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Rescritto di Adriano a Caio Minucio Fundano riportato da Eusebio di ...

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Impero romano e religioni straNIERE<br />

• Nel corso della conquista dei<br />

territori e popoli che sarebbero<br />

venute a costituire l’impero, i<br />

romani:<br />

– Non <strong>di</strong>strussero i templi, né<br />

proscrissero le <strong>di</strong>vinità dei popoli<br />

sottomessi<br />

– La loro pietas religiosa – <strong>di</strong> cui<br />

an<strong>da</strong>vano particolarmente fieri –<br />

imponeva al contrario <strong>di</strong> venerarli in<br />

modo adeguato al fine <strong>di</strong><br />

• Volgere la potenza <strong>di</strong> quegli stessi dèi<br />

in favore dell’ imperium populi<br />

Romani<br />

•Gli antichi riconoscevano un segno del favore degli dèi nell’egemonia (quasi) mon<strong>di</strong>ale del popolo<br />

romano:<br />

•Ma erano altresì coscienti del fatto che ciò non sarebbe potuto accadere senza un merito particolare<br />

dello stesso popolo<br />

•Di qui l’orgoglio tutto romano <strong>di</strong> essere popolo sopra tutti gli altri religioso<br />

Et si conferre volumus nostra cum externis, ceteris rebus aut pares aut etiam inferiores reperiemur, religione, id est<br />

cultu deorum, multo superiores<br />

(Cicerone, De natura Deorum 2,8)<br />

Proprio la consapevolezza del ruolo fon<strong>da</strong>mentale esercitato <strong>da</strong>lla religio nella vita del popolo romano<br />

costituiva una caratteristica saliente della storiografia latina.

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