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Musica nella Liturgia dicembre 2004 - Unione Cristiana Evangelica ...

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A passo di traduzioni<br />

a cura di Francesco Romeo<br />

I<br />

l mio lavoro, che mi ha portato in varie località del<br />

mondo, compreso il Nord America, ha inculcato in<br />

me l’amore per la musica gospel e tradizionale<br />

evangelica americana, detta anche «spiritual». Ho cercato<br />

quindi di trasportare «il feeling Battista» del sud<br />

degli Stati Uniti d’America <strong>nella</strong> nostra lingua che, del<br />

resto, è la più bella del mondo per il canto.<br />

Dunque, tradurre<br />

un inno, un gospel<br />

o uno spiritual, dall’inglese<br />

all’italiano<br />

può non essere<br />

considerato un’eresia<br />

se la traduzione<br />

porta con sé il feeling<br />

originale e,<br />

soprattutto, se si fa<br />

capire da quelli che<br />

ascoltano o che eseguono tale canto. E per capire e<br />

far capire, insomma per «ben tradurre», occorre<br />

conoscerne un po’ la storia. Questa volta incomincerò<br />

il cammino insieme al fratello Dudley Graves,<br />

che troverete nelle pagine seguenti, riportando la<br />

biografia di due autori importantissimi:<br />

Fanny Jane Crosby: nata a Putnam Country New<br />

York il 24 marzo 1820; morta a Bridgeport<br />

Connecticut il 12 febbraio 1915, è considerata la più<br />

significativa autrice di inni evangelici che l’America<br />

abbia avuto.<br />

Diventata cieca all’età di sei anni a causa di un’intervento<br />

medico sbagliato, conseguì la sua istruzione<br />

presso la New York School for Blind (Scuola per<br />

Ciechi di New York). Possedendo, sin da bambina, un<br />

dono naturale per la poesia, si guadagnò una considerevole<br />

esperienza <strong>nella</strong> scrittura di versi laici (o<br />

profani) fornendo testi per le composizioni dei menestrelli<br />

e le cantate, prima che dedicasse il suo talento<br />

alla scrittura di poesie sacre, all’età di 44 anni.<br />

Durante la sua lunga esistenza, di oltre 90 anni, la<br />

5<br />

Crosby scrisse fra 8.500 e 9.000 testi, molti dei quali<br />

musicati dai più importanti compositori di musiche<br />

sacre dell’epoca, fra cui vanno citati William B.<br />

Bradbury, Robert Lowry, George Root, William<br />

Howard Doane, e Ira D. Sankey. Crosby usò più di<br />

duecento pseudonimi per firmare i suoi lavori.<br />

Trascorse la maggior parte della sua vita <strong>nella</strong> città di<br />

New York e da buona metodista a vita, frequentò la<br />

Chiesa Metodista Episcopale di John Street di<br />

quella città.<br />

William Howard Doane, nato a Preston nel<br />

Connecticut ( USA) il 3 Febbraio 1832, morto a South<br />

Orange New Jersey ( USA) il 24 Dicembre 1915, fu il<br />

principale collaboratore musicale della Crosby <strong>nella</strong><br />

produzione di inni evangelici. Doane aveva una formazione<br />

religiosa e studiò alla Woodstock Academy<br />

dove presto manifestò un’attitudine per la musica<br />

anche come esecutore (infatti suonava il flauto e l’organo),<br />

nonché come direttore di coro.<br />

Si convertì nel 1847, fu battezzato nel 1851 diventando<br />

così un membro attivo della comunità battista,<br />

dove rimase per tutta la vita. Subì un attacco di<br />

una grave malattia, ancora giovane, e decise di dedicare<br />

il meglio del suo tempo e del suo talento a scrivere<br />

melodie di canti evangelici e a pubblicare collezioni<br />

di canti spirituali.<br />

Degli oltre 2.000 pezzi che scrisse più di 30 sono<br />

tutt’ora di uso frequente nelle chiese. Egli fu editore<br />

insieme ad altri, quale ad esempio Robert Lowry , di<br />

circa 40 collezioni di inni. Doane fu anche l’editore<br />

musicale dell’Innario Battista ( The Baptist Hymnal<br />

- Philadelphia 1883).<br />

Egli è dunque ricordato soprattutto per le melodie<br />

dei suoi canti evangelici.<br />

Ed ora comincia il mio vero compito per <strong>Musica</strong><br />

<strong>nella</strong> <strong>Liturgia</strong> che sarà quello di lavorare sulle traduzioni.<br />

Questa volta, come apertura per il primo<br />

numero, ho voluto comunicare un approccio alla traduzione<br />

che non è solo quello di «tradurre delle<br />

parole», ma di capire l’autore <strong>nella</strong> sua anima spirituale,<br />

e culturale.<br />

Nella pagina seguente vi riporto una mia traduzione,<br />

appunto, di un bell’inno di Crosby e Doane,<br />

tra l’altro non molto conosciuto, dal testo originale in<br />

inglese: Tread Softly (Con Passo soave).

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