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e. La bruciatura mi fece urlare come un maiale trascinato al macello, ma, appena passata la fitta, tutto si calmò.<br />
«L’esorcismo ha funzionato.»<br />
Il vecchio sembrava sul punto di svenire.<br />
Il giorno seguente uscii dalla malga piena di energia, solo un po’ impacciata per il peso della pancia. Prima di salu-<br />
tarmi, Gerasa mi diede un sacchettino:<br />
«Per essere sicura della purezza di tuo figlio, quando sarai tornata a casa dall’ospedale brucia questa polvere nella<br />
penombra. Se gli occhi del bambino diventano viola fluorescente, vuol dire che abbiamo fallito... in questo caso,<br />
preparati al peggio.»<br />
«Amore mio, esco a comprare le pizze, ok?»<br />
Paolo, inspiegabilmente, non aveva fatto domande quando ero tornata a casa col pancione e gli avevo chiesto di<br />
portarmi a partorire. Aveva accolto il pupo come se fosse suo e ci aveva riempito di coccole.<br />
Approfittai della sua uscita per fare l’esperimento che mi aveva chiesto Gerasa. Da quando ero uscita dall’ospeda-<br />
le non ero ancora rimasta sola. Seguii tutte le istruzioni con precisione e gli occhi del mio bambino rimasero grigio-<br />
marroni. Mi sentii sollevata.<br />
Non feci in tempo a mettere via la polvere che entrarono in camera Giacomo e Sebastiano, ricorrendosi come<br />
sempre. Mi girai per sgridarli e fui sul punto di svenire: entrambi avevano gli occhi viola fluorescente! I ragazzi usci-<br />
rono dalla stanza, senza essersi accorti di nulla. Io invece corsi in bagno a vomitare, sopraffatta dall’orrore e dallo<br />
sgomento: allora Marco non c’entrava nulla, allora Paolo non stava poi così attento, allora il male era già in casa...<br />
nella mia testa riecheggiarono le parole di Gerasa: in questo caso, preparati al peggio.<br />
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