03.06.2013 Views

Rivista n° 91 - Verona

Rivista n° 91 - Verona

Rivista n° 91 - Verona

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Tre progetti incompiuti<br />

di Damiano Zerman<br />

Casa Biondani (2009-2010)<br />

A nord di porta San zeno, fuori le mura di<br />

Lazise, in corrispondenza dell’antico vallo, vi è<br />

un luogo di notevole interesse architettonico.<br />

uno spazio delimitato da una parte dalle<br />

possenti mura scaligere e dall’altra dal retro<br />

di alcuni edifici che si affacciano sulla via<br />

Gardesana. uno spazio che, negli ultimi<br />

decenni, è stato svilito dal sorgere di incerti<br />

edifici di non pregevole fattura, tristemente<br />

destinati a uso disbrigo. Il Signor Biondani<br />

chiese di costruire in quel luogo la propria<br />

abitazione. ricordo benissimo la prima scelta<br />

dell’architetto Tommasi: “liberare le mura...<br />

e l’abside della chiesa” dagli edifici di poco<br />

valore, addossando il nuovo intervento<br />

agli edifici esistenti prospicienti la strada<br />

Gardesana.<br />

L’architetto ideò quindi un progetto articolato,<br />

volutamente concepito come la somma<br />

di molteplici episodi, evitando quindi l’idea<br />

forte. Secondo il suo pensiero, le mura,<br />

gelose custodi del proprio glorioso passato,<br />

dovevano avere l’egemonia assoluta sul<br />

nuovo costruito, quasi a dominarlo e<br />

proteggerlo. I materiali previsti: legno, ferro,<br />

vetro e vetro strutturale; tutto ordinato come<br />

a formare una sorta di “accampamento”<br />

all’interno del vallo. L’ingresso alla nuova<br />

abitazione avviene tramite un percorso<br />

pedonale che parte appena prima della<br />

citata porta San zeno per poi diramarsi in<br />

due viottoli curvilinei: il primo, fiancheggiando<br />

le mura, termina in una scala che permette<br />

l’accesso alla terrazza del primo piano; il<br />

secondo arriva invece in un cortiletto in pietra<br />

quadrata, che da accesso alla casa.<br />

Gli ambienti interni sono delimitati da una<br />

serie di setti in legno, perpendicolari agli<br />

edifici esistenti, che scandiscono gli spazi<br />

adibiti alle diverse destinazioni. Le quinte<br />

lignee vengono tamponate, verso il vallo, da<br />

serramenti in legno minuziosamente disegnati<br />

con parti apribili e parti fisse. In asse con<br />

la scala, verso le mura, prende posizione il<br />

soggiorno: una sala rettangolare scandita da<br />

otto pilastri in vetro su cui appoggiano quattro<br />

travi (anch’esse in vetro), che sorreggono<br />

una struttura lignea (una sorta di catino). Al<br />

suo interno spicca il camino semicircolare in<br />

vetro che si adagia, quasi a galleggiarvi, sul<br />

pelo dell’acqua. una grande vasca d’acqua è<br />

delimitata dai percorsi esterni e dal soggiorno,<br />

e viene divisa in due parti dal prolungamento<br />

del cortile d’ingresso.<br />

Infine, come una sorta di grande esedra, con<br />

accesso direttamente dalla casa, si configura<br />

il bagno turco, con affaccio verso le mura<br />

scaligere.<br />

La fattoria sul lago (2006-2007)<br />

una nota azienda agricola del basso Lago<br />

di Garda incaricò Tommasi della stesura<br />

di un progetto per riqualificare, tramite la<br />

realizzazione di nuovi manufatti, la propria<br />

attività. La richiesta partiva dall’esigenza<br />

di unire l’abitazione padronale con una<br />

struttura da destinare ad usi scientifici,<br />

didattici e produttivi. La tenuta, di svariati<br />

ettari, si estende per buona parte su un<br />

terreno collinare il cui crinale gode di una<br />

felice vista sul Lago. In questa ampia tenuta,<br />

altimetricamente mutevole, Tommasi decise<br />

fin da subito di posizionare il complesso<br />

sul punto più alto: “un luogo dove la natura<br />

è regina assoluta e alla quale occorre solo<br />

assoggettarsi per renderla amica e complice”.<br />

ricordo benissimo, mentre tentava di<br />

accendere l’inseparabile beedi - sigaretta<br />

indiana ottenuta con una foglia di Tendu<br />

arrotolata a mano - l’entusiasmo nel<br />

coinvolgermi e con il quale mi faceva<br />

partecipe della sua idea: voleva concepire<br />

una serie di edifici che si snodassero lungo<br />

il crinale della collina. una sorta di racconto<br />

del costruito morbidamente dislocato nel<br />

verde, colmo di quel silenzio in cui si respira il<br />

profumo della natura.<br />

per l’ingresso all’azienda agricola, egli<br />

pensa a una corte delimitata per tre lati su<br />

quattro da edifici; una sorta di “C” composta<br />

da due portici sui lati e, sul fondo, la testa<br />

della casa padronale, impreziosita da un<br />

elegante timpano interrotto. All’interno del<br />

progetto compaiono altre tre corti, due<br />

di esse, simmetriche e più basse rispetto<br />

all’ingresso. Queste, sfruttando il declivio del<br />

terreno, permettono accesso, luce e aria a<br />

tutta l’ampia cantina ipogea destinata alla<br />

vinificazione.<br />

Dall’ingresso principale partono due percorsi<br />

pedonali in parte coperti e in parte pergolati,<br />

entrambi paralleli al Lago. Il primo, quello più<br />

breve, arriva all’edificio a pianta quadrata<br />

adibito, al piano terra, ad aula didattica,<br />

con relativi servizi, e a ricovero macchine<br />

e attrezzi agricoli. Lo stesso tragitto, dopo<br />

avere oltrepassato il manufatto termina in una<br />

comoda gradinata che permette l’accesso al<br />

fruttaio del piano primo. Il secondo percorso,<br />

dopo aver oltrepassato le ampie vetrate<br />

dell’aula didattica, raggiunge un tempietto<br />

ottagonale, che fa da spartiacque: da una<br />

parte un laghetto ricco di piante acquatiche<br />

utili per la fitodepurazione, dall’altra parte<br />

un ampio specchio d’acqua in cui trovare<br />

ristoro nelle giornate afose. Davanti all’aula<br />

didattica, vi è una loggia aperta sui lati: una<br />

balconata coperta con un belvedere immerso<br />

nel vuoto, una propaggine verso il paesaggio.<br />

proseguendo a sud del crinale, si arriva infine<br />

a un piccolo fabbricato indipendente, adibito<br />

a foresteria.<br />

98 architettiverona <strong>91</strong> architettiverona <strong>91</strong> 99

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!