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E così la fidanzata o il marito di turno si trovano a dover ricoprire quello che una volta era il ruolo dei tuoi.<br />
E' per la dolce metà che balli e canti come una scimmia ammaestrata. Per guadagnarti il suo cuore, la sua<br />
attenzione, una sorta di esclusiva sentimentale. Nella vecchiaia traballi sul palcoscenico lagnandoti come<br />
un dannato dinnanzi agli ennesimi spettatori annoiati, figli e nipoti, che un po' per affetto, un po' per pena, si<br />
occupano del tuo scheletro grinzoso che lamenta dolori e acciacchi, raccontando vecchie memorie di cui<br />
non frega niente a nessuno.<br />
Una sera però l'insonnia mi colse alla sprovvista. Non riuscivo proprio a prendere sonno. Mi rotolavo nel letto<br />
come se le mie coperte fossero pregne di zecche e pulci. Poi un odore nauseabondo di carta, carne e legna<br />
bruciate mi distrasse. Alzai lo sguardo e vidi infondo al mio letto una bambina grigia avvolta dentro ad un vestiti-<br />
no merlato color perla. In mezzo al petto uno squarcio grande una mano colava sangue. Eppure dentro a quel<br />
foro non vi era niente se non un ammasso di cenere. Come se tutte le sue interiora fossero state corrose dalle<br />
fiamme in un'improbabile combustione interna. Il volto della ragazzina era antico, la sua pelle come porcella-<br />
na annerita. Aidez-moi, singhiozzava implorando il mio aiuto, aidez-moi s'il vous plait. La sua voce era acuta<br />
come uno stridere di violini. Le sue piccole spalle sussultavano e i suoi occhi vuoti mi fissavano penetrandomi<br />
il cervello fino alla follia. Continuò a parlare ma la maggior parte delle parole mi sfuggirono. Non capivo ancora<br />
bene il francese. Però percepii chiaramente l'ultima manciata di parole. L'Homme bougie est à venir. Aidez-<br />
moi, l'Homme bougie est à venir. Voleva che la salvassi, che la proteggessi perché l'uomo nero stava arrivan-<br />
do. E fu lì che lo vidi per la prima volta. Uno spettro così osceno da bloccarmi il cuore per un minuto circa, ne<br />
sono sicuro. L'oscurità ne nascondeva i lineamenti ma intravidi chiaramente il suo volto ustionato, i brandelli<br />
di pelle incenerita che gli dondolavano giù dal cranio oscillando a seconda delle sue movenze. L'odore di car-<br />
bone bruciato era intossicante. Il suo manto color tenebra si mischiava alla polvere ed alla cenere che come<br />
un'improvvisa tempesta di neve investì la mia stanza sottosopra. La bambina gridò, il suo strillo fece tremare le<br />
pareti, rimbombò sui vetri delle finestre e mi trafisse i timpani superando perfino i miei palmi. Poi i due sparirono<br />
dentro al parquet come se non fossero mai esistiti. Come se le loro anime appartenessero di diritto agli Inferi.<br />
Annaspai e mangiai ossigeno a grandi boccate come se per quegli attimi i miei polmoni avessero preferito l'ap-<br />
nea piuttosto che l'odore tossico della cenere. Sobbalzai quando la porta di camera si spalancò ma era mia<br />
figlia. Mi corse tra le braccia piangendo, strofinando le sue guanciotte contro il mio petto. Sulle sue braccia esili<br />
l'impronta di una mano le aveva bruciato la pelle.<br />
L'hai visto papà?, mi domando con gli occhi grondanti di lacrime, Hai visto l'uomo nero?<br />
Il giorno dopo, il mio primo pensiero fu quello di vendere tutto e scappare via. Eppure qualcosa mi trattenne.<br />
Forse la mia curiosità. Oppure lo sgomento di aver buttato al vento i soldi di mio padre. Così decisi di chiedere<br />
ai contadini del paese quale fosse l'orrenda verità nascosta dentro a quelle quattro mura. Ebbi la conferma<br />
che spesso la realtà è la peggiore delle fantasie. L'edificio che mi ero aggiudicato, conosciuto da tutti, (tutti<br />
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