Leggi il primo capitolo - Libri Mondadori
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Valerio Evangelisti<br />
Cartagena.<br />
gli ultimi<br />
della tortuga
Cartagena. Gli ultimi della Tortuga<br />
di Valerio Evangelisti<br />
Collezione Strade blu<br />
ISBN 978-88-04-62390-8<br />
© 2012 Arnoldo <strong>Mondadori</strong> Editore S.p.A., M<strong>il</strong>ano<br />
Pubblicato in accordo con Grandi & Associati, M<strong>il</strong>ano<br />
I edizione novembre 2012
Cartagena. Gli ultimi della Tortuga
Mappa della Baia di Cartagena delle Indie<br />
agli inizi de XVIII secolo<br />
dalla carta del signor Donv<strong>il</strong>le<br />
geografo reale, marzo 1730<br />
La Ciénaga<br />
de Tesca<br />
Pata de<br />
Caballo<br />
N. S. de la Candelaria<br />
Isola di Barú<br />
Forte di S.ta Cruz<br />
Forte di S. Lazaro<br />
Hihimani<br />
CARTAGENA<br />
DELLE INDIE<br />
F.te di Boca Chica<br />
Stretto di<br />
Boca Chica
Forte di S. Lazaro<br />
Media<br />
Luna<br />
HIHIMANI<br />
Porto di<br />
Caratagena<br />
CITTà<br />
Contaduría<br />
Cattedrale<br />
Pianta di Cartagena<br />
nel XVII secolo
1<br />
La montagna dei pirati<br />
Martin d’Orlhac aveva <strong>il</strong> fiatone. La montagna era ripida,<br />
<strong>il</strong> calore quasi insopportab<strong>il</strong>e. La vegetazione, per quanto<br />
foltissima, offriva un riparo insufficiente. Invidiava padre<br />
Jean-Baptiste le Pers che, avvezzo a quei climi, percorreva<br />
<strong>il</strong> sentiero con disinvoltura, tenendo alta la tonaca<br />
nera e riuscendo a schivare i sassi troppo grossi o troppo<br />
arrotondati.<br />
«Manca molto?» gli chiese.<br />
«Credo di no» rispose <strong>il</strong> religioso. «Vedrete che prima o<br />
poi si faranno vivi loro. Li sentiremo arrivare dall’abbaiare<br />
dei cani.»<br />
«Cani?»<br />
«Sì. Ogni bucaniere ne ha un bel branco, da cui si separa<br />
solo se va per mare.»<br />
«E i f<strong>il</strong>ibustieri?»<br />
«Quelli li vedremo dopo, immagino. Nei boschi è più probab<strong>il</strong>e<br />
che ci imbattiamo nei bucanieri.» Le Pers rise. «Vedrete<br />
che gente cordiale!»<br />
Continuarono a salire. D’Orlhac – <strong>il</strong> cui cognome vero<br />
era Dorlhac, nob<strong>il</strong>itato per adeguarlo al rango di ufficiale –<br />
si chiedeva come <strong>il</strong> gesuita, grasso al punto di essere quasi<br />
obeso, potesse muoversi con tanta ag<strong>il</strong>ità. Sapeva che viveva<br />
da anni nell’isola di Hispaniola, e che lì <strong>il</strong> barone De Pointis<br />
9
lo aveva cercato e scovato, per la nota fam<strong>il</strong>iarità dell’abate<br />
con i f<strong>il</strong>ibustieri fedeli alla Francia. Ma gran parte di Hispaniola<br />
era ben più percorrib<strong>il</strong>e di quel selvaggio lembo<br />
di Saint-Domingue, la porzione francese, e non c’erano alte<br />
vette da scalare. Eppure Le Pers sembrava conoscere perfettamente<br />
<strong>il</strong> terreno, come se gli fosse fam<strong>il</strong>iare. Trovava<br />
sentieri nascosti, intuiva dove era meglio guadare i ruscelli.<br />
Alla fine disse al frate: «Sembrate di casa qui».<br />
Le Pers rise, finalmente con una traccia di affanno. «Ci<br />
sono venuto diverse volte, sulla Montagne Terrible. Non avete<br />
idea di dove mi è toccato andare a portare la parola di Dio.»<br />
«Questa salita sembra non finire mai.»<br />
«State tranqu<strong>il</strong>lo. Siamo vicini. Non vedete?»<br />
Il gesuita indicava alcune carcasse vuote di tartaruga marina<br />
sparse nel sottobosco. Era impossib<strong>il</strong>e che quegli animali<br />
salissero a una tale altezza. Qualcuno doveva averli<br />
catturati sulla spiaggia e portati fin lì per cibarsene. La carne<br />
delle tartarughe di mare era una prelibatezza. Anche le<br />
uova, avvolte in un involucro morbido ma consistenti nel<br />
tuorlo, attiravano i buongustai.<br />
Erano numerose le piante di manioca, usate nella cucina<br />
isolana in m<strong>il</strong>le maniere. Troppo folte per essere frutto<br />
di disseminazione spontanea. La cima della montagna era<br />
abitata, non c’era dubbio. Lo avevano già fatto capire le profumatissime<br />
coltivazioni di alloro incontrate in prossimità<br />
della spiaggia. Venivano dalla Spagna, non erano vegetazione<br />
locale. Invece lo erano gli alberi contorti, di specie<br />
ignota, tra cui si stavano aggirando. Molto più aggrovigliati<br />
delle palme che crescevano sulla riva e sui primi pendii.<br />
I latrati scoppiarono a un tratto e li fecero trasalire. Fra<br />
tronchi ricoperti di gelsomini – segno che non sempre, lassù,<br />
la temperatura era tanto elevata – apparvero cani enormi<br />
e schiumanti, tenuti per <strong>il</strong> collare dai padroni. Questi<br />
non erano, a un <strong>primo</strong> sguardo, molto distinguib<strong>il</strong>i dai loro<br />
animali. Si trattava di uomini vestiti di pellicce ancora in-<br />
10
crostate di sangue rappreso, con ampi berretti a cono, barbe<br />
incolte e capelli lunghissimi.<br />
«Eccoli, i bucanieri» disse Le Pers. Alzò le braccia e avanzò<br />
verso quei mezzi selvaggi. «Salve, amici! Sono padre<br />
Jean-Baptiste le Pers, gesuita. Qualcuno di voi parla bene<br />
la mia lingua?»<br />
I bucanieri si arrestarono, ma sulle prime nessuno rispose.<br />
Alle loro spalle erano comparsi degli schiavi, sia neri<br />
sia bianchi. Trasportavano fuc<strong>il</strong>i di lunghezza inverosim<strong>il</strong>e,<br />
quasi delle colubrine dotate di manico e più sott<strong>il</strong>i della<br />
norma. Ognuno reggeva la forcella necessaria a puntare<br />
l’arma.<br />
I cani si calmarono. Un bucaniere parlò in un francese<br />
antiquato, zeppo di parole e locuzioni di cui, nella madrepatria,<br />
si era perso l’uso. Era un individuo di apparenza<br />
brutale quanto quella dei compagni, ma sotto la zazzera<br />
br<strong>il</strong>lavano occhi neri e intelligenti. Alla cintura aveva uno<br />
sciabolotto. Due pistole gli pendevano dal petto, appese a<br />
una cordella di cuoio.<br />
«Vi aspettavamo, padre Le Pers. Il governatore Ducasse<br />
ci aveva fatto avvertire della vostra visita. Siamo qui per<br />
accompagnarvi» (disse “vous adextrer”) «all’accampamento.<br />
Il capitano Godefroy si trova con i suoi uomini oltre<br />
questo boschetto.» (Disse “bosquetel”.) «Ma chi è l’uomo<br />
magro che è con voi?»<br />
Indicava D’Orlhac. Le Pers spiegò: «È Martin d’Orlhac,<br />
ufficiale al servizio del signor barone De Pointis».<br />
«Dovrebbe mangiare di più.» Il bucaniere accompagnò<br />
l’osservazione con una smorfia di scarsa stima. Evidentemente<br />
giudicava gli uomini anche secondo la loro stazza.<br />
«Seguitemi.»<br />
I cani, forse degli alani di Spagna contaminati da accoppiamenti<br />
imprevedib<strong>il</strong>i, avevano smesso di latrare. Il cammino<br />
fu breve, benché tortuoso. In prossimità della vetta<br />
si apriva una radura. Attorno a una sorgente gorgogliante<br />
11
erano state erette molte capanne, di varie dimensioni. Tra<br />
esse si aggiravano donne indigene, circondate da torme di<br />
bambini. Forse erano le spose dei f<strong>il</strong>ibustieri. Questi ultimi<br />
non erano in vista, e nemmeno altri bucanieri. Martin<br />
suppose che fossero a caccia lungo <strong>il</strong> dorso della montagna.<br />
Qua e là erano disposti dei cannoni, con monticelli di palle<br />
ai piedi dell’affusto.<br />
Dalla baracca più ampia e pretenziosa, con <strong>il</strong> tetto di foglie<br />
di palma e le pareti di assi di legno, uscì sbadigliando<br />
un uomo piccolo e grasso. Vestiva con uno sfarzo che<br />
persino molti gent<strong>il</strong>uomini europei, e forse Luigi XIV in<br />
persona, avrebbero trovato esagerato. Un tricorno adorno<br />
di un fitto piumaggio multicolore gli copriva la parrucca,<br />
così lunga da arrivargli alla vita. La marsina che indossava<br />
splendeva di ricami d’oro e d’argento, mentre <strong>il</strong> g<strong>il</strong>et r<strong>il</strong>uceva<br />
di smeraldi. Le brache erano di velluto verde. Solo<br />
le armi – assieme al viso tondo e volgare – facevano capire<br />
la sostanza di quella mascherata: una sciabola tozza al<br />
fianco, che nessun grande di Spagna avrebbe mai portato,<br />
e una pistola di grosse dimensioni appesa al collo, a mo’ di<br />
ciondolo. Dovevano avere avuto la loro parte nel procurare<br />
al personaggio vesti così ricche.<br />
«Buongiorno, capitano Godefroy!» lo salutò Le Pers con<br />
voce allegra.<br />
L’altro lo guardò con stupore. «Voi, padre? Cosa diavolo...<br />
scusate... cosa vi conduce qui?»<br />
A parlare per <strong>primo</strong> fu <strong>il</strong> capo bucaniere. «Li abbiamo<br />
scovati nella foresta, mio capitano» disse, in tono quasi di<br />
scusa. «Ho pensato che fossero i visitatori preannunciati<br />
dal governatore Ducasse, per mezzo del signor De Saint-<br />
Vandr<strong>il</strong>le, alla fine dell’anno scorso. Ve li ho portati.»<br />
«Avete fatto bene, Roger. Ora potete andare.» Mentre i<br />
bucanieri si allontanavano, con muta e fuc<strong>il</strong>i, Godefroy si<br />
chinò, come se volesse baciare la mano di Le Pers. Con qualche<br />
sforzo, data la prominenza del ventre.<br />
12
Il gesuita si scansò, poi afferrò <strong>il</strong> pirata e lo strinse a sé.<br />
Rise. «Non sono ancora diventato cardinale, capitano! Posso<br />
gustare <strong>il</strong> piacere di abbracciare un vecchio amico senza<br />
troppe cerimonie.»<br />
Anche Godefroy sembrò divertito. Fissò D’Orlhac. «Chi<br />
è questo m<strong>il</strong>ite, così lungo e poco in carne?»<br />
«È Martin d’Orlhac, parigino. Ufficiale sul Sceptre, l’ammiraglia<br />
della flotta francese. La nave che ospita <strong>il</strong> signor<br />
barone Jean-Bernard-Louis de Saint-Jean de Pointis, comandante<br />
in capo.»<br />
«Dunque la flotta è già qua.» La fronte di Godefroy si<br />
rannuvolò.<br />
«Da pochi giorni. Sono salpati <strong>il</strong> 9 gennaio 1697 da Brest<br />
e arrivati a Saint-Domingue <strong>il</strong> 1 o marzo. Adesso le navi si<br />
trovano ormeggiate presso Cap Tiburon. Ci hanno mandati<br />
qui, sulla Montagne Terrible, per invitare voi e gli altri comandanti<br />
a unirvi alla spedizione. Il signor De Saint-Vandr<strong>il</strong>le<br />
ha detto che avete dato <strong>il</strong> vostro consenso.»<br />
«Ve lo confermo. La nostra fedeltà al re di Francia è fuori<br />
discussione.» Godefroy cominciava a essere sudato, certo<br />
per via degli abiti troppo pesanti. Indicò un tavolo e due<br />
panche sotto un albero, all’ombra del fogliame. «Andiamo<br />
a sederci là. È tempo di bere qualcosa di rinfrescante.»<br />
Appena si furono accomodati, Godefroy chiamò una<br />
giovane indigena. A differenza di quelle della zona costiera,<br />
vestite solo di una stretta fascia attorno ai fianchi, indossava<br />
abiti europei, semplici ma puliti.<br />
«Una caraffa del solito» ordinò <strong>il</strong> capitano.<br />
Martin si guardò attorno. C’era ordine nel v<strong>il</strong>laggio, malgrado<br />
fosse popolato da predoni. Le donne si dedicavano<br />
ai vari lavori domestici, soprattutto a intrecciare foglie di<br />
palma secche. Conversavano e ridevano. Altre impastavano<br />
<strong>il</strong> pane di farina di manioca o di mais davanti alle loro<br />
abitazioni. I bambini, completamente nudi, correvano per<br />
ogni dove.<br />
13
Gli uomini erano pochi, in prevalenza neri o marrone di<br />
pelle, ma stavano aumentando di numero. Le prime squadre<br />
che avevano cacciato selvaggina a sufficienza tornavano dai<br />
boschi: f<strong>il</strong>ibustieri, qualche bucaniere. Le prede le portava<br />
la servitù, assieme a cesti di legumi e verdure.<br />
Era la prima volta che Martin vedeva dei pirati da vicino.<br />
Gli ricordarono gli amici insediati tra <strong>il</strong> Pont Neuf e lo<br />
Châtelet, all’epoca – non troppo lontana, aveva solo venticinque<br />
anni – in cui frequentava la Corte dei miracoli, a<br />
Parigi. Visi sfrontati, zazzere selvagge, a volte nerboruti e<br />
a volte scheletrici. Con addosso i panni essenziali: una camiciola,<br />
una fascia colorata ai fianchi, delle brache di lino,<br />
scarpacce o stivali ai piedi. In testa i pirati portavano cappelli<br />
sformati da contadino, oppure fazzoletti annodati che<br />
li proteggessero dal sole. Alcuni erano anziani, ma la maggioranza<br />
dimostrava dai quarant’anni in giù. Pochissimi<br />
erano glabri come Martin: barbe e baffi si sprecavano.<br />
C’erano poi i bucanieri, ma quelli erano una razza a sé.<br />
La bevanda che fu servita si chiamava “maby”. Fatta di<br />
patate rosse e di arance spremute, sminuzzate e lasciate fermentare<br />
in uno sciroppo zuccherino. Alcolica ma non troppo,<br />
deliziosa da gustare fresca. Godefroy ne ingollò una<br />
lunga sorsata, emise un rutto fragoroso e disse: «Padre Le<br />
Pers, vi aiuteremo, ma siamo ridotti ai minimi termini. I<br />
francesi stessi ci hanno costretti ad abbandonare la Tortuga<br />
e a rifugiarci sulla Montagne Terrible. Non hanno digerito<br />
la presa di Campeche. Purtroppo non abbiamo più condottieri<br />
degni di questo nome. Il cavaliere De Grammont<br />
è morto, Laurens de Graaf, “Lorenc<strong>il</strong>lo”, è in Francia sotto<br />
processo. Il nostro ammiraglio sarebbe Hubert Macary. È<br />
un uomo senza polso, poco adatto al comando».<br />
Le Pers sorseggiò <strong>il</strong> maby. «Buono» disse «ma nell’interno<br />
se ne fa di migliore. Dove sono gli altri capitani?»<br />
«Sparsi per la montagna, in v<strong>il</strong>laggi di baracche sim<strong>il</strong>i<br />
a questo.»<br />
14
«Siete diventati gente di terra. Raccoglitori di tuberi e<br />
cacciatori.»<br />
«No. Abbiamo ancora alcune navi ormeggiate nel porto<br />
di Petit-Goâve.»<br />
«Ottimo.» Le Pers inghiottì con voluttà <strong>il</strong> suo maby. Porse<br />
<strong>il</strong> bicchiere per chiederne altro. «È a Petit-Goâve che ci<br />
si incontrerà, la flotta francese e i f<strong>il</strong>ibustieri, entro pochi<br />
giorni. Abbiamo una meta molto ambiziosa.»<br />
«Cartagena?»<br />
«Sì, capitano Godefroy. Proprio Cartagena. L’imprendib<strong>il</strong>e.»<br />
15
Martin d’Orlhac provò un certo imbarazzo nel sedere a tavola<br />
con alcuni dei capitani della F<strong>il</strong>ibusta che avrebbero<br />
partecipato alla spedizione. L’orata (detta “dorada”) era ottima,<br />
nel suo letto di agrumi, tuttavia la voracità degli invitati<br />
al banchetto sembrava eccessiva. Solo l’ammiraglio<br />
pirata Macary, e in certa misura Le Pers, mantenevano una<br />
parvenza di buone maniere. Gli altri si gettavano sul cibo<br />
con sguaiata voracità, mangiavano anche testa, coda e lische,<br />
non trattenevano peti e borborigmi. Quanto al vino<br />
verdejo offerto per l’occasione da Godefroy, veniva versato<br />
in gola a sorsate abbastanza generose da strozzare un cristiano.<br />
Le donne negre e indigene dovevano continuamente<br />
portare in tavola nuove bottiglie.<br />
Il passato di Martin non era una garanzia di decenza, e<br />
nondimeno <strong>il</strong> suo arruolamento forzato nell’esercito e la<br />
rapida ascesa a ufficiale, conquistata sul campo, lo avevano<br />
raffinato. Il barone De Pointis non avrebbe mai accettato<br />
al suo desco un commensale volgare, incapace di tenere<br />
un discorso senza infiorettarlo di rutti. A quanto sembrava,<br />
tra i f<strong>il</strong>ibustieri vigeva la regola opposta.<br />
Macary era diverso e, malgrado ciò, dava ugualmente<br />
fastidio a Martin con le sue occasionali osservazioni provocatorie.<br />
16<br />
2<br />
Gente rude
«La Francia ci riscopre nel 1697, dopo averci fatto guerra<br />
per dodici anni e averci sottratto la Tortuga, la nostra isola»<br />
disse fissando proprio Martin. «Se le sorti del conflitto<br />
contro la Lega di Augusta non fossero incerte, dubito che<br />
Luigi XIV si sarebbe ricordato di noi.»<br />
«Non so come rispondervi, signore. Sono un semplice<br />
ufficiale, non mi occupo di politica estera.»<br />
«La mia non era una domanda. Era una constatazione.»<br />
«Ne potrete parlare con l’ammiraglio De Pointis.»<br />
Il capitano Galet si pulì le labbra, che colavano sugo, col<br />
dorso della mano e con <strong>il</strong> polsino ricamato. Indicò Macary.<br />
«Anche lui è ammiraglio!»<br />
Tutti i partecipanti al banchetto scoppiarono a ridere,<br />
come se fosse stata una battuta irresistib<strong>il</strong>e.<br />
Martin non ne fu sorpreso. Sapeva <strong>il</strong> motivo di tanta <strong>il</strong>arità.<br />
Tra i cosiddetti Fratelli della Costa ogni carica era elettiva<br />
e poteva essere revocata da un momento all’altro. Le<br />
Pers lo aveva istruito bene in proposito. Un capitano, e persino<br />
un ammiraglio, era tale per designazione degli equipaggi.<br />
Qualora li avesse scontentati, avrebbe potuto essere destituito.<br />
Se poi avesse commesso errori madornali, c’era <strong>il</strong><br />
caso che venisse abbandonato, nudo, su un isolotto deserto,<br />
a volte provvisto di una pistola con una sola palla. Fac<strong>il</strong>e<br />
preda delle bestie feroci, dei serpenti, dei ragni velenosi<br />
e dei cannibali.<br />
Osservò Macary. Era un uomo dall’aspetto triste, come<br />
se fosse roso da un dolore di vecchia data. A differenza dei<br />
compagni vestiva in maniera sobria, con abito nero att<strong>il</strong>lato,<br />
camicia a sbuffi e un semplice tricorno senza piume ora<br />
posato di fianco a sé, sulla panca.<br />
Martin aveva appreso da Le Pers che Macary era stato<br />
ufficiale al servizio del celebre cavaliere De Grammont.<br />
Era uscito indenne dallo scontro in cui aveva perso la vita<br />
<strong>il</strong> suo capitano. Sicuramente non ne aveva ereditato <strong>il</strong> carisma.<br />
I Fratelli della Costa lo avevano eletto ammiraglio<br />
17
solo perché comandava due velieri, <strong>il</strong> Brigantin e <strong>il</strong> Jersé.<br />
Doveva rivestire la carica con molto disagio. Parlava poco,<br />
e le sue rare osservazioni non erano mai particolarmente<br />
intelligenti.<br />
Il capitano Colong era invece la sua antitesi, almeno sul<br />
piano della loquacità. Forse un po’ br<strong>il</strong>lo esclamò, rivolto<br />
a Martin: «Soldi! Voglio sentire parlare di soldi!». Sbatté la<br />
coppa di peltro sul tavolo, facendone schizzare metà del<br />
contenuto. «La gloria di Francia va bene, ma i miei uomini<br />
vogliono essere pagati!»<br />
«E tu no?» Il capitano François Pierre rise.<br />
«Io per <strong>primo</strong>!»<br />
Martin parlò senza eccessive cautele, perché era un tema<br />
su cui De Pointis si era d<strong>il</strong>ungato. «Avrete tutti quanti la<br />
vostra ricompensa, signori. Gran parte del bottino, in denaro,<br />
merci e schiavi. Cartagena è ricca.»<br />
Il discorso rallegrò la tavolata e la incitò al cibo e alle<br />
bevande.<br />
Godefroy però domandò: «E le condizioni di ingaggio?<br />
Abbiamo dei doveri verso i nostri equipaggi».<br />
Si riferiva alla tradizione dei f<strong>il</strong>ibustieri di sottoscrivere,<br />
prima di imbarcarsi, una sorta di assicurazione, detta<br />
“chasse-partie”. Vi si prevedevano risarcimenti in oro e<br />
in schiavi a chi fosse rimasto ferito. Si andava dalle menomazioni<br />
più inab<strong>il</strong>itanti – tipo la perdita di un occhio, o di<br />
tutti e due; la recisione di un braccio, di una gamba, di un<br />
piede – a quelle minori: taglio di uno o più dita della mano,<br />
lesioni diffic<strong>il</strong>i da ricucire. Ogni sacrificio personale aveva<br />
la ricompensa adeguata. I duelli all’arma bianca, sui ponti<br />
di navi altrui, lasciavano sempre uomini orrib<strong>il</strong>mente mut<strong>il</strong>ati.<br />
I Fratelli della Costa volevano clausole di contratto<br />
che garantissero a costoro una vecchiaia dignitosa, se sopravvivevano,<br />
oppure una fine con decoro.<br />
Al corrente del tema, Martin disse, con la solennità di un<br />
impegno: «Il barone De Pointis desidera che le leggi del-<br />
18
la F<strong>il</strong>ibusta siano rispettate. Non dubitate, signori. Accetteremo<br />
le vostre consuetudini e le asseconderemo. È <strong>il</strong> re a<br />
promettervi questo».<br />
Pierre mimò un applauso. «Così si ragiona. Qual è <strong>il</strong> luogo<br />
dell’appuntamento?»<br />
«Petit-Goâve, dove avete le vostre navi. Sono convocati<br />
pure i coloni che vogliono unirsi alla spedizione e i negri<br />
liberati. Verrà anche <strong>il</strong> governatore Ducasse.»<br />
«Che Dio lo protegga. Ecco un uomo in gamba. Quando<br />
dobbiamo essere là?»<br />
«Tra una settimana circa, se ce la farete.»<br />
«Certo che ce la facciamo.» Pierre riempì <strong>il</strong> bicchiere e si<br />
rivolse agli altri capitani. «Ragazzi, si torna in mare! Abbiamo<br />
finito di fare i contadini!»<br />
Tutti alzarono i calici.<br />
«Viva la F<strong>il</strong>ibusta!» gridò Godefroy. «Viva la Fratellanza<br />
della Costa!»<br />
«Viva!» urlò l’intera tavolata. I pirati vuotarono le coppe,<br />
con <strong>il</strong> verdejo che scendeva a rivoli lungo le barbe.<br />
Solo Le Pers sembrava incerto. Si unì al brindisi, ma<br />
chiese subito dopo, con un’insolita timidezza: «Volete dire,<br />
signori, che <strong>il</strong> pranzo è finito? Che dopo non ci saranno altre<br />
portate?».<br />
Il capitano Colong lo guardò con allegria, ma anche con<br />
una punta di malizia. «Che dite mai, padre! Le doradas erano<br />
per farci la bocca buona. Il pranzo vero comincia adesso.<br />
Spero che <strong>il</strong> prosciutto di cinghiale e la fricassea di piccioni<br />
siano di vostro gradimento... In cambio vi chiediamo<br />
una cosa sola.»<br />
«Quale?»<br />
«Che dopo avere mangiato diciate messa per gli avventurieri.<br />
È da un pezzo che i nostri uomini non ricevono una<br />
benedizione. Bisogna che ne abbiano una prima di salpare<br />
per Cartagena.»<br />
«Lo farò volentieri.»<br />
19
Due ore più tardi, dopo essersi rifoc<strong>il</strong>lato fin troppo e<br />
avere seguito la cerimonia religiosa (con varie centinaia di<br />
pirati e bucanieri a capo scoperto, molti schiavi e moltissime<br />
donne), Martin passeggiò per l’insediamento dei predoni<br />
del mare. Aveva alcunché di provvisorio. Gli “avventurieri”<br />
– così si autodefinivano – non sembravano essersi<br />
rassegnati troppo a un destino di agricoltori o di cacciatori,<br />
lì, in cima alla Montagne Terrible.<br />
Fra una trentina appena di capanne e baracche esistevano<br />
ben due osterie. Non somigliavano a quelle della Tortuga,<br />
che Le Pers aveva descritto a Martin, sparse per Cayona,<br />
la capitale del covo abbandonato. Tuttavia le loro<br />
dimensioni facevano pensare che la notte fossero affollate.<br />
Non c’erano nemmeno prostitute sulla soglia, sotto la frasca<br />
pendente che segnalava la natura del locale. Era però<br />
fac<strong>il</strong>e immaginare che la folla delle schiave e delle indigene<br />
sopperisse alla carenza.<br />
Martin camminò fino ai muretti che riparavano i cannoni.<br />
Vecchi, quasi arrugginiti. Nessun artigliere li sorvegliava,<br />
e <strong>il</strong> motivo risultava palese solo a sporgersi appena.<br />
Il nido d’aqu<strong>il</strong>a di Godefroy dominava le vette attorno.<br />
Nessun corpo armato avrebbe potuto salirvi senza essere<br />
notato con ore di anticipo. Una sorpresa non era pensab<strong>il</strong>e.<br />
Martin scorse, su altre vette, gli arroccamenti di vari capitani<br />
della F<strong>il</strong>ibusta, quelli stessi con cui aveva pranzato.<br />
Tornò sui suoi passi. Il maby bevuto, i sentori pungenti dei<br />
boschi, l’aroma lontano del mare e degli agrumeti lo stavano<br />
inebriando.<br />
Nel centro dell’insediamento si imbatté in François Pierre<br />
da Dunkerque. Uno dei comandanti più stimati, a quanto ne<br />
sapeva, proprietario e capitano del brigantino Cerf-Volant.<br />
Lo salutò e fece per passare oltre.<br />
Pierre lo trattenne per la manica. «Credo che ci siamo conosciuti<br />
in passato» gli disse.<br />
«Non è possib<strong>il</strong>e, signore» rispose Martin. Non aveva al-<br />
20
cun interesse a rievocare i suoi trascorsi. Fece per allontanarsi<br />
in fretta, ma Pierre non allentava la stretta.<br />
«Eravate uno dei cagous, gli uomini di mano del Grand<br />
Coësre. Abitavate la rue de Reu<strong>il</strong>ly. All’epoca eravate giovanissimo<br />
e ferocissimo.»<br />
A quel punto era impossib<strong>il</strong>e negare. «Come lo sapete,<br />
capitano?» Martin era molto preoccupato.<br />
Pierre finalmente lasciò la manica. Non era affatto ost<strong>il</strong>e;<br />
al contrario, appariva cordiale e sorrideva. «Siamo stati<br />
assieme su una galea reale. Io, sul ponte, ero incatenato al<br />
remo pochi banchi dietro <strong>il</strong> vostro.»<br />
A Martin tornò alla mente un passato da incubo, che si<br />
era sforzato di rimuovere. Prima ladro (m<strong>il</strong>lard) e sicario<br />
per conto del Grand Coësre, signore della Corte dei miracoli<br />
e, almeno in teoria, sovrano di tutti i mendicanti di<br />
Francia. In seguito, una volta catturato dopo l’ennesimo<br />
delitto, incatenato su una galea e costretto ad attraversare,<br />
prigioniero della voga, gli inferni di fuoco e le battaglie<br />
navali del Mediterraneo. Finché <strong>il</strong> barone De Pointis,<br />
imparentato a un ramo cadetto dei D’Orlhac, non lo aveva<br />
notato e voluto con sé, nella flotta regolare. Il comportamento<br />
coraggioso di Martin durante la presa di Alicante<br />
lo aveva riscattato dai trascorsi di ladro e assassino, fino a<br />
portarlo al rango di ufficiale dell’esercito. Ed ecco che ciò<br />
che aveva provato a espellere dal ricordo tornava ad affacciarsi,<br />
dietro parvenze grossolane ma amichevoli. Involontariamente<br />
minacciose.<br />
«Ho cambiato vita» balbettò.<br />
«Lo so, lo so, amico mio. Vale anche per me, ed è l’ultima<br />
volta che vi parlo di quei tempi. Vi dico solo una cosa che<br />
scoprirete voi stesso, se non l’avete già scoperta.»<br />
«Quale?»<br />
«Le galee non ci hanno fatto capire <strong>il</strong> mare. Né ci riuscirebbe<br />
<strong>il</strong> servizio in una flotta regolare.» Pierre fece un gesto<br />
ampio, ad abbracciare le acque blu scuro visib<strong>il</strong>i oltre<br />
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le catene montuose. «Al largo esiste un bene insostituib<strong>il</strong>e,<br />
che voi e io, ex galeotti, possiamo apprezzare. Una libertà<br />
senza confini.»<br />
Detto questo, <strong>il</strong> capitano si avviò verso le baracche. Martin<br />
restò un attimo indeciso, poi si diresse al bosquetel e alle<br />
sue fragranze, in cerca di Le Pers.<br />
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