aderiamo... <strong>AC</strong>! 12 e Adesioni di ieri adesioni di oGGI Luciano Marengo, già presidente diocesano Quando mi è stata recapitata questa lettera comparsa su “<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>” con data 1 gennaio 1985 ho provato un’emozione fortissima: la macchina da scrivere di via Mandelli, il testo battuto direttamente sulla matrice da ciclostile… sembra un’altra era! Eppure la domanda è ancora la stessa: “Perché aderire all’<strong>AC</strong> ?” Perché l’Azione Cattolica è un modo originale di stare nella Chiesa: in collaborazione responsabile (da adulti) con i pastori, con lo stile del lievito nella pasta, con la capacità di stare negli ambienti di vita quotidiani, gomito a gomito con le donne e gli uomini, con i giovani e i ragazzi che ci vivono accanto. Senza prediche ma con motivazioni profonde radicate nel Vangelo, alimentate dalla consuetudine con la preghiera, con la meditazione, con lo studio, con la pazienza di operare nelle nostre Parrocchie, sentendoci corresponsabili accanto ai nostri sacerdoti. Per tornare a quel Capodanno 1985, avevamo celebrato il 90° dell’<strong>AC</strong> albese in Seminario; in quell’occasione il prof. Andrea Monchiero, in un appassionato e brillante intervento, ci delineava il modello di vita del laico cristiano: la vocazione ad essere una brava madre o padre di famiglia, sposo, operaio, impiegato, artigiano, dirigente, medico, insegnante, studente, … Ricordo le parole del vescovo Mons. Fausto Val- lainc: ringraziare, rinnovare e ripartire. Ricordo il richiamo alla lezione del Concilio: la corresponsabilità dei laici nella chiesa, con stile laicale, e l’impegno nelle realtà temporali (famiglia, lavoro, scuola, parrocchia, sociale, politica,…) alla pari con tutti gli uomini. Non è retorica, non è roba di altri tempi: è al contrario una proposta attualissima! I tempi sono difficili e richiedono laici cristiani forti, senza paura del confronto, di mettersi in gioco, di accettare e di accompagnarsi con chi è diverso da noi o è lontano. Il nostro tempo ha bisogno di cattolici convinti che sappiano uscire dalle sacrestie per testimoniare la solidarietà e l’attenzione alle persone ed impegnarsi nel sociale e in politica, cioè là dove si decide il nostro futuro. Tutto ciò richiede però un’organizzazione, una rete tra i laici, affiancati dai sacerdoti, per la formazione e l’impegno dei laici stessi; servono quindi strutture, stampa, pubblicazioni e quant’altro che necessitano di risorse economiche: la tessera è lo strumento democratico di sostentamento e di partecipazione e quindi fonte di libertà! Proporre la tessera dell’<strong>AC</strong> ad un amico è una fatica, ma ne vale la pena. Il modo migliore è far gustare la gioia di essere laici cristiani in questo modo sereno, gioioso, competente partecipando alle giornate diocesane, ai campi scuola, alle iniziative vicariali. Non dimentichiamo poi la portata della scelta democratica dell’<strong>AC</strong> voluta da Papa Paolo VI e da Vittorio Bachelet: passano le persone, ma l’Associazione continua più forte e rinnovata. Domenica 8 febbraio scorso ad Altavilla abbiamo incontrato un’<strong>AC</strong> giovane, bella e propositiva che ci ha lasciato una parola d’ordine formidabile: insieme! <strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>
Aprile 2009 aderiamo... <strong>AC</strong>! 13