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Numero Aprile 2009 del 06.04.2009 - Provincia di San Michele ...

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4<br />

<strong>di</strong> Marco Roncalli<br />

Chiesa<br />

Era domenica, il 25 gennaio 1959, mezzo<br />

secolo fa. In quel giorno a Roma, nel<br />

monastero attiguo alla Basilica <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

Paolo fuori le Mura, Giovanni XXIII annunciava<br />

il suo Concilio a una dozzina<br />

<strong>di</strong> car<strong>di</strong>nali presenti alla chiusura <strong>del</strong>la<br />

Settimana per l’unità dei cristiani. Per la<br />

verità la notizia arrivò al mondo prima<br />

che a quei porporati. Infatti, dopo la Messa<br />

celebrata dall’abate e l’omelia papale,<br />

Giovanni XXIII varcava la soglia <strong>del</strong>l’aula<br />

capitolare per la sua comunicazione mentre<br />

era già passato mezzogiorno, l’ora in<br />

cui – per i vaticanisti – cessava l’embargo<br />

<strong>del</strong>l’annuncio. E fu una sorpresa assoluta.<br />

Tranne che per i più stretti collaboratori<br />

<strong>del</strong> pontefice: fra questi il segretario<br />

particolare Loris Francesco Capovilla<br />

che abbiamo incontrato a Ca’ Maitino,<br />

nel paese natale <strong>di</strong> Giovanni XXIII, a<br />

Sotto il Monte (Bergamo). L’arcivescovo<br />

Capovilla , novantatré anni compiuti lo<br />

scorso ottobre, reduce da un «Anno giovanneo»<br />

che l’ha impegnato parecchio<br />

ma sempre in buona forma, ricorda: «Me<br />

ne aveva accennato già il 30 ottobre, subito<br />

dopo l’elezione; poi il 2 novembre<br />

rammento un altro richiamo mentre ri-<br />

Vaticano II,<br />

la “novella” che sorprese il mondo<br />

Cinquant’anni fa l’annuncio <strong>di</strong> Giovanni XXIII<br />

ceveva i car<strong>di</strong>nali, durante l’u<strong>di</strong>enza con<br />

Ruffini, e anche successivamente, quasi<br />

invitandomi a superare le titubanze che<br />

aveva percepito in me, esortandomi a<br />

non fare troppi calcoli e a mettere il mio<br />

‘io’ sotto i pie<strong>di</strong> per estsere libero. Poi ne<br />

aveva parlato compiutamente il 15 e il 20<br />

gennaio – rimanendone confortato – con<br />

il segretario <strong>di</strong> Stato vaticano Domenico<br />

Tar<strong>di</strong>ni, con il sostituto monsignor Angelo<br />

<strong>del</strong>l’Acqua, il suo confessore Alfredo<br />

Cavagna...<br />

Qualcosa aveva lasciato trapelare in<br />

u<strong>di</strong>enze con antichi amici en passant<br />

chiedendo loro il segreto – penso a don<br />

Giovanni Rossi. Ma appena prima <strong>del</strong>l’annuncio<br />

erano stati informati anche Ottaviani,<br />

Confalonieri e altri car<strong>di</strong>nali presenti<br />

a <strong>San</strong> Paolo...». Già... Quelli che ebbero<br />

come reazione un impressionante<br />

devoto silenzio, parole dette dal Papa nel<br />

1962...<br />

«Ma che poi, singolarmente nelle u<strong>di</strong>enze<br />

– continua Capovilla – gli riferirono<br />

<strong>di</strong> non aver trovato parole per manifestare<br />

il giubilo e l’obbe<strong>di</strong>enza illimitata<br />

– e anche queste sono parole <strong>di</strong> Giovanni<br />

XXIII. Non si <strong>di</strong>mentichi che il papa non<br />

aveva chiesto un consenso, poteva essere<br />

un silenzio me<strong>di</strong>tativo. In ogni caso non<br />

enfatizzerei né circa entusiasmi, né su<br />

È il 25 gennaio 1959: in <strong>San</strong> Paolo fuori<br />

le Mura, chiudendo la Settimana per<br />

l’unità dei cristiani, Roncalli comunica la<br />

volontà <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re un «Concilio ecumenico<br />

per la Chiesa universale».<br />

Non casuale la scelta <strong>del</strong>la data, spiega<br />

l’ex segretario Capovilla: «Costante, in<br />

lui, l’anelito all’unità»<br />

freddezze imme<strong>di</strong>ate. Quel Concilio era<br />

– come <strong>di</strong>re? – nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>le cose;<br />

nello stesso Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico<br />

c’era un capitolo apposito sul Concilio,<br />

uno strumento che sta dentro la <strong>di</strong>namica<br />

<strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la Chiesa». Torniamo<br />

al 25 gennaio. Perché quel giorno?<br />

Per l’ex segretario <strong>del</strong> pontefice, «Roncalli<br />

sin dai tempi in cui era patriarca<br />

<strong>di</strong> Venezia aveva favorito l’ottavario per<br />

l’unità; la preghiera che si faceva in <strong>San</strong><br />

Zaccaria era qualcosa <strong>di</strong> sentito in modo<br />

profondo... L’anelito all’unità dei cristiani<br />

se lo portava dentro dai tempi <strong>del</strong>la<br />

Bulgaria (dove fu visitatore apostolico<br />

dal 1925 al 1934, ndr), dei primi incontri<br />

con gli ortodossi. Ad un vecchio armeno<br />

che in quegli anni gli aveva chiesto<br />

cosa pensasse <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sunione, aveva<br />

persino baciato le mani e – al ritorno da<br />

una visita al Papa – portato una medaglia<br />

e un’offerta <strong>di</strong> Pio XI. L’unità <strong>del</strong>le<br />

Chiese in Cristo era un desiderio forte<br />

in lui... E non è questo uno degli obiettivi<br />

<strong>del</strong> Concilio?».<br />

Chie<strong>di</strong>amo a Capovilla: quali influenze<br />

possono avere avuto sull’idea <strong>del</strong>la convocazione<br />

i suggerimenti che car<strong>di</strong>nali<br />

come Ruffini o Ottaviani affermarono <strong>di</strong><br />

aver dato al Papa al momento <strong>del</strong>l’elezione,<br />

o i progetti <strong>di</strong> Pio XI e <strong>di</strong> Pio XII,

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