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L'Arte Moderna

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La ricerca visiva è stata portata avanti da V. VASARELY, oriundo ungherese, con<br />

metodo chiaramente scientifico: generalmente le serie di forme geometriche<br />

colorate vengono disposte secondo un ordine, che implica determinate possibilità<br />

di variazione. Di solito sono possibili più letture delle serie: secondo la verticale,<br />

l'orizzontale, le diagonali, oppure invertendo il rapporto di positivo e negativo tra<br />

le forme e gli intervalli. L'eccezione a quella che il contesto stesso della<br />

composizione suggerisce come regola determina movimenti illusori, come se il<br />

piano stesso del dipinto fosse sottoposto a tensioni e trazioni mutevoli. Le forme<br />

geometriche sono simboli spaziali, morfemi mentali, abituali: uno degli aspetti<br />

pedagogici delle tavole imago-noumeniche di Vasarely è di abolire la distinzione<br />

tra sensazioni "reali" e sensazioni "illusorie", permettendo così alla coscienza di<br />

utilizzare a parità di valore tutte le informazioni visive.<br />

Intorno al '60, in contrasto con le dominanti poetiche dell'Informale, F. LO SAVIO<br />

ripropone in termini nuovi, ma richiamandosi a Mondrian e Malevic, l'esigenza di<br />

un estremo rigore costruttivo e formale. Al di là delle categorie tradizionali<br />

(pittura-superficie, scultura-volume) progetta la forma come sintesi assoluta di<br />

materia-spazio-luce e cioè come uno strumento di precisione che, inserito nella<br />

realtà, ne seleziona, riduce, ragguaglia i valori essenziali.<br />

Spesso la ricerca visiva-cinetica è stata condotta da gruppi operativi, con l'intento<br />

di spersonalizzare la prestazione estetica mediante la ripartizione in settori di<br />

ricerca o il controllo critico reciproco (gruppi Arte programmata a Milano, N a<br />

Padova, Uno a Roma, Zero a Düsseldorf, Recherches d'Art visuel a Parigi,<br />

Equipo 57 in Spagna). Storicamente la ricerca visiva-cinetica è collegata con la<br />

teoria del disegno industriale: anche perciò utilizza materiali prodotti dall'industria<br />

moderna e mira a mediarne la fruizione estetica. È però sganciata da ogni<br />

intenzionalità applicativa: non tende a migliorare lo standard estetico di una<br />

produzione ormai diretta esclusivamente dalle leggi del mercato, ma ad<br />

attrezzare il fruitore ad una percezione lucida, critica del reale. Più ancora che ad<br />

una educazione alle metodologie della progettazione formale, si mira a dotare il<br />

fruitore di una difesa psicologica nei confronti della mistificazione continua<br />

dell'informazione visiva utilizzata come mezzo di suggestione.<br />

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