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«Non scaldarti, non c’è nulla che emani fetore. Non lo conosco perché non l’ho comprato io e dunque non l’ho<br />
incontrato di persona. Il quadro mi è stato dato in dono da un amico! Credi che sia così ingenuo da lasciarmi<br />
scappare un artista di tale calibro? Non essere banale come al solito; io sono il più grande appassionato d’ar-<br />
te della città e tu lo sai bene. Vanto nomi sotto la mia ala protettrice che molti pochi potrebbero permettersi,<br />
ho un ingegno più che sviluppato per questo genere di affari. Ma... c’è un ma, ed è forse questa la cosa più<br />
strana. Nemmeno il mio amico è riuscito a dirmi chi sia l’uomo che ha dipinto questo capolavoro. Pensa un<br />
po’ il quadro è stato ritrovato nei pressi di una discarica, abbandonato in una scatola di cartone con altre mille<br />
cianfrusaglie! Egli, passando per di là per pura coincidenza, si sentì quasi attirato magneticamente da questa<br />
scatola, come se qualcuno al suo interno sospirasse il suo nome nel suo cervello per trarlo a sé. Si avvicinò, la<br />
aprì in maniera meccanica ed estatica (a quanto dice lui) e scoprì con puro sgomento e stupore questa fanta-<br />
stica opera. Subito si precipitò a casa mia, convinto che io conoscessi lo stile e gli indicassi l’autore, ma come<br />
ben vedi così non è e ad oggi il quadro ancora rimane qui aspettando il legittimo proprietario.»<br />
«Ahhhhh ci risiamo, non perderai mai il tuo animo romantico e fantasioso, eppure non sei più giovane! Ami<br />
ancora farcire di mistero e magia i tuoi strambi <strong>racconti</strong>! Fortuna, caso, accidente, niente di più, sono questi<br />
i burattinai che muovono le vicende umane! Altro che mesmerizzazione, paranormale o destino. Comunque<br />
sia mi dispiace molto per l’anonimato in cui giace questa persona, ci terrei davvero a conoscerla e magari par-<br />
larci faccia a faccia. Ho da chiedere parecchie cose su questi colori; guarda il rosso ad esempio: così brillante,<br />
così lucido sembra rubino liquido, da cosa l’avrà ricavato?»<br />
«A proposito di quelle labbra così rosse, sai, non sei l’unica persona ad esserne mortalmente attirata; anzi più<br />
che persona sarebbe meglio dire essere. Alza i tuoi piedi e vedrai che sorpresa.»<br />
«Eh? Ma che cosa diavolo sono? Mosche? Sembra che sopra il tuo parquet vi sia un nero tappeto d’insetti<br />
morti. Di’ un po’, che razza di storia è questa?»<br />
«Il caso non credi?»<br />
«Non credo sia questo il caso di fare sarcasmo, amico mio. Non ti rendi conto che stiamo camminando sopra un<br />
pavimento di mosche? Il pavimento di casa tua è pieno di mosche morte e la cosa non ti tange minimamente?»<br />
«È ormai da un mese che vivo questa situazione, ogni volta che entro in questa stanza trovo nuvoli e nuvoli di<br />
questi aberranti insetti, nonostante, come puoi ben vedere, qui non ci sia una sola finestra o una sola fessura<br />
da cui possano passare. Esse si posano sulle labbra della donna ritratta rendendo questa bella tela una spe-<br />
cie di bassorilievo brulicante e ronzante, uno spettacolo agghiacciante. Ti lascio solo immaginare la quantità<br />
di mezzi e rimedi escogitati da mia moglie per debellare questo strano fenomeno, ma niente da fare. Il giorno<br />
dopo ogni trattamento sono redivive, più numerose e più resistenti di prima: un vero enigma.»<br />
«Ma è ovvio. Altro che enigma! Ci sarà sicuramente qualche carcassa di topo in decomposizione sotto il<br />
pavimento, le larve saranno risalite attirate dal calore della stanza e qui si saranno impupate e schiuse come<br />
mosche! Hai controllato che tra le mattonelle o vicino ai battiscopa non vi siano crepe? Bastano anche molto<br />
piccole per permettere a delle larve di giungere sin qui e di infestare la camera!»<br />
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