Il dossier (.pdf, 810 KB) - Alla pari
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istituto lombardo di storia contemporanea<br />
03c<br />
Tra il 1903 e il 1905 l’Unione femminile lanciò un’indagine<br />
sul voto. Indetta sul n. 8-9 del giornale dell’associazione nell’agosto-settembre<br />
1903, l’iniziativa ebbe un largo seguito di<br />
risposte, di cui sono qui riportate alcune delle più significative,<br />
rispettivamente della docente universitaria Rina Monti,<br />
dello scrittore Antonio Fogazzaro, della poetessa lodigiana<br />
Ada Negri, degli esponenti politici Filippo Turati, Claudio<br />
Treves e Ivanoe Bonomi, della pedagogista Maria Montessori,<br />
dell’antropologo e criminalista Cesare Lombroso e della<br />
scrittrice Margherita Sarfatti.<br />
I risultati vennero raccolti nel volumetto <strong>Il</strong> voto alle donne?<br />
Inchiesta e notizie, Milano, 1905.<br />
Su questa questione, che va sempre più agitandosi<br />
presso le nazioni civili, noi abbiamo pensato di fare<br />
un’inchiesta<br />
e le risposte che riceveremo saranno pubblicate nel<br />
giornale, poi riunite in volume che daremo in dono alle<br />
abbonate dell’anno 1904.<br />
Ecco la circolare e il questionario da noi diramato:<br />
Ritenendo meritevole di seria riflessione la questione se<br />
riconoscere o negare ancora il diritto di voto alla donna,<br />
abbiamo pensato di fare in tale argomento una pubblica<br />
inchiesta, domandando l’opinione di quanti uomini e<br />
donne notoriamente s’interessano ai problemi dell’epoca<br />
nostra.<br />
Preghiamo perciò la S.V. di favorire entro il prossimo<br />
Settembre risposta alle domande che accludiamo, persuase<br />
che Ella vorrà contribuire all’intento nostro di studiare la<br />
detta questione sotto tutti gli aspetti, senza prevenzioni o<br />
pregiudizi, solo considerandone l’importanza grandissima<br />
nella vita individuale e sociale.<br />
Diritto di voto o no?<br />
I. Si deve riconoscere il diritto di voto, amministrativo e<br />
politico, alle donne<br />
a) in massima?<br />
b) attualmente, in Italia?<br />
II. Per quali ragioni?<br />
<strong>Il</strong> voto alla donna:<br />
l’inchiesta dell’Unione femminile<br />
* * *<br />
I. A) Sì.<br />
B) No.<br />
II. Per due ragioni:<br />
1. perché ogni diritto deve essere conquistato da chi<br />
ne sente la mancanza. Nessuna concessione è proficua<br />
a chi non ne conosca il valore.<br />
2. perché il voto alle donne oggi in Italia segnerebbe<br />
l’avvento di una reazione politica, amministrativa ed<br />
intellettuale, quale non si è mai vista. – Sarebbe come<br />
mettere a repentaglio la libertà della scienza. Le donne<br />
in Italia, certo per colpa dei maschi, sono ancora<br />
troppo ignare della vita pubblica, troppo lontane da<br />
ogni educazione positiva, e perciò schiave del<br />
pregiudizio religioso, che le rende docili istrumenti dei<br />
preti, depositarie di tutte le idee antiquate, di tutti gli<br />
errori secolari, di tutto il misoneismo antiscientifico.<br />
Prima di dare il voto alle donne è necessario rendere<br />
viva e moderna la loro educazione, distruggere i loro<br />
pregiudizi atavici, dare loro una personalità<br />
indipendente.<br />
È tutto un lungo lavoro che resta da fare.<br />
rina monti<br />
docente all’Università di Pavia<br />
* * *<br />
I. A) Sì.<br />
B) <strong>Il</strong> voto amministrativo, sì; per censo alle donne<br />
nubili o vedove che pagano imposte; per capacità, a<br />
tutte le donne che sono fornite di licenza ginnasiale o<br />
tecnica, almeno. S’intende che lo scrivente non pensa<br />
definire qui con precisione assoluta provvedimenti di<br />
tale natura. Quanto al voto politico, bisognerà<br />
introdurlo gradualmente con molte limitazioni e<br />
cautele.<br />
II. <strong>Il</strong> voto amministrativo si deve dare alle donne che<br />
hanno la libera disposizione dei loro beni perché il<br />
costringerle a fare le spese che non hanno potuto<br />
almeno discutere è assolutamente tirannico. È poi<br />
affatto ingiusto di non riconoscere le capacità<br />
necessarie alle donne che, avendo fatto notevoli studi,<br />
possiedono, di fronte alle influenzi mascoline familiari,<br />
una sufficiente autonomia intellettuale.<br />
In teoria la donna che avrebbe diritto al voto<br />
amministrativo lo avrebbe pure al politico; ma in<br />
pratica occorrerebbe andar cauti nell’introduzione<br />
d’una riforma cui le donne non sono forse ancora<br />
sufficientemente preparate e dalla quale potrebbero<br />
venire alla cosa pubblica improvvise, gravi<br />
perturbazioni.<br />
* * *<br />
| italia 1946: le donne al voto<br />
|<br />
antonio fogazzaro