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ARCHIVIO GENERALE (1561-1924) - Carte da legare

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Sezione A - L’Ospe<strong>da</strong>le nell’antico regime<br />

3 1615 dic. 5 - 1617 nov. 17<br />

“Liber congregationis domus sive hospitalis dementium urbis Romae”<br />

Segnatura originaria “H”; registro di carte 25 e altre bianche.<br />

4 1712 gen. 27 - 1738 mag. 1<br />

“Congregazioni tenute <strong>da</strong>ll’anno 1712 a tutto il 1738”<br />

Registro di carte 70 e altre bianche.<br />

Verbali delle riunioni presiedute <strong>da</strong> mons. Silva, mons. Merlini, mons. Valegnani e mons. De Carolis.<br />

5 1749 dic. 11 - 1759 feb. 9<br />

“Libro delli congressi tenuti nella presenza di Mons. Ill.mo e R.mo Bufalini Commen<strong>da</strong>tore<br />

di Santo Spirito e Superiore dell’Ospe<strong>da</strong>le de pazzi di Roma sopra il buon governo<br />

et interessi del sopradetto Ospe<strong>da</strong>le de pazzi”<br />

Registro di carte 42.<br />

II. CATASTI (1575; 1669; 1750-1776)<br />

5 unità archivistiche.<br />

Il primo registro della serie, avviato nel 1575 è compilato <strong>da</strong>l camerlengo della confraternita<br />

al fine di costituire la “memoria delle entrate”: negli statuti del 1563 non vi sono<br />

norme esplicite finalizzate alla registrazione dei beni patrimoniali; esiste comunque la<br />

disposizione generale “che le cose stabili di detta Compagnia non si debbiano alienare<br />

senza il decreto della congregatione generale et senza il consenso anchora di quelle persone<br />

che con loro suffragio et aiuto di dette cose stabili fusse accresciuta et aiutata la detta<br />

Compagnia vivendo” (cfr. Stat. 1563, al paragrafo “De non alienare le cose stabili”).<br />

Dati i compiti di registrazione delle entrate e delle uscite affi<strong>da</strong>ti al camerlengo (cfr. oltre)<br />

è naturale che la scrittura di quanto stabilmente afferiva al patrimonio fosse affi<strong>da</strong>ta al<br />

medesimo camerlengo. L’intitolazione “Catastro”, che si trova su un’etichetta applicata<br />

sul frontespizio del primo registro della serie, è comunque successiva: fu apposta presumibilmente<br />

nel 1669, quando furono re<strong>da</strong>tti i registri nn. 7 e 8, sui quali appare analoga<br />

etichetta compilata con la medesima scrittura del registro n.6.<br />

I due registri <strong>da</strong>tati 1669 - sostanzialmente uguali, anche se il secondo si configura<br />

quale “bella copia” del primo - sono rispettivamente descritti nelle prime carte quali “Registro<br />

delle patenti, de luoghi di monti et altri stabili et effetti spettanti all’ venerabile ospe<strong>da</strong>le<br />

de poveri pazzi di Roma” e “Registro delle patenti, de luoghi di monti et inventario<br />

delli altri effetti spettanti all’ venerabile ospe<strong>da</strong>le di Santa Maria della Pietà de poveri<br />

pazzi di Roma”.<br />

Nemmeno le regole barberiniane del 1635 fanno cenno alla tenuta dei registri catastali,<br />

ma è presumibile che tale compito dovesse spettare al maestro di casa sottoposto<br />

alla vigilanza dei due “gentiluomini” preposti rispettivamente alla “cura e sopraintendenza<br />

delle fabriche e delle case” e ai “conti, pagamenti de’ censi, esattioni, investimenti <strong>da</strong><br />

farsi e simili” (cfr. Reg. 1635, cap. II “Delle cure particolari de Deputati e del Mensario”).

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