n. 3 - luglio/settembre 2012 - Suore Francescane Elisabettine
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memoria e gratitudine<br />
Era il 30 <strong>luglio</strong> del 1942. La guerra<br />
mondiale era nel suo pieno<br />
svolgimento. Dopo una notte<br />
afosa, durante la quale però, ancora<br />
una volta, aveva riconciliato un’anima<br />
bisognosa, padre Leopoldo Mandic<br />
(nella foto accanto), prostrato dal tumore<br />
all’esofago, ormai in fase terminale,<br />
si era però alzato presto perché<br />
voleva prepararsi in modo adeguato<br />
a celebrare la s. Messa, con un’ora di<br />
preghiera personale. Ma quando si<br />
portò, verso le 6.30, verso la sacrestia,<br />
fu preso da un forte malore. Soccorso<br />
e portato a letto, circondato dai suoi<br />
confratelli, che per lui e con lui pregavano<br />
(fu cosciente fino alla fine, come<br />
aveva chiesto a Dio), spirò durante la<br />
recita della Salve Regina.<br />
Sono passati settant’anni da quella<br />
mattina. Il Santo confessore è stato beatificato<br />
da Paolo VI nel 1976, e canonizzato<br />
da Giovanni Paolo II nel 1983.<br />
Questo frate cappuccino, nato a<br />
Castelnovo di Cattaro, allora appartenente<br />
all’impero Austro-Ungarico,<br />
attualmente paese del Montenegro<br />
(“Dalmata sum” diceva padre Leopoldo<br />
riferendosi a se stesso) che si<br />
fece frate nel Veneto, e nel convento<br />
di Padova rimase quasi ininterrottamente<br />
dal 1909 al 1942, gode di una<br />
venerazione molto viva tra il popolo: il<br />
santuario dove è custodito il suo corpo,<br />
e la piccola cella in cui per tanti anni ha<br />
amministrato la misericordia di Dio, è<br />
visitato da migliaia di persone all’anno,<br />
da Padova al Veneto all’Italia, dalla<br />
Croazia a tutto il mondo.<br />
34 <strong>luglio</strong>/<strong>settembre</strong> <strong>2012</strong><br />
Italia<br />
Un Santo a noi vicino<br />
A settant’anni dalla morte di san Leopoldo<br />
di Remigio Battel<br />
francescano cappuccino<br />
Nel ricordo riconoscente del<br />
Santo della riconciliazione e<br />
dell'ecumenismo,<br />
legato alla famiglia elisabettina.<br />
«La nota peculiare dell’eroicità<br />
e della virtù<br />
carismatica del Beato<br />
Leopoldo […] fu il suo<br />
ministero nell’ascoltare<br />
le confessioni<br />
[...] egli si è santificatoprincipalmente<br />
nell’esercizio del<br />
sacramento della<br />
Penitenza». Così si<br />
esprimeva Paolo VI<br />
nel discorso per la<br />
beatificazione.<br />
In questo ministero<br />
fu veramente eroico. Non<br />
solo confessava continuamente<br />
in quella celletta conservata<br />
nel santuario, e preservata dal bombardamento<br />
della chiesa del 1944; ma<br />
veniva invitato ad amministrare questo<br />
sacramento anche presso diverse case<br />
religiose, sia maschili che femminili;<br />
ad esempio, i gesuiti dell’Antonianum<br />
ed i benedettini di S. Giustina: nella biblioteca<br />
di questo monastero rimane un<br />
preziosissimo quaderno autografo, con<br />
molte date di rinnovazione del suo voto<br />
per l’unità dei Cristiani. Anche i vescovi<br />
della regione triveneta, quando si riunivano<br />
a Paderno del Grappa per un corso<br />
di esercizi e le conferenze episcopali, volevano<br />
in mezzo a loro, come confessore<br />
e consigliere, padre Leopoldo.<br />
Il Santo esercitò il suo ministero in<br />
molte case religiose: ad esempio, presso<br />
le “Ancelle di Maria Immacolata” che<br />
dirigono l’istituto “Madame Clair” di<br />
Padova e le <strong>Francescane</strong> di Cristo Re.<br />
Molte le religiose che furono testimoni<br />
al processo per la sua canonizzazione.<br />
Rapporto con la famiglia<br />
elisabettina<br />
Appare molto significativo il rapporto<br />
che padre Leopoldo ebbe con la<br />
Congregazione delle suore francescane<br />
elisabettine. Tra i suoi scritti sono stati<br />
pubblicati due biglietti di ringraziamen-<br />
to per la partecipazione alla<br />
festa del suo 50° di sacerdozio,<br />
inviati dal Santo<br />
a madre Agnese Noro,<br />
ottava superiora dell’Istituto<br />
dal 1923<br />
alla morte nel 1944,<br />
notevole figura nell’ambito<br />
della congregazione.<br />
Scriveva il Santo:<br />
«Piacesse al Signore<br />
che ancora in<br />
qualche cosa potessi<br />
essere utile alli (sic)<br />
Istituti suoi, a cui sono<br />
sommamente riconoscente».<br />
Quella delle francescane elisabettine<br />
di Padova è una congregazione<br />
religiosa che viveva, e vive tuttora,<br />
il carisma francescano nell’ambito della<br />
carità: come Elisabetta Vendramini<br />
guardò ai poveri del suo tempo e volle<br />
dare loro dignità e un posto nella società,<br />
così le religiose oggi prediligono i<br />
poveri e chi ha più bisogno della misericordia<br />
del Padre, li servono fino a dare<br />
anche la loro vita per testimoniare la<br />
fiducia in Dio. Molte erano le presenze<br />
della Congregazione a Padova al tempo<br />
della permanenza del Santo confessore<br />
nel convento; molte, ma in numero<br />
molto inferiore, sono ancora oggi.<br />
Quindi il nostro Santo, di cui sono<br />
noti l’amore e l’attenzione verso i<br />
poveri, quelli del corpo come quelli<br />
dello spirito, sentiva vicino il carisma<br />
di queste sorelle, come lui francescane,<br />
impegnate in prima persona nel servizio<br />
del prossimo, nonostante difficoltà<br />
e incomprensioni.<br />
Molti sono i riferimenti del suo<br />
biografo, padre Pietro Eliseo da Valdiporro<br />
(Pietro E. Bernardi), a questo<br />
legame con la Congregazione.<br />
Ecco alcune citazioni dalla biografia<br />
del Santo: «Molte suore elisabettine<br />
della Casa Madre di Padova ricordano:<br />
Padre Leopoldo intuiva certamente i<br />
bisogni spirituali delle anime senza che