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Sport & tempo libero
Gelateria
artigianale
Tel. 0736.844387
Via Dante, 18/20 COMUNANZA (AP)
“È mia intenzione far conoscere al pubblico
una realtà sportiva e uno sport nuovo,
che spesso sono oggetto di sciocchi preconcetti,
che nulla hanno a che fare con
il nostro mondo: il softair”. Questo è l’obiettivo
che si è prefissato Giulio De Carolis,
presidente dell’A.S.D. Indians Ascoli
Softair Club. Il softair, anche conosciuto
come war game o tiro tattico sportivo, è
un’attività ludico-ricreativa di squadra, inconsueta
e ricca di adrenalina, basata sulla
simulazione di tattiche militari, mediante
l’utilizzo di Asg (Air Soft Gun, letteralmente
dall’inglese Armi ad Aria Morbida).
Queste sono repliche più o meno fedeli di
arma da fuoco, non atte a offendere, che
proiettano pallini sferici biodegradabili
dal diametro di 6 millimetri, mediante la
spinta impressa dalla compressione di un
gas (Aria, Propano, CO2). Definito da molti
“lo sport del terzo millennio”, può essere
visto come un mix tra trekking, orientamento,
strategia e tiro al bersaglio. Questo
sport di simulazione tattica e di strategie
di combattimento militare, è stato erroneamente
visto negli anni Novanta, periodo
della sua massima diffusione in Italia, in
maniera negativa, per via della considerazione
di queste associazioni come “covi di
guerrafondai” appartenenti ad aree politi-
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Softair
“Non giochiamo alla guerra”
Parla Giulio De Carolis presidente dell’Indians Ascoli Softair
di Rocco Bellesi
che. Ma la realtà è ben diversa, ed è proprio
questo a spingere De Carolis a mostrare
che il tiro tattico sportivo è un’attività
basata sull’onestà e sulla correttezza. Infatti
è l’atleta che viene colpito a doversi
dichiarare tale, alzando la mano e gridando
colpito, morto o preso, dato che non
esiste alcun modo per provare oggettivamente
che un avversario sia stato “abbattuto”
o meno. Inoltre l’autodichiarazione è
anche importante per evitare inutili e continue
raffiche di pallini ai danni del giocatore
stesso; chi agisce, invece, in maniera
disonesta viene ironicamente definito
Highlander e di conseguenza discriminato,
emarginato e nei casi più gravi espulso
dal gioco. Questa simulazione di combattimento
dei giorni nostri, giocato prevalentemente
in terreni boschivi, necessita
dell’utilizzo di una specifica attrezzatura
che, insieme a un abbigliamento mimetico,
permetteranno di ottenere i migliori
risultati: una replica di arma da fuoco ad
aria compressa, una maschera o occhiali di
protezione, gli anfibi o scarponi da montagna
e un gilet pratico per portare l’equipaggiamento.
Ovviamente i softgunner
più esperti utilizzeranno attrezzature più
specifiche come radio ricetrasmittenti, binocolo,
ginocchiere e gomitiere, bussola,
torcia, fumogeni, borracce.
L’ A.S.D. Indians Ascoli Softair Club, il cui
nome nasce in ricordo della fierezza e del
valore dei nativi americani, è nata da una
costola del Club Day Adventure di Palmiano,
per merito di Mellozzi Domenico, detto
Domingo. L’indiscutibile punto di forza
di questo team è il saldo legame che
unisce i giocatori: il forte senso di appartenenza
al gruppo, la passione e la persona-
lità dei membri di questa squadra, infatti,
rappresentano le caratteristiche principali
del team ascolano, sicuramente destinato
nel tempo ad ampliarsi. La sempre crescente
diffusione di questa attività, facilita
la collaborazione tra associazioni e l’organizzazione
di tornei.
Quello che a prima vista potrebbe, erroneamente,
essere visto come un gioco per
fanatici amanti della violenza, è da considerarsi
invece a tutti gli effetti uno sport
adatto a persone di qualunque età, sesso,
cultura o ideologia politica, che permette
di fare attività fisica, stare all’aria aperta,
scaricare lo stress e allontanarsi per un po’
dalle problematiche della quotidianità.