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DOSTOEVSKIJ, il filosofo del male e della libertà - Liceo Statale ...

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da qualsiasi obbligo, possono violare tutte le leggi, hanno <strong>il</strong> diritto di commettere ogni sorta<br />

di <strong>del</strong>itti. “Uomo” nel vero senso <strong>del</strong>la parola è solo <strong>il</strong> dominatore, mentre tutti gli altri sono<br />

spregevoli “pidocchi”. “Se per esempio al mio posto si fosse trovato Napoleone e non<br />

avesse avuto, per cominciare la carriera, né Tolone né l’Egitto né <strong>il</strong> passaggio <strong>del</strong> Monte<br />

Bianco, ma avesse avuto al posto di tutte queste belle, monumentali imprese, puramente<br />

e semplicemente una qualche ridicola vecchietta che bisognava uccidere per rubarle <strong>il</strong><br />

denaro dal baule, ebbene si sarebbe egli risolto a questo se non ci fosse stata altra via<br />

d’uscita ?”<br />

Dunque, quando è necessario per i suoi fini, <strong>il</strong> dominatore può uccidere senza riguardi <strong>il</strong><br />

“pidocchio”. Superuomo contro pidocchio. Ma <strong>il</strong> superuomo alla fine viene sgretolato dal<br />

tormentoso meccanismo <strong>del</strong> sottosuolo : e rimane solo, indifeso, abietto, un pidocchio<br />

omicida.<br />

Non gli resta che una via, se rifiuta quella rapida ma v<strong>il</strong>e <strong>del</strong> suicidio . la via <strong>del</strong>la croce,<br />

ossia <strong>del</strong>la piena responsab<strong>il</strong>ità, <strong>del</strong>l’um<strong>il</strong>e accettazione <strong>del</strong>la legge comune a tutti gli<br />

uomini. E’ Sonja che gli dà, simbolicamente, la propria croce da portare al collo.<br />

All’ideologia “napoleonica” si contrappone <strong>il</strong> gesto cristiano <strong>del</strong>la prostituta Sonja. Per lei la<br />

legge morale vale per tutti nello stesso modo. Nessuno ha <strong>il</strong> diritto di raggiungere la felicità<br />

con <strong>il</strong> <strong>del</strong>itto, <strong>il</strong> peccato, perché <strong>il</strong> peccato resta peccato chiunque lo commetta. La felicità,<br />

che non è terrena, individuale, ma soprannaturale, si raggiunge solo con la sofferenza, <strong>il</strong><br />

sacrificio di se stessi, l’um<strong>il</strong>e dedizione al prossimo. Una fede, quella di Sonja, che non<br />

conosce dogmi, precetti, canoni imposti dall’esterno (dalla Chiesa, dalla morale corrente) :<br />

una fede attiva, che si esplica fra gli uomini, non fra le pareti <strong>del</strong> tempio, che non si<br />

identifica con alcuna realtà storica, anche se prende come mo<strong>del</strong>lo la figura paradigmatica<br />

<strong>del</strong> Cristo. L’”idea” di Raskol’nikov e <strong>il</strong> gesto di Sonja, nella loro totale contrapposizione,<br />

sono le colonne portanti <strong>del</strong> romanzo : e <strong>il</strong> gesto s<strong>il</strong>enzioso di Sonja agirà sull’idea gonfia<br />

di parole di Raskol’nikov, corrodendone la luciferina arroganza, piegandola<br />

all’”accettazione <strong>del</strong>la croce”.<br />

Il problema analizzato in Delitto e castigo è dunque un caso particolare di omicidio, un<br />

omicidio f<strong>il</strong>osofico. L’argomento è <strong>il</strong> seguente . esistono uomini che si pongono<br />

consapevolmente al di sopra degli altri e <strong>del</strong>la morale tradizionale , essi pretendono di<br />

incarnare <strong>il</strong> destino <strong>del</strong>la loro epoca ; sicuri di sé, usano gli altri per i loro scopi, e non<br />

hanno scrupoli né titubanze. Si tratta – in altre parole – <strong>del</strong>la questione <strong>del</strong>l’esistenza di<br />

uomini superiori e di uomini inferiori, espressa così da Raskol’nikov: “ Gli uomini si<br />

dividono in ordinari e straordinari. Quelli ordinari devono vivere nell’obbedienza e non<br />

hanno <strong>il</strong> diritto di violare la legge, perché essi sono appunto ordinari. Quelli straordinari<br />

hanno invece <strong>il</strong> diritto di compiere <strong>del</strong>itti di ogni specie e di violare in tutti i modi la legge<br />

per <strong>il</strong> semplice fatto di essere straordinari”. Gli uomini superiori, che hanno in mano <strong>il</strong><br />

proprio destino e quello <strong>del</strong>la propria epoca, sono al di sopra <strong>del</strong>le leggi <strong>del</strong>la morale.<br />

Questi uomini sono rari. Infrangere le leggi e i vincoli morali è per loro un diritto e nello<br />

stesso tempo un dovere, perché distruggono <strong>il</strong> presente in nome di qualcosa di meglio.<br />

Essi si sentono i padroni <strong>del</strong>l’avvenire : perciò i loro valori soggettivi sono più importanti<br />

dei valori oggettivi, ai quali devono sottomettersi gli uomini “normali”. La figura a cui è fatto<br />

esplicito riferimento è quella di Napoleone, fenomeno storico così straordinario da rendere<br />

necessaria una valutazione f<strong>il</strong>osofica.<br />

A questo punto <strong>il</strong> protagonista <strong>del</strong> romanzo vuol sapere a quale categoria di uomini egli<br />

stesso appartenga : se ai dominatori, come Napoleone, o ai dominati. Il mezzo che ut<strong>il</strong>izza<br />

per scoprire la propria natura è <strong>il</strong> <strong>del</strong>itto, cioè la forma più grave di trasgressione morale.<br />

Come sua vittima sceglie una vecchia usuraia, la persona più malvista e inut<strong>il</strong>e che egli<br />

conosca. Ma dopo l’omicidio, Raskol’nikov comincia a tormentarsi, a non darsi pace,<br />

finché deve convincersi che la prova dei fatti non gli è stata favorevole. Non si pente per<br />

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