Rescritto di Adriano a Caio Minucio Fundano riportato da Eusebio di ...
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Impero romano<br />
e religioni straNIERE<br />
• Trattandosi <strong>di</strong> un popolo politeista i romani, in linea <strong>di</strong><br />
principio, non avevano <strong>di</strong>fficoltà ad accogliere nel<br />
proprio Pantheon ulteriori <strong>di</strong>vinità:<br />
– La lista delle <strong>di</strong>vinità conosciute, i nomina deorum dei libri<br />
pontificum, venivano regolarmente aggiornate per<br />
aggiungervi nuovi dèi<br />
– Sebbene gli dèi delle altre popolazioni non fossero sempre<br />
riconosciuti come egualmente potenti (la loro<br />
considerazione <strong>di</strong>pendeva <strong>da</strong>ll’importanza del popolo che li<br />
venerava!) tutti venivano ritenuti ugualmente “veri”<br />
• Di conseguenza la religione politeista romana non conosceva, in<br />
linea <strong>di</strong> principio, né il proselitismo, né l’intolleranza religiosa<br />
– Ma quest’ultimo èa concetto moderno e come tale inapplicabile al mondo<br />
antico