Rivista n° 91 - Verona
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A fIANCo, DALL’ALTo:<br />
I pRogETTI DELLE CANTINE<br />
REALIzzATI IN opERA,<br />
CoNsERVANo gLI spAzI<br />
ALLo sTATo IL pIù possIbILE<br />
NATURALE, VALoRIzzANDoNE<br />
IL CARATTERE ANCEsTRALE<br />
ATTRAVERso LA MARCATURA<br />
DELLE TEssITURE E DELLE<br />
sTRATIfICAzIoNI DELLA<br />
RoCCIA E INTERpRETANDo<br />
LE ATTIVITà DELL’UoMo,<br />
LADDoVE RIChIEsTo, CoME<br />
gEsTI sEMpLICI, RITUALI ED<br />
UNIVERsALI.<br />
non chiudere ma aprire, non tendere ma<br />
allentare, non isolare ma connettere al<br />
paesaggio: il progetto di Cecchini “copre”<br />
gli scavi ricostruendo artificialmente con<br />
balze digradanti il declivio naturale. Queste<br />
balze, come le tradizionali coperture<br />
dell’architettura popolare locale, sarebbero<br />
dovute essere in lastre di pietra - in questo<br />
caso precompressa, vista la dimensione degli<br />
elementi e la necessaria praticabilità -, ma<br />
l’inaccessibilità del sito costrinse a scegliere<br />
una soluzione diversa: piastre precompresse<br />
in graniglia di pietra impastata col cemento.<br />
Muretti in pietra in leggera elevazione fanno<br />
da contrappunto alle lastre terrazzate, in un<br />
disegno che ha saputo sottrarsi alle pratiche<br />
moderne dell’eccesso e dell’accumulo<br />
(di informazioni, di segni, di personalità)<br />
lavorando su pochissimi elementi e su<br />
una sola idea fondativa: togliere e riporre,<br />
nel rispetto della configurazione iniziale<br />
del declivio, per lasciare però, sotto la<br />
superficie, un segno, che è spazio, vuoto.<br />
Con un movimento simile (ma non uguale)<br />
a quello dei cavatori, che lasciano al vuoto<br />
la memoria di un operare celato nella e dalla<br />
terra.<br />
18 architettiverona <strong>91</strong> architettiverona <strong>91</strong> 19<br />
Nella cultura<br />
La Valpolicella è terra non solo di belle pietre<br />
ma anche di buona cucina e di buon vino.<br />
In particolare del buon vino prodotto nelle<br />
pregiate cantine vinicole sparse sul territorio.<br />
Le piccole cantine private, scavate nella<br />
roccia, sotto le case, sono invece i luoghi<br />
in cui il vino riposa, rinfresca, rigenera.<br />
Anch’esse spazi scavati e sottratti alla<br />
compattezza della roccia.<br />
Nelle cantine del Ristorante-enoteca<br />
Dalla Rosa, tra il 2004 e il 2006, Libero<br />
e Vittorio Cecchini interpretano lo spazio<br />
scavato nell’essenza stessa del suo “essere<br />
scavato”, lasciando emergere, laddove<br />
possibile, la roccia viva, con i segni delle sue<br />
sedimentazioni, le sue inclusioni clastiche e<br />
ammonitiche, le sue densità e rarefazioni,<br />
costringendola, laddove necessario, a<br />
interazioni raffinate con gli elementi metallici<br />
del parapetto della scala, con le tavole in<br />
legno del piano per la degustazione e con<br />
i mattoni, che concorrono con la pietra a<br />
costruire la volta di copertura.<br />
Tutto è, apparentemente, lasciato allo stato<br />
naturale dello scavo; tutto è, nella sostanza,<br />
pensato e puntualmente scelto, meditato,<br />
toccato lievemente dalla matita del progettista<br />
prima, poi dalla sua mano, che indaga, e dal<br />
corpo, che sente la densità dell’atmosfera.<br />
Nella natura<br />
Un analogo movimento sottrattivo operato<br />
attraverso un instancabile lavoro di<br />
confronto con il paesaggio, la materia e<br />
lo spazio ha prodotto, sul finire del 2009,<br />
il parcheggio che si trova all’ingresso<br />
dell’abitato, opera in cui l’astrazione per<br />
sottrazione non solo di terra e roccia ma<br />
anche di segni, volumi e funzioni, raggiunge<br />
un grado altissimo, a cura, in particolare, di<br />
Vittorio Cecchini.<br />
L’iniziale programma funzionale prevedeva<br />
la realizzazione, su un doppio livello del<br />
terreno, di un parcheggio per auto e<br />
pullman turistici, con un piccolo edificio per i<br />
servizi igienici pubblici.<br />
Essenziale lo spazio, una lastra; essenziali,<br />
minimaliste, le azioni sulla montagna, sul<br />
paesaggio, sulla materia; essenziale il gesto:<br />
ancora una volta, togliere. n<br />
In alto: Libero e Vittorio Cecchini, con<br />
Elisabeth Foroni, Accesso all’abitato e<br />
parcheggio di San Giorgio, 2002-2009.<br />
L’intervento sul paesaggio ha previsto non<br />
solo la rimozione di grandi quantità di terra<br />
depositata, ma anche l’asportazione di<br />
materiale lapideo direttamente dalla parete<br />
rocciosa con mezzi meccanici, monitorati<br />
costantemente da apparecchiature per<br />
il controllo dei movimenti del terreno<br />
per garantire l’incolumità degli edifici<br />
direttamente costruiti sul versante affacciato<br />
sul parcheggio. L’asportazione del materiale<br />
superficiale nel sito del parcheggio ha messo<br />
in luce un fronte roccioso con un andamento<br />
sedimentario a più inclinazioni, interessante<br />
sia sul piano strutturale sia sul piano<br />
figurativo, e ha suggerito la soluzione finale di<br />
mantenimento in vista della parete rocciosa,<br />
rullata grossolanamente e parzialmente<br />
imbragata per evitare frane di materiale.