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Leggi il formato PDF - Ordine degli Avvocati di Lecco

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La politica sostiene invece esigenze<br />

che possono avere soltanto un carattere<br />

soggettivo anche se si presentano con la<br />

migliore buona fede come l’ideale <strong>di</strong> una<br />

religione, <strong>di</strong> una nazione o <strong>di</strong> una classe.<br />

La scienza del <strong>di</strong>ritto cerca soltanto <strong>di</strong> conoscere<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto esistente, <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto valido,<br />

senza proporsi lo scopo <strong>di</strong> legittimarlo<br />

come giusto o <strong>di</strong> squalificarlo come ingiusto<br />

in base a una determinata ideologia.<br />

La politica si pone invece proprio lo scopo<br />

opposto e, per raggiungerlo, si fonda su<br />

delle ideologie che, come tali, affondano<br />

le loro ra<strong>di</strong>ci nel volere e non nel conoscere,<br />

nascono da determinati interessi e più<br />

esattamente da interessi <strong>di</strong>versi dall’interesse<br />

della verità.<br />

Come nel caso della sociologia, Kelsen<br />

non prende affatto posizione contro la politica<br />

come tale, ma al contrario le riconosce<br />

<strong>il</strong> suo valore anche de<strong>di</strong>cando alcuni suoi<br />

stu<strong>di</strong> ai temi della libertà e della democrazia.<br />

Il bersaglio critico <strong>di</strong> Kelsen non è appunto<br />

la politica in se stessa, ma sono quegli<br />

in<strong>di</strong>rizzi del pensiero giuri<strong>di</strong>co che confondo<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto oggetto della scienza giuri<strong>di</strong>ca<br />

con la politica, attribuendo all’ideologia<br />

politica da essi sostenuta <strong>il</strong> valore assoluto<br />

della giustizia, cercando <strong>di</strong> sostituire<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto con la giustizia e <strong>di</strong>chiarando che<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto che non è conforme alla giustizia<br />

non è <strong>di</strong>ritto.<br />

La critica è indubbiamente rivolta alla<br />

dottrina del <strong>di</strong>ritto naturale. Le dottrine del<br />

<strong>di</strong>ritto naturale, come mostreremo poi, hanno<br />

carattere politico ideologico e possono<br />

essere conservatrici o rivoluzionarie. In entrambi<br />

i casi le dottrine del <strong>di</strong>ritto naturale<br />

fanno riferimento a un ideale <strong>di</strong> giustizia inteso<br />

come ideale della felicità socialr che,<br />

pur essendo in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e per la volontà e<br />

l’azione <strong>degli</strong> uomini non è in alcun modo<br />

accessib<strong>il</strong>e alla nostra conoscenza.<br />

4. Diritto e morale<br />

Ai rapporti tra <strong>di</strong>ritto e morale è de<strong>di</strong>cato<br />

<strong>il</strong> secondo (breve) capitolo dei Lineamenti.<br />

In questo capitolo <strong>il</strong> K. si propone <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fronte a norme <strong>di</strong> altro genere,<br />

prime tra tutte le norme morali.<br />

Il fine <strong>di</strong> Kelsen è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere <strong>il</strong><br />

<strong>di</strong>ritto dai valori.<br />

Importa qui anzitutto liberare <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto da<br />

quel legame per cui è sempre stato unito<br />

alla morale. Con ciò naturalmente non si<br />

vuole certo mettere in dubbio l’esigenza<br />

che <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto debba essere morale, cioè<br />

debba essere buono. Questa esigenza è <strong>di</strong><br />

per sè comprensib<strong>il</strong>e; ciò che veramente<br />

significhi è un’altra questione. Si respinge<br />

solamente la concezione per cui <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

come tale faccia parte integrante della<br />

morale, la concezione per cui ogni <strong>di</strong>ritto,<br />

come <strong>di</strong>ritto, sia in un certo qual senso o in<br />

un certo qual grado morale.<br />

La <strong>di</strong>stinzione tra <strong>di</strong>ritto e morale viene<br />

portata alle estreme conseguenze allorchè<br />

Kelsen affronta <strong>il</strong> problema della giustizia.<br />

Il problema è introdotto da Kelsen in questi<br />

termini:<br />

➯ Come categoria morale, <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto non<br />

significa altro che giustizia. Questa è<br />

semplicemente l’espressione dell’or<strong>di</strong>namento<br />

sociale giusto, d’un or<strong>di</strong>namento<br />

che raggiunge copmpletamente<br />

<strong>il</strong> suo scopo in quanto sod<strong>di</strong>sfa tutti<br />

➯ Giustizia nel significato che le è proprio<br />

e che la <strong>di</strong>fferenzia dal <strong>di</strong>ritto esprime<br />

però un valore assoluto. Il suo contenuto<br />

non può essere determinato dalla<br />

dottrina pura del <strong>di</strong>ritto. Anzi, esso non<br />

è in alcun modo determinab<strong>il</strong>e dalla<br />

conoscenza razionale, e ciò è ben <strong>di</strong>mostrato<br />

dalla storia dello spirito umano<br />

che da m<strong>il</strong>lenni si sforza inut<strong>il</strong>mente<br />

<strong>di</strong> risolvere questo problema. Infatti la<br />

giustizia, che deve essere rappresentata<br />

come un or<strong>di</strong>namento superiore che sta<br />

<strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>ritto positivo e che è <strong>di</strong>verso<br />

da questo, nella sua vali<strong>di</strong>tà assoluta<br />

sta al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni esperienza, così come<br />

l’idea platonica sta al <strong>di</strong> là della realtà<br />

o come la cosa in sè trascendente sta al<br />

<strong>di</strong> là dei fenomeni<br />

In questi passi appena riportati è contenuta<br />

una dura critica rivolta in particolare<br />

alle teorie giusnaturaliste.<br />

A tal proposito scrive Kelsen ne Il problema<br />

della giustizia, 1975:<br />

Poichè lo scopo del giusnaturalismo<br />

è la giustizia, cioè le norme <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto<br />

giusto, e poichè esistono molte, <strong>di</strong>verse e<br />

contrastanti norme <strong>di</strong> giustizia (e non una<br />

soltanto, come ritengono i sostenitori <strong>di</strong><br />

questa teoria), poichè inoltre la norma o le<br />

norme <strong>di</strong> giustizia non sono immanenti alla<br />

natura, come rotengono i giusnaturalisti e<br />

quin<strong>di</strong> non si possono reperire in essa o<br />

dedurre da essa, ma sono presupposte dai<br />

giusnaturalisti,/ questi devono necessariamente<br />

giungere a risultati assai <strong>di</strong>fferenti<br />

e in conflitto tra loro secondo le norme <strong>di</strong><br />

giustizia presupposte:/ questo è un fatto<br />

provato dalla storia del giusnaturalismo e<br />

che da sempre viene rimproverato a questa<br />

dottrina.<br />

In primo luogo va evidenziata la <strong>di</strong>stinzione<br />

tra <strong>di</strong>ritto e giustizia. La norma della<br />

giustizia - scrive sempre Kelsen ne Il problema<br />

della giustizia ma anche nei Lineamenti-<br />

prescrive <strong>il</strong> modo in cui deve essere<br />

configurato <strong>il</strong> contenuto del <strong>di</strong>ritto (che è<br />

un sistema <strong>di</strong> norme che regolano <strong>il</strong> comportamento<br />

umano, statuite con atti umani<br />

ed efficaci nelle loro gran<strong>di</strong> linee), cioè del<br />

<strong>di</strong>ritto positivo.<br />

Poichè la norma <strong>di</strong> giustizia prescrive un<br />

certo trattamento <strong>degli</strong> uomini, essa si riferisce<br />

all’atto con cui si statuisce <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />

Quin<strong>di</strong> la giustizia non può coincidere col<br />

<strong>di</strong>ritto.<br />

La giustizia viene rappresentata dzal Kelsen<br />

come or<strong>di</strong>namento superiore che sta <strong>di</strong><br />

fronte al <strong>di</strong>ritto positivo.<br />

In secondo luogo, la dottrina pura è una<br />

dottrina che pone dei limiti alla sua indagine:<br />

del resto la giustizia non è in alcun<br />

modo determinab<strong>il</strong>e nemmeno dalla conoscenza<br />

razionale.<br />

Come è impossib<strong>il</strong>e [...] determinare me<strong>di</strong>ante<br />

la conoscenza scientifica, cioè per<br />

mezzo <strong>di</strong> una conoscenza razionale orientata<br />

verso l’esperienza, l’essenza dell’idea o<br />

della cosa in sè, così è impossib<strong>il</strong>e rispondere<br />

per la stessa via alla domanda: in che<br />

cosa consiste la giustizia. Tutti i tenativi <strong>di</strong><br />

questo tipo hanno condotto finora a formule<br />

completamente vuote. «fa’ <strong>il</strong> bene ed<br />

evita <strong>il</strong> male», «a ciascuno <strong>il</strong> suo», «mantieniti<br />

nel giusto mezzo»<br />

Secondo Kelsen, dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

conoscenza razionale ci sono soltanto <strong>degli</strong><br />

interessi e quin<strong>di</strong> dei conflitti <strong>di</strong> interessi<br />

la cui soluzione è data da un or<strong>di</strong>namento<br />

<strong>degli</strong> interessi che, o sod<strong>di</strong>sfa un interesse<br />

contro l’altro e a spese dell’altro, oppure<br />

stab<strong>il</strong>isce un accordo, un compromesso fra<br />

gli interessi contrastanti.<br />

Per via della conoscenza razionale, secondo<br />

Kelsen, non si può certo stab<strong>il</strong>ire se<br />

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