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Plectrum 3/2010 - Federazione Mandolinistica Italiana

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Stefano Toffolo<br />

Da qui, lo strumento, profondamente<br />

mutato, raggiunge di nuovo tutta Italia,<br />

sostituisce il modello precedente<br />

e arriva in tutte le corti d’Europa.<br />

Alla fine del 1700 l’autore padovano<br />

Gioacchino Cocchi scrive per questo<br />

strumento “Sinfonia per due mandolini<br />

a basso”.<br />

Nel 1800 il cantante Giovanni Battista<br />

Contiero 6 di Este si dedica alacremente<br />

al mandolino componendo<br />

molti brani per mandolino di cui ora<br />

però rimangono solo Ventiquattro<br />

Ariette per soprano, due mandolini e<br />

mandola, ma non è chiaro se il mandolino<br />

in uso fosse quello napoletano<br />

o quello milanese.<br />

Dopo l’Unità d’Italia il mandolino<br />

rappresenta un vero strumento di<br />

identità nazionale (che tanto ci caratterizza<br />

ancora adesso nelle stereotipizzazioni<br />

estere): se la nazione di<br />

fatto doveva ancora essere costruita<br />

e così anche la lingua italiana faceva<br />

fatica ad imporsi, in tutta la penisola<br />

troviamo orchestre composte di mandolini,<br />

mandole, chitarre ed arpe. Il<br />

fenomeno interessava l’intero Stivale<br />

da Bolzano ad Avola in Sicilia e, pertanto<br />

a Padova e provincia non potevano<br />

certo mancare.<br />

Da ricerche da me condotte risulta<br />

che a Padova esistevano ben due orchestre<br />

di mandolini, una a Cittadella,<br />

una a Piazzola sul Brenta, una a<br />

Cervarese Santa Croce, una a Loreggia<br />

ed una a Tombolo.<br />

Le orchestre di Padova, una maschile<br />

ed una femminile, erano dirette da<br />

Silvio Danieli (Padova 1856 – 1906)<br />

e la sede di queste orchestre era situata<br />

in via Dante. Umberto Boccioni,<br />

nel periodo in cui ha vissuto a Padova<br />

in via Dante ha ritratto, con uno<br />

schizzo a matita proprio un mandolinista<br />

del Circolo Filarmonico diretto<br />

dal Danieli stesso.<br />

Essendo il Mandolino diffuso nella<br />

nostra città troviamo anche autori<br />

padovani che si sono dedicati allo<br />

strumento: oltre a Danieli, Angelo<br />

Tessaro (Padova, 1849 – 1899), Andrea<br />

D’Angeli (Padova, 1868 – San<br />

Michele Extra, Vr, 1940), Guido<br />

Palumbo, Angelo Agostini (Padova<br />

1838), Vittorio Maria Vanzo<br />

(Padova, 1862 – Milano, 1945) 7 e<br />

Guglielmo Zanibon (Padova, 1878<br />

– 1966).<br />

La figura di Gugliemo Zanibon è stata<br />

molto importante perché, com’è noto,<br />

rientrato dagli Stati Uniti, oltre ad essersi<br />

dedicato all’editoria in generale,<br />

ha riservato al Mandolino particolari<br />

attenzioni: già in America Zanibon<br />

pubblicava una rivista mandolinistica<br />

“The Mandolin”, e una volta rientrato<br />

in Italia ha pubblicato ben due riviste<br />

mandolinistiche: “La Musica per<br />

Tutti” e “Il piccolo mandolinista”.<br />

Sotto lo pseudonimo di Mario Lago,<br />

Zanibon ha anche pubblicato un metodo<br />

didattico per mandolino 8 .<br />

Dopo la seconda guerra mondiale la<br />

diffusione del mandolino in Italia si<br />

è di molto ridimensionata lasciando<br />

spazi ad altri generi, repertori e strumenti.<br />

L’esperienza delle orchestre a<br />

plettro però non si è esaurita del tutto<br />

e proprio nel Nord Italia ha trovato<br />

terreno di “resistenza”.<br />

La parentesi “buia” del mandolino è<br />

durata fino al 1959 quando, Claudio<br />

6 Antonio Garbellotto, Piccola Enciclopedia musicale padovana, in, Padova e la sua provincia, 1971, Padova<br />

7 Alceo Toni, Vittorio Maria Vanzo, Editrice Athena, Milano, 1946<br />

8 Ercole Parenzan, Guglielmo Zanibon a cent’anni dalla nascita 1878-1979, edizioni G.Zanibon - Padova<br />

Pag. 19<br />

Scimone fonda l’orchestra “I Solisti<br />

Veneti” con sede a Padova e introduce<br />

il mandolino stabilmente nei<br />

propri cartelloni facendo conoscere<br />

al grande pubblico il repertorio d’arte<br />

barocco destinato al nostro strumento.<br />

Hanno collaborato con “I Solisti<br />

Veneti” i celebri mandolinisti Alessandro<br />

Pitrelli, Bonifacio Bianchi,<br />

Giuseppe Anedda e collaborano<br />

tutt’ora Ugo Orlandi, Dorina Frati<br />

e Maria Cleofe Miotti. Per volontà<br />

dello stesso Scimone fu istituita nel<br />

Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova<br />

la prima cattedra di Mandolino<br />

in Italia. Nel corso degli anni al Conservatorio<br />

“Pollini” si sono succeduti<br />

come docenti Giuseppe Anedda,<br />

Ugo Orlandi ed ora Dorina Frati che<br />

grazie alla loro fama hanno attirato e<br />

attirano tutt’ora allievi da ogni dove.<br />

Attualmente grazie al lascito “Bonifacio<br />

Bianchi” la Biblioteca del<br />

Conservatorio “C. Pollini” di Padova<br />

risulta la più fornita biblioteca<br />

di musica barocca per mandolino al<br />

mondo radunando in sé preziose copie,<br />

trascritte di proprio pugno dallo<br />

stesso Bonifacio Bianchi, di spartiti<br />

ritrovati nelle biblioteche di tutto il<br />

mondo durante le sue tournèe estere<br />

con “I Solisti Veneti”.<br />

Emanuele Cappellotto

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