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Il dossier (.pdf, 810 KB) - Alla pari

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12. [pag. 2]<br />

“Una contadina russa partecipa alle elezioni del Soviet locale.<br />

Le elezioni sono state precedute da conferenze e da un corso<br />

di lezioni teorico-pratiche. La contadina firma il registro<br />

della sezione. Domani riprenderà all’estero la polemica sul<br />

grado di libertà della Russia sovietica”.<br />

L’Europeo, 2 dicembre 1945<br />

Allo scoppio della prima guerra mondiale, il suffragio<br />

femminile era, di fatto, riconosciuto a livello nazionale<br />

solo in Nuova Zelanda, Australia, Finlandia, Danimarca<br />

e Norvegia.<br />

La Nuova Zelanda era stato il primo Paese in assoluto<br />

a introdurlo, nel 1893. L’Australia nel 1903.<br />

Le finlandesi furono le prime europee ad arrivare a<br />

questo traguardo nel 1907, mentre le danesi ottennero<br />

il voto amministrativo nel 1908. Nel 1910 la Norvegia<br />

adottò il suffragio universale e le donne poterono<br />

beneficiare del pieno diritto di cittadinanza a partire<br />

dal 1912, quando diventarono eleggibili a tutte le<br />

funzioni dello Stato.<br />

Durante la rivoluzione, il Governo provvisorio sovietico<br />

stabilì che le donne potevano essere elettrici ed<br />

eleggibili. Nel 1918 il codice di famiglia sovietico<br />

abolì la potestà maritale e sancì un’assoluta <strong>pari</strong>tà fra<br />

i coniugi e nei confronti dei figli.<br />

In Gran Bretagna le donne avevano ottenuto il diritto<br />

al voto municipale nel 1869, mentre nel 1882 il Married<br />

Women’s Property Act riconobbe loro la capacità di<br />

| <strong>dossier</strong><br />

|<br />

“<strong>Il</strong> voto di una monaca. Nessun religioso si astiene nell’Europa<br />

di oggi dal recarsi alle urne. In Francia, il più giovane dei tre partiti<br />

di massa, il Repubblicano popolare, ha ottenuto un successo che<br />

nessuno aveva preveduto. La percentuale dei votanti è stata<br />

altissima. Anche negli altri paesi si aprono i conventi di clausura”.<br />

L’Europeo, 2 dicembre 1945<br />

disporre dei propri beni e di stipulare contratti. <strong>Il</strong><br />

cammino verso il compimento della cittadinanza sarebbe<br />

stato, tuttavia, ancora lungo.<br />

Nel 1903 Emmeline Pankhurst fondò la Women’s Social<br />

and Political Union, il movimento delle suffragette<br />

che esercitò un’azione capillare e decisa a favore del<br />

voto, rendendosi protagonista anche di scioperi e di<br />

violente prese di posizione. Allo scoppio della prima<br />

guerra mondiale, la Pankhurst invitò tuttavia le suffragette<br />

a sospendere la protese e a supportare il Governo<br />

inglese nello sforzo bellico. <strong>Il</strong> lavoro svolto durante<br />

la guerra venne riconosciuto dalle istituzioni<br />

britanniche e nel 1918 venne varato il Representation<br />

of the People Act, che estendeva il diritto di voto alle<br />

donne sopra i 30 anni che percepissero un reddito.<br />

Un primo importante passo era stato compito, ma solo<br />

nel 1928 le inglesi avrebbero potuto votare a 21 anni,<br />

raggiungendo la piena uguaglianza con gli uomini,<br />

in relazione al voto politico.<br />

In Francia, nonostante le rivendicazioni femminili<br />

che si intensificarono dopo il riconoscimento del suffragio<br />

universale maschile, le donne ottennero il voto<br />

solo nel 1944.

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