regina garda 04_2006.indd - Santuario della Madonna del Frassino ...

Scultura in legno
esposizione UNIKA, Ortisei (BZ)
do con le persone con cui interagiamo.
E per poterle vivere senza esserne sommersi e travolti è indispensabile
aver imparato a riconoscerle e ad accoglierle: cosa
che avviene soprattutto grazie al paziente lavoro quotidiano
con cui l’adulto, accanto a un bambino, gli insegna poco alla
volta a dare un nome a quello che sta vivendo e a comunicarlo
con le parole: “Sono arrabbiato perché…”, “ho paura di…”,
“sto bene per…”.
La cura del corpo
Oltre ad ascoltarlo, del corpo naturalmente si deve anche
aver cura. E qui si potrebbe pensare che davvero il
nostro tempo non abbia nulla da imparare! Raramente
infatti si è prestata tanta attenzione al corpo e al
suo benessere, e si sono investite tante risorse a suo
favore, fi n dai primissimi giorni di vita. Ma è davvero
così? Il corpo cresce e si plasma anche attraverso
il movimento, lo sforzo, la fatica, il lavoro, non solo
con una attenzione sempre un po’ ansiosa (e talvolta
ossessiva) ad ogni imperfezione o a ogni suo minimo segnale. Accogliere
il corpo e ciò che esprime richiede forse un po’ meno perfezionismo
e maggiore scioltezza. “Oggi non di rado si rimprovera al
cristianesimo del passato di esser stato avversario della corporeità; di
fatto, tendenze in questo senso ci sono sempre state. Ma il modo di
esaltare il corpo, a cui noi oggi assistiamo, è ingannevole” continua
il Papa. Sono parole che dovrebbero farci rifl ettere.
E forse lo si sospetta vedendo moltiplicarsi i disturbi psicosomatici,
le patologie del comportamento alimentare e quant’altro. La
vera cura del corpo può essere solo“cura della persona” in tutte
le sue dimensioni, inclusa quella spirituale. “Se l’uomo ambisce
di essere solamente spirito e vuol rifi utare la carne come una
eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono
la loro dignità. E se, d’altra parte, egli rinnega lo spirito e
quindi considera la materia, il corpo, come realtà esclusiva,
perde ugualmente la sua grandezza”.
Ci avviamo a celebrare il Natale, l’inaudito mistero
di un Dio che ha voluto farsi corpo, prendendo “la
carne della nostra fragile umanità” (come dice San
Francesco). Chiediamo il dono di una attenzione autentica
al corpo che siamo e a quello di coloro che
vivono intorno a noi.
Sr. Maria Giovanna, clarissa
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