ITINERARI NELLA STORIA 6 giugno 1944: il giorno più lungo. Normandia: sui luoghi del D-Day. Un viaggio in si<strong>le</strong>nzio, nel rispetto di tutti coloro che morirono per la libertà dell’<strong>Eu</strong>ropa
L’operazione Overlord “Il lamento dei violini d’autunno ferisce il mio cuore di un monotono languore”: questi i versi di una poesia di Paul Verlaine che, trasmessi da Radio Londra, annunciavano alla resistenza francese (il “maquis” – “cespuglio”, attivissima con migliaia di combattenti in armi) che il momento dell’invasione era giunto. Iniziava l’operazione Overlord (Signore supremo), decisiva per <strong>le</strong> sorti della seconda guerra mondia<strong>le</strong>. All’alba del 6 giugno 1944, in un momento di relativa calma durante la tempesta che stava investendo <strong>le</strong> coste della Manica, agli occhi del<strong>le</strong> sentinel<strong>le</strong> tedesche che scrutavano l’orizzonte dai loro bunker di cemento armato apparve quasi all’improvviso, facendosi breccia nella nebbia sull’oceano, una visione che mai si era presentata e mai più si ripresenterà nella storia: 5.400 navi si avvicinavano alla costa francese, per condurre allo sbarco la più grande armata di sempre, che alla fine conterà più di 3 milioni di uomini. Dai cannoni sul<strong>le</strong> navi un inferno di fuoco si riversa sul<strong>le</strong> difese di Rommel, il famoso “Vallo Atlantico” che nel<strong>le</strong> intenzioni di Hit<strong>le</strong>r avrebbe dovuto risultare insuperabi<strong>le</strong>. Si trattava di una linea di fortificazioni lungo tutta la costa nord francese ed europea, con milioni di ostacoli anticarro sul<strong>le</strong> spiagge (spesso minate), bunker e casematte, batterie di cannoni e nidi fortificati di mitragliatrici sul<strong>le</strong> alture immediatamente prospicienti. Eppure, nonostante tutti i piani e i preparativi tedeschi, la sorpresa ideata da Eisenhower e dallo stato maggiore al<strong>le</strong>ato stava per avere successo, seppure a carissimo prezzo: si è calcolato che sugli oltre due milioni di soldati al<strong>le</strong>ati sbarcati in Normandia tra il 6 giugno e il 31 agosto del ‘44, 38.400 sono morti, 19.300 dispersi e 158.000 feriti. I tedeschi ritenevano molto più probabi<strong>le</strong> lo sbarco ben più a est, presso il Pas de Calais ove la Manica presenta la minore distanza dal<strong>le</strong> coste ing<strong>le</strong>si presso <strong>le</strong> quali si era concentrata l’armata d’invasione al<strong>le</strong>ata, e certo non si aspettavano lo sbarco stesso proprio quel giorno, nel pieno di una furiosa tempesta la qua<strong>le</strong> tuttavia, come avevano potuto prevedere i meteorologi al<strong>le</strong>ati, avrebbe goduto di circa 36 ore di tregua relativa, consentendo condizioni minime adatte allo sbarco stesso. Così Eisenhower e lo stato maggiore al<strong>le</strong>ato avevano deciso: si va. Per i 200.000 uomini della forza d’urto articolata in varie ondate fu quasi una liberazione dalla snervante attesa, perché molti di loro già aspettavano da qualche giorno sul<strong>le</strong> navi in mezzo alla tempesta presso <strong>le</strong> coste ing<strong>le</strong>si. Il D-Day era arrivato. Truppe d’assalto americane attendono l’ora X sui mezzi da sbarco.