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Leggi il formato PDF - Ordine degli Avvocati di Lecco

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Sanzionato l’avvocato che<br />

prende i sol<strong>di</strong> anche dall’assicurazione<br />

e non lo <strong>di</strong>ce al<br />

cliente e al collega. Responsab<strong>il</strong>ità<br />

<strong>di</strong>sciplinare per chi<br />

tace informazioni r<strong>il</strong>evanti<br />

sull’iter del mandato, come<br />

la percezione <strong>di</strong> onorari dalla<br />

compagnia <strong>di</strong> fiducia dell’assistito.<br />

Repubblica Italiana<br />

In nome del popolo italiano<br />

La Corte Suprema <strong>di</strong> Cassazione<br />

Sezioni Unite Civ<strong>il</strong>i<br />

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:<br />

Dott. Roberto Preden - Primo Pres.te f.f.<br />

Dott. Maria Gabriella Luccioli - Presidente<br />

Sezione<br />

Dott: Luigi Piccialli - Consigliere<br />

Dott. Renato Rordorf - Consigliere<br />

Dott. Aldo Ceccherini - Consigliere<br />

Dott. Alfonso Amatucci - Rel. Consigliere<br />

Dott. Carlo Piccininni - Consigliere<br />

Dott. Luigi Macioce - Consigliere<br />

Dott. Vincenzo Mazzacane - Consigliere<br />

ha pronunciato la seguente<br />

SENTENZA<br />

sul ricorso 4796-2012 proposto da:<br />

***, elettivamente domic<strong>il</strong>iata in Roma,<br />

Via ***, presso lo stu<strong>di</strong>o dell’avvocato ***,<br />

rappresentata e <strong>di</strong>fesa da sé medesima;<br />

-ricorrentecontro<br />

Consiglio dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> <strong>di</strong><br />

Roma, Procuratore Generale della Repubblica<br />

presso la Suprema Corte <strong>di</strong> Cassazione;<br />

-intimati-<br />

avverso la decisione n. 182/2011 del<br />

Consiglio Nazionale Forense, depositata <strong>il</strong><br />

15.12.2011;<br />

u<strong>di</strong>ta la relazione della causa svolta nella<br />

pubblica u<strong>di</strong>enza del 19.06.2012 dal Consigliere<br />

Dott. Alfonso Amatucci;<br />

u<strong>di</strong>to l’Avvocato ***;<br />

u<strong>di</strong>to <strong>il</strong> P.M. in persona dell’Avvocato<br />

Generale Dott. Raffaele Ceniccola, che ha<br />

concluso per <strong>il</strong> rigetto del ricorso.<br />

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO<br />

1. Con decisione del 05.11.2009 <strong>il</strong> Consiglio<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> <strong>di</strong> Roma (<strong>di</strong><br />

seguito C.O.A.) irrogò la sanzione <strong>di</strong>sciplinare<br />

della censura dell’avv. ***, per le violazioni<br />

<strong>di</strong> cui ai capi B) e C) dell’incolpazione<br />

formulata nel proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare<br />

promosso nei suoi confronti <strong>il</strong> 09.11.2007 a<br />

seguito <strong>di</strong> esposto della dott.ssa ginecologa<br />

***. Quest’ultima, coinvolta in un proce<strong>di</strong>mento<br />

penale conseguito alla morte <strong>di</strong><br />

un neonato, aveva investito l’avv. *** della<br />

propria <strong>di</strong>fesa in aggiunta all’avv. ***, collega<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> suo marito, avv. ***. L’avv.<br />

*** era stata, in particolare, incolpata <strong>di</strong><br />

aver riven<strong>di</strong>cato una gestione esclusiva<br />

della pratica ai fini della percezione <strong>degli</strong><br />

onorari da parte della società assicuratrice<br />

della cliente (capo B) e <strong>di</strong> aver sottaciuto la<br />

circostanza alla stessa (capo C).<br />

2. Il Consiglio Nazionale Forense (<strong>di</strong> seguito<br />

C.N.F.) ha rigettato <strong>il</strong> ricorso della professionista<br />

con decisione del 15.12.2011,<br />

in particolare negando l’affermata non corrispondenza<br />

fra contestazione e sanzione.<br />

Ricorre per cassazione l’avv. *** affidandosi<br />

a tre motivi.<br />

MOTIVI DELLA DECISIONE<br />

1. Col primo motivo sono dedotte violazione<br />

e falsa applicazione dell’art. 112<br />

c.p.c. per non avere <strong>il</strong> C.N.F. corretto l’errore<br />

in cui era incorso <strong>il</strong> C.O.A. col prendere<br />

in considerazione fatti non contestati, in<br />

or<strong>di</strong>ne ai quali l’incolpata non aveva potuto<br />

approntare adeguata <strong>di</strong>fesa.<br />

1.1. La censura è manifestamente infondata,<br />

avendo <strong>il</strong> C.N.F. non già omesso<br />

<strong>di</strong> esaminare <strong>il</strong> relativo motivo <strong>di</strong> doglianza<br />

ma ritenuto che lo stesso fosse privo <strong>di</strong><br />

fondamento.<br />

2. Col secondo motivo la decisione è censurata<br />

per omessa e (ma, recte, o) insufficiente<br />

motivazione su un fatto controverso<br />

e decisivo per <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>zio costituito dalla circostanza<br />

che <strong>il</strong> fax col quale lo stu<strong>di</strong>o ***<br />

si <strong>di</strong>ceva incaricato (anche) della pratica<br />

*** era stato inviato non dall’avv. ***, “ma<br />

da una collaboratrice in buona fede”, essendo<br />

risultato dalle “prove documentali e<br />

testimoniali” che nell’occasione l’avv. ***<br />

non si trovava a Roma.<br />

Si sostiene poi che l’art. 40 del co<strong>di</strong>ce<br />

deontologico attiene al dovere <strong>di</strong> informare<br />

<strong>il</strong> cliente sulle caratteristiche e sull’importanza<br />

della controversia e su quant’altro<br />

serva a rendere chiara al cliente la situazione<br />

da affrontare nelle sue implicazioni<br />

e conseguenze, mentre l’incolpazione si<br />

riferiva (al capo C) alla omessa informazione<br />

del cliente circa i compensi richiesti ed<br />

erogati a fronte <strong>di</strong> un mancato <strong>di</strong>sgiunto.<br />

Si afferma infine che l’affermazione del<br />

C.N.F. secondo la quale la ricorrente non<br />

avrebbe dato notizie sul suo operato alla<br />

collega *** era stato sconfessato da tutti<br />

i testi escussi e dai consulenti tecnici;<br />

e, ancora, che del massimale assicurativo<br />

per spese legali, ammontante a circa<br />

20/25.000 euro, ne erano stati richiesti<br />

solo 9.932,62 netti, sicchè gran parte era<br />

rimasta a <strong>di</strong>sposizione del co<strong>di</strong>fensore.<br />

2.1. Il primo prof<strong>il</strong>o <strong>di</strong> censura è inammissib<strong>il</strong>e<br />

per novità della prospettazione, non<br />

essendo affermato nell’<strong>il</strong>lustrazione del<br />

motivo che la non riferib<strong>il</strong>ità alla ricorrente<br />

della comunicazione all’assicuratore (cui<br />

la decisione impugnata non fa alcun riferimento)<br />

era stata prospettata al C.N.F. coi<br />

motivi <strong>di</strong> ricorso, ed evincendosi anzi che la<br />

professionista aveva svolto sul punto <strong>di</strong>fese<br />

<strong>di</strong> segno <strong>di</strong>verso.<br />

Il secondo è infondato in quanto <strong>il</strong> C.N.F.<br />

ha ritenuto che <strong>il</strong> non avere la professionista<br />

in<strong>formato</strong> la propria cliente delle somme<br />

che aveva richiesto e che si accingeva<br />

a percepire dalla società <strong>di</strong> assicurazione<br />

della cliente stessa in relazione al mandato<br />

da questa conferito, integrasse violazione<br />

dell’art. 40 del co<strong>di</strong>ce deontologico nella<br />

parte in cui prevede che “l’avvocato è tenuto<br />

altresì ad informare <strong>il</strong> proprio assistito<br />

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