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12 Febbraio 2009 Muggiano & dintorni Milano: il sabato sera Metrò fino alle ore 2 allo scorso 10 gennaio, per tutto il D 2009, l’orario delle tre linee della metropolitana nelle giornate di sabato sarà prolungato di un’ora, fino alle 2 di notte. Sulla base della positiva esperienza avviata lo scorso anno, la metropolitana sarà in funzione tutte le sere di sabato fino alle 2 su tutta la tratta delle linee 1 e 3 e sul percorso urbano da Abbiategrasso a Cascina Gobba della linea 2. Dal 7 giugno dell’anno scorso – data di avvio dell’orario prolungato – fino a dicembre 2008, sono stati circa 132 mila i passeggeri che hanno usufruito del nuovo servizio, con una media di 4.500 persone ogni sabato. La maggiore affluenza è stata registrata sulla linea 1, con il 42 per cento dei passeggeri, 1.850 ogni sabato; a seguire sulla linea 2 con il 38 per cento, 1.702 persone; infine sulla linea 3 con il 20 per cento, 882 viaggiatori. WOW! POSSO BACIARLO UN’ORA IN PIÙ! Prolunghiamo il tuo divertimento. Il sabato sera la metropolitana termina le sue corse un’ora più tardi. Per farti godere di più la tua serata, ogni sabato il servizio di metrò è stato prolungato di circa 1 ora. Su tutta la rete metropolitana, ad esclusione del tratto interurbano della linea 2 (C.na Gobba – Cologno Nord/Gessate). Ad esempio potrai prendere l’ultimo metrò da Piazza Duomo, linea rossa, all’1:48; o da Cadorna, linea verde, all’1:51; oppure, sempre da Duomo, l’ultima corsa della linea gialla all’1:30. Insomma, il sabato sera puoi godertela per un’ora di più. www.atm-mi.it Numero Verde ATM 800.80.81.81 Con il prolungamento dell’orario, Comune e Atm hanno lanciato una campagna di informazione rivolta in particolare ai giovani che consentirà di rientrare a casa anche a tarda notte usando la metropolitana. Il prolungamento dell’orario si accompagna al servizio del Bus by Night, attivo ogni venerdì e sabato notte fino alle 5 per riaccompagnare i ragazzi della movida milanese direttamente a casa. Nel 2008, 15 mila giovani hanno preso i minibus della notte che li hanno riportati a casa in tutta sicurezza al solo costo di un euro. Centralino di Antenna Salute all’8 gennaio scorso è in funzione, al D numero 02.89690518, il centralino di Antenna Salute, il progetto realizzato dal Comune in collaborazione con A&I - Società cooperativa sociale accoglienza e integrazione. Si tratta di un centro di ascolto che ha lo scopo di gestire e monitorare il corretto ed efficace utilizzo dei servizi sanitari erogati sul territorio cittadino. Il servizio è attivo dal lunedì al VERGA Azienda Agricola Via G. Airaghi, 49 - 20153 Milano Tel. 02.48200071 - Cell. 339.1802737 Giorni e orari di apertura: Lunedì e Martedì: CHIUSO - Mercoledì: 16.00-19.00 Giovedì, Venerdì e Sabato: 9.00-12.30 e 16.00-19.00 NOTIZIE FLASH venerdì, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30. L’iniziativa, voluta dall’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, intende promuovere e tutelare il benessere psico-fisico della popolazione milanese. Lo sportello servirà anche per risolvere alcuni problemi, operando in una logica di cooperazione tra istituzioni che si occupano della salute dei cittadini. “Il cittadino, attraverso lo Sportello Ascolto – ha dichiarato Landi - può da oggi evidenziare le anomalie e le difficoltà nell’utilizzo dei servizi sanitari. Gli utenti saranno inoltre assistiti nel labirinto dei percorsi curativi, con particolare attenzione alle fasce più deboli. Una risposta concreta e immediata alle esigenze dei milanesi - ha aggiunto l’assessore alla Salute –. Un progetto sperimentale che si propone di avvicinare istituzioni e cittadini per una migliore fruizione, anche in senso qualitativo, dei servizi offerti sul territorio”. La società cooperativa, che eroga il servizio, dispone di personale qualificato per la gestione del centralino e di esperti nell’analisi di tutte le manifestazioni di disagio. Il compito degli operatori è di raccogliere commenti e segnalazioni sui servizi offerti, che consentiranno all’Assessorato alla Salute di smistare alle sedi competenti le comunicazioni riportate. Periodicamente sarà inoltre stilato un report sulle segnalazioni raccolte che permetterà all’Assessorato e agli altri soggetti competenti, di pianificare e realizzare eventuali azioni correttive per migliorare la risposta alle attese dell’utenza cittadina. La delibera della Zona per la casa abbandonata el numero di gennaio scorso a pagina N 7 del nostro mensile, nell’articolo che trattava la questione viabilità nella nostra zona, ed in particolare al Quartiere degli Olmi, “a disagio“ a causa dell’avanzamento dei lavori per la realizzazione del nuovo sistema fognario, abbiamo accennato anche alla situazione poco dignitosa nella quale si trovano i resti della casa, ridotta ad un rudere perennemente luogo di ricovero di disperati ed emarginati con grave rischio per i passanti, situata in via Mosca al civico 71 (numero erroneamente indicato come 67 nell’articolo citato). Il Consiglio di Zona 7, ci è stato comuni- cato dopo l’uscita del numero, si era già interessato alla questione con una delibera rivolta al Sindaco di Milano, al Vice Sindaco ed agli Assessori alla Sicurezza, Mobilità, Trasporti ed Ambiente. La delibera, promossa a seguito di una mozione presentata lo scorso 21 ottobre 2008 dal Consigliere di Zona Annamaria Villacci, suggeriva che “…siano attivate ed adottate tutte le procedure ed i provvedimenti atti allo sgombero dell’area a che sia ingiunto all’attuale Avente Diritto (Proprietà, n.d.r.) Società Immobiliare Verdi S.r.l. l’eventuale abbattimento del manufatto…”. Tutto questo teso certamente alla riqualificazione di una zona occupata da “…un immobile che versa, da anni, in condizioni di totale abbandono… oggetto frequente di occupazione abusive… con la zona antistante la casa, utilizzata come discarica a cielo aperto…”. È confortevole poter avere notizia di queste prese di posizione da parte del Consiglio di Zona 7, tendenti al miglioramento del modo di vivere della nostra zona, solitamente “dimenticata” dall’amministrazione centrale. Vogliamo pensare, per un momento, di aver contribuito anche noi, con le nostre parole finalizzate a rendere evidente ancora una volta la questione, alla ricerca di una soluzione ad uno dei tanti problemi che affliggono il nostro territorio. La casa abbandonata. Gli aspetti ed i problemi da affrontare in una città come Milano sono tanti ed alcuni estremamente importanti e delicati, crediamo però che le istituzioni debbano sempre riservare la giusta attenzione anche verso questioni che non si collocano all’interno dei macro-sistemi. Il Consiglio di Zona potrebbe assolvere questa funzione e con la delibera citata ha dato certamente un contributo importante. Peccato che, come al solito, non lo sappia quasi nessuno. Vendita scontata del dispositivo contro le fughe di gas o scorso 16 gennaio due scuole mila- L nesi sono state evacuate per presunte fughe di gas. Per fortuna tutto si è risolto solo con una grande paura, ma troppo spesso il gas, in particolare il monossido di carbonio generato dalla cattiva combustione, è responsabile di vere e proprie tragedie. E’ anche per questo motivo che è Vendita al dettaglio dal produttore al consumatore: bovino, coniglio, pollo, faraona, maiale, uova, salumi stata prorogata fino a fine marzo la vendita a prezzo scontato di un dispositivo di sicurezza che rileva la presenza di monossido di carbonio nell’aria. L’apparecchio, già presente nelle 84 farmacie comunali da dicembre 2008 è, infatti, disponibile al prezzo imposto di 5 euro (anziché 7). “Nell’ultimo mese – ha detto l’Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - sono stati diversi i casi di cittadini, che hanno perso la vita per l’esplosione della propria casa dovuta ad una fuga di gas. Fortunatamente, in quasi tutto il Paese, le nuove installazioni rendono le nostre abitazioni più sicure, ma sono ancora tantissime le case dove il rischio di una fuoriuscita incontrollata di gas può provocare una strage. Dobbiamo essere vigili su questo fronte e fornire a tutti i necessari presidi tecnologici. Con poco più di un euro e mezzo al mese ci si può salvare la vita”. Il dispositivo in vendita a Milano a prezzo ridotto si chiama “Segnale Sicuro” e consiste in una piastrina adesiva di 5x5 cm da collocare vicino alla fonte d’emissione di calore (stufe, caldaie, caminetti, scaldabagni, cucine e canne fumarie) con un rilevatore arancione che cambia colore (diventa nero) se la concentrazione di gas supera i limiti di sicurezza. Il dispositivo va sostituito dopo circa tre mesi, quando il rilevatore diventa di colore bianco. “E’ impensabile – ha aggiunto l’assessore Landi – che nel 2009, in un Paese come il nostro, possano ancora accadere queste disgrazie. In un mondo dove la sicurezza, soprattutto quella domestica, dovrebbe essere un dato di fatto, non un problema”. In diversi stati americani il rilevatore di monossido di carbonio è obbligatorio per legge e le squadre di pronto intervento dei vigili del fuoco lo tengono in dotazione permanente. Quartiere degli Olmi: incidente stradale ella notte fra l’11 ed il 12 gennaio Nscorso un furgone che viaggiava probabilmente a velocità sostenuta, dopo aver tamponato una vettura parcheggiata lungo il marciapiede, ha violentemente urtato il portone della Centrale Termica del Quartiere Olmi in via degli Ippocastani. Il conducente del mezzo, forse anche a causa del fondo stradale ghiacciato non è stato in grado di controllare la sbandata dell’autoveicolo, lasciandolo poi sul luogo dell’incidente. Ingenti i danni procurati, con il portone quasi completamente divelto. Per fortuna nessun ferito e solo danni materiali. Il portone divelto. Visita il sito www.muggiano.it e ogni mese troverai anche ...online Muggiano & dintorni
Febbraio 2009 La scuola – pubblica e privata – inaspettatamente continua ad essere argomento di una discussione a distanza tra Giuseppe Marinelli e Simona Borgatti. Posizioni contrastanti e non facilmente compatibili, ma tali da far nascere un bel dibattito. di Giuseppe Marinelli pprofittando della gentile A disponibilità della Redazione, mi permetto di chiarire il mio pensiero in merito alla questione della scuola, stimolato dal commento di Simona Borgatti a un mio precedente intervento su “Il Rile” dello scorso dicembre e fidando di non annoiare troppo i lettori. Anch’io sono del parere che tra i principalissimi doveri dello Stato, ci sia quello di pensare alla scuola pubblica e che questo dovere sia verosimilmente il più principale di tutti (mi si perdonino i traballanti superlativi). Solo che io per “pubblico” (aggettivo) intendo proprio “pubblico”, pubblico nel suo significato etimologico, riferito cioè a ciò che è destinato al pubblico (sostantivo), che è utilizzabile e controllabile dal pubblico, da tutti, che è fatto per il bene di tutti i cittadini. La mia interlocutrice intende invece l’aggettivo “pubblico” come sinonimo di “statale”. Ora, nel campo dell’educazione, e quindi anche della scuola, a chi spetta il primato della scelta del Progetti urbanistici condivisi “M ai più progetti imposti dall’alto, senza una reale condivisione con la gente che vive nei quartieri”. Lo ha affermato l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli alla firma di un protocollo d’intesa con i presidenti dei Consigli di Zona di Milano. “In futuro, la città sarà sempre più interessata da progetti e programmi di riqualificazione e di sviluppo - ha aggiunto Masseroli -. Dopo numerosi incontri nei quartieri su progetti specifici delle zone e sulle regole del nuovo Piano di governo del territorio, mi sono reso conto che è necessario formalizzare il rapporto di collaborazione e condivisione con i cittadini. Abbiamo una grossa opportunità di imprimere una svolta allo sviluppo urbanistico e progettuale della città - ha concluso Carlo Masseroli -. Voglio partire dal basso, da chi conosce il territorio, perché lì vive e ha deciso di dedicare tempo ed energie al suo sviluppo. Non propongo quindi un’opzione, ma l’unica strada per garantire, fin dall’origine, che al processo decisionale partecipino i cittadini di zona. Il Consiglio di Zona è la prima sintesi, il ricettore dei bisogni, il riferimento territoriale naturale”. Il protocollo fra l’Assessorato allo Sviluppo del Territorio ed i Consigli di Zona disciplina il procedimento di condivisione, già nella fase preliminare, delle proposte urbanistiche ed edilizie di carattere rilevante per il territorio. In questo modo ai Consigli di Zona viene assicurata la partecipazione al processo di definizione dei nuovi progetti urbanistici ed edilizi. L’Assessorato trasmetterà inoltre al Consiglio di Zona la mappatura degli interventi per i quali è in corso un’istruttoria, sia di quelli proposti dall’Amministrazione che quelli presentati da operatori pubblici o privati. Dovremo crederci? tipo di educazione da impartire ai bambini e ai ragazzi: ai genitori o allo Stato? I figli sono dei genitori o dello Stato? L’articolo 33 della Costituzione citato da Simona Borgatti a sostegno del suo argomentare, tra l’altro, recita: “...Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti d’educazione senza oneri per lo Stato…” (si parla cioè di non meglio precisati enti e privati, ma non di genitori), e più oltre continua: “…La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali (cioè tutti gli alunni italiani, indipendentemente se frequentanti la scuola pubblica statale o la scuola pubblica paritaria, devono essere messi sullo stesso piano). D’altro canto, l’articolo 30 della stessa Costituzione inizia così: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio…”. Non a caso i Costituenti nel descrivere il processo educativo usano i verbi “istruire” ed “educare”. Il primo racchiude in sé il senso dell’azione che fa il docente per fornire all’allievo nozioni, metodi e mezzi necessari all’apprendimento (dal latino “in-struere” = costruire dentro), il secondo dell’azione di pungolo e dialogo che ha lo scopo di spingere l’allievo ad elaborare sempre più autonomamente concetti e giudizi (dal latino “ex-ducere” = condurre, tirare fuori). Come si vede, se si vuol rispettare la Costituzione, i genitori devono essere i responsabili del processo educativo globale (istruzione + educazione) dei loro figli. Solo che, a un certo punto, essi necessariamente delegano buona parte di questa funzione alla scuola. È evidente però che anche questa delega deve essere fatta responsabilmente. A cosa e a chi concedono questa delega? A un organismo scolastico con un sua precisa visione del processo educativo e, all’interno di esso, a uno o più docenti ciascuno con la sua particolare visione del mondo. Se entrambe le cose sono coerenti con quello che i genitori desiderano per i propri figli: nulla questio, nessun problema. Ma se c’è contrasto? In un passato ormai remoto, e in parte ancora al tempo della stesura della lineadiconfine Muggiano & dintorni Una questione di Libertà Costituzione, il modo di pensare, i valori di riferimento, gli orientamenti culturali del popolo italiano erano omogenei, e la scuola statale in discreta misura ad essi faceva riferimento. Ma oggi non è più così. La nuova società multiculturale, peraltro così cara al mondo progressista, pone alla scuola statale un problema per lei irrisolvibile. Quale è, infatti, la caratteristica fondante, il totem a cui la scuola statale si ispira? La laicità. O, meglio, ciò che si chiama laicità, ma che più propriamente si dovrebbe chiamare laicismo. Che nella pratica, per un genitore che le affida i figli, significa: il caso come protagonista unico per la scelta del tipo di impostazione educativa e ideale per l’allievo, e, come sottofondo, una diffusa, onnipresente e indiscutibile irenica visione secondo cui il bene del bambino consisterebbe nella contemporanea presentazione di varie posizioni ideali di cui nessuna è vera. Una scuola così può andar bene per genitori che ne condividono l’impostazione laicista o per genitori che non hanno nulla di idealmente prezioso da trasmettere ai figli, nessun affascinante motivo che regola la loro vita e che desiderano proporre ai figli. Ma a genitori che possiedono un saldo criterio che ne orienta vita e azioni come può apparire la scuola statale se non come un’istituzione potenzialmente conflittuale rispetto a ciò che più amano e di cui si ritengono del tutto responsabili? E cosa dire dei bambini se nelle ore che trascorrono a scuola (che spesso sono la maggior parte della vita trascorsa da svegli) capita un insegnante che, giustamente dal suo punto di vista, ispira l’azione educativa secondo criteri diversi o addirittura in contrasto con quelli dei genitori? Non sono certo io a dover insegnare alla mia interlocutrice l’effetto sull’animo di un bambino di un conflitto del genere che diventa conflitto affettivo e genera insicurezza proprio nel periodo delicato della formazione. Ma, a questo punto mi si obietterà, cosa vuoi: la scuola confessionale? No. Dico che la compresenza di scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria risolve elegantemente il problema perché quest’ultima segue da un lato la propria impostazione ideale e dall’altro, se vuole ottenere la parità, le norme generali dettate dallo Stato. Ma - ulteriore obiezione - frequentando le scuole paritarie non si educa secondo una sola dimensione, non si creano tanti ragazzotti un po’ tonti e muniti Libri Libri MMoossttrree ee IInnccoonnttrrii AArrttiiggiiaannaattoo AAbbbbiigglliiaammeennttoo EEttnniiccoo Via Ceriani 20 - Baggio (Milano) Telefono 02.48914786 E-mail: lineadiconfinebaggio@yahoo.it LIBRI ANCHE SU ORDINAZIONE Una immagine emblematica della libertà. di robusti paraocchi? Non è con il confronto o, meglio, con lo scontro dialettico tra varie posizioni che si forma il senso critico? Questo è un altro dei numerosi totem dell’ideologia laicista di cui, basta guardarsi attorno, si vedono gli effetti. Se non esiste verità, ma solo opinioni, verso chi o verso cosa un giovane cresciuto “dialettizzando” si deve sentire responsabile? Solo il flusso ondivago della moda, della mentalità comune, cioè del Potere, del tornaconto e dell’istinto ne governerà giudizi e azioni. In definitiva l’esito di un’educazione strettamente laicista, se non controbilanciata dalla famiglia o da amicizie contrastanti, non può che essere il cinismo. Un percorso educativo che, invece, prenda le mosse dall’ipotesi ideale che ispira la famiglia e ne sviluppi le conseguenze, più facilmente darà come risultato personalità definite, aventi chiara identità, abituate a paragonare tutto con una ipotesi interpretativa della realtà e, quindi, veramente capaci di dialogo e di confronto con altre ipotesi. In una parola, personalità libere. Non è vero che il dialogo sia possibile tra posizioni deboli e annacquate. In questo caso, se va bene e solo per tornaconto, si può avere tolleranza. Cioè, in definitiva, una posizione che prevede che in fondo a ognuno non gliene freghi niente dell’altro. Solo tra identità forti, abituate a sorprendere e a sorprendersi dei vari aspetti della verità, è possibile un vero dialogo. A una felice e fruttuosa compresenza di scuola statale e paritaria manca però un tassello: il “un trattamento scolastico equipollente” dell’articolo 33 della Costituzione. I genitori che desiderereb- 13 bero poter scegliere il tipo di scuola a cui mandare i figli trovano un ostacolo economico grande come un macigno. Quindi, la scuola paritaria è accessibile solo ai ricchi, ai benestanti e a quei genitori che si svenano pur di vedere rispettato un loro diritto e la loro libertà. I difensori dello statu quo, che si fanno scudo dell’articolo 33, hanno ragione nel pretendere che venga rispettato il principio che l’istituzione di scuole non statali avvenga “senza oneri per lo Stato”, ma mi devono spiegare perché gli allievi (e di conseguenza i genitori) di queste scuole non hanno “un trattamento scolastico equipollente” dal punto di vista economico. E pensare che lo Stato risparmierebbe pure, visto i più bassi costi per alunno della scuola paritaria rispetto a quella statale. Mi hanno detto, per esempio, che un bambino ospitato in una scuola materna cosiddetta privata costa meno della metà di un bambino ospitato in una scuola materna cosiddetta pubblica. Si vede che nella scuola italiana la parola libertà non è ancora compresa nel suo vero significato. E non è un caso che in tutti gli Stati totalitari l’istituzione più rigidamente statalizzata è la scuola. Il Potere non può tollerare coscienze idealmente non soggette al suo dominio. Croce Verde: i numeri del 2008 opo le chiusure di fine anno ecco finalmente un primo bilan- D cio dell’impegno dei volontari dell’associazione Croce Verde Baggio volto all’assistenza della comunità. Durante il 2008 sono stati effettuati ben 5.282 interventi. Un numero molto ampio, che rende perfettamente l’idea della nostra attività sul territorio, formato da 904 codici Bianchi, 3.268 codici Verdi, 975 codici Gialli, 96 codici Rossi e 39 codici Neri. Visto che i dati riportati sono riferiti a codici mi sembra doveroso spiegare cosa sono e come vengono attribuiti. Codice Bianco: caratterizza l’intervento di un’ambulanza che non effettua il trasporto del paziente all’ospedale perché lo stesso rifiuta il ricovero oppure non si fa trovare sul luogo segnalato alla centrale del 118. Codice Verde: con questo codice vengono trasportati quei pazienti che, nonostante il malessere accusato, hanno dei buoni parametri vitali e non sono in pericolo di vita. Codice Giallo: con questo codice vengono trasportati quei pazienti che hanno parametri vitali non ottimali e/o delle lesioni/traumi che possono far evolvere il quadro clinico in una situazione di pericolo di vita. Codice Rosso: è il codice della massima urgenza,almeno un parametro vitale è assente e solo un intervento ed un trasporto veloce possono salvare la vita del paziente. Codice Nero: è il codice con cui viene segnalato il decesso del paziente. Per fortuna la percentuale di codici rossi e neri rispetto agli altri è molto bassa! A conclusione di breve intervento vorrei far presente che le nostre ambulanze hanno percorso 57.893 Km nei 365 giorni del 2008 garantendo una copertura 24 ore su 24. E’ un impegno oneroso che la Croce Verde Baggio, da quasi un secolo, porta avanti grazie all’impegno dei volontari ed alle offerte fatte da tutti voi. Per tutti coloro che volessero avere maggiori informazioni sulle attività della Croce Verde Baggio è on line il sito www.croceverdebaggio.it o scrivete a ufficiostampa@croceverdebaggio.it. Sara Zanetti
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