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Luna<br />
la<br />
P e r io d ic o in d ipendente d i P a la g a n o e d intorni<br />
<strong>nuova</strong><br />
Periodico dell'associazione "la Luna". Sede in Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) - Italy. Autorizzazione tribunale di Modena numero 1414 del 13/11/1997<br />
<br />
<br />
foto<br />
calen<br />
dario<br />
Crescerai<br />
Maggio 2013 • Anno XVI • Numero 42<br />
www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
Intervista ad un anonimo fondatore<br />
CONCORSO FOTOGRAFICO<br />
Prima classificata<br />
di Sara Perini feat Maciupiciù<br />
S.E.G.A.<br />
(Società Emarginati Giovani Anonimi)<br />
Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della<br />
redazione... Proviamo a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibile<br />
PERSONAGGI<br />
fra la S.E.G.A. e le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di<br />
strappare a qualcuno un paio di grasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno.<br />
1993-2013: la "Luna" compie 20 anni
Sommario<br />
3<br />
4<br />
12<br />
13<br />
16<br />
18<br />
22<br />
30<br />
33<br />
34<br />
42<br />
44<br />
48<br />
52<br />
Terza pagina<br />
Fatti & Misfatti<br />
Associazionismo<br />
Comune<br />
Il Dubbio<br />
20°<br />
Personaggi<br />
El Toro Loco<br />
<strong>La</strong> LUNA<br />
Val Dragone<br />
Poesia<br />
Scrivo irregolare<br />
Scrivi alla Luna<br />
Ultima<br />
Redazione<br />
Davide Bettuzzi,<br />
<strong>La</strong>ura Bettuzzi,<br />
Francesco Dignatici,<br />
Daniele Fratti<br />
Martina Galvani,<br />
Paolo Gualandi,<br />
Milena Linari,<br />
Gabriele Monti<br />
Le due sponde del Tevere<br />
Notizie da Palagano e dintorni<br />
Appennino in maschera - Settimana internazionale Coppi e Bartali 2013<br />
Polisportiva di Palagano, 35 anni di attività - Animale in pericolo a<br />
Sant'Andrea Pelago - Un 25 aprile per ricordare e da ricordare - L'impegno<br />
dei Bambini - Rolando Rivi, Seminarista martire<br />
Associazionismo e solidarietà<br />
Polisportiva di Monchio<br />
ComuneInforma<br />
Spazio autogestito offerto ai gruppi consigliari del comune di Palagano<br />
Il default di uno Stato<br />
I 20 anni della Luna<br />
S.E.G.A<br />
Società Emarginati Giovani Anonimi<br />
Oroscopo 2013<br />
Fotografa la Valle del Dragone<br />
Val Dragone<br />
Ricerche: Dalla Val d'Asta alle Vaglie, a castagne nel "Balugano"<br />
Antiche devozioni: l'unica vera lettera di nostro Signore Gesù Cristo<br />
Val Dragone nella storia: Il sito di Monte Santa Giulia<br />
I sapori di una volta: Straccetti nel latte<br />
<strong>La</strong> ballata della Valle<br />
Senza criteri nè regole...<br />
Enes Liesnjanin: "Dico: Non mentirti, sei alla ricerca di risposte"<br />
Federico Piacentini: "Il nero e il bianco"<br />
Lettere<br />
Riflessioni<br />
la Luna <strong>nuova</strong><br />
Attualità, cultura, tradizioni, solidarietà. Periodico indipendente di Palagano e dintorni<br />
Direttore responsabile: Giuseppe Cervetto<br />
Associazione <strong>La</strong> Luna. Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO). Tel.: 0536/961621 - Fax: 0536/970576<br />
www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it - e-mail: redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
Num. 42 - Anno XVI - Maggio 2013. Fondato come "la Luna nel Pozzo" (13 numeri dal 1993 al 1996)<br />
Aut. Tribunale di Modena num. 1414 del 13/11/1997<br />
Collaboratori<br />
Alessandra Abbati, Gabriella Barbati,<br />
Carlo Bertacchini, Fabrizio Carponi,<br />
Alessandra Casini, Patrizia Dignatici,<br />
Eligio Fiorenzi, Andrea Fratti,<br />
Giulia Grossi, Aldo Magnoni,<br />
Alice Nannetti, Bruno Ricchi,<br />
Doriano Torri,<br />
Erminia Vezzelli.<br />
Tiratura: 300 copie<br />
Chiuso in redazione<br />
il 05/05/2013<br />
Stampato in proprio<br />
<strong>La</strong> fotografia di copertina è la prima classificata al concorso fotografico "Aspettando l'avvenire".<br />
Questa e altre undici fotografie sono state pubblictae sul Calendario 2013 de "la Luna"<br />
la Luna <strong>nuova</strong> viene inviata a tutti i soci e sostenitori dell'associazione la Luna.<br />
<strong>La</strong> quota associativa minima annuale è di 2O Euro e può essere versata sul nostro<br />
conto corrente bancario o direttamente ai i soci autorizzati:<br />
Nadia Marasti: ditta Edilart Marasti - Via XXIII Dicembre, 35 - Palagano Tel. 0536 961521<br />
Gabriele Monti: ditta Monti Adriano - Via XXIII Dicembre, 30/a - Palagano - Tel. 0536 961477<br />
Ricchi Bruno: INA-Assitalia - Via XXIII Dicembre 8 - Tel. 0536 961266<br />
Associazione "la Luna"<br />
Conto corrente bancario num. 100016 presso il Banco Popolare - Agenzia di Palagano<br />
Codice IBAN: IT24 Y 05034 66871 000000100016<br />
Info: abbonamenti@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it - www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
2 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013
Terza<br />
pagina<br />
Paolo Gualandi<br />
Le DUE sponde<br />
del TEVERE<br />
Non si può dire che il 2013 sia un anno anonimo, un periodo di<br />
transizione.<br />
Iniziato da pochi mesi, fin da subito si è insistentemente ritagliato<br />
un posto da protagonista nella storia.<br />
Per la prima volta dopo secoli e secoli un papa abdica con un<br />
comunicato tanto limpido quanto fulmineo che lascia il mondo<br />
intero attonito per la sorpresa. Passando sull’altra sponda del<br />
Tevere, il 24 e 25 febbraio l’Italia torna al voto durante il periodo<br />
più nero da decenni a questa parte, con la crisi economica che<br />
continua a mordere un'economia e un tessuto sociale già in<br />
seria difficoltà. Dalle urne esce il risultato che tutti temevano: la<br />
"X", il pareggio o, meglio, la “non vittoria” di nessuno. Il Movimento<br />
5 Stelle sfonda, incanalando da una parte il voto di protesta<br />
e di frustrazione di chi ha imputato ai partiti tradizionali la<br />
responsabilità della situazione economica attuale (non a torto!)<br />
e dall’altra di chi ha visto in questo movimento uno slancio di<br />
novità, di impegno onesto e disinteressato per il paese. Nessuna<br />
soluzione sembra apparire all’orizzonte per la formazione di un<br />
nuovo governo; a complicare ulteriormente le cose si aggiunge<br />
il fatto che il Capo dello Stato sia al termine del suo mandato e<br />
non possa nemmeno sciogliere le Camere in caso di esito negativo<br />
delle consultazioni.<br />
Ma anche stavolta il colpo di scena non manca: per la prima<br />
volta nella storia della Repubblica un Capo dello Stato viene<br />
rieletto. E’ molto anziano ma dà l’incarico a un 46enne, terzo<br />
premier più giovane della storia. Poche ore dopo… già si litiga,<br />
nella migliore (o peggiore) tradizione dell’Italia dei campanili e<br />
degli orticelli.<br />
Anche oltre Tevere nel frattempo si sono dati da fare, eleggendo<br />
in maniera fulminea il nuovo Vescovo di Roma (lui preferisce<br />
farsi chiamare così!), ribaltando ogni pronostico della vigilia e<br />
ribadendo ancora una volta che chi entra in conclave Papa ne<br />
esce Cardinale. Si può affermare con decisione che questa volta<br />
la Chiesa ha stravinto la “sfida” con la politica italiana, dando una<br />
prova di concordia, coraggio e capacità di rinnovamento di cui<br />
molti dubitavano. Francesco, venuto “dalla fine del mondo” almeno<br />
dal punto di vista dell’immagine, sta sfatando molti tabù e<br />
se il buongiorno si vede dal mattino… non mancheranno le sorprese.<br />
Non ci resta che sperare che ne prendano esempio dall’altra sponda del Tevere!<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
3
Domenica 10 febbraio si è svolta a Monchio la<br />
terza edizione del Carnevale organizzato dai<br />
genitori di alcuni bambini e ragazzi del nostro<br />
paese.<br />
Questo Carnevale costituisce una delle tre tappe,<br />
insieme a Frassinoro e Montefiorino, dell'Appennino<br />
in Maschera che quest’anno, causa<br />
il maltempo della domenica precedente (in cui<br />
si sarebbe dovuto sfilare a Frassinoro), ha visto<br />
il nostro paese come prima sosta.<br />
Non si poteva chiedere una giornata migliore:<br />
il cielo azzurro e il sole che splendeva hanno<br />
accompagnato i trattori e le maschere nella<br />
loro sfilata per la via principale.<br />
I paesi che hanno aderito alla manifestazione<br />
sono stati Monchio con la “Vecchia Fattoria” e<br />
al seguito un carretto con i coniglietti, Rubbiano<br />
con “Alice nel Paese delle meraviglie”, Montefiorino<br />
con “<strong>La</strong> primavera”, Frassinoro con la<br />
gigantesca nave di “Peter Pan” inseguita da<br />
un coccodrillo, Casola con “Madagascar”, <strong>La</strong><br />
Verna con “Heidi” e, infine, Costrignano con<br />
ben due carri: “Il saloon” e, tema piuttosto<br />
originale, “L’isola ecologica”.<br />
Dopo la sfilata, che ha avuto inizio all’incirca<br />
alle ore 14, la festa non è finita: i partecipanti<br />
ai carri e gli “spettatori” si sono recati al<br />
campetto, dove le brave resdore avevano al-<br />
4 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Notizie da Palagano e dintorni<br />
APPENNINO IN<br />
MASCHERA
Notizie da Palagano e dintorni<br />
lestito un ricco buffet con focacce, pizzette, torte, bomboloni ripieni e, per restare in tradizione,<br />
tante frappe. Dalla cucina è poi uscito anche gnocco<br />
fritto, perché si sa… A Monchio quando è ora di<br />
fare il gnocco nessuno si tira indietro! <strong>La</strong> presenza<br />
delle persone ai lati della strada, di tanti carri allegorici<br />
e di vari personaggi tra i quali tigrotti, funghi<br />
giganti, pecorelle, fiori sbocciati, mucche, pinguini,<br />
pirati, carte a gioco, leprotti, farfalle, pastorelli,<br />
cassonetti della spazzatura, indiani, tende e, addirittura<br />
(!), un prete improvvisato, hanno reso questa<br />
giornata unica. L’allegria del Carnevale, con i<br />
suoi colori e con la varietà delle maschere, è<br />
come sempre contagiosa ed ha portato tanta<br />
gioia e, soprattutto, tanti sorrisi, per le vie del<br />
nostro paese…<br />
Una giornata che ha fatto divertire tutti, dai più piccoli ai più “vecchi”! (gg)<br />
<strong>La</strong> celeberrima gara di ciclismo maschile<br />
su strada quest'anno ha coinvolto<br />
parte del nostro piccolo paese<br />
montano. Dal 1984, ogni mese di marzo,<br />
l'Emilia Romagna organizza l'attesa<br />
competizione, aperta ad atleti professionisti,<br />
proponendo gare di velocità<br />
o tappe a tempo individuali o di gruppo<br />
di diversa difficoltà in montagna,<br />
collina e pianura. Nata a Riccione e<br />
classificata nella categoria 2.1 del calendario<br />
UCI Europe Tour, la Settimana<br />
Internazionale Coppi e Bartali è una<br />
delle manifestazioni più amate in Italia.<br />
<strong>La</strong> gara ha preso avvio mercoledì 20<br />
SETTIMANA INTERNAZIONALE<br />
COPPI E BARTALI 2013<br />
marzo a Gatteo, per giungere<br />
nei territori del Comune<br />
di Palagano due giorni<br />
dopo, il 22 marzo, per la<br />
terza tappa del giro. Con<br />
partenza da Zola Predosa,<br />
nel bolognese, intorno alle<br />
11,30, gli atleti hanno percorso 157<br />
chilometri attraversando Savignano,<br />
Vignola, Castelvetro, Levizzano,<br />
Puianello, S.Dalmazio, Serramazzoni,<br />
Pavullo, <strong>La</strong>ma Mocogno, Ponte<br />
Strettara, Rio<strong>luna</strong>to, Pievepelago, Serpiano,<br />
per salire poi verso Passo Cento<br />
Croci, discendere verso Boccassuolo,<br />
per affrontare infine l'ultima ascesa<br />
in direzione Piane di Mocogno, passando<br />
da Montemolino, con arrivo nel<br />
pomeriggio. Al traguardo in piazza<br />
c'era una grande folla, come ha confermato<br />
uno spettatore della nostra<br />
zona, nonché grandissimo appassionato<br />
di ciclismo: Dario da Ca' 'd Lévra.<br />
Ha dichiarato: “Ho visto tante volte<br />
correre i corridori in una salita, questa<br />
volta volevo vedere l'arrivo. Prima sono<br />
andato a mangiare un po' di polenta,<br />
poi sono andato a vedere i corridori.<br />
C'era una piena! Sì, c'era tanta gente!”.<br />
Quindi Dario e gli altri presenti<br />
hanno accolto il vincitore della terza<br />
tappa, Damiano Cunego, al quale è<br />
stato assegnato il “Trofeo Romeo<br />
Venturelli”, in ricordo del ciclista originario<br />
di <strong>La</strong>ma Mocogno. Sempre Dario:<br />
“Ha vinto Cunego, ma di poco. Io tenevo<br />
per lui e ce l'ha fatta! E' stato bello<br />
l'arrivo perché la piazza è grande alle<br />
Piane. Sono proprio contento, anche<br />
perché ho dato la mano a Franco<br />
Bitossi!”. Lo stesso Bitossi, campione<br />
di ciclismo degli anni '60-'70, che,<br />
in serata presso il Teatro Comunale di<br />
Palagano, ha rilasciato un'intervista al<br />
giornalista Marco Pastonesi della Gazzetta<br />
dello Sport. (ml)<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
5
Notizie da Palagano e dintorni<br />
di Eligio Fiorenzi<br />
Con il rinnovo delle proprie cariche<br />
sociali, il 19 marzo, la Polisportiva<br />
Palagano ha festeggiato il 35° anno di<br />
attività.<br />
Nata, infatti, nel novembre 1977 per<br />
l’iniziativa di un gruppo di appassionati,<br />
alcuni dei quali sono ancora oggi<br />
presenti nel Consiglio direttivo, la nostra<br />
Polisportiva ha dimostrato, nel<br />
tempo, una grande vitalità e anche una<br />
notevole capacità di rinnovamento.<br />
Fanno parte del Consiglio, oltre agli<br />
“anziani”, anche numerosi giovani, che,<br />
con il loro entusiasmo e le loro idee,<br />
aiutano gli anziani a non mollare, pur<br />
nei momenti di difficoltà e di scoraggiamento.<br />
Questo il nuovo Consiglio<br />
direttivo: presidente: Eligio Fiorenzi;<br />
consiglieri in ordine alfabetico: Daniele<br />
Bettuzzi, Luca Biondini, Vittorio<br />
Calicetti, Giampaolo Casini, Nicoletta<br />
Casini, Marco Facchini, Andrea Fratti,<br />
Alessandro Giusti, Andrea <strong>La</strong>mi, Elisa<br />
<strong>La</strong>mi. Mi è gradita l’occasione per dire<br />
grazie a chi ha voluto continuare nell’impegno<br />
per la realizzazione degli<br />
scopi della Polisportiva, e un grande<br />
benvenuto ai tre nuovi consiglieri, <strong>La</strong>mi<br />
Elisa, Biondini Luca e Calicetti Vittorio,<br />
che hanno mostrato la volontà di<br />
condividere con tutti noi questo impegno.<br />
Poiché è un po’ di tempo che non<br />
parliamo di noi e delle piccole cose<br />
che facciamo, rispondo volentieri all’invito<br />
della “Luna” per comunicare alla<br />
nostra comunità chi siamo e cosa effettivamente<br />
facciamo.<br />
Siamo iscritti, da otto anni, al Registro<br />
Provinciale Di Promozione Sociale,<br />
riconoscimento importante sia al<br />
nostro statuto e agli scopi cui si ispira,<br />
sia alle attività che effettivamente<br />
6 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Polisportiva di Palagano<br />
35 anni di attività<br />
svolgiamo all’interno<br />
della nostra comunità.<br />
Senza trascurare<br />
gli aspetti agonistici,<br />
il nostro impegno<br />
è volto soprattutto<br />
alla promozione<br />
dello sport per<br />
tutti, dai più piccoli<br />
agli adulti, fino agli anziani.<br />
Responsabile tecnico per le attività<br />
giovanili e operatrice per la pallavolo<br />
femminile è Nicoletta Casini, coadiuvata<br />
da un gruppo di giovani cresciute<br />
attraverso le attività motorie e più<br />
prettamente agonistiche della nostra<br />
Polisportiva. Per quanto riguarda i bambini<br />
e i giovani, abbiamo attivato un<br />
lavoro di formazione fisica per i più piccoli<br />
a partire dall’ultimo anno della<br />
scuola materna, un Centro di avviamento<br />
allo sport con indirizzo pallavolo, di<br />
cui sono responsabili Nicoletta Casini<br />
e Stefania Pradelli; un corso di avviamento<br />
alla pallavolo per ragazzi e<br />
ragazze della scuola media e prima<br />
superiore affidato a Nicoletta Casini per<br />
le ragazze e al sottoscritto per i ragazzi.<br />
<strong>La</strong> squadra femminile under 15<br />
si è classificata terza nel proprio girone<br />
del campionato provinciale CSI; entrambe<br />
le squadre, sempre under 15,<br />
partecipano ora al torneo “Barani”, organizzato<br />
dal CSI di Modena.<br />
Durante l’estate, abbiamo continuato<br />
la collaborazione con la Società<br />
Gallesi di Carpi, nella organizzazione<br />
e nella gestione di un Camp estivo di<br />
avviamento a varie discipline sportive,<br />
tra cui la pallavolo, che ha visto la partecipazione<br />
settimanale di una sessantina<br />
di ragazzi provenienti, oltre che dal<br />
nostro territorio, da tutta la provincia.<br />
Torneo di Beach Volley<br />
Questa esperienza, voluta dalla Società<br />
carpigiana e sostenuta dall’Amministrazione<br />
comunale, ha raggiunto il<br />
sesto anno di attività, contribuendo alla<br />
valorizzazione dei vecchi campi da tennis,<br />
trasformati in campi da beach<br />
volley, da pallavolo e da calcetto.<br />
Durante l’estate, nella seconda metà<br />
di luglio, abbiamo organizzato il nostro<br />
tradizionale torneo di pallavolo misto<br />
nel campo all’aperto del parco comunale;<br />
all’ultima edizione hanno partecipato<br />
otto squadre, di cui tre di Palagano.<br />
Anche questa manifestazione<br />
riscuote un grande successo di pubblico<br />
e, soprattutto nelle fasi finali,<br />
anche un discreto livello di gioco.<br />
Il calcio giovanile è un settore in crescita,<br />
dopo alcuni anni di esperienze<br />
non sempre felici con altre società<br />
della montagna.<br />
Anima di questa attività è sempre<br />
Sandro Giusti, responsabile in prima<br />
persona della squadra 2004/2005,<br />
coadiuvato nei due anni precedenti da<br />
Alessandro Rioli, per i '92/'93, e, dal<br />
corrente anno, da Martelli Fabio e Ori<br />
Daniele, e, naturalmente, da un gruppo<br />
di appassionati genitori.<br />
Queste due squadre partecipano ai rispettivi<br />
campionati provinciali CSI e si<br />
rivolgono a circa una trentina di ragazzi.<br />
Una importante iniziativa è stata realizzata<br />
insieme alla Società San Fe-
lice durante la scorsa estate: la società<br />
sportiva del paese terremotato è<br />
stata ospite della nostra comunità per<br />
un giorno. È stato organizzato un incontro<br />
di calcio fra squadre giovanili,<br />
e, soprattutto, è stato realizzato un incontro<br />
conviviale, grazie alla collaborazione<br />
dell’Amministrazione comunale<br />
e delle signore volontarie che hanno<br />
preparato il pranzo per i ragazzi e gli<br />
accompagnatori. Un ringraziamento<br />
particolare va a Sandro Giusti e Daniele<br />
Bettuzzi, che hanno coordinato<br />
l’iniziativa.<br />
Durante l’estate scorsa e in quella precedente,<br />
abbiamo partecipato al Torneo<br />
della montagna di calcio, di cui<br />
sono stati responsabili Michele Fiorenzi<br />
e Andrea Fratti; al di là del risultato<br />
finale, mi è sembrato importante vedere<br />
in campo ragazzi cresciuti nelle<br />
nostre squadre giovanili, poi passati ad<br />
altre squadre più importanti. È stato<br />
bello anche tornare a vedere la partecipazione<br />
del pubblico palaganese alle<br />
partite della nostra squadra.<br />
Come ogni anno, poi, dal 10 al 20 luglio,<br />
organizziamo un corso di calcio<br />
della durata di dieci lezioni, di cui è<br />
responsabile tecnico l’amico professor<br />
Giacomo Abate; la partecipazione dell’estate<br />
scorsa, ma anche delle precedenti<br />
estati è stata sempre molto<br />
numerosa, con oltre cinquanta ragazzi<br />
partecipanti, dai 5 ai tredici anni e<br />
Squadra femminile Under 15 di Pallavolo<br />
non solo palaganesi. Questa iniziativa,<br />
abbiamo notato, è infatti molto apprezzata<br />
anche da famiglie che si trovano<br />
in vacanza nel nostro Comune.<br />
Nei mesi di dicembre e gennaio, abbiamo<br />
partecipato al “Torneo Boldrini”,<br />
classica manifestazione di calcetto organizzata<br />
dal CSI di Modena, con due<br />
squadre, 2004 e 2005, dirette da Dino<br />
Bertogli e Sandro Giusti; con quest’ultima<br />
abbiamo raggiunto i quarti di finale.<br />
In ordine alle attività giovanili è doveroso<br />
segnalare la partecipazione<br />
della Polisportiva Palagano al “Bando<br />
Sport” promosso dalla Fondazione<br />
Cassa di Risparmio di Modena, con<br />
un progetto denominato “Attività<br />
motorie e sportive rivolto a bambini e<br />
ragazzi dai 5 ai 14 anni”; siamo orgogliosi<br />
nel dire che il nostro progetto è<br />
stato, in primo luogo, approvato dalla<br />
Fondazione ad agosto 2011, con promessa<br />
di finanziamento, una volta realizzato,<br />
di € 3035.<br />
Tale progetto, che riguardava le attività<br />
giovanili dell’anno sportivo 2011/<br />
2012, è stato completamente realizzato,<br />
fatto oggetto della necessaria<br />
rendicontazione e relazione finale<br />
presso la stessa Fondazione, che ha<br />
Strapazzona 2012. Partenza.<br />
provveduto alla liquidazione del contributo<br />
previsto dal bando stesso. Alla<br />
Fondazione va la nostra gratitudine per<br />
aver voluto premiare la serietà e la validità<br />
del nostro impegno, gratitudine<br />
estesa a tutti gli operatori che hanno<br />
reso possibile la realizzazione del progetto.<br />
Proprio perché siamo una Polisportiva,<br />
cerchiamo di rispondere a tutte le richieste<br />
sportive: un corso di ginnastica<br />
dolce tenutro da Elisa <strong>La</strong>mi, uno<br />
di step tenuto da Stefania Pradelli, uno<br />
di danza per ragazze e signore più giovani<br />
tenuto da Federica Ferrarini, e un<br />
corso di presciistica per gli amanti dello<br />
sci tenuto da Franco Tosi.<br />
Il settore sci è in calo per quanto riguarda<br />
la parte agonistica, pur potendo<br />
segnalare i buoni risultati ottenuti<br />
da Antonio Zecchini nella categoria<br />
“Master”; nel corrente anno abbiamo<br />
rinnovato la partecipazione al “Trofeo<br />
delle Regioni”, gara a squadre, aperta<br />
a tutte le categorie, nella quale ci siamo<br />
qualificati per la fase nazionale.<br />
Notevole, invece, è stata la partecipazione<br />
dei nostri ragazzi alla scuola sci,<br />
soprattutto nell’annata sportiva scorsa,<br />
durante la quale ben 23 bambini,<br />
dai 5 ai 10 anni, hanno frequentato il<br />
corso sci alle Piane di Mocogno e 15<br />
al Cimone, per i più grandi.<br />
Nonostante tutto, anche nel corrente<br />
anno abbiamo riscontrato una buona<br />
partecipazione: 15 alle Piane, con almeno<br />
cinque fra bambini e bambine,<br />
al di sotto dei sei anni, con alcuni che<br />
non avevano mai provato lo sci. Il corso<br />
si è concluso il lunedì di Pasqua,<br />
con una gara finale, magnificamente<br />
organizzata dalla scuola sci Piane di<br />
Mocogno. Devo dire che è stato bellissimo<br />
vedere questi mini sciatori,<br />
anche i più inesperti, cimentarsi fra le<br />
porte di uno slalom gigante e raggiungere<br />
il traguardo fra gli applausi del<br />
pubblico, dei genitori e dei nonni.<br />
Ai maestri di sci tutti, ma in particola-<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
7
e al maestro Giacomo, al maestro<br />
Puntel e al maestro Sala, va il nostro<br />
ringraziamento per la professionalità e<br />
la capacità di fare amare lo sci ai nostri<br />
ragazzi. Anche quest’anno, fra non<br />
poche difficoltà, siamo riusciti a realizzare<br />
<strong>La</strong> Gara Sociale, 21° Trofeo<br />
Renzo Ruggi, intitolata all’amico, appassionato<br />
di sci, prematuramente<br />
scomparso. <strong>La</strong> partecipazione è stata<br />
buona per quanto riguarda i piccoli;<br />
purtroppo, meno per gli adulti, tuttavia,<br />
grazie alla collaborazione con il<br />
team Gianni Sport, che ha condiviso<br />
con noi le spese di organizzazione,<br />
possiamo dire che tutto è andato bene<br />
anche se non benissimo; è mancata<br />
completamente la partecipazione della<br />
componente femminile adulta e della<br />
maggior parte dei giovani.<br />
Un grazie, comunque, va alla scuola<br />
sci Rio<strong>luna</strong>to per la perfetta organiz-<br />
8 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
zazione e al nostro maestro di sci<br />
Giampaolo Casini. In questi ultimi anni<br />
è ripartita l’organizzazione della<br />
“Strapazzona”, corsa podistica non<br />
competitiva, che organizziamo annualmente<br />
in collaborazione con l’Amministrazione<br />
comunale di Palagano, di<br />
cui è responsabile il nostro consigliere<br />
Andrea <strong>La</strong>mi. L’ultima manifestazione,<br />
che sta crescendo di anno in anno,<br />
si è svolta il 29 luglio ed ha visto la<br />
partecipazione di oltre 400 atleti. Il<br />
nostro grazie più sincero per la magnifica<br />
organizzazione, oltre ai responsabili,<br />
va a tutti coloro che hanno collaborato,<br />
ma soprattutto ai giovani che,<br />
con entusiasmo hanno dato la loro disponibilità,<br />
al Comitato Aravecchia,<br />
che ci ha permesso di utilizzare alcuni<br />
materiali della “Festa dei Matti”, a<br />
Daniele Forti per la logistica e a tutti<br />
gli sponsor che ci hanno sostenuto.<br />
<strong>La</strong> manifestazione di quest’anno ha<br />
rappresentato anche l’occasione per<br />
Animale in pericolo a Sant’Andrea Pelago<br />
Notizie da Palagano e dintorni<br />
offrire un modesto contributo alle popolazioni<br />
delle zone terremotate dell’Emilia,<br />
cui va tutta la nostra solidarietà.<br />
Possiamo quindi verificare che<br />
la nostra comunità esprime una grande<br />
domanda di sport, cui si cerca di<br />
rispondere nel modo migliore, utilizzando<br />
la volontaria disponibilità dei nostri<br />
collaboratori, cui va il grazie di tutta<br />
l’associazione; ma il nostro grazie va<br />
senza dubbio all’Amministrazione comunale<br />
per la sensibilità che dimostra<br />
verso l’attività che svolgiamo, offrendo<br />
in modo gratuito servizi e strutture, a<br />
tutti i nostri sponsor, che ci sostengono<br />
con erogazioni liberali e con materiali,<br />
ma soprattutto grazie ai nostri quasi<br />
duecento soci, che dimostrano di<br />
credere nel nostro modo di proporre lo<br />
sport, all’AVAP, sempre presente in<br />
occasione delle nostre manifestazioni,<br />
e, comunque, a tutti coloro che,<br />
nelle varie occasioni, prestano la loro<br />
collaborazione.<br />
RicevutoPubblichiamo<br />
Un saluto a tutti i lettori de la Luna <strong>nuova</strong>. Il mio nome è Riccardo Lenzini,<br />
sono veterinario e sono originario di Sillano di Garfagnana, paese nel<br />
quale, oltre a svolgere il mio lavoro di libero professionista per vari anni,<br />
ho ricoperto il ruolo di volontario per la vigilanza ambientale e venatoria<br />
del territorio. Da dieci anni mi sono trasferito nel comune di Pievepelago,<br />
dove ho famiglia e residenza e collaboro con le associazioni locali e<br />
provinciali in materia di ambiente ed ecologia. Ho scelto il vostro mezzo<br />
di comunicazione, in aggiunta a mezzi più istituzionali, per informare e<br />
rendere partecipi le persone del vostro Comune di un fatto di cui siamo stati informati il primo aprile scorso: si tratta<br />
dell’avvistamento, da parte di un escursionista, di un grosso rettile, ovviamente non originario delle nostre zone. E’<br />
stata consegnata una fotografia scattata da un escursionista, subito recapitata ai servizi faunistici provinciali. Il luogo<br />
dell’avvistamento è compreso nel territorio di Sant’Andrea Pelago, nella zona limitrofa al comune di Rio<strong>luna</strong>to e vicina<br />
alla punta meridionale del comune di Palagano. Inizialmente, tutti, me compreso, hanno creduto ad una “bufala”, poi ci<br />
si è dovuti ricredere. Si tratta di un grosso sauro di una lunghezza compresa fra 2 e i 2,5 metri.<br />
<strong>La</strong> specie in questione è stata ricondotta a quella di varanus komodoensis, e l’esemplare è un giovane di 3-4 anni. E’<br />
sicuramente fuggito da operazioni di trasporto e, purtroppo, vi è certezza che si sia trattato di attività clandestine (non<br />
vi è altra spiegazione) benché non siano ancora resi disponibili altri dettagli dalle autorità. E’ possibile che abbia<br />
viaggiato anche decine di chilometri per i boschi, in cerca di cibo. Si tratta di una specie classificata dagli zoologi come<br />
“vulnerabile”, il grado inferiore delle specie minacciate dall’estinzione. Il nostro obiettivo è quello di riportare<br />
l’animale sano e salvo nel suo habitat naturale ed è per questo che chiediamo di segnalare immediatamente<br />
eventuali avvistamenti agli enti locali ed ai servizi faunistici provinciali. Benché si tratti di un animale<br />
potenzialmente pericoloso anche per l’uomo (un esemplare adulto, può uccidere un animale di grossa taglia con un<br />
solo morso, a causa delle infezioni provocate dal cavo orale del rettile, quest’ultimo contaminato da numerosi agenti<br />
patogeni, principalmente batterici), non vi è motivo di allarmarsi, in quanto è una creatura generalmente schiva e<br />
l’esemplare si trova con buona probabilità in stato di deperimento per denutrizione. E’ consigliabile comunque una<br />
particolare cautela per chi si trovasse a fare escursioni nelle zone in questione. Per non rubare ulteriore spazio al vostro<br />
giornale, non mi dilungherò ulteriormente e vi invito a contattarci per ulteriori dettagli. Confidando nella vostra attenzione<br />
e collaborazione e ringraziando il giornale per lo spazio concesso, porgo cordiali saluti.<br />
Riccardo Lenzini<br />
CONTATTI. Cell: 333 6675910 - 345 2804564 (R. Lenzini) - Mail:r.lenzini@ausl.lu.it - lenzini@comune.pievepelago.it
Notizie da Palagano e dintorni<br />
SUI SENTIERI DELLA LIBERTÀ<br />
Il Parco Santa Giulia, così<br />
gremito di gente e di tanti<br />
bambini, ha dato un<br />
significato particolare a<br />
questa giornata<br />
Un 25 Aprile<br />
per ricordare e da ricordare<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
di Patrizia Dignatici<br />
Bellissima giornata quella del 25 Aprile al Parco della<br />
Resistenza di Santa Giulia. Già alle 8.30 nella<br />
Piazza del Municipio di Palagano un colorato e<br />
festante gruppo di mattinieri era in fila per registrarsi<br />
alla Camminata “Sui Sentieri della Libertà”, da Palagano<br />
a Santa Giulia.<br />
<strong>La</strong> manifestazione è stata promossa dall'Istituto Storico<br />
di Modena, che ora gestisce il Parco di Santa<br />
Giulia. Il programma prevedeva che nel Parco, verso<br />
le 12.30, convergessero tre gruppi provenienti da tre<br />
dei Comuni che un tempo facevano parte della Repubblica<br />
di Montefiorino.<br />
Le operazioni sono andate un po' per le lunghe per l'imprevisto numero di partecipanti (80-90), ma alle 9.30 siamo partiti<br />
al seguito della guida esperta di Umberto Rioli, del GEP di Palagano.<br />
Subito una salita impegnativa ci ha portati ai piedi della Locanda Cialamina, poi sulla Via dei Cavallari verso Santa Giulia.<br />
Il gruppo, partito compatto, si è un po' sgranato lungo il percorso, come sempre avviene quando ci sono camminatori<br />
allenati e meno allenati.<br />
Sul crinale una breve sosta per due parole sulle formazioni<br />
partigiane che operarono nel territorio della Repubblica e sulla<br />
sua nascita, poi di nuovo in marcia.<br />
All'arrivo ci siamo ricongiunti con il gruppo degli escursionisti<br />
di Prignano e Montefiorino e abbiamo partecipato a una<br />
breve cerimonia ufficiale di commemorazione del 25 Aprile,<br />
con il nostro sindaco Fabio Braglia, il vicesindaco Paola<br />
Bertelli e il sindaco di Prignano, Mauro Fantini, rappresentanti<br />
degli alpini e dell'Associazione per il fare in comune<br />
“Montagna Viva”.<br />
Dopo pranzo, alle 15.30 ha avuto inizio la conferenza-spettacolo<br />
"Musica e Resistenza dagli anni cinquanta ad oggi": le<br />
più belle canzoni d'autore dedicate alla storia della Resisten-<br />
za, con Claudio Silingardi, la Compagnia musicale sassolese<br />
e Luciano Gaetani, fondatore dei Modena City Rambler.<br />
Vedere il Parco della Resistenza di Santa Giulia così gremito<br />
di gente e di tanti bambini, ha dato un significato particolare<br />
a questa giornata: a me ha regalato un segno di grande<br />
speranza.<br />
COSTRIGNANO<br />
162 ORE DI LAVORO AL PARCO<br />
Alcuni cittadini di Costrignano e il Gruppo Alpini<br />
di Palagano hanno eseguito lavori di risistemazione<br />
del parco della frazione. (pd)<br />
9
L'impegno<br />
DEI BAMBINI<br />
STRAGE DEL 18 MARZO<br />
All'interno degli eventi organizzati nel<br />
Comune di Palagano per il 15-16-17<br />
marzo, in occasione del 69° anniversario<br />
della strage di Monchio, Costrignano<br />
e Susano, ci sembra importante sottolineare<br />
alcuni aspetti di novità: la numerosa<br />
partecipazione della popolazione<br />
di tutto il Comune e la collaborazione<br />
di tutte le Associazioni; la serata organizzata<br />
dalle associazioni dei paesi coinvolti dalla strage:<br />
"Musica e parole s'incontrano", nel teatro di Palagano;<br />
la camminata sui luoghi della strage a<br />
Monchio; la partecipazione del sindaco di Stazzema,<br />
Michele Silicani, alla giornata del 17 marzo, ma soprattutto<br />
la presenza degli alunni della scuola primaria<br />
di Monchio intitolata proprio al 18 marzo 1944,<br />
protagonisti della commemorazione ufficiale.<br />
Queste sono le parole e gli impegni che si sono<br />
assunti in prima persona:<br />
"Siamo gli alunni della scuola primaria di<br />
Monchio.<br />
Siamo venuti qui insieme perché vogliamo ricordare<br />
tutte le persone che sono morte in<br />
questa strage.<br />
Nella tradizione ebraica la pietra significa legame<br />
e memoria: noi le abbiamo portate perché<br />
ci impegniamo a mantenere un legame con<br />
queste vittime.<br />
LAMA DI MONCHIO<br />
UN PRESEPE DEDICATO AI TERREMOTATI<br />
In occasione dell'ormai<br />
tradizionale mostra dei<br />
presepi che si tiene nei<br />
mesi di dicembre e gennaio<br />
a <strong>La</strong>ma di Monchio,<br />
un presepe è stato dedicato<br />
alle vittime del terremoto<br />
del 20 e 29 maggio<br />
2012, in segno di vicinanza<br />
e commossa partecipazione.<br />
Il presepe è stato realizzato su un muro di sasso di una casa distrutta. (ac)<br />
10 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Notizie da Palagano e dintorni<br />
Abbiamo voluto accendere le nostre candele<br />
da questo braciere perché ci impegneremo a<br />
tenere vivo il ricordo di quello che è successo.<br />
Quando c'è la bella stagione giochiamo insieme<br />
nel parco dedicato a tutte le vittime della<br />
strage: ci impegniamo ad averne cura e rispetto.<br />
A scuola abbiamo conosciuto quello che è successo<br />
qui tanti anni fa e abbiamo capito che gli<br />
uomini possono essere davvero cattivi: ci impegneremo<br />
ad essere bambini di pace.<br />
Alcune delle vittime della strage erano bambini<br />
come noi e ancora in tante parti del mondo i<br />
diritti dei bambini vengono calpestati: noi siamo<br />
qui per chiedere pace per tutti loro."<br />
<strong>La</strong> banda di Palagano ha accompagnato la cerimonia<br />
e in particolare la Corale palaganese, diretta<br />
dal maestro Ottavio Piacentini, ha cantato per la<br />
prima volta la canzone in memoria della strage di<br />
Monchio. Davvero emozionante! (pd)
Notizie da Palagano e dintorni<br />
Rolando Rivi<br />
SEMINARISTA MARTIRE<br />
di don Carlo Bertacchini<br />
Il papa Francesco ha recentemente<br />
approvato il decreto di beatificazione<br />
del seminarista Rolando Rivi, ucciso<br />
alle Piane di Monchio venerdì 13 aprile<br />
1945 da alcuni partigiani appartenenti<br />
al Battaglione Frittelli.<br />
Rolando fu accusato di essere una<br />
spia dei tedeschi, di aver rubato indumenti<br />
ed armi e di aver sparato contro<br />
i partigiani. Tutte accuse risultate poi,<br />
in occasione dei processi di primo e<br />
secondo grado, completamente infondate.<br />
Risulta pertanto difficile spiegare<br />
il perché di questo gesto, come<br />
anche del fatto che prima di essere<br />
ucciso Rolando venne, a detta di testimoni,<br />
torturato e seviziato, preso a<br />
calci e insultato. E stiamo parlando di<br />
un ragazzino di appena 14 anni.<br />
L’unica cosa che possiamo dire è quella<br />
che è stata riconosciuta anche dalla<br />
Chiesa nell’esame delle vicende accadute:<br />
Rolando è un martire. È stato<br />
Il seminarista quattordicenne assassinato<br />
nel 1945 alle Piane di Monchio sarà<br />
proclamato beato da papa Francesco<br />
ucciso in odio alla fede e sappiamo<br />
che questo odio ha delle radici molto<br />
lontane. <strong>La</strong> storia dell’umanità ha conosciuto<br />
diverse manifestazioni di questo<br />
odio, e purtroppo ne conosce ancora.<br />
Dal peccato originale l’odio è<br />
entrato nel mondo e assume ogni volta<br />
forme diverse, ma il suo compito è<br />
sempre lo stesso: distruggere il piano<br />
d’amore di Dio. Noi non possiamo né<br />
vogliamo giudicare il grado di responsabilità<br />
che le persone hanno in queste<br />
terribili tragedie, perché siamo consapevoli<br />
che il maligno spesso trae in<br />
inganno, e per indurci a certi comportamenti<br />
si è servito anche di ideologie<br />
cosiddette a favore dell’uomo per cui<br />
tante volte siamo caduti vittime e colpevoli<br />
allo stesso tempo. Ma dobbiamo<br />
svegliarci e reagire con semplicità<br />
e fermezza che sono anche i tratti tipici<br />
della figura di Rolando Rivi.<br />
Consiglio vivamente di imparare a conoscere<br />
questa splendida figura: pochi<br />
anni di vita, ma vissuti intensamente,<br />
nell’amicizia con Gesù e nella scoperta<br />
della sua vocazione, quella di<br />
diventare sacerdote. Una fede a detta<br />
di molti coinvolgente, perché vissuta<br />
con sincerità e fino in fondo.<br />
"Fino in fondo" possono essere davvero<br />
le parole che descrivono il suo<br />
rapporto con Gesù, come anche la<br />
decisione per lui fatale di non togliersi<br />
l’abito talare quando era vivamente<br />
sconsigliato per i motivi descritti<br />
in precedenza. Ma lui non poteva abbandonare<br />
il suo amico e il suo proposito<br />
di seguirlo appunto fino in fondo.<br />
Così, anche quando si è trovato<br />
costretto a fare rientro nel suo pae-<br />
Piane di Monchio. Luogo<br />
dell'uccisione di Rolando Rivi<br />
se a San Valentino di Castellarano interrompendo<br />
la formazione in seminario,<br />
Rolando ha sempre continuato a<br />
portare l’abito talare, a fare apostolato<br />
nella sua parrocchia e ad essere uno<br />
splendido testimone dell’amore di Dio<br />
per i famigliari, per gli amici e per i<br />
poveri. Di Rolando non abbiamo degli<br />
scritti, ma solo alcune frasi semplici,<br />
profonde e soprattutto vissute. Una di<br />
queste, quattro parole in tutto, è stata<br />
riportata nella cassetta che contiene<br />
le sue spoglie mortali, può esserci di<br />
aiuto per scongiurare quell’inganno diabolico<br />
che sempre si può materializzare<br />
se non siamo vigilanti e che ci<br />
costringerebbe a scrivere altre vergognose<br />
pagine nella storia della nostra<br />
umanità.<br />
“Io sono di Gesù”, l’unica risposta che<br />
possiamo dare alla menzogna devastante<br />
che l’uomo appartiene solo a<br />
se stesso, che in definitiva è la menzogna<br />
che è stata all’origine delle due<br />
ideologie del male del secolo scorso:<br />
l’esaltazione della razza del nazismo<br />
e il collettivismo comunista. Sì, ripetiamolo<br />
con Rolando che dal cielo è<br />
potente intercessore: noi siamo di<br />
Gesù. Viviamolo con semplicità, lontani<br />
dal peccato, nella vita quotidiana,<br />
e allora l’umanità potrà davvero sperare<br />
di risplendere per quella che essa è<br />
nel pensiero di Dio. Chiediamo una preghiera<br />
speciale a Rolando per i giovani,<br />
che siano felici di aver trovato il tesoro<br />
prezioso che lui ci ha lasciato<br />
come testamento della sua vita: Gesù,<br />
l’amico.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
11
di Giulia Grossi<br />
<strong>La</strong> Polisportiva Monchio è un’organizzazione<br />
sportiva che da anni promuove<br />
sport, feste per il paese e momenti<br />
di ritrovo. <strong>La</strong> sua prima fondazione risale<br />
al 26 luglio 1986. Tra i compiti<br />
ordinari della Polisportiva espressi nel<br />
primo Statuto, si notano l’organizzazione<br />
delle attività culturali, ricreative<br />
e sportive e l’impegno affinché vengano<br />
istituiti “servizi stabili per una pratica<br />
gestionale delle attività e degli impianti<br />
di tempo libero”.<br />
Fin dai primi anni, infatti, la Polisportiva<br />
ha collaborato con la Parrocchia, la<br />
scuola e il paese intero: sono state<br />
svolte donazioni alla Chiesa di Monchio<br />
(fonte battesimale), alla scuola e anche<br />
al parco, dove sono stati installati<br />
giochi per i bimbi. <strong>La</strong> Polisportiva ha<br />
ogni anno promosso la classica festa<br />
estiva, spettacoli e giochi per bambini,<br />
ma anche varie attività sportive in<br />
palestra (corsi serali di ginnastica e<br />
corsi di pallavolo e di avviamento) e al<br />
campetto (tornei estivi di pallavolo).<br />
Il primo campetto che è stato usato a<br />
Monchio è stato quello della scuola<br />
elementare, ma verso la fine degli anni<br />
’90 è stato rimpicciolito per permettere<br />
l’espansione della scuola; il paese,<br />
perciò, non aveva più un campo sportivo<br />
per poter effettuare partite e manifestazioni,<br />
ma il Comune ci promise che<br />
avrebbe provveduto a creare un nuovo<br />
luogo sportivo a Monchio. In attesa che<br />
ciò avvenisse le feste della Polisportiva<br />
si sono svolte in piazza.<br />
L’attività della Polisportiva è ripresa a<br />
gonfie vele nel gennaio 2007, quando<br />
12 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
ASSOCCIAZIONISMO & SOLIDIDARIETA'<br />
Polisportiva<br />
MONCHIO<br />
un numeroso gruppo di persone si è<br />
incontrato all’ “ex-Asilo” (attuale sede<br />
della Polisportiva Monchio) con gli<br />
stessi scopi delle precedenti organizzazioni,<br />
cioè di promuovere lo sport<br />
nel paese e, soprattutto, di organizzare<br />
più feste e di pianificare più momenti<br />
di ritrovo per i paesani e no. In<br />
questo nuovo gruppo eravamo presenti<br />
in molti, giovani e meno giovani (molti<br />
soci e fondatori della “vecchia”<br />
Polisportiva, ma anche molti ragazzi<br />
“nuovi” guidati dalla voglia di fare qualcosa<br />
di diverso per il proprio paese) e<br />
da quel momento la Polisportiva è cresciuta<br />
in un modo abbastanza rapido,<br />
portando a termine molti progetti.<br />
Nel luglio dello stesso anno è stata<br />
organizzata la “Prima festa della trebbiatura”,<br />
con la durata di tre giorni.<br />
Nel frattempo sono stati iniziati i lavori<br />
per il campo polivalente nella zona attuale,<br />
che è stato portato a termine e<br />
quindi inaugurato nel luglio 2008. Il<br />
nuovo campetto è stato dedicato a Lorenzo<br />
Malagoli.<br />
Nel giro di poco tempo si è cominciato<br />
a parlare di costruire una capannina<br />
al lato del campetto, sopra gli spogliatoi,<br />
con il progetto di avere un luogo<br />
da utilizzare come cucina per poter<br />
preparare da mangiare durante le feste.<br />
In questa struttura sono stati investiti<br />
gran parte dei soldi guadagnati<br />
con la festa estiva, con quella della<br />
castagna e con le cene natalizie, eventi<br />
nei quali ci siamo impegnati ogni<br />
anno; inoltre un piccolo contributo economico<br />
è stato fornito dal Comune.<br />
Nel 2009 a giugno è stata organizzata,<br />
grazie a Giuseppe ed Ercole, la<br />
prima corsa podistica a Monchio.<br />
Nello stesso anno si è svolto il primo<br />
torneo estivo di pallavolo misto e, l’anno<br />
seguente, il primo Memorial Lorenzo<br />
Malagoli (torneo di calcetto maschile).<br />
Nel 2011 è stato organizzato a Monchio<br />
il primo carnevale, con maschere e<br />
carri allegorici, organizzato dai genitori<br />
dei bambini e ragazzi di Monchio.<br />
Nello stesso anno è, inoltre, stata portata<br />
definitivamente a termine la<br />
capannina, che è nata grazie al lavoro<br />
dei paesani: gli “esperti del mestiere”<br />
del posto hanno coordinato le attività<br />
di costruzione, che sono giunte a termine<br />
con il costante impegno e con la<br />
fatica di molte persone.<br />
Le attività previste ogni anno dalla<br />
Polisportiva sono il Memorial Lorenzo<br />
Malagoli, il torneo di pallavolo, la corsa<br />
podistica “<strong>La</strong> Panoramica”, la “Festa<br />
d'Estate” (quest’anno 19-20-21 luglio<br />
2013), la Festa della castagna e<br />
la cena natalizia (per raccogliere i soldi<br />
per le luminarie nel paese). Da qualche<br />
anno, inoltre, dopo un periodo di<br />
assenza di giocatori con il nome<br />
“Polisportiva Monchio”, ha ripreso il via<br />
la squadra di calcio a livello amatoriale.<br />
Novità dell’anno: la corsa podistica “<strong>La</strong><br />
Panoramica” è stata inserita nel Trofeo<br />
del Frignano di corsa in montagna<br />
(campionato UISP) e, perciò, oltre ai<br />
classici percorsi non competitivi, ci<br />
sarà anche la corsa competitiva.<br />
Siamo così arrivati ai giorni nostri, di<br />
passi se ne sono fatti tanti, ma non è<br />
finita qui.<br />
Speriamo di farne ancora molti altri insieme!<br />
Veniteci a trovare.
GRUPPO DI MAGGIORANZA<br />
Nomina delle varie figure<br />
del seggio elettorale<br />
C O M U N E<br />
INFORMA<br />
Molte volte ci hanno chiesto<br />
come mai si vedono sempre le<br />
stesse persone ai seggi elettorali,<br />
per cui per la massima trasparenza,<br />
diamo di seguito le<br />
informazioni sulle nomine delle<br />
varie figure componenti il seggio<br />
elettorale, in modo da sapere<br />
cosa bisogna fare per essere chiamati.<br />
Il seggio elettorale è composto dal presidente, dal segretario<br />
e da 4 scrutatori (3 in caso di referendum).<br />
Il presidente di seggio è nominato dal presidente della Corte<br />
d’appello di Bologna scegliendolo tra gli iscritti all’Albo<br />
dei presidenti. I cittadini interessati a ricoprire l’incarico di<br />
presidente di seggio elettorale, se in possesso dei requisiti<br />
previsti dalla normativa vigente, devono fare domanda di<br />
inserimento nell’Albo delle persone idonee all’Ufficio di presidente<br />
di seggio elettorale al comune di residenza nel mese<br />
di ottobre.<br />
Il segretario è scelto direttamente dal presidente di seggio,<br />
deve essere un elettore del comune in possesso di diploma<br />
di istruzione secondaria di secondo grado.<br />
Gli scrutatori sono nominati dalla Commissione elettorale<br />
comunale, composta dal Sindaco e da 3 consiglieri comunali<br />
(2 maggioranza, 1 minoranza), circa 25 giorni prima<br />
della data fissata per le elezioni, scegliendoli tra gli iscritti<br />
all’Albo degli scrutatori. I cittadini interessati a svolgere le<br />
funzioni di scrutatore di seggio elettorale devono presentare<br />
domanda di iscrizione nell’apposito Albo al comune di<br />
residenza nel mese di novembre.<br />
L’inclusione nel predetto albo è subordinata al possesso<br />
dei seguenti requisiti: essere elettore del comune; aver assolto<br />
gli obblighi scolastici; non essere dipendente del Ministero<br />
dell’Interno, Poste e Telecomunicazioni, Trasporti;<br />
non appartenere alle forze armate in servizio, né svolgere,<br />
presso le U.S.L., le funzioni già attribuite al medico provinciale,<br />
all’ufficiale sanitario o al medico condotto; non essere<br />
segretario comunale né dipendente dei comuni normalmente<br />
addetto o comandato a prestare servizio presso gli<br />
uffici elettorali.<br />
Si precisa che attualmente l’Albo degli scrutatori del comune<br />
di Palagano è composto da 84 persone e pertanto<br />
chi volesse essere iscritto in questo Albo deve obbligatoriamente<br />
fare domanda di iscrizione al proprio comune di<br />
Spazio autogestito offerto ai Gruppi consigliari<br />
del comune di Palagano<br />
residenza nel mese di novembre.<br />
L’ufficio elettorale del comune (sig.ra Emanuela e sig.ra<br />
Giovanna) sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.<br />
GRUPPO DI MAGGIORANZA<br />
Nuove modalità di accesso<br />
alla rete WiFi del Comune<br />
Per rendere ancora più fruibile<br />
l’accesso alla rete WiFi<br />
pubblica, soprattutto per le frazioni,<br />
che avrebbero dovuto recarsi<br />
in comune per avere la<br />
password e pagare 10,00 euro,<br />
il comune di Palagano ha sostenuto<br />
ed approvato, come<br />
gli altri enti dell’Unione dei comuni<br />
Valli Dolo, Dragone e Secchia, le nuove modalità di<br />
accesso alla rete WiFi molto più semplici, immediate e<br />
gratuite.<br />
<strong>La</strong> rete WiFi assicura la connessione ad Internet con banda<br />
larga attraverso computer portatili, palmari e telefoni<br />
cellulari di <strong>nuova</strong> generazione.<br />
Tutti possono usufruirne ed il collegamento d’ora in<br />
avanti sarà gratuito.<br />
Per accedere alla rete è necessario ottenere una password<br />
registrandosi autonomamente in una delle zone coperte<br />
dal segnale, che per il territorio del comune di Palagano<br />
sono le seguenti: Palagano: teatro, piazza del mercato<br />
(ufficio UIT), piazza del municipio, parco comunale;<br />
Savoniero: piazzale della chiesa e area sportiva; Susano:<br />
piazzale della chiesa: Costrignano: piazzale della chiesa<br />
e piazzale del bar, Monchio: polo scolastico, area sportiva;<br />
Boccassuolo: piazzale Polisportiva.<br />
Gli utenti muniti di cellulare italiano saranno autonomi nella<br />
registrazione, in alternativa possono recarsi presso la<br />
sede comunale per ottenere un utenza identificandosi con<br />
un documento d'identità.<br />
Procedura per la registrazione e l’accesso<br />
Una volta connessi alla rete WiFi Palagano, aprendo il<br />
browser, comparirà una maschera che richiede le credenziali.<br />
Prima di effettuare il login è necessario registrarsi cliccando<br />
sulla dicitura: "Non hai ancora le credenziali? Registrati<br />
ora" e indicare il proprio numero di cellulare, segnarsi le<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
13
ComuneInforma<br />
credenziali rilasciate dal sistema, effettuare una chiamata<br />
gratuita al numero indicato a video (il segnale risulterà occupato):<br />
a questo punto si è già registrati.<br />
Nel caso in cui l’utente perda la password potrà effettuare<br />
<strong>nuova</strong>mente la registrazione seguendo la medesima procedura.<br />
GRUPPO DI MAGGIORANZA<br />
"I Mercalizi":<br />
Mercatini natalizi palaganesi<br />
Il 15 e 16 dicembre<br />
2012 si è tenuta a Palagano<br />
la 2° edizione<br />
dei “Mercalizi”, i mercatini<br />
Natalizi Palaganesi.<br />
Questo appuntamento<br />
è iniziato, però,<br />
con condizioni meteorologiche<br />
critiche, il<br />
nostro territorio si è svegliato con strade ghiacciate, la<br />
cosidetta “galaverna” che ha ritardato l’arrivo degli espositori<br />
e di tutti gli addetti al lavoro posticipando l’inizio nel pomeriggio<br />
inoltrato.<br />
<strong>La</strong> grande tensostruttura appositamente riscaldata ha ospitato<br />
ben 33 espositori, due in più dell’anno precedente.<br />
Come l’anno passato grande effetto ha avuto la presenza<br />
delle scuole del territorio, dalla scuola dell’Infanzia di Palagano,<br />
dalla Primaria di Palagano e Monchio, dalla Scuola<br />
di 1° grado di Palagano e dalla nostra scuola superiore il<br />
Liceo “Maria Immacolata”. Tutti i bambini e ragazzi, grazie<br />
al fantastico aiuto delle maestre e insegnanti, hanno preparato<br />
oggettistica natalizia, da vendere nei loro stand il<br />
cui ricavato sarà utilizzato per<br />
fini scolastici. Un grazie doveroso<br />
anche a tutte le famiglie<br />
dei bambini che in quei giorni<br />
sono stati presenti per l’allestimento<br />
e la vendita.<br />
All’esterno sulla via principale<br />
del paese, chiusa appositamente<br />
al traffico, non potevano<br />
mancare i “Maestri Ciacciai<br />
Palaganesi” con la loro ormai<br />
famosa specialità del “Ciaccio”,<br />
lo stand dei “Frittellozzi di castagne”<br />
e delle “Frittelle di Baccalà”.<br />
A loro un sentito ringraziamento<br />
particolare in quanto<br />
parte del ricavato lo hanno offerto<br />
all’Amministrazione comunale<br />
a copertura delle spese<br />
della manifestazione. Un ringraziamento<br />
sentito anche all’associazione<br />
“Contrada Aravecchia”<br />
per la sempre disponibilità<br />
a fornire attrezzatura<br />
come tavoli, sedie e scaffala-<br />
14 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
ture utilizzate negli stand all'interno della tensostruttura e<br />
per l’addobbo natalizio con luci e rami dorati del grande<br />
albero di Natale a fianco della piazza municipale e del tradizionale<br />
allestimento del presepe in via Aravecchia.<br />
Le due giornate ci hanno regalato anche alcuni spettacoli.<br />
Magica come sempre è stata l’atmosfera per la presenza<br />
dell’unico e vero Babbo Natale arrivato a Palagano per consegnare<br />
a tutti i bambini dolciumi, ritirate letterine, fare foto<br />
dalla sua imponente poltrona. Il sabato pomeriggio è cominciato<br />
con lo spettacolo dei burattini “Farsette” a cura<br />
del Teatrino di Carta svolto all’interno della tensostruttura,<br />
che ha catturato l’attenzione di bambini e adulti. <strong>La</strong> manifestazione<br />
si è conclusa con il concerto gospel “The Praising<br />
Project Gospel Ensemble” di Crespellano (BO), che con<br />
professionalità ed entusiasmo hanno proposto un coinvolgente<br />
spettacolo musicale.<br />
Meritano una particolare attenzione tutti i commercianti,<br />
ristoratori ed esercenti di Palagano che hanno continuato,<br />
tutti insieme, a sposare l’idea comune dell’anno passato.<br />
Le vetrine sono state chiuse “a pacchetto” con un bel nastro<br />
rosso brillante e grandi fiocchi. <strong>La</strong> novità 2012 è stata<br />
quella di aggiungere una “fascina” di rami addobbata anch’essa<br />
a Natale. Le fascine sono state fatte direttamente<br />
nel bosco la domenica 18 novembre con l’aiuto di volontari<br />
e amministratori. Come Amministrazione comunale continuiamo<br />
ad essere orgogliosi di questo passo che si è fatto<br />
proponendolo sicuramente in altre iniziative: solo collaborando<br />
insieme, pubblico e privato, d’ora in avanti, causa le<br />
sempre minori risorse finanziarie a disposizione, si può<br />
pensare di organizzare e proporre qualcosa.<br />
Quattro ristoranti locali hanno proposto per quei giorni un<br />
menù convenzionato, con specialità tipiche. Anche questo<br />
è un segno di collaborazione costruttiva per incentivare le<br />
presenze nel territorio.<br />
Per la massima trasparenza pubblichiamo il bilancio consuntivo<br />
della manifestazione, che è stato anche affisso nelle<br />
MERCALIZI 2012 - BILANCIO CONSUNTIVO<br />
ENTRATE<br />
Comune di Palagano 23,44<br />
Contributo Unione di Comuni montani Valli Dolo, Dragone e Secchia 1.000,00<br />
Contributo HERA 1.210,00<br />
Contributo da Ristoranti per menù sull’opuscolo 242,00<br />
Contributo da espositori dentro alla Tensostruttura 1.249,30<br />
Contributo commercianti e rimborso spese per vetrine 2.269,40<br />
Inserzioni pubblicitarie ditte 3.607,00<br />
Entrate varie (Associazione /Bancarelle/varie) 665,00<br />
TOTALE ENTRATE 10.266,14<br />
USCITE<br />
Spese per Tensostruttura 7.018,00<br />
Spese per opuscolo e locandina 1.318,90<br />
Spese per animazione (coro e burattini) 1.260,00<br />
Spese per SIAE 140,38<br />
Spese per allestimento vetrine 261,06<br />
Spese per pubblicità (striscione Castellarano) 217,80<br />
Spese distribuzione opuscoli (Castellarano-Sassuolo-Scandiano) 50,00<br />
TOTALE USCITE 10.266,14
vetrine dei negozi. Come sempre la voce maggiore di spesa<br />
riguarda il noleggio della tensostruttura che mai come<br />
quest’anno si è rivelata vincente perché senza di essa sarebbe<br />
stata impossibile la realizzazione della manifestazione<br />
considerando che freddo, acqua, ghiaccio non sono<br />
mancati!<br />
A fronte di un preventivo di € 11.800,00, il costo complessivo<br />
della manifestazione è stato di € 10.266,14 (ridotto rispetto<br />
allo scorso anno che era pari a € 15.688,51); la<br />
quota a carico del bilancio comunale è stata dello 0,23%<br />
Progetto<br />
“DIRE, FARE, DIFFERENZIARE”<br />
ComuneInforma<br />
mentre la restante quota<br />
suddivisa per un 9,75%<br />
sempre da fondi pubblici<br />
(contributo Unione) e per<br />
un 90,02% dal settore<br />
privato. Grande è stato il<br />
nostro sforzo come Amministrazione<br />
di reperire<br />
fondi presso ditte private<br />
ed enti pubblici, al fine di<br />
una imputazione nel nostro<br />
bilancio di una piccolissima<br />
somma pari ad<br />
€ 23.44!<br />
A conclusione si può certo<br />
affermare che il bilancio<br />
non può che essere altamente positivo, come sempre<br />
si può migliorare e pertanto si accettano consigli, suggerimenti<br />
per valorizzare e migliorare sempre di più l’organizzazione<br />
della manifestazione e ancora un grazie veramente<br />
a tutti, anche ai singoli cittadini che volontariamente<br />
hanno contribuito!<br />
GRUPPO DI MINORANZA<br />
Il gruppo di minoranza ha ritenuto di non utilizzare lo spazio a disposizione offerto in<br />
questo numero de la Luna <strong>nuova</strong>.<br />
Notizie da Palagano e dintorni<br />
Anche grazie al contributo dei cittadini che si sono impegnati<br />
nella raccolta differenziata, la Regione Emilia Romagna<br />
ha detto "no" alla terza linea dell'inceneritore di Modena,<br />
in quanto, per raggiungere l'obiettivo fissato dal Documento<br />
preliminare del Piano regionale di gestione dei rifiuti<br />
(Prgr) di ridurre la produzione pro capite di rifiuti urbani del<br />
25% entro il 2020, si dovrà passare dagli attuali 673 kg per<br />
Inceneritore HERA di Modena<br />
abitante ad una media regionale di 505 kg e Modena non è<br />
poi così lontana dalla meta. In ambito regionale il territorio modenese è infatti tra quelli che producono<br />
meno rifiuti: la provincia di Modena guadagna la medaglia di bronzo con una produzione media di rifiuti<br />
di 644 kg per abitante, dopo Bologna (562) e Parma (585). Più distanti dal podio i territori di Piacenza<br />
(657), Ferrara (686), Reggio Emilia (759), Forlì-Cesena (770), Ravenna (786) e Rimini (801).<br />
Ma già ora alcuni Comuni del territorio modenese hanno raggiunto risultati di eccellenza. Fra i più<br />
virtuosi ci sono Prignano (471 kg/ab) e Nonantola (505 kg/ab) e altri sono vicini all'obiettivo: Palagano<br />
(518), Ravarino (520), Carpi (523), Soliera (530), Novi (550), Bastiglia e Guiglia (555), Montese (556),<br />
San Felice (568), Montefiorino (573), Castelfranco (577), Savignano (575), Polinago (582), Montecreto<br />
(589), Formigine (590) e Serramazzoni (595).<br />
Dunque un primo risultato l'abbiamo ottenuto perché non aumentare il numero delle linee dell'inceneritore<br />
di Modena significa fermare l'emissione di gas nocivi e bloccare una tendenza che sembrava<br />
irreversibile. Certamente possiamo fare ancora di più: ci sono ancora persone che non differenziano<br />
o che differenziano male. Paradossalmente chi differenzia male causa un danno<br />
superiore perché annulla lo sforzo degli altri e lo smaltimento di quel cassonetto avrà un<br />
costo ulteriore. Non mi stancherò mai di ripetere che avere cura dell'ambiente significa amare il<br />
proprio territorio e testimonia il grado di civiltà di una comunità. (pd)<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
15
Il dubbio<br />
di Daniele Fratti<br />
A partire dal 2008 alcuni termini hanno<br />
fatto capolino nel linguaggio comune,<br />
i principali sono spread e default.<br />
Se del primo si è ampliamente discusso,<br />
per quanto riguarda il secondo, la<br />
declinazione in ambito pubblico rimane<br />
un’incognita. Nell’accezione economica<br />
privata il termine “default” indica<br />
il fallimento di una società, con conseguenze<br />
ben note. Ma se questa<br />
eventualità riguardasse uno Stato? Il<br />
fallimento di uno Stato implica l’impossibilità<br />
di far fronte ai debiti e agli interessi<br />
che maturano su di essi. A dichiarare<br />
questa insolvenza può essere<br />
il Governo o vari enti internazionali,<br />
come ad esempio le agenzie di rating.<br />
Le grandi crisi degli Stati hanno generalmente<br />
in comune alcuni elementi:<br />
a) squilibri dello Stato nei confronti del<br />
resto del mondo;<br />
b) una bilancia dei pagamenti<br />
persistentemente passiva;<br />
c) una “miccia” di natura politica o sociale<br />
che possa determinare instabilità<br />
e disordine.<br />
Dal punto di vista finanziario, i segnali<br />
d’allarme sono un rialzo eccessivo<br />
dei tassi di interesse, ovvero degli interessi<br />
che un Paese deve promettere<br />
16 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
IL DEFAULT DI UNO STATO<br />
Nell’accezione economica privata il<br />
termine “default” indica<br />
il fallimento di una società,<br />
con conseguenze ben note.<br />
Ma se questa eventualità<br />
riguardasse uno Stato?<br />
per farsi prestare i soldi, oppure l’improvvisa<br />
scomparsa della domanda per<br />
i titoli di Stato di un Paese. A differenza<br />
del fallimento di una banca o di<br />
un’azienda, non esiste un tribunale che<br />
può costringere uno Stato a pagare i<br />
suoi debiti e le istituzioni internazionali<br />
non possono comunque violare la<br />
sovranità di un Paese. E’ importante<br />
però capire che un default non è mai<br />
totale, ma ci sono diversi livelli di<br />
“ristrutturazione” del debito, cioè della<br />
ricerca di restituire una cifra inferiore<br />
dilazionata nel tempo.<br />
Di seguito vengono esposte alcune<br />
delle principali conseguenze di un fallimento<br />
statale.<br />
Effetti sui dipendenti pubblici<br />
Se uno Stato non ha più soldi con cui<br />
pagare i debiti, deve agire necessariamente<br />
sui suoi conti. Questo può avvenire<br />
in due modi: aumentare le entrate<br />
(alzando le tasse) o tagliare le<br />
spese.<br />
Nel secondo caso le voci più importanti<br />
sono tre: salari dei dipendenti<br />
pubblici, pensioni e sanità. Nel caso<br />
greco, gli stipendi dei dipendenti pubblici<br />
sono stati tagliati di oltre il 20% e<br />
l’IVA alzata di 2 punti.<br />
Effetti sui servizi pubblici<br />
<strong>La</strong> riduzione di spesa determina una<br />
riduzione dei servizi a partire da quelli<br />
meno essenziali come il trasporto pubblico<br />
fino a educazione e sanità.<br />
Effetti sui titoli di Stato<br />
A fronte di uno status di crollo dei valori<br />
dei titoli pubblici non verrebbero<br />
corrisposte, del tutto od in parte, cedole<br />
annuali. Ed è molto probabile che<br />
al termine naturale dell’investimento<br />
non potrebbe essere corrisposta la cifra<br />
completa.<br />
Effetti sui conti correnti<br />
Se lo Stato non può pagare le banche<br />
con cui ha contratto un debito, queste<br />
inevitabilmente si troverebbero senza<br />
liquidità e rischierebbero di fallire a loro<br />
volta. Esiste anche un non trascurabile<br />
effetto che coinvolge l’ambito psicologico<br />
dei mercati: se c’è il sentore di<br />
fallimento, parte l’assalto agli sportelli<br />
e non c’è istituto che possa resistere<br />
al prelievo contemporaneo di buona<br />
parte dei suoi clienti. <strong>La</strong> copertura di<br />
garanzia dei conti correnti, decisa dalle
Il dubbio<br />
banche centrali, non è mai totale e in<br />
caso di una crisi di tali proporzioni, non<br />
è detto che si trovino davvero le risorse<br />
per sostenerle.<br />
Il fallimento islandese<br />
Solo negli ultimi cinquant’anni ci sono<br />
stati 126 casi di default di Stati nazionali,<br />
alcuni dei quali hanno dichiarato<br />
bancarotta più volte, come il<br />
Venezuela. Il caso più recente in Europa<br />
è quello dell’Islanda.<br />
Prima della crisi, l’Islanda era il quinto<br />
paese del mondo per reddito pro capite,<br />
grazie all’espansione di un sistema<br />
finanziario che aveva raggiunto<br />
l’800% del PIL. Nel 2006 l’agenzia di<br />
rating Fitch ha declassato l’Islanda,<br />
provocando una minicrisi.<br />
Nel 2008 è entrato in azione il Fondo<br />
Monetario Internazionale e nel settembre<br />
dello stesso anno (proprio quando<br />
negli USA cadeva Lehman Brothers)<br />
le principali banche islandesi fallivano,<br />
in quanto gli asset totali del trio di banche,<br />
Kaupthing, Glitnir e <strong>La</strong>ndsbanki<br />
valevano quasi dieci volte il PIL islandese,<br />
un rapporto senza paragoni nel<br />
resto dell’Occidente. <strong>La</strong> corona colava<br />
a picco. Idem la borsa di Reykjavík.<br />
Se i due miliardi di dollari messi a disposizione<br />
nel novembre del 2008 dal<br />
FMI avevano garantito l'immediata sopravvivenza,<br />
per risalire la china gli<br />
islandesi hanno adottato una ricetta<br />
autoctona.<br />
Hanno nazionalizzato i tre maggiori<br />
istituti di credito mettendo alla porta i<br />
top manager. <strong>La</strong> rabbia contro la politica<br />
montava e sono iniziate manifestazioni<br />
di piazza. Il risultato è stato<br />
la cacciata del Governo e dell’intero<br />
Parlamento. Si è tenuto un referendum<br />
su una <strong>nuova</strong> costituzione che ha ottenuto<br />
un altro risultato: oggi l'Islanda<br />
è guidata da sole donne. “Dopo un crollo<br />
del reddito disponibile del 18% e un<br />
aumento dall’1 al 10% della disoccupazione<br />
nel 2009, la ripresa è stata<br />
forte e sostenuta.<br />
Non tutto è però stato risolto. Al Paese<br />
servono ancora misure di stimolo<br />
economico e grava l’onta di non aver<br />
restituito debiti per oltre 2 miliardi di<br />
euro ad investitori stranieri.<br />
Inoltre la popolazione è irritata per gli<br />
scarsi successi ottenuti nella caccia<br />
ai colpevoli del disastro finanziario. Per<br />
ora le condanne inflitte sono state poche:<br />
quattro anni e mezzo a due ex dirigenti<br />
della banca Byr; due anni all'allora<br />
direttore del ministero delle Finanze; un<br />
risarcimento di 3,2 milioni di euro pagato<br />
dall'ex presidente di Kaupthing.<br />
Il caso Italia<br />
Data questa prospettiva sembrerebbe<br />
immediato pensare che questa sia una<br />
strada percorribile anche dall’Italia. Peccato<br />
che la “ricetta islandese” non consideri<br />
la diversa condizione economica<br />
e finanziaria dell’Islanda rispetto al nostro<br />
Paese al momento del default.<br />
Il problema italiano è la mancanza di liquidità<br />
e non di solvibilità (l’Italia può onorare<br />
il debito, ma non è in grado di farlo<br />
in maniera rapida), quindi precorrere i<br />
tempi verso il default non avrebbe senso<br />
in questo frangente. Che cosa succederebbe<br />
poi in caso di default italiano?<br />
Un default escluderebbe l’Italia dal mercato<br />
dei capitali internazionali per qualche<br />
anno, rendendo più arduo rifinanziare<br />
il debito rimanente.<br />
Una riduzione credibile del debito dovrebbe<br />
portare il rapporto debito/PIL all’80 o<br />
90%, in linea con la media europea, per<br />
l’Italia significherebbero circa 600 miliardi<br />
di euro. Inoltre, a differenza dell’Islanda,<br />
indebitatasi molto a causa del<br />
“salvataggio” delle sue banche, la riduzione<br />
del debito italiano non risolverebbe<br />
i problemi strutturali dell’Italia collegati<br />
alla dinamica del debito. Se la crisi<br />
islandese è stata il paradigma degli ec-<br />
RAPPORTO DEBITO/PIL<br />
Anni<br />
'50-'70<br />
'70-'75<br />
1976<br />
1977<br />
1978<br />
1979<br />
1980<br />
1981<br />
1982<br />
1983<br />
1984<br />
1985<br />
1986<br />
1987<br />
1988<br />
1989<br />
1990<br />
1991<br />
1992<br />
1993<br />
1994<br />
1995<br />
1996<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2009<br />
2010<br />
2011<br />
2012<br />
cessi della finanza, la crisi italiana è l’esempio delle conseguenze di anni di<br />
spesa dissennata e di un apparato statale mastodontico. Questi fattori minano<br />
la credibilità dell’Italia di uscire dalla spirale del debito.<br />
Inoltre, un default colpirebbe direttamente i detentori di debito pubblico, tra gli<br />
altri principalmente banche e piccoli risparmiatori, riducendo le possibilità di<br />
crescita. Per le banche una riduzione del valore degli asset limiterebbe la capacità<br />
di far fronte ai propri oneri, così da ridurle l’accesso al mercato interbancario<br />
per ulteriore liquidità e finanziamento a breve termine. Il che porterebbe ad un’importante<br />
riduzione dei prestiti delle banche agli altri attori economici, se non<br />
addirittura alla bancarotta. Al contrario di quanto avvenuto in Islanda, nessuno<br />
stimolo potrebbe infine venire da una svalutazione del tasso di cambio ed una<br />
migliorata competitività delle merci, qualora l’Italia rimanesse nella zona euro.<br />
Infine un default italiano estenderebbe il “contagio” a livello europeo visto l’ammontare<br />
di debito pubblico posseduto da investitori esteri (circa 900 miliardi di<br />
euro). <strong>La</strong> crisi economica attuale ha un’accezione globale derivante dalla natura<br />
stessa dei soggetti interessati. L’impressione è che se l’Europa non assumerà<br />
il ruolo forte di rivoluzionare le politiche economiche e sociali degli Stati<br />
membri il senso stesso dell’istituzione verrà meno, facendo precipitare il continente<br />
in una sorta di feudalesimo allargato.<br />
%<br />
30<br />
44<br />
54<br />
58<br />
65<br />
65<br />
55<br />
55<br />
60<br />
65<br />
74,4<br />
80,5<br />
84,5<br />
88,6<br />
90,5<br />
93,1<br />
95,2<br />
98,6<br />
105,5<br />
115,6<br />
121,5<br />
121,2<br />
120,6<br />
118,1<br />
114,9<br />
113,7<br />
109,2<br />
108,7<br />
105,5<br />
104,2<br />
105,9<br />
106,9<br />
103,1<br />
103,1<br />
105,8<br />
116,1<br />
118,7<br />
120,1<br />
126,1<br />
Governo<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
-<br />
-<br />
Andreotti<br />
Andreotti<br />
Andreotti<br />
Andreotti>Cossiga<br />
Cossiga>Spadolini<br />
Spadolini<br />
Spadolini>Craxi<br />
Craxi<br />
Craxi<br />
Craxi<br />
Craxi<br />
Craxi>Goria<br />
Goria>De Mita<br />
De Mita>Andreotti<br />
Andreotti<br />
Andreotti<br />
Andreotti>Amato<br />
Amato>Ciampi<br />
Ciampi>Berlusconi<br />
Berlusconi>Dini<br />
Dini>Prodi<br />
Prodi<br />
Prodi>D'Alema<br />
D'Alema<br />
D'Alema>Amato<br />
Amato>Berlusconi<br />
Berlusconi<br />
Berlusconi<br />
Berlusconi<br />
Berlusconi<br />
Berlusconi>Prodi<br />
Prodi<br />
Prodi>Berlusconi<br />
Berlusconi<br />
Berlusconi<br />
Berlusconi>Monti<br />
Monti<br />
17
<strong>La</strong> LUNA compie 20 anni<br />
Domenica 24 gennaio 1993, ore 18.10: "Si tratta di un periodico non legato a nessuna<br />
corrente politica o culturale il cui principale scopo è contribuire a creare una migliore<br />
comunicazione tra gli abitanti del comune..."<br />
Daniele e Davide decidono di realizzare un'idea che già da tempo avevano in testa:<br />
stampare un giornale a Palagano. Scrissero una "bozza di intenti" che casualmente venne<br />
letta da Doriano, che volle unirsi al gruppo; arrivarono poi Betty, Fabrizio e Maria e,<br />
improvvisatisi "giornalisti", in aprile usci il numero "0" de la LUNA nel POZZO (perché fu<br />
scelto quel nome<br />
nessuno lo ricorda). Poi<br />
si scoprì che serviva un<br />
direttore responsabile,<br />
una proprietà, l'iscrizione<br />
al Tribunale,<br />
l'abbonamento postale.<br />
Progressivamente<br />
furono sistemate le<br />
questioni burocratiche e<br />
legali; già dal numero 1<br />
c'era il direttore<br />
responsabile. Nel 1996<br />
furono sospese le<br />
pubblicazioni ma nel<br />
1998 il giornale tornò<br />
con un nuovo nome:<br />
la LUNA <strong>nuova</strong>.<br />
Se siamo ancora qua lo<br />
dobbiamo soprattutto a<br />
quel gruppo di fedeli<br />
lettori che ci hanno<br />
continuamente<br />
sostenutI ed<br />
incoraggiati,<br />
particolarmente nei<br />
momenti più difficili in cui<br />
si pensava di<br />
sospendere le<br />
pubblicazioni.<br />
Nel 2009 è arrivato il<br />
gruppo dei nuovi giovani<br />
"redattori" che hanno<br />
dato una ventata<br />
(ciclone?) di<br />
rinnovamento...<br />
Copertina del numero "0" de la LUNA nel POZZO (Aprile 1993)<br />
18 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013
DIRETTORE per CASO<br />
Solo per caso sono diventato<br />
direttore di questo magnifico<br />
periodico, che oggi festeggia<br />
il ventesimo compleanno.<br />
Ad affidarmi tale incarico<br />
è stato Davide Bettuzzi,<br />
medico palaganese, a quel<br />
tempo in servizio a Piandelagotti,<br />
paese dove abito. Un<br />
medico giovane e gentile che<br />
sapeva colloquiare coi pazienti<br />
e anche per questo molto<br />
benvoluto da tutta la popolazione.<br />
Ricordo che, terminate<br />
le visite, giocava al computer<br />
con i bambini del meccanico<br />
Dino, che aveva l’officina<br />
di fronte al suo studio.<br />
Anch’io andavo volentieri a<br />
fare due chiacchiere quando<br />
egli aveva terminato il suo lavoro.<br />
Appresi così che il nostro<br />
dottore, col suo amico<br />
Daniele Serradimigni, pensava<br />
di fare un giornale.<br />
Occorreva un direttore perché<br />
in Italia, a differenza di altri<br />
Paesi, per esercitare questo<br />
compito ci vuole una persona<br />
iscritta all’ordine dei giornalisti<br />
ed io, benché in pensione,<br />
avevo continuato a<br />
pagare la quota. Presa la decisione,<br />
iniziammo a fare le<br />
pratiche necessarie e il dott.<br />
GIUSEPPE CERVETTO<br />
Buon compleanno, Luna!<br />
Bettuzzi, diventato l’amico<br />
Davide, preparò il numero<br />
“uno”.<br />
<strong>La</strong> prima redazione era così<br />
formata: Maria Abbati, Davide<br />
Bettuzzi, Elisabetta<br />
Gazzetti, Daniele Serradimigni,<br />
Doriano Torri, tutte persone<br />
che, tranne Davide,<br />
non conoscevo.<br />
Poi, dopo pochi numeri, forse<br />
il quinto, trovai un nome<br />
assai noto: il più volte premiato<br />
poeta dialettale Bruno<br />
Ricchi, il quale leggeva le<br />
sue rime alla “Mostra degli<br />
artisti e artigiani delle valli<br />
Dragone e Dolo”, che si teneva<br />
annualmente all’albergo<br />
Alpino di Piandelagotti;<br />
mostra che contribuivo ad organizzare<br />
e alla quale partecipavo<br />
come “pittore”: Ricchi<br />
era quindi una delle pochissime<br />
persone di Palagano che<br />
conoscevo; un’altra persona<br />
che conoscevo e che ritengo<br />
vicina al giornale, visto che<br />
suo figlio Francesco è uno dei<br />
brillanti redattori de la Luna, è<br />
Giuseppe Dignatici. Con<br />
Dignatici ci siamo, per così<br />
dire, persi di vista, però lo ricordo<br />
come un amico, anche<br />
se sulla caccia avevamo idee<br />
Ti ho vista nascere come "Luna nel pozzo", ho condiviso per anni,<br />
all'interno della tua redazione, entusiasmi, scambi di opinioni, impegno<br />
ed amicizia e mi sembra impossibile che tu stia per compiere,<br />
seppur con un nome diverso, vent'anni!!<br />
Il tempo è volato, ma sono contenta che tu ci sia ancora e penso,<br />
oggi come ieri, che rappresenti una voce importante per la nostra<br />
comunità, come testimonianza di ciò che avviene e come memoria<br />
delle nostre radici storiche e culturali.<br />
Buon compleanno Luna!<br />
Gabriella Barbati<br />
Daniele Serradimigni,<br />
prematuramente scomparso nel<br />
2010. Spirito libero e indipendente:<br />
ha sognato e fatto sognare.<br />
diverse.<br />
Il periodico era nato come<br />
“Luna nel pozzo”, poi, per<br />
questioni, diciamo tecniche<br />
sollevate dalle Poste, quel titolo<br />
venne cambiato in “<strong>La</strong><br />
<strong>luna</strong> <strong>nuova</strong>”.<br />
L'indirizzo del periodico è<br />
sempre stato soprattutto di<br />
stimolo: basti ricordare la lunga<br />
ed efficace campagna sulla<br />
raccolta differenziata della<br />
spazzatura.<br />
In seguito la Luna è diventata<br />
un’associazione che costituisce<br />
un ulteriore valore per il<br />
paese di Palagano. Conosco<br />
poco le attività che essa svolge:<br />
ricordo soltanto che un<br />
gruppo di volontari è andato<br />
in soccorso della popolazione<br />
di S. Stefano Belbo, vittima<br />
di una terribile alluvione.<br />
Siccome penso che a tutte<br />
queste iniziative abbia dato un<br />
contributo decisivo il dott.<br />
Bettuzzi, permettetemi di<br />
esprimere nei suoi confronti<br />
un sentito elogio.<br />
Il mio contributo al periodico<br />
è sempre stato modesto,<br />
perché abito lontano e non co-<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
19
nosco i problemi che interessano<br />
il giornale. Il mio lavoro è quello di<br />
leggere gli articoli: in pratica faccio<br />
li correttore di bozze.<br />
Devo però aggiungere che di interventi<br />
sui testi non c’è mai stato<br />
bisogno perché redattori e collaboratori,<br />
nei loro scritti, hanno<br />
sempre dimostrato responsabilità<br />
e correttezza. Solo un paio di volte,<br />
in tanti anni, sono intervenuto<br />
non per correggere un articolo, ma<br />
semplicemente per esprimere il<br />
mio dissenso dal modo in cui l’argomento<br />
era trattato. Infatti tali<br />
articoli vennero regolarmente pubblicati.<br />
Una piccola controversia ho avuto<br />
con Ugo Beneventi, un signore<br />
che credo non abbia mai fatto<br />
mancare ad ogni numero del giornale,<br />
una sua lettera. Un giorno<br />
Beneventi è capitato a Piandelagotti<br />
e un mio amico me lo ha presentato:<br />
fu subito pace e amicizia.<br />
Da allora non ho più incontrato<br />
Beneventi, persona seria e colta;<br />
approfitto dell’occasione per<br />
salutarlo cordialmente.<br />
Durante questi vent’anni ci sono<br />
stati numerosi cambiamenti nella<br />
squadra de “la Luna”; qualcuno,<br />
purtroppo, se ne è andato per<br />
sempre, come Daniele Serradimigni,<br />
uno dei fondatori. Come in tutte<br />
le storie vere non poteva mancare<br />
una nota triste.<br />
VENT’ANNI!<br />
di Doriano Torri<br />
Quando mi hanno informato dell’anniversario<br />
e chiesto se volevo<br />
scrivere un ricordo ho accettato di<br />
buon grado e, da quel momento,<br />
la mia mente ha cercato molte volte,<br />
raschiando il fondo del barile dei<br />
miei ricordi, di ricostruire come<br />
nacque l’idea e di come si sviluppò<br />
la creazione di quel giornalino<br />
a cui, lo scrivo con orgoglio, trovai<br />
il nome Luna nel pozzo.<br />
Il mio ricordo inizia nella cucina di<br />
Davide, ero andato a trovarlo e<br />
20 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Non solo giornale<br />
L'associazione è impegnata in vari settori: cultura, informazione,<br />
ambiente, solidarietà, spettacolo.<br />
L'attività principale è la pubblicazione del periodico.<br />
Altro campo di interesse è quello teatrale. Sono state messe<br />
in scena due parodie musicali: "<strong>La</strong> vera storia di Biancaneve e<br />
i sette nanoni" e "I Promessi sposi show". Questa esperienza<br />
ha permesso di divertirci e fare divertire, collaborare con altre<br />
persone e sostenere economicamente l'associazione.<br />
E' stata ideata e realizzata una "Mostra storico-fotografica: la<br />
Valle del Dragone nella storia", poi successivamente integrata<br />
ed ampliata con nuovo materiale nella "Mostra storico-fotografica:<br />
le Valli di Confine" realizzata in forma modulare su pannelli<br />
trasportabili.<br />
Ci occupiamo di solidarietà: sia attraverso il periodico (pubblicando<br />
appelli o sostenendo campagne umanitarie), sia organizzando<br />
direttamente iniziative (in occasione dell'alluvione in<br />
Piemonte nel 1994 con l'invio di gruppi di volontari; raccolta di<br />
aiuti per le popolazioni durante la guerra nei Balcani; raccolta<br />
di fondi per particolari situazioni di bisogno anche in collaborazione<br />
con altre organizzazioni e associazioni locali) sia collaborando<br />
con altre associazioni umanitarie.<br />
Abbiamo collaborato con l'associazione "Il Ponte" di Polinago,<br />
volta alla tutela e alla riscoperta del patrimonio ambientale.<br />
Sono stati organizzati cicli di proiezioni cinematografiche estive<br />
nel Parco comunale di Palagano ed invernali nel Cinema-<br />
Teatro comunale.<br />
Infine, l'associazione organizza incontri-convegni su argomenti<br />
di particolare interesse per la cittadinanza.<br />
notai dei fogli appoggiati sul piano<br />
del buffet e forse vi lessi un nome<br />
o qualche frase e gli chiesi di cosa<br />
si trattasse: “Sono bozze, io e<br />
Daniele stiamo pensando di fare<br />
un giornalino locale”. “Beh, in due<br />
siete pochi, ma con me facciamo<br />
3 'D' e sarebbe una buona base di<br />
partenza” fu la mia (reinventata<br />
adesso) frase di autoproposta, in<br />
quanto, a parte il fatto delle 3 "D",<br />
non ricordo esattamente come mi<br />
proposi.<br />
Davide mi accettò, forse perché<br />
in quel tempo a Palagano ero ab-<br />
1994, alluvione a S. Stefano Belbo (AL)<br />
bastanza conosciuto per gli scritti<br />
sulla associazione Scilla e quelli,<br />
più o meno seri, che uscivano<br />
dalla mia mente malata e circolavano<br />
nel paese. <strong>La</strong> nostra redazione<br />
era li, a casa di Davide,<br />
spesso in cucina, a volte di sopra.<br />
Daniele, Davide e Doriano.<br />
Credo che, senza la presenza di<br />
Davide che era il mediatore, il<br />
collante fra me e Daniele, il primo<br />
numero non sarebbe mai nato.<br />
Tu, Davide, avevi la maggiore conoscenza<br />
del PC e fra i programmi<br />
disponibili trovasti quelli con i
disegni, quello per modificarli, per fare l’impaginazione,<br />
ma soprattutto, caro Davide,<br />
avevi la capacità di smussare gli angoli, di<br />
trovare i compromessi perché Daniele accettasse<br />
le mie idee ed io le sue, anche se<br />
mi rubò l’unica pagina che avrei voluto scrivere<br />
io… (non vi dico quale, ma se avete<br />
ancora i primi numeri e magari ricordate<br />
cosa ho scritto inseguito da lettore ci arrivate<br />
da soli…).<br />
Daniele portò Fabrizio e la Betty, da 3 diventammo<br />
5 e, in un certo senso, il<br />
baricentro si spostò ma andammo avanti.<br />
Dopo il primo numero, riuscii a risolvere il<br />
problema dei costi trovando lo sponsor, che<br />
ci offrì stampa ed ottenne, in cambio, un<br />
poco di pubblicità.<br />
<strong>La</strong> mia idea fissa era che "la Luna nel pozzo"<br />
doveva rimanere gratuita, non mi piaceva<br />
l’idea di fare abbonamenti o di chiedere<br />
contributi. Oggi sarebbe facile: fai solo<br />
l’edizione online che ha costo zero ma allora<br />
dalle nostre parti non esisteva internet e<br />
l’unico mezzo disponibile di diffusione era<br />
la stampa.<br />
<strong>La</strong> Luna doveva servire ad informare e, pur<br />
non avendo l’immediatezza di un quotidiano<br />
che riporta subito la notizia di un evento,<br />
avrebbe dovuto essere un mezzo di denuncia,<br />
per smascherare malefatte e far emer-<br />
Copertina del numero "1" de la LUNA <strong>nuova</strong> (Gennaio 1998)<br />
gere le magagne che molte volte rimanevano<br />
e rimangono nascoste. Personalmente ero, e sono rimasto, contrario agli articoli che chiamavo, in<br />
modo dispregiativo, “si è svolto”, cioè il resoconto, sempre positivo, di manifestazioni, feste e quant’altro che<br />
erano avvenute nel nostro territo-<br />
Ricordi<br />
Dalle fotocopiatrici alle tipografie passando attraverso<br />
il rischio default, grazie ai nostri sostenitori<br />
e particolarmente ad alcuni generosissimi<br />
benefattori, siamo giunti all'acquisto di una stampante<br />
in bianco e nero (usata), ed infine a colori<br />
(usata)...<br />
Alcuni collaboratori se ne sono andati ed altri sono<br />
arrivati. Citare e ringraziare tutti i "redattori" è<br />
d'obbligo (passati e presenti, in rigoroso ordine Ignazio Ranucci<br />
alfabetico): Maria Abbati, Gabriella Barbati, Graziano<br />
Bertugli, Davide Bettuzzi, <strong>La</strong>ura Bettuzzi, Fabrizio Carponi, Giorgio<br />
Compagni, Francesco Dignatici, Daniele Fratti, Martina Galvani, Elisabetta<br />
Gazzetti, Paolo Gualandi, Milena Linari, Nadia Marasti, Gabriele<br />
Monti, Giuseppe Nannetti, Emilio Ricchi, Daniele Serradimigni,<br />
Doriano Torri, Elide Ugolini.<br />
Altrettanto d'obbligo è rendere onore a chi continua a sostenerci e<br />
ci ha aiutato nei periodi più difficili: tutti i nostri fedeli "abbonati" e<br />
citazione particolare (sempre in rigoroso ordine alfabetico) a: Antonio<br />
Gazzetti, Paolo Piacentini, Ignazio Ranucci, Bruno Ricchi.<br />
Avremmo voluto continuare a spedire gratuitamente il giornale a<br />
tutti, ma il nobile proposito è crollato di fronte alle insormontabili<br />
difficoltà economiche. Peccato...<br />
rio, magari mesi prima, ma che<br />
avevano sempre avuto, in quegli<br />
articoli, una buona partecipazione<br />
di pubblico…<br />
Ma con il baricentro spostato ero<br />
in minoranza e dopo l’uscita del<br />
numero 4 passai la mano e lasciai<br />
la redazione.<br />
Daniele. Sono convinto che in questo<br />
numero dell’anniversario qualcuno<br />
scriverà un suo ricordo, e<br />
lo farà meglio di me, ma non vorrei<br />
che, leggendo quanto scritto<br />
sopra, qualcuno pensasse che<br />
con Daniele avevo dei contrasti o<br />
che fossimo nemici, niente di più<br />
sbagliato, Daniele Serradimigni<br />
era un ottimo amico che, tra l’altro,<br />
aveva in quantità industriale la<br />
dote che preferisco: l’ironia.<br />
Ciao Daniele, spero che questo<br />
numero sia dedicato a te, lo meriti.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
21
di<br />
Francesco Dignatici<br />
Paolo Gualandi<br />
S.E.G.A.<br />
(Società Emarginati Giovani Anonimi)<br />
22 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Uno dei primi manifesti ufficiali della S.E.G.A. (1980).<br />
Si ironizza sul freddo pungente all'interno di un noto bar di Palagano.<br />
Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della redazione, ha attirato la<br />
nostra attenzione. Tempo di soffiare via la polvere e si è aperto un mondo.<br />
Si tratta di parte del repertorio della Società Emarginati Giovani Anonimi,<br />
la più sovversiva e provocatoria aggregazione palaganese di sempre.<br />
Lo scopo fondamentale era uno: divertirsi, prendendo per i fondelli il bersaglio di turno,<br />
fosse quest’ultimo cosa, persona o istituzione.<br />
Talvolta è difficile, per chi non ha vissuto i fatti in prima persona o non ne è stato al corrente,<br />
cogliere l’inganno, il trucco da cui scaturisce il lato più comico delle azioni della società.<br />
Occorrerebbe addentrarsi nei meandri delle voci di paese, delle rivelazioni da bar, degli aneddoti<br />
piccanti, nel momento stesso in cui sono usciti allo scoperto.<br />
Proviamo comunque a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibile fra la S.E.G.A. e<br />
le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di strappare a qualcuno un paio di<br />
grasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno.
S.E.G.A.<br />
Intervista ad un anonimo fondatore<br />
Ci racconti di come<br />
è cominciata la storia<br />
della vostra<br />
prestigiosa associazione.<br />
Siamo sul finire degli<br />
anni ’70.<br />
Una sera esco insieme<br />
ad un gruppo di<br />
amici, dei quali ovviamente<br />
non posso fare i nomi. Ci dirigiamo<br />
verso il bar ma è tutto chiuso. Quindi siamo<br />
fuori, al freddo. Ci sediamo su un muretto<br />
vicino alle scuole.<br />
Non sappiamo come passare la serata, così<br />
iniziamo a scrivere su dei fogli, a mente libera.<br />
Su questi primi manifesti, ironizziamo<br />
sul fatto che il gestore del bar tiene chiuso il suo esercizio,<br />
proprio quando noi vorremmo farci un salto. Non solo: anche<br />
quando il bar è aperto, all’interno si muore dal freddo.<br />
Ecco come siamo nati: siamo rimasti fuori dal bar. Il gestore<br />
del bar è stata la prima “vittima” della S.E.G.A.<br />
Da cosa deriva il nome S.E.G.A.?<br />
Letto per esteso richiamava ovviamente una certa pratica<br />
diffusa fra i giovani. Si trattava in realtà di un acronimo:<br />
Società Emarginati Giovani Anonimi.<br />
Come si è sviluppato l’organico dell’associazione?<br />
All’inizio eravamo in sette-otto persone ed io ero dunque<br />
fra i fondatori.<br />
A metà anni ’80 ci furono nuovi ingressi, da lì nacque la<br />
Nuova S.E.G.A..<br />
A quel punto, tra i primissimi membri, ero l’unico rimasto.<br />
<strong>La</strong> persona che corrispondeva al nome in codice di Dott.<br />
Ing. Pedrino Cuk (firma che compare su tutti i documenti<br />
ufficiali emessi dall’associazione da un certo periodo in<br />
poi) fu eletto presidente onorario della S.E.G.A.<br />
Ovviamente a sua insaputa. Un’anonima ferramenta di un<br />
anonimo attivissimo membro dell’associazione divenne uno<br />
dei “laboratori” principali in cui i documenti e i manifesti<br />
venivano elaborati.<br />
Si trattava sempre di pura goliardia oppure le azioni<br />
della S.E.G.A. nascondevano velate critiche a persone<br />
e istituzioni?<br />
Credo che all’inizio fu pura goliardia. Eravamo fuori dal bar,<br />
tutto qui. A partire dalla “<strong>nuova</strong> gestione” la S.E.G.A. divenne<br />
più pungente e critica. Il Comune, come istituzione,<br />
non venne risparmiato.<br />
Manifesto pubblicitario della <strong>nuova</strong> S.E.G.A. (1986)<br />
Le vostre azioni avevano dei “bersagli” prediletti?<br />
Ricordo di una persona molto bersagliata, ai primi tempi.<br />
Si incazzava parecchio. Ricordo almeno un altro paio di<br />
persone che non prendevano proprio benissimo i nostri<br />
scherzi.<br />
Ci concentravamo in particolare sui “personaggi”, quelli ben<br />
noti al resto della popolazione palaganese.<br />
Ci sono stati individui esterni all’associazione che<br />
hanno ricevuto riconoscimenti al merito particolari<br />
per le imprese compiute?<br />
Sì, è successo. Ad esempio ricordo di una promozione<br />
honoris causa all’interno dell’organico della S.E.G.A. di due<br />
ragazzi di Palagano che al tempo avranno avuto 10-11 anni,<br />
ora sono sulla quarantina.<br />
<strong>La</strong> loro fu un’azione di disturbo in zona Savoniero: fecero<br />
irruzione nel campo di un contadino e spinsero tutte le<br />
rotoballe di fieno lungo un tratto in pendenza, facendole<br />
rotolare fino in fondo al pendio. Ricordo la reazione di una<br />
delle madri dei ragazzi quando seppe del presunto accaduto:<br />
“Mio figlio? Impossibile”. Ci fu una minaccia di denuncia.<br />
Tutto venne risolto alla svelta.<br />
Quali furono scherzi ed azioni più riusciti?<br />
Ci sono tante azioni ed episodi, è difficile ricordarli tutti;<br />
precisiamo che l’azione più frequente e ordinaria della<br />
S.E.G.A. era costituita dall’affissione di manifesti per il paese.<br />
Non sempre scherzi veri e propri a qualcuno, dunque.<br />
Bisogna dire che varie azioni divenute celebri sono da accreditare<br />
alla <strong>nuova</strong> gestione. A volte furono anche mie idee,<br />
altre volte fui comunque coinvolto. Fra i moltissimi episodi,<br />
mi viene in mente una “caccia al mostro”, nata a seguito<br />
della notizia apparsa su Il Resto del Carlino e riguardante il<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
23
presunto avvistamento di un varano nel<br />
nostro Comune; la S.E.G.A. organizzò<br />
una votazione in un locale di Palagano in<br />
cui le persone potevano votare il “mostro”<br />
che preferivano all’interno di una selezione<br />
di fotografie scelte appositamente.<br />
Le fotografie raffiguravano noti personaggi<br />
palaganesi, perlopiù in pose insolite e ridicole.<br />
Un giornalista del quotidiano che<br />
aveva dato la notizia del varano fu avvisato,<br />
venne a Palagano e documentò il tutto.<br />
Notevole fu anche l’episodio del rapimento<br />
del maiale, con tanto di lettere anonime<br />
e richieste di riscatto; a dire il vero è<br />
probabile che sia stato ideato anche da<br />
elementi esterni alla S.E.G.A., ora non<br />
ricordo esattamente.<br />
Di episodi interessanti ce ne sono stati<br />
davvero molti. Di alcuni di essi, forse, non<br />
sarebbe opportuno parlare pubblicamente.<br />
In ogni caso è stato un bel divertimento.<br />
Diploma di promozione<br />
honoris causa per azioni di<br />
disturbo, conferito a due giovani<br />
palaganesi (1982)<br />
24 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Estratto da un comunicato ufficiale del 1987. <strong>La</strong> S.E.G.A. esprime la propria<br />
indignazione per non essere stata inserita tra le associazioni locali di rilievo nell'opuscolo<br />
inviato a tutti i cittadini in occasione del trentennale della nascita del<br />
Comune. Per protesta, nel seguito del comunicato, viene illustrato un programma<br />
alquanto bizzarro previsto per il quarantennale del Comune, dieci anni dopo.
TOP<br />
S.E.G.A.<br />
1982<br />
Vaccinazione cinofila antirabbica<br />
Piccola selezione di<br />
BAMBANATE<br />
particolarmente riuscite<br />
Il primo storico capolavoro della S.E.G.A.<br />
Una lettera firmata “Unione Servizi Sanitari”<br />
si infila nelle buche delle lettere di molti cinofili<br />
palaganesi. <strong>La</strong> minaccia della tremenda “Rabbia<br />
Canina”, il cui fenomeno si sta “dilatando<br />
a macchia d’olio”, porta ad un’unica soluzione:<br />
portare il proprio fedele compagno a quattro<br />
zampe alla vaccinazione obbligatoria predisposta<br />
dalla Ripartizione Cinofila Provinciale.<br />
Il luogo previsto è il retro del municipio di<br />
Palagano.<br />
Un’accortezza richiesta obbligatoriamente:<br />
vietato dimenticare guinzaglio e museruola.<br />
Ordine di Madussa Dott. Vet. Vito, dirigente<br />
del settore cinofilo.<br />
Ovviamente è tutta una balla. Risultato? Decine<br />
di uomini e donne accompagnano i loro<br />
scodinzolanti amici sul retro del municipio,<br />
ben determinati ad attenersi scrupolosamente<br />
alle disposizioni dell’illustre Dott. Madussa.<br />
Con la salute di Boby non si scherza. Passano<br />
i minuti, le ore, ma di un veterinario neanche<br />
l’ombra. Non resta che realizzare la<br />
Lettera firmata Unione Servizi Sanitari per la<br />
beffa subita, guardarsi attorno con noncha- predisposizione della vaccinazione cinofila antirabbica (1982)<br />
lance e sgattaiolare via con il povero animale<br />
appresso, mentre attorno c’è già chi se la sghignazza. Aneddoto numero 1: durante il giorno previsto<br />
per la finta vaccinazione, guarda a caso il primo di aprile, la<br />
ferramenta di Palagano esaurisce le scorte di guinzagli e museruole.<br />
Aneddoto numero 2: un allora consigliere comunale<br />
viene visto allontanarsi in macchina dalla zona retrostante il<br />
municipio, con insolita fretta. Qualcuno capisce tutto, gli sbarra<br />
la strada e la macchina inchioda. Dal baule, un paio di passeggeri<br />
protestano per la brusca frenata. E cominciano ad abbaiare<br />
fragorosamente. Inutile dire che il povero consigliere sarebbe<br />
stato sfottuto per qualche mese.<br />
1983<br />
Crucisega<br />
Pregevole giochetto letterario, frutto delle menti più fini dell’associazione.<br />
Un beffardo guanto di sfida, lanciato con spavalda<br />
disinvoltura e gentilmente offerto al pubblico, per il diletto<br />
della popolazione palaganese amante dell’enigmistica. <strong>La</strong><br />
caratteristica principale? Le soluzioni sono un diabolico labirin-<br />
Crucisega (1983)<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
25
to di doppi sensi, sfottò, allusioni più o meno velate a fatti accaduti a personaggi del paese. Siamo<br />
venuti a conoscenza delle definizioni del cruciverba e delle rispettive spiegazioni. Per rispetto della<br />
privacy di varie persone non possiamo rivelarvi o mostrarvi niente di più. Dobbiamo però ammettere che<br />
l’autore ha avuto una gran classe.<br />
1988<br />
Sequestro del maiale<br />
Un bel giovane suino, vinto alla sagra paesana<br />
e presto sistemato in un'accogliente dimora in<br />
campagna, appena fuori dal paese. Tempo qualche<br />
giorno e la bestiola viene fatta sparire per<br />
mano di misteriosi rapitori. L’ansia dei famigliari<br />
privati del nuovo affetto cresce, fino al primo,<br />
spaventoso messaggio da parte dei sequestratori.<br />
Un collage di lettere ritagliate dai quotidiani,<br />
come in ogni messaggio criminale anonimo<br />
che si rispetti. Un inquietante richiamo grafico<br />
alle Brigate Rosse (successivamente<br />
ricollegato alle iniziali di uno dei rapitori), troneggia<br />
sull’intestazione del documento. <strong>La</strong> prima<br />
richiesta di riscatto non scherza affatto:<br />
100.000.000 di lire ed un pacchetto di noccioline.<br />
Questo è quanto richiesto alla famiglia per evitare,<br />
come minacciano i rapitori, l’eliminazione<br />
mediante zappate della creatura. <strong>La</strong> prova inconfutabile<br />
dell’orrenda fine del maiale rapito<br />
sarebbe stata la spedizione di cinque centimetri<br />
di salsiccia. Questo se la famiglia non avesse<br />
provveduto al pagamento entro diciasette<br />
ore dalla ricezione del primo messaggio. Seguono<br />
giorni di tensione, la famiglia non cede Rapimento del maiale: comunicato n. 1 dei rapitori (1988)<br />
ed i banditi calano drasticamente la posta in<br />
gioco, attraverso il secondo comunicato: 10.000 lire da depositare nel cestino della spazzatura davanti<br />
all’Oratorio del Carmine, entro le ore 18.00 dell'11 novembre 1988. <strong>La</strong> scadenza non viene rispettata ed<br />
i rapitori cominciano a lamentare gli oneri finanziari per il mantenimento dell’animale. Dapprima, inviano<br />
una fattura per il rimborso dei costi sostenuti per alimenti, pulizia, disinfezione locali ed infermeria; in un<br />
secondo momento, la banda di anonimi sequestratori gioca l’ultima carta, attraverso il compromesso<br />
finale: una cena a base di tigelle e succulenti cibarie assortite, che doveva essere offerta dalla famiglia<br />
dell’ostaggio ad otto compiacenti e affamati banditi, dopo quasi due settimane dal giorno del rapimento.<br />
Aneddoto numero 1: nel terzo ed ultimo comunicato, i fuorilegge propongono la fornitura a proprio carico<br />
di costolette di maiale come degno<br />
ornamento dell’abbuffata prevista.<br />
“Non saranno del vostro”, assicurano.<br />
Aneddoto numero 2: uno dei rapitori<br />
ricorda come, all’inizio della<br />
cena, tutti i componenti della gang<br />
si assicurarono che fosse sempre uno<br />
dei padroni di casa ad abboccare le<br />
prime portate di cibo. “Temevamo in<br />
una vendetta a base di Guttalax, o<br />
cose del genere”. Le pensavano proprio<br />
tutte.<br />
26 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
S.E.G.A.<br />
Rapimento del maiale:<br />
comunicato n. 3 dei rapitori (1988)
S.E.G.A.<br />
1996<br />
Pensioni arretrate<br />
Un’altra piccola gemma della categoria “Pesci<br />
d’aprile”, che ha avuto risonanza a livello<br />
provinciale. <strong>La</strong> missiva, inviata a molti pensionati<br />
del Comune, aveva il seguente oggetto:<br />
“Pensione numero 604203597 – liquidazione<br />
competenze arretrate”.<br />
Il documento seguiva con un impenetrabile<br />
quanto credibile rimando a leggi, modifiche e<br />
decreti ministeriali che avrebbero legittimato<br />
la riscossione di quasi mezzo milione di vecchie<br />
lire (463.450, per la precisione) da parte<br />
di ognuno dei destinatari della lettera. L’appuntamento<br />
è fissato per le 8:30 dell’1 aprile<br />
1996, all’ufficio postale di Palagano.<br />
Per i pochi che già sapevano oppure che avevano<br />
fiutato la beffa, non restava che sedersi<br />
sotto la veranda del bar antistante le<br />
Poste, ordinare un cappuccino e godersi lo<br />
spettacolo. “Un gran caos”. Sono parole riportate<br />
dalla Gazzetta di Modena uscita il<br />
giorno seguente il misfatto. E c’è da crederci.<br />
<strong>La</strong> folla di pensionati iniziò pure a spazientirsi,<br />
mentre l’impiegato cercava di difendersi<br />
da dietro il banco: “Non ne so niente!”. Tra le<br />
seccate reazioni dei malcapitati,<br />
si è avuto testimonianza della<br />
seguente: ”Io lavoro in nero, qui<br />
sto perdendo tempo e denaro”.<br />
Poi, lentamente, l’inganno si svelò,<br />
fino a rendersi tragicamente<br />
evidente ai primi che diedero<br />
un’occhiata al calendario. Ma ormai<br />
era tardi, ci erano cascati<br />
in pieno. <strong>La</strong> notizia giunse alla<br />
stampa provinciale e ci fu pure<br />
un’intervista al sindaco di allora,<br />
il quale commentò l’accaduto<br />
con divertita bonarietà.<br />
Da notare un particolare: la lettera<br />
fu inviata solo ai pensionati<br />
più giovani e che non avevano<br />
problemi a spostarsi con propri<br />
mezzi di locomozione, mentre furono<br />
risparmiate persone con<br />
maggiori difficoltà. Divertimento<br />
certo, ma nei limiti del rispetto.<br />
Pagina de “<strong>La</strong> Gazzetta di<br />
Modena” del 2 aprile 1996.<br />
Sopra: la lettera inviata ai<br />
pensionati<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
27
non solo S.E.G.A...<br />
PALAGANO&GOLIARDIA<br />
1992<br />
Cioccona<br />
28 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Un altro paio di azioni storiche della "macchina goliardica" palaganese<br />
Lettera firmata dall’Istituto Nazionale di Ittiologia per la predisposizione<br />
dell’esame fisiostercografico al bestiame bovino (1966)<br />
1966<br />
Esame<br />
fisiostercografico<br />
bovino<br />
Così come dimostra il caso<br />
della vaccinazione cinofila<br />
antirabbica, la preoccupazione<br />
dei palaganesi verso<br />
la salute dei propri animali<br />
si è storicamente rivelata<br />
come una potente leva<br />
psicologica, sulla quale i<br />
furbacchioni di turno potevano<br />
agire per realizzare<br />
i propri goliardici intenti.<br />
Questa volta è Luccio<br />
Salmone, presidente dell’Istituto<br />
Nazionale di<br />
Ittiologia a dare all’allarme:<br />
si tratta di un’epidemia<br />
di “ciprinite acuta”, ve<br />
ne sarebbero stati già molti<br />
casi in provincia ed anche<br />
questa volta non si scherza,<br />
considerando poi che<br />
è il bestiame bovino, risorsa<br />
primaria di molti<br />
allevatori, ad essere particolarmente<br />
colpito. Ecco<br />
le istruzioni del comunicato, in breve: chi aveva ricevuto la lettera doveva presentarsi alla farmacia<br />
comunale di Palagano alle ore 9 dell’1 aprile 1966 con un campione di sterco bovino, possibilmente<br />
di giornata e comunque non più vecchio di tre giorni. I campioni sarebbero stati sottoposti<br />
all’”esame fisiostercografico”. Vi invito ad immaginare la scena che si è materializzata davanti agli<br />
occhi del farmacista durante il singolare ritrovo, direi che non occorrono altre parole. Pare che il<br />
centro organizzativo di questa opera fosse da ricercare fra i banchi degli impiegati comunali. Pare<br />
anche che uno di essi si sia visto dirottare un campione di sterco fumante sulla propria scrivania.<br />
<strong>La</strong> “Cioccona” (o “Chioccona”) era una tradizione diffusa da decenni<br />
nelle nostre zone. Veniva organizzata a seguito di matrimoni, perlopiù<br />
nei casi in cui gli sposi non mettevano in programma i balli per gli<br />
invitati durante i festeggiamenti. Veniva così messo in piazza un vero<br />
esercito di “chiocchisti” armati di mazze, bidoni, lamiere, tamburi,<br />
strumenti vari, sirene, autoradio, clacson ma soprattutto di un unico
Articolo de <strong>La</strong> Gazzetta di Modena sulla fine della Cioccona a Palagano (1992)<br />
obiettivo: fare un casino infernale davanti alla casa degli sposini, sera dopo sera, fino a quando non si<br />
fosse trovato un compromesso. Tale accordo consisteva perlopiù in cene offerte alle reboanti milizie.<br />
Questa a cui facciamo riferimento, per i palaganesi è "<strong>La</strong>" Cioccona, quella che nessuno dimenticherà.<br />
Forse fu per un certo astio che si era<br />
creato fra la famiglia della sposa ed il Comitato<br />
della Cioccona. Fatto sta che le<br />
sere si susseguirono lunghe e fragorose<br />
per molto tempo. Bambini, adulti ed anziani<br />
da diversi comuni della montagna<br />
parteciparono divertiti al singolare raduno<br />
nella piazza del municipio. Evidentemente<br />
un vero accordo tra le parti non fu<br />
mai raggiunto, tanto è vero che fu il paese,<br />
dopo molte sere di Cioccone, ad organizzare<br />
la grande festa di chiusura, con<br />
ricavato devoluto ai volontari per il servizio<br />
di ambulanze. Il sindaco di allora, benché<br />
non potesse esporre apertamente la<br />
propria posizione, sembrò parteggiare, nel<br />
suo intimo, per il Comitato. Ma non vi era<br />
nessun tipo di atteggiamento competitivo,<br />
probabilmente aveva capito che quella poteva<br />
essere semplicemente una bella occasione<br />
per ravvivare il paese e per fare<br />
festa, nessuno escluso.<br />
1983<br />
Programma di una<br />
"Cioccona"<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
29
El Toro LOCO<br />
<br />
<br />
30 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Il 2013 sarà l’anno ideale per l’Ariete: freddo, impervio e da prendere a testate. Le fortune maggiori arriveranno sul<br />
fronte familiare: se vostra suocera entra in congiunzione con un treno merci, le vostre stelle potrebbero sorridere a<br />
lungo… sotto i baffi.<br />
Al lavoro tutto bene, a scuola tutto bene, in amore un vero disastro: accontentatevi, avrete un buon 2 su 3. Trattenetevi<br />
dal comprare beni immobili: la <strong>luna</strong> lo sconsiglia, l’Unicorno dice che potrebbe portare scalogna, Andromeda potrebbe<br />
aversene a male e, soprattutto, non avete abbastanza grana.<br />
Consiglio dell'astrologo: evitate le fatiche, finché le faranno gli altri.<br />
Celebrità di riferimento: il cugino del nipote della suocera di zio Pietro... dai, quello là.<br />
<br />
<br />
<br />
Il 2013 sarà l’anno del toro: anno di vacche magre e, quindi, di bocca buona. Poderosi in amore, cercate una tale<br />
Giorgia: dolce connubio tra il punto ‘G’ e l’ ‘orgia’. Sarete innamorati al 70%, non innamorati al 75% e in forse al 44%.<br />
<strong>La</strong> vostra disposizione astrale pare recitare, pari pari, le parole del grande poeta: “Farete l’amore in tutti i mari, in tutti<br />
i fiumi, in tutti i laghi, in tutti i sughi, in mezzo ai fumi, pure anche in cima agli aghi. Farete l’amore con gli africani, con<br />
gli afghani sugli aeroplani, con gli artigiani e i pellicani, ma, se vi va male, anche con Bersani. Farete l’amore con la<br />
frusta, con <strong>La</strong>russa e con Berlusca; farete l’amore coi bagnini, da Salerno agli Appennini, e giacerete sotto i ponti, per<br />
colpa dell’Italia e dei suoi conti, non vi rimarrà che dormire sotto i pini, ma almeno con voi ci saranno pure Fini e Casini”.<br />
<strong>La</strong> costellazione del Tricorno parla di un anno di transizione, di passaggio, ma non dice né da dove, né verso che cosa...non allarmatevene,<br />
dunque, tanto ho il sospetto che quella costellazione non esista nemmeno.<br />
Consiglio dell'astrologo:se tutti ti vogliono per forza vedere sudare, non lavorare: ti basta stare al sole.<br />
Celebrità di riferimento: Romolo, Remo, Tullio Ostilio, Anco Marcio, Numa Pompilio, Porta Pranzio, Tircinio Prepuzio, Ennio Forza <strong>La</strong>zio.<br />
<br />
Il 2013 sarà un anno d’oro…se avete ancora dell’oro, se no sarà di qualcos’altro. Il rapporto di coppia andrà molto<br />
bene, ma, per voi gemelli, non è una novità. A scuola otterrete grandi risultati, soprattutto se eviterete di andarci.<br />
<strong>La</strong> punta di Saturno indica Nettuno, la coda è indirizzata verso la <strong>luna</strong>, ma quando Andromeda ruota in modo<br />
asimmetrico, sarà il momento per mettere la sanna del fo, tra la destra e la tinna, per evitare un mucchio di gini da<br />
renno...se ci avete capito qualcosa avvisatemi, perché o sono ubriaco, o Venere si diverte ancora a prendermi per il c...<br />
Consiglio dell'astrologo per menare il can per l'aia, assicuratevi prima di avere un cane e un'aia.<br />
Celebrità di riferimento: Nadia Bettuzzi.
Il 2013 sarà l'anno del cancro o, per meglio, dire: sarà l'anno dei cancheri. Gli astri rimarranno piuttosto enigmatici: il<br />
15 maggio, quando la cuspide di Venere passerà nella seconda quadratura di Mercurio, sarà tempo di investire tutto<br />
in borsa; per tutti gli altri giorni dell'anno, la borsa andrà stabilmente tastata, nella speranza di un po' di fortuna.<br />
L'amore andrà a gonfie vele, nel senso che procederà speditamente lontano da voi, verso mete più esotiche e<br />
appetibili. A scuola non andrà particolarmente bene: per riflettere meglio non vi resta che tentare di cospargervi di<br />
brillantini e paillettes.<br />
Consiglio dell'astrologo: evitate la peperonata prima di fare sport: L'Orsa Minore potrebbe risentirne... e pure la<br />
digestione.<br />
Celebrità di riferimento: Cesarina Bettuzzi.<br />
.<br />
<br />
<br />
Il 2013 sarà l'anno del leone: anno da affrontare con artigli, zanne affilate e, soprattutto, con una bella e folta criniera.<br />
Le stelle ci parlano con grande sicurezza: vi arriveranno parecchie lettere importanti e, se Giove non mente, la maggior<br />
parte saranno bollette da pagare. Amore in ribasso, lavoro in ribasso, ma, fortunatamente, spread in netto rialzo.<br />
A breve ci saranno grandi novità per la vostra carriera, infatti, secondo quanto recita la costellazione del Tritone: “Dopo<br />
che al governo avranno tentato con: i 10 saggi, i 7 nani, i 3 moschettieri, i 4 dell’Ave Maria, i 3 porcellini e i fantastici<br />
4, speriamo ci vadano i leoni… almeno a fare piazza pulita”.<br />
Consiglio dell'astrologo: ricordate che se alla sera siete grandi leoni, alla mattina sarete grandi...<br />
Celebrità di riferimento: Simba.<br />
. <br />
<br />
<br />
di El Toro LOCO<br />
<br />
<br />
Il 2013 sarà l'anno delle Vergini... scherzavo!<br />
Fate grande attenzione a druidi incappucciati che vi offrono ruoli centrali in misteriosi spettacoli e rituali notturni.<br />
In società, godrete di scarsa credibilità, ma, se Saturno non fa il birbone, entro fine anno, riuscirete finalmente ad<br />
abbandonare il vostro segno zodiacale. In amore calma piatta, il mare sarà calmo e piatto, sul tavolo ci starà solo un<br />
piatto: mangiate con calma.<br />
Consiglio dell'astrologo: il vostro numero fortunato sarà il 3578... il più è trovare la ruota dove poterlo giocare.<br />
Celebrità di riferimento: non disponibile.<br />
<br />
Il 2013 sarà l'anno delle bilance: pesante, ossessivo e sempre sballato.<br />
Plutone suggerisce che il vostro colore preferito sarà il violetto pallido, con tendenze al giallo ambrato, ma Plutone,<br />
come si sa, racconta un gran numero di fregnacce. Marte dice di bere poco, Giove dice di mangiare leggero, Saturno<br />
dice di evitare i grassi e la Parodi dice 'cotto e mangiato'.<br />
Consiglio dell'astrologo: se non fate, non dite; se non dite, dita.<br />
Celebrità di riferimento:Qui, Quo, Qua…Questo, Codesto, Quello.<br />
<br />
Il 2013 sarà l'anno degli scorpioni, anche se a me fanno un po' ribrezzo. Urano consiglia di evitare i brutti incontri,<br />
soprattutto perché saranno brutti; vi invita a non attraversare mai i binari, vi suggerisce di non scendere le scale di faccia<br />
e, soprattutto, vi vuole fare desistere dal tentativo di raggiungere il Messico a nuoto. Urano con voi sarà, dunque,<br />
molto premuroso, perché già siete scorpioni, non c'è bisogno che siate pure pirla.<br />
Consiglio dell'astrologo: a dormire sotto i sassi, prima o poi si finisce schiacciati.<br />
Celebrità di riferimento: l’orco Giuda.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
31
Il 2013 sarà l'anno dei sagittari: misterioso, complesso e, soprattutto, nessuno lo saprà scrivere correttamente. Le<br />
stelle vi deridono per il vostro essere metà uomini e metà bestie?? Non ve la prendete, ricordando che, dalla cintura<br />
in giù, è la natura equina ad avervi sorriso. Non fatevi troppo vedere in paese, soprattutto da ottobre a febbraio: fa<br />
freddo e gira pure l'influenza. Da marzo a settembre andate pure dove vi pare: non dovete chiedere a me, non son<br />
mica vostra madre.<br />
Consiglio dell'astrologo: se un 'ttario' vi separa dall'essere saggi, consolatevi: pensate a quanto la 'sfiga' può<br />
maledire una 's'.<br />
Celebrità di riferimento: Bernardino Morsetti (campione olimpico di tiro alla beccaccia).<br />
32 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
<br />
<br />
<br />
Sarà un anno difficile, a causa di Marte, che dice in giro che, in fondo, siete dei muli con le corna. Astuti, carismatici,<br />
divertenti, romantici e con la stoffa del leader, i capricorni continueranno a credersi così... e saranno gli unici a farlo.<br />
Avrete grandi, grandi, grandi soddisfazioni, ma solo tra qualche decade; fino ad allora, resistete.<br />
Consiglio dell'astrologo: per perdere il consorte, vi basterà essere sbadati... o solo fortunati.<br />
Celebrità di riferimento: San Silvio, San Vittore, San Siro, San Valentino, San Remo, San Souci, San-Toro,<br />
Sant’Ander, Sant’Anchè, San Bitter, Santo Spirito, Sotto Spirito… Ora pro nobis.<br />
<br />
Il 2013 sarà l'anno dell'acquario: umido, ricco d'acqua e piuttosto viscido. Il cielo, per voi, dice che ci saranno<br />
perturbazioni isolate, che potrebbero trasformarsi in neve al disopra dei 1200 m. Inverno rigido e prolungato, estate<br />
bollente, primavera ed autunno non pervenuti. Per il lavoro tutto bene, almeno finché non ne troverete uno. In<br />
amore, siete soliti chiamare la vostra dolce metà con nomignoli, come ‘topino morbidoso’, ‘ciccino bello’, ‘orsettino<br />
coccoloso’, ‘leprottino mieloso’… Continuate pure, ma non venitemi, poi, a dire che il cervello umano è di gran lunga<br />
superiore a quello di uno scimpanzé.<br />
Consiglio del saggio: a fare del buon brodo basta una gallina, a fare una gallina basta un uovo, a fare un uovo<br />
basta una gallina. Se abbiamo il brodo è, quindi, un miracolo: non ci sono altre spiegazioni.<br />
Celebrità di riferimento: Mammolo, Pisolo, Eolo, Gongolo, Cucciolo, Bandolo, Bombolo, Briciolo, Brufolo, Calcolo, Coccolo, Embolo, Idolo,<br />
Nuvolo, Trampolo, Scapolo.<br />
<br />
di El Toro LOCO<br />
<br />
I pesci avranno un ottimo 2013, se riusciranno a non farsi vedere in giro nei venerdì di quaresima. Al lavoro<br />
boccheggerete un po', ma a salute andrà alla grande. In amore prestate grande attenzione: voi siete un segno di<br />
acqua e, se la vostra fidanzata si rivela essere un segno di terra, lasciatela immediatamente... Vi eviterete anni di<br />
fango, melma e sabbie mobili. Il sole raccomanda di stare attenti alle costellazioni che attraversate: ‘in Bilancia cresce<br />
la pancia, in Fornace vi sentite in pace, in Fenice farà male l'appendice, in Unicorno vedrete un film... divertente, in<br />
Ariete abbaglierete, in Volpetta profumerete di violetta… Tenetevi logicamente alla larga da Orione...’<br />
Consiglio dell'astrologo: non rimanete troppo nello stesso posto; si sa come va a finire con il pesce...<br />
Celebrità di riferimento: Nicchia (proprietario di innumerevoli cose: dalla musica, al cinema... tutta la roba di Nicchia, insomma).
www.<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
FOTOGRAFA LA<br />
VALLE<br />
DEL<br />
DRAGONE<br />
VOLETE AIUTARCI A COSTRUIRE UNA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA<br />
VALLE DEL DRAGONE SUL NOSTRO SITO WEB?<br />
INVIATECI LE VOSTRE FOTO, CORREDATE DI UNA BREVE DIDASCALIA,<br />
VERRANNO PUBBLICATE NELLA SEZIONE "GALLERIA FOTOGRAFICA".<br />
NON DIMENTICATE DI INDICARE IL VOSTRO NOME:<br />
LO PUBBLICHEREMO ASSIEME ALLA FOTO, SARÀ IL NOSTRO<br />
RINGRAZIAMENTO.<br />
Info e invio delle immagini:<br />
redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
AGENDA EVENTI<br />
da Palagano e dintorni<br />
Sul nostro sito è disponibile un'agenda libera<br />
e pubblica: chiunque può consultare<br />
ed inserire avvenimenti. Abbiamo<br />
pensato fosse una cosa utile fornire alla collettività questo servizio perché in tal<br />
modo vengono maggiormente pubblicizzati i diversi eventi organizzati nel nostro<br />
territorio ed evitate, se possibile, sovrapposizioni con altri (gli organizzatori<br />
possono consultare l'agenda e verificare se le date sono libere o già occupate).<br />
Invitiamo associazioni e organizzatori di eventi ad utilizzarla ampiamente.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
33
Val Dragone<br />
Di Aldo Magnoni<br />
Tutti, chi per un motivo chi per un altro,<br />
siamo o potremmo diventare i<br />
‘Balugani’ di qualcuno.<br />
Per noi montanari del medio Appennino<br />
sono Balugani, per ragioni<br />
altimetriche, i figli di San Geminiano<br />
che vediamo laggiù, in basso, all’ombra<br />
della Ghirlandina. Per i Pievaroli<br />
sono gli abitanti di Barigazzo, nonostante<br />
quest’ultima località si trovi a<br />
1224 metri sul livello del mare. In altre<br />
parole un caos geografico!<br />
“Ma insomma, dove comincia la<br />
Balugania?” Se lo chiedeva trent’anni<br />
or sono anche il compianto prof. Battista<br />
Minghelli, spiegando il significato<br />
della parola “Balugàn” nel suo secondo<br />
volume de “Le parole dell’alto<br />
Frignano”. Quel termine infatti, da lui<br />
anche definito “come epiteto spregiativo”<br />
che in bocca ai montanari significava<br />
“inetto, cretino, ecc...”, si trova<br />
nella nostra parlata non sempre lusinghiera,<br />
rivolto a coloro che abitano più<br />
“alla bassa”. Mi ero illuso che noi abitanti<br />
della Val Dragone e della Val Dolo<br />
fossimo esenti da tale soprannome e<br />
che appartenessimo unicamente ai<br />
34 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Dalla VAL D’ASTA alle VAGLIE<br />
Bronchi, ossia a quel remoto epiteto<br />
che ci distingueva dai Maròo o Maròl<br />
della Valle del Pelago.<br />
Avremmo potuto identificarci, in buona<br />
sostanza, con i nostri avi della<br />
Podesteria di Montefiorino ben descritti<br />
nel 1613 dal futuro Governatore del<br />
Frignano Fulvio Ferrari: “…il Popolo che<br />
l’habita è differente molto dall’habitatione<br />
e da tutti i lochi montuosi poiché<br />
è d’una sagacità non creduta, di costumi<br />
non ordinari al loco, parlare alquanto<br />
civile, d’habito un poco rozeto,<br />
in generale ricchi, poveri in particolare,<br />
et di sangue compressamente bello,<br />
le cui qualità si può dir procedano<br />
dal lor praticar in piano”.<br />
Avevo persino avuto l’ardire di pensare<br />
che per essere immuni da appellativi<br />
poco adulatori bastasse, con pieno<br />
diritto, identificarsi con i montanari<br />
modenesi descritti da Giovanni Pascoli<br />
nel suo commento ai “Canti di<br />
Castelvecchio”: "Si chiamano lombardi<br />
i modenesi dei monti a confine coi<br />
toschi. Sono uomini alti, quadrati,<br />
biondi, occhi cerulei: veri longobardi".<br />
L’illusione era poi stata ulteriormente<br />
rafforzata dallo stesso Minghelli quando<br />
nei suoi citati scritti si chiedeva, e<br />
<br />
<br />
Documento del 1722 sui beni di Val D'asta a Casola<br />
A CASTAGNE NEL "BALUGANO"<br />
“Ma insomma, dove comincia la Balugania?”<br />
nello stesso tempo si rispondeva: “Allora<br />
sono Balugani anche i Bronchi di<br />
Val Dragone? Ah no! Quelli, così appoggiati<br />
al macigno dell’Alpe, sono il<br />
nostro fianco sinistro e più ferrigno”.<br />
E invece no!<br />
Pur con un glorioso passato, anche<br />
noi siamo i Balugani di qualcuno; per<br />
averne conferma bastava soltanto<br />
spaziare le letture presso i nostri cugini<br />
reggiani. Siamo Balugani ahimè,<br />
per gli abitanti della Val d’Asta nell’Appennino<br />
reggiano a circa 25 Km da<br />
Montefiorino, i quali per secoli hanno<br />
“abitato” i castagneti delle Vaglie di<br />
Casola ed i castagneti di Rubbiano,<br />
durante il periodo di raccolta ed<br />
essiccazione delle castagne. In particolare<br />
nelle Vaglie, gli Astesi erano<br />
proprietari fin dalla notte dei tempi, ed<br />
in parte lo sono tuttora, di estese superfici<br />
a castagneto: basti pensare<br />
che, come già scrissi sul libro di<br />
Casola nel 2004, dall’Estimo di Casola<br />
del 1722 risultavano proprietari di ben<br />
diciassette ettari e mezzo di<br />
castagneto (oltre 61 biolche).<br />
Ho casualmente trovata l’importante<br />
testimonianza della nostra “Baluganesità<br />
– Sic!” leggendo la rivista
“tuttoMontagna” di Reggio Emilia del<br />
1996, che riportava lo straordinario racconto<br />
di Andrea Riotti, trascritto in appendice.<br />
Di più: sul libro “Cosa bolle in pentola<br />
– il piacere di stare a tavola – Progetto<br />
pilota indirizzato alle classi terza, quarta<br />
e quinta elementare e alle scuole<br />
medie”, edito dalla Provincia di Reggio<br />
Emilia nel 2004, oltre alla testimonianza<br />
citata del Riotti vi è anche quella,<br />
più sintetica, di Luigina Cassi che riportava:<br />
“<strong>La</strong> gente della Val d’Asta,<br />
come mio suocero, possedeva castagneti<br />
nel ‘Balugano’ (a Montefiorino) e<br />
in ottobre una parte della famiglia si<br />
trasferiva là a piedi o col<br />
cavallo per raccogliere<br />
e seccare le castagne.<br />
Ognuno aveva il suo<br />
metato che serviva anche<br />
come abitazione”.<br />
Il “Balugano”, oppure<br />
“Le Vaglie” come più<br />
precisamente identifichiamo<br />
noi del posto<br />
quell’estesa area di<br />
castagneti tra Montefiorino<br />
e <strong>La</strong> Verna, è<br />
parimenti ricca di altri<br />
Sino agli inizi degli anni ‘40 era consuetudine in Val<br />
d’Asta, ai primi di ottobre, “andare nel Balugano”<br />
(comune di Montefiorino), come si diceva da noi,<br />
per la raccolta e la successiva essicazione delle<br />
castagne.<br />
Il motivo per cui molte famiglie astesi possedevano<br />
a Rubbiano e a Vaglie di Montefiorino, non è dato<br />
saperlo con certezza. <strong>La</strong> tradizione parla di un lungo<br />
periodo di carestia che ridusse in miseria braccianti<br />
e contadini: quindi anche i proprietari di quei<br />
terreni. Forse perché insolventi verso il fisco, vennero<br />
privati dei castagneti che così, naturalmente,<br />
andavano all’incanto. Ma i soli che poterono aderire<br />
all’offerta, data la crisi generale, furono i pastori<br />
ed i caprari della Val d’Asta, perché quelle preziose<br />
bestiole resistono alle prolungate calamità naturali<br />
per il loro modo di procacciarsi il cibo percorrendo<br />
grandi distanze o migrando; cosa che i bovini domestici<br />
non possono permettersi, specie nella stagione<br />
fredda. Un’altra fonte parla di terreni demaniali<br />
messi in vendita e acquistati dagli stessi allevatori<br />
per il motivo già esposto. (1)<br />
<strong>La</strong> trasferta autunnale in quel di Montefiorino era<br />
la seconda in ordine di tempo, dopo la Maremma,<br />
poiché impegnava i cosiddetti chidur (raccoglitori)<br />
per oltre un mese.<br />
Si tornava a casa i primi di novembre per la festività<br />
dei Santi. Il 29 settembre, fiera di san Michele a<br />
Montefiorino, i proprietari di castagneti partivano<br />
"<strong>La</strong> Pilla" e "e Graffie": recipiente in legno per<br />
contenere le castagne e strumento per pulirle<br />
eventi ed aneddoti che hanno riguardato agricoltori locali ed Astesi. Ma quella è<br />
un’altra storia.<br />
Articolo di Andrea Riotti, pubblicato su tuttoMontagna, anno 1996<br />
in massa per rendersi conto del da farsi. Subito<br />
iniziava la rimondatura (pulizia) sotto le piante per<br />
facilitare la raccolta delle castagne.<br />
Un rimaio del tempo, Marco Paini, così evidenziava<br />
il suo arrivo alla fiera a tarda sera e spossato dal<br />
viaggio: “Quando arrivai a Montefiorino fiera era<br />
finita, stanca era la mia vita del troppo camminar,<br />
rivai al fiume Dragone afflitto e sconsolato e quando<br />
arrivai al metato il giorno spento fu.”<br />
Quindi iniziava il lungo periodo della raccolta.<br />
Alla sera le castagne venivano messe nel caniccio<br />
del metato per essere essiccate a fuoco lento. Per<br />
questo motivo i raccoglitori dormivano su delle tavole,<br />
al fine di evitare che una favilla potesse incendiare<br />
i loro vestiti. Si racconta che nel pieno<br />
della raccolta i castagneti fumavano come accampamenti<br />
di pellerossa, e soprattutto riecheggiavano<br />
dei canti del Maggio, tanto graditi ai Balugini. E lo<br />
stupore è scandito in queste parole: “A venir da<br />
Montefiorino al metato poi dei Riotti io rimasi stupefatto<br />
per l’armonia di quei canti”.<br />
Alla fine degli anni ‘30 io ero ancora in età scolare<br />
e ricordo di aver provato tanta invidia quando vedevo<br />
i più grandicelli partire per quella avventura<br />
che io ho soltanto fantasticato. Una volta trascorsi<br />
però alcuni giorni, stando alle testimonianze<br />
dirette, la noia assaliva quegli adolescenti perché i<br />
giorni si susseguivano monotoni, lontano dagli amici<br />
e soprattutto dalla mamma.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
35
Val Dragone<br />
Per i giovanotti, invece, iniziava una <strong>nuova</strong> avventura,<br />
poiché spesso incontravano l’anima gemella.<br />
A facilitare l’approccio era l’invito che i contadini<br />
del posto facevano alla gioventù a spannocchiare<br />
montagne di granoturco durante le lunghe serate<br />
autunnali. Il loro entusiasmo portava a termine<br />
l’opera a tempo di record, coscienti che di lì a poco<br />
una fisarmonica avrebbe coronato i loro sogni.<br />
Dopo quindici giorni di fuoco le castagne venivano<br />
levate e iniziava la fase di pulitura. Si metteva una<br />
ceppa nel mezzo e quattro persone intorno, con il<br />
relativo sacchetto di castagne. Ritmavano a turno<br />
battendo sul legno come si faceva con i cerchi per<br />
il grano. Un altro modo era quello di porle in un<br />
recipiente e colpirle con un bastone a punta<br />
dentata, in ferro, detto sgavr (2) .<br />
Si dice che fosse un lavoro molto duro e che mettesse<br />
a prova l’esuberanza dei giovani. Ancora oggi<br />
si racconta di sfide interminabili tra balugani e<br />
valdastrini. Ma per fortuna c’era sempre uno che<br />
girava con il fiasco della vinella a ristorarli. Finalmente<br />
il prezioso alimento veniva portato a casa<br />
con l’impiego di bestie da soma. Eppure non poteva<br />
mancare chi, passando così alla nostra leggenda,<br />
arrivò in valle con ben ottanta chili di castagne<br />
sulle spalle. Erano le bravate del tempo. Il percorso<br />
Asta-Montefiorino superava i 25 chilometri, ma<br />
la difficoltà maggiore era dovuta all’attraversamento<br />
dei fiumi Dolo e Dragone, in quanto nei mesi di<br />
ottobre e novembre sovente erano in piena, con<br />
ponti inadatti o addirittura inesistenti. A tal proposito<br />
ecco una testimonianza: “Giunsi all’osteria ‘il<br />
mulino’ di Morsiano proveniente da Rubbiano sul far<br />
della sera. A stento riuscii ad attraversare a cavallo<br />
il fiume; avevo con me la figlia maggiore<br />
dodicenne ed una sua cuginetta. <strong>La</strong> pioggia era<br />
così forte che decisi di pernottare nel locale. Ma<br />
non riuscivo a chiudere occhio per il rumore crescente<br />
del fiume. Un santo pareva mi dicesse ‘prendi<br />
le bambine e vai via’. Così feci. A nulla valsero le<br />
insistenze dell’oste perché io restassi. Il giorno dopo<br />
Note.<br />
36 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Boccassuolo, 2006: "Gli antichi mestieri".<br />
<strong>La</strong>vorazione delle castagne.<br />
provai un attimo di sconcerto quando giunse in<br />
paese la notizia che l’ala dell’osteria prospiciente il<br />
Dolo ove si trovava la nostra cameretta, semplicemente<br />
non esisteva più”.<br />
Quell’uomo era mio padre. Tanti anni dopo anche io<br />
sono andato ansioso di veder quei luoghi,<br />
concretizzando la bramosia della mia fanciullezza.<br />
Il Dolo, Romanoro, Santa Scolastica, Rubbiano, Le<br />
Vaglie… Ma soltanto la millenaria Pieve di Rubbiano<br />
posta sulla via Bibulca, che conduceva gli eserciti<br />
e i viandanti al Passo di San Pellegrino, ripete imperterrita<br />
quel motivo antico. Poiché non arriva più<br />
dal metato ai bambini, quale dono regale, la mitica<br />
filza di castagne con in fondo una mela a mo' di<br />
amuleto, quando essa costituiva il trionfo dell’immaginazione<br />
e della gioia, frutto di tanta attesa.<br />
(1) L’ipotesi storica prospettata dal Riotti, benché suggestiva, non può essere avallata principalmente<br />
per carenza di documenti probatori al riguardo. Almeno per la prima parte. Accettabile,<br />
ma con le cautele del caso, poiché anche questa non documentata potrebbe essere invece<br />
l’ultima parte, quella relativa ad una acquisizione da parte dei pastori che, storicamente, potevano<br />
vantare una condizione economica di vantaggio rispetto al restante mondo rurale. Tuttavia non bisogna dimenticare<br />
che il buio medievale nasconde sicuramente verità che rimarranno sconosciute. L’area delle Vaglie resta tra le più<br />
ricche della valle dal punto di vista della toponomastica anche di epoca romana. Troviamo ad esempio Bracciano<br />
probabile fundus Braccianus dal personale latino Braccius; Borciano probabile fundus d’età romana, denominato da<br />
un (a)burcis o da un porcius, con il suffisso di appartenenza come il precedente toponimo, -anus; Porcinago che con<br />
il doppio suffisso ino+aco può far pensare al personale latino, in area celtica, Porcinacus da Porcinia; Roncastaldo,<br />
probabile “Ronco del Gestaldo” dal longobardo Gastald “amministratore per conto del re” e cosi via.<br />
(2) Nelle nostre zone questo attrezzo è conosciuto come grafi, mentre il recipiente in legno in cui venivano messe le<br />
castagne da pulire era la pella. (vedi foto)
Antiche devozioni<br />
Di Erminia Vezzelli<br />
Si tratta di una preghiera antichissima,<br />
la cui origine potrebbe risalire al<br />
tempo delle società medievali. In quell’epoca,<br />
divisa tra “luce e tenebre”, in<br />
un'Europa minacciata da sommosse,<br />
pestilenze e con la paura terrificante<br />
dell’aldilà, le pratiche religiose della<br />
gente comune, costituivano un mezzo<br />
di intercessione con il Cielo.<br />
Intorno al 1033, millenario della Crocifissione,<br />
un’immensa moltitudine di<br />
persone provenienti da ogni dove, cominciò<br />
a viaggiare verso il Sepolcro del<br />
Salvatore. Gerusalemme diventa così<br />
meta di pellegrinaggi di massa e dilaga<br />
il culto verso un’enorme varietà di<br />
reliquie, trasformandosi spesso in un<br />
traffico commerciale con la vendita di<br />
ricordi e di indulgenze.<br />
Navigando su internet si scopre che la<br />
preghiera era nota in molte località italiane<br />
ed europee. <strong>La</strong> popolazione migrante<br />
di Boccassuolo, a contatto con<br />
realtà multietniche, venne a conoscenza<br />
della preghiera, o in un altro modo,<br />
chiamata "L’Unica Vera Lettera di N.S<br />
Gesù Cristo".<br />
Pertanto nel paese, fino a tutti gli anni<br />
’50, veniva recitata la devozione e tramandata<br />
tra le famiglie e il vicinato.<br />
Da un’indagine, la lettera, seppure in<br />
forma minore, era conosciuta anche<br />
nella zona di Frassinoro.<br />
Nel 2001, Ben <strong>La</strong> Riccia, dell’Abruzzo<br />
Heritage del World Club, parla della<br />
preghiera rinvenuta e scritta su una tela<br />
appartenuta alla propria nonna.<br />
Secondo un altro web e-mail,<br />
info@stgemma.com, la Lettera del<br />
Nostro Più saggio Gesù Cristo, fu pure<br />
benedetta da S.S. Papa Leone XIII il 5<br />
L’unica<br />
vera lettera di nostro<br />
SIGNORE GESU’ CRISTO<br />
Orazione ritrovata nel SS. Sepolcro di N.S. Gesù Cristo in<br />
Gerusalemme, la quale si conservò da sua Santità e da Carlo<br />
V Imperatore in una cassa d’argento.<br />
Desiderando S. Elisabetta regina d’Ungheria, S. Matilde e S.<br />
Brigida di sapere alcune cose sulla passione di N. S. Gesù<br />
Cristo fecero particolari orazioni alle quali apparve Gesù Cristo<br />
e favellando con esse così le disse:<br />
"Serve mie dilette, sappiate che i soldati armati furono 125,<br />
quelli che mi condussero legato 23, gli esecutori di giustizia<br />
33, i pugni che mi diedero nella testa 30, preso nell’orto, per<br />
levarmi da terra mi diedero calci 105, colpi di mano nella<br />
testa e nel petto furono 168, colpi nelle spalle 80, battiture<br />
6666, nel corpo 100, nella testa buchi 110. Mi diedero un<br />
urtone mortale nella croce e stetti in alto per i capelli 2 ore e<br />
in poco tempo mandai 129 sospiri; fui trascinato e tirato per<br />
la barba 23 volte, sputi nella faccia 30, punture nella testa<br />
100, spine mortali nella fronte 3, piaghe che mi furono fatte<br />
1000, i soldati che mi condussero al Calvario 501, che mi<br />
guidarono furono 3, le gocce di sangue che sparsi furono<br />
28.830.<br />
Chi ogni giorno reciterà 7 Patre e 7 Ave Maria per lo spazio di<br />
15 anni continui, per compiere il numero delle gocce di sangue<br />
che sparsi e a quello che vivrà da buon cristiano gli concedo<br />
5 grazie: 1. Indulgenza plenaria e remissione di tutti i<br />
peccati.<br />
2. Sarà liberato dalle pene del Purgatorio.<br />
3. Se morisse prima di compiere i detti 15 anni, sarà per<br />
esso come se li avesse compiuti.<br />
4. Sarà come se fosse martire e se spargesse il sangue per<br />
la S. Fede.<br />
5. Verrò io dal cielo in terra a prendere l’anima sua e quella<br />
dei suoi parenti fino al quarto grado."<br />
aprile 1890. Esaminandola si nota che<br />
la preghiera mostra un riguardo particolare<br />
verso le partorienti, le quali supereranno<br />
qualsiasi pericolo, tenendola<br />
a sé vicina. Ecco perché mia zia Nice,<br />
oggi novantaduenne, ebbe in dono da<br />
mia madre Maria, il 27 luglio 1939, precisamente<br />
il giorno della nascita di mia<br />
sorella Angelica, copia della preghiera.<br />
<strong>La</strong> zia l’ha portata addosso, l’ha<br />
Val Dragone<br />
recitata e custodita come una reliquia,<br />
regalandoci così una delle tante antiche<br />
devozioni in uso a Boccassuolo e<br />
dintorni.<br />
<strong>La</strong> Lettera, come afferma Ben <strong>La</strong> Riccia,<br />
è sicuramente un “falso” che rasenta<br />
il “ridicolo”, ma faceva comunque<br />
parte delle devozioni personali di<br />
una volta che miravano tutte a proteggere<br />
le donne e la propria famiglia.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
37
Val Dragone<br />
nella<br />
38 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Il sito di<br />
MONTE<br />
SANTA GIULIA<br />
Il sito del Monte di Santa Giulia<br />
è molto importante essendo,<br />
di questa tipologia, quello più a sud in Europa.<br />
A cura di<br />
Fabrizio Carponi<br />
Durante il Bronzo Recente, il<br />
sistema insediamentale che<br />
ha come epicentro la valle del<br />
Dragone risulta molto articolato<br />
e fa trasparire un’organizzazione<br />
complessa, che<br />
accanto a veri e propri villaggi<br />
doveva annoverare anche<br />
luoghi di culto come testimonia<br />
l’importantissimo rinvenimento<br />
di Monte Santa Giulia.<br />
Nel 1951 i lavori di ricostruzione<br />
della pieve romanica, distrutta<br />
durante la guerra, portarono<br />
al rinvenimento di una<br />
spada del Bronzo Recente.<br />
Il sopralluogo effettuato dopo<br />
pochi giorni da Fernando Malavolti<br />
permise di accertare<br />
che la spada proveniva da uno<br />
strato carbonioso e fortemente<br />
antropizzato sepolto a<br />
circa un metro di profondità,<br />
contenente vasi frammentati,<br />
resti di fauna oltre che abbondanti<br />
resti di legni carbonizzati.<br />
<strong>La</strong> possibilità che la spada fosse<br />
legata ad attività di culto<br />
fu ripetutamente avanzata,<br />
ma è stata definitivamente accertata<br />
solo nel 2006 quan-<br />
do, a seguito degli scavi<br />
condotti congiuntamente da<br />
Soprintendenza ai Beni Archeologici<br />
dell’Emilia Romagna<br />
e dal Museo Civico Archeologico<br />
Etnologico di<br />
Modena con la collaborazione<br />
del Dipartimento di Scienze<br />
della Terra dell’Università<br />
di Modena e Reggio Emilia e<br />
con il sostegno della Provincia<br />
di Modena e della Comunità<br />
Montana Modena<br />
Ovest, è stato possibile effettuare<br />
un piccolo sondaggio<br />
presso le absidi della<br />
pieve, corrispondente all’area<br />
indicata da Fernando<br />
Malavolti come punto di ritrovamento<br />
della spada.<br />
Il sondaggio ha potuto accertare<br />
che a circa un metro<br />
di profondità compariva<br />
uno strato fortemente carbonioso,<br />
con grandi legni<br />
carbonizzati, vasellame<br />
frantumato e resti di fauna.<br />
Lo strato era contenuto all’interno<br />
di una fossa profonda<br />
presumibilmente poche<br />
decine di centimetri la<br />
cui forma non è nota in quanto<br />
lo strato archeologico prosegue<br />
sotto la chiesa. Particolare<br />
rilevante per l’interpre-<br />
Viaggio nella storia della Valle del Dragone<br />
ETÀ DEL BRONZO<br />
Spada risalente all'età del bronzo<br />
rinvenuta nel 1951 durante i lavori<br />
di ricostruzione della Pieve<br />
romanica di Santa Giulia a<br />
Monchio (MO). Normalmente<br />
esposta nel Museo Archeologico di<br />
Modena, attualmente si trova in<br />
Austria, ad Innsbruk, nel contesto<br />
di una mostra dedicata alla<br />
preistoria europea.<br />
tazione della struttura è la<br />
presenza sul fondo, al di sotto<br />
dei grandi legni carbonizzati,<br />
di una grande quantità di
Parco Monte Santa Giulia. Oltre al sito di importanza archeologica nel Monte Santa Giulia si sviluppa il parco<br />
Santa Giulia dedicato alle vittime della strage nazifascista del 1944. All'ingresso del parco sorge il complesso di<br />
sculture "Memorial Santa Giulia" realizzate da 14 scultori italiani e stranieri, testimoni che rappresentano alle<br />
generazioni future un passato morto ma non spento nel ricordo e nella consapevolezza.<br />
ciottoli fluviali di forma arrotondata,<br />
evidentemente gettati<br />
ritualmente nella fossa prima<br />
del rogo. Il sito del Monte<br />
di Santa Giulia è molto importante<br />
essendo, di questa<br />
tipologia, quello più a sud in<br />
Europa.<br />
Monte Santa Giulia, 2006.<br />
Scavi eseguiti nell'ambito di una<br />
ricerca condotta dalla<br />
Soprintendenza ai Beni Archeologici<br />
dell’Emilia Romagna e dal Museo<br />
Civico Archeologico Etnologico di<br />
Modena con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Modena e Reggio<br />
Emilia e con il sostegno della Provincia di Modena e della Comunità Montana Modena Ovest. I risultati<br />
hanno permesso di stabilire che la spada era utilizzata per attività di culto da popolazioni preistoriche.<br />
Biografia.<br />
<strong>La</strong> spada di bronzo detta anche<br />
"del duerriero" ha una<br />
struttura molto particolare e<br />
di ‘tipo Cetona’, dal nome del<br />
paese in provincia di Siena<br />
dove ne sono state trovate<br />
altre della stessa raffinata fattura.<br />
Normalmente esposta nel<br />
Museo Archeologico di Modena,<br />
in questo periodo si trova<br />
in Austria ad Innsbruk all’interno<br />
di una mostra dedicata<br />
alla preistoria europea.<br />
Nell’area del Monte Santa<br />
Giulia, oltre alla stratificazione<br />
preistorica, sono presenti anche<br />
altri resti di epoche successive<br />
che, vista la peculiarità<br />
del luogo, sono anch’essi<br />
molto importanti, ad esempio<br />
sono presenti alcune<br />
sepolture che si presume essere<br />
di epoca alto-medievale.<br />
Ma di questo tratteremo nei<br />
prossimi numeri.<br />
"Dalla Rupe del Pescale all’Ospitale di San Pellegrino - Linee per un progetto di<br />
valorizzazione culturale e turistica del territorio della Comunità Montana Modena Ovest".<br />
Università di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Scienze della Terra Coordinamento e testi -<br />
Andrea Cardarelli (Università di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Scienze della Terra) Modena – Marzo 2007<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
39
di Alice Nannetti<br />
40 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
L'intento di questa <strong>nuova</strong> rubrica di cucina è<br />
riscoprire i sapori di una volta rispolverando<br />
ricette che le nostre nonne ci hanno tramandato e<br />
che non possiamo e non dobbiamo dimenticare.<br />
Così cercheremo di proporre piatti semplici<br />
e gustosi che animavano le tavole<br />
dei nostri paesini di montagna tanti anni fa.<br />
Straccetti nel latte<br />
Ingredienti<br />
1 uovo<br />
200g di farina<br />
250 ml di panna fresca<br />
1 litro di latte<br />
4-5 patate<br />
acqua<br />
sale<br />
parmigiano reggiano<br />
I sapori<br />
di una volta<br />
Minestra per le sere invernali che facevano alcuni contadini<br />
nel periodo della guerra e chiamavano “straccetti nel latte”.<br />
Una volta era preparata sulla stufa in un pentolino di rame e,<br />
messa nel piatto, si condiva col formaggio di mucca fatto in casa stagionato.<br />
Come prima cosa,<br />
disponete su un grande<br />
tagliere di legno la farina<br />
formando la classica<br />
“fontana” e al centro<br />
rompete un uovo.<br />
A poco a poco cominciate<br />
ad incorporare la farina dai lati della fontana con l’uovo<br />
posto al centro, aggiungendo all’occorrenza un po’ d’acqua.<br />
Continuate in questo modo fino a che l’impasto diventi omogeneo e avrà completamente assorbito<br />
l’umidità dell’uovo e dell’acqua.
Straccetti nel latte<br />
<strong>La</strong> consistenza dell’impasto deve essere morbida e asciutta, se risulta troppo appiccicoso<br />
aggiungete altra farina, al contrario se la consistenza dell’impasto è troppo asciutta o<br />
troppo friabile aggiungete un po' di acqua tiepida.<br />
Continuate ad impastare sul piano leggermente infarinato<br />
aiutandovi con il palmo della mano.<br />
Più lavorerete l’impasto più sarà elastico e quindi facile da<br />
tirare.<br />
Finito di impastare iniziate<br />
a tirare la pasta, aiutandovi<br />
con un lungo mattarello,<br />
fino ad ottenere una sottile<br />
sfoglia.<br />
Nel frattempo sbucciate le<br />
patate e tagliatele sottili sottili.<br />
Versate in una pentola abbastanza grande un litro di latte<br />
con la panna e un litro d’acqua, aggiungete le patate e<br />
un po’ di sale.<br />
Portate ad ebollizione e lasciate cuocere le patate (il<br />
tempo varia a seconda di come le avete tagliate).<br />
<strong>La</strong>sciate cuocere qualche minuto e impiattate con<br />
l’aiuto di un mestolo.<br />
Spolverizzate il piatto con abbondante parmigiano<br />
reggiano e servite.<br />
UN MIO PICCOLO CONSIGLIO<br />
Aggiungete al latte<br />
un'abbondante spolverata di<br />
pepe e noce moscata e, se<br />
non volete esagerare, mettete<br />
la noce moscata in tavola così<br />
ogni commensale ne può<br />
aggiungere a suo piacimento...<br />
Sarà molto più apprezzata!<br />
I sapori di una volta<br />
A questo punto si può aggiungere la pasta:<br />
avvolgete la sfoglia stesa attorno al mattarello e, facendola<br />
scorrere, strappate con le dita piccoli straccetti<br />
di pasta buttandoli<br />
direttamente nella<br />
pentola col latte e<br />
le patate.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
41
L a<br />
Ballata<br />
Tollari Danilo, “il falegname”<br />
da <strong>La</strong>ma a <strong>La</strong>ma mutò domicilio<br />
con pialla e sgorbia forgiava legname<br />
e a Maranello finiva “in esilio”.<br />
Ma i monti e l'amicizie paesane<br />
furon richiamo cui non batté ciglio<br />
Maestri, Torri e Monti l'han plagiato<br />
perché a “Parigi” sempre s'è fermato!<br />
Da Gombola a Pianorso il suo Casato<br />
poi giunto con famiglia in Val Dragone<br />
Graziano, dei Gualmini, mio cognato<br />
primizia di bontà fra le persone.<br />
D'informatica già specializzato<br />
nella D.C. non disdegnò tenzone.<br />
Da ragazzo affrontò l'estate dura<br />
nella campagna della trebbiatura!<br />
Tollari Danilo (1935-2010).<br />
Nasce a Cadignano di <strong>La</strong>ma Mocogno;<br />
il padre svolge attività di falegname<br />
vecchio stampo: botti, ruote, carri, tinozze,<br />
sia pezzi nuovi che riparazio-<br />
42 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
di Bruno Ricchi<br />
Valle<br />
della<br />
Per anni punto di riferimento<br />
Ennio Maestri alla “Cooperativa”<br />
nei vari suoi commerci sempre intento<br />
il Comunal Consesso pur seguiva.<br />
Con Marta e i figli visse ognor contento<br />
e Costrignano volle sempre viva!<br />
Analfabeta fin oltre vent'anni<br />
apprese far di conto “non a spanni”!<br />
Girava il centro e la periferia<br />
con lo “scardazzo” Oreste Gianaroli<br />
tutti lo salutavan sulla via<br />
di lana e crine discioglieva “i boli”<br />
l'epigrafi dai mur strappava via<br />
con sagaci commenti e strani voli.<br />
Un giorno che pranzava a casa mia<br />
dal salame i “lardini” tolse via!<br />
ni. Dal 1930 fino gli anni '70, a piedi o<br />
in bicicletta, con pialla e sega sulle<br />
spalle, il vecchio Tollari svolge il prezioso<br />
lavoro, modestamente, anche col<br />
sistema del “baratto” quando le povere<br />
famiglie non riescono a pagarlo.<br />
Danilo frequenta le scuole elementari<br />
a Montecerreto, quindi studia presso<br />
l'Istituto Fermo Corni di Modena. Dopo<br />
il diploma sceglie di lavorare col padre<br />
che nel frattempo ha rilevato la falegnameria<br />
Martelli a <strong>La</strong>ma di Monchio<br />
ove la famiglia si trasferisce. Danilo,<br />
intraprendente e dinamico, oltre che<br />
ottimo artigiano, negli anni 1963-1965<br />
realizza a Maranello, unitamente alla<br />
sorella Luciana, due condomini con<br />
appartamenti e negozi, mantenendo la<br />
sede dell'attività a Palagano pur abitando<br />
sempre più spesso a Maranello<br />
23 a<br />
con la sorella. Danilo, colto e sensibile,<br />
ha fatto parte per anni di una compagnia<br />
di amici gioiosa ed affiatata:<br />
Doriano, Adriano, Marco, il cui ritrovo,<br />
la domenica pomeriggio, era sempre<br />
fissato presso il bar a “Parigi”, così era<br />
chiamato il bar della Cooperativa di<br />
Costrignano; da qui i nostri eroi partivano<br />
per una pizza a Ponte Dolo o alla<br />
Taverna del Brutto ove poi si tirava notte<br />
con disquisizioni, più o meno dotte,<br />
sugli argomenti più disparati e controversi.<br />
Stimo Danilo una persona unica<br />
ed eccezionale anche se, per il breve<br />
anno di fidanzamento con mia moglie,<br />
tutte le sere che rientravo dal cinema<br />
o dalla pizzeria, nelle brevi fermate in<br />
auto, mi abbagliava o mi suonava<br />
ripetutamente il clacson, facendo arrabbiare<br />
la mia fidanzata.<br />
PARTE
Gualmini Graziano (1937-2011).<br />
Nasce a Pianorso di <strong>La</strong>ma Mocogno<br />
da Pellegrino e Botti Ada, ha un fratello,<br />
don Marzio, e due sorelle, Romana<br />
e Piera. <strong>La</strong> famiglia si trasferisce a Palagano<br />
negli anni Cinquanta perché<br />
Pellegrino è bigliettaio delle<br />
autocorriere Montorsi con linea<br />
Pavullo-Palagano. Graziano, che dopo<br />
le elementari aveva svolto solo alcuni<br />
lavori manuali, come autodidatta si<br />
prepara all'esame di terza media che<br />
supera a Palagano. Frequenta poi l'Istituto<br />
per ragionieri Barozzi di Modena,<br />
diplomandosi brillantemente. Neo<br />
diplomato frequenta a Milano un cor-<br />
Non si sa<br />
Non si sa se c'è l'amore,<br />
non si sa se il cielo è blu,<br />
non si sa, chi lo sa?<br />
E' un attimo aver tutto,<br />
è un attimo a perdere tutto.<br />
Perdere e non trovare<br />
un raggio di sole,<br />
luce e speranza,<br />
in questo mondo senza pietà.<br />
Non si sa se c'è l'amore,<br />
non si sa se lo troviamo,<br />
non si sa, chi lo sa?<br />
so I.B.M. di specializzazione per operatori<br />
di computer; dopo diversi stage<br />
di aggiornamento e specializzazione<br />
della I.B.M. viene assunto dalla ditta<br />
Bormioli di Parma.<br />
Negli anni Settanta il Comune di Modena<br />
deve impiantare il Centro Elettronico<br />
e, su indicazione della multinazionale<br />
americana, chiama Gualmini<br />
alla direzione e coordinamento del<br />
centro stesso: Graziano resterà Capo<br />
Centro e dipendente del Comune di Modena<br />
fino alla pensione.<br />
Nel 1963 contrae matrimonio con Ricchi<br />
Gianpaola da cui avrà due figlie,<br />
Monica ed Elisabetta; fissa definitivamente<br />
residenza e domicilio a Modena.<br />
Dagli anni '70 è segretario della<br />
D.C. alla sezione di S. Faustino; dagli<br />
anni '80 è impegnato all'Istituto Caritas<br />
per diversamente abili, e sempre in<br />
quegli anni viene nominato Presidente<br />
della Scuola Materna “Don Milani”. Nonostante<br />
l'impegno del lavoro e nel sociale,<br />
Graziano tiene molto ai suoi rapporti<br />
con Palagano ove ha molti amici<br />
e torna spesso anche in vacanza avendo<br />
una villetta in proprietà.<br />
E' un attimo essere e non essere,<br />
è un attimo perdere la felicità,<br />
la felicità di essere bimba,<br />
la felicità di essere ragazza spensierata,<br />
la felicità di essere sposa,<br />
la felicità di essere mamma.<br />
Non si sa, chi lo sa?<br />
Sarà, chè solo Dio lo sa...<br />
Lilia Benciu <strong>La</strong>zar (Moldavia)<br />
Maestri Ennio (1913 – 2010).<br />
Nato da numerosa famiglia rurale in<br />
Costrignano, causa gli spostamenti<br />
familiari da un fondo all'altro, non riuscì<br />
a frequentare scuole rimanendo<br />
analfabeta fino a vent'anni; a quel punto<br />
si preoccupò di darsi un'istruzione<br />
e frequentò per alcuni anni le lezioni<br />
serali tenute in Canonica imparando a<br />
leggere e a scrivere. Non fece servizio<br />
militare perché esentato in forza di diversi<br />
fratelli che già ne avevano assolto<br />
l'obbligo. Coniugatosi nel 1949 con<br />
Baschieri Pina, detta Marta, ha avuto<br />
due figli, Marco e Maria Teresa. <strong>La</strong> borgata<br />
“Cooperativa” di Costrignano era<br />
un po' il centro commerciale del paese<br />
per l'esistenza di due negozi<br />
“polimercanzia” condotti da Maestri<br />
Ennio e Ferrari Gino. Maestri era anche<br />
titolare del Posto Telefonico Pubblico;<br />
si narra in proposito un curioso<br />
aneddoto: Marta chiamò il dirimpettaio<br />
dott. Amico Salvatore, per diversi anni<br />
medico condotto di Costrignano: “Dottore,<br />
c'è una telefonata per sua moglie<br />
da una sua amica!”, risposta: “L'amico<br />
di mia moglie sono io!” e l'argomento<br />
fu chiuso. Essendosi sempre interessato<br />
della frazione, Ennio fu consigliere<br />
comunale sia a Montefiorino che a<br />
Palagano. Nella deliberazione consiliare<br />
di Montefiorino n. 60 dell'8 dicembre<br />
1953, Maestri votò per la ricostituzione<br />
del Comune di Palagano; nelle<br />
successive elezioni comunali di Palagano<br />
dell'8 giugno 1959, Maestri risultò<br />
il 5° consigliere eletto<br />
Gianaroli Oreste (1912 – 2007)<br />
Originario del Comune di Polinago,<br />
Gianaroli Oreste abitava ormai a Palagano<br />
da tempo immemorabile tanto<br />
che tutti lo conoscevano e gli volevano<br />
bene con un senso quasi d'affetto e<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Poesia<br />
43
Poesia<br />
protezione. Abitava una casetta bianca<br />
al “Monte” di Palagano, ma era costantemente<br />
in giro per il paese a parlare<br />
con tutti commentando in modo<br />
bizzarro gli avvenimenti.<br />
Fino agli anni Ottanta andava alle case<br />
con l'attrezzo per la cardatura della<br />
lana e del crine, chiedendo per paga<br />
un pranzo o una cena o poche monete<br />
da 100 lire; in proposito non voleva<br />
banconote per paura di essere imbrogliato,<br />
ma conservava i suoi risparmi,<br />
tutti in moneta metallica, in diversi<br />
scatoloni di lamiera. Quando io bambino<br />
ero chierichetto con Don Galloni,<br />
Scrivo irregolare<br />
44 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
Oreste già precedeva la croce davanti<br />
alle processioni o ai cortei funebri; diverse<br />
volte passando colla bara vicino<br />
a casa di un anziano ho udito Oreste<br />
dire fra sé a voce alta “st'altra volta al<br />
tòca a té”. Oreste non sopportava le<br />
epigrafi, forse perché non sapeva leggere,<br />
e le strappava continuamente<br />
anche prima dei funerali del defunto.<br />
Un'altra bizzarria di Oreste era quella<br />
di togliere i lardini da ogni tipo di<br />
insaccato; così quando spesso era<br />
ospite di una famiglia, la cuoca gli chiedeva<br />
le preferenze alimentari. Al termine<br />
di una vita lunga e tormentata,<br />
Senza criteri nè regole...<br />
creare con le parole e raccontare l’irregolare<br />
Dedicato a chi vuole leggere racconti brevi o storie assurde.<br />
Trame create per dare forma a un’idea, per trovare un significato anche ai<br />
pensieri dall’apparente mancanza di senso…<br />
Dico“NON MENTIRTI,<br />
SEI ALLA RICERCA DI RISPOSTE”<br />
Enes Ljesnjanin<br />
Oreste ha lasciato a tutti noi il ricordo<br />
di persona buona e la nostalgia di una<br />
vita semplice e serena.<br />
Inviate<br />
i vostri scritti a<br />
redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
E adesso, ti ritrovi su quella panchina. Seduto. Con mille pensieri che ti<br />
scorrono per la testa, che imperturbabili non rendono agiata la tua<br />
espressione.<br />
Vedi il signore anziano passarti di fianco, con una borsa. Corre per non<br />
perdere quello che potrebbe essere l’ultimo treno della sua vita.<br />
Vedi il ragazzo e la ragazza, che si danno l’ultimo bacio, probabilmente<br />
l’indomani si rivedranno ma l’importante per loro e sentirsi l’uno dell’altra<br />
in quel momento.<br />
Vedi la madre, con il marito ed il figlio, si accingono a sedersi di fianco<br />
a te.<br />
Ti sposti con moderazione ed educazione.
Ti invitano a non spostarti, ma tu non cedi, ti accorgi dell’eleganza di<br />
alcune persone, e non vuoi abusarne.<br />
Sorridi, ammirato, e mostri loro il posto di fianco al tuo.<br />
Con un poco di indecisione fanno spazio al figlioletto, poi il marito<br />
invita la moglie a sedersi, e lui compiaciuto e felice guarda l’amore<br />
della sua vita sorridere alla creatura che insieme hanno dato alla luce.<br />
Tutti aspettano lo stesso treno, ma alcune di queste persone cercano<br />
qualcosa di ben piùu' profondo di un semplice viaggio.<br />
Tu, per esempio, stai cercando tutt’altro.<br />
<strong>La</strong> fermata per te èla piu'ù lontana. Stai cercando te stesso.<br />
Stai cercando dove finisce la tua inadeguatezza, e dove inizia quella<br />
degli altri.<br />
Ti guardi intorno, beffardo sorridi. Ti rendi conto che tutti quelli che<br />
ti circondano non sanno nulla di te, della tua pseudo-identita'à, e della<br />
tua esistenza.<br />
E tu, ne sai qualcosa?<br />
Non mentirti, sei alla ricerca di un senso, sei alla ricerca di risposte<br />
a domande che nemmeno hai chiare. Domande spesso inutili, la cui risposta<br />
non ti interessa davvero, ma ciòo'ò che ti interessa e'è proprio il percorso<br />
che ti portera'à ad una risposta.<br />
Sei fatto cosi'ì. Per trovarti, devi andartene.<br />
Devi sentirti differente dagli altri. E lo sei, per certo.<br />
Lo speaker annuncia l’arrivo del treno.<br />
Rimani li'ì, seduto, ancora una volta ti poni domande su domande. Ti<br />
attraversano la mente immagini della tua vita. Ti chiedi se e'è il treno<br />
giusto da prendere. Se èe' quell’orario corrispondente a quello scritto sul<br />
tuo biglietto, senza riflettere un attimo a mente lucida che l’orario lo<br />
decidi tu in realtàa'.<br />
Significa che ancora non sei pronto.<br />
Il treno si ferma.<br />
Attende che tutti salgano.<br />
Tu, ancora fermo, non esiti nel tentar di convincere te stesso che il tuo<br />
treno e'è quello successivo.<br />
Il treno riparte.<br />
Scrivo irregolare<br />
Ne guardi la coda, e ti chiedi, fragile, se hai commesso un errore nel non<br />
salirci a bordo.<br />
Non trovi risposta. Perchée' non c’e'è risposta.<br />
E oramai il treno èe' gia'à lontano, e tu l’hai perso. Non ritornera'à.<br />
Potrai prenderne un altro, ma quello, puoi starne certo, non tornera'à piu'ù<br />
cosi'ì com’era in quell’istante.<br />
Non ci saràa' nessuno a dirti quale sarebbe stato meglio prendere o quale<br />
sarebbe stato meglio evitare.<br />
Prendi una decisione, che sia tua, prendi una decisione che sia ferma, e<br />
che non cambi, qualsiasi cosa accada. Venga stravolto il mondo, non<br />
mollare per nessuna ragione l’unica cosa che ti e'è davvero concessa<br />
liberamente, la liberta'à di pensare, di porti dubbi e di cercarne risposta.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
45
Scrivo irregolare<br />
Nessuno sara'à mai li'ì per giudicare un tuo pensiero. Sentiti libero.<br />
Lo speaker annuncia l’arrivo di un secondo treno.<br />
Mi alzo, il vecchierello seduto di fianco a me, con il berretto in testa,<br />
si alza insieme a me. Mi chiede informazioni riguardo alle fermate del<br />
treno stesso.<br />
Non sono in grado di rispondergli.<br />
Sono solo a conoscenza, finalmente, della mia meta.<br />
Non e'è detto che questa sia definitiva. C’èe' la possibilitàa' che pur<br />
arrivando a destinazione, mi senta smarrito e perso.<br />
Nessun pericolo, non mi resta che risedermi e attendere il treno successivo.<br />
Ma perche'é ci pensi ancora?<br />
Avvicinati alla porta, sali i gradini con passo insicuro.<br />
Hai timore della tua scelta, ma non devi. E’ tua.<br />
Accelero il passo, non do l’idea di essere dubbioso e tanto meno dai l’idea<br />
di vivere un conflitto tutto mio. Non interessartene, vai dritto per la<br />
tua strada, confuso o meno, cio'ò che conta èe' che tu non stia attento a<br />
sentire il rumore del tuo tallone toccare per terra.<br />
Non considerarlo, potrebbe oramai essere solo quello a farti tornare<br />
indietro, la consapevolezza di stare camminando, e di farlo verso una<br />
direzione che non sia il luogo di partenza.<br />
Piuttosto, attento al rumore del tuo sorriso, potrebbe diventare cosìi'<br />
assillante con il passare del tempo in quel vagone, che chi sta intorno<br />
potrebbe pensare che nella tua mente c’e'è una lite in atto.<br />
E’ quello che sta accadendo, ma perche'é dar loro la soddisfazione di<br />
saperlo?<br />
Cio'ò che e'è tuo, e'è tuo, anche l’indecisione.<br />
Mi pare, o sul cartello della fermata c’èe' l’insegna “Capolinea?"<br />
Mi affretto.<br />
Appoggio il polso al manico della poltrona sulla quale stavo seduto.<br />
Faccio leva. Sono in piedi.<br />
Mi guardo intorno. E’ buio. Le uniche luci che vedo son le mie certezze.<br />
Saranno poche ma ce ne sono abbastanza da farmi vedere le sembianze della<br />
stazione.<br />
Non ti guardi indietro. Senza rendertene conto, con passo sicuro, ti muovi<br />
verso l’uscita.<br />
Il treno frena.<br />
E’ oramai fermo.<br />
Sono vicino alla porta. Dietro di me sento la presenza di altre persone.<br />
Ma non ti interessa.<br />
Scendo gli scalini, con le spalle larghe. Sai bene della tua indecisione,<br />
ma per una volta almeno, vuoi re-iniziare da capo.<br />
Cerco le indicazioni per l’uscita, ma in questa fermata del treno non ci<br />
46 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013
sono. Ognuno la trova per conto suo.<br />
Non segui nessuno. Scegli quella che ti consentira'à di stare piu'ù tempo<br />
possibile con te stesso.<br />
<strong>La</strong> tua sagoma viene abbandonata dall’ombra pesante del farneticare del<br />
mondo esterno.<br />
Te ne stai andando.<br />
Non ti chiederai se fosse stato davvero il capolinea, o hai sbagliato<br />
fermata. No, non lo farai.<br />
Oramai sei andato, hai preso una strada, hai fatto una scelta, e non la<br />
cambierai, per nulla al mondo.<br />
IL NERO E IL BIANCO<br />
Federico Piacentini<br />
Un giorno il nero ed il bianco si misero a discutere, ognuno ritenendosi<br />
senza alcun dubbio migliore dell'altro.<br />
"Vedi, - disse il bianco - io sono amato da tutti, tutti i colori confluiscono<br />
in me, sono purezza, sacralita'à, solennita'à e pace. Tu sei<br />
vuoto, e apatia, e miseria. Io splendo di serenita'à e luminosita'à grande".<br />
“E' facile - rispose il nero - risplendere quando si ha dalla propria<br />
parte tutti i colori. Ma senza di loro cosa saresti? Saresti me. E non<br />
saresti tanto forte da ricoprire questo ruolo: dove abbondi di<br />
luminosita'à pecchi di tinta e carattere. Io sono l'assenza, non ho bisogno<br />
di nessuno. E pure nella mia cupa solitudine la mia impressione<br />
tanto che tutti mi temono e mi rispettano. Io dono riparo alla sofferenza,<br />
e vesto l'eleganza piùu' enigmatica".<br />
Ad un certo punto si misero a guardare il cielo.<br />
Era notte fonda.<br />
Scrivo irregolare<br />
“Questa - disse il bianco -è la dimostrazione: osserva la bellezza della<br />
<strong>luna</strong>, e la magnificenza delle stelle, che rendono questa buia e triste<br />
notte uno spettacolo unico. E fanno sperare, e sognare, ed innamorare.<br />
Sono quelle luci bianche, che, seppur piccole e sparse, danno valore<br />
alla notte, e portano vita.“<br />
"Dimmi, - rispose il nero - che cosa sarebbero la <strong>luna</strong> e quelle stelle<br />
senza il contorno forte dell'oscurita'à? Solo un accecante pallore, un<br />
silenzio assordante, la pazzia dell'oblio. E' il cielo nero della notte<br />
che dàa' profonditàa' all'universo, avvolge i sensi e le passioni, dona<br />
disillusione e liberta'à di scavare nei piùu' lontani abissi della<br />
conoscenza.Io sono il caos, non porto false certezze ma veritàa'."<br />
Poi nessuno disse piùùu'<br />
niente.<br />
Riguardarono il cielo e videro che era semplicemente sia bianco e sia<br />
nero e, voltandosi le spalle, se ne andarono, entrambi consapevoli.<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
47
IL PATTO DELLE CATACOMBE<br />
In ricordo di dom Helder Câmara.<br />
Il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusura<br />
del Vaticano II, una quarantina di padri conciliari hanno<br />
celebrato una Eucaristia nelle catacombe di Domitilla, a<br />
Roma, chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù. Dopo questa<br />
celebrazione, hanno firmato il “Patto delle Catacombe”.Il<br />
documento è una sfida ai “fratelli nell’Episcopato” a portare<br />
avanti una “vita di povertà”, una Chiesa “serva e povera”,<br />
come aveva suggerito il papa Giovanni XXIII.I firmatari – fra<br />
di essi, molti brasiliani e latinoamericani, poiché molti più<br />
tardi aderirono al patto – si impegnavano a vivere in povertà,<br />
a rinunciare a tutti i simboli o ai privilegi del potere e a<br />
mettere i poveri al centro del loro ministero pastorale. Il<br />
testo ha avuto una forte influenza sulla Teologia della Liberazione,<br />
che sarebbe sorta negli anni seguenti.Uno dei<br />
firmatari e propositori del Patto fu dom Helder Câmara, il<br />
cui centenario della nascita è stato celebrato il 7 febbraio.<br />
"Noi, vescovi riuniti nel Concilio Vaticano II, illuminati sulle<br />
mancanze della nostra vita di povertà secondo il Vangelo;<br />
sollecitati vicendevolmente ad una iniziativa nella quale<br />
ognuno di noi vorrebbe evitare la singolarità e la presunzione;<br />
in unione con tutti i nostri Fratelli nell’Episcopato, contando<br />
soprattutto sulla grazia e la forza di Nostro Signore<br />
Gesù Cristo, sulla preghiera dei fedeli e dei sacerdoti delle<br />
nostre rispettive diocesi; ponendoci col pensiero e la preghiera<br />
davanti alla Trinità, alla Chiesa di Cristo e davanti ai<br />
sacerdoti e ai fedeli delle nostre diocesi; nell’umiltà e nella<br />
coscienza della nostra debolezza, ma anche con tutta la<br />
determinazione e tutta la forza di cui Dio vuole farci grazia,<br />
ci impegniamo a quanto segue:<br />
- Cercheremo di vivere come vive ordinariamente la nostra<br />
popolazione per quanto riguarda l’abitazione, l’alimentazione,<br />
i mezzi di locomozione e tutto il resto che da qui discende.<br />
Cfr. Mt 5,3; 6,33s; 8,20.<br />
- Rinunciamo per sempre all’apparenza e alla realtà della<br />
48 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
<strong>La</strong> Luna <strong>nuova</strong><br />
Via Palazzo Pierotti 4/a, 41046 Palagano (MO)<br />
Fax: 0536 970576 - Tel.: 0536 961621<br />
e-mail: redazione@<strong>luna</strong>-<strong>nuova</strong>.it<br />
Non si pubblicano lettere anonime<br />
<strong>La</strong> Luna <strong>nuova</strong> esce 3-4 volte all'anno<br />
per cui alcune lettere spedite alla<br />
redazione potrebbero attendere<br />
periodi lunghi prima della loro<br />
pubblicazione, perdendo la loro<br />
"attualità". Per ovviare a questo<br />
problema tutte le lettere ricevute<br />
verranno subito pubblicate sul<br />
nostro sito internet www.<strong>luna</strong><strong>nuova</strong>.it,<br />
nella sezione "la Luna<br />
<strong>nuova</strong> | Lettere non ancora pubblicate<br />
su la Luna <strong>nuova</strong>". Chiaramente<br />
verranno anche pubblicate sul primo<br />
numero de la Luna <strong>nuova</strong><br />
che andrà in stampa.<br />
ricchezza, specialmente negli abiti (stoffe ricche, colori<br />
sgargianti), nelle insegne di materia preziosa (questi segni<br />
devono essere effettivamente evangelici). Cf. Mc 6,9; Mt<br />
10,9s; At 3,6. Né oro né argento. Non possederemo a nostro<br />
nome beni immobili, né mobili, né conto in banca,<br />
ecc.; e, se fosse necessario averne il possesso, metteremo<br />
tutto a nome della diocesi o di opere sociali o caritative.<br />
Cf. Mt 6,19-21; Lc 12,33s.<br />
- Tutte le volte che sarà possibile, affideremo la gestione<br />
finanziaria e materiale nella nostra diocesi ad una commissione<br />
di laici competenti e consapevoli del loro ruolo<br />
apostolico, al fine di essere, noi, meno amministratori e<br />
più pastori e apostoli. Cf. Mt 10,8; At. 6,1-7.<br />
- Rifiutiamo di essere chiamati, oralmente o per scritto,<br />
con nomi e titoli che significano grandezza e potere (Eminenza,<br />
Eccellenza, Monsignore…). Preferiamo essere chiamati<br />
con il nome evangelico di Padre. Cf. Mt 20,25-28;<br />
23,6-11; Jo 13,12-15.<br />
- Nel nostro comportamento, nelle nostre relazioni sociali,<br />
eviteremo quello che può sembrare un conferimento di privilegi,<br />
priorità, o anche di una qualsiasi preferenza, ai ricchi<br />
e ai potenti (es. banchetti offerti o accettati, nei servizi<br />
religiosi). Cf. Lc 13,12-14; 1Cor 9,14-19.<br />
- Eviteremo ugualmente di incentivare o adulare la vanità di<br />
chicchessia, con l’occhio a ricompense o a sollecitare doni<br />
o per qualsiasi altra ragione. Inviteremo i nostri fedeli a<br />
considerare i loro doni come una partecipazione normale<br />
al culto, all’apostolato e all’azione sociale. Cf. Mt 6,2-4; Lc<br />
15,9-13; 2Cor 12,4.<br />
- Daremo tutto quanto è necessario del nostro tempo, riflessione,<br />
cuore, mezzi, ecc., al servizio apostolico e pastorale<br />
delle persone e dei gruppi laboriosi ed economicamente<br />
deboli e poco sviluppati, senza che questo pregiudichi<br />
le altre persone e gruppi della diocesi. Sosterremo i
laici, i religiosi, i diaconi o i sacerdoti che il Signore chiama<br />
ad evangelizzare i poveri e gli operai condividendo la<br />
vita operaia e il lavoro. Cf. Lc 4,18s; Mc 6,4; Mt 11,4s; At<br />
18,3s; 20,33-35; 1 Cor 4,12 e 9,1-27.<br />
- Consci delle esigenze della giustizia e della carità, e delle<br />
loro mutue relazioni, cercheremo di trasformare le opere<br />
di “beneficenza” in opere sociali fondate sulla carità e sulla<br />
giustizia, che tengano conto di tutti e di tutte le esigenze,<br />
come un umile servizio agli organismi pubblici competenti.<br />
Cf. Mt 25,31-46; Lc 13,12-14 e 33s.<br />
- Opereremo in modo che i responsabili del nostro governo<br />
e dei nostri servizi pubblici decidano e attuino leggi, strutture<br />
e istituzioni sociali necessarie alla giustizia, all’uguaglianza<br />
e allo sviluppo armonico e totale dell’uomo tutto in<br />
tutti gli uomini, e, da qui, all’avvento di un altro ordine sociale,<br />
nuovo, degno dei figli dell’uomo e dei figli di Dio. Cf.<br />
At. 2,44s; 4,32-35; 5,4; 2Cor 8 e 9 interi; 1Tim 5, 16.<br />
- Poiché la collegialità dei vescovi trova la sua più evangelica<br />
realizzazione nel farsi carico comune delle moltitudini<br />
umane in stato di miseria fisica, culturale e morale – due<br />
terzi dell’umanità – ci impegniamo: – a contribuire, nella<br />
misura dei nostri mezzi, a investimenti urgenti di episcopati<br />
di nazioni povere;<br />
- a richiedere insieme agli organismi internazionali, ma testimoniando<br />
il Vangelo come ha fatto Paolo VI all’Onu,<br />
l’adozione di strutture economiche e culturali che non fabbrichino<br />
più nazioni proletarie in un mondo sempre più ricco<br />
che però non permette alle masse povere di uscire dalla<br />
loro miseria.<br />
- Ci impegniamo a condividere, nella carità pastorale, la<br />
nostra vita con i nostri fratelli in Cristo, sacerdoti, religiosi<br />
e laici, perché il nostro ministero costituisca un vero servizio;<br />
così: – ci sforzeremo di “rivedere la nostra vita” con<br />
loro; – formeremo collaboratori che siano più animatori<br />
secondo lo spirito che capi secondo il mondo; – cercheremo<br />
di essere il più umanamente presenti, accoglienti…<br />
saremo aperti a tutti, qualsiasi sia la loro religione. Cf. Mc<br />
8,34s; At 6,1-7; 1Tim 3,8-10.<br />
Tornati alle nostre rispettive diocesi, faremo conoscere ai<br />
fedeli delle nostre diocesi la nostra risoluzione, pregandoli<br />
di aiutarci con la loro comprensione, il loro aiuto e le loro<br />
preghiere. Aiutaci Dio ad essere fedeli".<br />
LA VALLE DI JOSAPHAT<br />
Ugo BeneventI (1 febbraio 2013)<br />
Di tappa in tappa, di segnale in segnale, seguendo un tracciato<br />
ben definito dai sacramenti di Gesù, siamo giunti alla<br />
grande Valle di Josaphat. Secondo l’interpretazione di una<br />
profezia di Gioele: “… ecco, in quei giorni e in quel tempo/<br />
(…) riunirò tutte le nazioni/ e le farò scendere nella valle di<br />
Giòsafat/, e là verrò a giudizio con loro…”, (Gioele 3,2: Il<br />
giudizio dei popoli), è proprio lì, in quel luogo, che si terrà il<br />
“Giudizio universale”. Quando da ragazzo andavo a dottrina,<br />
il nostro vecchio parroco ce ne parlava, ma anche lui<br />
non ne sapeva un granché. Ci diceva di una valle “biblica”,<br />
non meglio identificata, che paragonava, per renderci l’idea,<br />
a migliaia e migliaia di valli del Dragone, la nostra piccola<br />
vallata, messe assieme. Invece la valle di cui parla la Bib-<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
POSTA<br />
bia si colloca vicino a Gerusalemme, esattamente tra il<br />
monte del Tempio ed il Monte degli Ulivi. Allora, il suo racconto,<br />
lo prendevamo alla lettera e ci impressionava la<br />
moltitudine infinita di risorti, circa cento miliardi di uomini,<br />
ognuno dei quali portava inciso sulla fronte il suo peccato.<br />
Oggi sappiamo che non sarà proprio così. Come sarà e<br />
quando verrà nessuno è in condizione di dirlo: "Quanto al<br />
giorno e all’ora nessuno lo sa, neppure gli angeli del cielo,<br />
ma solo il Padre" (Mt. 24,36), così pure penso che non si<br />
tratterà di una conta ragionieristica dei peccati commessi.<br />
Oltre che giudicarci su ciò che abbiamo commesso, ci<br />
verrà chiesto di rendere conto di ciò che avremmo potuto e<br />
dovuto fare e non abbiamo mosso dito. Come spero che<br />
non sarà un giudizio di condanna, ma di misericordia. Non<br />
per nulla il Giudice costituito si chiamerà Gesù, il quale<br />
“siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a<br />
giudicare i vivi e i morti” (Credo).<br />
Mentre rimuginavo queste cose nel mio cervello, è esplosa<br />
in Vaticano, “come un fulmine a ciel sereno”, la bomba<br />
delle dimissioni di Benedetto XVI, che hanno relegato tutto<br />
il resto in seconda linea, paralizzando la mia mente ed<br />
impedendole di pensare ad altro.<br />
"Che cosa è successo?", è stata la prima reazione. E’ una<br />
chiamata a giudizio di tutta la Chiesa pellegrina sulla terra.<br />
E’ lei la convocata nella grande Valle di Giosafat?<br />
Un fatto di una gravità eccezionale; unico nella storia. <strong>La</strong><br />
nostra mentalità corrotta è abituata a tutto; nulla ci meraviglia<br />
più di tanto, mentre, invece, queste dimissioni ci costringono,<br />
specialmente noi cattolici, ad una riflessione<br />
senza precedenti. Penso che siano pochi oggi sulla terra,<br />
credenti e non credenti, a non riflettere. Credo che si tratti<br />
di un’occasione unica per una riflessione totale sul modo<br />
d’essere della Chiesa medesima. Sono convinto che solamente<br />
un nuovo Concilio sia in grado di dare una risposta<br />
esaustiva del problema. Benedetto ci ha posti di fronte alle<br />
domande di fondo, alle linee guida, ai fondamentali della<br />
nostra sopravvivenza come Popolo di Dio: Morte, Giudizio,<br />
Inferno, Paradiso. Sono quelli che una volta erano conosciuti<br />
come i “quattro novissimi”. Sono antichissimi e moderni<br />
e spingono tutti ad un profondo esame di coscienza,<br />
come una rottura completa e definitiva col passato. Cosa<br />
esiste di più dirompente della morte e del giudizio di Dio?<br />
Niente dovrà più essere come prima. Sentiamo spesso richiamare<br />
la “modernità” come metro di paragone per misurare<br />
la grandezza di un Papa.<br />
Si dice che Benedetto, col suo gesto, abbia fatto un gran<br />
passo avanti verso la modernità, ma penso che sia riduttivo;<br />
il suo gesto è stato molto di più. Ha voluto scuotere la<br />
Chiesa fin dalle sua fondamenta. Mi auguro che ci sia riuscito.<br />
Non conosco il significato esatto che si vuole attribuire alla<br />
parola “modernità”, non sono uno studioso, ma il mio metro<br />
di giudizio restano i “novissimi” che non sono, per la<br />
verità, una novità assoluta. Nella loro attualità, sono vecchi<br />
quanto l’uomo, ed ancora di più, ma costituiscono una rottura<br />
netta, profonda e definitiva con questo mondo; con le<br />
sue ricchezze, e, soprattutto, con ciò che più lamenta<br />
Benedetto, le carriere ecclesiastiche. Qualcuno ha dimenticato<br />
che furono l’ambizione di grandezza, la vanagloria,<br />
assieme alle ricchezze di questo mondo, le armi usate da<br />
Satana per tentare Gesù, per cercare di metterlo fuori strada,<br />
per sviarlo dalla sua missione di Redentore. Non possono,<br />
i suoi preti, accettarle senza provocare dissensi, liti<br />
49
POSTA<br />
e divisioni nella Chiesa, e nel mondo, come lamenta Benedetto.<br />
Come ci si è dimenticati che Morte, Giudizio, Inferno<br />
e Paradiso, sono realtà ineludibili, macigni inamovibili,<br />
sempre lì, pronti a sbarrarci la strada. "Infatti, che cosa<br />
giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se perde la propria<br />
vita?" (Mc. 8,36).<br />
Le dimissioni di questo Papa non sono capricci di un vecchio<br />
che, stanco del suo incarico, sbatte la porta e se ne<br />
va. No!... sono un gesto ponderato, lucido, preso in piena<br />
libertà di coscienza davanti a Dio, e profondamente soppesato<br />
in tutte le sue conseguenze. Penso, invece, che non<br />
ne potesse più di assistere alla trasformazione della sua<br />
Chiesa, in una pura e semplice struttura di potere. Il potere<br />
di questo mondo appartiene a Satana e lui non poteva condividerlo.<br />
Col suo gesto ha voluto porre la Gerarchia davanti<br />
alle sue responsabilità.<br />
"Tocca a voi", sembra voler dire con chiarezza. Ora dovrà<br />
dimostrare di cosa è capace, questa “Gerarchia”. Benedetto<br />
di meglio non poteva fare. Un semplice, umilissimo<br />
gesto che lo ha proiettato come un gigante nella Storia<br />
della Chiesa. Quando si è accorto che la sua presenza<br />
serviva, forse, solamente a coprire le malefatte di altri, ha<br />
messo tutto allo scoperto e questo gli merita il titolo di<br />
“Magnus” (Grande).<br />
Ora la Chiesa è in cammino verso la grande Valle del giudizio,<br />
dove sono convocati “tutti i popoli della terra”, per il<br />
giudizio della Storia. Siamo tutti coinvolti, perché “Chiesa”<br />
non significa solamente Papa, vescovi, preti, ma anche<br />
noi, dal primo all’ultimo dei battezzati. Non è che dimessosi<br />
il Papa, tutto finisce lì; no!... tutto incomincia lì e adesso:<br />
hic et nunc. Non si gioca con le cose sacre. Non si<br />
scherza impunemente con lo Spirito Santo che parlò, sembra<br />
inascoltato dai più, ormai cinquant’anni or sono, per<br />
mezzo dei padri conciliari.<br />
A tale proposito mi sovviene la battuta di un mio amico<br />
prete, di una quarantina d’anni fa, che mi disse: "Questo è<br />
stato un gran bel Concilio, ma vuoi vedere che si sono<br />
dimenticati di invitare lo Spirito Santo?" <strong>La</strong> ritenni una battuta<br />
infelice, una espressione quasi irriguardosa invece,<br />
lui, aveva già intuito la piega che stava prendendo. Giovanni<br />
XXIII lo aveva sicuramente invitato. Paolo VI, alla ripresa,<br />
gli “rinnovò” certamente l’invito, ma, in seguito, forse, non<br />
tutti gli aprirono la porta. In questi giorni, ho sentito parlare<br />
di “Concilio dei Media” e di “Concilio dei Padri”, lasciando<br />
intendere che la sua applicazione è, se pur lentamente, in<br />
atto. Più che una spiegazione, la ritengo una speranza.<br />
Benedetto parla di divisioni all’interno della Chiesa, “che<br />
ne deturpano il volto”, ma quando al suo interno sorgono<br />
gruppi che come primo obiettivo hanno gli interessi economici,<br />
che costituiscono gruppi di potere con la scusa di<br />
movimenti ecclesiali, è inevitabile.<br />
A tale proposito ormai dovremmo essere abbastanza esperti!<br />
Dovremmo essere messi sull’avviso dalla prima lettera di<br />
Paolo ai Corinzi: “A riguardo vostro, fratelli, mi fu segnalato<br />
dalla gente di Cloe che vi sono contese tra voi. Mi riferisco<br />
al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io<br />
invece, sono di Apollo", "E io di Cefa", e "Io di Cristo"!. Ma<br />
Cristo è stato diviso?” (prima lettera di Paolo 1,11-13).<br />
Pieni di miliardi fino agli occhi, immersi negli scandali più<br />
infamanti, si può essere seguaci del povero Gesù di<br />
Nazareth, del quale tanto bene ha scritto Ratzinger? Ha<br />
fatto bene a dimettersi, perché, con le sue dimissioni, ha<br />
minato alla radice il potere di Satana che, forse, ha “incon-<br />
50 la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
trato” in qualche remoto angolino del Vaticano. Maligno del<br />
quale hanno parlato anche i suoi due predecessori: Giovanni<br />
Paolo II e Paolo VI.<br />
Assistiamo ogni giorno a lotte fratricide tra cristiani che<br />
disonorano questo santo titolo. Ormai la misura è colma e<br />
le dimissioni di Benedetto lo confermano. Non pretendiamo<br />
che lavi i panno sporchi in piazza San Pietro, ma che<br />
nella Chiesa ci sia bisogno di un bel bucato è sotto gli<br />
occhi di tutti. E’ urgente far posto ai poveri. E’ ora che si<br />
sottragga alla protezione dei potenti, sotto le cui ali ha<br />
camminato per secoli. I protettori non si addicono alla sposa<br />
di Cristo. Deve camminare con le proprie gambe che<br />
sono tre: Fede, Speranza e Carità.<br />
Mai si era verificata una situazione come questa. C’è stato<br />
il caso di Celestino V, ma, a mio modesto parere, il paragone<br />
non calza. Benedetto ha inteso dare volutamente uno<br />
scossone alla Chiesa; non gli è stato imposto da nessuno.<br />
Sembra che si aspetti una risposta, un risultato, una attuazione<br />
del Concilio Vaticano II.<br />
Ma questa è la superficie. Solo il tempo svelerà le vere<br />
cause del suo gesto. Da profano, ma anche da credente,<br />
vedo grossi pericoli. Il Popolo di Dio appare oggi, come<br />
dice Geremia: “un gregge senza pastore”. <strong>La</strong> Chiesa non<br />
può svolgere la sua missione di evangelizzazione affidandosi<br />
unicamente ai grandi annunci sui mass media. <strong>La</strong><br />
sua azione deve essere capillare, continua, costante, in<br />
mezzo alla gente, altrimenti si cade nell’indifferenza,<br />
nell’apostasia e nello scisma.<br />
<strong>La</strong> mancanza di preti la costringe ad affidare ad un solo<br />
parroco parecchie parrocchie che piano, piano vanno<br />
scristianizzandosi. E’ come una ritirata da vasti territori<br />
che si offrono ad altre credenze. Chi frequenta le piccole<br />
parrocchie di campagna, in specie quelle di montagna, nota<br />
un diminuire continuo e costante di gente alla vita comunitaria.<br />
Le chiese sono piene a metà di vecchi. <strong>La</strong> gioventù è<br />
assente. Parecchie scuole chiudono per mancanza di bambini.<br />
Alcune elementari se sono ancora aperte è per merito<br />
di extracomunitari che, in maggioranza, non sono nemmeno<br />
cattolici.<br />
E nessuno sembra preoccuparsene. Avanti di questo passo,<br />
nel giro di pochissime generazioni, le nostre Chiese<br />
saranno trasformate in Sinagoghe. Fa sempre più riflettere<br />
l’espressione di Luca: "Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà,<br />
troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8).<br />
Prima di uscire dalla Valle del giudizio, la Chiesa deve trovare<br />
una soluzione ai suoi problemi. Non siamo ancora di<br />
fronte al “Giudizio Universale” di Dio, la Parusia non si è<br />
ancora verificata, ma davanti al giudizio dei Popoli della<br />
terra, questo sì. Il prossimo Papa avrà per le mani problemi<br />
colossali.<br />
Potrà risolverli solamente nell’umiltà e nella collaborazione,<br />
parlando in continuazione con la sua Chiesa. Ridia la<br />
“Parola” ai cristiani, non dimenticando che di essa fanno<br />
parte anche i laici, e non in posizione periferica. Prima di<br />
chiudere il mio dire, vorrei dargli un consiglio, ma non trovo<br />
di meglio della raccomandazione di Gesù ai suoi apostoli:<br />
"Voi sapete come coloro i quali sono ritenuti capi delle<br />
nazioni le tiranneggiano, e come i loro principi le opprimano.<br />
Non così deve essere tra voi; ma chi tra voi vuole essere<br />
grande, sia vostro servo, e chi vuole essere primo tra voi,<br />
sia schiavo di tutti. Infatti il Figlio dell’uomo non è venuto<br />
per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in<br />
riscatto per molti".
Che Dio lo aiuti; chiunque esso sia.<br />
VIVA FRANCESCO<br />
Ugo Beneventi<br />
(1 febbraio 2013)<br />
Dall’11 febbraio, tra l’altro giorno del mio compleanno, mi è<br />
tornata la voglia di scrivere un articolo per la Luna.<br />
Da quel giorno, dopo aver appreso che Benedetto XVI si<br />
era dimesso, avrei voluto rigettare un sassolino nello stagno<br />
per provocare qualche onda per smuovere, nel mio piccolo<br />
e con questo mezzo a bassa diffusione, la tranquilla<br />
quiete in cui si sono stagnate le coscienze di molti conoscenti<br />
che leggono il giornalino.<br />
Purtroppo per un motivo e l’altro non ho trovato il tempo per<br />
farlo. E’ arrivato il momento in cui hanno chiuso le porte del<br />
Conclave ed io, convinto che per l’elezione ci sarebbero<br />
voluti tanti giorni, mi riproposi di scrivere oggi, ben conscio<br />
che poi la mia lettera, il mio sfogo, sarebbe stato letto<br />
settimane dopo, con già il successore sul soglio che fu di<br />
Pietro; ma pensavo di rimediare indicando il giorno in cui<br />
avevo imbucato la lettera nella cassetta virtuale de la Luna,<br />
oggi, sabato 16 marzo 2013, ma sarebbe sempre sembrata<br />
una posa finta.<br />
Il Conclave, per fortuna, mi ha fregato, pescando dal mazzo<br />
il jolly che mi piace tanto.<br />
Bravo Francesco, hai fatto un inizio di quelli che speravo<br />
io, continua così.<br />
Scusa se mi permetto, ma vorrei darti un consiglio: stai<br />
molto attento a quello che ti portano da mangiare e bere,<br />
alle medicine che ti chiedono di assumere...<br />
C’è già stato un papa che mi piacque molto, ma non gli<br />
diedero il tempo di fare i cambiamenti che progettava.<br />
Ma tu riuscirai, sono convinto, a fare la Chiesa dei poveri di<br />
cui hai parlato oggi ed anche io, umile peccatore, rientrerò<br />
nel gregge, il Tuo e Suo gregge.<br />
Ah, dimenticavo: non fare Santi nuovi, a quelli ci pensa Dio<br />
senza istituire tribunali ad hoc, fare ricerche approfondite e<br />
spendere tanti soldi. Spendili per i poveri.<br />
Grazie Francesco.<br />
PS.<br />
Poiché la Luna ha cadenza trimestrale, diventa anacronistico<br />
rispondere con mesi di ritardo a commenti ad una<br />
lettera di un lettore pubblicata mesi dopo, per cui non ho<br />
continuato la discussione sulla Luna, mentre l’ho continuata<br />
con chi mi ha scritto direttamente al mio indirizzo @<br />
che era pubblicato.<br />
Ma cerco di immaginare cosa succederebbe adesso, che<br />
anche su la Luna ci sono i blog, se uscisse un articolo<br />
come quello polemico su Giovanni Paolo II che scrissi nel<br />
dicembre 2004 .<br />
Non avendo, per i motivi sopra espressi potuto farlo all’epoca<br />
(tra l’altro una eventuale risposta o chiarimento sarebbe<br />
apparsa dopo la scomparsa di quel papa) intendo fare un<br />
chiarimento per quelle 4 persone che hanno criticato, scrivendo<br />
alla Luna o scrivendomi, il mio sfogo: non ho mai<br />
voluto parlar male o offendere Karol Wojtyla come uomo,<br />
in quanto lo consideravo una bravissima persona e la stes-<br />
sa cosa penso del suo successore tedesco, altra ottima<br />
persona. Come persone sono stati ambedue stupendi esseri<br />
umani.<br />
<strong>La</strong> mia critica, a cui accumuno adesso anche Benedetto<br />
XVI, era rivolta ai due in oggetto intesi come papi, ovvero<br />
AD, amministratori delegati, di quella cosa chiamata Chiesa<br />
Cattolica. In questa veste, a mio avviso, ambedue hanno<br />
fallito.<br />
Negli anni ho ascoltato decine di commenti fatti da sacerdoti<br />
o vescovi che condividevano la mia idea. Dall’11 febbraio<br />
di commenti negativi ci fu addirittura un’esplosione<br />
(ma ascoltate anche voi radio 2 o l’ascolto solo io quando<br />
viaggio?).<br />
Comunque qui non voglio rinnovare la discussione perché<br />
penso che un tizio pescato alla fine del mondo, dimostrerà<br />
cosa può fare un Papa nel 21° secolo. Se gliene lasciano il<br />
tempo.<br />
LA PAROLA DI DIO E’ VERITA’<br />
la LUNA <strong>nuova</strong> - Maggio 2013<br />
POSTA<br />
Doriano Torri<br />
dorianotorri@libero.it<br />
(16 marzo 2013)<br />
Il Vangelo di Giovanni (17:17) riporta la preghiera di Gesù<br />
al Padre: “Santificali per mezzo della verità; la tua Parola è<br />
verità”. Il Figlio di Dio mise in risalto l’influenza positiva che<br />
le Sacre Scritture hanno nella vita di chi le applica.<br />
Consapevoli di questo, anche i Testimoni di Geova di Palagano<br />
e dell’Appennino si sono radunati il 26 marzo scorso<br />
per la Commemorazione della morte di Cristo. Durante la<br />
cerimonia è stato ribadito che cedendo la sua vita in sacrificio,<br />
Gesù ha aperto la strada per la salvezza delle persone<br />
che gli sono fedeli.<br />
Nel corso della primavera e dell’estate i Testimoni continueranno<br />
l’opera di diffusione del messaggio contenuto nella<br />
Sacra Bibbia. Incontreranno le persone nelle case e in pubblico<br />
durante i mercati settimanali.<br />
Stands saranno allestiti il 6 e il 20 aprile, il 18 maggio e il<br />
15 giugno a Pavullo, il 19 marzo e il 18 giugno a <strong>La</strong>ma<br />
Mocogno. Le persone potranno rivolgere domande e ricevere<br />
letteratura biblica in varie lingue.<br />
Gli stand di giugno a Pavullo e <strong>La</strong>ma Mocogno serviranno<br />
particolarmente per invitare al grande congresso che si terrà<br />
dal 21 al 23 giugno nella Sala delle Assemblee di Imola.<br />
<strong>La</strong> moderna struttura accoglierà migliaia di Testimoni e simpatizzanti<br />
provenienti dalle province di Parma, Reggio<br />
Emilia, Modena e Bologna. Il tema trattato, “<strong>La</strong> Parola di<br />
Dio è verità’”, darà risalto al potente effetto positivo degli<br />
insegnamenti biblici sulla vita delle persone.<br />
Sarà ribadito che la Bibbia è la Parola di Dio e che l’applicazione<br />
dei suoi principi porta solo benefici.<br />
Anche i Testimoni della zona di Palagano inviteranno le<br />
persone al congresso mediante visite nelle case e in altre<br />
circostanze.<br />
Congregazione Cristiana Testimoni di Geova Ufficio<br />
relazioni pubbliche Appennino modenese<br />
E-mail: aresal1@tin.it<br />
(25 marzo 2013)<br />
51
iflessioni<br />
Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente<br />
è che perdono la salute per fare i soldi,<br />
poi perdono i soldi per recuperare la salute.<br />
Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente<br />
in tale maniera che non riescono a vivere<br />
nè il presente, nè il futuro.<br />
Vivono come se non dovessero morire<br />
mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.<br />
Dalai <strong>La</strong>ma<br />
Il Dalai <strong>La</strong>ma è la massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano, a capo della scuola Gelupa, cioè dei Virtuosi, una<br />
delle scuole del Buddhismo. Dalla metà del 1600 fino al 1959 fu la più alta autorità temporale del Tibet. Il primo, il secondo,<br />
il terzo e il quarto Dalai <strong>La</strong>ma furono abati del monastero di Drepung, a Lhasa. Quando i sovrani mongoli fecero del quinto<br />
Dalai <strong>La</strong>ma, detto il "Grande Quinto", il sovrano assoluto del Tibet, la residenza<br />
dell' Oceano di Saggezza divenne il Palazzo del Potala di Lhasa, che divenne<br />
simbolo del potere politico e religioso della nazione, insieme al Palazzo d' Estate,<br />
il Norbulingka, anch'esso a Lhasa.<br />
Il Dalai <strong>La</strong>ma era ed è attualmente venerato come manifestazione del Buddha<br />
della Compassione. <strong>La</strong> reincarnazione è da sempre lo strumento della successione:<br />
quando un Dalai <strong>La</strong>ma muore, le sue funzioni vengono ereditate da un<br />
Reggente, che guida la ricerca della sua reincarnazione tramite le premonizioni,<br />
i responsi degli oracoli ed i segni divini. Il potenziale candidato viene sottoposto<br />
ad una serie di prove atte a ricordare la vita precedente. Se l'esito risulta positivo<br />
egli è riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, e durante la sua<br />
vita seguono prima la cerimonia d'intronizzazione quale Dalai <strong>La</strong>ma ed in seguito,<br />
raggiunta la maggiore età, la cerimonia di insediamento quale sovrano del<br />
Tibet.<br />
L'attuale Dalai <strong>La</strong>ma, il quattordicesimo, è Tenzin Gyatso, risiede in India dal<br />
1959, a causa dell'occupazione cinese, e l'allora primo ministro indiano Jawaharlal<br />
Nehru si prodigò per garantire la sicurezza del religioso buddhista e dei suoi<br />
seguaci. In India, il Dalai <strong>La</strong>ma risiede a Dharamsala, nello Stato di Himachal<br />
Pradesh, nel nord del Paese. Nella stessa zona si è stabilita anche l'amministrazione<br />
del Centro Tibetano, meglio noto come Governo tibetano in esilio.<br />
Tenzin Gyatso ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1989 per la resistenza<br />
non violenta contro la Cina.