Prodromo della flora dei Monti della Laga (Appennino centrale ... - Cnr

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4 G. TONDI, P. PLINI ________________________________________________________________________________________________ CLIMA Il complesso montuoso della Laga presenta una situazione climatica generale piuttosto definita (LONGHITANO & RONSISVALLE, 1974; PEDROTTI, 1982b; TONDI, 1984; PLINI & TONDI, 1989; GUARRERA & TAMMARO, 1991). In particolare, per quanto riguarda il versante laziale, la tab. 1 riporta i valori medi mensili di temperatura, precipitazione ed evapotraspirazione potenziale (PE) registrati nella Stazione termopluviometrica di Amatrice (Lat. N 42° 37‘; Long. 0° 50‘ E - merid. Monte Mario) nel cinquantennio 1938-1987 (Serv. Genio Civile). Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Anno T °C 1.4 2.3 5.0 8.1 12.3 16.0 18.5 18.6 15.6 10.9 6.6 2.8 9.9 precipit. mm. 76.5 82.9 72.6 73.7 69.5 54.3 37.7 42.2 62.3 82.8 105.5 101.0 860.0 PE mm. 5.1 9.3 21.7 40.5 66.8 92.0 102.1 95.9 73.5 46.2 25.2 9.9 49.0 Tab. 1 - Valori medi mensili di temperatura, precipitazione ed evapotraspirazione potenziale (PE) registrati nella Stazione termopluviometrica di Amatrice - periodo 1938-1987. Sulla base di questi valori è stato elaborato il diagramma termoudometrico di BAGNOULS & GAUSSEN (1953) ed il bilancio idrologico del suolo (THORNTHWAITE, 1948) (fig. 2). Fig. 2 - diagramma termoudometrico e bilancio idrologico del suolo
Prodromo della Flora dei Monti della Laga (Appennino centrale - versante laziale) 5 ___________________________________________________________________________________________________ Il diagramma ombrotermico rivela temperature medie non elevate, precipitazioni concentrate tra ottobre ed aprile e l‘assenza di un periodo di vera aridità (infatti, le curve termica e pluviometrica non si intersecano, pur essendo molto ravvicinate). Una situazione di questo tipo corrisponde al clima peninsulare appenninico, mediterraneo-montano, con piogge invernali (WALTHER & LIETH, 1960), che sul versante laziale della Laga caratterizza la fascia pedemontana fino a 1100 m di quota. L‘analisi del bilancio idrologico mostra che tra l‘inizio di settembre e la metà di novembre si verifica la ricostituzione della riserva idrica del suolo. Sino ad aprile c‘è un surplus d‘acqua, cioè un eccesso di precipitazioni rispetto alla capacità di ritenzione idrica (ca. 200 mm), e l‘acqua si perde per ruscellamento e/o per infiltrazione negli strati rocciosi sottostanti. La capacità di ritenzione idrica rimane immutata finché le precipitazioni sono superiori alla PE: in caso contrario, le piante cominciano ad attingere alla riserva idrica del suolo. Da giugno a settembre la curva delle precipitazioni e quella della evapotraspirazione si intersecano, determinando un periodo di deficit idrico. Parte di questo settore va considerato come “evapotraspirazione reale”, in pratica l‘utilizzazione delle riserve idriche del terreno (fine luglio), parte va invece considerata come vera e propria mancanza d‘acqua. L‘andamento della PE segue una tipica curva gaussiana, con il punto di massima intensità in corrispondenza della punta minima di piovosità. La vegetazione attraversa quindi un periodo critico tra maggio e settembre, ma è specialmente nei mesi di luglio e agosto che l‘acqua diventa fattore limitante e si assiste ad una fase di marcata aridità fisiologica. In tab. 2 i dati climatici di Amatrice sono stati posti a confronto con i valori registrati in altre località della Laga, desunti da letteratura. Località s.l.m. T °C P mm Fonte AMATRICE (RI) 955 9.9 860 LL.PP. 1934-1987 CAMPOTOSTO (AQ) 1430 7.7 1047 LL.PP. 1951-1969 (GUARRERA & TAMMARO, 1991) GINEPRI (TE) 820 11.7 908 LL.PP. 1953-1978 (GUARRERA & TAMMARO, 1991) CORTINO (TE) 1012 - 976 LL.PP. 1921-1950 (PEDROTTI, 1982b) PIETRALTA (TE) 1018 - 1075 LL.PP. 1921-1950 (PEDROTTI, 1982b) SETTECERRI (TE) 923 - 1001 LL.PP. 1921-1950 (PEDROTTI, 1982b) Tab. 2 - Dati relativi a temperatura e piovosità rilevati in varie località della Laga E‘ interessante notare che il versante laziale, a parità di altitudine, risulta essere in media più arido rispetto a quelli marchigiano ed abruzzese (ca. 100 mm/anno di precipitazioni in meno): questa situazione, insieme alla morfologia del territorio ed alla litologia dei terreni, favorisce lo sviluppo di estese praterie xeriche a quote anche elevate (Seslerieti a Sesleria nitida e Brachipodio-Nardeti di Colle S. Giovanni, m 1620, e di M. Doro, m 1617; ampi Xerobrometi nelle esposizioni meridionali, tra 1600 e 1800 m di quota, lungo tutto il versante reatino). Anche per quanto riguarda le temperature medie annue si registrano valori inferiori (ca. 2 °C/anno) rispetto alle aree limitrofe. Grazie a questa più marcata “continentalità” del clima locale, il versante laziale dei M.ti della Laga rappresenta un‘area di rifugio per molte specie boreali, come la rara Betula pendula Roth (PLINI & TONDI, l.c., TONDI, 1992). Sulla base dei dati a disposizione, è quindi possibile tracciare un quadro fitoclimatico sufficientemente preciso dell‘intero settore laziale della Laga (cfr. GUARRERA e TAMMARO, l.c., per il versante teramano). - Le aree della fascia pedemontana, al di sotto di 1200 m, rientrano quasi totalmente nel clima submediterraneo (regione bioclimatica mesaxerica, secondo R. TOMASELLI et alii, 1973), con un periodo di aridità estiva assente o ridotto, precipitazioni annue fino a 900 mm, e temperatura media del mese più freddo non inferiore a 0 °C. La vegetazione dominante è rappresentata dalla cerreta (a ceduo o fustaia, spesso quasi monofitica), dai querceti misti termofili nelle esposizioni più soleggiate e dal castagneto in quelle più fresche. - Le aree poste tra 1200 e 1900 m di quota rientrano nel clima axerico temperato (regione bioclimatica axerica fredda, sottoregione temperato-fredda), caratterizzato da assenza di aridità, precipitazioni superiori ai 1000 mm prevalentemente primaverili, con 2-3 mesi di gelo all‘anno. La vegetazione dominante da 1350-1400 m di quota è la faggeta; tra questa e la cerreta pedemontana (1200-1400 m) sono maggiormente diffusi querceti misti di transizione e arbusteti di ricostituzione. - Oltre i 1900 m il clima il clima è decisamente axerico freddo (regione bioclimatica axerica fredda, sottoregione mediamente fredda oroigrotera), con 3-4 mesi di gelo all‘anno e precipitazioni stimate oltre i 1300-1400 mm, che da novembre ad aprile assumono carattere nevoso. Le formazioni vegetali dominanti sono le brughiere subalpine a Vaccinium e i pascoli primari alpini a Luzula italica e Elyna myosuroides.
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