Leggi il primo capitolo - Libri Mondadori
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la mia vita carnale<br />
A Paola, Nicola Giordano<br />
e Pietro Trancredi.<br />
(Meglio sarebbe stato se avessi<br />
avuto un figlio per ogni libro.)
Quasi una Premessa<br />
«nessuno mi conosce per quel che sono,<br />
tutti credono che <strong>il</strong> mio libertinaggio mi sminuisca,<br />
mentre esso mi serve ad avere ancora più sete della mia arte.»<br />
GaBriele D’annunzio a aélis mazoyer, <strong>il</strong> 24 giugno 1929<br />
la citazione non permette dubbi sulla volontà di d’annunzio<br />
che la sua vita venisse conosciuta intera. Per questo ci ha lasciato<br />
<strong>il</strong> vittoriale e per questo si compiaceva che aélis, la donna<br />
che più di tutte e più a lungo assistette alle sue imprese erotiche,<br />
tenesse un diario.<br />
che si raccontino anche le sue cadute – le manie, la droga –<br />
può sembrare irrispettoso, ma non credo lo sia, e certo non è mia<br />
intenzione. Perché lui, che non aveva <strong>il</strong> concetto di vizio né tanto<br />
meno quello di peccato, anche dei suoi «vizi» e dei suoi «peccati»<br />
volle fare, come di tutta la sua vita, «un’opera d’arte». raccontarlo,<br />
al di fuori della leggenda, è un modo per rendergli omaggio.<br />
le lettere di Gabriele d’annunzio a eleonora Duse sono andate<br />
perdute, però se ne è salvata una del 17 luglio 1904, poco tempo<br />
dopo la fine della relazione: «<strong>il</strong> bisogno imperioso della vita<br />
violenta – della vita carnale, del piacere, del pericolo fisico, dell’allegrezza<br />
– mi hanno tratto lontano. e tu – che talvolta ti sei commossa<br />
fino alle lacrime dinanzi a un mio movimento istintivo come<br />
ti commuovi dinanzi alla fame di un animale o dinanzi allo sforzo
4<br />
La mia vita carnale<br />
d’una pianta per superare un muro triste – tu puoi farmi onta di<br />
questo bisogno?». la risposta gli giunge pochi giorni dopo: «non<br />
ti difendere, figlio, perché io non ti accuso. così è. così sia». e se<br />
lei conclude con una domanda retorica – «Quale amore potrai tu<br />
trovare, degno e profondo, che vive solo di gaudio?» – lui proseguirà<br />
imperterrito con <strong>il</strong> suo bisogno «della vita violenta, della vita<br />
carnale, del piacere, del pericolo fisico, dell’allegrezza».<br />
Quanto scrive, Gabriele. e quando non lo fa lui, ci pensano<br />
le sue donne, malate volontarie di grafomania pur di entrare in<br />
sintonia emotiva con <strong>il</strong> vate che si è «condannato all’acqua dolce<br />
del lago». ogni giorno d’annunzio verga decine di messaggi<br />
con cui inonda di esigenze, capricci, richieste e confessioni<br />
<strong>il</strong> variegato esercito di dipendenti e ospiti femmin<strong>il</strong>i. non c’è<br />
minuto di requie, come se <strong>il</strong> Poeta avesse l’esigenza di fermare<br />
<strong>il</strong> secondo nella sua ordinaria straordinarietà, nel correre di<br />
un’esistenza da sottrarre all’usura del tempo. Per questo, anche<br />
l’intimità va trascritta nel grande libro dove si danno convegno<br />
gli infiniti frammenti di un accumulatore di emozioni. immortalando<br />
ogni scint<strong>il</strong>la della propria mente, Gabriele racconta le<br />
inquietudini della sua vita interiore, <strong>il</strong> travaglio e le esigenze<br />
di uno spirito incontinente. Poco importa che i suoi interlocutori<br />
non siano degni di lui, per condizione, sensib<strong>il</strong>ità, cultura:<br />
l’atto di scrivere, e insieme descrivere, risponde a un suo indispensab<strong>il</strong>e<br />
bisogno.<br />
ecco perché avventurarsi nell’immenso epistolario di d’annunzio<br />
non comporta alcuna violazione. Da quando ho iniziato a pensarne<br />
la vita, ho avuto la certezza che non chiedesse altro agli studiosi<br />
destinati a garantirne la memoria. messaggi, lettere, biglietti<br />
sono una monumentale sezione della sua opera letteraria. ogni<br />
epistola rappresenta una parte di sé, una tessera del mosaico, un<br />
altro generoso frammento da collazionare accanto alle poesie e ai<br />
romanzi, ma anche a ciascun oggetto che costruisce e insieme custodisce<br />
forma e spirito del vittoriale, ultima, amatissima dimora.<br />
Questo autentico luogo dell’anima pretende di essere esplorato,<br />
qui non esistono profanazioni. <strong>il</strong> vittoriale è un tempio aper-
Quasi una premessa 5<br />
to, un libro di pietre vive dove le mie titubanze iniziali sono svanite<br />
presto e la mia temuta condizione di ospite indesiderato si<br />
è convertita in un sodalizio con l’artefice della casa.<br />
anno dopo anno, giorno dopo giorno, ho assorbito la sua presenza<br />
nei luoghi ora percorsi da migliaia di suoi anonimi adepti<br />
e da m<strong>il</strong>ioni di semplici visitatori. vivendo i suoi spazi, unendo<br />
le confidenze sue e quelle dell’amica-servitrice aélis, ho potuto<br />
capirlo più a fondo, per poterlo raccontare meglio.<br />
so che non si può conoscere del tutto <strong>il</strong> labirinto di significati<br />
che è la sua vita, ma piano piano lascio che si srotoli <strong>il</strong> mio personale<br />
f<strong>il</strong>o d’arianna. l’ambizioso intento è ricavare una più fedele<br />
immagine dell’uomo, prima ancora che del genio. e, insieme<br />
alla sua, riscoprire la vita, le gioie e le sofferenze delle donne che<br />
con lui condivisero – per decenni o anche soltanto per poche ore<br />
– l’entusiasmo di essere d’annunzio.<br />
vittoriale degli italiani, Gardone riviera, 16 gennaio 2013
aélis<br />
aélis è – anche, ma non soprattutto – una generosa dispensatrice<br />
di orgasmi eccellenti. sfoglio l’album delle sue fotografie:<br />
non è bella. la vedo a gambe accavallate su un muretto del vittoriale,<br />
sfoggia un abito candido, calze e scarpette basse bianche,<br />
un’espressione comune, l’occhio fisso sulla macchina. Gabriele<br />
la ritiene elegante, perfino raffinata, benché di origini modeste.<br />
Quando <strong>il</strong> Poeta la elegge cameriera di fiducia negli anni<br />
dell’«es<strong>il</strong>io» francese, amélie mazoyer ha già alle spalle un’onesta<br />
carriera di guardarobiera dell’impresario teatrale maurice schurmann.<br />
siamo nel 1911: lei ha appena ventiquattro anni e pochi,<br />
disordinati studi, ma conosce le voci sulle eccentricità del letterato<br />
italiano, protagonista del bel mondo parigino. viene a sapere<br />
che d’annunzio cerca una guardarobiera per seguirlo nello<br />
châlet saint-Dominique, affittato a arcachon, nel sud atlantico<br />
della Francia. lì Gabriele vuole lavorare lontano dalle distrazioni<br />
della metropoli.<br />
convocata <strong>il</strong> 26 giugno 1911 all’Hotel d’iéna, dal segretario<br />
tom antongini, al cospetto del vate – che ha <strong>il</strong> doppio dei suoi<br />
anni – non spiccica parola. Pallida e timida, si sente squadrata<br />
da capo a piedi, arrossisce. Quando d’annunzio la congeda, le<br />
fa regalare da antongini un gruzzolo di franchi inaspettato: denaro<br />
per i vestiti. la campagnola incerta sarà l’ennesima creatura<br />
dell’instancab<strong>il</strong>e pigmalione: l’atteggiamento remissivo della<br />
ragazza rappresenta una garanzia della futura fedeltà e soprattutto<br />
di una complice, definitiva acquiescenza.
Aélis 7<br />
nella v<strong>il</strong>la di arcachon una frotta di operai allestisce i saloni<br />
tappezzati di verde e <strong>il</strong>luminati da candele disposte ovunque.<br />
amélie scopre di avere a disposizione una intera camera da non<br />
spartire con nessuno della servitù. <strong>il</strong> trattamento di favore la mette<br />
a disagio: impacciata e maldestra, soffre <strong>il</strong> confronto con la sicurezza<br />
degli altri domestici. c’è anche chi ride di lei, come la<br />
cameriera della splendida nathalie de Goloubeff.<br />
È una contessa russa di stanza a Parigi, sposata a un ricchissimo<br />
nob<strong>il</strong>e conterraneo, appassionato di archeologia e di studi classici,<br />
da cui ha avuto due figli. Donatella – questo <strong>il</strong> nome ricevuto da<br />
d’annunzio, che ribattezza tutte le sue donne, come fossero rinate<br />
per lui – era da tempo l’amante ufficiale e la favorita del Poeta.<br />
Bella e generosa, colta e disinibita nei comportamenti mondani,<br />
neanche <strong>il</strong> più celebrato scultore del tempo, auguste rodin, aveva<br />
resistito al suo fascino, chiedendole di posare come modella.<br />
Per amélie è un’atmosfera eccitante quanto nuova. oltre ai<br />
vestiti, le vengono proposte ciprie e essenze originali. viene<br />
sottoposta, malleab<strong>il</strong>e e doc<strong>il</strong>e come la desidera <strong>il</strong> signore, alle<br />
estenuanti prove di una modella prima della sf<strong>il</strong>ata: indossa un<br />
vestito, poi un altro, sperimenta un’acconciatura, prova bluse<br />
di colore diverso, sete, velluti, collane di perle e cappelli. capisce<br />
che <strong>il</strong> <strong>primo</strong> grado del proprio apprendistato consiste nel cominciare<br />
a cambiare.<br />
Gli indizi di ciò che l’aspetta non mancano, a partire dagli «innumerevoli<br />
fazzoletti trovati nel letto, senza avere la minima idea<br />
del loro uso». al ritorno da una trasferta di tre giorni, d’annunzio<br />
la convoca nella propria stanza:<br />
«come, vi siete messa una blusa bianca?»<br />
Poi, avvicinatosi, mi attirò d’improvviso a sé per baciarmi. rimasi<br />
così confusa che subito gli chiesi se mi avrebbe licenziato.<br />
«ma no, sarà proprio <strong>il</strong> contrario.»<br />
scese a parlare con <strong>il</strong> suo segretario, ordinandomi:<br />
«Dopo venite ad aiutarmi a vestirmi, devo montare a cavallo.»<br />
Quanto attesero i cavalli, quel pomeriggio! comunque, non mi<br />
concessi a lui, sperando di poterlo evitare anche in séguito. Quan-
8<br />
La mia vita carnale<br />
do partì a cavallo ero alla finestra della stessa camera in cui avevo<br />
appena trascorso momenti dolcissimi. mi sorrise e mi fece capire<br />
che avremmo ricominciato: l’amica era andata a passare due<br />
giorni a Parigi, accompagnata dal suo levriere favorito.<br />
la sera, quando tutti furono a letto, mi regalò una bella vestaglia,<br />
dei guanti per massaggi, dei profumi. tentai invano di fargli<br />
capire che volevo assolutamente evitare di essere sua. mi disse:<br />
«non sapete che io sono un dio, e che tutti debbono ubbidirmi?<br />
non mi obbligate a salire per cercarvi.»<br />
Dopo una to<strong>il</strong>ette forse meno accurata di quella che avrei imparato<br />
a farmi in séguito, non essendo abituata a tante raffinatezze,<br />
scesi da lui e dovetti cedere a ciò che non mi piace e non mi è<br />
mai piaciuto. mi stupì la bellezza del suo corpo, bianco e delicato<br />
come quello di una donna. capii, quella sera, perché trovavo<br />
sempre nel letto tanti fazzoletti.<br />
lo scopriremo anche noi, per ora basti chiarire che non le piace<br />
la penetrazione. <strong>il</strong> destino di amélie, che presto diventerà aélis,<br />
sta in quel «prendere o lasciare». Decide di prendere, ora e per<br />
sempre. asseconda i desideri di Gabriele, forse ancora per convenienza.<br />
Poi lo farà per devozione e venerazione, più che per<br />
amore: è abbastanza intelligente da capire che nessuna donna<br />
potrà dirsi «unica e sola», figuriamoci lei.<br />
adeguarsi alle regole, su questo d’annunzio non transige, meglio<br />
togliersi di testa strane idee, per <strong>primo</strong> l’insopportab<strong>il</strong>e gelosia.<br />
ma aélis è gelosa:<br />
l’indomani tornò l’amica. Pranzarono insieme e sùbito dopo<br />
li vidi andare nella camera verde. io non lo amavo ancora: perché,<br />
allora, provavo un sentimento di gelosia? Perché mi turbava<br />
saperli insieme?<br />
mi toccò rifare <strong>il</strong> letto e trovare i fazzoletti fra le lenzuola.<br />
ero sulle scale quando salì a rivestirsi: la sua bocca, ancora umida<br />
di quella dell’amica che sentivamo farsi la to<strong>il</strong>ette, si incollò alla<br />
mia. Fu quello <strong>il</strong> momento in cui accettai tutto ciò che avrei dovuto<br />
sopportare, con tanta sofferenza, per stargli accanto: tutto indovinare,<br />
tutto vedere, sentire «<strong>il</strong> grido terrib<strong>il</strong>e», poiché la mia<br />
camera era posta sopra la sua.
Aélis 9<br />
la notte, quando tutto era s<strong>il</strong>enzio, udivo <strong>il</strong> minimo movimento,<br />
le parole che le diceva, i sospiri di lei. non mi risparmiava mai.<br />
la mattina mi mettevo in ascolto nel piccolo corridoio che portava<br />
alla camera verde, sperando che uscisse. volevo sapere che<br />
cosa aveva fatto, se aveva pensato un po’ a me tenendo lei fra le<br />
braccia. talvolta rimanevamo in quel corridoio mentre cercava<br />
di consolarmi. ma ero piena di gelosia e di rancore. mi sembrava<br />
sempre che le tempie stessero per scoppiarmi, che <strong>il</strong> cuore mi<br />
battesse in maniera diversa.<br />
un giorno non trattiene la rabbia: fischia, canta a squarciagola<br />
davanti alla porta della camera da letto di Gabriele.<br />
«avevo bisogno di soffocare <strong>il</strong> dolore con <strong>il</strong> chiasso» si giustifica.<br />
«se non potete fare a meno di cantare e di gridare così in casa<br />
mia, è meglio che ve ne andiate» risponde lui, spazientito.<br />
aélis prepara i bagagli, sicura di essere stata licenziata; va a<br />
salutarlo, e esulta quando Gabriele le dice: «Dovreste vergognarvi<br />
di mettermi in una sim<strong>il</strong>e condizione. spero che sarete più doc<strong>il</strong>e».<br />
aélis gli bacia le mani: «Quante altre volte, ahimè, avrei<br />
dovuto implorare <strong>il</strong> suo perdono» annoterà sul diario. oltre che<br />
amante, diventerà complice, ruffiana e all’occorrenza terza di<br />
un triangolo. la prima donna con la quale va a letto – per compiacere<br />
Gabriele, e presto anche se stessa – è proprio Donatella,<br />
che li aveva già spiati mentre facevano l’amore, naturalmente<br />
d’accordo con lui.<br />
la straordinaria arma di aélis, aggiunta alla devozione, è<br />
una caratteristica che d’annunzio apprezza moltissimo, e tanto<br />
più con <strong>il</strong> passare degli anni: un’ab<strong>il</strong>ità non comune nella fellatio,<br />
che le merita anche <strong>il</strong> nome aélis. un richiamo al francese<br />
hélice, elica. Ha «una bocca meravigliosa» dice Gabriele, oltre a<br />
«una mano donatrice d’oblio». Già a arcachon ogni pomeriggio<br />
la invita a prendere <strong>il</strong> tè insieme, con una fetta di torta, e esige<br />
in «pagamento» quel servizio che, scrive aélis, le dà «un piacere<br />
violentissimo» perché sente Gabriele sotto <strong>il</strong> suo «dominio assoluto»:<br />
«lui era cosa mia. lo sapeva così bene che si lasciava languorosamente<br />
dominare».
10<br />
La mia vita carnale<br />
un giorno Donatella la scopre in ginocchio davanti al Poeta e –<br />
offesa per essere stata esclusa – gli chiede di licenziarla: «Quando<br />
mi farai ciò che mi fa aélis» è la risposta che ottiene, «allora potrò<br />
separarmene». la guardarobiera, ormai governante, adesso dispone<br />
anche di una piccola sala da pranzo personale accanto alla camera<br />
di Gabriele. Deve essere sempre a portata di mano: «Qualche<br />
rara volta mi sbatteva sul letto (lui lo chiamava colpo del gatto)».<br />
aélis ha capito che, per continuare a stargli vicina, deve «superare<br />
tutte le altre nella capacità di dargli piacere», anche procacciandogli<br />
amanti. nel 1915, mentre d’annunzio sta preparando<br />
<strong>il</strong> discorso di Quarto per portare l’italia nella Prima guerra<br />
mondiale, aélis passeggia nella pineta e si imbatte «in una magnifica<br />
giovane donna», magali Faure, figlia di un famoso chirurgo:<br />
«Pensai che gli sarebbe piaciuta. era a cavallo; montava<br />
un magnifico stallone. rientrando gli riferii l’incontro. uscì sùbito<br />
per vederla. le parlò anche; e mi informò di averla invitata<br />
a cena per la sera dopo». invita anche aélis, che accetta, a suo<br />
dire, «soltanto per soffrire meno di gelosia». Gli piacque.<br />
<strong>il</strong> suo diventare sempre più importante per d’annunzio viene<br />
tollerato da Donatella, e da molte altre, perché è una stipendiata,<br />
e non tutte capiscono quanto sia necessaria al Poeta. neanche la<br />
nob<strong>il</strong>donna russa, che diventa «ferocemente gelosa» delle altre<br />
durante un soggiorno di Gabriele a Parigi, in rue de Bassano:<br />
talvolta passava la notte sulle scale. lui mi faceva mettere del<br />
cotone intorno al campanello per non sentirlo.<br />
una notte aveva nel suo letto la contessa de mar; verso <strong>il</strong> mattino,<br />
credendo che l’amica non fosse più sulle scale, aprii la porta<br />
d’ingresso. Quella entrò a precipizio e piombò nella camera<br />
dov’era la contessa, sollevò i lenzuoli e, passandole la mano sul<br />
corpo, disse:<br />
«mio caro, che bella vacca avete!».<br />
riuscì a cacciarla fuori soltanto frustandola, e ricevetti anch’io<br />
qualche colpo nel tentativo di separarli. lei non voleva tornarsene<br />
a casa, ma aspettare la partenza della contessa per prenderne<br />
<strong>il</strong> posto nel letto.
Aélis 11<br />
Fu così ogni sera, per tutto <strong>il</strong> tempo che restammo in rue de<br />
Bassano. avevo talmente sofferto per colpa di lei che provavo<br />
quasi piacere nel vedere che non ero più la sola a essere infelice.<br />
la gelosia ha ruoli importanti anche nella vita quotidiana al<br />
vittoriale, dove attorno alla dispotica ape regina d’annunzio si<br />
indaffarano decine e decine – centinaia – di amanti più o meno<br />
durature, oltre alle tre donne ospiti fisse della casa.<br />
Gabriele, come molti infedeli, è geloso, di una gelosia intollerante.<br />
ricorda aélis: «le scene che ci faceva in proposito erano spaventose.<br />
si sarebbe disamorato di non importa quale donna bella<br />
e quanto si voglia conturbante che avesse tentato di tenerlo eccitandone<br />
la gelosia. allora non provava che <strong>il</strong> più profondo disgusto,<br />
non pensando ad altro e non vedendo altro che la possessione<br />
dell’altro maschio». Gabriele le confida che, secondo lui, una frase<br />
toglie a una donna ogni fascino: «non potrei più stare con un<br />
altro», perché sono «le parole di una puttana in un casino al fronte».<br />
Detesta persino che un’amante, Fiammadoro, porti via «tutti<br />
gli accappatoi che le avevo regalato»: «Per metterli con chi? con<br />
suo marito? con i suoi amanti?». Già nel Piacere Gabriele aveva<br />
scritto che l’ideale per un uomo è essere infedele a una donna fedele,<br />
e a questo semplice principio si attenne sempre.<br />
aélis rischia una sola volta la carta della gelosia, nel 1929,<br />
e riesce a sorprenderlo. lui sta aspettando un’amante e lei gli<br />
chiede se ne è contento:<br />
«niente affatto. Preferirei una donna nuova.»<br />
«ecco la sola cosa in cui vi capisco e sono della vostra stessa<br />
opinione» gli ho detto. «<strong>il</strong> cambiamento ha qualcosa di meglio: <strong>il</strong><br />
<strong>primo</strong> bacio, i primi toccamenti... in questo genere di cose, oso dirvelo<br />
molto francamente, se non fossi un cerotto e fossi più giovane<br />
cambierei in continuazione.»<br />
Ho visto la sua espressione mutare. mai si sarebbe aspettato<br />
tanta franchezza poiché pretendeva di piacere soltanto lui e che<br />
solo le sue carezze valessero qualcosa (forse era la verità). non<br />
parlava mai degli altri maschi, considerandoli noiosi. mai sarebbe<br />
riuscito a concepire l’esistenza di un’altra vir<strong>il</strong>ità. era restato
12<br />
La mia vita carnale<br />
certamente sbalordito di sentirmi parlare in quel modo. Ho visto<br />
in effetti <strong>il</strong> suo viso cambiare espressione; mi ha detto:<br />
«sì, ma bisogna sapere con chi si ha a che fare. Potreste incappare<br />
in un cafone invece che in un Principe fascinoso».<br />
«È quello che succede a voi» ho ribattuto. «non subìte spesso le<br />
più amare dis<strong>il</strong>lusioni? eppure sostenete <strong>il</strong> cambiamento, perché<br />
quello che desiderate è la tensione che la cosa nuova vi procura.»<br />
mi sono resa conto che era restato ancora più male e gli ho<br />
augurato la buona notte.<br />
a arcachon, aélis è già in grado di guidare la casa. Diventa la<br />
vera attendente del comandante a venezia, nella casetta rossa,<br />
durante la Prima guerra mondiale. le affida incarichi delicatissimi,<br />
come svuotare le case francesi per riportare tutto in italia: al<br />
ritorno, scrive aélis, «mi prese fra le braccia e fui di nuovo sua:<br />
ciò che non mi è mai piaciuto mi dette quel giorno una felicità tale<br />
che per la prima e unica volta lui dovette soffocare le mie grida».<br />
a venezia d’annunzio riesce a convincere olga levi Brunner,<br />
venturina, a farsi amante anche di aélis: insieme a lui o anche<br />
da sole. la francese è ormai abituata a questi ménage, e li tollera<br />
meglio di certe avventure passeggere. Quando Gabriele si diverte<br />
a far impazzire di gelosia olga, passando in gondola con una<br />
nuova donna davanti alla sua finestra, aélis la consola; d’annunzio<br />
si infuria, ma non può più farne a meno, e lei lo sa: gli<br />
consegna <strong>il</strong> passaporto, perché organizzi <strong>il</strong> suo ritorno in Francia,<br />
e la sera lo ritrova sul letto, coperto da un grande mazzo di<br />
violette: «lo amai più di sempre, ahimè, e finii per amare anche<br />
colei che gli apparteneva, poiché ci trovavo comunque qualcosa<br />
di lui. Ben pochi, tuttavia, sono in grado di capire queste cose».<br />
all’inizio del novecento, aggiungo, meno di oggi.<br />
nel Notturno, scritto durante un periodo di cecità assoluta<br />
per un incidente aereo che gli costò la vista da un occhio, d’annunzio<br />
definì aélis «Pietà senza peso»; e nei Taccuini: «È forse la<br />
sola che mi ami con una devozione esclusiva e senza limiti. Povera<br />
buona creatura!».
Aélis 13<br />
aélis entra nel proprio ruolo soprattutto al vittoriale. non semplice<br />
cameriera o governante, ma ancella in servizio continuo<br />
delle passioni e dei capricci del magister, geisha, complice, confidente<br />
che sa stare anche sullo stesso piano del signore, sovente<br />
prevenendone necessità e desideri.<br />
conosce i gusti del signore, l’harem non può essere aperto a<br />
tutte, occorre una giudice nei provini. Quando l’esame è superato,<br />
pensa lei ai preparativi, a suggerire (o imporre) vestiti e<br />
calzature, a spruzzare effluvi e a predisporre bagni purificatori,<br />
a sondare se l’eletta di turno sia «abbastanza lontana dalla fase<br />
lunare». nel febbraio 1927, Gabriele confida a tamara de lempicka:<br />
«ma lo sapete chi è la direttrice aélis, quella che è venuta<br />
a portarvi <strong>il</strong> mio buon giorno? È la guardiana dei “capitoli”» così<br />
Gabriele chiama i suoi orgasmi, «terrorizza tutte le mie donne.<br />
ultimamente avevo qui un’amichetta, una romana. Quando ho<br />
detto a aélis che non volevo più vederla per via dei “capitoli” –<br />
tre in una notte! – lei non ha fatto né più né meno che andarla a<br />
trovare per chiederle se era quello <strong>il</strong> modo di comportarsi e se<br />
credeva di tenere fra le braccia un facchino».<br />
<strong>il</strong> servitium amoris, cantato dai poeti e dai trovatori provenzali,<br />
al vittoriale viene rovesciato: è la donna a garantire protezione,<br />
a rassicurare, a dare prove della propria virtù all’amato, oggetto<br />
di venerazione e spettatore compiaciuto della fedeltà dell’innamorata.<br />
in cambio aélis viene trattata con un rispetto, da pari<br />
a pari, mai toccato a nessun’altra. non le verrà mai meno neppure<br />
l’incondizionato sostegno economico del suo Principe. la<br />
donna riceveva un compenso fisso di duem<strong>il</strong>a lire al mese, oltre<br />
vitto e alloggio. erano circa 1600€ di oggi: molto, se si pensa<br />
che ancora nel 1939, un anno dopo la morte di d’annunzio, gli<br />
italiani avrebbero cantato «se potessi avere m<strong>il</strong>le lire al mese...»<br />
(Per i calcoli futuri, chi volesse farli, basta pensare che, grosso<br />
modo, una lira dell’epoca valeva quasi un euro). in più c’erano<br />
i doni straordinari (ma frequentissimi): erano un premio davvero<br />
generoso. viaggi pagati (le visite in treno ai suoi parenti, a salornay-sur-Guy),<br />
abiti preziosi e moneta sonante. non mancava,
14<br />
La mia vita carnale<br />
tra le varie voci, neanche <strong>il</strong> rimborso delle spese epistolari: Gabriele<br />
voleva sapere tutto degli spostamenti e delle attività della<br />
donna: <strong>il</strong> 2 settembre 1928, per esempio, le invia 200 franchi<br />
per i telegrammi che la governante-amante gli deve spedire nonostante<br />
la sua «avarizia ben nota».<br />
colei che Gabriele aveva definito alla prima vista «bruttina<br />
assai», al vittoriale poteva ben dirsi «l’essere più indispensab<strong>il</strong>e<br />
della casa». in mezzo alla folla di donne dalla fortuna incostante,<br />
destinate tutte a passare dai trionfi notturni all’oblio definitivo,<br />
lei rimane sempre al centro della scena, capace di convivere<br />
con le sue rivali non come subordinata, ma come una prima inter<br />
pares. riesce a reprimere l’invidia per le altre amanti di Gabriele,<br />
o almeno a non mostrarla, rivelandosi anche in questo ab<strong>il</strong>issima<br />
nel simulare e dissimulare i sentimenti.<br />
tollera l’asfissiante controllo con cui luisa Baccara – convivente-rivale-superiora<br />
– sulle prime tenta di soffocare gli appetiti<br />
di d’annunzio, tiranneggiandolo con una gelosia improduttiva<br />
e anzi autolesionistica. solo nei confronti della morta<br />
venerata, eleonora Duse, la francese non sa trattenere sempre<br />
una sorta di gelosia retroattiva. la infastidisce <strong>il</strong> piedistallo su<br />
cui viene tenuta la «divina». «Perché parlare sempre delle sofferenze<br />
della Duse?» scrive con risentimento: «che cosa ha sofferto<br />
lei più delle altre? non ha avuto la sua vita prima di conoscerlo?<br />
le sofferenze della Duse consistevano in ciò che tutte le<br />
altre donne hanno accettato: amarlo tanto da sopportare le rivali.<br />
non lo hanno fatto tutte?».<br />
Forse anche perché ha colto <strong>il</strong> suo punto debole, Gabriele parla<br />
spesso di eleonora a aélis. a parte questa gelosia postuma che<br />
trova sfogo soltanto nel diario, la piccola borgognona è «s<strong>il</strong>enziosa,<br />
fedele, incorruttib<strong>il</strong>e», così la giudica tom antongini, e diventa<br />
la vera richelieu del complesso regime erotico instaurato<br />
al vittoriale, dove però una regola è chiara, semplice e immutab<strong>il</strong>e:<br />
<strong>il</strong> comandante vuole che le donne vicine a lui siano addette<br />
al suo piacere. schiave.