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CREDIT SUISSE
Bulletin_3.05
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Consiglio di amministrazione
A colloquio con Peter Weibel
« Far parte di un CdA non è un passatempo»
Due anni or sono Peter Weibel ha lasciato la direzione operativa di
PricewaterhouseCoopers (PwC) Svizzera. Poco dopo è stato chiamato
in seno al CdA del Credit Suisse Group, dove nel ruolo di Chairman
dell’Audit Committee rappresenta la massima autorità di controllo.
Intervista: Daniel Huber
Bulletin: Il Credit Suisse Group avrà un
nuovo logo. Quello attuale, dai colori
vivaci, sarà sostituito da un’immagine più
sobria. Quali sono i motivi di questa
scelta?
Peter Weibel: L’integrazione del Credit Suisse
e del Credit Suisse First Boston deve essere
sostenuta da un logo comune in cui entrambi gli
istituti si riconoscano. La nuova scritta blu scuro
è moderna ed elegante, mentre le due vele
sono sinonimo di vento fresco e dinamismo.
Non ha dunque alcuna difficoltà ad
accomiatarsi dal vecchio logo ?
I colori rosso e blu della versione attuale mi fanno
pensare a una mattina di primavera con il
cielo terso, mentre dalla sede principale del
Credit Suisse guardo verso il Lago di Zurigo e il
panorama alpino. Le vele hanno invece un effetto
più globale e dinamico, fatto che riß ette lo
spirito del nostro istituto. (NdR: per il nuovo logo
si veda a pagina 30.)
Alla guida di PwC Svizzera svolgeva
funzioni di consulenza e controllo da una
prospettiva esterna, mentre in qualità di
membro del CdA del Credit Suisse Group
e Chairman dell’Audit Committee del
Credit Suisse svolge il suo compito di
controllo dall’interno…
Sì, è vero, e la differenza è enorme. Quando
ero alla guida di PwC avevo molti clienti, mentre
ora posso concentrarmi sul solo Credit
Suisse Group. Ho quindi più tempo per confrontarmi
in modo approfondito con questa
affascinante e variegata realtà.
Agli occhi dell’opinione pubblica il ruolo
del consiglio di amministrazione è notevolmente
mutato. Qual è la situazione dal
suo punto di vista?
Nel contatto con i miei clienti, quale CEO della
citata società di consulenza e revisione contabile
ho vissuto questi cambiamenti in modo
anche drammatico. Fino allo spettacolare
crack di Enron o Worldcom, avvenuto circa tre
anni fa, capitava solo raramente che i clienti
mi chiamassero per avere delucidazioni su
una revisione da noi effettuata. Dopo questo
terremoto economico, l’attività di revisione ha
visto crescere di molto la propria importanza.
Ad esempio ?
Le autorità di regolazione e gli esperti contabili
sono inevitabilmente diventati più intransigenti,
circostanza che in seno a molte imprese
ha provocato reazioni di resistenza e talvolta
anche di panico. All’improvviso, i presidenti
dei CdA e i direttori operativi di imprese quotate
in borsa si sono fatti in quattro per evitare
che venissero poste riserve nei rapporti di revisione,
il che sarebbe stata una vera insidia.
Ai membri dei CdA vengono posti requisiti più
elevati, fatto che non manca di produrre effetti.
Una cosa è certa: oggi un mandato in seno
a un consiglio di amministrazione non è più un
semplice passatempo, una sinecura, bensì un
compito che implica molte responsabilità.
Sono cambiati anche i compiti all’interno
del consiglio di amministrazione ?
Le funzioni chiave del consiglio di amministrazione
sono rimaste le stesse: nominare il CEO,
approvare la strategia da lui proposta e sorvegliare
che venga attuata coerentemente. Più
importanti di prima sono il rispetto delle norme
contabili, delle leggi, delle regolamentazioni e
dei principi etici. Il bene più prezioso di una banca
è la Þ ducia. Avere cura di questo aspetto è
un importante compito di ogni singolo collaboratore,
ma anche di ciascun membro del CdA.
Quali sono i suoi incarichi supplementari
in qualità di Chairman dell’Audit
Committee ?
Unitamente agli altri membri dell’Audit Committee
devo veriÞ care la signiÞ catività e afÞ dabilità
della rendicontazione Þ nanziaria, nonché
occuparmi dei rapporti redatti dai servizi di revisione
interni ed esterni, dal reparto Legal &
Compliance e dalle autorità di regolazione.
Inoltre occorre garantire l’autonomia di chi è
preposto alla revisione esterna. Se da questa
attività di sorveglianza emerge una necessità
d’intervento devo avviare immediatamente le
misure del caso.
Lei conosce a fondo la piazza finanziaria
internazionale. Come valuta la regolamentazione
vigente in Svizzera in rapporto
ad altre importanti sedi finanziarie?
Sotto questo aspetto non siamo più molto indietro
rispetto ad altre importanti piazze finanziarie.
Ma le regolamentazioni non vanno considerate
meri ostacoli burocratici. Lo stesso
Sarbanes-Oxley Act americano, che ha inasprito
le disposizioni contabili, se applicato
corrrettamente aumenta la sicurezza nella
rendicontazione finanziaria. Peccato che la
cattiva condotta di qualche manager richieda
disposizioni statali cui devono attenersi tutti.
Quali sono a suo avviso le maggiori
opportunità, e d’altro canto anche i rischi,
derivanti dalla globalizzazione del settore
finanziario?
Nel lungo termine la globalizzazione contribuisce
a incrementare il benessere. Nell’immediato,
fin quando i necessari adeguamenti
strutturali avranno fatto presa, può portare alla
riduzione di posti di lavoro. Il settore finanziario
è uno dei comparti economici più soggetti
a regolamentazioni statali, ma nel contempo
deve affrontare l’aspra concorrenza
globale. La migliore offerta per i clienti avrà
progressivamente la meglio. Ciò che mi preoccupa
sono la crescente complessità dei prodotti
e gli enormi volumi di transazione, specialmente
nel settore dei derivati.
A dire il vero, lei due anni fa è andato in
pensione. Quanto tempo richiede l’espletamento
dei suoi compiti al Credit Suisse?
Dedico al Credit Suisse Group circa il quaranta
per cento del mio orario di lavoro. Ho rinunciato
ad altri mandati nei CdA per poter destinare
un altro quaranta per cento a organizzazioni
di pubblica utilità. Il restante venti per
cento lo trascorro da... vero pensionato. Potermi
dedicare a compiti così interessanti e
Foto: Gee Ly