arrivo degli espositori<br />

e di tutti gli addetti al lavoro posticipando l’inizio nel pomeriggio<br />

inoltrato.<br />

<strong>La</strong> grande tensostruttura appositamente riscaldata ha ospitato<br />

ben 33 espositori, due in più dell’anno precedente.<br />

Come l’anno passato grande effetto ha avuto la presenza<br />

delle scuole del territorio, dalla scuola dell’Infanzia di Palagano,<br />

dalla Primaria di Palagano e Monchio, dalla Scuola<br />

di 1° grado di Palagano e dalla nostra scuola superiore il<br />

Liceo “Maria Immacolata”. Tutti i bambini e ragazzi, grazie<br />

al fantastico aiuto delle maestre e insegnanti, hanno preparato<br />

oggettistica natalizia, da vendere nei loro stand il<br />

cui ricavato sarà utilizzato per<br />

fini scolastici. Un grazie doveroso<br />

anche a tutte le famiglie<br />

dei bambini che in quei giorni<br />

sono stati presenti per l’allestimento<br />

e la vendita.<br />

All’esterno sulla via principale<br />

del paese, chiusa appositamente<br />

al traffico, non potevano<br />

mancare i “Maestri Ciacciai<br />

Palaganesi” con la loro ormai<br />

famosa specialità del “Ciaccio”,<br />

lo stand dei “Frittellozzi di castagne”<br />

e delle “Frittelle di Baccalà”.<br />

A loro un sentito ringraziamento<br />

particolare in quanto<br />

parte del ricavato lo hanno offerto<br />

all’Amministrazione comunale<br />

a copertura delle spese<br />

della manifestazione. Un ringraziamento<br />

sentito anche all’associazione<br />

“Contrada Aravecchia”<br />

per la sempre disponibilità<br />

a fornire attrezzatura<br />

come tavoli, sedie e scaffala-<br />

14 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

ture utilizzate negli stand all'interno della tensostruttura e<br />

per l’addobbo natalizio con luci e rami dorati del grande<br />

albero di Natale a fianco della piazza municipale e del tradizionale<br />

allestimento del presepe in via Aravecchia.<br />

Le due giornate ci hanno regalato anche alcuni spettacoli.<br />

Magica come sempre è stata l’atmosfera per la presenza<br />

dell’unico e vero Babbo Natale arrivato a Palagano per consegnare<br />

a tutti i bambini dolciumi, ritirate letterine, fare foto<br />

dalla sua imponente poltrona. Il sabato pomeriggio è cominciato<br />

con lo spettacolo dei burattini “Farsette” a cura<br />

del Teatrino di Carta svolto all’interno della tensostruttura,<br />

che ha catturato l’attenzione di bambini e adulti. <strong>La</strong> manifestazione<br />

si è conclusa con il concerto gospel “The Praising<br />

Project Gospel Ensemble” di Crespellano (BO), che con<br />

professionalità ed entusiasmo hanno proposto un coinvolgente<br />

spettacolo musicale.<br />

Meritano una particolare attenzione tutti i commercianti,<br />

ristoratori ed esercenti di Palagano che hanno continuato,<br />

tutti insieme, a sposare l’idea comune dell’anno passato.<br />

Le vetrine sono state chiuse “a pacchetto” con un bel nastro<br />

rosso brillante e grandi fiocchi. <strong>La</strong> novità 2012 è stata<br />

quella di aggiungere una “fascina” di rami addobbata anch’essa<br />

a Natale. Le fascine sono state fatte direttamente<br />

nel bosco la domenica 18 novembre con l’aiuto di volontari<br />

e amministratori. Come Amministrazione comunale continuiamo<br />

ad essere orgogliosi di questo passo che si è fatto<br />

proponendolo sicuramente in altre iniziative: solo collaborando<br />

insieme, pubblico e privato, d’ora in avanti, causa le<br />

sempre minori risorse finanziarie a disposizione, si può<br />

pensare di organizzare e proporre qualcosa.<br />

Quattro ristoranti locali hanno proposto per quei giorni un<br />

menù convenzionato, con specialità tipiche. Anche questo<br />

è un segno di collaborazione costruttiva per incentivare le<br />

presenze nel territorio.<br />

Per la massima trasparenza pubblichiamo il bilancio consuntivo<br />

della manifestazione, che è stato anche affisso nelle<br />

MERCALIZI 2012 - BILANCIO CONSUNTIVO<br />

ENTRATE<br />

Comune di Palagano 23,44<br />

Contributo Unione di Comuni montani Valli Dolo, Dragone e Secchia 1.000,00<br />

Contributo HERA 1.210,00<br />

Contributo da Ristoranti per menù sull’opuscolo 242,00<br />

Contributo da espositori dentro alla Tensostruttura 1.249,30<br />

Contributo commercianti e rimborso spese per vetrine 2.269,40<br />

Inserzioni pubblicitarie ditte 3.607,00<br />

Entrate varie (Associazione /Bancarelle/varie) 665,00<br />

TOTALE ENTRATE 10.266,14<br />

USCITE<br />

Spese per Tensostruttura 7.018,00<br />

Spese per opuscolo e locandina 1.318,90<br />

Spese per animazione (coro e burattini) 1.260,00<br />

Spese per SIAE 140,38<br />

Spese per allestimento vetrine 261,06<br />

Spese per pubblicità (striscione Castellarano) 217,80<br />

Spese distribuzione opuscoli (Castellarano-Sassuolo-Scandiano) 50,00<br />

TOTALE USCITE 10.266,14


vetrine dei negozi. Come sempre la voce maggiore di spesa<br />

riguarda il noleggio della tensostruttura che mai come<br />

quest’anno si è rivelata vincente perché senza di essa sarebbe<br />

stata impossibile la realizzazione della manifestazione<br />

considerando che freddo, acqua, ghiaccio non sono<br />

mancati!<br />

A fronte di un preventivo di € 11.800,00, il costo complessivo<br />

della manifestazione è stato di € 10.266,14 (ridotto rispetto<br />

allo scorso anno che era pari a € 15.688,51); la<br />

quota a carico del bilancio comunale è stata dello 0,23%<br />

Progetto<br />

“DIRE, FARE, DIFFERENZIARE”<br />

ComuneInforma<br />

mentre la restante quota<br />

suddivisa per un 9,75%<br />

sempre da fondi pubblici<br />

(contributo Unione) e per<br />

un 90,02% dal settore<br />

privato. Grande è stato il<br />

nostro sforzo come Amministrazione<br />

di reperire<br />

fondi presso ditte private<br />

ed enti pubblici, al fine di<br />

una imputazione nel nostro<br />

bilancio di una piccolissima<br />

somma pari ad<br />

€ 23.44!<br />

A conclusione si può certo<br />

affermare che il bilancio<br />

non può che essere altamente positivo, come sempre<br />

si può migliorare e pertanto si accettano consigli, suggerimenti<br />

per valorizzare e migliorare sempre di più l’organizzazione<br />

della manifestazione e ancora un grazie veramente<br />

a tutti, anche ai singoli cittadini che volontariamente<br />

hanno contribuito!<br />

GRUPPO DI MINORANZA<br />

Il gruppo di minoranza ha ritenuto di non utilizzare lo spazio a disposizione offerto in<br />

questo numero de la Luna <strong>nuova</strong>.<br />

Notizie da Palagano e dintorni<br />

Anche grazie al contributo dei cittadini che si sono impegnati<br />

nella raccolta differenziata, la Regione Emilia Romagna<br />

ha detto "no" alla terza linea dell'inceneritore di Modena,<br />

in quanto, per raggiungere l'obiettivo fissato dal Documento<br />

preliminare del Piano regionale di gestione dei rifiuti<br />

(Prgr) di ridurre la produzione pro capite di rifiuti urbani del<br />

25% entro il 2020, si dovrà passare dagli attuali 673 kg per<br />

Inceneritore HERA di Modena<br />

abitante ad una media regionale di 505 kg e Modena non è<br />

poi così lontana dalla meta. In ambito regionale il territorio modenese è infatti tra quelli che producono<br />

meno rifiuti: la provincia di Modena guadagna la medaglia di bronzo con una produzione media di rifiuti<br />

di 644 kg per abitante, dopo Bologna (562) e Parma (585). Più distanti dal podio i territori di Piacenza<br />

(657), Ferrara (686), Reggio Emilia (759), Forlì-Cesena (770), Ravenna (786) e Rimini (801).<br />

Ma già ora alcuni Comuni del territorio modenese hanno raggiunto risultati di eccellenza. Fra i più<br />

virtuosi ci sono Prignano (471 kg/ab) e Nonantola (505 kg/ab) e altri sono vicini all'obiettivo: Palagano<br />

(518), Ravarino (520), Carpi (523), Soliera (530), Novi (550), Bastiglia e Guiglia (555), Montese (556),<br />

San Felice (568), Montefiorino (573), Castelfranco (577), Savignano (575), Polinago (582), Montecreto<br />

(589), Formigine (590) e Serramazzoni (595).<br />

Dunque un primo risultato l'abbiamo ottenuto perché non aumentare il numero delle linee dell'inceneritore<br />

di Modena significa fermare l'emissione di gas nocivi e bloccare una tendenza che sembrava<br />

irreversibile. Certamente possiamo fare ancora di più: ci sono ancora persone che non differenziano<br />

o che differenziano male. Paradossalmente chi differenzia male causa un danno<br />

superiore perché annulla lo sforzo degli altri e lo smaltimento di quel cassonetto avrà un<br />

costo ulteriore. Non mi stancherò mai di ripetere che avere cura dell'ambiente significa amare il<br />

proprio territorio e testimonia il grado di civiltà di una comunità. (pd)<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

15


Il dubbio<br />

di Daniele Fratti<br />

A partire dal 2008 alcuni termini hanno<br />

fatto capolino nel linguaggio comune,<br />

i principali sono spread e default.<br />

Se del primo si è ampliamente discusso,<br />

per quanto riguarda il secondo, la<br />

declinazione in ambito pubblico rimane<br />

un’incognita. Nell’accezione economica<br />

privata il termine “default” indica<br />

il fallimento di una società, con conseguenze<br />

ben note. Ma se questa<br />

eventualità riguardasse uno Stato? Il<br />

fallimento di uno Stato implica l’impossibilità<br />

di far fronte ai debiti e agli interessi<br />

che maturano su di essi. A dichiarare<br />

questa insolvenza può essere<br />

il Governo o vari enti internazionali,<br />

come ad esempio le agenzie di rating.<br />

Le grandi crisi degli Stati hanno generalmente<br />

in comune alcuni elementi:<br />

a) squilibri dello Stato nei confronti del<br />

resto del mondo;<br />

b) una bilancia dei pagamenti<br />

persistentemente passiva;<br />

c) una “miccia” di natura politica o sociale<br />

che possa determinare instabilità<br />

e disordine.<br />

Dal punto di vista finanziario, i segnali<br />

d’allarme sono un rialzo eccessivo<br />

dei tassi di interesse, ovvero degli interessi<br />

che un Paese deve promettere<br />

16 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

IL DEFAULT DI UNO STATO<br />

Nell’accezione economica privata il<br />

termine “default” indica<br />

il fallimento di una società,<br />

con conseguenze ben note.<br />

Ma se questa eventualità<br />

riguardasse uno Stato?<br />

per farsi prestare i soldi, oppure l’improvvisa<br />

scomparsa della domanda per<br />

i titoli di Stato di un Paese. A differenza<br />

del fallimento di una banca o di<br />

un’azienda, non esiste un tribunale che<br />

può costringere uno Stato a pagare i<br />

suoi debiti e le istituzioni internazionali<br />

non possono comunque violare la<br />

sovranità di un Paese. E’ importante<br />

però capire che un default non è mai<br />

totale, ma ci sono diversi livelli di<br />

“ristrutturazione” del debito, cioè della<br />

ricerca di restituire una cifra inferiore<br />

dilazionata nel tempo.<br />

Di seguito vengono esposte alcune<br />

delle principali conseguenze di un fallimento<br />

statale.<br />

Effetti sui dipendenti pubblici<br />

Se uno Stato non ha più soldi con cui<br />

pagare i debiti, deve agire necessariamente<br />

sui suoi conti. Questo può avvenire<br />

in due modi: aumentare le entrate<br />

(alzando le tasse) o tagliare le<br />

spese.<br />

Nel secondo caso le voci più importanti<br />

sono tre: salari dei dipendenti<br />

pubblici, pensioni e sanità. Nel caso<br />

greco, gli stipendi dei dipendenti pubblici<br />

sono stati tagliati di oltre il 20% e<br />

l’IVA alzata di 2 punti.<br />

Effetti sui servizi pubblici<br />

<strong>La</strong> riduzione di spesa determina una<br />

riduzione dei servizi a partire da quelli<br />

meno essenziali come il trasporto pubblico<br />

fino a educazione e sanità.<br />

Effetti sui titoli di Stato<br />

A fronte di uno status di crollo dei valori<br />

dei titoli pubblici non verrebbero<br />

corrisposte, del tutto od in parte, cedole<br />

annuali. Ed è molto probabile che<br />

al termine naturale dell’investimento<br />

non potrebbe essere corrisposta la cifra<br />

completa.<br />

Effetti sui conti correnti<br />

Se lo Stato non può pagare le banche<br />

con cui ha contratto un debito, queste<br />

inevitabilmente si troverebbero senza<br />

liquidità e rischierebbero di fallire a loro<br />

volta. Esiste anche un non trascurabile<br />

effetto che coinvolge l’ambito psicologico<br />

dei mercati: se c’è il sentore di<br />

fallimento, parte l’assalto agli sportelli<br />

e non c’è istituto che possa resistere<br />

al prelievo contemporaneo di buona<br />

parte dei suoi clienti. <strong>La</strong> copertura di<br />

garanzia dei conti correnti, decisa dalle


Il dubbio<br />

banche centrali, non è mai totale e in<br />

caso di una crisi di tali proporzioni, non<br />

è detto che si trovino davvero le risorse<br />

per sostenerle.<br />

Il fallimento islandese<br />

Solo negli ultimi cinquant’anni ci sono<br />

stati 126 casi di default di Stati nazionali,<br />

alcuni dei quali hanno dichiarato<br />

bancarotta più volte, come il<br />

Venezuela. Il caso più recente in Europa<br />

è quello dell’Islanda.<br />

Prima della crisi, l’Islanda era il quinto<br />

paese del mondo per reddito pro capite,<br />

grazie all’espansione di un sistema<br />

finanziario che aveva raggiunto<br />

l’800% del PIL. Nel 2006 l’agenzia di<br />

rating Fitch ha declassato l’Islanda,<br />

provocando una minicrisi.<br />

Nel 2008 è entrato in azione il Fondo<br />

Monetario Internazionale e nel settembre<br />

dello stesso anno (proprio quando<br />

negli USA cadeva Lehman Brothers)<br />

le principali banche islandesi fallivano,<br />

in quanto gli asset totali del trio di banche,<br />

Kaupthing, Glitnir e <strong>La</strong>ndsbanki<br />

valevano quasi dieci volte il PIL islandese,<br />

un rapporto senza paragoni nel<br />

resto dell’Occidente. <strong>La</strong> corona colava<br />

a picco. Idem la borsa di Reykjavík.<br />

Se i due miliardi di dollari messi a disposizione<br />

nel novembre del 2008 dal<br />

FMI avevano garantito l'immediata sopravvivenza,<br />

per risalire la china gli<br />

islandesi hanno adottato una ricetta<br />

autoctona.<br />

Hanno nazionalizzato i tre maggiori<br />

istituti di credito mettendo alla porta i<br />

top manager. <strong>La</strong> rabbia contro la politica<br />

montava e sono iniziate manifestazioni<br />

di piazza. Il risultato è stato<br />

la cacciata del Governo e dell’intero<br />

Parlamento. Si è tenuto un referendum<br />

su una <strong>nuova</strong> costituzione che ha ottenuto<br />

un altro risultato: oggi l'Islanda<br />

è guidata da sole donne. “Dopo un crollo<br />

del reddito disponibile del 18% e un<br />

aumento dall’1 al 10% della disoccupazione<br />

nel 2009, la ripresa è stata<br />

forte e sostenuta.<br />

Non tutto è però stato risolto. Al Paese<br />

servono ancora misure di stimolo<br />

economico e grava l’onta di non aver<br />

restituito debiti per oltre 2 miliardi di<br />

euro ad investitori stranieri.<br />

Inoltre la popolazione è irritata per gli<br />

scarsi successi ottenuti nella caccia<br />

ai colpevoli del disastro finanziario. Per<br />

ora le condanne inflitte sono state poche:<br />

quattro anni e mezzo a due ex dirigenti<br />

della banca Byr; due anni all'allora<br />

direttore del ministero delle Finanze; un<br />

risarcimento di 3,2 milioni di euro pagato<br />

dall'ex presidente di Kaupthing.<br />

Il caso Italia<br />

Data questa prospettiva sembrerebbe<br />

immediato pensare che questa sia una<br />

strada percorribile anche dall’Italia. Peccato<br />

che la “ricetta islandese” non consideri<br />

la diversa condizione economica<br />

e finanziaria dell’Islanda rispetto al nostro<br />

Paese al momento del default.<br />

Il problema italiano è la mancanza di liquidità<br />

e non di solvibilità (l’Italia può onorare<br />

il debito, ma non è in grado di farlo<br />

in maniera rapida), quindi precorrere i<br />

tempi verso il default non avrebbe senso<br />

in questo frangente. Che cosa succederebbe<br />

poi in caso di default italiano?<br />

Un default escluderebbe l’Italia dal mercato<br />

dei capitali internazionali per qualche<br />

anno, rendendo più arduo rifinanziare<br />

il debito rimanente.<br />

Una riduzione credibile del debito dovrebbe<br />

portare il rapporto debito/PIL all’80 o<br />

90%, in linea con la media europea, per<br />

l’Italia significherebbero circa 600 miliardi<br />

di euro. Inoltre, a differenza dell’Islanda,<br />

indebitatasi molto a causa del<br />

“salvataggio” delle sue banche, la riduzione<br />

del debito italiano non risolverebbe<br />

i problemi strutturali dell’Italia collegati<br />

alla dinamica del debito. Se la crisi<br />

islandese è stata il paradigma degli ec-<br />

RAPPORTO DEBITO/PIL<br />

Anni<br />

'50-'70<br />

'70-'75<br />

1976<br />

1977<br />

1978<br />

1979<br />

1980<br />

1981<br />

1982<br />

1983<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2009<br />

2010<br />

2011<br />

2012<br />

cessi della finanza, la crisi italiana è l’esempio delle conseguenze di anni di<br />

spesa dissennata e di un apparato statale mastodontico. Questi fattori minano<br />

la credibilità dell’Italia di uscire dalla spirale del debito.<br />

Inoltre, un default colpirebbe direttamente i detentori di debito pubblico, tra gli<br />

altri principalmente banche e piccoli risparmiatori, riducendo le possibilità di<br />

crescita. Per le banche una riduzione del valore degli asset limiterebbe la capacità<br />

di far fronte ai propri oneri, così da ridurle l’accesso al mercato interbancario<br />

per ulteriore liquidità e finanziamento a breve termine. Il che porterebbe ad un’importante<br />

riduzione dei prestiti delle banche agli altri attori economici, se non<br />

addirittura alla bancarotta. Al contrario di quanto avvenuto in Islanda, nessuno<br />

stimolo potrebbe infine venire da una svalutazione del tasso di cambio ed una<br />

migliorata competitività delle merci, qualora l’Italia rimanesse nella zona euro.<br />

Infine un default italiano estenderebbe il “contagio” a livello europeo visto l’ammontare<br />

di debito pubblico posseduto da investitori esteri (circa 900 miliardi di<br />

euro). <strong>La</strong> crisi economica attuale ha un’accezione globale derivante dalla natura<br />

stessa dei soggetti interessati. L’impressione è che se l’Europa non assumerà<br />

il ruolo forte di rivoluzionare le politiche economiche e sociali degli Stati<br />

membri il senso stesso dell’istituzione verrà meno, facendo precipitare il continente<br />

in una sorta di feudalesimo allargato.<br />

%<br />

30<br />

44<br />

54<br />

58<br />

65<br />

65<br />

55<br />

55<br />

60<br />

65<br />

74,4<br />

80,5<br />

84,5<br />

88,6<br />

90,5<br />

93,1<br />

95,2<br />

98,6<br />

105,5<br />

115,6<br />

121,5<br />

121,2<br />

120,6<br />

118,1<br />

114,9<br />

113,7<br />

109,2<br />

108,7<br />

105,5<br />

104,2<br />

105,9<br />

106,9<br />

103,1<br />

103,1<br />

105,8<br />

116,1<br />

118,7<br />

120,1<br />

126,1<br />

Governo<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

-<br />

-<br />

Andreotti<br />

Andreotti<br />

Andreotti<br />

Andreotti>Cossiga<br />

Cossiga>Spadolini<br />

Spadolini<br />

Spadolini>Craxi<br />

Craxi<br />

Craxi<br />

Craxi<br />

Craxi<br />

Craxi>Goria<br />

Goria>De Mita<br />

De Mita>Andreotti<br />

Andreotti<br />

Andreotti<br />

Andreotti>Amato<br />

Amato>Ciampi<br />

Ciampi>Berlusconi<br />

Berlusconi>Dini<br />

Dini>Prodi<br />

Prodi<br />

Prodi>D'Alema<br />

D'Alema<br />

D'Alema>Amato<br />

Amato>Berlusconi<br />

Berlusconi<br />

Berlusconi<br />

Berlusconi<br />

Berlusconi<br />

Berlusconi>Prodi<br />

Prodi<br />

Prodi>Berlusconi<br />

Berlusconi<br />

Berlusconi<br />

Berlusconi>Monti<br />

Monti<br />

17


<strong>La</strong> LUNA compie 20 anni<br />

Domenica 24 gennaio 1993, ore 18.10: "Si tratta di un periodico non legato a nessuna<br />

corrente politica o culturale il cui principale scopo è contribuire a creare una migliore<br />

comunicazione tra gli abitanti del comune..."<br />

Daniele e Davide decidono di realizzare un'idea che già da tempo avevano in testa:<br />

stampare un giornale a Palagano. Scrissero una "bozza di intenti" che casualmente venne<br />

letta da Doriano, che volle unirsi al gruppo; arrivarono poi Betty, Fabrizio e Maria e,<br />

improvvisatisi "giornalisti", in aprile usci il numero "0" de la LUNA nel POZZO (perché fu<br />

scelto quel nome<br />

nessuno lo ricorda). Poi<br />

si scoprì che serviva un<br />

direttore responsabile,<br />

una proprietà, l'iscrizione<br />

al Tribunale,<br />

l'abbonamento postale.<br />

Progressivamente<br />

furono sistemate le<br />

questioni burocratiche e<br />

legali; già dal numero 1<br />

c'era il direttore<br />

responsabile. Nel 1996<br />

furono sospese le<br />

pubblicazioni ma nel<br />

1998 il giornale tornò<br />

con un nuovo nome:<br />

la LUNA <strong>nuova</strong>.<br />

Se siamo ancora qua lo<br />

dobbiamo soprattutto a<br />

quel gruppo di fedeli<br />

lettori che ci hanno<br />

continuamente<br />

sostenutI ed<br />

incoraggiati,<br />

particolarmente nei<br />

momenti più difficili in cui<br />

si pensava di<br />

sospendere le<br />

pubblicazioni.<br />

Nel 2009 è arrivato il<br />

gruppo dei nuovi giovani<br />

"redattori" che hanno<br />

dato una ventata<br />

(ciclone?) di<br />

rinnovamento...<br />

Copertina del numero "0" de la LUNA nel POZZO (Aprile 1993)<br />

18 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013


DIRETTORE per CASO<br />

Solo per caso sono diventato<br />

direttore di questo magnifico<br />

periodico, che oggi festeggia<br />

il ventesimo compleanno.<br />

Ad affidarmi tale incarico<br />

è stato Davide Bettuzzi,<br />

medico palaganese, a quel<br />

tempo in servizio a Piandelagotti,<br />

paese dove abito. Un<br />

medico giovane e gentile che<br />

sapeva colloquiare coi pazienti<br />

e anche per questo molto<br />

benvoluto da tutta la popolazione.<br />

Ricordo che, terminate<br />

le visite, giocava al computer<br />

con i bambini del meccanico<br />

Dino, che aveva l’officina<br />

di fronte al suo studio.<br />

Anch’io andavo volentieri a<br />

fare due chiacchiere quando<br />

egli aveva terminato il suo lavoro.<br />

Appresi così che il nostro<br />

dottore, col suo amico<br />

Daniele Serradimigni, pensava<br />

di fare un giornale.<br />

Occorreva un direttore perché<br />

in Italia, a differenza di altri<br />

Paesi, per esercitare questo<br />

compito ci vuole una persona<br />

iscritta all’ordine dei giornalisti<br />

ed io, benché in pensione,<br />

avevo continuato a<br />

pagare la quota. Presa la decisione,<br />

iniziammo a fare le<br />

pratiche necessarie e il dott.<br />

GIUSEPPE CERVETTO<br />

Buon compleanno, Luna!<br />

Bettuzzi, diventato l’amico<br />

Davide, preparò il numero<br />

“uno”.<br />

<strong>La</strong> prima redazione era così<br />

formata: Maria Abbati, Davide<br />

Bettuzzi, Elisabetta<br />

Gazzetti, Daniele Serradimigni,<br />

Doriano Torri, tutte persone<br />

che, tranne Davide,<br />

non conoscevo.<br />

Poi, dopo pochi numeri, forse<br />

il quinto, trovai un nome<br />

assai noto: il più volte premiato<br />

poeta dialettale Bruno<br />

Ricchi, il quale leggeva le<br />

sue rime alla “Mostra degli<br />

artisti e artigiani delle valli<br />

Dragone e Dolo”, che si teneva<br />

annualmente all’albergo<br />

Alpino di Piandelagotti;<br />

mostra che contribuivo ad organizzare<br />

e alla quale partecipavo<br />

come “pittore”: Ricchi<br />

era quindi una delle pochissime<br />

persone di Palagano che<br />

conoscevo; un’altra persona<br />

che conoscevo e che ritengo<br />

vicina al giornale, visto che<br />

suo figlio Francesco è uno dei<br />

brillanti redattori de la Luna, è<br />

Giuseppe Dignatici. Con<br />

Dignatici ci siamo, per così<br />

dire, persi di vista, però lo ricordo<br />

come un amico, anche<br />

se sulla caccia avevamo idee<br />

Ti ho vista nascere come "Luna nel pozzo", ho condiviso per anni,<br />

all'interno della tua redazione, entusiasmi, scambi di opinioni, impegno<br />

ed amicizia e mi sembra impossibile che tu stia per compiere,<br />

seppur con un nome diverso, vent'anni!!<br />

Il tempo è volato, ma sono contenta che tu ci sia ancora e penso,<br />

oggi come ieri, che rappresenti una voce importante per la nostra<br />

comunità, come testimonianza di ciò che avviene e come memoria<br />

delle nostre radici storiche e culturali.<br />

Buon compleanno Luna!<br />

Gabriella Barbati<br />

Daniele Serradimigni,<br />

prematuramente scomparso nel<br />

2010. Spirito libero e indipendente:<br />

ha sognato e fatto sognare.<br />

diverse.<br />

Il periodico era nato come<br />

“Luna nel pozzo”, poi, per<br />

questioni, diciamo tecniche<br />

sollevate dalle Poste, quel titolo<br />

venne cambiato in “<strong>La</strong><br />

<strong>luna</strong> <strong>nuova</strong>”.<br />

L'indirizzo del periodico è<br />

sempre stato soprattutto di<br />

stimolo: basti ricordare la lunga<br />

ed efficace campagna sulla<br />

raccolta differenziata della<br />

spazzatura.<br />

In seguito la Luna è diventata<br />

un’associazione che costituisce<br />

un ulteriore valore per il<br />

paese di Palagano. Conosco<br />

poco le attività che essa svolge:<br />

ricordo soltanto che un<br />

gruppo di volontari è andato<br />

in soccorso della popolazione<br />

di S. Stefano Belbo, vittima<br />

di una terribile alluvione.<br />

Siccome penso che a tutte<br />

queste iniziative abbia dato un<br />

contributo decisivo il dott.<br />

Bettuzzi, permettetemi di<br />

esprimere nei suoi confronti<br />

un sentito elogio.<br />

Il mio contributo al periodico<br />

è sempre stato modesto,<br />

perché abito lontano e non co-<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

19


nosco i problemi che interessano<br />

il giornale. Il mio lavoro è quello di<br />

leggere gli articoli: in pratica faccio<br />

li correttore di bozze.<br />

Devo però aggiungere che di interventi<br />

sui testi non c’è mai stato<br />

bisogno perché redattori e collaboratori,<br />

nei loro scritti, hanno<br />

sempre dimostrato responsabilità<br />

e correttezza. Solo un paio di volte,<br />

in tanti anni, sono intervenuto<br />

non per correggere un articolo, ma<br />

semplicemente per esprimere il<br />

mio dissenso dal modo in cui l’argomento<br />

era trattato. Infatti tali<br />

articoli vennero regolarmente pubblicati.<br />

Una piccola controversia ho avuto<br />

con Ugo Beneventi, un signore<br />

che credo non abbia mai fatto<br />

mancare ad ogni numero del giornale,<br />

una sua lettera. Un giorno<br />

Beneventi è capitato a Piandelagotti<br />

e un mio amico me lo ha presentato:<br />

fu subito pace e amicizia.<br />

Da allora non ho più incontrato<br />

Beneventi, persona seria e colta;<br />

approfitto dell’occasione per<br />

salutarlo cordialmente.<br />

Durante questi vent’anni ci sono<br />

stati numerosi cambiamenti nella<br />

squadra de “la Luna”; qualcuno,<br />

purtroppo, se ne è andato per<br />

sempre, come Daniele Serradimigni,<br />

uno dei fondatori. Come in tutte<br />

le storie vere non poteva mancare<br />

una nota triste.<br />

VENT’ANNI!<br />

di Doriano Torri<br />

Quando mi hanno informato dell’anniversario<br />

e chiesto se volevo<br />

scrivere un ricordo ho accettato di<br />

buon grado e, da quel momento,<br />

la mia mente ha cercato molte volte,<br />

raschiando il fondo del barile dei<br />

miei ricordi, di ricostruire come<br />

nacque l’idea e di come si sviluppò<br />

la creazione di quel giornalino<br />

a cui, lo scrivo con orgoglio, trovai<br />

il nome Luna nel pozzo.<br />

Il mio ricordo inizia nella cucina di<br />

Davide, ero andato a trovarlo e<br />

20 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Non solo giornale<br />

L'associazione è impegnata in vari settori: cultura, informazione,<br />

ambiente, solidarietà, spettacolo.<br />

L'attività principale è la pubblicazione del periodico.<br />

Altro campo di interesse è quello teatrale. Sono state messe<br />

in scena due parodie musicali: "<strong>La</strong> vera storia di Biancaneve e<br />

i sette nanoni" e "I Promessi sposi show". Questa esperienza<br />

ha permesso di divertirci e fare divertire, collaborare con altre<br />

persone e sostenere economicamente l'associazione.<br />

E' stata ideata e realizzata una "Mostra storico-fotografica: la<br />

Valle del Dragone nella storia", poi successivamente integrata<br />

ed ampliata con nuovo materiale nella "Mostra storico-fotografica:<br />

le Valli di Confine" realizzata in forma modulare su pannelli<br />

trasportabili.<br />

Ci occupiamo di solidarietà: sia attraverso il periodico (pubblicando<br />

appelli o sostenendo campagne umanitarie), sia organizzando<br />

direttamente iniziative (in occasione dell'alluvione in<br />

Piemonte nel 1994 con l'invio di gruppi di volontari; raccolta di<br />

aiuti per le popolazioni durante la guerra nei Balcani; raccolta<br />

di fondi per particolari situazioni di bisogno anche in collaborazione<br />

con altre organizzazioni e associazioni locali) sia collaborando<br />

con altre associazioni umanitarie.<br />

Abbiamo collaborato con l'associazione "Il Ponte" di Polinago,<br />

volta alla tutela e alla riscoperta del patrimonio ambientale.<br />

Sono stati organizzati cicli di proiezioni cinematografiche estive<br />

nel Parco comunale di Palagano ed invernali nel Cinema-<br />

Teatro comunale.<br />

Infine, l'associazione organizza incontri-convegni su argomenti<br />

di particolare interesse per la cittadinanza.<br />

notai dei fogli appoggiati sul piano<br />

del buffet e forse vi lessi un nome<br />

o qualche frase e gli chiesi di cosa<br />

si trattasse: “Sono bozze, io e<br />

Daniele stiamo pensando di fare<br />

un giornalino locale”. “Beh, in due<br />

siete pochi, ma con me facciamo<br />

3 'D' e sarebbe una buona base di<br />

partenza” fu la mia (reinventata<br />

adesso) frase di autoproposta, in<br />

quanto, a parte il fatto delle 3 "D",<br />

non ricordo esattamente come mi<br />

proposi.<br />

Davide mi accettò, forse perché<br />

in quel tempo a Palagano ero ab-<br />

1994, alluvione a S. Stefano Belbo (AL)<br />

bastanza conosciuto per gli scritti<br />

sulla associazione Scilla e quelli,<br />

più o meno seri, che uscivano<br />

dalla mia mente malata e circolavano<br />

nel paese. <strong>La</strong> nostra redazione<br />

era li, a casa di Davide,<br />

spesso in cucina, a volte di sopra.<br />

Daniele, Davide e Doriano.<br />

Credo che, senza la presenza di<br />

Davide che era il mediatore, il<br />

collante fra me e Daniele, il primo<br />

numero non sarebbe mai nato.<br />

Tu, Davide, avevi la maggiore conoscenza<br />

del PC e fra i programmi<br />

disponibili trovasti quelli con i


disegni, quello per modificarli, per fare l’impaginazione,<br />

ma soprattutto, caro Davide,<br />

avevi la capacità di smussare gli angoli, di<br />

trovare i compromessi perché Daniele accettasse<br />

le mie idee ed io le sue, anche se<br />

mi rubò l’unica pagina che avrei voluto scrivere<br />

io… (non vi dico quale, ma se avete<br />

ancora i primi numeri e magari ricordate<br />

cosa ho scritto inseguito da lettore ci arrivate<br />

da soli…).<br />

Daniele portò Fabrizio e la Betty, da 3 diventammo<br />

5 e, in un certo senso, il<br />

baricentro si spostò ma andammo avanti.<br />

Dopo il primo numero, riuscii a risolvere il<br />

problema dei costi trovando lo sponsor, che<br />

ci offrì stampa ed ottenne, in cambio, un<br />

poco di pubblicità.<br />

<strong>La</strong> mia idea fissa era che "la Luna nel pozzo"<br />

doveva rimanere gratuita, non mi piaceva<br />

l’idea di fare abbonamenti o di chiedere<br />

contributi. Oggi sarebbe facile: fai solo<br />

l’edizione online che ha costo zero ma allora<br />

dalle nostre parti non esisteva internet e<br />

l’unico mezzo disponibile di diffusione era<br />

la stampa.<br />

<strong>La</strong> Luna doveva servire ad informare e, pur<br />

non avendo l’immediatezza di un quotidiano<br />

che riporta subito la notizia di un evento,<br />

avrebbe dovuto essere un mezzo di denuncia,<br />

per smascherare malefatte e far emer-<br />

Copertina del numero "1" de la LUNA <strong>nuova</strong> (Gennaio 1998)<br />

gere le magagne che molte volte rimanevano<br />

e rimangono nascoste. Personalmente ero, e sono rimasto, contrario agli articoli che chiamavo, in<br />

modo dispregiativo, “si è svolto”, cioè il resoconto, sempre positivo, di manifestazioni, feste e quant’altro che<br />

erano avvenute nel nostro territo-<br />

Ricordi<br />

Dalle fotocopiatrici alle tipografie passando attraverso<br />

il rischio default, grazie ai nostri sostenitori<br />

e particolarmente ad alcuni generosissimi<br />

benefattori, siamo giunti all'acquisto di una stampante<br />

in bianco e nero (usata), ed infine a colori<br />

(usata)...<br />

Alcuni collaboratori se ne sono andati ed altri sono<br />

arrivati. Citare e ringraziare tutti i "redattori" è<br />

d'obbligo (passati e presenti, in rigoroso ordine Ignazio Ranucci<br />

alfabetico): Maria Abbati, Gabriella Barbati, Graziano<br />

Bertugli, Davide Bettuzzi, <strong>La</strong>ura Bettuzzi, Fabrizio Carponi, Giorgio<br />

Compagni, Francesco Dignatici, Daniele Fratti, Martina Galvani, Elisabetta<br />

Gazzetti, Paolo Gualandi, Milena Linari, Nadia Marasti, Gabriele<br />

Monti, Giuseppe Nannetti, Emilio Ricchi, Daniele Serradimigni,<br />

Doriano Torri, Elide Ugolini.<br />

Altrettanto d'obbligo è rendere onore a chi continua a sostenerci e<br />

ci ha aiutato nei periodi più difficili: tutti i nostri fedeli "abbonati" e<br />

citazione particolare (sempre in rigoroso ordine alfabetico) a: Antonio<br />

Gazzetti, Paolo Piacentini, Ignazio Ranucci, Bruno Ricchi.<br />

Avremmo voluto continuare a spedire gratuitamente il giornale a<br />

tutti, ma il nobile proposito è crollato di fronte alle insormontabili<br />

difficoltà economiche. Peccato...<br />

rio, magari mesi prima, ma che<br />

avevano sempre avuto, in quegli<br />

articoli, una buona partecipazione<br />

di pubblico…<br />

Ma con il baricentro spostato ero<br />

in minoranza e dopo l’uscita del<br />

numero 4 passai la mano e lasciai<br />

la redazione.<br />

Daniele. Sono convinto che in questo<br />

numero dell’anniversario qualcuno<br />

scriverà un suo ricordo, e<br />

lo farà meglio di me, ma non vorrei<br />

che, leggendo quanto scritto<br />

sopra, qualcuno pensasse che<br />

con Daniele avevo dei contrasti o<br />

che fossimo nemici, niente di più<br />

sbagliato, Daniele Serradimigni<br />

era un ottimo amico che, tra l’altro,<br />

aveva in quantità industriale la<br />

dote che preferisco: l’ironia.<br />

Ciao Daniele, spero che questo<br />

numero sia dedicato a te, lo meriti.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

21


di<br />

Francesco Dignatici<br />

Paolo Gualandi<br />

S.E.G.A.<br />

(Società Emarginati Giovani Anonimi)<br />

22 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Uno dei primi manifesti ufficiali della S.E.G.A. (1980).<br />

Si ironizza sul freddo pungente all'interno di un noto bar di Palagano.<br />

Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della redazione, ha attirato la<br />

nostra attenzione. Tempo di soffiare via la polvere e si è aperto un mondo.<br />

Si tratta di parte del repertorio della Società Emarginati Giovani Anonimi,<br />

la più sovversiva e provocatoria aggregazione palaganese di sempre.<br />

Lo scopo fondamentale era uno: divertirsi, prendendo per i fondelli il bersaglio di turno,<br />

fosse quest’ultimo cosa, persona o istituzione.<br />

Talvolta è difficile, per chi non ha vissuto i fatti in prima persona o non ne è stato al corrente,<br />

cogliere l’inganno, il trucco da cui scaturisce il lato più comico delle azioni della società.<br />

Occorrerebbe addentrarsi nei meandri delle voci di paese, delle rivelazioni da bar, degli aneddoti<br />

piccanti, nel momento stesso in cui sono usciti allo scoperto.<br />

Proviamo comunque a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibile fra la S.E.G.A. e<br />

le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di strappare a qualcuno un paio di<br />

grasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno.


S.E.G.A.<br />

Intervista ad un anonimo fondatore<br />

Ci racconti di come<br />

è cominciata la storia<br />

della vostra<br />

prestigiosa associazione.<br />

Siamo sul finire degli<br />

anni ’70.<br />

Una sera esco insieme<br />

ad un gruppo di<br />

amici, dei quali ovviamente<br />

non posso fare i nomi. Ci dirigiamo<br />

verso il bar ma è tutto chiuso. Quindi siamo<br />

fuori, al freddo. Ci sediamo su un muretto<br />

vicino alle scuole.<br />

Non sappiamo come passare la serata, così<br />

iniziamo a scrivere su dei fogli, a mente libera.<br />

Su questi primi manifesti, ironizziamo<br />

sul fatto che il gestore del bar tiene chiuso il suo esercizio,<br />

proprio quando noi vorremmo farci un salto. Non solo: anche<br />

quando il bar è aperto, all’interno si muore dal freddo.<br />

Ecco come siamo nati: siamo rimasti fuori dal bar. Il gestore<br />

del bar è stata la prima “vittima” della S.E.G.A.<br />

Da cosa deriva il nome S.E.G.A.?<br />

Letto per esteso richiamava ovviamente una certa pratica<br />

diffusa fra i giovani. Si trattava in realtà di un acronimo:<br />

Società Emarginati Giovani Anonimi.<br />

Come si è sviluppato l’organico dell’associazione?<br />

All’inizio eravamo in sette-otto persone ed io ero dunque<br />

fra i fondatori.<br />

A metà anni ’80 ci furono nuovi ingressi, da lì nacque la<br />

Nuova S.E.G.A..<br />

A quel punto, tra i primissimi membri, ero l’unico rimasto.<br />

<strong>La</strong> persona che corrispondeva al nome in codice di Dott.<br />

Ing. Pedrino Cuk (firma che compare su tutti i documenti<br />

ufficiali emessi dall’associazione da un certo periodo in<br />

poi) fu eletto presidente onorario della S.E.G.A.<br />

Ovviamente a sua insaputa. Un’anonima ferramenta di un<br />

anonimo attivissimo membro dell’associazione divenne uno<br />

dei “laboratori” principali in cui i documenti e i manifesti<br />

venivano elaborati.<br />

Si trattava sempre di pura goliardia oppure le azioni<br />

della S.E.G.A. nascondevano velate critiche a persone<br />

e istituzioni?<br />

Credo che all’inizio fu pura goliardia. Eravamo fuori dal bar,<br />

tutto qui. A partire dalla “<strong>nuova</strong> gestione” la S.E.G.A. divenne<br />

più pungente e critica. Il Comune, come istituzione,<br />

non venne risparmiato.<br />

Manifesto pubblicitario della <strong>nuova</strong> S.E.G.A. (1986)<br />

Le vostre azioni avevano dei “bersagli” prediletti?<br />

Ricordo di una persona molto bersagliata, ai primi tempi.<br />

Si incazzava parecchio. Ricordo almeno un altro paio di<br />

persone che non prendevano proprio benissimo i nostri<br />

scherzi.<br />

Ci concentravamo in particolare sui “personaggi”, quelli ben<br />

noti al resto della popolazione palaganese.<br />

Ci sono stati individui esterni all’associazione che<br />

hanno ricevuto riconoscimenti al merito particolari<br />

per le imprese compiute?<br />

Sì, è successo. Ad esempio ricordo di una promozione<br />

honoris causa all’interno dell’organico della S.E.G.A. di due<br />

ragazzi di Palagano che al tempo avranno avuto 10-11 anni,<br />

ora sono sulla quarantina.<br />

<strong>La</strong> loro fu un’azione di disturbo in zona Savoniero: fecero<br />

irruzione nel campo di un contadino e spinsero tutte le<br />

rotoballe di fieno lungo un tratto in pendenza, facendole<br />

rotolare fino in fondo al pendio. Ricordo la reazione di una<br />

delle madri dei ragazzi quando seppe del presunto accaduto:<br />

“Mio figlio? Impossibile”. Ci fu una minaccia di denuncia.<br />

Tutto venne risolto alla svelta.<br />

Quali furono scherzi ed azioni più riusciti?<br />

Ci sono tante azioni ed episodi, è difficile ricordarli tutti;<br />

precisiamo che l’azione più frequente e ordinaria della<br />

S.E.G.A. era costituita dall’affissione di manifesti per il paese.<br />

Non sempre scherzi veri e propri a qualcuno, dunque.<br />

Bisogna dire che varie azioni divenute celebri sono da accreditare<br />

alla <strong>nuova</strong> gestione. A volte furono anche mie idee,<br />

altre volte fui comunque coinvolto. Fra i moltissimi episodi,<br />

mi viene in mente una “caccia al mostro”, nata a seguito<br />

della notizia apparsa su Il Resto del Carlino e riguardante il<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

23


presunto avvistamento di un varano nel<br />

nostro Comune; la S.E.G.A. organizzò<br />

una votazione in un locale di Palagano in<br />

cui le persone potevano votare il “mostro”<br />

che preferivano all’interno di una selezione<br />

di fotografie scelte appositamente.<br />

Le fotografie raffiguravano noti personaggi<br />

palaganesi, perlopiù in pose insolite e ridicole.<br />

Un giornalista del quotidiano che<br />

aveva dato la notizia del varano fu avvisato,<br />

venne a Palagano e documentò il tutto.<br />

Notevole fu anche l’episodio del rapimento<br />

del maiale, con tanto di lettere anonime<br />

e richieste di riscatto; a dire il vero è<br />

probabile che sia stato ideato anche da<br />

elementi esterni alla S.E.G.A., ora non<br />

ricordo esattamente.<br />

Di episodi interessanti ce ne sono stati<br />

davvero molti. Di alcuni di essi, forse, non<br />

sarebbe opportuno parlare pubblicamente.<br />

In ogni caso è stato un bel divertimento.<br />

Diploma di promozione<br />

honoris causa per azioni di<br />

disturbo, conferito a due giovani<br />

palaganesi (1982)<br />

24 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Estratto da un comunicato ufficiale del 1987. <strong>La</strong> S.E.G.A. esprime la propria<br />

indignazione per non essere stata inserita tra le associazioni locali di rilievo nell'opuscolo<br />

inviato a tutti i cittadini in occasione del trentennale della nascita del<br />

Comune. Per protesta, nel seguito del comunicato, viene illustrato un programma<br />

alquanto bizzarro previsto per il quarantennale del Comune, dieci anni dopo.


TOP<br />

S.E.G.A.<br />

1982<br />

Vaccinazione cinofila antirabbica<br />

Piccola selezione di<br />

BAMBANATE<br />

particolarmente riuscite<br />

Il primo storico capolavoro della S.E.G.A.<br />

Una lettera firmata “Unione Servizi Sanitari”<br />

si infila nelle buche delle lettere di molti cinofili<br />

palaganesi. <strong>La</strong> minaccia della tremenda “Rabbia<br />

Canina”, il cui fenomeno si sta “dilatando<br />

a macchia d’olio”, porta ad un’unica soluzione:<br />

portare il proprio fedele compagno a quattro<br />

zampe alla vaccinazione obbligatoria predisposta<br />

dalla Ripartizione Cinofila Provinciale.<br />

Il luogo previsto è il retro del municipio di<br />

Palagano.<br />

Un’accortezza richiesta obbligatoriamente:<br />

vietato dimenticare guinzaglio e museruola.<br />

Ordine di Madussa Dott. Vet. Vito, dirigente<br />

del settore cinofilo.<br />

Ovviamente è tutta una balla. Risultato? Decine<br />

di uomini e donne accompagnano i loro<br />

scodinzolanti amici sul retro del municipio,<br />

ben determinati ad attenersi scrupolosamente<br />

alle disposizioni dell’illustre Dott. Madussa.<br />

Con la salute di Boby non si scherza. Passano<br />

i minuti, le ore, ma di un veterinario neanche<br />

l’ombra. Non resta che realizzare la<br />

Lettera firmata Unione Servizi Sanitari per la<br />

beffa subita, guardarsi attorno con noncha- predisposizione della vaccinazione cinofila antirabbica (1982)<br />

lance e sgattaiolare via con il povero animale<br />

appresso, mentre attorno c’è già chi se la sghignazza. Aneddoto numero 1: durante il giorno previsto<br />

per la finta vaccinazione, guarda a caso il primo di aprile, la<br />

ferramenta di Palagano esaurisce le scorte di guinzagli e museruole.<br />

Aneddoto numero 2: un allora consigliere comunale<br />

viene visto allontanarsi in macchina dalla zona retrostante il<br />

municipio, con insolita fretta. Qualcuno capisce tutto, gli sbarra<br />

la strada e la macchina inchioda. Dal baule, un paio di passeggeri<br />

protestano per la brusca frenata. E cominciano ad abbaiare<br />

fragorosamente. Inutile dire che il povero consigliere sarebbe<br />

stato sfottuto per qualche mese.<br />

1983<br />

Crucisega<br />

Pregevole giochetto letterario, frutto delle menti più fini dell’associazione.<br />

Un beffardo guanto di sfida, lanciato con spavalda<br />

disinvoltura e gentilmente offerto al pubblico, per il diletto<br />

della popolazione palaganese amante dell’enigmistica. <strong>La</strong><br />

caratteristica principale? Le soluzioni sono un diabolico labirin-<br />

Crucisega (1983)<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

25


to di doppi sensi, sfottò, allusioni più o meno velate a fatti accaduti a personaggi del paese. Siamo<br />

venuti a conoscenza delle definizioni del cruciverba e delle rispettive spiegazioni. Per rispetto della<br />

privacy di varie persone non possiamo rivelarvi o mostrarvi niente di più. Dobbiamo però ammettere che<br />

l’autore ha avuto una gran classe.<br />

1988<br />

Sequestro del maiale<br />

Un bel giovane suino, vinto alla sagra paesana<br />

e presto sistemato in un'accogliente dimora in<br />

campagna, appena fuori dal paese. Tempo qualche<br />

giorno e la bestiola viene fatta sparire per<br />

mano di misteriosi rapitori. L’ansia dei famigliari<br />

privati del nuovo affetto cresce, fino al primo,<br />

spaventoso messaggio da parte dei sequestratori.<br />

Un collage di lettere ritagliate dai quotidiani,<br />

come in ogni messaggio criminale anonimo<br />

che si rispetti. Un inquietante richiamo grafico<br />

alle Brigate Rosse (successivamente<br />

ricollegato alle iniziali di uno dei rapitori), troneggia<br />

sull’intestazione del documento. <strong>La</strong> prima<br />

richiesta di riscatto non scherza affatto:<br />

100.000.000 di lire ed un pacchetto di noccioline.<br />

Questo è quanto richiesto alla famiglia per evitare,<br />

come minacciano i rapitori, l’eliminazione<br />

mediante zappate della creatura. <strong>La</strong> prova inconfutabile<br />

dell’orrenda fine del maiale rapito<br />

sarebbe stata la spedizione di cinque centimetri<br />

di salsiccia. Questo se la famiglia non avesse<br />

provveduto al pagamento entro diciasette<br />

ore dalla ricezione del primo messaggio. Seguono<br />

giorni di tensione, la famiglia non cede Rapimento del maiale: comunicato n. 1 dei rapitori (1988)<br />

ed i banditi calano drasticamente la posta in<br />

gioco, attraverso il secondo comunicato: 10.000 lire da depositare nel cestino della spazzatura davanti<br />

all’Oratorio del Carmine, entro le ore 18.00 dell'11 novembre 1988. <strong>La</strong> scadenza non viene rispettata ed<br />

i rapitori cominciano a lamentare gli oneri finanziari per il mantenimento dell’animale. Dapprima, inviano<br />

una fattura per il rimborso dei costi sostenuti per alimenti, pulizia, disinfezione locali ed infermeria; in un<br />

secondo momento, la banda di anonimi sequestratori gioca l’ultima carta, attraverso il compromesso<br />

finale: una cena a base di tigelle e succulenti cibarie assortite, che doveva essere offerta dalla famiglia<br />

dell’ostaggio ad otto compiacenti e affamati banditi, dopo quasi due settimane dal giorno del rapimento.<br />

Aneddoto numero 1: nel terzo ed ultimo comunicato, i fuorilegge propongono la fornitura a proprio carico<br />

di costolette di maiale come degno<br />

ornamento dell’abbuffata prevista.<br />

“Non saranno del vostro”, assicurano.<br />

Aneddoto numero 2: uno dei rapitori<br />

ricorda come, all’inizio della<br />

cena, tutti i componenti della gang<br />

si assicurarono che fosse sempre uno<br />

dei padroni di casa ad abboccare le<br />

prime portate di cibo. “Temevamo in<br />

una vendetta a base di Guttalax, o<br />

cose del genere”. Le pensavano proprio<br />

tutte.<br />

26 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

S.E.G.A.<br />

Rapimento del maiale:<br />

comunicato n. 3 dei rapitori (1988)


S.E.G.A.<br />

1996<br />

Pensioni arretrate<br />

Un’altra piccola gemma della categoria “Pesci<br />

d’aprile”, che ha avuto risonanza a livello<br />

provinciale. <strong>La</strong> missiva, inviata a molti pensionati<br />

del Comune, aveva il seguente oggetto:<br />

“Pensione numero 604203597 – liquidazione<br />

competenze arretrate”.<br />

Il documento seguiva con un impenetrabile<br />

quanto credibile rimando a leggi, modifiche e<br />

decreti ministeriali che avrebbero legittimato<br />

la riscossione di quasi mezzo milione di vecchie<br />

lire (463.450, per la precisione) da parte<br />

di ognuno dei destinatari della lettera. L’appuntamento<br />

è fissato per le 8:30 dell’1 aprile<br />

1996, all’ufficio postale di Palagano.<br />

Per i pochi che già sapevano oppure che avevano<br />

fiutato la beffa, non restava che sedersi<br />

sotto la veranda del bar antistante le<br />

Poste, ordinare un cappuccino e godersi lo<br />

spettacolo. “Un gran caos”. Sono parole riportate<br />

dalla Gazzetta di Modena uscita il<br />

giorno seguente il misfatto. E c’è da crederci.<br />

<strong>La</strong> folla di pensionati iniziò pure a spazientirsi,<br />

mentre l’impiegato cercava di difendersi<br />

da dietro il banco: “Non ne so niente!”. Tra le<br />

seccate reazioni dei malcapitati,<br />

si è avuto testimonianza della<br />

seguente: ”Io lavoro in nero, qui<br />

sto perdendo tempo e denaro”.<br />

Poi, lentamente, l’inganno si svelò,<br />

fino a rendersi tragicamente<br />

evidente ai primi che diedero<br />

un’occhiata al calendario. Ma ormai<br />

era tardi, ci erano cascati<br />

in pieno. <strong>La</strong> notizia giunse alla<br />

stampa provinciale e ci fu pure<br />

un’intervista al sindaco di allora,<br />

il quale commentò l’accaduto<br />

con divertita bonarietà.<br />

Da notare un particolare: la lettera<br />

fu inviata solo ai pensionati<br />

più giovani e che non avevano<br />

problemi a spostarsi con propri<br />

mezzi di locomozione, mentre furono<br />

risparmiate persone con<br />

maggiori difficoltà. Divertimento<br />

certo, ma nei limiti del rispetto.<br />

Pagina de “<strong>La</strong> Gazzetta di<br />

Modena” del 2 aprile 1996.<br />

Sopra: la lettera inviata ai<br />

pensionati<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

27


non solo S.E.G.A...<br />

PALAGANO&GOLIARDIA<br />

1992<br />

Cioccona<br />

28 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Un altro paio di azioni storiche della "macchina goliardica" palaganese<br />

Lettera firmata dall’Istituto Nazionale di Ittiologia per la predisposizione<br />

dell’esame fisiostercografico al bestiame bovino (1966)<br />

1966<br />

Esame<br />

fisiostercografico<br />

bovino<br />

Così come dimostra il caso<br />

della vaccinazione cinofila<br />

antirabbica, la preoccupazione<br />

dei palaganesi verso<br />

la salute dei propri animali<br />

si è storicamente rivelata<br />

come una potente leva<br />

psicologica, sulla quale i<br />

furbacchioni di turno potevano<br />

agire per realizzare<br />

i propri goliardici intenti.<br />

Questa volta è Luccio<br />

Salmone, presidente dell’Istituto<br />

Nazionale di<br />

Ittiologia a dare all’allarme:<br />

si tratta di un’epidemia<br />

di “ciprinite acuta”, ve<br />

ne sarebbero stati già molti<br />

casi in provincia ed anche<br />

questa volta non si scherza,<br />

considerando poi che<br />

è il bestiame bovino, risorsa<br />

primaria di molti<br />

allevatori, ad essere particolarmente<br />

colpito. Ecco<br />

le istruzioni del comunicato, in breve: chi aveva ricevuto la lettera doveva presentarsi alla farmacia<br />

comunale di Palagano alle ore 9 dell’1 aprile 1966 con un campione di sterco bovino, possibilmente<br />

di giornata e comunque non più vecchio di tre giorni. I campioni sarebbero stati sottoposti<br />

all’”esame fisiostercografico”. Vi invito ad immaginare la scena che si è materializzata davanti agli<br />

occhi del farmacista durante il singolare ritrovo, direi che non occorrono altre parole. Pare che il<br />

centro organizzativo di questa opera fosse da ricercare fra i banchi degli impiegati comunali. Pare<br />

anche che uno di essi si sia visto dirottare un campione di sterco fumante sulla propria scrivania.<br />

<strong>La</strong> “Cioccona” (o “Chioccona”) era una tradizione diffusa da decenni<br />

nelle nostre zone. Veniva organizzata a seguito di matrimoni, perlopiù<br />

nei casi in cui gli sposi non mettevano in programma i balli per gli<br />

invitati durante i festeggiamenti. Veniva così messo in piazza un vero<br />

esercito di “chiocchisti” armati di mazze, bidoni, lamiere, tamburi,<br />

strumenti vari, sirene, autoradio, clacson ma soprattutto di un unico


Articolo de <strong>La</strong> Gazzetta di Modena sulla fine della Cioccona a Palagano (1992)<br />

obiettivo: fare un casino infernale davanti alla casa degli sposini, sera dopo sera, fino a quando non si<br />

fosse trovato un compromesso. Tale accordo consisteva perlopiù in cene offerte alle reboanti milizie.<br />

Questa a cui facciamo riferimento, per i palaganesi è "<strong>La</strong>" Cioccona, quella che nessuno dimenticherà.<br />

Forse fu per un certo astio che si era<br />

creato fra la famiglia della sposa ed il Comitato<br />

della Cioccona. Fatto sta che le<br />

sere si susseguirono lunghe e fragorose<br />

per molto tempo. Bambini, adulti ed anziani<br />

da diversi comuni della montagna<br />

parteciparono divertiti al singolare raduno<br />

nella piazza del municipio. Evidentemente<br />

un vero accordo tra le parti non fu<br />

mai raggiunto, tanto è vero che fu il paese,<br />

dopo molte sere di Cioccone, ad organizzare<br />

la grande festa di chiusura, con<br />

ricavato devoluto ai volontari per il servizio<br />

di ambulanze. Il sindaco di allora, benché<br />

non potesse esporre apertamente la<br />

propria posizione, sembrò parteggiare, nel<br />

suo intimo, per il Comitato. Ma non vi era<br />

nessun tipo di atteggiamento competitivo,<br />

probabilmente aveva capito che quella poteva<br />

essere semplicemente una bella occasione<br />

per ravvivare il paese e per fare<br />

festa, nessuno escluso.<br />

1983<br />

Programma di una<br />

"Cioccona"<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

29


El Toro LOCO<br />

<br />

<br />

30 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Il 2013 sarà l’anno ideale per l’Ariete: freddo, impervio e da prendere a testate. Le fortune maggiori arriveranno sul<br />

fronte familiare: se vostra suocera entra in congiunzione con un treno merci, le vostre stelle potrebbero sorridere a<br />

lungo… sotto i baffi.<br />

Al lavoro tutto bene, a scuola tutto bene, in amore un vero disastro: accontentatevi, avrete un buon 2 su 3. Trattenetevi<br />

dal comprare beni immobili: la <strong>luna</strong> lo sconsiglia, l’Unicorno dice che potrebbe portare scalogna, Andromeda potrebbe<br />

aversene a male e, soprattutto, non avete abbastanza grana.<br />

Consiglio dell'astrologo: evitate le fatiche, finché le faranno gli altri.<br />

Celebrità di riferimento: il cugino del nipote della suocera di zio Pietro... dai, quello là.<br />

<br />

<br />

<br />

Il 2013 sarà l’anno del toro: anno di vacche magre e, quindi, di bocca buona. Poderosi in amore, cercate una tale<br />

Giorgia: dolce connubio tra il punto ‘G’ e l’ ‘orgia’. Sarete innamorati al 70%, non innamorati al 75% e in forse al 44%.<br />

<strong>La</strong> vostra disposizione astrale pare recitare, pari pari, le parole del grande poeta: “Farete l’amore in tutti i mari, in tutti<br />

i fiumi, in tutti i laghi, in tutti i sughi, in mezzo ai fumi, pure anche in cima agli aghi. Farete l’amore con gli africani, con<br />

gli afghani sugli aeroplani, con gli artigiani e i pellicani, ma, se vi va male, anche con Bersani. Farete l’amore con la<br />

frusta, con <strong>La</strong>russa e con Berlusca; farete l’amore coi bagnini, da Salerno agli Appennini, e giacerete sotto i ponti, per<br />

colpa dell’Italia e dei suoi conti, non vi rimarrà che dormire sotto i pini, ma almeno con voi ci saranno pure Fini e Casini”.<br />

<strong>La</strong> costellazione del Tricorno parla di un anno di transizione, di passaggio, ma non dice né da dove, né verso che cosa...non allarmatevene,<br />

dunque, tanto ho il sospetto che quella costellazione non esista nemmeno.<br />

Consiglio dell'astrologo:se tutti ti vogliono per forza vedere sudare, non lavorare: ti basta stare al sole.<br />

Celebrità di riferimento: Romolo, Remo, Tullio Ostilio, Anco Marcio, Numa Pompilio, Porta Pranzio, Tircinio Prepuzio, Ennio Forza <strong>La</strong>zio.<br />

<br />

Il 2013 sarà un anno d’oro…se avete ancora dell’oro, se no sarà di qualcos’altro. Il rapporto di coppia andrà molto<br />

bene, ma, per voi gemelli, non è una novità. A scuola otterrete grandi risultati, soprattutto se eviterete di andarci.<br />

<strong>La</strong> punta di Saturno indica Nettuno, la coda è indirizzata verso la <strong>luna</strong>, ma quando Andromeda ruota in modo<br />

asimmetrico, sarà il momento per mettere la sanna del fo, tra la destra e la tinna, per evitare un mucchio di gini da<br />

renno...se ci avete capito qualcosa avvisatemi, perché o sono ubriaco, o Venere si diverte ancora a prendermi per il c...<br />

Consiglio dell'astrologo per menare il can per l'aia, assicuratevi prima di avere un cane e un'aia.<br />

Celebrità di riferimento: Nadia Bettuzzi.


Il 2013 sarà l'anno del cancro o, per meglio, dire: sarà l'anno dei cancheri. Gli astri rimarranno piuttosto enigmatici: il<br />

15 maggio, quando la cuspide di Venere passerà nella seconda quadratura di Mercurio, sarà tempo di investire tutto<br />

in borsa; per tutti gli altri giorni dell'anno, la borsa andrà stabilmente tastata, nella speranza di un po' di fortuna.<br />

L'amore andrà a gonfie vele, nel senso che procederà speditamente lontano da voi, verso mete più esotiche e<br />

appetibili. A scuola non andrà particolarmente bene: per riflettere meglio non vi resta che tentare di cospargervi di<br />

brillantini e paillettes.<br />

Consiglio dell'astrologo: evitate la peperonata prima di fare sport: L'Orsa Minore potrebbe risentirne... e pure la<br />

digestione.<br />

Celebrità di riferimento: Cesarina Bettuzzi.<br />

.<br />

<br />

<br />

Il 2013 sarà l'anno del leone: anno da affrontare con artigli, zanne affilate e, soprattutto, con una bella e folta criniera.<br />

Le stelle ci parlano con grande sicurezza: vi arriveranno parecchie lettere importanti e, se Giove non mente, la maggior<br />

parte saranno bollette da pagare. Amore in ribasso, lavoro in ribasso, ma, fortunatamente, spread in netto rialzo.<br />

A breve ci saranno grandi novità per la vostra carriera, infatti, secondo quanto recita la costellazione del Tritone: “Dopo<br />

che al governo avranno tentato con: i 10 saggi, i 7 nani, i 3 moschettieri, i 4 dell’Ave Maria, i 3 porcellini e i fantastici<br />

4, speriamo ci vadano i leoni… almeno a fare piazza pulita”.<br />

Consiglio dell'astrologo: ricordate che se alla sera siete grandi leoni, alla mattina sarete grandi...<br />

Celebrità di riferimento: Simba.<br />

. <br />

<br />

<br />

di El Toro LOCO<br />

<br />

<br />

Il 2013 sarà l'anno delle Vergini... scherzavo!<br />

Fate grande attenzione a druidi incappucciati che vi offrono ruoli centrali in misteriosi spettacoli e rituali notturni.<br />

In società, godrete di scarsa credibilità, ma, se Saturno non fa il birbone, entro fine anno, riuscirete finalmente ad<br />

abbandonare il vostro segno zodiacale. In amore calma piatta, il mare sarà calmo e piatto, sul tavolo ci starà solo un<br />

piatto: mangiate con calma.<br />

Consiglio dell'astrologo: il vostro numero fortunato sarà il 3578... il più è trovare la ruota dove poterlo giocare.<br />

Celebrità di riferimento: non disponibile.<br />

<br />

Il 2013 sarà l'anno delle bilance: pesante, ossessivo e sempre sballato.<br />

Plutone suggerisce che il vostro colore preferito sarà il violetto pallido, con tendenze al giallo ambrato, ma Plutone,<br />

come si sa, racconta un gran numero di fregnacce. Marte dice di bere poco, Giove dice di mangiare leggero, Saturno<br />

dice di evitare i grassi e la Parodi dice 'cotto e mangiato'.<br />

Consiglio dell'astrologo: se non fate, non dite; se non dite, dita.<br />

Celebrità di riferimento:Qui, Quo, Qua…Questo, Codesto, Quello.<br />

<br />

Il 2013 sarà l'anno degli scorpioni, anche se a me fanno un po' ribrezzo. Urano consiglia di evitare i brutti incontri,<br />

soprattutto perché saranno brutti; vi invita a non attraversare mai i binari, vi suggerisce di non scendere le scale di faccia<br />

e, soprattutto, vi vuole fare desistere dal tentativo di raggiungere il Messico a nuoto. Urano con voi sarà, dunque,<br />

molto premuroso, perché già siete scorpioni, non c'è bisogno che siate pure pirla.<br />

Consiglio dell'astrologo: a dormire sotto i sassi, prima o poi si finisce schiacciati.<br />

Celebrità di riferimento: l’orco Giuda.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

31


Il 2013 sarà l'anno dei sagittari: misterioso, complesso e, soprattutto, nessuno lo saprà scrivere correttamente. Le<br />

stelle vi deridono per il vostro essere metà uomini e metà bestie?? Non ve la prendete, ricordando che, dalla cintura<br />

in giù, è la natura equina ad avervi sorriso. Non fatevi troppo vedere in paese, soprattutto da ottobre a febbraio: fa<br />

freddo e gira pure l'influenza. Da marzo a settembre andate pure dove vi pare: non dovete chiedere a me, non son<br />

mica vostra madre.<br />

Consiglio dell'astrologo: se un 'ttario' vi separa dall'essere saggi, consolatevi: pensate a quanto la 'sfiga' può<br />

maledire una 's'.<br />

Celebrità di riferimento: Bernardino Morsetti (campione olimpico di tiro alla beccaccia).<br />

32 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

<br />

<br />

<br />

Sarà un anno difficile, a causa di Marte, che dice in giro che, in fondo, siete dei muli con le corna. Astuti, carismatici,<br />

divertenti, romantici e con la stoffa del leader, i capricorni continueranno a credersi così... e saranno gli unici a farlo.<br />

Avrete grandi, grandi, grandi soddisfazioni, ma solo tra qualche decade; fino ad allora, resistete.<br />

Consiglio dell'astrologo: per perdere il consorte, vi basterà essere sbadati... o solo fortunati.<br />

Celebrità di riferimento: San Silvio, San Vittore, San Siro, San Valentino, San Remo, San Souci, San-Toro,<br />

Sant’Ander, Sant’Anchè, San Bitter, Santo Spirito, Sotto Spirito… Ora pro nobis.<br />

<br />

Il 2013 sarà l'anno dell'acquario: umido, ricco d'acqua e piuttosto viscido. Il cielo, per voi, dice che ci saranno<br />

perturbazioni isolate, che potrebbero trasformarsi in neve al disopra dei 1200 m. Inverno rigido e prolungato, estate<br />

bollente, primavera ed autunno non pervenuti. Per il lavoro tutto bene, almeno finché non ne troverete uno. In<br />

amore, siete soliti chiamare la vostra dolce metà con nomignoli, come ‘topino morbidoso’, ‘ciccino bello’, ‘orsettino<br />

coccoloso’, ‘leprottino mieloso’… Continuate pure, ma non venitemi, poi, a dire che il cervello umano è di gran lunga<br />

superiore a quello di uno scimpanzé.<br />

Consiglio del saggio: a fare del buon brodo basta una gallina, a fare una gallina basta un uovo, a fare un uovo<br />

basta una gallina. Se abbiamo il brodo è, quindi, un miracolo: non ci sono altre spiegazioni.<br />

Celebrità di riferimento: Mammolo, Pisolo, Eolo, Gongolo, Cucciolo, Bandolo, Bombolo, Briciolo, Brufolo, Calcolo, Coccolo, Embolo, Idolo,<br />

Nuvolo, Trampolo, Scapolo.<br />

<br />

di El Toro LOCO<br />

<br />

I pesci avranno un ottimo 2013, se riusciranno a non farsi vedere in giro nei venerdì di quaresima. Al lavoro<br />

boccheggerete un po', ma a salute andrà alla grande. In amore prestate grande attenzione: voi siete un segno di<br />

acqua e, se la vostra fidanzata si rivela essere un segno di terra, lasciatela immediatamente... Vi eviterete anni di<br />

fango, melma e sabbie mobili. Il sole raccomanda di stare attenti alle costellazioni che attraversate: ‘in Bilancia cresce<br />

la pancia, in Fornace vi sentite in pace, in Fenice farà male l'appendice, in Unicorno vedrete un film... divertente, in<br />

Ariete abbaglierete, in Volpetta profumerete di violetta… Tenetevi logicamente alla larga da Orione...’<br />

Consiglio dell'astrologo: non rimanete troppo nello stesso posto; si sa come va a finire con il pesce...<br />

Celebrità di riferimento: Nicchia (proprietario di innumerevoli cose: dalla musica, al cinema... tutta la roba di Nicchia, insomma).


www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

FOTOGRAFA LA<br />

VALLE<br />

DEL<br />

DRAGONE<br />

VOLETE AIUTARCI A COSTRUIRE UNA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA<br />

VALLE DEL DRAGONE SUL NOSTRO SITO WEB?<br />

INVIATECI LE VOSTRE FOTO, CORREDATE DI UNA BREVE DIDASCALIA,<br />

VERRANNO PUBBLICATE NELLA SEZIONE "GALLERIA FOTOGRAFICA".<br />

NON DIMENTICATE DI INDICARE IL VOSTRO NOME:<br />

LO PUBBLICHEREMO ASSIEME ALLA FOTO, SARÀ IL NOSTRO<br />

RINGRAZIAMENTO.<br />

Info e invio delle immagini:<br />

redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

AGENDA EVENTI<br />

da Palagano e dintorni<br />

Sul nostro sito è disponibile un'agenda libera<br />

e pubblica: chiunque può consultare<br />

ed inserire avvenimenti. Abbiamo<br />

pensato fosse una cosa utile fornire alla collettività questo servizio perché in tal<br />

modo vengono maggiormente pubblicizzati i diversi eventi organizzati nel nostro<br />

territorio ed evitate, se possibile, sovrapposizioni con altri (gli organizzatori<br />

possono consultare l'agenda e verificare se le date sono libere o già occupate).<br />

Invitiamo associazioni e organizzatori di eventi ad utilizzarla ampiamente.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

33


Val Dragone<br />

Di Aldo Magnoni<br />

Tutti, chi per un motivo chi per un altro,<br />

siamo o potremmo diventare i<br />

‘Balugani’ di qualcuno.<br />

Per noi montanari del medio Appennino<br />

sono Balugani, per ragioni<br />

altimetriche, i figli di San Geminiano<br />

che vediamo laggiù, in basso, all’ombra<br />

della Ghirlandina. Per i Pievaroli<br />

sono gli abitanti di Barigazzo, nonostante<br />

quest’ultima località si trovi a<br />

1224 metri sul livello del mare. In altre<br />

parole un caos geografico!<br />

“Ma insomma, dove comincia la<br />

Balugania?” Se lo chiedeva trent’anni<br />

or sono anche il compianto prof. Battista<br />

Minghelli, spiegando il significato<br />

della parola “Balugàn” nel suo secondo<br />

volume de “Le parole dell’alto<br />

Frignano”. Quel termine infatti, da lui<br />

anche definito “come epiteto spregiativo”<br />

che in bocca ai montanari significava<br />

“inetto, cretino, ecc...”, si trova<br />

nella nostra parlata non sempre lusinghiera,<br />

rivolto a coloro che abitano più<br />

“alla bassa”. Mi ero illuso che noi abitanti<br />

della Val Dragone e della Val Dolo<br />

fossimo esenti da tale soprannome e<br />

che appartenessimo unicamente ai<br />

34 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Dalla VAL D’ASTA alle VAGLIE<br />

Bronchi, ossia a quel remoto epiteto<br />

che ci distingueva dai Maròo o Maròl<br />

della Valle del Pelago.<br />

Avremmo potuto identificarci, in buona<br />

sostanza, con i nostri avi della<br />

Podesteria di Montefiorino ben descritti<br />

nel 1613 dal futuro Governatore del<br />

Frignano Fulvio Ferrari: “…il Popolo che<br />

l’habita è differente molto dall’habitatione<br />

e da tutti i lochi montuosi poiché<br />

è d’una sagacità non creduta, di costumi<br />

non ordinari al loco, parlare alquanto<br />

civile, d’habito un poco rozeto,<br />

in generale ricchi, poveri in particolare,<br />

et di sangue compressamente bello,<br />

le cui qualità si può dir procedano<br />

dal lor praticar in piano”.<br />

Avevo persino avuto l’ardire di pensare<br />

che per essere immuni da appellativi<br />

poco adulatori bastasse, con pieno<br />

diritto, identificarsi con i montanari<br />

modenesi descritti da Giovanni Pascoli<br />

nel suo commento ai “Canti di<br />

Castelvecchio”: "Si chiamano lombardi<br />

i modenesi dei monti a confine coi<br />

toschi. Sono uomini alti, quadrati,<br />

biondi, occhi cerulei: veri longobardi".<br />

L’illusione era poi stata ulteriormente<br />

rafforzata dallo stesso Minghelli quando<br />

nei suoi citati scritti si chiedeva, e<br />

<br />

<br />

Documento del 1722 sui beni di Val D'asta a Casola<br />

A CASTAGNE NEL "BALUGANO"<br />

“Ma insomma, dove comincia la Balugania?”<br />

nello stesso tempo si rispondeva: “Allora<br />

sono Balugani anche i Bronchi di<br />

Val Dragone? Ah no! Quelli, così appoggiati<br />

al macigno dell’Alpe, sono il<br />

nostro fianco sinistro e più ferrigno”.<br />

E invece no!<br />

Pur con un glorioso passato, anche<br />

noi siamo i Balugani di qualcuno; per<br />

averne conferma bastava soltanto<br />

spaziare le letture presso i nostri cugini<br />

reggiani. Siamo Balugani ahimè,<br />

per gli abitanti della Val d’Asta nell’Appennino<br />

reggiano a circa 25 Km da<br />

Montefiorino, i quali per secoli hanno<br />

“abitato” i castagneti delle Vaglie di<br />

Casola ed i castagneti di Rubbiano,<br />

durante il periodo di raccolta ed<br />

essiccazione delle castagne. In particolare<br />

nelle Vaglie, gli Astesi erano<br />

proprietari fin dalla notte dei tempi, ed<br />

in parte lo sono tuttora, di estese superfici<br />

a castagneto: basti pensare<br />

che, come già scrissi sul libro di<br />

Casola nel 2004, dall’Estimo di Casola<br />

del 1722 risultavano proprietari di ben<br />

diciassette ettari e mezzo di<br />

castagneto (oltre 61 biolche).<br />

Ho casualmente trovata l’importante<br />

testimonianza della nostra “Baluganesità<br />

– Sic!” leggendo la rivista


“tuttoMontagna” di Reggio Emilia del<br />

1996, che riportava lo straordinario racconto<br />

di Andrea Riotti, trascritto in appendice.<br />

Di più: sul libro “Cosa bolle in pentola<br />

– il piacere di stare a tavola – Progetto<br />

pilota indirizzato alle classi terza, quarta<br />

e quinta elementare e alle scuole<br />

medie”, edito dalla Provincia di Reggio<br />

Emilia nel 2004, oltre alla testimonianza<br />

citata del Riotti vi è anche quella,<br />

più sintetica, di Luigina Cassi che riportava:<br />

“<strong>La</strong> gente della Val d’Asta,<br />

come mio suocero, possedeva castagneti<br />

nel ‘Balugano’ (a Montefiorino) e<br />

in ottobre una parte della famiglia si<br />

trasferiva là a piedi o col<br />

cavallo per raccogliere<br />

e seccare le castagne.<br />

Ognuno aveva il suo<br />

metato che serviva anche<br />

come abitazione”.<br />

Il “Balugano”, oppure<br />

“Le Vaglie” come più<br />

precisamente identifichiamo<br />

noi del posto<br />

quell’estesa area di<br />

castagneti tra Montefiorino<br />

e <strong>La</strong> Verna, è<br />

parimenti ricca di altri<br />

Sino agli inizi degli anni ‘40 era consuetudine in Val<br />

d’Asta, ai primi di ottobre, “andare nel Balugano”<br />

(comune di Montefiorino), come si diceva da noi,<br />

per la raccolta e la successiva essicazione delle<br />

castagne.<br />

Il motivo per cui molte famiglie astesi possedevano<br />

a Rubbiano e a Vaglie di Montefiorino, non è dato<br />

saperlo con certezza. <strong>La</strong> tradizione parla di un lungo<br />

periodo di carestia che ridusse in miseria braccianti<br />

e contadini: quindi anche i proprietari di quei<br />

terreni. Forse perché insolventi verso il fisco, vennero<br />

privati dei castagneti che così, naturalmente,<br />

andavano all’incanto. Ma i soli che poterono aderire<br />

all’offerta, data la crisi generale, furono i pastori<br />

ed i caprari della Val d’Asta, perché quelle preziose<br />

bestiole resistono alle prolungate calamità naturali<br />

per il loro modo di procacciarsi il cibo percorrendo<br />

grandi distanze o migrando; cosa che i bovini domestici<br />

non possono permettersi, specie nella stagione<br />

fredda. Un’altra fonte parla di terreni demaniali<br />

messi in vendita e acquistati dagli stessi allevatori<br />

per il motivo già esposto. (1)<br />

<strong>La</strong> trasferta autunnale in quel di Montefiorino era<br />

la seconda in ordine di tempo, dopo la Maremma,<br />

poiché impegnava i cosiddetti chidur (raccoglitori)<br />

per oltre un mese.<br />

Si tornava a casa i primi di novembre per la festività<br />

dei Santi. Il 29 settembre, fiera di san Michele a<br />

Montefiorino, i proprietari di castagneti partivano<br />

"<strong>La</strong> Pilla" e "e Graffie": recipiente in legno per<br />

contenere le castagne e strumento per pulirle<br />

eventi ed aneddoti che hanno riguardato agricoltori locali ed Astesi. Ma quella è<br />

un’altra storia.<br />

Articolo di Andrea Riotti, pubblicato su tuttoMontagna, anno 1996<br />

in massa per rendersi conto del da farsi. Subito<br />

iniziava la rimondatura (pulizia) sotto le piante per<br />

facilitare la raccolta delle castagne.<br />

Un rimaio del tempo, Marco Paini, così evidenziava<br />

il suo arrivo alla fiera a tarda sera e spossato dal<br />

viaggio: “Quando arrivai a Montefiorino fiera era<br />

finita, stanca era la mia vita del troppo camminar,<br />

rivai al fiume Dragone afflitto e sconsolato e quando<br />

arrivai al metato il giorno spento fu.”<br />

Quindi iniziava il lungo periodo della raccolta.<br />

Alla sera le castagne venivano messe nel caniccio<br />

del metato per essere essiccate a fuoco lento. Per<br />

questo motivo i raccoglitori dormivano su delle tavole,<br />

al fine di evitare che una favilla potesse incendiare<br />

i loro vestiti. Si racconta che nel pieno<br />

della raccolta i castagneti fumavano come accampamenti<br />

di pellerossa, e soprattutto riecheggiavano<br />

dei canti del Maggio, tanto graditi ai Balugini. E lo<br />

stupore è scandito in queste parole: “A venir da<br />

Montefiorino al metato poi dei Riotti io rimasi stupefatto<br />

per l’armonia di quei canti”.<br />

Alla fine degli anni ‘30 io ero ancora in età scolare<br />

e ricordo di aver provato tanta invidia quando vedevo<br />

i più grandicelli partire per quella avventura<br />

che io ho soltanto fantasticato. Una volta trascorsi<br />

però alcuni giorni, stando alle testimonianze<br />

dirette, la noia assaliva quegli adolescenti perché i<br />

giorni si susseguivano monotoni, lontano dagli amici<br />

e soprattutto dalla mamma.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

35


Val Dragone<br />

Per i giovanotti, invece, iniziava una <strong>nuova</strong> avventura,<br />

poiché spesso incontravano l’anima gemella.<br />

A facilitare l’approccio era l’invito che i contadini<br />

del posto facevano alla gioventù a spannocchiare<br />

montagne di granoturco durante le lunghe serate<br />

autunnali. Il loro entusiasmo portava a termine<br />

l’opera a tempo di record, coscienti che di lì a poco<br />

una fisarmonica avrebbe coronato i loro sogni.<br />

Dopo quindici giorni di fuoco le castagne venivano<br />

levate e iniziava la fase di pulitura. Si metteva una<br />

ceppa nel mezzo e quattro persone intorno, con il<br />

relativo sacchetto di castagne. Ritmavano a turno<br />

battendo sul legno come si faceva con i cerchi per<br />

il grano. Un altro modo era quello di porle in un<br />

recipiente e colpirle con un bastone a punta<br />

dentata, in ferro, detto sgavr (2) .<br />

Si dice che fosse un lavoro molto duro e che mettesse<br />

a prova l’esuberanza dei giovani. Ancora oggi<br />

si racconta di sfide interminabili tra balugani e<br />

valdastrini. Ma per fortuna c’era sempre uno che<br />

girava con il fiasco della vinella a ristorarli. Finalmente<br />

il prezioso alimento veniva portato a casa<br />

con l’impiego di bestie da soma. Eppure non poteva<br />

mancare chi, passando così alla nostra leggenda,<br />

arrivò in valle con ben ottanta chili di castagne<br />

sulle spalle. Erano le bravate del tempo. Il percorso<br />

Asta-Montefiorino superava i 25 chilometri, ma<br />

la difficoltà maggiore era dovuta all’attraversamento<br />

dei fiumi Dolo e Dragone, in quanto nei mesi di<br />

ottobre e novembre sovente erano in piena, con<br />

ponti inadatti o addirittura inesistenti. A tal proposito<br />

ecco una testimonianza: “Giunsi all’osteria ‘il<br />

mulino’ di Morsiano proveniente da Rubbiano sul far<br />

della sera. A stento riuscii ad attraversare a cavallo<br />

il fiume; avevo con me la figlia maggiore<br />

dodicenne ed una sua cuginetta. <strong>La</strong> pioggia era<br />

così forte che decisi di pernottare nel locale. Ma<br />

non riuscivo a chiudere occhio per il rumore crescente<br />

del fiume. Un santo pareva mi dicesse ‘prendi<br />

le bambine e vai via’. Così feci. A nulla valsero le<br />

insistenze dell’oste perché io restassi. Il giorno dopo<br />

Note.<br />

36 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Boccassuolo, 2006: "Gli antichi mestieri".<br />

<strong>La</strong>vorazione delle castagne.<br />

provai un attimo di sconcerto quando giunse in<br />

paese la notizia che l’ala dell’osteria prospiciente il<br />

Dolo ove si trovava la nostra cameretta, semplicemente<br />

non esisteva più”.<br />

Quell’uomo era mio padre. Tanti anni dopo anche io<br />

sono andato ansioso di veder quei luoghi,<br />

concretizzando la bramosia della mia fanciullezza.<br />

Il Dolo, Romanoro, Santa Scolastica, Rubbiano, Le<br />

Vaglie… Ma soltanto la millenaria Pieve di Rubbiano<br />

posta sulla via Bibulca, che conduceva gli eserciti<br />

e i viandanti al Passo di San Pellegrino, ripete imperterrita<br />

quel motivo antico. Poiché non arriva più<br />

dal metato ai bambini, quale dono regale, la mitica<br />

filza di castagne con in fondo una mela a mo' di<br />

amuleto, quando essa costituiva il trionfo dell’immaginazione<br />

e della gioia, frutto di tanta attesa.<br />

(1) L’ipotesi storica prospettata dal Riotti, benché suggestiva, non può essere avallata principalmente<br />

per carenza di documenti probatori al riguardo. Almeno per la prima parte. Accettabile,<br />

ma con le cautele del caso, poiché anche questa non documentata potrebbe essere invece<br />

l’ultima parte, quella relativa ad una acquisizione da parte dei pastori che, storicamente, potevano<br />

vantare una condizione economica di vantaggio rispetto al restante mondo rurale. Tuttavia non bisogna dimenticare<br />

che il buio medievale nasconde sicuramente verità che rimarranno sconosciute. L’area delle Vaglie resta tra le più<br />

ricche della valle dal punto di vista della toponomastica anche di epoca romana. Troviamo ad esempio Bracciano<br />

probabile fundus Braccianus dal personale latino Braccius; Borciano probabile fundus d’età romana, denominato da<br />

un (a)burcis o da un porcius, con il suffisso di appartenenza come il precedente toponimo, -anus; Porcinago che con<br />

il doppio suffisso ino+aco può far pensare al personale latino, in area celtica, Porcinacus da Porcinia; Roncastaldo,<br />

probabile “Ronco del Gestaldo” dal longobardo Gastald “amministratore per conto del re” e cosi via.<br />

(2) Nelle nostre zone questo attrezzo è conosciuto come grafi, mentre il recipiente in legno in cui venivano messe le<br />

castagne da pulire era la pella. (vedi foto)


Antiche devozioni<br />

Di Erminia Vezzelli<br />

Si tratta di una preghiera antichissima,<br />

la cui origine potrebbe risalire al<br />

tempo delle società medievali. In quell’epoca,<br />

divisa tra “luce e tenebre”, in<br />

un'Europa minacciata da sommosse,<br />

pestilenze e con la paura terrificante<br />

dell’aldilà, le pratiche religiose della<br />

gente comune, costituivano un mezzo<br />

di intercessione con il Cielo.<br />

Intorno al 1033, millenario della Crocifissione,<br />

un’immensa moltitudine di<br />

persone provenienti da ogni dove, cominciò<br />

a viaggiare verso il Sepolcro del<br />

Salvatore. Gerusalemme diventa così<br />

meta di pellegrinaggi di massa e dilaga<br />

il culto verso un’enorme varietà di<br />

reliquie, trasformandosi spesso in un<br />

traffico commerciale con la vendita di<br />

ricordi e di indulgenze.<br />

Navigando su internet si scopre che la<br />

preghiera era nota in molte località italiane<br />

ed europee. <strong>La</strong> popolazione migrante<br />

di Boccassuolo, a contatto con<br />

realtà multietniche, venne a conoscenza<br />

della preghiera, o in un altro modo,<br />

chiamata "L’Unica Vera Lettera di N.S<br />

Gesù Cristo".<br />

Pertanto nel paese, fino a tutti gli anni<br />

’50, veniva recitata la devozione e tramandata<br />

tra le famiglie e il vicinato.<br />

Da un’indagine, la lettera, seppure in<br />

forma minore, era conosciuta anche<br />

nella zona di Frassinoro.<br />

Nel 2001, Ben <strong>La</strong> Riccia, dell’Abruzzo<br />

Heritage del World Club, parla della<br />

preghiera rinvenuta e scritta su una tela<br />

appartenuta alla propria nonna.<br />

Secondo un altro web e-mail,<br />

info@stgemma.com, la Lettera del<br />

Nostro Più saggio Gesù Cristo, fu pure<br />

benedetta da S.S. Papa Leone XIII il 5<br />

L’unica<br />

vera lettera di nostro<br />

SIGNORE GESU’ CRISTO<br />

Orazione ritrovata nel SS. Sepolcro di N.S. Gesù Cristo in<br />

Gerusalemme, la quale si conservò da sua Santità e da Carlo<br />

V Imperatore in una cassa d’argento.<br />

Desiderando S. Elisabetta regina d’Ungheria, S. Matilde e S.<br />

Brigida di sapere alcune cose sulla passione di N. S. Gesù<br />

Cristo fecero particolari orazioni alle quali apparve Gesù Cristo<br />

e favellando con esse così le disse:<br />

"Serve mie dilette, sappiate che i soldati armati furono 125,<br />

quelli che mi condussero legato 23, gli esecutori di giustizia<br />

33, i pugni che mi diedero nella testa 30, preso nell’orto, per<br />

levarmi da terra mi diedero calci 105, colpi di mano nella<br />

testa e nel petto furono 168, colpi nelle spalle 80, battiture<br />

6666, nel corpo 100, nella testa buchi 110. Mi diedero un<br />

urtone mortale nella croce e stetti in alto per i capelli 2 ore e<br />

in poco tempo mandai 129 sospiri; fui trascinato e tirato per<br />

la barba 23 volte, sputi nella faccia 30, punture nella testa<br />

100, spine mortali nella fronte 3, piaghe che mi furono fatte<br />

1000, i soldati che mi condussero al Calvario 501, che mi<br />

guidarono furono 3, le gocce di sangue che sparsi furono<br />

28.830.<br />

Chi ogni giorno reciterà 7 Patre e 7 Ave Maria per lo spazio di<br />

15 anni continui, per compiere il numero delle gocce di sangue<br />

che sparsi e a quello che vivrà da buon cristiano gli concedo<br />

5 grazie: 1. Indulgenza plenaria e remissione di tutti i<br />

peccati.<br />

2. Sarà liberato dalle pene del Purgatorio.<br />

3. Se morisse prima di compiere i detti 15 anni, sarà per<br />

esso come se li avesse compiuti.<br />

4. Sarà come se fosse martire e se spargesse il sangue per<br />

la S. Fede.<br />

5. Verrò io dal cielo in terra a prendere l’anima sua e quella<br />

dei suoi parenti fino al quarto grado."<br />

aprile 1890. Esaminandola si nota che<br />

la preghiera mostra un riguardo particolare<br />

verso le partorienti, le quali supereranno<br />

qualsiasi pericolo, tenendola<br />

a sé vicina. Ecco perché mia zia Nice,<br />

oggi novantaduenne, ebbe in dono da<br />

mia madre Maria, il 27 luglio 1939, precisamente<br />

il giorno della nascita di mia<br />

sorella Angelica, copia della preghiera.<br />

<strong>La</strong> zia l’ha portata addosso, l’ha<br />

Val Dragone<br />

recitata e custodita come una reliquia,<br />

regalandoci così una delle tante antiche<br />

devozioni in uso a Boccassuolo e<br />

dintorni.<br />

<strong>La</strong> Lettera, come afferma Ben <strong>La</strong> Riccia,<br />

è sicuramente un “falso” che rasenta<br />

il “ridicolo”, ma faceva comunque<br />

parte delle devozioni personali di<br />

una volta che miravano tutte a proteggere<br />

le donne e la propria famiglia.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

37


Val Dragone<br />

nella<br />

38 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Il sito di<br />

MONTE<br />

SANTA GIULIA<br />

Il sito del Monte di Santa Giulia<br />

è molto importante essendo,<br />

di questa tipologia, quello più a sud in Europa.<br />

A cura di<br />

Fabrizio Carponi<br />

Durante il Bronzo Recente, il<br />

sistema insediamentale che<br />

ha come epicentro la valle del<br />

Dragone risulta molto articolato<br />

e fa trasparire un’organizzazione<br />

complessa, che<br />

accanto a veri e propri villaggi<br />

doveva annoverare anche<br />

luoghi di culto come testimonia<br />

l’importantissimo rinvenimento<br />

di Monte Santa Giulia.<br />

Nel 1951 i lavori di ricostruzione<br />

della pieve romanica, distrutta<br />

durante la guerra, portarono<br />

al rinvenimento di una<br />

spada del Bronzo Recente.<br />

Il sopralluogo effettuato dopo<br />

pochi giorni da Fernando Malavolti<br />

permise di accertare<br />

che la spada proveniva da uno<br />

strato carbonioso e fortemente<br />

antropizzato sepolto a<br />

circa un metro di profondità,<br />

contenente vasi frammentati,<br />

resti di fauna oltre che abbondanti<br />

resti di legni carbonizzati.<br />

<strong>La</strong> possibilità che la spada fosse<br />

legata ad attività di culto<br />

fu ripetutamente avanzata,<br />

ma è stata definitivamente accertata<br />

solo nel 2006 quan-<br />

do, a seguito degli scavi<br />

condotti congiuntamente da<br />

Soprintendenza ai Beni Archeologici<br />

dell’Emilia Romagna<br />

e dal Museo Civico Archeologico<br />

Etnologico di<br />

Modena con la collaborazione<br />

del Dipartimento di Scienze<br />

della Terra dell’Università<br />

di Modena e Reggio Emilia e<br />

con il sostegno della Provincia<br />

di Modena e della Comunità<br />

Montana Modena<br />

Ovest, è stato possibile effettuare<br />

un piccolo sondaggio<br />

presso le absidi della<br />

pieve, corrispondente all’area<br />

indicata da Fernando<br />

Malavolti come punto di ritrovamento<br />

della spada.<br />

Il sondaggio ha potuto accertare<br />

che a circa un metro<br />

di profondità compariva<br />

uno strato fortemente carbonioso,<br />

con grandi legni<br />

carbonizzati, vasellame<br />

frantumato e resti di fauna.<br />

Lo strato era contenuto all’interno<br />

di una fossa profonda<br />

presumibilmente poche<br />

decine di centimetri la<br />

cui forma non è nota in quanto<br />

lo strato archeologico prosegue<br />

sotto la chiesa. Particolare<br />

rilevante per l’interpre-<br />

Viaggio nella storia della Valle del Dragone<br />

ETÀ DEL BRONZO<br />

Spada risalente all'età del bronzo<br />

rinvenuta nel 1951 durante i lavori<br />

di ricostruzione della Pieve<br />

romanica di Santa Giulia a<br />

Monchio (MO). Normalmente<br />

esposta nel Museo Archeologico di<br />

Modena, attualmente si trova in<br />

Austria, ad Innsbruk, nel contesto<br />

di una mostra dedicata alla<br />

preistoria europea.<br />

tazione della struttura è la<br />

presenza sul fondo, al di sotto<br />

dei grandi legni carbonizzati,<br />

di una grande quantità di


Parco Monte Santa Giulia. Oltre al sito di importanza archeologica nel Monte Santa Giulia si sviluppa il parco<br />

Santa Giulia dedicato alle vittime della strage nazifascista del 1944. All'ingresso del parco sorge il complesso di<br />

sculture "Memorial Santa Giulia" realizzate da 14 scultori italiani e stranieri, testimoni che rappresentano alle<br />

generazioni future un passato morto ma non spento nel ricordo e nella consapevolezza.<br />

ciottoli fluviali di forma arrotondata,<br />

evidentemente gettati<br />

ritualmente nella fossa prima<br />

del rogo. Il sito del Monte<br />

di Santa Giulia è molto importante<br />

essendo, di questa<br />

tipologia, quello più a sud in<br />

Europa.<br />

Monte Santa Giulia, 2006.<br />

Scavi eseguiti nell'ambito di una<br />

ricerca condotta dalla<br />

Soprintendenza ai Beni Archeologici<br />

dell’Emilia Romagna e dal Museo<br />

Civico Archeologico Etnologico di<br />

Modena con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Modena e Reggio<br />

Emilia e con il sostegno della Provincia di Modena e della Comunità Montana Modena Ovest. I risultati<br />

hanno permesso di stabilire che la spada era utilizzata per attività di culto da popolazioni preistoriche.<br />

Biografia.<br />

<strong>La</strong> spada di bronzo detta anche<br />

"del duerriero" ha una<br />

struttura molto particolare e<br />

di ‘tipo Cetona’, dal nome del<br />

paese in provincia di Siena<br />

dove ne sono state trovate<br />

altre della stessa raffinata fattura.<br />

Normalmente esposta nel<br />

Museo Archeologico di Modena,<br />

in questo periodo si trova<br />

in Austria ad Innsbruk all’interno<br />

di una mostra dedicata<br />

alla preistoria europea.<br />

Nell’area del Monte Santa<br />

Giulia, oltre alla stratificazione<br />

preistorica, sono presenti anche<br />

altri resti di epoche successive<br />

che, vista la peculiarità<br />

del luogo, sono anch’essi<br />

molto importanti, ad esempio<br />

sono presenti alcune<br />

sepolture che si presume essere<br />

di epoca alto-medievale.<br />

Ma di questo tratteremo nei<br />

prossimi numeri.<br />

"Dalla Rupe del Pescale all’Ospitale di San Pellegrino - Linee per un progetto di<br />

valorizzazione culturale e turistica del territorio della Comunità Montana Modena Ovest".<br />

Università di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Scienze della Terra Coordinamento e testi -<br />

Andrea Cardarelli (Università di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Scienze della Terra) Modena – Marzo 2007<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

39


di Alice Nannetti<br />

40 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

L'intento di questa <strong>nuova</strong> rubrica di cucina è<br />

riscoprire i sapori di una volta rispolverando<br />

ricette che le nostre nonne ci hanno tramandato e<br />

che non possiamo e non dobbiamo dimenticare.<br />

Così cercheremo di proporre piatti semplici<br />

e gustosi che animavano le tavole<br />

dei nostri paesini di montagna tanti anni fa.<br />

Straccetti nel latte<br />

Ingredienti<br />

1 uovo<br />

200g di farina<br />

250 ml di panna fresca<br />

1 litro di latte<br />

4-5 patate<br />

acqua<br />

sale<br />

parmigiano reggiano<br />

I sapori<br />

di una volta<br />

Minestra per le sere invernali che facevano alcuni contadini<br />

nel periodo della guerra e chiamavano “straccetti nel latte”.<br />

Una volta era preparata sulla stufa in un pentolino di rame e,<br />

messa nel piatto, si condiva col formaggio di mucca fatto in casa stagionato.<br />

Come prima cosa,<br />

disponete su un grande<br />

tagliere di legno la farina<br />

formando la classica<br />

“fontana” e al centro<br />

rompete un uovo.<br />

A poco a poco cominciate<br />

ad incorporare la farina dai lati della fontana con l’uovo<br />

posto al centro, aggiungendo all’occorrenza un po’ d’acqua.<br />

Continuate in questo modo fino a che l’impasto diventi omogeneo e avrà completamente assorbito<br />

l’umidità dell’uovo e dell’acqua.


Straccetti nel latte<br />

<strong>La</strong> consistenza dell’impasto deve essere morbida e asciutta, se risulta troppo appiccicoso<br />

aggiungete altra farina, al contrario se la consistenza dell’impasto è troppo asciutta o<br />

troppo friabile aggiungete un po' di acqua tiepida.<br />

Continuate ad impastare sul piano leggermente infarinato<br />

aiutandovi con il palmo della mano.<br />

Più lavorerete l’impasto più sarà elastico e quindi facile da<br />

tirare.<br />

Finito di impastare iniziate<br />

a tirare la pasta, aiutandovi<br />

con un lungo mattarello,<br />

fino ad ottenere una sottile<br />

sfoglia.<br />

Nel frattempo sbucciate le<br />

patate e tagliatele sottili sottili.<br />

Versate in una pentola abbastanza grande un litro di latte<br />

con la panna e un litro d’acqua, aggiungete le patate e<br />

un po’ di sale.<br />

Portate ad ebollizione e lasciate cuocere le patate (il<br />

tempo varia a seconda di come le avete tagliate).<br />

<strong>La</strong>sciate cuocere qualche minuto e impiattate con<br />

l’aiuto di un mestolo.<br />

Spolverizzate il piatto con abbondante parmigiano<br />

reggiano e servite.<br />

UN MIO PICCOLO CONSIGLIO<br />

Aggiungete al latte<br />

un'abbondante spolverata di<br />

pepe e noce moscata e, se<br />

non volete esagerare, mettete<br />

la noce moscata in tavola così<br />

ogni commensale ne può<br />

aggiungere a suo piacimento...<br />

Sarà molto più apprezzata!<br />

I sapori di una volta<br />

A questo punto si può aggiungere la pasta:<br />

avvolgete la sfoglia stesa attorno al mattarello e, facendola<br />

scorrere, strappate con le dita piccoli straccetti<br />

di pasta buttandoli<br />

direttamente nella<br />

pentola col latte e<br />

le patate.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

41


L a<br />

Ballata<br />

Tollari Danilo, “il falegname”<br />

da <strong>La</strong>ma a <strong>La</strong>ma mutò domicilio<br />

con pialla e sgorbia forgiava legname<br />

e a Maranello finiva “in esilio”.<br />

Ma i monti e l'amicizie paesane<br />

furon richiamo cui non batté ciglio<br />

Maestri, Torri e Monti l'han plagiato<br />

perché a “Parigi” sempre s'è fermato!<br />

Da Gombola a Pianorso il suo Casato<br />

poi giunto con famiglia in Val Dragone<br />

Graziano, dei Gualmini, mio cognato<br />

primizia di bontà fra le persone.<br />

D'informatica già specializzato<br />

nella D.C. non disdegnò tenzone.<br />

Da ragazzo affrontò l'estate dura<br />

nella campagna della trebbiatura!<br />

Tollari Danilo (1935-2010).<br />

Nasce a Cadignano di <strong>La</strong>ma Mocogno;<br />

il padre svolge attività di falegname<br />

vecchio stampo: botti, ruote, carri, tinozze,<br />

sia pezzi nuovi che riparazio-<br />

42 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

di Bruno Ricchi<br />

Valle<br />

della<br />

Per anni punto di riferimento<br />

Ennio Maestri alla “Cooperativa”<br />

nei vari suoi commerci sempre intento<br />

il Comunal Consesso pur seguiva.<br />

Con Marta e i figli visse ognor contento<br />

e Costrignano volle sempre viva!<br />

Analfabeta fin oltre vent'anni<br />

apprese far di conto “non a spanni”!<br />

Girava il centro e la periferia<br />

con lo “scardazzo” Oreste Gianaroli<br />

tutti lo salutavan sulla via<br />

di lana e crine discioglieva “i boli”<br />

l'epigrafi dai mur strappava via<br />

con sagaci commenti e strani voli.<br />

Un giorno che pranzava a casa mia<br />

dal salame i “lardini” tolse via!<br />

ni. Dal 1930 fino gli anni '70, a piedi o<br />

in bicicletta, con pialla e sega sulle<br />

spalle, il vecchio Tollari svolge il prezioso<br />

lavoro, modestamente, anche col<br />

sistema del “baratto” quando le povere<br />

famiglie non riescono a pagarlo.<br />

Danilo frequenta le scuole elementari<br />

a Montecerreto, quindi studia presso<br />

l'Istituto Fermo Corni di Modena. Dopo<br />

il diploma sceglie di lavorare col padre<br />

che nel frattempo ha rilevato la falegnameria<br />

Martelli a <strong>La</strong>ma di Monchio<br />

ove la famiglia si trasferisce. Danilo,<br />

intraprendente e dinamico, oltre che<br />

ottimo artigiano, negli anni 1963-1965<br />

realizza a Maranello, unitamente alla<br />

sorella Luciana, due condomini con<br />

appartamenti e negozi, mantenendo la<br />

sede dell'attività a Palagano pur abitando<br />

sempre più spesso a Maranello<br />

23 a<br />

con la sorella. Danilo, colto e sensibile,<br />

ha fatto parte per anni di una compagnia<br />

di amici gioiosa ed affiatata:<br />

Doriano, Adriano, Marco, il cui ritrovo,<br />

la domenica pomeriggio, era sempre<br />

fissato presso il bar a “Parigi”, così era<br />

chiamato il bar della Cooperativa di<br />

Costrignano; da qui i nostri eroi partivano<br />

per una pizza a Ponte Dolo o alla<br />

Taverna del Brutto ove poi si tirava notte<br />

con disquisizioni, più o meno dotte,<br />

sugli argomenti più disparati e controversi.<br />

Stimo Danilo una persona unica<br />

ed eccezionale anche se, per il breve<br />

anno di fidanzamento con mia moglie,<br />

tutte le sere che rientravo dal cinema<br />

o dalla pizzeria, nelle brevi fermate in<br />

auto, mi abbagliava o mi suonava<br />

ripetutamente il clacson, facendo arrabbiare<br />

la mia fidanzata.<br />

PARTE


Gualmini Graziano (1937-2011).<br />

Nasce a Pianorso di <strong>La</strong>ma Mocogno<br />

da Pellegrino e Botti Ada, ha un fratello,<br />

don Marzio, e due sorelle, Romana<br />

e Piera. <strong>La</strong> famiglia si trasferisce a Palagano<br />

negli anni Cinquanta perché<br />

Pellegrino è bigliettaio delle<br />

autocorriere Montorsi con linea<br />

Pavullo-Palagano. Graziano, che dopo<br />

le elementari aveva svolto solo alcuni<br />

lavori manuali, come autodidatta si<br />

prepara all'esame di terza media che<br />

supera a Palagano. Frequenta poi l'Istituto<br />

per ragionieri Barozzi di Modena,<br />

diplomandosi brillantemente. Neo<br />

diplomato frequenta a Milano un cor-<br />

Non si sa<br />

Non si sa se c'è l'amore,<br />

non si sa se il cielo è blu,<br />

non si sa, chi lo sa?<br />

E' un attimo aver tutto,<br />

è un attimo a perdere tutto.<br />

Perdere e non trovare<br />

un raggio di sole,<br />

luce e speranza,<br />

in questo mondo senza pietà.<br />

Non si sa se c'è l'amore,<br />

non si sa se lo troviamo,<br />

non si sa, chi lo sa?<br />

so I.B.M. di specializzazione per operatori<br />

di computer; dopo diversi stage<br />

di aggiornamento e specializzazione<br />

della I.B.M. viene assunto dalla ditta<br />

Bormioli di Parma.<br />

Negli anni Settanta il Comune di Modena<br />

deve impiantare il Centro Elettronico<br />

e, su indicazione della multinazionale<br />

americana, chiama Gualmini<br />

alla direzione e coordinamento del<br />

centro stesso: Graziano resterà Capo<br />

Centro e dipendente del Comune di Modena<br />

fino alla pensione.<br />

Nel 1963 contrae matrimonio con Ricchi<br />

Gianpaola da cui avrà due figlie,<br />

Monica ed Elisabetta; fissa definitivamente<br />

residenza e domicilio a Modena.<br />

Dagli anni '70 è segretario della<br />

D.C. alla sezione di S. Faustino; dagli<br />

anni '80 è impegnato all'Istituto Caritas<br />

per diversamente abili, e sempre in<br />

quegli anni viene nominato Presidente<br />

della Scuola Materna “Don Milani”. Nonostante<br />

l'impegno del lavoro e nel sociale,<br />

Graziano tiene molto ai suoi rapporti<br />

con Palagano ove ha molti amici<br />

e torna spesso anche in vacanza avendo<br />

una villetta in proprietà.<br />

E' un attimo essere e non essere,<br />

è un attimo perdere la felicità,<br />

la felicità di essere bimba,<br />

la felicità di essere ragazza spensierata,<br />

la felicità di essere sposa,<br />

la felicità di essere mamma.<br />

Non si sa, chi lo sa?<br />

Sarà, chè solo Dio lo sa...<br />

Lilia Benciu <strong>La</strong>zar (Moldavia)<br />

Maestri Ennio (1913 – 2010).<br />

Nato da numerosa famiglia rurale in<br />

Costrignano, causa gli spostamenti<br />

familiari da un fondo all'altro, non riuscì<br />

a frequentare scuole rimanendo<br />

analfabeta fino a vent'anni; a quel punto<br />

si preoccupò di darsi un'istruzione<br />

e frequentò per alcuni anni le lezioni<br />

serali tenute in Canonica imparando a<br />

leggere e a scrivere. Non fece servizio<br />

militare perché esentato in forza di diversi<br />

fratelli che già ne avevano assolto<br />

l'obbligo. Coniugatosi nel 1949 con<br />

Baschieri Pina, detta Marta, ha avuto<br />

due figli, Marco e Maria Teresa. <strong>La</strong> borgata<br />

“Cooperativa” di Costrignano era<br />

un po' il centro commerciale del paese<br />

per l'esistenza di due negozi<br />

“polimercanzia” condotti da Maestri<br />

Ennio e Ferrari Gino. Maestri era anche<br />

titolare del Posto Telefonico Pubblico;<br />

si narra in proposito un curioso<br />

aneddoto: Marta chiamò il dirimpettaio<br />

dott. Amico Salvatore, per diversi anni<br />

medico condotto di Costrignano: “Dottore,<br />

c'è una telefonata per sua moglie<br />

da una sua amica!”, risposta: “L'amico<br />

di mia moglie sono io!” e l'argomento<br />

fu chiuso. Essendosi sempre interessato<br />

della frazione, Ennio fu consigliere<br />

comunale sia a Montefiorino che a<br />

Palagano. Nella deliberazione consiliare<br />

di Montefiorino n. 60 dell'8 dicembre<br />

1953, Maestri votò per la ricostituzione<br />

del Comune di Palagano; nelle<br />

successive elezioni comunali di Palagano<br />

dell'8 giugno 1959, Maestri risultò<br />

il 5° consigliere eletto<br />

Gianaroli Oreste (1912 – 2007)<br />

Originario del Comune di Polinago,<br />

Gianaroli Oreste abitava ormai a Palagano<br />

da tempo immemorabile tanto<br />

che tutti lo conoscevano e gli volevano<br />

bene con un senso quasi d'affetto e<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Poesia<br />

43


Poesia<br />

protezione. Abitava una casetta bianca<br />

al “Monte” di Palagano, ma era costantemente<br />

in giro per il paese a parlare<br />

con tutti commentando in modo<br />

bizzarro gli avvenimenti.<br />

Fino agli anni Ottanta andava alle case<br />

con l'attrezzo per la cardatura della<br />

lana e del crine, chiedendo per paga<br />

un pranzo o una cena o poche monete<br />

da 100 lire; in proposito non voleva<br />

banconote per paura di essere imbrogliato,<br />

ma conservava i suoi risparmi,<br />

tutti in moneta metallica, in diversi<br />

scatoloni di lamiera. Quando io bambino<br />

ero chierichetto con Don Galloni,<br />

Scrivo irregolare<br />

44 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

Oreste già precedeva la croce davanti<br />

alle processioni o ai cortei funebri; diverse<br />

volte passando colla bara vicino<br />

a casa di un anziano ho udito Oreste<br />

dire fra sé a voce alta “st'altra volta al<br />

tòca a té”. Oreste non sopportava le<br />

epigrafi, forse perché non sapeva leggere,<br />

e le strappava continuamente<br />

anche prima dei funerali del defunto.<br />

Un'altra bizzarria di Oreste era quella<br />

di togliere i lardini da ogni tipo di<br />

insaccato; così quando spesso era<br />

ospite di una famiglia, la cuoca gli chiedeva<br />

le preferenze alimentari. Al termine<br />

di una vita lunga e tormentata,<br />

Senza criteri nè regole...<br />

creare con le parole e raccontare l’irregolare<br />

Dedicato a chi vuole leggere racconti brevi o storie assurde.<br />

Trame create per dare forma a un’idea, per trovare un significato anche ai<br />

pensieri dall’apparente mancanza di senso…<br />

Dico“NON MENTIRTI,<br />

SEI ALLA RICERCA DI RISPOSTE”<br />

Enes Ljesnjanin<br />

Oreste ha lasciato a tutti noi il ricordo<br />

di persona buona e la nostalgia di una<br />

vita semplice e serena.<br />

Inviate<br />

i vostri scritti a<br />

redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

E adesso, ti ritrovi su quella panchina. Seduto. Con mille pensieri che ti<br />

scorrono per la testa, che imperturbabili non rendono agiata la tua<br />

espressione.<br />

Vedi il signore anziano passarti di fianco, con una borsa. Corre per non<br />

perdere quello che potrebbe essere l’ultimo treno della sua vita.<br />

Vedi il ragazzo e la ragazza, che si danno l’ultimo bacio, probabilmente<br />

l’indomani si rivedranno ma l’importante per loro e sentirsi l’uno dell’altra<br />

in quel momento.<br />

Vedi la madre, con il marito ed il figlio, si accingono a sedersi di fianco<br />

a te.<br />

Ti sposti con moderazione ed educazione.


Ti invitano a non spostarti, ma tu non cedi, ti accorgi dell’eleganza di<br />

alcune persone, e non vuoi abusarne.<br />

Sorridi, ammirato, e mostri loro il posto di fianco al tuo.<br />

Con un poco di indecisione fanno spazio al figlioletto, poi il marito<br />

invita la moglie a sedersi, e lui compiaciuto e felice guarda l’amore<br />

della sua vita sorridere alla creatura che insieme hanno dato alla luce.<br />

Tutti aspettano lo stesso treno, ma alcune di queste persone cercano<br />

qualcosa di ben piùu' profondo di un semplice viaggio.<br />

Tu, per esempio, stai cercando tutt’altro.<br />

<strong>La</strong> fermata per te èla piu'ù lontana. Stai cercando te stesso.<br />

Stai cercando dove finisce la tua inadeguatezza, e dove inizia quella<br />

degli altri.<br />

Ti guardi intorno, beffardo sorridi. Ti rendi conto che tutti quelli che<br />

ti circondano non sanno nulla di te, della tua pseudo-identita'à, e della<br />

tua esistenza.<br />

E tu, ne sai qualcosa?<br />

Non mentirti, sei alla ricerca di un senso, sei alla ricerca di risposte<br />

a domande che nemmeno hai chiare. Domande spesso inutili, la cui risposta<br />

non ti interessa davvero, ma ciòo'ò che ti interessa e'è proprio il percorso<br />

che ti portera'à ad una risposta.<br />

Sei fatto cosi'ì. Per trovarti, devi andartene.<br />

Devi sentirti differente dagli altri. E lo sei, per certo.<br />

Lo speaker annuncia l’arrivo del treno.<br />

Rimani li'ì, seduto, ancora una volta ti poni domande su domande. Ti<br />

attraversano la mente immagini della tua vita. Ti chiedi se e'è il treno<br />

giusto da prendere. Se èe' quell’orario corrispondente a quello scritto sul<br />

tuo biglietto, senza riflettere un attimo a mente lucida che l’orario lo<br />

decidi tu in realtàa'.<br />

Significa che ancora non sei pronto.<br />

Il treno si ferma.<br />

Attende che tutti salgano.<br />

Tu, ancora fermo, non esiti nel tentar di convincere te stesso che il tuo<br />

treno e'è quello successivo.<br />

Il treno riparte.<br />

Scrivo irregolare<br />

Ne guardi la coda, e ti chiedi, fragile, se hai commesso un errore nel non<br />

salirci a bordo.<br />

Non trovi risposta. Perchée' non c’e'è risposta.<br />

E oramai il treno èe' gia'à lontano, e tu l’hai perso. Non ritornera'à.<br />

Potrai prenderne un altro, ma quello, puoi starne certo, non tornera'à piu'ù<br />

cosi'ì com’era in quell’istante.<br />

Non ci saràa' nessuno a dirti quale sarebbe stato meglio prendere o quale<br />

sarebbe stato meglio evitare.<br />

Prendi una decisione, che sia tua, prendi una decisione che sia ferma, e<br />

che non cambi, qualsiasi cosa accada. Venga stravolto il mondo, non<br />

mollare per nessuna ragione l’unica cosa che ti e'è davvero concessa<br />

liberamente, la liberta'à di pensare, di porti dubbi e di cercarne risposta.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

45


Scrivo irregolare<br />

Nessuno sara'à mai li'ì per giudicare un tuo pensiero. Sentiti libero.<br />

Lo speaker annuncia l’arrivo di un secondo treno.<br />

Mi alzo, il vecchierello seduto di fianco a me, con il berretto in testa,<br />

si alza insieme a me. Mi chiede informazioni riguardo alle fermate del<br />

treno stesso.<br />

Non sono in grado di rispondergli.<br />

Sono solo a conoscenza, finalmente, della mia meta.<br />

Non e'è detto che questa sia definitiva. C’èe' la possibilitàa' che pur<br />

arrivando a destinazione, mi senta smarrito e perso.<br />

Nessun pericolo, non mi resta che risedermi e attendere il treno successivo.<br />

Ma perche'é ci pensi ancora?<br />

Avvicinati alla porta, sali i gradini con passo insicuro.<br />

Hai timore della tua scelta, ma non devi. E’ tua.<br />

Accelero il passo, non do l’idea di essere dubbioso e tanto meno dai l’idea<br />

di vivere un conflitto tutto mio. Non interessartene, vai dritto per la<br />

tua strada, confuso o meno, cio'ò che conta èe' che tu non stia attento a<br />

sentire il rumore del tuo tallone toccare per terra.<br />

Non considerarlo, potrebbe oramai essere solo quello a farti tornare<br />

indietro, la consapevolezza di stare camminando, e di farlo verso una<br />

direzione che non sia il luogo di partenza.<br />

Piuttosto, attento al rumore del tuo sorriso, potrebbe diventare cosìi'<br />

assillante con il passare del tempo in quel vagone, che chi sta intorno<br />

potrebbe pensare che nella tua mente c’e'è una lite in atto.<br />

E’ quello che sta accadendo, ma perche'é dar loro la soddisfazione di<br />

saperlo?<br />

Cio'ò che e'è tuo, e'è tuo, anche l’indecisione.<br />

Mi pare, o sul cartello della fermata c’èe' l’insegna “Capolinea?"<br />

Mi affretto.<br />

Appoggio il polso al manico della poltrona sulla quale stavo seduto.<br />

Faccio leva. Sono in piedi.<br />

Mi guardo intorno. E’ buio. Le uniche luci che vedo son le mie certezze.<br />

Saranno poche ma ce ne sono abbastanza da farmi vedere le sembianze della<br />

stazione.<br />

Non ti guardi indietro. Senza rendertene conto, con passo sicuro, ti muovi<br />

verso l’uscita.<br />

Il treno frena.<br />

E’ oramai fermo.<br />

Sono vicino alla porta. Dietro di me sento la presenza di altre persone.<br />

Ma non ti interessa.<br />

Scendo gli scalini, con le spalle larghe. Sai bene della tua indecisione,<br />

ma per una volta almeno, vuoi re-iniziare da capo.<br />

Cerco le indicazioni per l’uscita, ma in questa fermata del treno non ci<br />

46 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013


sono. Ognuno la trova per conto suo.<br />

Non segui nessuno. Scegli quella che ti consentira'à di stare piu'ù tempo<br />

possibile con te stesso.<br />

<strong>La</strong> tua sagoma viene abbandonata dall’ombra pesante del farneticare del<br />

mondo esterno.<br />

Te ne stai andando.<br />

Non ti chiederai se fosse stato davvero il capolinea, o hai sbagliato<br />

fermata. No, non lo farai.<br />

Oramai sei andato, hai preso una strada, hai fatto una scelta, e non la<br />

cambierai, per nulla al mondo.<br />

IL NERO E IL BIANCO<br />

Federico Piacentini<br />

Un giorno il nero ed il bianco si misero a discutere, ognuno ritenendosi<br />

senza alcun dubbio migliore dell'altro.<br />

"Vedi, - disse il bianco - io sono amato da tutti, tutti i colori confluiscono<br />

in me, sono purezza, sacralita'à, solennita'à e pace. Tu sei<br />

vuoto, e apatia, e miseria. Io splendo di serenita'à e luminosita'à grande".<br />

“E' facile - rispose il nero - risplendere quando si ha dalla propria<br />

parte tutti i colori. Ma senza di loro cosa saresti? Saresti me. E non<br />

saresti tanto forte da ricoprire questo ruolo: dove abbondi di<br />

luminosita'à pecchi di tinta e carattere. Io sono l'assenza, non ho bisogno<br />

di nessuno. E pure nella mia cupa solitudine la mia impressione<br />

tanto che tutti mi temono e mi rispettano. Io dono riparo alla sofferenza,<br />

e vesto l'eleganza piùu' enigmatica".<br />

Ad un certo punto si misero a guardare il cielo.<br />

Era notte fonda.<br />

Scrivo irregolare<br />

“Questa - disse il bianco -è la dimostrazione: osserva la bellezza della<br />

<strong>luna</strong>, e la magnificenza delle stelle, che rendono questa buia e triste<br />

notte uno spettacolo unico. E fanno sperare, e sognare, ed innamorare.<br />

Sono quelle luci bianche, che, seppur piccole e sparse, danno valore<br />

alla notte, e portano vita.“<br />

"Dimmi, - rispose il nero - che cosa sarebbero la <strong>luna</strong> e quelle stelle<br />

senza il contorno forte dell'oscurita'à? Solo un accecante pallore, un<br />

silenzio assordante, la pazzia dell'oblio. E' il cielo nero della notte<br />

che dàa' profonditàa' all'universo, avvolge i sensi e le passioni, dona<br />

disillusione e liberta'à di scavare nei piùu' lontani abissi della<br />

conoscenza.Io sono il caos, non porto false certezze ma veritàa'."<br />

Poi nessuno disse piùùu'<br />

niente.<br />

Riguardarono il cielo e videro che era semplicemente sia bianco e sia<br />

nero e, voltandosi le spalle, se ne andarono, entrambi consapevoli.<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

47


IL PATTO DELLE CATACOMBE<br />

In ricordo di dom Helder Câmara.<br />

Il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusura<br />

del Vaticano II, una quarantina di padri conciliari hanno<br />

celebrato una Eucaristia nelle catacombe di Domitilla, a<br />

Roma, chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù. Dopo questa<br />

celebrazione, hanno firmato il “Patto delle Catacombe”.Il<br />

documento è una sfida ai “fratelli nell’Episcopato” a portare<br />

avanti una “vita di povertà”, una Chiesa “serva e povera”,<br />

come aveva suggerito il papa Giovanni XXIII.I firmatari – fra<br />

di essi, molti brasiliani e latinoamericani, poiché molti più<br />

tardi aderirono al patto – si impegnavano a vivere in povertà,<br />

a rinunciare a tutti i simboli o ai privilegi del potere e a<br />

mettere i poveri al centro del loro ministero pastorale. Il<br />

testo ha avuto una forte influenza sulla Teologia della Liberazione,<br />

che sarebbe sorta negli anni seguenti.Uno dei<br />

firmatari e propositori del Patto fu dom Helder Câmara, il<br />

cui centenario della nascita è stato celebrato il 7 febbraio.<br />

"Noi, vescovi riuniti nel Concilio Vaticano II, illuminati sulle<br />

mancanze della nostra vita di povertà secondo il Vangelo;<br />

sollecitati vicendevolmente ad una iniziativa nella quale<br />

ognuno di noi vorrebbe evitare la singolarità e la presunzione;<br />

in unione con tutti i nostri Fratelli nell’Episcopato, contando<br />

soprattutto sulla grazia e la forza di Nostro Signore<br />

Gesù Cristo, sulla preghiera dei fedeli e dei sacerdoti delle<br />

nostre rispettive diocesi; ponendoci col pensiero e la preghiera<br />

davanti alla Trinità, alla Chiesa di Cristo e davanti ai<br />

sacerdoti e ai fedeli delle nostre diocesi; nell’umiltà e nella<br />

coscienza della nostra debolezza, ma anche con tutta la<br />

determinazione e tutta la forza di cui Dio vuole farci grazia,<br />

ci impegniamo a quanto segue:<br />

- Cercheremo di vivere come vive ordinariamente la nostra<br />

popolazione per quanto riguarda l’abitazione, l’alimentazione,<br />

i mezzi di locomozione e tutto il resto che da qui discende.<br />

Cfr. Mt 5,3; 6,33s; 8,20.<br />

- Rinunciamo per sempre all’apparenza e alla realtà della<br />

48 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

<strong>La</strong> Luna <strong>nuova</strong><br />

Via Palazzo Pierotti 4/a, 41046 Palagano (MO)<br />

Fax: 0536 970576 - Tel.: 0536 961621<br />

e-mail: redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />

Non si pubblicano lettere anonime<br />

<strong>La</strong> Luna <strong>nuova</strong> esce 3-4 volte all'anno<br />

per cui alcune lettere spedite alla<br />

redazione potrebbero attendere<br />

periodi lunghi prima della loro<br />

pubblicazione, perdendo la loro<br />

"attualità". Per ovviare a questo<br />

problema tutte le lettere ricevute<br />

verranno subito pubblicate sul<br />

nostro sito internet www.<strong>luna</strong><strong>nuova</strong>.it,<br />

nella sezione "la Luna<br />

<strong>nuova</strong> | Lettere non ancora pubblicate<br />

su la Luna <strong>nuova</strong>". Chiaramente<br />

verranno anche pubblicate sul primo<br />

numero de la Luna <strong>nuova</strong><br />

che andrà in stampa.<br />

ricchezza, specialmente negli abiti (stoffe ricche, colori<br />

sgargianti), nelle insegne di materia preziosa (questi segni<br />

devono essere effettivamente evangelici). Cf. Mc 6,9; Mt<br />

10,9s; At 3,6. Né oro né argento. Non possederemo a nostro<br />

nome beni immobili, né mobili, né conto in banca,<br />

ecc.; e, se fosse necessario averne il possesso, metteremo<br />

tutto a nome della diocesi o di opere sociali o caritative.<br />

Cf. Mt 6,19-21; Lc 12,33s.<br />

- Tutte le volte che sarà possibile, affideremo la gestione<br />

finanziaria e materiale nella nostra diocesi ad una commissione<br />

di laici competenti e consapevoli del loro ruolo<br />

apostolico, al fine di essere, noi, meno amministratori e<br />

più pastori e apostoli. Cf. Mt 10,8; At. 6,1-7.<br />

- Rifiutiamo di essere chiamati, oralmente o per scritto,<br />

con nomi e titoli che significano grandezza e potere (Eminenza,<br />

Eccellenza, Monsignore…). Preferiamo essere chiamati<br />

con il nome evangelico di Padre. Cf. Mt 20,25-28;<br />

23,6-11; Jo 13,12-15.<br />

- Nel nostro comportamento, nelle nostre relazioni sociali,<br />

eviteremo quello che può sembrare un conferimento di privilegi,<br />

priorità, o anche di una qualsiasi preferenza, ai ricchi<br />

e ai potenti (es. banchetti offerti o accettati, nei servizi<br />

religiosi). Cf. Lc 13,12-14; 1Cor 9,14-19.<br />

- Eviteremo ugualmente di incentivare o adulare la vanità di<br />

chicchessia, con l’occhio a ricompense o a sollecitare doni<br />

o per qualsiasi altra ragione. Inviteremo i nostri fedeli a<br />

considerare i loro doni come una partecipazione normale<br />

al culto, all’apostolato e all’azione sociale. Cf. Mt 6,2-4; Lc<br />

15,9-13; 2Cor 12,4.<br />

- Daremo tutto quanto è necessario del nostro tempo, riflessione,<br />

cuore, mezzi, ecc., al servizio apostolico e pastorale<br />

delle persone e dei gruppi laboriosi ed economicamente<br />

deboli e poco sviluppati, senza che questo pregiudichi<br />

le altre persone e gruppi della diocesi. Sosterremo i


laici, i religiosi, i diaconi o i sacerdoti che il Signore chiama<br />

ad evangelizzare i poveri e gli operai condividendo la<br />

vita operaia e il lavoro. Cf. Lc 4,18s; Mc 6,4; Mt 11,4s; At<br />

18,3s; 20,33-35; 1 Cor 4,12 e 9,1-27.<br />

- Consci delle esigenze della giustizia e della carità, e delle<br />

loro mutue relazioni, cercheremo di trasformare le opere<br />

di “beneficenza” in opere sociali fondate sulla carità e sulla<br />

giustizia, che tengano conto di tutti e di tutte le esigenze,<br />

come un umile servizio agli organismi pubblici competenti.<br />

Cf. Mt 25,31-46; Lc 13,12-14 e 33s.<br />

- Opereremo in modo che i responsabili del nostro governo<br />

e dei nostri servizi pubblici decidano e attuino leggi, strutture<br />

e istituzioni sociali necessarie alla giustizia, all’uguaglianza<br />

e allo sviluppo armonico e totale dell’uomo tutto in<br />

tutti gli uomini, e, da qui, all’avvento di un altro ordine sociale,<br />

nuovo, degno dei figli dell’uomo e dei figli di Dio. Cf.<br />

At. 2,44s; 4,32-35; 5,4; 2Cor 8 e 9 interi; 1Tim 5, 16.<br />

- Poiché la collegialità dei vescovi trova la sua più evangelica<br />

realizzazione nel farsi carico comune delle moltitudini<br />

umane in stato di miseria fisica, culturale e morale – due<br />

terzi dell’umanità – ci impegniamo: – a contribuire, nella<br />

misura dei nostri mezzi, a investimenti urgenti di episcopati<br />

di nazioni povere;<br />

- a richiedere insieme agli organismi internazionali, ma testimoniando<br />

il Vangelo come ha fatto Paolo VI all’Onu,<br />

l’adozione di strutture economiche e culturali che non fabbrichino<br />

più nazioni proletarie in un mondo sempre più ricco<br />

che però non permette alle masse povere di uscire dalla<br />

loro miseria.<br />

- Ci impegniamo a condividere, nella carità pastorale, la<br />

nostra vita con i nostri fratelli in Cristo, sacerdoti, religiosi<br />

e laici, perché il nostro ministero costituisca un vero servizio;<br />

così: – ci sforzeremo di “rivedere la nostra vita” con<br />

loro; – formeremo collaboratori che siano più animatori<br />

secondo lo spirito che capi secondo il mondo; – cercheremo<br />

di essere il più umanamente presenti, accoglienti…<br />

saremo aperti a tutti, qualsiasi sia la loro religione. Cf. Mc<br />

8,34s; At 6,1-7; 1Tim 3,8-10.<br />

Tornati alle nostre rispettive diocesi, faremo conoscere ai<br />

fedeli delle nostre diocesi la nostra risoluzione, pregandoli<br />

di aiutarci con la loro comprensione, il loro aiuto e le loro<br />

preghiere. Aiutaci Dio ad essere fedeli".<br />

LA VALLE DI JOSAPHAT<br />

Ugo BeneventI (1 febbraio 2013)<br />

Di tappa in tappa, di segnale in segnale, seguendo un tracciato<br />

ben definito dai sacramenti di Gesù, siamo giunti alla<br />

grande Valle di Josaphat. Secondo l’interpretazione di una<br />

profezia di Gioele: “… ecco, in quei giorni e in quel tempo/<br />

(…) riunirò tutte le nazioni/ e le farò scendere nella valle di<br />

Giòsafat/, e là verrò a giudizio con loro…”, (Gioele 3,2: Il<br />

giudizio dei popoli), è proprio lì, in quel luogo, che si terrà il<br />

“Giudizio universale”. Quando da ragazzo andavo a dottrina,<br />

il nostro vecchio parroco ce ne parlava, ma anche lui<br />

non ne sapeva un granché. Ci diceva di una valle “biblica”,<br />

non meglio identificata, che paragonava, per renderci l’idea,<br />

a migliaia e migliaia di valli del Dragone, la nostra piccola<br />

vallata, messe assieme. Invece la valle di cui parla la Bib-<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

POSTA<br />

bia si colloca vicino a Gerusalemme, esattamente tra il<br />

monte del Tempio ed il Monte degli Ulivi. Allora, il suo racconto,<br />

lo prendevamo alla lettera e ci impressionava la<br />

moltitudine infinita di risorti, circa cento miliardi di uomini,<br />

ognuno dei quali portava inciso sulla fronte il suo peccato.<br />

Oggi sappiamo che non sarà proprio così. Come sarà e<br />

quando verrà nessuno è in condizione di dirlo: "Quanto al<br />

giorno e all’ora nessuno lo sa, neppure gli angeli del cielo,<br />

ma solo il Padre" (Mt. 24,36), così pure penso che non si<br />

tratterà di una conta ragionieristica dei peccati commessi.<br />

Oltre che giudicarci su ciò che abbiamo commesso, ci<br />

verrà chiesto di rendere conto di ciò che avremmo potuto e<br />

dovuto fare e non abbiamo mosso dito. Come spero che<br />

non sarà un giudizio di condanna, ma di misericordia. Non<br />

per nulla il Giudice costituito si chiamerà Gesù, il quale<br />

“siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a<br />

giudicare i vivi e i morti” (Credo).<br />

Mentre rimuginavo queste cose nel mio cervello, è esplosa<br />

in Vaticano, “come un fulmine a ciel sereno”, la bomba<br />

delle dimissioni di Benedetto XVI, che hanno relegato tutto<br />

il resto in seconda linea, paralizzando la mia mente ed<br />

impedendole di pensare ad altro.<br />

"Che cosa è successo?", è stata la prima reazione. E’ una<br />

chiamata a giudizio di tutta la Chiesa pellegrina sulla terra.<br />

E’ lei la convocata nella grande Valle di Giosafat?<br />

Un fatto di una gravità eccezionale; unico nella storia. <strong>La</strong><br />

nostra mentalità corrotta è abituata a tutto; nulla ci meraviglia<br />

più di tanto, mentre, invece, queste dimissioni ci costringono,<br />

specialmente noi cattolici, ad una riflessione<br />

senza precedenti. Penso che siano pochi oggi sulla terra,<br />

credenti e non credenti, a non riflettere. Credo che si tratti<br />

di un’occasione unica per una riflessione totale sul modo<br />

d’essere della Chiesa medesima. Sono convinto che solamente<br />

un nuovo Concilio sia in grado di dare una risposta<br />

esaustiva del problema. Benedetto ci ha posti di fronte alle<br />

domande di fondo, alle linee guida, ai fondamentali della<br />

nostra sopravvivenza come Popolo di Dio: Morte, Giudizio,<br />

Inferno, Paradiso. Sono quelli che una volta erano conosciuti<br />

come i “quattro novissimi”. Sono antichissimi e moderni<br />

e spingono tutti ad un profondo esame di coscienza,<br />

come una rottura completa e definitiva col passato. Cosa<br />

esiste di più dirompente della morte e del giudizio di Dio?<br />

Niente dovrà più essere come prima. Sentiamo spesso richiamare<br />

la “modernità” come metro di paragone per misurare<br />

la grandezza di un Papa.<br />

Si dice che Benedetto, col suo gesto, abbia fatto un gran<br />

passo avanti verso la modernità, ma penso che sia riduttivo;<br />

il suo gesto è stato molto di più. Ha voluto scuotere la<br />

Chiesa fin dalle sua fondamenta. Mi auguro che ci sia riuscito.<br />

Non conosco il significato esatto che si vuole attribuire alla<br />

parola “modernità”, non sono uno studioso, ma il mio metro<br />

di giudizio restano i “novissimi” che non sono, per la<br />

verità, una novità assoluta. Nella loro attualità, sono vecchi<br />

quanto l’uomo, ed ancora di più, ma costituiscono una rottura<br />

netta, profonda e definitiva con questo mondo; con le<br />

sue ricchezze, e, soprattutto, con ciò che più lamenta<br />

Benedetto, le carriere ecclesiastiche. Qualcuno ha dimenticato<br />

che furono l’ambizione di grandezza, la vanagloria,<br />

assieme alle ricchezze di questo mondo, le armi usate da<br />

Satana per tentare Gesù, per cercare di metterlo fuori strada,<br />

per sviarlo dalla sua missione di Redentore. Non possono,<br />

i suoi preti, accettarle senza provocare dissensi, liti<br />

49


POSTA<br />

e divisioni nella Chiesa, e nel mondo, come lamenta Benedetto.<br />

Come ci si è dimenticati che Morte, Giudizio, Inferno<br />

e Paradiso, sono realtà ineludibili, macigni inamovibili,<br />

sempre lì, pronti a sbarrarci la strada. "Infatti, che cosa<br />

giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se perde la propria<br />

vita?" (Mc. 8,36).<br />

Le dimissioni di questo Papa non sono capricci di un vecchio<br />

che, stanco del suo incarico, sbatte la porta e se ne<br />

va. No!... sono un gesto ponderato, lucido, preso in piena<br />

libertà di coscienza davanti a Dio, e profondamente soppesato<br />

in tutte le sue conseguenze. Penso, invece, che non<br />

ne potesse più di assistere alla trasformazione della sua<br />

Chiesa, in una pura e semplice struttura di potere. Il potere<br />

di questo mondo appartiene a Satana e lui non poteva condividerlo.<br />

Col suo gesto ha voluto porre la Gerarchia davanti<br />

alle sue responsabilità.<br />

"Tocca a voi", sembra voler dire con chiarezza. Ora dovrà<br />

dimostrare di cosa è capace, questa “Gerarchia”. Benedetto<br />

di meglio non poteva fare. Un semplice, umilissimo<br />

gesto che lo ha proiettato come un gigante nella Storia<br />

della Chiesa. Quando si è accorto che la sua presenza<br />

serviva, forse, solamente a coprire le malefatte di altri, ha<br />

messo tutto allo scoperto e questo gli merita il titolo di<br />

“Magnus” (Grande).<br />

Ora la Chiesa è in cammino verso la grande Valle del giudizio,<br />

dove sono convocati “tutti i popoli della terra”, per il<br />

giudizio della Storia. Siamo tutti coinvolti, perché “Chiesa”<br />

non significa solamente Papa, vescovi, preti, ma anche<br />

noi, dal primo all’ultimo dei battezzati. Non è che dimessosi<br />

il Papa, tutto finisce lì; no!... tutto incomincia lì e adesso:<br />

hic et nunc. Non si gioca con le cose sacre. Non si<br />

scherza impunemente con lo Spirito Santo che parlò, sembra<br />

inascoltato dai più, ormai cinquant’anni or sono, per<br />

mezzo dei padri conciliari.<br />

A tale proposito mi sovviene la battuta di un mio amico<br />

prete, di una quarantina d’anni fa, che mi disse: "Questo è<br />

stato un gran bel Concilio, ma vuoi vedere che si sono<br />

dimenticati di invitare lo Spirito Santo?" <strong>La</strong> ritenni una battuta<br />

infelice, una espressione quasi irriguardosa invece,<br />

lui, aveva già intuito la piega che stava prendendo. Giovanni<br />

XXIII lo aveva sicuramente invitato. Paolo VI, alla ripresa,<br />

gli “rinnovò” certamente l’invito, ma, in seguito, forse, non<br />

tutti gli aprirono la porta. In questi giorni, ho sentito parlare<br />

di “Concilio dei Media” e di “Concilio dei Padri”, lasciando<br />

intendere che la sua applicazione è, se pur lentamente, in<br />

atto. Più che una spiegazione, la ritengo una speranza.<br />

Benedetto parla di divisioni all’interno della Chiesa, “che<br />

ne deturpano il volto”, ma quando al suo interno sorgono<br />

gruppi che come primo obiettivo hanno gli interessi economici,<br />

che costituiscono gruppi di potere con la scusa di<br />

movimenti ecclesiali, è inevitabile.<br />

A tale proposito ormai dovremmo essere abbastanza esperti!<br />

Dovremmo essere messi sull’avviso dalla prima lettera di<br />

Paolo ai Corinzi: “A riguardo vostro, fratelli, mi fu segnalato<br />

dalla gente di Cloe che vi sono contese tra voi. Mi riferisco<br />

al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io<br />

invece, sono di Apollo", "E io di Cefa", e "Io di Cristo"!. Ma<br />

Cristo è stato diviso?” (prima lettera di Paolo 1,11-13).<br />

Pieni di miliardi fino agli occhi, immersi negli scandali più<br />

infamanti, si può essere seguaci del povero Gesù di<br />

Nazareth, del quale tanto bene ha scritto Ratzinger? Ha<br />

fatto bene a dimettersi, perché, con le sue dimissioni, ha<br />

minato alla radice il potere di Satana che, forse, ha “incon-<br />

50 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

trato” in qualche remoto angolino del Vaticano. Maligno del<br />

quale hanno parlato anche i suoi due predecessori: Giovanni<br />

Paolo II e Paolo VI.<br />

Assistiamo ogni giorno a lotte fratricide tra cristiani che<br />

disonorano questo santo titolo. Ormai la misura è colma e<br />

le dimissioni di Benedetto lo confermano. Non pretendiamo<br />

che lavi i panno sporchi in piazza San Pietro, ma che<br />

nella Chiesa ci sia bisogno di un bel bucato è sotto gli<br />

occhi di tutti. E’ urgente far posto ai poveri. E’ ora che si<br />

sottragga alla protezione dei potenti, sotto le cui ali ha<br />

camminato per secoli. I protettori non si addicono alla sposa<br />

di Cristo. Deve camminare con le proprie gambe che<br />

sono tre: Fede, Speranza e Carità.<br />

Mai si era verificata una situazione come questa. C’è stato<br />

il caso di Celestino V, ma, a mio modesto parere, il paragone<br />

non calza. Benedetto ha inteso dare volutamente uno<br />

scossone alla Chiesa; non gli è stato imposto da nessuno.<br />

Sembra che si aspetti una risposta, un risultato, una attuazione<br />

del Concilio Vaticano II.<br />

Ma questa è la superficie. Solo il tempo svelerà le vere<br />

cause del suo gesto. Da profano, ma anche da credente,<br />

vedo grossi pericoli. Il Popolo di Dio appare oggi, come<br />

dice Geremia: “un gregge senza pastore”. <strong>La</strong> Chiesa non<br />

può svolgere la sua missione di evangelizzazione affidandosi<br />

unicamente ai grandi annunci sui mass media. <strong>La</strong><br />

sua azione deve essere capillare, continua, costante, in<br />

mezzo alla gente, altrimenti si cade nell’indifferenza,<br />

nell’apostasia e nello scisma.<br />

<strong>La</strong> mancanza di preti la costringe ad affidare ad un solo<br />

parroco parecchie parrocchie che piano, piano vanno<br />

scristianizzandosi. E’ come una ritirata da vasti territori<br />

che si offrono ad altre credenze. Chi frequenta le piccole<br />

parrocchie di campagna, in specie quelle di montagna, nota<br />

un diminuire continuo e costante di gente alla vita comunitaria.<br />

Le chiese sono piene a metà di vecchi. <strong>La</strong> gioventù è<br />

assente. Parecchie scuole chiudono per mancanza di bambini.<br />

Alcune elementari se sono ancora aperte è per merito<br />

di extracomunitari che, in maggioranza, non sono nemmeno<br />

cattolici.<br />

E nessuno sembra preoccuparsene. Avanti di questo passo,<br />

nel giro di pochissime generazioni, le nostre Chiese<br />

saranno trasformate in Sinagoghe. Fa sempre più riflettere<br />

l’espressione di Luca: "Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà,<br />

troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8).<br />

Prima di uscire dalla Valle del giudizio, la Chiesa deve trovare<br />

una soluzione ai suoi problemi. Non siamo ancora di<br />

fronte al “Giudizio Universale” di Dio, la Parusia non si è<br />

ancora verificata, ma davanti al giudizio dei Popoli della<br />

terra, questo sì. Il prossimo Papa avrà per le mani problemi<br />

colossali.<br />

Potrà risolverli solamente nell’umiltà e nella collaborazione,<br />

parlando in continuazione con la sua Chiesa. Ridia la<br />

“Parola” ai cristiani, non dimenticando che di essa fanno<br />

parte anche i laici, e non in posizione periferica. Prima di<br />

chiudere il mio dire, vorrei dargli un consiglio, ma non trovo<br />

di meglio della raccomandazione di Gesù ai suoi apostoli:<br />

"Voi sapete come coloro i quali sono ritenuti capi delle<br />

nazioni le tiranneggiano, e come i loro principi le opprimano.<br />

Non così deve essere tra voi; ma chi tra voi vuole essere<br />

grande, sia vostro servo, e chi vuole essere primo tra voi,<br />

sia schiavo di tutti. Infatti il Figlio dell’uomo non è venuto<br />

per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in<br />

riscatto per molti".


Che Dio lo aiuti; chiunque esso sia.<br />

VIVA FRANCESCO<br />

Ugo Beneventi<br />

(1 febbraio 2013)<br />

Dall’11 febbraio, tra l’altro giorno del mio compleanno, mi è<br />

tornata la voglia di scrivere un articolo per la Luna.<br />

Da quel giorno, dopo aver appreso che Benedetto XVI si<br />

era dimesso, avrei voluto rigettare un sassolino nello stagno<br />

per provocare qualche onda per smuovere, nel mio piccolo<br />

e con questo mezzo a bassa diffusione, la tranquilla<br />

quiete in cui si sono stagnate le coscienze di molti conoscenti<br />

che leggono il giornalino.<br />

Purtroppo per un motivo e l’altro non ho trovato il tempo per<br />

farlo. E’ arrivato il momento in cui hanno chiuso le porte del<br />

Conclave ed io, convinto che per l’elezione ci sarebbero<br />

voluti tanti giorni, mi riproposi di scrivere oggi, ben conscio<br />

che poi la mia lettera, il mio sfogo, sarebbe stato letto<br />

settimane dopo, con già il successore sul soglio che fu di<br />

Pietro; ma pensavo di rimediare indicando il giorno in cui<br />

avevo imbucato la lettera nella cassetta virtuale de la Luna,<br />

oggi, sabato 16 marzo 2013, ma sarebbe sempre sembrata<br />

una posa finta.<br />

Il Conclave, per fortuna, mi ha fregato, pescando dal mazzo<br />

il jolly che mi piace tanto.<br />

Bravo Francesco, hai fatto un inizio di quelli che speravo<br />

io, continua così.<br />

Scusa se mi permetto, ma vorrei darti un consiglio: stai<br />

molto attento a quello che ti portano da mangiare e bere,<br />

alle medicine che ti chiedono di assumere...<br />

C’è già stato un papa che mi piacque molto, ma non gli<br />

diedero il tempo di fare i cambiamenti che progettava.<br />

Ma tu riuscirai, sono convinto, a fare la Chiesa dei poveri di<br />

cui hai parlato oggi ed anche io, umile peccatore, rientrerò<br />

nel gregge, il Tuo e Suo gregge.<br />

Ah, dimenticavo: non fare Santi nuovi, a quelli ci pensa Dio<br />

senza istituire tribunali ad hoc, fare ricerche approfondite e<br />

spendere tanti soldi. Spendili per i poveri.<br />

Grazie Francesco.<br />

PS.<br />

Poiché la Luna ha cadenza trimestrale, diventa anacronistico<br />

rispondere con mesi di ritardo a commenti ad una<br />

lettera di un lettore pubblicata mesi dopo, per cui non ho<br />

continuato la discussione sulla Luna, mentre l’ho continuata<br />

con chi mi ha scritto direttamente al mio indirizzo @<br />

che era pubblicato.<br />

Ma cerco di immaginare cosa succederebbe adesso, che<br />

anche su la Luna ci sono i blog, se uscisse un articolo<br />

come quello polemico su Giovanni Paolo II che scrissi nel<br />

dicembre 2004 .<br />

Non avendo, per i motivi sopra espressi potuto farlo all’epoca<br />

(tra l’altro una eventuale risposta o chiarimento sarebbe<br />

apparsa dopo la scomparsa di quel papa) intendo fare un<br />

chiarimento per quelle 4 persone che hanno criticato, scrivendo<br />

alla Luna o scrivendomi, il mio sfogo: non ho mai<br />

voluto parlar male o offendere Karol Wojtyla come uomo,<br />

in quanto lo consideravo una bravissima persona e la stes-<br />

sa cosa penso del suo successore tedesco, altra ottima<br />

persona. Come persone sono stati ambedue stupendi esseri<br />

umani.<br />

<strong>La</strong> mia critica, a cui accumuno adesso anche Benedetto<br />

XVI, era rivolta ai due in oggetto intesi come papi, ovvero<br />

AD, amministratori delegati, di quella cosa chiamata Chiesa<br />

Cattolica. In questa veste, a mio avviso, ambedue hanno<br />

fallito.<br />

Negli anni ho ascoltato decine di commenti fatti da sacerdoti<br />

o vescovi che condividevano la mia idea. Dall’11 febbraio<br />

di commenti negativi ci fu addirittura un’esplosione<br />

(ma ascoltate anche voi radio 2 o l’ascolto solo io quando<br />

viaggio?).<br />

Comunque qui non voglio rinnovare la discussione perché<br />

penso che un tizio pescato alla fine del mondo, dimostrerà<br />

cosa può fare un Papa nel 21° secolo. Se gliene lasciano il<br />

tempo.<br />

LA PAROLA DI DIO E’ VERITA’<br />

la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />

POSTA<br />

Doriano Torri<br />

dorianotorri@libero.it<br />

(16 marzo 2013)<br />

Il Vangelo di Giovanni (17:17) riporta la preghiera di Gesù<br />

al Padre: “Santificali per mezzo della verità; la tua Parola è<br />

verità”. Il Figlio di Dio mise in risalto l’influenza positiva che<br />

le Sacre Scritture hanno nella vita di chi le applica.<br />

Consapevoli di questo, anche i Testimoni di Geova di Palagano<br />

e dell’Appennino si sono radunati il 26 marzo scorso<br />

per la Commemorazione della morte di Cristo. Durante la<br />

cerimonia è stato ribadito che cedendo la sua vita in sacrificio,<br />

Gesù ha aperto la strada per la salvezza delle persone<br />

che gli sono fedeli.<br />

Nel corso della primavera e dell’estate i Testimoni continueranno<br />

l’opera di diffusione del messaggio contenuto nella<br />

Sacra Bibbia. Incontreranno le persone nelle case e in pubblico<br />

durante i mercati settimanali.<br />

Stands saranno allestiti il 6 e il 20 aprile, il 18 maggio e il<br />

15 giugno a Pavullo, il 19 marzo e il 18 giugno a <strong>La</strong>ma<br />

Mocogno. Le persone potranno rivolgere domande e ricevere<br />

letteratura biblica in varie lingue.<br />

Gli stand di giugno a Pavullo e <strong>La</strong>ma Mocogno serviranno<br />

particolarmente per invitare al grande congresso che si terrà<br />

dal 21 al 23 giugno nella Sala delle Assemblee di Imola.<br />

<strong>La</strong> moderna struttura accoglierà migliaia di Testimoni e simpatizzanti<br />

provenienti dalle province di Parma, Reggio<br />

Emilia, Modena e Bologna. Il tema trattato, “<strong>La</strong> Parola di<br />

Dio è verità’”, darà risalto al potente effetto positivo degli<br />

insegnamenti biblici sulla vita delle persone.<br />

Sarà ribadito che la Bibbia è la Parola di Dio e che l’applicazione<br />

dei suoi principi porta solo benefici.<br />

Anche i Testimoni della zona di Palagano inviteranno le<br />

persone al congresso mediante visite nelle case e in altre<br />

circostanze.<br />

Congregazione Cristiana Testimoni di Geova Ufficio<br />

relazioni pubbliche Appennino modenese<br />

E-mail: aresal1@tin.it<br />

(25 marzo 2013)<br />

51


iflessioni<br />

Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente<br />

è che perdono la salute per fare i soldi,<br />

poi perdono i soldi per recuperare la salute.<br />

Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente<br />

in tale maniera che non riescono a vivere<br />

nè il presente, nè il futuro.<br />

Vivono come se non dovessero morire<br />

mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.<br />

Dalai <strong>La</strong>ma<br />

Il Dalai <strong>La</strong>ma è la massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano, a capo della scuola Gelupa, cioè dei Virtuosi, una<br />

delle scuole del Buddhismo. Dalla metà del 1600 fino al 1959 fu la più alta autorità temporale del Tibet. Il primo, il secondo,<br />

il terzo e il quarto Dalai <strong>La</strong>ma furono abati del monastero di Drepung, a Lhasa. Quando i sovrani mongoli fecero del quinto<br />

Dalai <strong>La</strong>ma, detto il "Grande Quinto", il sovrano assoluto del Tibet, la residenza<br />

dell' Oceano di Saggezza divenne il Palazzo del Potala di Lhasa, che divenne<br />

simbolo del potere politico e religioso della nazione, insieme al Palazzo d' Estate,<br />

il Norbulingka, anch'esso a Lhasa.<br />

Il Dalai <strong>La</strong>ma era ed è attualmente venerato come manifestazione del Buddha<br />

della Compassione. <strong>La</strong> reincarnazione è da sempre lo strumento della successione:<br />

quando un Dalai <strong>La</strong>ma muore, le sue funzioni vengono ereditate da un<br />

Reggente, che guida la ricerca della sua reincarnazione tramite le premonizioni,<br />

i responsi degli oracoli ed i segni divini. Il potenziale candidato viene sottoposto<br />

ad una serie di prove atte a ricordare la vita precedente. Se l'esito risulta positivo<br />

egli è riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, e durante la sua<br />

vita seguono prima la cerimonia d'intronizzazione quale Dalai <strong>La</strong>ma ed in seguito,<br />

raggiunta la maggiore età, la cerimonia di insediamento quale sovrano del<br />

Tibet.<br />

L'attuale Dalai <strong>La</strong>ma, il quattordicesimo, è Tenzin Gyatso, risiede in India dal<br />

1959, a causa dell'occupazione cinese, e l'allora primo ministro indiano Jawaharlal<br />

Nehru si prodigò per garantire la sicurezza del religioso buddhista e dei suoi<br />

seguaci. In India, il Dalai <strong>La</strong>ma risiede a Dharamsala, nello Stato di Himachal<br />

Pradesh, nel nord del Paese. Nella stessa zona si è stabilita anche l'amministrazione<br />

del Centro Tibetano, meglio noto come Governo tibetano in esilio.<br />

Tenzin Gyatso ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1989 per la resistenza<br />

non violenta contro la Cina.

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