Giochi: industria del giocattolo sotto pressione - Credit Suisse ...

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CREDIT SUISSE Bulletin_3.05 50 Andamento dei prezzi di azioni e obbligazioni GM e Ford L’offerta di Kerkorian ha influito positivamente sulle azioni GM. Lo scenario di tassi d’interesse bassi sostiene il livello dei prezzi delle obbligazioni. Fonte: Credit Suisse, Bloomberg Corso delle obbligazioni (USD) Corso delle azioni (USD) 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30.6.2004 30.8.2004 30.10.2004 30.12.2004 28.2.2005 30.4.2005 30.6.2005 8,00% GMAC 2031 7,45% Ford 2031 General Motors Corp (scala di destra) Ford Motor Co (scala di destra) Calo delle quote di mercato USA per Ford e GM Mentre i giapponesi prendono il volo, Ford e GM non sono riuscite a portare sul mercato americano veicoli più efÞ cienti. I consumatori presentano il conto. Fonte: Credit Suisse % 30 25 20 15 10 05 0 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 Toyota Ford Nissan General Motors
appena tre settimane di distanza è seguito il profit warning della Ford, le cui cifre hanno portato alla luce problemi analoghi a quelli della GM. In aprile GM e Ford hanno pubblicato i risultati per il 1° trimestre 2005, da cui è emerso che entrambe le aziende continuavano ad avere ingenti problemi sul fronte dei costi e registravano un costante aumento degli obblighi legati alla salute e alle casse pensione verso i propri dipendenti. In un mercato caratterizzato da una concorrenza sempre più agguerrita, le strutture dei costi non competitive hanno comportato per entrambe le aziende una costante perdita di quote di mercato. Un po’ a sorpresa, in maggio, il miliardario Kirk Kerkorian ha comunicato di voler acquistare circa 28 milioni di azioni della GM, in modo da incrementare la sua partecipazione al capitale della società e diventare quindi azionista di maggioranza. I mercati azionari e obbligazionari hanno reagito positivamente alla notizia, contando sul fatto che Kerkorian sfruttasse la sua nuova posizione per esercitare una pressione maggiore sul management e portare avanti le ristrutturazioni assolutamente necessarie. Declassati a debitori a rischio Solo un giorno più tardi la nota agenzia di rating Standard & Poor’s, sulla base dei fatti citati, ha abbassato il rating di GM e Ford al cosiddetto «junk status», declassando GM e Ford al grado di debitori a rischio. L’esempio è stato seguito a breve distanza da Fitch, un’altra nota agenzia di rating. GM è così uscita da alcuni indici obbligazionari, dato che la maggior parte degli indici non possono contenere debitori classificati come a rischio da più di una delle principali agenzie di rating. La conseguenza è stata un’ulteriore riduzione dei prezzi. Attualmente la Ford è ancora presente in questi indici, poiché il suo titolo è stato ridotto al livello junk solo da Standard & Poor’s. Presso l’agenzia Moody’s, tuttavia, i rating della Ford sono proprio sulla soglia del junk status. Questi drammatici sviluppi evidenziano i problemi con cui Ford e GM sono chiamate a confrontarsi: i costruttori asiatici costringono le due aziende sul mercato domestico a concedere massicci ribassi sui prezzi dei propri veicoli, il che riduce ulteriormente i già scarsi margini di utile. Le due case automobilistiche, inoltre, devono sostenere elevate spese per la ristrutturazione del proprio comparto europeo e sono fortemente indebitate, fatto che peggiora il loro status di debitore. Per quanto le redditizie società finanziarie affiliate di entrambe le aziende, GMAC e Ford Motor Credit, abbiano finora ottenuto una performance positiva, non possono fare miracoli e inoltre potrebbero non essere in grado di fornire sempre gli stessi buoni risultati. Nessun miglioramento in vista Il 7 giugno la GM ha comunicato lo smantellamento di 25 000 posti di lavoro, circa l’otto per cento dell’intero organico, e la chiusura di diverse fabbriche nei prossimi tre anni. E sebbene stia cercando un’intesa con i sindacati, anche su questo fronte non possono essere esclusi ulteriori sviluppi negativi. È stato anche detto che la GM potrebbe tentare di vendere in parte la GMAC per migliorare la sua indipendenza e il suo merito di credito, nonché procurarsi allo stesso tempo un po’ di liquidità. Dato che al momento non si profilano all’orizzonte soluzioni convincenti ai problemi di GM e Ford, il Credit Suisse continua a raccomandare la vendita delle obbligazioni. La ripresa tecnica avviata a giugno ha offerto una buona occasione per ridurre le posizioni ancora detenute. L’avvertimento sugli utili emesso dalla Ford il 22 giugno, il secondo di quest’anno, ha definitivamente dimostrato che l’industria automobilistica statunitense è ben lungi dall’aver superato la crisi. < Industria automobilistica Economia 51 Nigel Sharp Direttore generale di Ford Svizzera « Anche noi mettiamo un freno ai costi. » CREDIT SUISSE Bulletin_3.05 Come procedono gli affari della Ford in Svizzera ? Bene, considerate le circostanze. Con « circostanze » intende i problemi della casa madre americana ? No, penso al mercato nel suo complesso. Mentre le vendite di auto in Svizzera, nel 1° semestre 2005, sono calate complessivamente del dodici per cento circa, alla Ford abbiamo registrato una flessione di poco più del cinque per cento. Quanto alle quote di mercato abbiamo dunque ottenuto una leggera crescita. Ma naturalmente non possiamo essere soddisfatti: con l’attuale 5,3 per cento siamo ancora ben lontani dall’obiettivo prefissato del sei per cento. In che misura i problemi della casa madre americana si fanno sentire in Svizzera ? All’interno della Ford esiste una netta distinzione tra la casa madre statunitense e la Ford of Europe. Noi europei, infatti, non dobbiamo confrontarci con le stesse difficoltà degli americani, ossia i loro pesanti impegni nei confronti dei sindacati e delle casse pensione o il nodo dei prezzi delle materie prime. In Europa sono già state avviate diverse misure di risparmio. È stato ad esempio chiuso per tempo uno stabilimento in Inghilterra. Anche da noi in Svizzera mettiamo un po’ ovunque un freno ai costi. Ci sono state reazioni dei clienti svizzeri al declassamento di Standard & Poor’s? Non che io sappia. I clienti svizzeri sembrano continuare ad avere Þ ducia nei loro concessionari Ford. Lo stesso vale del resto anche per i concessionari nei confronti dell’importatore svizzero. dh
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