luoghi di energia - Orientarsi
luoghi di energia - Orientarsi
luoghi di energia - Orientarsi
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Luoghi ad Alta Energia<br />
Il luogo è per definizione “una porzione <strong>di</strong><br />
spazio materialmente o idealmente delimitata”. Dalla<br />
notte dei tempi, le necessità fondamentali dell’essere<br />
umano sono rimaste inalterate: reperire il nutrimento<br />
fisico e spirituale. E’ per rispondere a questo bisogno<br />
primor<strong>di</strong>ale, che l’uomo nel corso dei millenni, ha<br />
delimitato fisicamente ma soprattutto idealmente,<br />
<strong>luoghi</strong> particolari per caratteristiche geofisiche ed<br />
energetiche.<br />
Energia, un termine derivato dal greco, dato dalla<br />
fusione <strong>di</strong> due parole, "en" dentro ed "ergon", lavoro,<br />
opera.<br />
Dunque, Luoghi d'Energia,ovvero porzioni <strong>di</strong> spazio idealmente o<br />
materialmente delimitati in grado <strong>di</strong> produrre autonomamente e<br />
intimamente un lavoro. In altre parole <strong>luoghi</strong> capaci <strong>di</strong> estrinsecare<br />
energie <strong>di</strong> varia natura che inevitabilmente si compenetrano e<br />
interagiscono con tutte le altre forme <strong>di</strong> <strong>energia</strong>, inclusa quella compressa,<br />
ovvero, la materia.<br />
Associare i due termini ed i significati che sottendono è invero abbastanza<br />
arduo ed inusuale almeno per l'uomo moderno, ma questo concetto è stato<br />
il fondamento su cui si è basata la ritualità e quoti<strong>di</strong>anità umana in ogni<br />
epoca ed ad ogni latitu<strong>di</strong>ne. I <strong>luoghi</strong> d'<strong>energia</strong> o <strong>luoghi</strong> alti come li<br />
definiscono i francesi, hanno<br />
da sempre rappresentato un<br />
punto <strong>di</strong> riferimento, per<br />
l'uomo alla ricerca del<br />
benessere, della salute fisica<br />
ma soprattutto del contatto<br />
col trascendente.<br />
Nel corso dei millenni, in<br />
virtù delle loro<br />
caratteristiche, questi <strong>luoghi</strong><br />
sono <strong>di</strong>venuti <strong>luoghi</strong> <strong>di</strong> culto,<br />
in onore <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinità le più
<strong>di</strong>sparate, o <strong>luoghi</strong> <strong>di</strong> cultura e potere. Paradossalmente questo intimo<br />
legame tra <strong>energia</strong> e fede, <strong>energia</strong> e conoscenza, ne ha decretato<br />
l'alienazione e l'oblio.<br />
Le nebbie del passato, vanno gradualmente <strong>di</strong>ssolvendosi e da più parti<br />
autorevoli voci si alzano, nel tentativo <strong>di</strong> portare l'uomo, a riappropriarsi<br />
<strong>di</strong> quella cultura e quella conoscenza che gli erano proprie. Purtroppo, agli<br />
albori del terzo millennio, vittima consapevole eppur complice <strong>di</strong> una<br />
fretta imperante, l'uomo ha poco tempo e poca voglia <strong>di</strong> porsi domande e in<br />
questo contesto <strong>di</strong> cultura preconfezionata, preferisce assumere una forma<br />
mentis non propria alla quale si conforma e si adatta. Cogito ergo sum<br />
sembra così fuori moda da apparire offensivo e molte riflessioni, sulla<br />
natura dei <strong>luoghi</strong>, sul rapporto intimo con la terra, sono relegate al mondo<br />
degli ”esoteristi”, degli “stu<strong>di</strong>osi del paranormale”, degli “scienziati <strong>di</strong><br />
frontiera” o dei curiosi, come me.<br />
Così, purtroppo, molti richiami cadono nel vuoto. Se per esempio le teorie<br />
del Dottor Hartmann, fossero state recepite con più attenzione, oggi forse<br />
saremo qualche passo avanti, nell'irto ed erto cammino per il recupero<br />
della conoscenza e padroneggeremo un un sapere che è invece relegato<br />
ancora al mondo delle cose oscure e nascoste.<br />
Un sapere che era proprio <strong>di</strong> tutte le culture antiche e che era stato<br />
trasmesso e conservato con cura da generazioni <strong>di</strong> sciamani, sacerdoti,<br />
veggenti, sensitivi, drui<strong>di</strong>, profeti, monaci e architetti. Ecco dunque il<br />
perché <strong>di</strong> questo luogo ideale e materiale, un tentativo modesto <strong>di</strong> aprire<br />
uno spiraglio, <strong>di</strong> esplorare il nostro mondo, <strong>di</strong> concepire la Terra come un<br />
essere vivo e pulsante capace <strong>di</strong> agire, reagire e soprattutto interagire con<br />
l’uomo e la sua <strong>energia</strong>. Templi, caverne, menhir, pirami<strong>di</strong>, moschee,<br />
piccole pievi romaniche o maestose cattedrali, chi <strong>di</strong> noi in certi <strong>luoghi</strong><br />
non si è sentito almeno una volta accolto, abbracciato, sollevato, e il suo<br />
respiro si è fatto sincrono, ritmato, con un respiro più ampio, immenso...<br />
Questi <strong>luoghi</strong> che dalla preistoria hanno richiamato a se l’uomo, sono stati<br />
frequentati, armonizzati, mo<strong>di</strong>ficati, usurpati, ma ancora oggi il battito<br />
della terra è forte e presente.<br />
I Luoghi<br />
Che cos'è dunque un luogo d'<strong>energia</strong>? E' scientificamente provato che<br />
utilizziamo solo il 10% delle nostre potenzialità cerebrali. Anche la<br />
percezione, attraverso i nostri sensi, è parziale. Riusciamo ad u<strong>di</strong>re solo<br />
determinate frequenze, così come riusciamo a vedere e percepire solo una<br />
gamma limitata <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni cromatiche. Tutto ciò è considerato normale,<br />
mentre non si pensa altrettanto <strong>di</strong> persone che estrinsecano capacità<br />
"extrasensoriali". Un rabdomante per esempio riesce a sentire l'acqua<br />
<strong>di</strong>versi metri sotto terra, un ra<strong>di</strong>oestesista riesce a captare le energie<br />
sottili o le onde <strong>di</strong> forma. Tali facoltà erano nei tempi passati considerati<br />
doni, coltivate, e sfruttate. Ebbene i <strong>luoghi</strong> d'<strong>energia</strong>, naturali o creati con<br />
intervento umano, sono quei <strong>luoghi</strong> che contribuiscono ad aumentare le
nostre percezioni, il nostro benessere, il nostro metabolismo, fino a<br />
giungere a <strong>di</strong>retto contatto con il trascendente. L'attenzione estrema che i<br />
nostri antenati ponevano nell'ascoltare il ritmo della terra, li portava non<br />
solo a identificare i <strong>luoghi</strong> d'<strong>energia</strong>, ma anche i <strong>luoghi</strong> dove fosse<br />
insalubre abitare, vivere, lavorare. Le conoscenze della salubrità o meno<br />
dei <strong>luoghi</strong> sono stati quasi sempre appannaggio della casta sacerdotale.<br />
Nell’antichità i cinesi sceglievano i <strong>luoghi</strong> dove costruire secondo lo stu<strong>di</strong>o<br />
delle simmetrie dell’ambiente circostante. Greci e latini, facevano<br />
pascolare e dormire le greggi per un anno<br />
sui terreni dove volevano costruire. Nei<br />
vecchi monasteri in Himalaya si<br />
orientavano le celle per i monaci in modo<br />
che fossero contenute entro una cella del<br />
reticolo <strong>di</strong> Hartmann, e quin<strong>di</strong> in zona<br />
neutra. Gli antichi <strong>luoghi</strong> sacri pagani e<br />
paleocristiani sono pieni <strong>di</strong> <strong>energia</strong><br />
positiva. Dolmen, obelischi, menhir,<br />
pirami<strong>di</strong> e poi le gran<strong>di</strong> cattedrali, i<br />
costruttori hanno sempre tenuto in<br />
considerazione lo stu<strong>di</strong>o e la ricerca <strong>di</strong><br />
<strong>luoghi</strong> carichi <strong>di</strong> energie positive e <strong>di</strong><br />
neutralizzazione delle energie negative.<br />
I menhir punteggiano la superficie della<br />
terra dall'estremo oriente fino in Irlanda,<br />
sull'isola <strong>di</strong> Pasqua come in Africa o in<br />
Australia, in Sudamerica come negli<br />
attuali Stati Uniti. La cultura megalitica<br />
permetteva all'uomo <strong>di</strong> rilevare i no<strong>di</strong><br />
geopatogeni, o zone ad <strong>energia</strong> negativa.<br />
Collocare a terra un menhir, equivaleva a praticare una sorta <strong>di</strong><br />
agopuntura per trasformare le griglie vibratorie negative, una sorta <strong>di</strong><br />
sanificazione del terreno e gli obelischi <strong>di</strong> pietra fungevano da<br />
trasmettitori che irra<strong>di</strong>avano in nella zona circostante <strong>energia</strong> positiva,<br />
una funzione che anche oggi continuano ad avere. Gli antichi Romani, non<br />
solo orientavano tutte le costruzioni in relazione ai reticoli, come del resto<br />
i Celti prima <strong>di</strong> loro, ma il tracciato delle loro strade, seguendo le<br />
in<strong>di</strong>cazioni degli Auguri, evitava quando possibile <strong>luoghi</strong> ad <strong>energia</strong><br />
negativa. Questo per ridurre l'affaticamento dei loro soldati in marcia.<br />
Così nell'antica In<strong>di</strong>a, le griglie sono state usate per definire il concetto<br />
degli otto <strong>di</strong>shas, (orientamenti) e più precisamente per definire<br />
l'orientamento delle tempie ( e quin<strong>di</strong> della testa ), in relazione alle zone<br />
ove risiedere, come è spiegato nei Vastushastras.<br />
I costruttori <strong>di</strong> cattedrali nel me<strong>di</strong>oevo, oltre a sfruttare <strong>luoghi</strong> già<br />
conosciuti dal punto <strong>di</strong> vista cultuale ed energetico, eressero meravigliose<br />
torri, aventi, tra l'altro, la funzione <strong>di</strong> antenna ricetrasmittente <strong>di</strong> energie<br />
cosmotelluriche. In definitiva alcuni <strong>luoghi</strong> furono selezionati, frequentati,<br />
mo<strong>di</strong>ficati, al fine <strong>di</strong> potenziarne la salubrità e quin<strong>di</strong> migliorare le<br />
con<strong>di</strong>zioni della vita materiale degli uomini, altri invece furono selezionati
e potenziati a fini terapeutici o per innalzare lo spirito verso mon<strong>di</strong><br />
superiori.<br />
Per riconoscere tali <strong>luoghi</strong> gli antichi li segnalavano con figurazioni <strong>di</strong><br />
animali scolpite nelle rocce.<br />
Corrispondevano alla figurazione dell'animale più forte (leone, sfinge, ecc)<br />
i <strong>luoghi</strong> con emissione <strong>di</strong> energie magnetiche più potenti, mentre a <strong>luoghi</strong><br />
con emissioni magnetiche più deboli corrispondevano sculture <strong>di</strong> animali<br />
più deboli (cane, capra, ecc). Da queste segnalazioni gli uomini del passato<br />
potevano assorbire loro stessi queste energie e <strong>di</strong>ventare più potenti,<br />
oppure formare delle centrali <strong>di</strong> <strong>energia</strong> che venivano sfruttate per usi<br />
umani o per <strong>di</strong>fesa.<br />
Inoltre tramite queste conoscenze erano riusciti a regolare<br />
l'emissione dell'<strong>energia</strong> magnetica terrestre dall'interno della terra<br />
eliminando così i movimenti tellurici. Per far ciò essi usavano costruzioni<br />
<strong>di</strong> massi a punta <strong>di</strong> notevole altezza chiamati Menhir. I Menhir<br />
scaricavano l'<strong>energia</strong> magnetica contenuta nella terra in virtù della legge<br />
delle punte. Ai Menhir venivano alternati i Dolmen, costruzioni piatte che<br />
essendo raccoglitrici <strong>di</strong> energiemagnetiche solari, servivano per reazione a<br />
produrre la spinta per l'uscita dell'<strong>energia</strong> terrestre attraverso i Menhir<br />
verso il sole. In questo modo i Dolmen completavano e regolavano il ritmo<br />
magnetico.<br />
Potendo regolare il ritmo, gli antichi se ne servivano per captare l'<strong>energia</strong><br />
adatta al funzionamento delleapparecchiature costruite in quel tempo,<br />
capaci fra l'altro <strong>di</strong> eliminare la forza <strong>di</strong> gravità.<br />
Dolmen "Sa Coveccada" - Mores (SS)
Dai Menhir alle Cattedrali Megaliti<br />
Le civiltà che ci hanno preceduto su questa<br />
terra, hanno lasciato sin dall'epoca<br />
eneolitica (Eneo = <strong>di</strong> bronzo), testimonianze<br />
evidenti e affascinanti che le culture<br />
successive hanno tentato <strong>di</strong> spiegare,<br />
plagiare, demonizzare.<br />
In alcune zone del pianeta riscontriamo un'ampia quantità e qualità <strong>di</strong><br />
testimonianze, ma si può considerare che i Menhir siano <strong>di</strong>spersi in tutto il<br />
mondo.<br />
Menhir è un termine <strong>di</strong> derivazione Bretone e significa "luogo delle pietre" o<br />
"Lunghe pietre" e proprio la Britannia è forse uno dei <strong>luoghi</strong> dove è<br />
possibile incontrarne il maggior numero. Nella foresta <strong>di</strong> Montargis si<br />
trova questo Menhir presso il quale ancora oggi si<br />
recano le donne che non riescono a concepire.<br />
Oltre alla connotazione energetica è importante<br />
sottolineare lo sforzo e le implicazioni tecnologiche che<br />
hanno permesso l'escavazione, il trasporto e la<br />
collocazione <strong>di</strong> questi enormi massi, aspetti ancora non<br />
del tutto chiariti. Dove non arrivò la la ragione, poté<br />
l'immaginazione o ancor più la chiesa. Così i vari siti<br />
megalitici che oggi conosciamo, vennero considerati<br />
opera dei pagani o del <strong>di</strong>avolo, identificando i menhir<br />
come fanciulle pietrificate per aver violato un<br />
comandamento, o buoni cristiani ridotti in pietra da<br />
Satana in persona.<br />
Ci fu così nel tempo il tentativo <strong>di</strong> "cristianizzare" i<br />
menhir, certamente con scarso successo. Queste pietre<br />
infisse nel terreno, si ritrovano dunque in tutto il<br />
mondo.<br />
Anche se i cultori della storia dell'arte e<br />
dell'archeologia non hanno azzardato accostamenti,<br />
da un punto <strong>di</strong> vista del ruolo deputato a tali<br />
strumenti, si possono tentare delle congetture. Citerei<br />
e accomunerei gli obelischi, presenti soprattutto in<br />
Africa e in Me<strong>di</strong>o Oriente, ( quelli <strong>di</strong> Karnak<br />
risuonavano come enormi <strong>di</strong>apason ), ma anche le<br />
enigmatiche figure antropomorfe dell'Isola <strong>di</strong> Pasqua,<br />
le colonne ferree e le nostre steli <strong>di</strong> Luni, in Toscana.<br />
Anche i centri oracolari, erano connotati dalla presenza <strong>di</strong> pietre fittili e<br />
spesso ad una certa <strong>di</strong>stanza delle pietra principale, erano collocate altre<br />
pietre minori, quasi a costituire una rete per la circolazione delle energie.
A Delfi esiste ancora una copia dell'omphalos, una pietra infissa a terra.<br />
Si narra che il luogo era de<strong>di</strong>cato a Gaia, ed era protetto dal serpente<br />
Pitone. Apollo uccise il serpente e sul luogo della contesa fece erigere una<br />
colonna. Analoga storia si narra per Delo, o per Montovolo, centro<br />
oracolare etrusco sull'appennino tosco emiliano. A pergamo in Turchia, la<br />
pietra che in<strong>di</strong>ca l'omphalos, ha scolpiti in bassorilievo due serpenti,<br />
animale utilizzato per simbolizzare le forze energetiche<br />
sotterranee.<br />
Una nota particolare per reperti litici poco conosciuti, ma<br />
anch'essi <strong>di</strong>spersi in tutto il mondo. Si tratta <strong>di</strong> sfere <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni e peso considerevoli, alcune volte rinvenute<br />
isolate, altre inglobate in complessi architettonici <strong>di</strong><br />
successiva e<strong>di</strong>ficazione. In Europa si rilevano più numerose<br />
in Serbia, ma segnalazioni certificate, le collocano in 122 nazioni. Queste<br />
pietre infisse nel terreno dunque hanno costituito antenne ricetrasmittenti<br />
<strong>di</strong> <strong>energia</strong> cosmotellurica, a beneficio degli uomini che seppero sfruttarla.<br />
Nei primi secoli del cristianesimo, un movimento<br />
<strong>di</strong> asceti scelse come luogo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione l'apice<br />
<strong>di</strong> monoliti infissi nel terreno e in alcuni casi lo<br />
elessero a propria <strong>di</strong>mora. Il più famoso è<br />
sicuramente San Simeone Stilita che in Siria<br />
<strong>di</strong>morò per quasi trenta anni all'apice <strong>di</strong> una<br />
colonna <strong>di</strong> alta 17 metri. E' logico pensare che<br />
oltre alla carica votiva questi uomini ricevessero e<br />
usassero una particolare <strong>energia</strong> proprio dal<br />
luogo ove risiedevano. Intorno alla colonna fu<br />
e<strong>di</strong>ficato intorno al 490 una complesso<br />
monumentale, abbandonato poi a seguito<br />
dell'avvento dell'Islam. Oggi rimane <strong>di</strong> quella colonna un moncone eroso<br />
dal tempo e dall'incuria. Sarebbe interessante analizzare anche da un<br />
punto <strong>di</strong> vista ra<strong>di</strong>oestesico l'<strong>energia</strong> <strong>di</strong> tali <strong>luoghi</strong>.<br />
I menhir da pietre isolate, sono stati poi collocati in modo<br />
da formare delle strutture allineate, talvolta <strong>di</strong> poche<br />
unità, come nell'area sacra <strong>di</strong> Sa Perda Longa in<br />
Sardegna. Questi allineamenti, seguivano verosimilmente<br />
vie d'acqua subaeree o linee <strong>di</strong> <strong>energia</strong> particolarmente<br />
elevate.
Impressionante il numero e le <strong>di</strong>mensioni dei menhir allineati in Francia a<br />
Carnac. La leggenda vuole che una folle inferocita inseguisse un tale e per<br />
intervento <strong>di</strong>vino venisse pietrificata.<br />
Altre strutture organizzate sono definite Cromlech, (dal<br />
bretonecrom,"rotondo", e lech, "pietra")<br />
costruzioni circolari la cui funzione era<br />
forse molteplice, sacrale ed<br />
astronomica. Anche se la maggior parte<br />
<strong>di</strong> questi recinti sacri si ritrova nel<br />
nord Europa, vi sono alcuni esempi<br />
anche in Italia e in particolare in Valle<br />
d'Aosta. Il più famoso e stu<strong>di</strong>ato rimane<br />
quello <strong>di</strong> Stonehenge, ma vale la pena<br />
<strong>di</strong> ricordare anche il cerchio <strong>di</strong><br />
Avebury.
Altre strutture litiche collocate in <strong>luoghi</strong> a particolare carica energetica<br />
sono i Dolmen (dal bretone dol, "tavola", e men, "pietra") lastre poste<br />
orizzontalmente su sostegni verticali. La sardegna può vantare il Dolmen<br />
più importante <strong>di</strong> tutta l'area del me<strong>di</strong>terraneo, una struttura litica del<br />
peso complessivo <strong>di</strong> 27 tonnellate.<br />
Vie Cave<br />
Altri <strong>luoghi</strong><br />
abbastanza<br />
misteriosi per<br />
origine e<br />
significato,<br />
sono le<br />
Tagliate<br />
Etrusche.<br />
Disseminate<br />
in tutta la<br />
Toscana e il<br />
Lazio, sono<br />
vere e proprie<br />
vie cave<br />
intagliate
nella roccia. Sono state avanzate alcune ipotesi, ma tutte fumose e poco<br />
convincenti. E' noto che la religione etrusca fosse impregnata <strong>di</strong> concetti<br />
<strong>di</strong>vinatori ed esisteva un vero corpus letterario che i Romani chiamarono<br />
"Disciplina etrusca". Erano abili minatori e molto del loro sapere era<br />
attribuito alla terra. La leggenda narra che il <strong>di</strong>o Tàges, sotto le spoglie <strong>di</strong><br />
neonato, era apparso tra le zolle del campo che il leggendario eroe<br />
Tarconte, stava arando. Il fanciullo spiegò i segreti della <strong>di</strong>vinazione da<br />
cui il nome Disciplina Tagetica. E' verosimile che le vie cave, seguano vere<br />
e proprie linee <strong>di</strong> forza e i <strong>luoghi</strong> del culto, oggi abbandonati e spesso<br />
irraggiungibili, fossero <strong>luoghi</strong> <strong>di</strong> alta <strong>energia</strong>. Come nel caso dei <strong>luoghi</strong><br />
prescelti dagli stiliti, sarebbe interessante valutare il reale stato<br />
energetico delle vie cave.<br />
S'ingurtidorgia Sardegna (Ogliastra)<br />
Pozzi e Sorgenti<br />
Analizzare la miriade <strong>di</strong> sorgenti ed acque<br />
alle quali nel tempo sono state attribuite<br />
proprietà particolari, è pressoché<br />
impossibile.<br />
Vale la pena ricordare tutte le fonti termali<br />
<strong>di</strong> cui la nostra Italia è particolarmente<br />
ricca. E' risaputo che ogni acqua ha effetto
terapeutico per l'una o l'altra patologia, ma nessuno ha mai saputo dare<br />
una spiegazione scientifica del fenomeno. Sono dell'opinione che la ragione<br />
vada ricercata nell'ambito delle energie che l'acqua con la sua capacità<br />
chimica, ma anche con la sua memoria specifica è in grado <strong>di</strong> veicolare.<br />
Molti dei santuari e<strong>di</strong>ficati in epoca cristiana hanno inglobato pozzi o<br />
fontane ed ancor oggi all'acqua sono legati fenomeni denominati<br />
"miracoli". Voglio qui ricordare il Pozzo <strong>di</strong><br />
Santa Cristina in Sardegna. La vista<br />
dall'alto ne evidenzia una struttura<br />
esterna a "toppa" forse in assonanza con<br />
l'organo generatore della Dea Madre. Al<br />
centro del monumento una scalinata<br />
scende nel sottosuolo. Tutte le strutture<br />
murarie sono <strong>di</strong> pietra basaltica,<br />
facilmente reperibile ma <strong>di</strong> eccezionale<br />
durezza alla lavorazione. La costruzione<br />
risale al<br />
XII secolo avanti Cristo e da allora è<br />
stata sede <strong>di</strong> cerimonie liturgiche che<br />
hanno attraversato il tempo e la storia. E'<br />
stata condotta una attenta analisi e sono<br />
stati <strong>di</strong>agrammati i livelli energetici che<br />
mutano man mano che si <strong>di</strong>scende la<br />
scalinata, fino ad arrivare in contatto<br />
con l'acqua. Seguendo quanto affermato<br />
da Mario Aresu e Lello Fadda, al primo<br />
gra<strong>di</strong>no, sono state rilevate 2.000 Bovis. Il livello sale man mano che la<br />
<strong>di</strong>scesa procede, fino ad arrivare a 7.800 Bovis al decimo gra<strong>di</strong>no.<br />
Scendendo ancora si arriva al ventiquattresimo gra<strong>di</strong>no con 34.000 Bovis e<br />
al contatto con l'acqua si raggiungono 410.000 Bovis. Questi livelli<br />
energetici fanno pensare che la <strong>di</strong>scesa alle acque rappresentasse un vero<br />
e proprio cammino <strong>di</strong> iniziazione o comunque un percorso <strong>di</strong> scarico e<br />
ricarico <strong>di</strong> energie per chi scendeva al pozzo e si immergeva nelle sue<br />
acque. Fonti greche e latine riportano dell'usanza dei Sar<strong>di</strong> <strong>di</strong> recarsi<br />
presso i loro monumenti per i riti dell'incubazione. Si trattava <strong>di</strong> rituali <strong>di</strong><br />
guarigione in cui, per cinque giorni e cinque notti una persona soggiornava<br />
o ad<strong>di</strong>rittura dormiva in queste aree ad alta <strong>energia</strong>.
Un altro pozzo sacro in ottimo stato<br />
<strong>di</strong> conservazione e facilmente<br />
accessibile è quello <strong>di</strong> "Sa Testa" nei<br />
pressi <strong>di</strong> Olbia. A <strong>di</strong>fferenza del<br />
pozzo <strong>di</strong> Santa Cristina la struttura<br />
è realizzata interamente in granito<br />
e scisto, materiali lapidei <strong>di</strong> cui la<br />
zona è ricchissima. Il monumento si<br />
sviluppa<br />
sull'asse<br />
NNO-SSE con<br />
una<br />
lunghezza<br />
complessiva<br />
<strong>di</strong> 17.50<br />
metri. La<br />
Tholos, la<br />
copertura del pozzo vera e propria, è andata<br />
perduta e oggi è<br />
visibile soltanto<br />
la base<br />
circolare. Nel<br />
monumento si<br />
riconoscono un<br />
cortile circolare e un vestibolo a forma<br />
<strong>di</strong> trapezio. Si giunge così alla<br />
scalinata e particolare interessante, il<br />
primo gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> accesso è in realtà<br />
una canalina con funzione <strong>di</strong> valvola troppo-pieno, che consentiva la<br />
fuoriuscita dell'acqua in eccesso in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> massima abbondanza. Il<br />
cortile infatti è in pendenza verso l'esterno e il pavimento presenta al<br />
centro una condotta realizzata interamente in pietra, che serviva a far<br />
defluire l'acqua all'esterno, in modo da non impe<strong>di</strong>re o <strong>di</strong>sturbare lo<br />
svolgimento dei rituali, anche con la massima capienza idrica. Il pozzo ha<br />
17 scalini 9 dei quali attualmente sommersi. La <strong>di</strong>scesa fino alla soglia<br />
finale è impossibile. Al momento della mia visita, un grosso serpente si<br />
muoveva pigro sugli scalini per poi sparire in un anfratto. Molti <strong>di</strong> questi<br />
rettili trovano riparo fra le umide pietre del pozzo e probabilmente da<br />
sempre sono da considerarsi i veri guar<strong>di</strong>ani del luogo. Verosimilmente il<br />
pozzo <strong>di</strong> Sa Testa è più antico <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Santa Cristina, lo si fa risalire<br />
infatti al XVI secolo avanti Cristo. Pozzi analoghi sono numerosissimi in<br />
Sardegna almeno 50, alcuni come il pozzo Milis a Golfo Aranci in pessime<br />
e degradate con<strong>di</strong>zioni. Esistono pozzi e sorgenti eneolitici anche nel resto<br />
d'Italia e d'Europa. Sicuramente però o se ne è persa traccia o sono stati<br />
inglobati e snaturati da costruzioni posteriori. Cito solo per cronaca il<br />
pozzo drui<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Chartres posto 37 metri sotto la superficie del pavimento<br />
e ormai sacrificato alla splen<strong>di</strong>da cattedrale gotica. Sarebbe interessante<br />
riuscire a scorgerne altri.
Ma può essere anche uno strumento per collegare l’uomo alla terra. Dalla<br />
scalinata centrale si accede alla stanza in profon<strong>di</strong>tà, dove si raccoglie<br />
l’acqua che secondo le popolazioni nuragiche aveva poteri terapeutici:<br />
alcuni stu<strong>di</strong>osi sostengono che la <strong>di</strong>vinità <strong>di</strong>morasse nell’acqua e che qui<br />
si svolgessero particolari cerimonie sempre legate all’acqua. Sul pozzo <strong>di</strong><br />
Santa Cristina e i suoi significati è fiorito uno stu<strong>di</strong>o guidato da Mauro<br />
Aresu, che a Palau, in Gallura, ha fondato l’associazione Uomo terra<br />
<strong>energia</strong> (oggi conta un centinaio <strong>di</strong> soci).<br />
L’attenzione <strong>di</strong> questo gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi si è soffermata, in particolare,<br />
sul simbolismo cosmico e le energie sottili: “Il pozzo”, spiega Aresu, “aveva<br />
anche un’importante funzione astronomica; <strong>di</strong> recente è stato interpretato<br />
come oggetto costruito allo scopo <strong>di</strong> fornire una soluzione geometrica ad<br />
alcuni problemi<br />
astronomici in qualche modo legati ai riti religiosi e con esigenze<br />
cronologiche legate al moto della luna”.<br />
Il tempio contiene, però, una più complessa ideologia.<br />
Aresu sostiene che la sua architettura sia sacra e simbolica. In altre<br />
parole, va considerato un riflesso del mondo <strong>di</strong>vino, la copia terrestre <strong>di</strong><br />
un archetipo celeste e <strong>di</strong> un’immagine cosmica. “La scala, che mette in<br />
relazione il mondo esterno, quello degli uomini, e il regno sotterraneo delle<br />
acque”, <strong>di</strong>ce Mauro Aresu, “è luogo <strong>di</strong> passaggio e della <strong>di</strong>scesa, ma anche<br />
della risalita e, per questo, via <strong>di</strong> comunicazione a doppio senso,<br />
ascendente e <strong>di</strong>scendente. Il passaggio deve avvenire per gra<strong>di</strong> e gli scalini<br />
segnano le gerarchie: ciascuno equivale a un livello. La scala porta<br />
all’acqua che nasce dalla terra, simbolo <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà e l’acqua è sorgente<br />
<strong>di</strong> vita e centro <strong>di</strong> purificazione. Per questo motivo le immersioni, le<br />
abluzioni e le aspersioni avevano la funzione fondamentale della<br />
rigenerazione dei fedeli”.<br />
Il cammino spirituale iniziava all’esterno, nel vestibolo, dove si<br />
praticavano le funzioni religiose. Attraverso la scala, secondo Aresu, si<br />
scendeva al centro, nell’utero della Grande Madre e poi dal centro del<br />
pozzo si tendeva verso l’alto e attraverso la cupola interrata, tholos, e il<br />
suo lucernario si usciva verso la via degli dei, verso quella <strong>di</strong>vinità che<br />
aveva mandato la propria emanazione dal cielo.<br />
Il pozzo <strong>di</strong> Santa Cristina rappresenta una raffigurazione cosmologica<br />
dell’antichità in cui, secondo Mauro Aresu, “emerge e arriva alla ribalta<br />
una conoscenza<br />
senza eguali. Durante l’equinozio <strong>di</strong> primavera o d’autunno, quando il sole<br />
si eleva, si possono scorgere rappresentazioni simboliche stupefacenti”. Nel<br />
marzo <strong>di</strong> cinque anni fa l’associazione Uomo terra <strong>energia</strong> ha fatto una<br />
singolare scoperta: sulla parete interna del pozzo ha in<strong>di</strong>viduato la<br />
proiezione dell’ombra <strong>di</strong> un uomo capovolta. E a proposito <strong>di</strong> siti<br />
megalitici, Pranu Muttedu, a Goni (piccolo centro del Gerrei nella zona<br />
sudorientale dell’Isola), ospita uno fra i più interessanti complessi della<br />
Sardegna, una necropoli e un’area <strong>di</strong> culto. La località occupa un’ampio<br />
spazio e comprende numerose tombe <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa tipologia, circoli <strong>di</strong> pietra,<br />
gran<strong>di</strong> menhir, pietre con coppelle scavate. Le più importanti e<br />
caratteristiche testimonianze del Parco archeologico sono le tombe “a<br />
circolo”: sono vasti tumuli composti da massi affiancati e sistemati in
filari concentrici, che dovevano servire da contenimento per la copertura.<br />
Tra queste tipologie, sicuramente<br />
la più interessante è quella della Tomba II. L’ingresso e le celle sono<br />
scavati in due gran<strong>di</strong> massi d'arenaria trasportati da lontano. La tomba II<br />
è il polo principale dell’area sacrale funeraria; possiede un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />
circa quattor<strong>di</strong>ci metri, è composta da tre paramenti concentrici in pietra,<br />
intorno a uno spazio interno <strong>di</strong>viso in quattro. Parte integrante della<br />
tomba II è il recinto megalitico, che delimita una vasta area con funzioni<br />
<strong>di</strong> spazio sacrale per i riti funerari. All’interno del recinto sta un circolo<br />
che serviva come ripiano per ospitare i riti preliminari della sepoltura.<br />
Si possono in<strong>di</strong>viduare tombe mono e bicellulari, con planimetria tipica <strong>di</strong><br />
quelle ipogeiche, precedute da corridoi con struttura a dolmen, cavità <strong>di</strong><br />
forma quadrangolare adatte a sepolture singole che ospitavano corpi in<br />
posizione rannicchiata. Altrettanto importante, all’interno Parco<br />
archeologico <strong>di</strong> Pranu Muttedu, la presenza <strong>di</strong> una cinquantina <strong>di</strong> menhir,<br />
detti in sardo perdas fittas o perdas longas. Accanto a un ricco complesso<br />
tombale del III millennio a.C. si possono ammirare le “pietre fitte”, una<br />
ventina delle quali alte fino a circa due metri, allineate lungo l'asse estovest,<br />
in apparente riferimento, quin<strong>di</strong>, al corso celeste del sole.<br />
Nuraghi<br />
Il nuraghe è considerato il simbolo della Sardegna. Esso è tecnicamente<br />
definito come un complesso e<strong>di</strong>lizio monumentale <strong>di</strong> provenienza<br />
autoctona, inserito all'interno <strong>di</strong> una cultura peculiare tra le più antiche e<br />
caratterizzanti: quella "nuragica", che si evidenziò con la realizzazione <strong>di</strong><br />
opere <strong>di</strong> vasto e complesso respiro architettonico, raggiungendo il suo<br />
massimo splendore attorno al primo millennio a C.<br />
Numerosissime sono le testimonianze, presenti ai giorni nostri,
dell'esistenza <strong>di</strong> un numero elevatissimo <strong>di</strong> queste strutture megalitiche.<br />
Attualmente se ne contano più <strong>di</strong> 7000 e forse altrettanto sono state<br />
definitivamente <strong>di</strong>strutte dalla successiva azione dell'uomo nella sua<br />
trasformazione del territorio.<br />
I nuraghi venivano localizzati in <strong>luoghi</strong> particolarmente importanti sotto il<br />
profilo strategico quando presentavano caratteristiche militari per il<br />
controllo del territorio, in tal caso venivano destinati a compiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e<br />
vigilanza sui villaggi, in area adatte geomorfologicamente a sod<strong>di</strong>sfare gli<br />
interessi economici sociali delle comunità abitative. E' quin<strong>di</strong> chiaro che la<br />
ricerca dei punti per l'erezione dei nuraghi doveva essere estremamente<br />
precisa, così come anche l'in<strong>di</strong>viduazione degli altri monumenti che la<br />
natura del terreno suggeriva e il senso religioso imponeva.<br />
Tali zone erano, come sempre, quelle in quella terra emanava i segnali<br />
magnetici più potenti, onde che si <strong>di</strong>sperdevano nel cielo e che erano<br />
captate da stregoni o maghi capaci <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarne con precisione la
provenienza. Pertanto lo stregone doveva in<strong>di</strong>care il punto esatto in cui il<br />
nuraghe doveva sorgere, precisando, con esattezza millimetrica,<br />
l'attraversamento delle varie murature, attenendosi a quanto la natura gli<br />
in<strong>di</strong>cava; i passaggi delle linee <strong>di</strong> forze magnetiche rappresentavano le<br />
<strong>di</strong>mensioni che costruttori erano tenuti a rispettare.<br />
Tali geometrie, più o meno regolari, oltre ad in<strong>di</strong>care il perimetro del<br />
nuraghe, in<strong>di</strong>cavano allo spessore della struttura perimetrale stessa,<br />
mentre altre linee magnetiche davano forma ai vani e ai corridoi.<br />
Nel caso del nuraghe, il punto centrale della costruzione corrisponde in<br />
genere con il punto <strong>di</strong> maggiore forza, coincidente con incroci <strong>di</strong> più linee<br />
magnetiche ad andamento orizzontale e verticale, che fuoriesce dal<br />
terreno me<strong>di</strong>ante irra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> onde elettromagnetiche riscontrabili a<br />
centinaia, se non a migliaia, <strong>di</strong> metri a <strong>di</strong>stanza. Gli antichi maghi o<br />
stregoni credevano che tale fenomeno " magnetismo " fosse una<br />
emanazione della presenza <strong>di</strong> acque sorgive sotterranee che avrebbero dato<br />
protezione alla costruzione contro la potenza delle oscure forze malefiche.
Le Tombe Dei Giganti<br />
La Tomba <strong>di</strong> Giganti è normalmente situata nei pressi del nuraghe o del<br />
villaggio, ad una <strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 300- 400 metri, ed era destinata<br />
alla sepoltura degli abitanti del "clan", e specialmente dei capi.<br />
La localizzazione veniva decisa dallo stregone del villaggio in base ai<br />
poteri rabtomantici soliti. Egli in<strong>di</strong>cava esattamente e con la massima<br />
precisione il punto focale magnetico superiore posto presso il villaggio e,<br />
per sua natura, in<strong>di</strong>viduabile a notevole <strong>di</strong>stanza. Il punto focale era<br />
in<strong>di</strong>spensabile per stabilire la fisionomia della successiva opera e su <strong>di</strong><br />
esso issata la stele, ma doveva anche essere circondato da altre linee<br />
magnetiche necessarie ad in<strong>di</strong>carne con esattezza i contorni.<br />
Si procedeva pertanto, come prima operazione, ad allineare le pietre<br />
costituenti la struttura della tomba secondo le linee <strong>di</strong> emanazione<br />
prodotte dal terreno. L'abside, cioè la parte terminale della tomba, era<br />
facilmente in<strong>di</strong>viduabile dal rabdomante-stregone in un punto<br />
corrispondente al culmine della struttura, una decina <strong>di</strong> metri <strong>di</strong>stante dal<br />
punto focale <strong>di</strong> massima emanazione energetica.<br />
Certamente l'idea della Terra generatrice e del principio della sua<br />
fecondazione procedette attraverso queste constatazioni elementari: un <strong>di</strong>o<br />
in forma <strong>di</strong> toro (principio fecondatore), una Madre Terra fecondata che dà<br />
frutti, acqua <strong>di</strong>vinizzata che dà linfa e forze vitali ad entrambi. Per questo
possiamo ipotizzare che l'innalzamento della stele nel punto <strong>di</strong> massima<br />
potenza della Terra rappresenti una trasposizione dell'organo sessuale<br />
maschile che la feconda producendo la vita; si tratterebbe in ultima<br />
analisi <strong>di</strong> un culto fallico legato la fecon<strong>di</strong>tà animale ed umana, tramite<br />
la Terra e l'Acqua. I defunti venivano riuniti in prossimità <strong>di</strong> tale fonte <strong>di</strong><br />
forza organica, proprio per trasporre in loro la forza della reincarnazione,<br />
la speranza <strong>di</strong> una nuova vita.<br />
La tomba <strong>di</strong> Giganti rappresenta quin<strong>di</strong> non solamente un cimitero<br />
collettivo, bensì una struttura destinata al culto della rigenerazione<br />
rituale attraverso le forze oscure promanate in quel particolare punto<br />
dalle profon<strong>di</strong>tà della Terra, al seno della quale venivano affidati i<br />
trapassati. In questi <strong>luoghi</strong> venivano celebrate le cerimonie rituali <strong>di</strong><br />
incubazione, ed è quin<strong>di</strong> probabile che gli abitanti vi passassero lunghe ore<br />
<strong>di</strong> sonno in onore ed in memoria degli eroi <strong>di</strong>vinizzati che apparivano,<br />
anch'essi, come addormentati. L'incubazione era quin<strong>di</strong> praticata a scopo<br />
terapeutico come antidoto per sconfiggere gli spiriti, gli incubi, i sogni<br />
molesti, le strane visioni.<br />
Numerosi autori classici, da Aristotele a Simplicio, da Tertuliano a<br />
Filipono, riferiscono che gli antichi sar<strong>di</strong> giacevano nell'emiciclo della<br />
tomba per cinque giorni. Aristotele descriveva il rito <strong>di</strong> incubazione come<br />
un profondo sonno capace <strong>di</strong> togliere al paziente la coscienza del tempo.<br />
Aveva dunque funzione terapeutica? Se il dubbio c'è, è subito risolto.<br />
Sappiamo infatti oggi che esistono cure basate sul magnetismo che<br />
portano la guarigione <strong>di</strong> determinate malattie, ed in particolare quelle<br />
relative a dolori muscolari ed ossa.<br />
È evidente che nostri avi avevano conoscenza dei poteri che il flusso<br />
magnetico presente nell'esedra della tomba possedeva; le sue virtù salutari<br />
apparvero evidenti attraverso l'esperienza pratica e vennero registrate nel<br />
novero dei poteri magici delle <strong>di</strong>vinità ctonie.La forza magnetica capace <strong>di</strong><br />
rigenerare i viventi aumentava così la venerazione e il timore sacro per la<br />
Madre Terra che accoglie e cura i propri figli.