Alzati e cammina - Parrocchia San Leone Magno

dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in
cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il
giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti
dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo
spicciolo!».
…È MEDITATA
L’insegnamento di Gesù, tratto ancora dal Discorso della Montagna, è
centrato sul comportamento che il discepolo di Gesù deve avere
verso il fratello della propria comunità. Rifacendosi anche in questo
caso all’antica Legge di Mosè (Es 20,13), il nuovo Legislatore, si
arroga il diritto di modificarla in senso rigorista: non solo l’uccisione,
ma anche l’offesa verbale rivolta al prossimo sarà oggetto del giudizio
di Dio. A questa interpretazione, seguono due pressanti esortazioni
rivolte ad un “tu” generico: riconciliarsi con il fratello che può avere
qualcosa contro di noi, accordarsi con l’avversario prima che sia
troppo tardi. Lo stesso culto a Dio (l’offerta all’altare del Tempio) è
messo in secondo piano rispetto alla necessità della riconciliazione. Il
dono non sarebbe a Lui gradito, se venisse da un credente che sa di
avere un fratello che si è sentito offeso da lui. L’intero brano ci dice
dell’importanza che l’evangelista Matteo, in forza dell’insegnamento
di Gesù, attribuisce all’unità tra i suoi discepoli. La pace e la
riconciliazione nella comunità è condizione indispensabile, per
entrare nel regno dei cieli, per potersi presentare alla presenza di
Dio, senza il terrore di dover “pagare fino all’ultimo spicciolo”.
«Pro-Vocazione»
Il tuo cuore è agitato. All’udire l’insulto tu desideri vendicarti: ed
ecco ti sei vendicato e... hai fatto naufragio. E perché? Perché in te
dorme Cristo. Che vuol dire: “In te dorme Cristo”? Ti sei dimenticato
di Cristo. Risveglia dunque Cristo, ricordati di Cristo, sia desto in te
Cristo... Ti eri dimenticato ch’egli, essendo crocifisso, disse: «Padre,
perdona loro perché non sanno che cosa fanno» (Lc 23,34)? Egli, che
dormiva nel tuo cuore, non volle vendicarsi.
Agostino d’Ippona
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