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Mister Mastro 18 Rivivi la leggenda del Ponte del Diavolo di Tolentino al tempo di Padre Nicola lo scalpellino Florindo Orlandi di Cagli scolpì la lavorazione tardo manieristica in travertino che incornicia il portale di Nanni di Bartolo, ospitato nella campata centrale e affiancato da due porte laterali. Sopra di esse due alti finestroni e il fregio recante l’intitolazione della chiesa. Il definitivo completamento della facciata, così come ora si mostra, con tanto di balaustra sulla sommità e 4 candelabri e una croce è avvenuta soltanto nel 1814. A fianco del presbiterio s’innalza il campanile tardo gotico. Interno – La chiesa originaria, ancora dedicata a Sant’Agostino era a navata unica, a presbiterio rettangolare e soffitto a capriata. Officiata almeno dal 1317, la chiesa mantenne il cantiere aperto, finanziato anche dai numerosi lasciti. Nel 1459 iniziò la costruzione del coro. La chiesa fu consacrata nel 1465 con l’intitolazione definitiva a San Nicola. Nel ’500 furono realizzate le cappelle laterali. Nel ’600 le cappelle interne. A partire dal 1608 si iniziò a costruire una nuova ampia cappella per deporvi le reliquie delle Sante Braccia di San Nicola (recise dal corpo nel XIV secolo. Dalla ferita della recisione sgorgò sangue). Le reliquie delle braccia poi furono collocate in altro luogo del santuario e quella stessa cappella fu ultimata e intitolata al Santissimo Sacramento e decorata, così come la si può ammirare attualmente, nel 1858. Sopra l’intero spazio della navata si estende un soffitto ligneo seicentesco a cassettoni, un vero e proprio capolavoro di ebanisteria barocca, unico nelle Marche, lungo 38 m. Sul fondo dei cassettoni si alternano sta-
Rivivi la leggenda del Ponte del Diavolo di Tolentino al tempo di Padre Nicola 19 Mister Mastro tue di santi di grandezza superiore a quella naturale. L’intera superficie del soffitto è ricoperta d’oro zecchino. Il luogo di maggiore interesse della basilica è il Cappellone di San Nicola, che si apre sul lato nord-est del chiostro e attraverso il quale si accede anche alla chiesa. Una volta nel Cappellone vi erano conservate le spoglie mortali del santo, ora custodite nella cripta. Il Cappellone costituisce un grande ambiente del nucleo più antico del convento, inserendosi tra la chiesa e la sagrestia seicentesca, in origine Sala del Capitolo. Questo ambiente è rinomato per le decorazioni pittoriche, vastissime e ben conservate, se si considera che sono dipinti del Trecento, di scuola giottesca riminese, capeggiata dal pittore Pietro da Rimini. La decorazione occupa tutto il Cappellone, dal culmine della volta a crociera alle pareti. Nei quattro spicchi della volta trovano posto gli evangelisti, ciascuno vicino ad un dottore della Chiesa. Sempre sulla volta sono raffigurati anche alcuni mezzi busti di santi e personificazioni delle Virtù. Le pareti del Cappellone sono suddivise in tre ordini che contengono, i primi due, episodi della vita della Vergine, dall’Annunciazione alla morte di Cristo. Nell’ordine inferiore sono rappresentate le storie della vita di San Nicola. Al centro del Cappellone si trova l’arca con la statua di San Nicola in pietra policroma, che tiene sulla mano destra un sole, simbolo del santo. L’arca custodiva le spoglie di San Nicola che i fedeli potevano vedere attraverso due aperture circolari sui lati. Ma le reliquie del frate, visti i tentativi
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