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06 Scheletro Appendicolare

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<strong>Scheletro</strong> appendicolare<br />

<strong>Scheletro</strong> zonale o dei cinti<br />

pettorale e pelvico<br />

Appendici pari e impari cioè:<br />

pinne<br />

arti articolati


I cinti sono costituiti da elementi scheletrici su cui si articolano le appendici<br />

pari e la maggior parte della loro muscolatura<br />

Cinto pettorale per le appendici anteriori<br />

Cinto pelvico per le appendici posteriori


Cinti e pinne pari nei<br />

Pesci


Cinti e arti articolati nei Tetrapodi


I cinti pettorale e pelvico ancorano le appendici pari al<br />

corpo e assorbono le sollecitazioni che esse trasmettono<br />

dall’acqua o da altro supporto.<br />

Ogni cinto lo si può considerare costituito da due emicinti (sui<br />

due lati) che possono articolarsi<br />

• tra di loro (es sinfisi pubica),<br />

• con il cranio: il cinto pettorale dei pesci ossei,<br />

• con lo sterno: il cinto pettorale dei tetrapodi,<br />

• con la colonna vertebrale: il cinto pelvico dei tetrapodi.<br />

Vengono eventualmente persi in vertebrati privi di appendici<br />

pari.<br />

Possono modificarsi in relazione al tipo di locomozione e in<br />

relazione alle abitudini di vita dell’animale (es. scavatori,<br />

arrampicatori, corridori..)


Cinto pettorale<br />

E’ costituito solitamente da elementi endoscheletrici,<br />

doppiati da elementi ossei dermici.<br />

Nei Pesci ossei è saldato con il cranio.<br />

Nei Tetrapodi, svincolandosi la testa dal tronco, il cinto<br />

dermico tende a ridursi e, con la comparsa del collo si<br />

allontana dalla testa;<br />

tende ad unirsi, attraverso le componenti ventrali, con lo<br />

sterno.


In un modello generalizzato di cinto pettorale o scapolare<br />

(vedi fig. 10-1 Kent) sono presenti cartilagini che possono<br />

ossificare, ossa di sostituzione, rappresentati da :<br />

coracoide, elemento ventrale<br />

scapola e sovrascapola, elementi dorsali,<br />

e<br />

ossa dermiche:<br />

clavicola, interclavicola (tetrapodi) elementi ventrali<br />

cleitro, sovracleitro, dorsali<br />

posttemporale dorsale (solo in pesci ossei)<br />

Le ossa di sostituzione predominano nei tetrapodi e sono le uniche<br />

presenti nei condroitti<br />

Le ossa dermiche predominano nei pesci ossei


Un cinto pettorale completo è ben documentabile in Polypterus:<br />

con serie completa di ossa dermiche e ossa di sostituzione, che<br />

formano l’articolazione per l’appendice anteriore nella fossa<br />

gleonoidea<br />

Inoltre, nei pesci ossei il cinto pettorale è ancorato al cranio attraverso<br />

il posttemporale<br />

Nelle specie di pesci ossei più recenti si ha una riduzione dei pezzi<br />

scheletrici, si forma una coraco-scapola e hanno perso la clavicola.<br />

Il cinto pettorale di Squalo è formato solo da cartilagini:<br />

scapola, sovrascapola e coracoide


A- Nei Condroitti generalmente il cinto pettorale è costituito da un<br />

anello incompleto cartilagineo immerso nella massa muscolare, senza<br />

alcune rapporto con lo scheletro assile<br />

B- nei batoidei (razza) sono presenti dei legamenti che servono per<br />

sospendere il cinto pettorale alla colonna vertebrale, ciò per l’ampiezza<br />

e la funzione della pinna pettorale, che serve per il nuoto<br />

A- squali B- razze


Confronto fra il tipo di nuoto in squalo e nella razza


Il cinto pettorale o scapolare dei Tetrapodi<br />

In tutti i tetrapodi attuali si realizza una riduzione del cinto pettorale<br />

con tendenza alla scomparsa degli elementi dermici<br />

•Neglianfibi: il cinto pettorale tende ad ossificare negli Anuri,<br />

mentre è cartilagineo negli Urodeli. Insieme ai pochi elementi<br />

sternali protegge i visceri.E’ del tutto assente negli Apodi, avendo<br />

perso gli arti.<br />

•NegliUccelli i coracoidi si articolano con lo sterno, mentre le<br />

clavicole si uniscono attraverso l’interclavicola per formare l’osso a<br />

forcella; la scapola a forma di sciabola è rivolta dorsalmente<br />

•Nei Mammiferi si passa da un cinto con numerosi pezzi scheletrici<br />

di tipo rettiliano dei Monotremi ad un cinto ridotto dei placentati in<br />

cui persistono scapola e clavicola, con tendenza alla riduzione o alla<br />

scomparsa della clavicola.


Nel cinto pettorale dei mammiferi assume in generale maggiore<br />

importanza la scapola per l’inserzione della muscolatura, in quanto nel<br />

passaggio da arto trasversale ad arto parasagittale, la quasi totalità dei<br />

muscoli che si inseriva sul coracoide, si sposta verso la scapola, che<br />

diventa così l’elemento essenziale del cinto pettorale, diventando<br />

anche l’elemento di articolazione con l’arto anteriore. Il coracoide si<br />

riduce a formare un processo coracoideo della scapola.<br />

La clavicola, generalmente presente, scompare in tutti i Mammiferi<br />

corridori, consentendo una maggiore ampiezza dell’oscillazione<br />

dell’arto anteriore.<br />

Il cinto dei monotremi è più simile a quello dei rettili e presenta gran<br />

parte degli elementi scheletrici.


Il cinto pelvico<br />

È formato da cartilagini (condroitti) o da ossa encondrali in pesci<br />

ossei e tetrapodi<br />

Nei tetrapodi le ossa dei due lati che costituiscono il cinto insieme<br />

alla colonna vertebrale formano un anello, il bacino, attraversato<br />

dalle componenti del sistema urogenitale e dall’ultimo tratto<br />

intestinale.<br />

Nei tetrapodi il cinto pelvico (ileo) si articola con la regione<br />

sacrale della colonna vertebrale<br />

pesci<br />

tetrapodi


In tutti i pesci il cinto pelvico –cartilagineo o osseo- è rappresentato<br />

da una laminetta ischio-pubica immersa nella massa muscolare,<br />

senza contrarre rapporti con la CV.<br />

Il cinto pelvico dei tetrapodi si articola saldamente con le vertebre<br />

sacrali attraverso un nuovo pezzo scheletrico: l’ ileo, il cui sviluppo<br />

è proporzionale all’importanza dell’arto posteriore che sostengono<br />

il peso del corpo<br />

Il peso del corpo viene trasferito al cinto pelvico per mezzo di<br />

una o più vertebre sacrali.<br />

L’importanza del cinto pelvico nei tetrapodi deriva dal fatto che gli<br />

arti posteriori più degli anteriori, sopportando il peso del corpo,<br />

danno la spinta per la locomozione e ammortizzano le forze nelle fasi<br />

di atterraggio dopo il salto o il volo.


Generalmente i pezzi che compongono il cinto pelvico sono diretti:<br />

ileo – dorsalmente ischio – posteriormente pube –anteriormente<br />

tutti confluiscono nell’acetabolo che costituisce l’articolazione per<br />

l’arto posteriore. Le due ossa pubiche, ad eccezione degli Uccelli<br />

confluiscono in una sinfisi mediana ventrale


Adattamenti del cinto pelvico<br />

Negli anuri gli ilei sono molto allungati in relazione alla spinta per<br />

il nuoto e per il salto, gli ischi ed i pubi sono ridotti<br />

L’adattamento al bipedismo degli Uccelli comporta un cinto pelvico<br />

eccezionalmente robusto: l’ileo si fonde con il sacro e con l’ischio,<br />

il pube è rivolto posteriormente e non presenta sinfisi, sicchè si forma<br />

un canale pelvico ampio che consente il passaggio di uova anche grosse.<br />

Il bacino dei mammiferi risulta dall’unione del cinto pelvico con<br />

l’osso sacro della colonna vertebrale.<br />

Nell’uomo le ossa del cinto si uniscono a formare l’osso innominato.<br />

Una sinfisi pubica fibrocartilaginea unisce ventralmente le ossa pubiche<br />

Nelle femmine essa consente una notevole dilatazione del bacino<br />

durante il parto per azione anche di ormoni.


Lo scheletro appendicolare è composto<br />

dalle appendici e i cinti che le sostengono<br />

La maggior parte dei pesci è dotata di pinne che contribuiscono<br />

a stabilizzare il corpo e a controllare le manovre durante il nuoto.<br />

La maggior parte dei tetrapodi ha appendici pari articolate, che<br />

svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere il corpo e nella<br />

locomozione.


Pinne<br />

Le pinne sono le appendici dei Pesci<br />

distinguibili in<br />

Pinne impari mediane dorsali e anale, e pinna caudale;<br />

Pinne pari pettorali e pelviche che sono articolate con i rispettivi<br />

cinti, possono mancare<br />

Una pinna generalizzata consiste di elementi scheletrici basali e<br />

radiali, cui sono associati raggi connettivali, il tutto rivestito da una<br />

piega cutanea


Differenze fra pinne di condroitti e osteitti<br />

A: Condroitti<br />

base larga con cartilagini<br />

basali e radiali e ceratotrichi<br />

C: Teleostei<br />

basali (per lo più ridotti)<br />

e radiali di natura ossea,<br />

lepidotrichi<br />

Teleostei<br />

I Sarcopterigi presentano pinne lobate; particolarmente importanti<br />

quelle pari di Crossopterigi ripidisti da cui si sarebbero evoluti gli arti<br />

dei Tetrapodi.


Nel nuoto la spinta in avanti in gran parte dei pesci deriva dai<br />

movimenti ondulatori della parte posteriore del<br />

tronco, della coda e della pinna caudale.<br />

Le pinne pari non partecipano alla spinta propulsiva, ma svolgono<br />

funzioni stabilizzatrici e regolatrici dei cambiamenti di rotta<br />

La pinna caudale si presenta diversamente conformata nei<br />

diversi gruppi di pesci:<br />

nella coda eterocerca il lembo dorsale è più esteso del ventrale e la colonna<br />

vertebrale piegando verso l’alto penetra nel lembo dorsale; Condroitti<br />

nella coda dificerca la colonna vertebrale termina quasi rettilinea ed i due lembi<br />

della coda sono simmetrici; Sarcopterigi<br />

nellla coda omocerca è una pinna esternamente simmetrica poiché i due lembi<br />

sono uguali, ma la colonna vertebrale piega verso il lobo dorsale, mentre il lobo<br />

ventrale è sostenuto da nuovi pezzi scheletrici derivati da archi emali, le ossa<br />

ipurali; Teleostei


La coda eterocerca è una coda asimmetrica da cui risulta<br />

una spinta verso l’alto che tende a contrastare la spinta verso il<br />

basso determinata dal maggior peso specifico del corpo<br />

dell’animale rispetto all’acqua;<br />

essa è funzionale in pesci che vivono anche in acque profonde<br />

e che non hanno altro sistema per regolare la loro posizione in<br />

senso verticale (mancano di vescica natatoria).<br />

La coda omocerca invece si afferma in quei Pesci che<br />

hanno la vescica natatoria, organo idrostatico; essi variando il<br />

contenuto dei gas al suo interno variano anche il peso specifico<br />

del corpo.<br />

Questo nuovo modo di contrastare le differenze di peso<br />

specifico è anche più vantaggioso perché non richiede lavoro<br />

muscolare della coda e viene quindi premiato durante<br />

l’evoluzione degli Osteitti


Gli arti dei tetrapodi si sono evoluti dalla pinna monobasica<br />

uniseriata dei crossopterigi e infatti notevoli appaiono le somiglianze<br />

tra le pinne e i cinti di questi pesci e dei primi tetrapodi<br />

Arto dei tetrapodi<br />

Pinna monoseriata dei<br />

Crossopterigi


Arti dei tetrapodi<br />

Schema generalizzato di arto pentadattilo dei tetrapodi<br />

composto da tre segmenti:<br />

Stilopodio<br />

Zeugopodio<br />

Autopodio


L’arto dei tetrapodi è in generale un arto articolato e<br />

pentadattilo (salvo eccezioni: solitamente riduzione del numero<br />

di dita, più raro un loro aumento)<br />

Lo stilopodio - omero o femore- è sostanzialmente simile in tutti<br />

i tetrapodi;<br />

lo zeugopodio –radio/ulna, tibia/fibula- possono modificarsi<br />

con riduzione di uno dei due o fusione fra loro o con elementi<br />

del basipodio;<br />

l’autopodio può modificarsi anche notevolmente (riduzione del<br />

numero di dita, variazione nel numero delle falangi….)


Stilopodio: prossimale<br />

articolato col cinto<br />

Zeugopodio: intermedio<br />

Autopodio: distale, formato da<br />

basipodio:<br />

metapodio<br />

acropodio


Arto anteriore: stilopodio e zeugopodio :<br />

l’omero è l’osso del braccio piuttosto simile in tutti i vertebrati, cui<br />

si articolano radio e ulna, le ossa dell’avambraccio, preassiale e<br />

postassiale, rispettivamente<br />

autopodio – mano:<br />

dita: falangi palmo:metacarpali polso: carpali<br />

Arto posteriore: stilopodio e zeugopodio :<br />

il femore è l’osso della coscia cui si articolano<br />

tibia e fibula, le ossa della gamba<br />

autopodio - piede:<br />

dita: falangi pianta: metatarsali caviglia: tarsali


Cambiamenti della posizione degli arti rispetto al corpo nel<br />

corso dell’evoluzione<br />

A- arto orizzontale, B- arto trasversale, C- arto parasagittale


L’arto orizzontale consente di strisciare sul terreno, ma non sostiene<br />

il corpo<br />

L’arto trasversale solleva il corpo ma per la sua disposizione permette<br />

una locomozione lenta e faticosa e coadiuvata da spostamenti laterali<br />

della colonna vertebrale.<br />

Molti anfibi e rettili si muovono in questo modo.<br />

L’arto parasagittale risolve il problema del sostegno e di una più<br />

efficiente locomozione grazie a movimenti oscillatori dell’arto che<br />

si trova sotto il corpo, con un minore impegno muscolare.<br />

L’articolazione degli arti anteriori coinvolge maggiormente la scapola.<br />

Questa disposizione cambia anche l’impegno della CV, che compie<br />

soprattutto flessioni verticali<br />

Questa situazione è presente nei mammiferi


Evoluzione dell’arto parasagittale: si attua una rotazione dell’arto<br />

anteriore posteriormente e di quello posteriore anteriormente,<br />

(frecce verdi) ma sia mano che piede ruotano verso il davanti<br />

(frecce nere)


La posizione trasversale (B) degli<br />

arti è presente negli Urodeli e in<br />

alcuni Rettili (tartarughe,<br />

sfenodonte);<br />

la posizione parasagittale (C)<br />

compare nei Rettili ed è presente nei<br />

Mammiferi:<br />

questa disposizione consente un<br />

movimento pendolare dell’arto, senza<br />

contorsioni della colonna vertebrale,<br />

permettendo un passo più lungo ed<br />

efficiente.


Modificazioni degli arti nei tetrapodi sono comparse<br />

per adattamenti:<br />

al salto; al volo; al nuoto; alla corsa; allo scavo<br />

per la presa


Adattamenti al volo<br />

Alcuni Rettili e Mammiferi posso “paracadutarsi” grazie ad<br />

estensioni laterali del corpo<br />

Ali con funzioni più specifiche per il volo sono tipicamente<br />

presenti nell’intera classe degli Uccelli, o nei Chirotteri, fra<br />

i Mammiferi<br />

L’ala dei chirotteri è formata dal patagio piega cutanea, che si<br />

estende lungo le parti laterali del corpo e sostenuta soprattutto dalla<br />

mano molto allungata, mentre si riducono i carpali<br />

Nella lucertola “drago volante” le espansioni del corpo sono sostenute<br />

da costole allungate, nello scoiattolo volante le pieghe cutanee<br />

si sviluppano tra gli arti che si distendono quando l’animale li<br />

allarga


Negli Uccelli l’arto anteriore diventa una struttura piuttosto rigida e<br />

allungata su cui si impiantano le penne; si forma un carpo-metacarpo<br />

per la fusione dei tre carpali e metacarpali; la mano presenta solo 3 dita,<br />

di cui il primo mobile forma l’alula


elemento<br />

allungato<br />

L’adattamento al volo negli Uccelli si accompagna ad una bipedia di<br />

tipo digitigrado con allungamento dei segmenti dell’arto posteriore e<br />

fusione di elementi del tarso con tibia (tibia-tarso) e metatarsali<br />

(tarso-metatarso) con une nuova articolazione intratarsale (freccia).<br />

L’arto presenta anche una riduzione del numero di dita.


Allungamento dell’arto posteriore per salto/corsa: l’arto è formato<br />

da tre segmenti allungati che presentano peculiarità in casi diversi<br />

7- femore<br />

8- tibia<br />

9- fibula<br />

10- tibiale<br />

12- fibulare<br />

14- tarsali<br />

15- metatarsali


T/F<br />

F<br />

metatarsali<br />

tibiale/fibulare<br />

In giallo sono indicati i pezzi scheletrici che si allungano in funzione<br />

del salto


Adattamenti per la corsa :<br />

allungamento degli arti anteriori e posteriori per<br />

modificazioni di metatarsali e metacarpali<br />

sollevamento dell’autopodio (cambiamento dell’andatura)<br />

riduzione del numero delle dita<br />

Il peso può ricadere su un numero dispari (piede mesassone) o<br />

su un numero pari di dita (piede parassone)


Nei Mammiferi l’efficienza del passo e la velocità viene<br />

migliorata passando da un’andatura:<br />

A- plantigrada a B- digitigrada o C-unguligrada<br />

B e C comportano un sollevamento dell’autopio e un<br />

allungamento di elementi del metacarpo e del metatarso


Adattamenti al nuoto<br />

Molti amnioti sono tornati alla vita acquatica con conseguenti<br />

modificazioni degli arti, che tendono ad assomigliare ad una<br />

pinna come ad es nei mammiferi (convergenza evolutiva) che<br />

ha funzione per lo più direzionale,mentre la spinta al nuoto può<br />

essere data dal tronco ( foche ) o dalla coda (balene)<br />

Gli uccelli acquatici usano le zampe palmate per il nuoto, o anche<br />

le ali modificate (pinguini)<br />

Anfibi e rettili possono perdere gli arti e usano il corpo per<br />

nuotare o adattare gli arti al nuoto (zampe palmate).

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