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Uomini: se li conosci, puoi amarli - Libri Mondadori

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<strong>Uomini</strong>: <strong>se</strong> <strong>li</strong> <strong>conosci</strong>, <strong>puoi</strong> amar<strong>li</strong><br />

A Giu<strong>li</strong>o e a Federico.<br />

Alla loro passione per la vita


Benché sia possibile che qualcuna delle persone da me incontrate<br />

si riconosca in parte nelle situazioni e nei dialoghi qui riportati, i<br />

casi narrati sono e<strong>se</strong>mp<strong>li</strong>ficativi e non si riferiscono direttamente<br />

ad alcuna delle tantissime storie umane che ho <strong>conosci</strong>uto come<br />

uomo, padre, amico, marito, collega, psicologo, psicoterapeuta.


introduzione<br />

ci sono mi<strong>li</strong>oni di s<strong>conosci</strong>uti che abitano nelle nostre vite:<br />

sono g<strong>li</strong> uomini, i maschi.<br />

Sono s<strong>conosci</strong>uti non tanto perché vog<strong>li</strong>ano es<strong>se</strong>rlo, ma<br />

perché non sono abituati a farsi conoscere, a esprimere davvero<br />

i loro <strong>se</strong>ntimenti, specie <strong>se</strong> sono dolorosi, teneri, fragi<strong>li</strong>,<br />

ma anche quando possono <strong>se</strong>mbrare troppo aggressivi,<br />

dominanti, fal<strong>li</strong>ci.<br />

Siamo abituati alla manifestazione sociale dell’affettività<br />

e dei <strong>se</strong>ntimenti – e al loro studio sociologico – soprattutto<br />

da parte delle donne. Siamo cioè abituati a un’idea un po’<br />

«al femminile» dell’affettività. alla luce di quest’idea, molte<br />

manifestazioni dell’affettività maschile possono apparire<br />

in una veste negativa, perché in disaccordo o in contrasto<br />

con l’opinione socialmente conso<strong>li</strong>data dell’affettività<br />

(appunto, più femminile). aggressività, potenza, conquista,<br />

tradiziona<strong>li</strong> attributi del pensiero e dei gesti maschi<strong>li</strong>, sono<br />

ormai <strong>se</strong>gnate da un’ombra disdicevole, associate a una<br />

cultura di dominio sadica e oppressiva, ragione antica dei<br />

maggiori guai e soprusi della storia verso le donne e verso<br />

l’umanità intera.<br />

le ragioni profonde di tale convinzione e l’esistenza di<br />

disuguag<strong>li</strong>anze fondate proprio sul dominio maschile hanno<br />

determinato una sostanziale svalutazione e colpevo<strong>li</strong>zzazione<br />

di molte delle componenti costitutive dell’affettività<br />

del maschio. l’acme di questo processo, avvenuto nella<br />

nemesi culturale e sociale del Sessantotto, preceduta e abi


4<br />

<strong>Uomini</strong>: <strong>se</strong> <strong>li</strong> <strong>conosci</strong>, <strong>puoi</strong> amar<strong>li</strong><br />

tata dalla nascita del femminismo, ha creato un <strong>se</strong>ntimento<br />

di colpa generazionale, tanto più sconcertante e doloroso<br />

perché vissuto come una sorta di peccato originale,<br />

una colpa atavica, una pecca gravata dal peso della storia.<br />

Un’intera generazione di uomini ha fatto i conti con tutto<br />

ciò e ha dovuto verificare di continuo <strong>se</strong> i propri desideri<br />

e i propri gesti fos<strong>se</strong>ro po<strong>li</strong>tically correct nei confronti<br />

delle loro compagne, madri, sorelle, amiche, colleghe. Un<br />

incessante balletto etico, che ha sgrezzato i maschi da stereotipie<br />

machiste, ma <strong>li</strong> ha resi ancora più guardinghi e pudichi,<br />

<strong>se</strong> non addirittura ermetici, rispetto alla manifestazione<br />

dei loro <strong>se</strong>ntimenti.<br />

nel frattempo, il venir meno dell’esclusione dalla scena<br />

del parto-nascita e la possibi<strong>li</strong>tà di manifestare tenerezza<br />

e competenza verso i picco<strong>li</strong> hanno aperto la strada, fin<br />

dag<strong>li</strong> anni Settanta, a nuove forme di relazione intrafamig<strong>li</strong>are.<br />

G<strong>li</strong> uomini amano i loro bambini, possono accudir<strong>li</strong><br />

del tutto adeguatamente, <strong>se</strong>nza incorrere in femmini<strong>li</strong>zzazioni<br />

improprie e mantenendo intatta la loro cifra virile.<br />

la scoperta sociale della tenerezza del maschio è un dato<br />

destinato a modificare la nostra cultura. Sottratta all’esclusiva<br />

intimità del talamo, la tenerezza virile cerca una collocazione<br />

non ambigua nello sguardo delle donne, aperte ma<br />

<strong>se</strong>vere e for<strong>se</strong> un po’ sconcertate dalla possibi<strong>li</strong>tà che g<strong>li</strong> uomini<br />

restino ta<strong>li</strong> pur potendo esprimere <strong>se</strong>ntimenti e comportamenti<br />

che contrastano con l’idea più arcaica del maschio.<br />

la confusione simbo<strong>li</strong>ca fra l’espressione di <strong>se</strong>ntimenti<br />

sotti<strong>li</strong> e di fragi<strong>li</strong>tà, <strong>se</strong>nsibi<strong>li</strong>tà, tenerezza, e la generica<br />

sfera del «femminile» non gioca a favore dei maschi, che<br />

da <strong>se</strong>mpre lo sanno e preferiscono tenere per sé questi stati<br />

d’animo, esprimer<strong>li</strong> a concentrazioni omeopatiche o coprir<strong>li</strong><br />

con il pudore.<br />

la nuova affettività del maschio si confronta con un<br />

«femminile» inedito nella storia recente dell’occidente ed<br />

è chiamata a più di un’acrobazia per reggere il confronto<br />

con l’identità delle nuove donne, così manifestamente<br />

complessa, che associa antiche richieste a nuove proposte<br />

nella relazione affettiva, erotica, <strong>se</strong>ntimentale.


Introduzione 5<br />

Quale uomo è oggi adatto a una partnership veramente<br />

paritetica con la donna-madre postmoderna, così ben descritta<br />

da elena rosci nel suo <strong>li</strong>bro Mamme acrobate? e lo<br />

stesso uomo è disponibile ad assumere la multiforme varietà<br />

di comportamenti, che vanno dalla capacità di tenerezza<br />

a quella di aggressività, dalla dedizione alla partner<br />

in alcuni tratti critici della relazione al decisionismo più<br />

crudo sulla scena del lavoro, dal gioco con i bimbi all’attenzione<br />

a non rubare la scena alla madre, dalla dolcezza<br />

dei primi anni di vita alla calda autorità paterna dell’adolescenza,<br />

dalla forza interiore e sociale alla raffinata pazienza<br />

illuminata di uno yogi? nessuno, o for<strong>se</strong> tutti, <strong>se</strong> non<br />

abbiamo in mente un’immagine idea<strong>li</strong>zzata.<br />

la scarsa incidenza dell’affettività maschile in zone fondamenta<strong>li</strong><br />

della vita sociale e famig<strong>li</strong>are, e il suo rifugiarsi<br />

nelle aree di forte potere economico e sociale, oltre a con<strong>se</strong>ntire<br />

il perpetuarsi di ingiustizie <strong>se</strong>ssiste, genera uno<br />

squi<strong>li</strong>brio nella famig<strong>li</strong>a e nella cultura. For<strong>se</strong> è necessario<br />

rimediare.<br />

per fortuna, i nuovi maschi che stanno uscendo dall’incubatrice<br />

della storia, meno ingombri di orpel<strong>li</strong> viri<strong>li</strong>sti, possono<br />

contribuire a dare vita a un mondo mig<strong>li</strong>ore. Hanno<br />

qua<strong>li</strong>tà evolute, non si vergognano dei <strong>se</strong>ntimenti né della<br />

loro forza; non hanno perso le loro caratteristiche arcaiche<br />

aggressive, ma le manifestano in una nuova veste più adeguata,<br />

tranne nei casi, che fanno cronaca, in cui soffrano<br />

di squi<strong>li</strong>bri emotivi oppure siano cresciuti in ambienti degradati<br />

dal punto di vista umano, anche <strong>se</strong> non necessariamente<br />

da quello economico, o tanto violenti e perversi<br />

da non offrire scampo.


i<br />

maschile e femminile nella mente dell’uomo<br />

il viaggio <strong>se</strong>nza prete<strong>se</strong> che faremo è una sorta di immersione<br />

nell’universo maschile, nei suoi affetti e nelle sue infinite<br />

varianti, alla ricerca dell’uomo-maschio e di alcuni<br />

suoi <strong>se</strong>greti.<br />

Quando il corpo parla alla psiche<br />

oggetto di miti, simbo<strong>li</strong>smi incessanti, fulcro di epistemologie,<br />

teorie psicoana<strong>li</strong>tiche, ideologie, riti; o anche, <strong>se</strong><br />

vog<strong>li</strong>amo, appendice necessaria per la riproduzione <strong>se</strong>ssuata,<br />

organo, fra g<strong>li</strong> altri, ispiratore di un intercalare assai<br />

diffuso, parte del corpo sopravvalutata. Questo e altro<br />

è il pene.<br />

È noto che i maschi, sin da picco<strong>li</strong>, hanno con lui un rapporto<br />

interessato, lo investono di ammirazione e, più avanti,<br />

dovranno accettare che sia quello che è: non necessariamente<br />

faraonico, ma funzionante e funzionale, insieme<br />

a tutto il resto del corpo.<br />

il pene, con il suo strano e misterioso comportamento<br />

che reagisce ag<strong>li</strong> stati d’animo, ai bioritmi del ciclo giorno-notte,<br />

alla vescica piena, all’eccitazione (anche non <strong>se</strong>ssuale),<br />

comunica alla psiche del piccolo maschio un messaggio<br />

misterioso, subdolo, imperativo. G<strong>li</strong> dice di andare<br />

per quella via dove si diventa potenti, forti, penetrativi. È<br />

un messaggio perlopiù sub<strong>li</strong>minale, di quel<strong>li</strong> che ti arrivano<br />

al cervello ma non entrano nei pensieri, <strong>se</strong> non talvol


8<br />

<strong>Uomini</strong>: <strong>se</strong> <strong>li</strong> <strong>conosci</strong>, <strong>puoi</strong> amar<strong>li</strong><br />

ta, a tratti, quando il pene si rivela così evidente e splendente<br />

nella sua erezione da indicare, da solo, un destino:<br />

il destino virile, appunto.<br />

So di <strong>se</strong>mp<strong>li</strong>ficare, ma le <strong>se</strong>mp<strong>li</strong>ficazioni, <strong>se</strong> non sono<br />

arroganti, aiutano a guardare in una direzione. ciò è proprio<br />

quello che vorrei fare: guardare a questa componente<br />

incredibilmente fertile della psiche del maschio, il corpo<br />

che parla alla mente attraverso uno dei suoi più profondi<br />

e imponenti <strong>se</strong>gna<strong>li</strong>.<br />

l’erezione riunisce in sé una moltep<strong>li</strong>cità immediata di<br />

emozioni simbo<strong>li</strong>che: il passaggio da piccolo a grande, da<br />

molle a duro, da debole a forte. essa si associa inoltre a uno<br />

stato di eccitazione, che da picco<strong>li</strong> non riveste certamente<br />

lo stesso valore <strong>se</strong>ssuale che avrà in <strong>se</strong>guito, ma che comunque<br />

viene percepito come piacevole, connesso a una<br />

vita<strong>li</strong>tà profonda dell’es<strong>se</strong>re, a una sorta di magia interna<br />

alla persona, al suo corpo.<br />

Bastano for<strong>se</strong> anche solo questi brevi tratti per comprendere<br />

come il pene e i suoi <strong>se</strong>gna<strong>li</strong> siano centra<strong>li</strong> nella<br />

psiche maschile. non nel <strong>se</strong>nso che debbano per forza<br />

guidarne scelte e comportamenti verso vie becere o rozze,<br />

ma nel <strong>se</strong>nso che in essi si sintetizzano vita<strong>li</strong>tà e potenza.<br />

in questo modo, ta<strong>li</strong> immen<strong>se</strong> emozioni si uniscono<br />

così intimamente da rendere difficile, per un maschio<br />

normale, disgiungerle (la prova è che per un uomo è praticamente<br />

impossibile <strong>se</strong>ntirsi al tempo stesso impotente<br />

e vitale).<br />

a partire da ciò, l’affettività maschile si orienta con tutta<br />

naturalezza verso le diver<strong>se</strong> responsabi<strong>li</strong>tà legate alle varie<br />

fasi della crescita nella direzione della potenza e della<br />

penetratività, <strong>se</strong>ntite come inscindibi<strong>li</strong> dalla capacità, dalla<br />

forza di vivere. Dall’estrema <strong>se</strong>mp<strong>li</strong>cità di questo assunto<br />

derivano innumerevo<strong>li</strong> svolgimenti, che dipendono dalla<br />

cultura famig<strong>li</strong>are e sociale, e dall’ambiente di crescita,<br />

ma in ognuno di essi il tema è ri<strong>conosci</strong>bile, a un occhio<br />

attento, come una sorta di elemento di fondo, una specie<br />

di tono maschile. Quello stesso tono che parla al femminile,<br />

che propone l’accoppiamento amoroso, che allude si-


Maschile e femminile nella mente dell’uomo 9<br />

lenziosamente, o talvolta anche sfacciatamente, all’es<strong>se</strong>re<br />

in gamba, forte, dotato.<br />

crescere, imparare, amare, generare sono dunque, «al<br />

maschile», universi affettivi abitati da una potenza simbo<strong>li</strong>ca<br />

che orienta e condiziona, costituendo una sorta di<br />

imperativo interiore.<br />

potrebbe for<strong>se</strong> <strong>se</strong>mbrare strano che un piccolo <strong>se</strong>gnale<br />

del corpo possa portare a costruire persona<strong>li</strong>tà, miti affettivi,<br />

destini, ma non è così, vista la profonda compenetrazione,<br />

nel nostro es<strong>se</strong>re, fra il corpo e ciò che chiamiamo<br />

mente, psiche, pensiero, affetti. nel dialogo incessante e<br />

reciproco fra corpo e cervello risiede il <strong>se</strong>greto della psiche<br />

e for<strong>se</strong> molti altri <strong>se</strong>greti sulla nostra natura, che tutte<br />

le scienze e le teorie sull’uomo, nel loro insieme, stanno<br />

tentando di descrivere.<br />

potremmo quindi accettare l’ipotesi che quell’organo relativamente<br />

modesto, che rende possibile l’accoppiamento<br />

<strong>se</strong>ssuale e riproduttivo, abbia un effetto fondativo nella<br />

psiche maschile. potremmo anche os<strong>se</strong>rvarne con curiosità<br />

e attenzione g<strong>li</strong> sviluppi, che nella nostra cultura affettiva<br />

«onfalocentrica» (come for<strong>se</strong> direbbe Franco Fornari,<br />

vale a dire centrata sull’ombe<strong>li</strong>co, cioè abitata in prevalenza<br />

da idee e valori femmini<strong>li</strong>-materni) sono perlopiù s<strong>conosci</strong>uti<br />

e misteriosi.<br />

mentre scrivo queste pagine immagino, anche con divertimento,<br />

ironie e lazzi che un’idea come questa potrebbe<br />

generare, ma, appunto, si tratta di un’idea e non di un<br />

assioma, di un’ipotesi scientifica che si può <strong>se</strong>guire per verificarne<br />

l’efficacia, <strong>se</strong>nza atti di fede e con l’umiltà di chi<br />

non possiede la verità.<br />

Torniamo quindi al pene e alla sua forza di produttore<br />

di simbo<strong>li</strong> e di model<strong>li</strong> affettivi nella mente del singolo<br />

maschio e nella nostra cultura.<br />

Tutto ha inizio con la crescita<br />

Quando il corpo si muove verso lo sviluppo <strong>se</strong>ssuale,<br />

anche il mondo intorno comincia a dare <strong>se</strong>gna<strong>li</strong> che la cre-


10<br />

<strong>Uomini</strong>: <strong>se</strong> <strong>li</strong> <strong>conosci</strong>, <strong>puoi</strong> amar<strong>li</strong><br />

scita è in arrivo; emozioni profonde e pensieri entrano in<br />

fermento, ma non all’unisono.<br />

Si muovono prima le emozioni. i pensieri le rivestono, le<br />

<strong>se</strong>guono. laddove non è possibile pensare adeguatamente<br />

le emozioni, queste parlano con i comportamenti, perlopiù<br />

spog<strong>li</strong> di pensiero e di riflessione.<br />

Siamo nella preadolescenza, quando il corpo accelera il<br />

suo movimento verso la trasformazione e i coetanei cominciano<br />

a manifestare movenze, atteggiamenti socia<strong>li</strong> e relaziona<strong>li</strong><br />

che dicono che il <strong>se</strong>sso e l’amore sono in arrivo, e<br />

l’indipendenza è alle porte. e che l’infanzia va salutata per<br />

<strong>se</strong>mpre. i giovani maschi cominciano a infervorarsi, a os<strong>se</strong>rvare<br />

il proprio corpo nel suo sviluppo, talvolta esasperatamente<br />

lento, talaltra incredibilmente veloce.<br />

Quando si mette in moto, il processo è inarrestabile e<br />

si sa che l’unica scelta possibile è quella di percorrere la<br />

strada e sperare che tutto vada bene. in fin dei conti, anche<br />

in una specie migratoria ed esploratrice come la nostra,<br />

il viaggio che g<strong>li</strong> ex cuccio<strong>li</strong> compiono per giungere<br />

all’età adulta è uno dei più avventurosi e magici. È logico<br />

che esso possa suscitare ansie. i giovanissimi maschi che<br />

lo iniziano hanno bisogno di aggregarsi ad altri compagni<br />

di viaggio, fare carovana. e così avviene.<br />

Marco ha dodici anni e vive a Milano. La scuola media è diventata<br />

per lui un’arena, un vero e proprio vortice di emozioni che<br />

<strong>se</strong>mbrano avere a che fare con tutto tranne che con la scuola<br />

in quanto tale. Ogni mattina la vestizione del guerriero prevede<br />

che si indossino i <strong>se</strong>gni più evidenti del codice maschile, dalle<br />

scarpe in su. E ciò non tanto per un suo specifico gusto estetico,<br />

quanto per la necessità di affidare a un addobbo acconcio<br />

l’espressione di una viri<strong>li</strong>tà adeguata che possa proteggere le<br />

sue tante fragi<strong>li</strong>tà. Non ha spalle larghe né voce tonante. È un<br />

po’ esile e il suo compagno di banco e grande amico, quel Matteo<br />

che lo accompagna fin dalla scuola elementare, lo sovrasta<br />

di almeno quindici centimetri.<br />

Marco vive in un’ombra speranzosa. L’ombra è la sua gregarietà<br />

con Matteo, che g<strong>li</strong> con<strong>se</strong>nte di stare in società, anche <strong>se</strong>nza<br />

grandi meriti; la speranza è quella che verranno tempi mi-


Maschile e femminile nella mente dell’uomo 11<br />

g<strong>li</strong>ori, spalle più adeguate e capacità di imporsi, una volta che<br />

la maledetta natura avrà fatto il suo corso.<br />

La timidezza di Marco è legata a questa fa<strong>se</strong> evolutiva: non<br />

corrisponde a un <strong>se</strong>ntimento di inadeguatezza originario. Intel<strong>li</strong>gente<br />

e anche simpatico, ora si <strong>se</strong>nte in arretrato rispetto alla<br />

crescita. Paga un pegno ai suoi geni (nessuno in famig<strong>li</strong>a che<br />

sia alto) e si interroga quotidianamente su come fare a uscire<br />

dal guscio, a prendere la parola con g<strong>li</strong> amici, a farsi notare da<br />

una compagna di scuola che g<strong>li</strong> piace proprio, ma che lo attraversa<br />

con lo sguardo come <strong>se</strong> non esistes<strong>se</strong>.<br />

L’incubo di Marco si riassume in una sola parola, usata da tutti<br />

quotidianamente come l’anatema peggiore: «sfigato»! Sfigato<br />

vuol dire il peggio del peggio: sfortunato, inadeguato, incapace,<br />

inetto, marginale, incompetente. Esattamente il contrario<br />

di quello che ogni maschio desidera es<strong>se</strong>re.<br />

Vergogna e <strong>se</strong>ntimento di impotenza sono <strong>se</strong>mpre in agguato,<br />

ma lui lotta quotidianamente per non fare prevalere<br />

questi <strong>se</strong>ntimenti, per diventare mig<strong>li</strong>ore, più grande, più potente<br />

e penetrativo.<br />

Cosa g<strong>li</strong> accadrebbe <strong>se</strong> Matteo lo scaricas<strong>se</strong>? Meg<strong>li</strong>o non pensarci,<br />

neanche lontanamente. D’altra parte, Matteo <strong>se</strong>mbra proprio<br />

volerg<strong>li</strong> bene e poiché è capace di esprimere le qua<strong>li</strong>tà maschi<strong>li</strong><br />

più apprezzate e ha una notevole capacità di farsi valere<br />

in clas<strong>se</strong>, finché stanno vicini Marco è al riparo da attacchi maschi<strong>li</strong>,<br />

sgarbi e picco<strong>li</strong> bul<strong>li</strong>smi. L’ombrello benevolo di Matteo,<br />

però, offre un riparo che non potrà durare in eterno: l’amicizia<br />

non può opporsi alla vita. Marco deve trovare una sua strada<br />

per uscire dal bunker che Matteo g<strong>li</strong> offre, per non soccombere<br />

qualora l’amicizia diventas<strong>se</strong> più tiepida.<br />

Spinto da un desiderio del tutto naturale di penetrare l’ambiente<br />

e di lasciarsi alle spalle la dipendenza dell’infanzia, Marco<br />

comincia a esplorare la città, quasi <strong>se</strong>mpre con Matteo, ma<br />

anche da solo. La mappa di Milano si allarga nel suo cervello<br />

e con essa il <strong>se</strong>ntimento di conquista del territorio. Usa i mezzi<br />

pubb<strong>li</strong>ci con competenza, impara a visitare le cattedra<strong>li</strong> del<br />

gusto (negozi di vestiti) <strong>se</strong>nza la scomoda compagnia della<br />

madre, <strong>se</strong>taccia per ore g<strong>li</strong> scaffa<strong>li</strong> dell’elettronica per valutare<br />

cosa c’è in giro di veramente attraente in tema di telefonia<br />

cellulare, computer, lettori musica<strong>li</strong>, nonché di tutte le loro infinite<br />

ibridazioni.<br />

E intanto cerca qualcosa che possa proporre in famig<strong>li</strong>a <strong>se</strong>nza


12<br />

<strong>Uomini</strong>: <strong>se</strong> <strong>li</strong> <strong>conosci</strong>, <strong>puoi</strong> amar<strong>li</strong><br />

ottenere un rifiuto, come, per e<strong>se</strong>mpio, un telefono abbastanza<br />

originale, ma non troppo costoso. Ecco, il telefono g<strong>li</strong> <strong>se</strong>rvirebbe<br />

proprio. Metà della clas<strong>se</strong> ne è già in pos<strong>se</strong>sso e lo esibisce<br />

con orgog<strong>li</strong>o. Che maschio è uno che non ha il telefono? Fa<br />

la figura di un bambino piccolo, al quale i genitori non vog<strong>li</strong>ono<br />

affidare uno strumento tecnologico.<br />

Altrettanto vale per le scarpe, quelle vere, che sono uno status<br />

symbol generazionale e introducono già da sole nel gruppo<br />

di chi è adeguato, salvano miracolosamente dalla dimensione<br />

«sfigata»: anche quelle ci vorrebbero, ma costano un accidente<br />

e i suoi genitori non saranno per nulla inc<strong>li</strong>ni a comprarle.<br />

Allora <strong>se</strong>rvono alternative, bisogna rimodulare il look, renderlo<br />

indecifrabile, darg<strong>li</strong> almeno un carattere.<br />

Insomma, un lavoro sfinente, che però Marco compie intanto<br />

che conquista la città e pianta bandierine ovunque. Il suo cane<br />

si ferma a lasciare il <strong>se</strong>gno su ogni angolo e lui fa più o meno<br />

lo stesso ogni volta che si <strong>se</strong>nte «di casa» in un posto nuovo, in<br />

un negozio mai visto prima, in una via che nemmeno sospettava<br />

esistes<strong>se</strong>.<br />

Il parco Sempione, abitato da adolescenti più grandi, g<strong>li</strong> suggerisce<br />

scenari possibi<strong>li</strong> dei comportamenti socia<strong>li</strong> della crescita:<br />

amoreggiamenti, capacità di indipendenza (quanta gente<br />

sta anche da sola, con un <strong>li</strong>bro, magari sul prato al sole), fumo<br />

condiviso nelle zone più protette, esistenza di gruppi socia<strong>li</strong><br />

molto differenti fra loro, caratterizzati da spiccati gusti estetici<br />

e musica<strong>li</strong>.<br />

marco è all’inizio del viaggio che lo porterà a diventare<br />

un maschio adulto e a <strong>se</strong>ntirsi protagonista nel lavoro, neg<strong>li</strong><br />

affetti, nella vita sociale.<br />

per il momento, quello che veramente g<strong>li</strong> interessa è non<br />

<strong>se</strong>ntirsi «sfigato» e perché ciò avvenga ha bisogno di dare<br />

al suo nascente codice maschile alcune risposte efficaci.<br />

alla sua età, il <strong>se</strong>ntimento di potenza può es<strong>se</strong>re collegato<br />

a sapersi muovere, a conoscere di più l’ambiente in cui<br />

vive, a costruire mappe del territorio, a trovare soluzioni<br />

al problema di come abbig<strong>li</strong>arsi per proteggersi dall’emarginazione;<br />

insomma, ad acquisire le competenze di ba<strong>se</strong><br />

dell’uomo, quelle che lo accompagneranno per tutta la vita.<br />

ma qua<strong>li</strong> sono queste competenze? Tutte quelle che gene-


Maschile e femminile nella mente dell’uomo 13<br />

ricamente attribuiamo a un «es<strong>se</strong>re maschio», per e<strong>se</strong>mpio la<br />

capacità di dichiararsi, di affrontare impavidamente la verità,<br />

di difendere g<strong>li</strong> affetti dal male, di combattere per ciò in cui si<br />

crede, di saper conquistare, di es<strong>se</strong>re leale, diretto, sincero e<br />

onesto, forte, vincente, indomito, protettivo, immune da infanti<strong>li</strong>smi.<br />

cioè, in sintesi, es<strong>se</strong>re potente e penetrativo, nelle<br />

mille accezioni e sfumature che ciò può significare.<br />

marco è alle pre<strong>se</strong> con questa necessità da un lato, e la<br />

realtà dall’altro. certo, è una iattura terribile confrontarsi<br />

con un ideale così alto e per questa ragione sia marco sia<br />

i suoi coetanei non hanno davvero fretta di mettersi alla<br />

prova. alla prova per davvero, dico. preferiscono allenarsi,<br />

crescere un po’ tranquil<strong>li</strong>, immergersi in infinite battag<strong>li</strong>e<br />

virtua<strong>li</strong>, conquistare <strong>li</strong>vel<strong>li</strong> <strong>se</strong>mpre più alti nei videogiochi,<br />

dove possono battersi con g<strong>li</strong> avversari in laghi di sangue,<br />

conquistare territori e costruire città, ingannare la morte<br />

in mille modi e, armati fino ai denti, distruggere mostri.<br />

maschi immaturi? no, preoccupati, e a ragione.<br />

la loro attitudine a sperimentarsi nelle relazioni dando<br />

il meg<strong>li</strong>o di sé si scontrerà fra poco con la paura del giudizio<br />

delle ragazze. il giudizio viene vissuto in modo molto<br />

preoccupante perché le donne sono, per i maschi etero<strong>se</strong>ssua<strong>li</strong>,<br />

uno dei principa<strong>li</strong> criteri di va<strong>li</strong>dazione della bontà<br />

e della capacità dell’uomo.<br />

mi rendo conto di aver detto qualcosa di strano, anche<br />

dal punto di vista <strong>li</strong>nguistico. che le donne siano un «criterio»<br />

non sta in piedi. ma qui parla l’immaginario, non la<br />

logica. e nell’immaginario le donne sono un criterio. l’altro<br />

è g<strong>li</strong> «uomini», inteso come g<strong>li</strong> «altri maschi». ma con<br />

questi ultimi, in <strong>li</strong>nea di massima, le co<strong>se</strong> sono più <strong>se</strong>mp<strong>li</strong>ci,<br />

perché la frequentazione intensa deg<strong>li</strong> amici nel gruppetto<br />

maschile con<strong>se</strong>nte di esplorare e sperimentare i model<strong>li</strong><br />

viri<strong>li</strong> in una sorta di recinto protetto, ricco di stimo<strong>li</strong>.<br />

inoltre, ogni maschio crede in fondo di sapere, per genera<strong>li</strong>zzazione,<br />

chi siano g<strong>li</strong> altri maschi. ciò che i ragazzini<br />

esplorano nel gruppo è, dunque, una gamma di varianti<br />

dello stesso <strong>se</strong>ntimento di identità: quello maschile, appunto,<br />

nel <strong>se</strong>nso più ampio.

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