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Il francobollo incatenato n. 227, Marzo 2013 - Collezionisti Italiani di ...

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A PROPOSITO DI CORRISPONDENZE TASSATE <strong>di</strong> Carlo Vicario<br />

La tassazione delle corrispondenze, nata in contemporanea con il servizio postale, subì delle profonde<br />

mo<strong>di</strong>fiche dall’introduzione dei francobolli. Fino allora, salvo casi particolari, la somma da pagare per il<br />

trasporto della corrispondenza era a carico del destinatario e quin<strong>di</strong> era in sostanza impossibile che l’importo<br />

pagato fosse inferiore a quello dovuto. Dal 1850, anno durante il quale comparvero i primi francobolli nel<br />

territorio italiano (nel Regno Lombardo Veneto), nacque il problema <strong>di</strong> far pagare al destinatario eventuali<br />

<strong>di</strong>fferenze tra la tassa pagata dal mittente e l’importo realmente dovuto. Alcuni casi per i quali sono stati<br />

previsti tassazioni furono i seguenti:<br />

1. inoltro corrispondenza non affrancata (fig. 1)<br />

2. inoltro corrispondenza affrancata insufficientemente in base al peso (fig. 2)<br />

3. inoltro corrispondenza rispe<strong>di</strong>ta con cambio <strong>di</strong> tariffa (fig. 3)<br />

4. corrispondenza affrancata con francobolli già utilizzati (fig. 4, 5)<br />

5. lettere inoltrate con porto semplice e raccomandate d’ufficio perché contenenti valori (fig. 6)<br />

Ve<strong>di</strong>amo alcuni esempi durante il Regno <strong>di</strong> Umberto I. All’inizio del Regno era ancora in vigore il tariffario<br />

introdotto il 1° gennaio 1874 che manteneva lo sdoppiamento delle tariffe a seconda che le lettere fossero<br />

affrancate o meno (20 c. per la lettera primo porto affrancata dal mittente, 30 c. per la lettera non affrancata<br />

con porto a carico del destinatario.) <strong>Il</strong> meccanismo della tassazione, che prevedeva il pagamento del doppio<br />

della tassa evasa, provocò fortissime lamentele a causa dell’evidente <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> trattamento. Ad esempio<br />

una lettera non affrancata pagava <strong>di</strong> tassa 30 c, mentre una lettera affrancata insufficientemente con 5 c.<br />

pagava il doppio del mancante cioè 30 c. <strong>di</strong> tassa: in totale 35 c. Fu quin<strong>di</strong> dal 1° gennaio che le Poste<br />

decisero <strong>di</strong> considerare le lettere insufficientemente affrancate come non franche e tassate <strong>di</strong> conseguenza<br />

previa deduzione del valore dei francobolli applicati. Tale meccanismo rimase in vigore fino al nuovo<br />

cambiamento tariffario avvenuto il 1° settembre 1905.<br />

Didascalie immagini.<br />

Fig. 1 – Lettera cinque porti per l’estero (manoscritto sul<br />

fronte g. 62) spe<strong>di</strong>ta il 14 luglio 1879 dalla collettoria <strong>di</strong><br />

Genestrerio in Svizzera per Como. La lettera, spe<strong>di</strong>ta dalla<br />

Municipalità <strong>di</strong> Genestrerio con oggetto Affari dei poveri,<br />

non fu affrancata poiché in territorio Svizzero tale<br />

corrispondenza godeva <strong>di</strong> franchigia. Le convenzioni<br />

postali relative allo scambio delle corrispondenze in<br />

franchigia tra stati esteri erano all’epoca molto confuse e<br />

contrad<strong>di</strong>ttorie. Alla lettera, giunta in Italia, non fu<br />

riconosciuto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> franchigia e fu quin<strong>di</strong> tassata per il<br />

doppio del porto evaso (25 c. x 5) pari a Lit. 2,50. Sul fronte<br />

fu apposto il bollo T e fu manoscritto 25 pari alla tassa <strong>di</strong> 25 decimi <strong>di</strong> lira.<br />

Fig. 2 – Piego privo del contenuto spe<strong>di</strong>to dal<br />

Municipio <strong>di</strong> Grezzana per Verona.<br />

Probabilmente il documento fu portato a mano ma<br />

non fu consegnato per mancanza del destinatario.<br />

Fu cancellata la destinazione Verona e fu scritto il<br />

nuovo in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> Milano dopo aver affrancato<br />

per 20 c. (primo porto per l’Interno) con il valore<br />

corrispondente annullato il 3 maggio 1881.<br />

Sottoposto il piego a verifica fu riscontrato un<br />

doppio porto, fu applicato il bollo<br />

FRANCOBOLLO INSUFFICIENTE e fu<br />

tassato per 40 c. (doppio del porto mancante)<br />

dopo aver apposto sul fronte il bollo 4 significante 4 decimi <strong>di</strong> lira. All’arrivo a Milano il 4 maggio 1881 fu<br />

applicato il segnatasse equivalente. <strong>Il</strong> destinatario però rifiutò il documento e il portalettere scrisse al verso<br />

Rifiutata d’or<strong>di</strong>ne seguito dalla firma. A questo punto sul segnatasse fu applicato il bollo Annullato per<br />

motivi amministrativi e il piego fu rispe<strong>di</strong>to al mittente, a Grezzana dove giunse il 6 maggio 1881 e dove<br />

furono applicati due nuovi segnatasse per un totale <strong>di</strong> 40 c.<br />

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