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ARCHIVIO GENERALE (1561-1924) - Carte da legare

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Sezione A - L’Ospe<strong>da</strong>le nell’antico regime<br />

23 1755 - 1756<br />

Causa contro il Collegio dei Padri di San Vincenzo e Anastasio alla Fontana di Trevi “sopra<br />

la casa contigua alli suddetti Padri e rinuncia fatta <strong>da</strong>lli suddetti religiosi alla lite e<br />

demolizione del casotto”<br />

24 1766 - 1767<br />

Causa contro il Monastero della Santissima Concezione in Campo Marzio<br />

25 1775<br />

Causa tra l’ospe<strong>da</strong>le e Giovanni Bresciani, esecutore testamentario di Giacomo David,<br />

per l’eredità di Anna Pompei, pretesa <strong>da</strong>ll’ospe<strong>da</strong>le a titolo di rimborso per il suo mantenimento<br />

VI. REGISTRI DEL CAMERLENGO (<strong>1561</strong>-1604)<br />

11 unità archivistiche.<br />

L’organizzazione finanziaria e contabile dell’ospe<strong>da</strong>le è, in origine, molto semplice.<br />

Le prime norme statutarie non prevedono il pagamento di una retta <strong>da</strong> parte dei ricoverati<br />

e le entrate sono pertanto costituite solo <strong>da</strong> rendite e <strong>da</strong> elemosine. La gestione contabile<br />

della confraternita e dell’ospe<strong>da</strong>le è affi<strong>da</strong>ta a un camerlengo, membro della congregazione<br />

e <strong>da</strong> essa eletto, coadiuvato <strong>da</strong> un computista, che non è membro della congregazione<br />

ma viene ugualmente eletto <strong>da</strong> quella. Gli statuti del 1563 dedicano ampio<br />

spazio alla definizione e regolamentazione dei compiti del camerlengo (cfr. Stat. 1563, §§<br />

18-21): resta in carica un anno e al termine del suo man<strong>da</strong>to viene sottoposto alla sin<strong>da</strong>cazione;<br />

ha funzioni di depositario e di capo-contabile e svolge attività direttive nei confronti<br />

del computista e del maestro di casa. Infatti: scrive e annota nel suo libro tutte le<br />

entrate provenienti <strong>da</strong>lle elemosine e <strong>da</strong>lle cassette nonchè le spese sostenute per il mantenimento<br />

della congregazione e dell’ospe<strong>da</strong>le; riceve <strong>da</strong>l segretario un inventario delle<br />

cose appartenenti alla compagnia: in parte le custodisce presso di sè e in parte le consegna<br />

al maestro di casa, che ne redige ulteriore inventario, “per servitio della casa”. Uno<br />

dei guardiani scrittura un libro di riscontro per permettere il controllo dei conti del camerlengo.<br />

Il dettato statutario viene pienamente rispettato almeno fino ai primi anni del ‘600: si<br />

conservano in tutto undici registri del camerlengo, <strong>da</strong>l <strong>1561</strong> fino al 1604 e quattro riscontri<br />

del guardiano, <strong>da</strong>l 1562 al 1616. Si può presumere che il ruolo del camerlengo abbia<br />

poi progressivamente perso di spessore, come del resto tutta la compagnia originaria.<br />

Nelle regole barberiniane del 1635 il camerlengo non compare più e le sue funzioni sono<br />

ereditate <strong>da</strong>l maestro di casa che, in qualità di “ufficiale interno” è il suo successore naturale<br />

(cfr. oltre).

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