Quando lavorare non nobilita - Santuario della Guardia
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Gli ultimi 65 anni<br />
hanno visto molto<br />
spesso i lavoratori <strong>della</strong><br />
città di Genova impegnati<br />
in lotte, a volte anche<br />
molto accese, per la difesa<br />
dei posti di lavoro. Quale<br />
è stato il ruolo <strong>della</strong> chiesa<br />
locale in queste vicende che<br />
potevano diventare dei veri<br />
e proprio conflitti sociali?<br />
Lo abbiamo chiesto a Mons.<br />
Luigi Molinari, per lunghi<br />
anni incaricato <strong>della</strong> Pastorale<br />
del Lavoro <strong>della</strong><br />
Arcidiocesi di Genova e dal<br />
1976 direttore dei Cappellani<br />
del lavoro dell’<br />
ONARMO (Opera Nazionale<br />
Assistenza Religiosa e Morale<br />
degli Operai).<br />
Mons. Molinari fa una premessa:<br />
a Genova la struttura<br />
dell’ONARMO voluta dal<br />
Card. Pietro Boetto negli<br />
anni ‘40, ma poi resa concretamente<br />
operativa nel dopoguerra<br />
dal Card. Giuseppe<br />
Siri, ha avuto un ruolo importante,<br />
in quanto oltre ad<br />
assistere moralmente e spiritualmente<br />
i lavoratori sul<br />
luogo di lavoro, è stata anche<br />
cerniera di collegamento<br />
tra il mondo del lavoro e<br />
12<br />
Una lunga storia<br />
di appassionate difese e mediazioni.<br />
La Chiesa di Genov<br />
di Gianfranco Parodi<br />
i responsabili <strong>della</strong> diocesi.<br />
Se infatti i vari arcivescovi<br />
succedutesi a Genova, in primis<br />
il card. Siri, hanno potuto<br />
svolgere importanti ruoli<br />
di mediazione è proprio<br />
perché c’erano i cappellani<br />
che li informavano tempestivamente<br />
dei problemi e delle<br />
crisi che potevano mettere a<br />
rischio tanti posti di lavoro. E<br />
la lista di questi interventi è<br />
veramente notevole.<br />
Si parte dallo “storico” salvataggio<br />
del porto da parte<br />
del Card. Boetto, che<br />
riuscì a dissuadere i comandi<br />
militari tedeschi dal proposito<br />
di far saltare tutte le<br />
strutture portuali, prima<br />
di abbandonare Genova alla<br />
fine <strong>della</strong> Seconda Guerra<br />
Mondiale. E poi ci sono gli<br />
innumerevoli interventi<br />
del cardinale Siri nei 41<br />
anni del suo episcopato<br />
che hanno visto, all’inizio, la<br />
nascita e lo sviluppo dell’industria<br />
a partecipazione<br />
statale e poi, alla fine, il suo<br />
inesorabile declino. Sia nella<br />
fase di crescita (che comportava<br />
enormi problemi legati alla<br />
immigrazione da altre regioni)<br />
sia nella fase di ridimensionamento<br />
(quando erano in pericolo<br />
i posti di lavoro) sempre<br />
il cardinale Siri era stato vicino<br />
al mondo del lavoro e<br />
dei lavoratori e aveva svolto<br />
preziosi ruoli di mediatore<br />
tra maestranze e imprese<br />
e tra queste e i competenti<br />
ministeri romani. Un altro<br />
suo storico intervento,<br />
nel pieno <strong>della</strong> crisi che aveva<br />
coinvolto il porto di Genova,<br />
era stata la convocazione allo<br />
stesso tavolo del responsabile<br />
del Consorzio del porto<br />
e del console dei portuali,<br />
al fine di trovare una mediazione<br />
tra le opposte posizioni.<br />
Negli ultimi anni di episcopato<br />
del card. Siri si tenne anche<br />
la visita a Genova di Giovanni<br />
Paolo II. Il cardinale volle<br />
che il primo contatto con<br />
la città avvenisse proprio nel<br />
capan<strong>non</strong>e di una fabbrica,<br />
l’Italsider, dove il Papa incontrò<br />
migliaia di lavoratori<br />
entusiasti.<br />
Il Card. Canestri succedette<br />
a Siri nel 1987. Erano i tempi<br />
<strong>della</strong> chiusura dei grandi<br />
impianti industriali e<br />
petroliferi: certamente la-