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Rivivi la leggenda del Ponte del Diavolo di Tolentino al tempo di Padre Nicola 27<br />
<strong>Mister</strong> <strong>Mastro</strong><br />
L’esterno della chiesa è costruito in laterizio, ad eccezione di alcuni<br />
elementi in pietra. La facciata è abbellita da un rosone e da un portale ornato<br />
con pilastri e colonne di marmo. È preceduta da un atrio di qualche<br />
secolo posteriore alla chiesa. Le finestre sono monofore romaniche e nella<br />
parete del presbiterio si apre un altro rosone. Il fabbricato antistante la<br />
chiesa era utilizzato come foresteria o come infermeria per i pellegrini.<br />
La pianta della chiesa è quella caratteristica dell’architettura cistercense<br />
a tre navate, di cui quella centrale altissima e con il soffitto a capriata, quelle<br />
laterali più basse e coperte a volta.<br />
La chiesa è lunga circa 70 metri, larga 20 e alta 30. Otto i pilastri, alter-<br />
nativamente quadrangolari e poligonali, anch’essi in stile cistercense, che<br />
corrono lungo le navate, fino al presbiterio che è quadrato, decorato da<br />
affreschi risalenti alla fine del 1400 e coperto a volta.<br />
A fianco della chiesa sorge il monastero, costruito, secondo le regole<br />
cistercensi, a forma quadrata. Dell’antico monastero si conservano il chiostro,<br />
la Sala del Capitolo e il refettorio.<br />
Il chiostro, in laterizio, risale alla fine del XV secolo. Il muro esterno del<br />
chiostro fa da confine tra i territori comunali di Tolentino e Urbisaglia.<br />
L’accesso al chiostro indica infatti una doppia numerazione civica. A destra<br />
(fronte al portone di ingresso) quella del comune urbisalvienze, a sinistra<br />
quella del comune tolentinate. Al centro del chiostro s’innalza un imponente<br />
pozzo.<br />
La Sala del Capitolo è ben conservata con il seggio in pietra riservato<br />
all’Abate e con i sedili in laterizio intorno, dove sedevano i monaci. Vi si<br />
accede dal chiostro.<br />
Nell’abbazia vi erano due refettori, uno riservato ai monaci, l’altro ai<br />
conversi. Il primo è stato demolito nell’Ottocento, l’atro resta tuttora intatto.