Il dossier (.pdf, 810 KB) - Alla pari
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10a<br />
Vengono riportati, di seguito, un estratto<br />
dell’editoriale che accompagnava i<br />
risultati del referendum e alcune risposte<br />
(Gioia, 14 aprile 1946), riguardo all’atteggiamento<br />
interiore con cui le lettrici<br />
si sarebbero presentate alle urne e<br />
al comportamento che avrebbero adottato<br />
con gli uomini della famiglia, se di<br />
parere diverso dal proprio. Si noti, oltre<br />
alle diverse sfumature delle risposte,<br />
soprattutto il deciso richiamo dell’editoriale<br />
al rispetto di ruoli e gerarchie familiari,<br />
che – ricordava il giornale – il<br />
nuovo diritto di voto non avrebbe dovuto<br />
in alcun modo contribuire a mettere<br />
in discussione.<br />
Direi che il tono delle risposte<br />
– tranne rare eccezioni – è poco su,<br />
poco giù, universalmente<br />
armonizzante: la donna riconosce che<br />
il diritto di votare le era dovuto e<br />
intende valersene con serietà e sano<br />
criterio.<br />
NESSUNA delle signore partecipanti<br />
ha avuto il coraggio di dubitare<br />
(se non proprio di riconoscere<br />
apertamente) di poter trovarsi davanti<br />
al marito, al fidanzato, alla… speranza<br />
prossima o lontana, in posizione di<br />
avere politicamente qualche cosa da<br />
imparare. TUTTE, con una sicurezza<br />
che rasenta la presunzione, hanno<br />
dichiarato di essere pronte a scendere<br />
in lizza per «convincere» il marito, il<br />
fratello, il fidanzato, la speranza<br />
prossima o lontana della giustezza<br />
delle loro idee personali e avvincerli<br />
alla loro causa.<br />
Or questo potrebbe essere sintomo di<br />
due diversi fatti:<br />
1) di una più alta coscienza morale<br />
nella donna e di un più disinteressato<br />
accostarsi alla vita politica: infatti è<br />
quasi da escludere – salve rarissime<br />
eccezioni – che la donna aspiri a<br />
raggiungere posti di primo piano in<br />
questa primavera di rinascita politica<br />
nazionale; quindi i fini che essa<br />
persegue, le cause che difende non sono<br />
già di indole privata, ma mirano a<br />
quelli che rappresentano i massimi<br />
problemi universali e sociali, basi<br />
indispensabili a garantire la saldezza<br />
Tiriamo le somme<br />
di Gioiosa<br />
Gioia, 14 aprile 1946.<br />
della compagine familiare e a tutelarne<br />
i diritti più intimi e profondi.<br />
2) ma potrebbe anche essere sintomo<br />
di quella posizione di predominio –<br />
effettivo o, per lo meno, ambitissimo –<br />
cui la donna mira nell’ambito della sua<br />
vita familiare.<br />
Tengo quindi a dire qui,<br />
pubblicamente, che la Commissione<br />
aggiudicatrice dei premi per le<br />
partecipanti, avendo fatto questo<br />
rilievo, intende lodare senza eccezione<br />
il primo atteggiamento,<br />
comprendendone il valore e la retta<br />
orientazione; ma intende biasimare<br />
senza eccezione il secondo, poiché non<br />
va mai male ricordarci, così fra noi,<br />
alla buona, che il capo della famiglia<br />
non è già la donna, ma l’uomo. […]<br />
Con che atteggiamento interiore vi<br />
presenterete alle urne?<br />
Gemma Cavallo – Milano<br />
Mi presenterò alle urne con piena<br />
coscienza dell’azione che starò per<br />
compiere e con serena<br />
consapevolezza della responsabilità<br />
che il diritto al voto impone.<br />
Un solo voto in più o in meno al<br />
partito che dà maggior affidamento<br />
per i programmi e per gli uomini che<br />
si propongono di attuarli, contribuirà<br />
ad aumentare o a diminuire<br />
l’influenza benefica nella vita della<br />
Nazione.<br />
Irene D’Amato – Matera<br />
Mi presenterò alle urne con spirito<br />
sereno, e soprattutto fiducioso che il<br />
mio voto contribuirà alla rinascita della<br />
Patria, povera nave in balia della<br />
tempesta. Altra volta le donne d’Italia<br />
si presentarono ad altre urne e vi<br />
depositarono il pegno sacro del loro<br />
amore: la fede nuziale che doveva<br />
servire a venire in aiuto alla Madre in<br />
armi. E vi andarono con spirito<br />
fiducioso anche allora. Ma purtroppo<br />
quello fu un tradimento: bisogna<br />
che il voto di oggi lo redima e sia<br />
veramente l’impulso di ripresa e<br />
di ricostruzione morale e materiale<br />
per lei.<br />
| <strong>dossier</strong><br />
|<br />
Come vi comporterete con lui<br />
(marito, fratello, fidanzato, speranza<br />
prossima o lontana) se vi troverete in<br />
politica di parere contrario?<br />
Gemma Cavallo – Milano<br />
Trovandomi con un lui (fidanzato o<br />
marito o fratello) di parere contrario<br />
al mio in politica, cercherei con la<br />
parola suadente di correggere le<br />
opinioni e i principi errati e non mi<br />
lascerei influenzare dalle sue<br />
convinzioni.<br />
Anche se da parte del «lui» ci fosse<br />
una costrizione a farmi votare per il<br />
suo partito, con la forza propria di chi<br />
possiede e sa di possedere la verità,<br />
valendomi della segretezza e della<br />
libertà del voto, non esiterei a<br />
proclamargli che voterei per il partito<br />
che si armonizza con la mia opinione.<br />
Irene D’Amato – Matera<br />
Con lui, se fossi in politica di parere<br />
contrario, mi comporterò in modo da<br />
fargli comprendere come sia esatta la<br />
mia visione, e cercherò, con ogni<br />
probabilità di riuscita, di portarlo sulla<br />
mia via. Questo perché si tratta di<br />
mio marito, ed io non posso pensare<br />
che egli, che forma con me una cosa<br />
sola, abbia ad avere opinioni e<br />
convinzioni contrarie alle mie, anche e<br />
soprattutto perché, per me, la politica<br />
è strettamente connessa alla religione<br />
e sotto molti aspetti è da essa<br />
dipendente, ed io, sia nell’una che<br />
nell’altra, non potrei non vivere<br />
all’unisono con lui.