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del linguaggio figurativo toscano dal Quattrocento in poi. Infatti la riforma<br />
macchiaiola vuol essere proprio una riforma linguistica: anche nell'arte il<br />
"toscano" rivendica il diritto storico di diventare la lingua ufficiale dell'Italia unita.<br />
Se tutti i valori del dipinto si riducono a luce ed ombra, la costruzione risulterà<br />
dalle linee di confine tra colori-luce e colori-ombra: si ripristina così, riveduto, il<br />
principio della tradizione figurativa toscana: il disegno. Ma il disegno dei<br />
macchiaioli è molto diverso dal disegno accademico, che consisteva nel<br />
delineare l'oggetto (o nel fissarne la nozione intellettuale) per poi passare al<br />
colorire (o al rappresentarne la sembianza contingente). Per i macchiaioli il<br />
disegno che risulta dal connettersi delle macchie non è il primo, ma l'atto ultimo e<br />
conclusivo della pittura, la sintesi che ordina e costruisce nella forma le<br />
sensazioni coloristiche e luminose. Riducendo, semplificando, chiarendo, il<br />
disegno elimina ogni amplificazione oratoria, ogni concitazione emotiva, ogni<br />
effusione patetica: la macchia sintetica dei macchiaioli è l'antitesi della macchia<br />
dispersiva dei lombardi, Fattori è, in un certo senso, l'anti-Cremona.<br />
Al paragone con il lucido, conciso discorso toscano, il fumoso sentimentalismo<br />
degli "scapigliati" si scopre per quello che è: la finzione sentimentale di una<br />
borghesia già industriale, i cui reali interessi non hanno nulla a che vedere col<br />
sentimento. È ancora una contesa regionale alla vigilia ed in vista dell'unità, ma<br />
con qualcosa di più profondo: i macchiaioli intuiscono che il linguaggio figurativo<br />
toscano, per diventare il linguaggio figurativo italiano, non deve essere<br />
l'espressione di una élite intellettuale, ma nel senso più largo, del popolo. Nel<br />
clima culturale del Risorgimento, infine, la pittura dei macchiaioli è la sola<br />
tendenza figurativa che si possa chiamare, con le parole di Gramsci, nazionalepopolare.<br />
Lo si vede proprio in quella parte dell'opera di Fattori che viene a torto<br />
considerata secondaria ed occasionale: i dipinti di soggetto militare, in cui l'artista<br />
evita ad un tempo la rettorica patriottica e l'aneddotismo didascalico, come quello<br />
di D. Induno.<br />
La Germania<br />
Come la storia politica, così la storia culturale tedesca del XIX secolo è la storia<br />
del tormentato processo verso l'unificazione nazionale che sarà raggiunta nel<br />
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